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Autore: evelyn80    25/09/2020    5 recensioni
Raccolta di piccole one-shot partecipanti alla Challenge "Just stop for a minute and smile" indetta da Soul_Shine sul forum di EFP.
Vari momenti divertenti con protagonisti Terry Kath e/o Danny Seraphine, la mia BROTP nel fandom dei Chicago.
Il capitolo n° 10, "Invasioni barbariche", partecipa anche alla Challenge "Real life challenge" indetta da ilminipony sul forum di EFP
Il capitolo n° 17, "Disastri enologici", partecipa anche alla sfida "Prompts, our Wires" indetta da Soul Dolmayan sul sito di EFP
Il capitolo n° 19, "Io ce l'ho più grosso", partecipa anche alla Challenge "Let's Hope this Challenge will make this Christmas right" indetta da Asmodeus EFP sul Forum di EFP
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Make me smile'
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Piromania

 

 

Caribou Ranch, 10 agosto 1974

 

 

Jimmy Guercio era stato perentorio, quella mattina.
«Mettetevi in ghingheri, oggi farete un servizio fotografico!».
Così i Chicago al gran completo avevano tirato fuori dall'armadio il loro vestito migliore e si erano lasciati agghindare, trucco e parrucco, per posare davanti al fotografo.
Quando erano stati condotti davanti a un'enorme piramide di balle di fieno, però, si erano immobilizzati, fissando sconcertati la montagna traballante che svettava di fronte a loro.
«E cosa dovremmo fare? Spargerlo per tutta l'aia?», chiese Terry, facendo sventolare i lembi della giacca che aveva indossato. Benché fossero a più di tremila metri di altezza, infatti, il sole batteva caldo e implacabile quel giorno.
«Ma no!», replicò Guercio scuotendo il capo. «Dovete salirci sopra e mettervi in posa! Su, forza, fate come dice il fotografo», li esortò con ampi cenni delle mani.
James, Robert e Laudir furono i primi a sospendere l'arrampicata, evitando di salire troppo in alto. Il brasiliano si lasciò cadere seduto su una delle balle, convinto che reggesse il suo peso, ma si ritrovò con il fieno fino alla vita.
«Porra! Eu afundei!», esclamò in portoghese cercando di rimettersi dritto ma senza riuscirci.
«Che hai detto, amigo?», gli chiese Danny passandogli accanto.
«Che sono sprofondato nel fieno, cazzo!», replicò Laudir, seccato.
Robert si sdraiò sulle balle nella posizione di un antico romano disteso su un triclinio, mentre James si sedette con cautela al suo fianco per evitare di fare la fine del percussionista.
«Muovetevi piano, per favore. Io sono allergico alla paglia!». Non fece in tempo a finire la frase che iniziò a starnutire, gli occhi rossi.
Walter si mise seduto sulla fila di balle appena superiore, perfettamente a suo agio. Danny gli si piazzò accanto, ma non appena accostò la schiena al fieno iniziò a dimenarsi come un'anguilla.
«Ma che cazzo di animali ci sono, qui dentro? Le pulci?», chiese, cercando disperatamente di grattarsi contro la spalla ossuta del sassofonista.
Peter si accoccolò in una nicchia nella paglia subito dietro di loro mentre Terry, dopo aver grattato vigorosamente il dorso dell'amico ancora in preda al delirium tremens, si andò ad appoggiare, con fare annoiato, a una delle balle sulla sinistra.
«Che caldo, però...», si lamentò agitando i lembi della giacca.
Lee, che era stato l'ultimo a salire sulla piramide di paglia, andò a piazzarsi più in alto di tutti, seduto composto sulla propria balla con le mani giunte in grembo.
Il fotografo diede loro le ultime indicazioni, poi si mise a scattare freneticamente, muovendo la fotocamera di qua e di là. Ben presto il rullino finì ed ebbe bisogno di andare a prenderne un altro.
«Cinque minuti di pausa, ragazzi!», annunciò. «Cambio il rullino e sono da voi».
«Che palle!», esclamò Terry, togliendosi la giacca e tirando fuori dalla tasca posteriore dei pantaloni un pacchetto di sigarette tutto stropicciato e un accendino. «Io mi sono rotto i coglioni di stare in posa! Chi vuole una sigaretta?», chiese, mostrando il pacchetto ai suoi compagni.
Lee lo fulminò con lo sguardo.
«Ma sei cretino?! Vuoi metterti a fumare su una montagna di paglia?».
Il chitarrista lo ignorò e continuò a sciorinare le sigarette davanti al naso degli altri, ma tutti rifiutarono.
Nonostante Lee continuasse a inveire contro di lui, Terry accese la sigaretta e tirò una lunga boccata.
«Ahhhhh, ci voleva proprio», esalò. Aspirò nuovamente a fondo e poi scosse la cenere ai suoi piedi, sotto lo sguardo terrorizzato dei suoi compagni di band. Altre due boccate, ed ecco che la stecca era già finita e il chitarrista lasciava cadere il mozzicone ancora fumante sul fieno.
«Terry? Forse non avresti dovuto fumare qui», balbettò Danny, indicando la cicca con l'indice che gli tremava.
«Perché no?», chiese il ragazzone, stringendosi nelle spalle.
«Perché il fieno sta prendendo fuoco!», esclamò Lee, drizzandosi e buttandosi giù dalla piramide di paglia a rotta di collo.
Tutti i Chicago rimasti posarono lo sguardo sulla balla di fieno incriminata: il fumo sprigionato dalla cicca era notevolmente aumentato e già le prime fiamme iniziavano a lambire i fili dorati. Terry si raddrizzò lentamente, come se ancora non riuscisse a comprendere la gravità della situazione, poi all'improvviso esplose.
«Merda, merda, merda!», gridò, ruzzolando giù dalla montagna di fieno e trascinando con sé James e Robert, che erano sotto di lui. Il trombonista riprese subito a starnutire, la faccia ficcata nella paglia.
Peter, Walter e Danny seguirono il suo esempio e si catapultarono giù, lasciando il povero Laudir ancora alle prese con i suoi vani tentativi di tirarsi fuori dal fieno, che pareva volesse risucchiarlo.
«Ajude-me, ajude-me!», gridò disperato, mulinando le braccia verso gli altri ragazzi che gli rotolavano accanto giù per la piramide erbacea.
Walter si fermò appena in tempo e riuscì ad afferrarlo per i polsi, trascinandolo con sé nella caduta.
Finalmente tutti a terra e coperti di fili dorati ovunque, i ragazzi si raddrizzarono e si allontanarono di corsa dalla montagna di fieno, che adesso stava bruciando allegramente. Le pagliuzze incendiate si alzavano leggere verso il cielo, trasportate dall'aria calda sollevata dalle fiamme che guizzavano.
Le grida di “al fuoco, al fuoco” si sparsero per tutto il cortile del Caribou Ranch. Jimmy Guercio accorse con le mani tra i capelli, seguito dal fotografo e da un gruppo di volontari armati di secchi.
«Ma che cazzo avete combinato?!», gridò il produttore, fuori di sé. «Questo fieno mi è costato un occhio della testa, e doveva servire anche per le stalle! Chi è stato?».
Terry si mise a fischiettare, fingendo indifferenza, ma Lee lo afferrò per una spalla e lo spinse davanti a Guercio.
«Questo idiota si è messo a fumare mentre aspettavamo che tornasse il fotografo!».
«Spione!», replicò il chitarrista, intrecciando le braccia sul petto e mettendo il broncio. «Non lo sai che chi fa la spia non è figlio di Maria?».
«Non mi interessa se non sono figlio di Maria! Hai rischiato di ucciderci!».
«Quanto la fai tragica...», replicò Terry, stringendosi nelle spalle. Si voltò a fissare il mucchio di paglia ormai quasi completamente carbonizzato prima di aggiungere: «In fondo, poteva andare peggio... avrei potuto dar fuoco a tutto il ranch».
Gli altri ragazzi alzarono gli occhi al cielo e li fecero roteare. Era inutile: Terry non sarebbe mai cambiato.

 

 

Prompt n° 10 - “Poteva andare peggio...”

 

Spazio autrice:

C'è poco da fare. Ormai non riesco a fare a meno di immaginarmi Terry come un inguaribile pasticcione combina guai, ma anche tremendamente adorabile e di indole ottimista. Ecco perché non si scompone più di tanto dopo aver dato fuoco alla piramide di fieno che vedete in foto (ehi, ovviamente è una mia licenza poetica XD): in fondo poteva davvero andare peggio!
Altre piccole noticine:
Nella data indicata i Chicago erano davvero al Caribou Ranch, intenti a girare lo speciale “Chicago: meanwhile back at the ranch”, una specie di documentario in cui si vedono i ragazzi intenti a cantare, in sala registrazioni e persino alcuni stralci del loro tempo libero, come Terry in sella a una moto, Danny a cavallo e Walter con sua moglie e una delle sue figlie.
L'allergia al fieno di James è una mia invenzione.
La frase che dice Terry, “chi fa la spia non è figlio di Maria”, è tratta da una vecchia filastrocca che credo sia conosciuta un po' in tutta Italia e che io sentivo spesso dire quando ero alle scuole elementari.
La foto a inizio capitolo fa riferimento proprio al 1974, ed è probabile che sia stata scattata davvero in occasione delle riprese di quello speciale di cui vi dicevo sopra.
Spero di aver strappato un sorriso.

  
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