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Autore: Suzyyy92    26/09/2020    1 recensioni
"... quanti ricordi, quante cose che sono successe. Una lacrima mi riga il viso, quasi mi manca il respiro nel pensare che questa normalità da domani sarà solo un lontano ricordo".
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chen, Chen, Kai, Kai, Nuovo personaggio, Xiumin, Xiumin
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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 Il racconto di Jongin mi ha sconvolto. Ora è tutto molto più chiaro però. Ecco perché sono completamente spariti. Scoppio a piangere “Minseok… nemmeno sono riuscita a salutarlo. Non riesco a crederci che l’hanno obbligato ad arruolarsi… Nemmeno ha fatto in tempo ad avvertire papà…”. Jongin mi abbraccia, i suoi occhi sono ancora lucidi “Purtroppo essere un cittadino coreano porta anche questo, inoltre sai benissimo che è stato tuo fratello ad accettare la cittadinanza coreana. Sono sicuro che appena potrà si farà sentire. Siete la sua famiglia, ci mancherebbe altro…”. Non riesco ancora a credere a tutto questo, i ragazzi separati, Minseok e Kyungsoo nell’esercito e Jongdae… il mio principe… dovrà sposare quella altrimenti verrà sbattuto fuori dal SM. “Non è giusto Nini… Non è proprio giusto! Questa è una dittatura… non sono semplici regole!” il suo sguardo è triste “Questo è l’amaro mondo del kpop Sharon… abbiamo accettato queste regole prima di debuttare…”. Mi sembra tutto così assurdo, essere i burattini dell’azienda per cui lavori solo per continuare a vivere il tuo sogno artistico. Io sarei già scappata, ma comprendo i ragazzi. “E quando si sposerà Jongdae?” mi fa male lo stomaco solo al pensiero ma preferisco togliermi ogni dubbio da subito. “Al momento non lo sappiamo, ci sarà un comunicato stampa in questi giorni!” non riesco a smettere di piangere.

Poco dopo Jongin deve raggiungere i fotografi per un servizio e me ne torno a casa. Sono sconvolta, mi gira la testa e l’unica cosa che posso fare è piangere. Mi sento in colpa per tutti quello che è successo, come se in qualche modo c’entrassi anch’io con questa situazione. Dannata SM! Dannate regole! Avrei solo voglia di fare qualcosa per aiutare i ragazzi, ma mi sento così impotente, così inutile! Il mio Jongdae… quanto mi manca…  dovrò arrendermi e accettare la realtà… Non sono nemmeno riuscita a dirgli che anche lui mi piace, ma tanto ormai è tutto inutile… Accarezzo il braccialetto che mi ha regalato… lo terrò con molta cura visto che sarà l’unico ricordo che mi rimarrà di lui… Prendo il cellulare, cerco la pagina del suo fanpage, anche se non lo leggerà mai voglio lasciargli un messaggio “Prenditi cura di te, se tu sarai felice lo sarò anch’io! Non ti dimenticherò mai e porterò il tuo ricordo per sempre con me… tua Sharon!” appoggio la testa al cuscino e ricomincio a piangere…
 
Sono passati due giorni da quando Jongin mi ha raccontato come sono andate le cose, due giorni che la mia vita è una schifo… Non mi sento di far niente, passano le giornate in camera a piangere e cerco di evitare ogni contatto con l’esterno. Non mi va nemmeno di mangiare. Per fortuna papà e Lisa in questi giorni sono in montagna altrimenti avrei dovuto dare troppe spiegazioni.  Ho detto alle mie amiche di lasciarmi in pace che mi sto ancora riprendendo dal viaggio e ho delle cose da fare.
Sono sul letto quando mi squilla il cellulare. E’ Jongin, continuo ad evitare anche lui. “Sharon! Andiamo a fare un giro in Piazza Duomo? Dai ti prego, non sono ancora andato a visitare quella zona e… sono a Milano! Devi cercare di tirarti su…” non capisco come fa ad essere così tranquillo nonostante quello che è successo. “No, dai Nini. Davvero, non mi sento!” eppure continua ad insistere “Dai, credi che gli altri sarebbero felici di sapere che ti sei chiusa così? Credi che se lo sapesse Jongdae sarebbe contento?”. Ecco, di nuovo il suo nome. Lui che non voleva mai vedermi triste, che cercava di farmi sorridere anche nelle giornate più buie. Forse Jongin ha ragione. “Dai, vengo!” sento un urlo euforico al di là del telefono, a volte questo ragazzo è come un bambino, si accontenta davvero con poco!

Come al solito Piazza Duomo è piena di gente. Jongin rimane incantato dall’imponenza del Duomo e dalla bellezza di Galleria Vittorio Emanuele, continua a scattare foto e mi obbliga a fare alcuni scatti con lui. Si vede proprio che si sente libero qui, nonostante la gente lo continua a guardare. “Mi piace tantissimo qui! Milano è proprio una città fantastica” mi dice sorridendo. “Quando ci vivi per tutta la vita stufa… vieni entriamo qui!” lo porto alla Rinascente, un enorme grande magazzino con i marchi di moda più conosciuti al mondo. Lo vedo perdersi qui dentro. Sembra un bambino da come corre su e giù per scale mobili. Faccio fatica a stargli dietro. Ora si è fissato a guardare dei pantaloni, io invece mi sento un po’ scombussolata. Mi è iniziato di nuovo a girar la testa, forse sarò il caldo di questo posto…

Avrà provato una decina di paia di jeans. Mi chiede consiglio ogni volta che esce dal camerino, ma in fondo con il fisico che si ritrova gli sta tutto divinamente e non so nemmeno io come aiutarlo. Forse finalmente ha scelto. “Sharon, tutto apposto? Hai il viso stanco… che ne dici di andare a bere qualcosa?” mi chiede all’improvviso. “Uhm si sono stufa… andiamo a prendere un Bubble Tea come ai vecchi tempi! Qui dietro li fanno buonissimi!” mi sorride entusiasta.

Usciamo dal negozio e ci dirigiamo verso il bar. “Uh carino questo posto! Fa molto korean style!” dice ridendo mentre cerca di capire cosa c’è scritto sul tabellone davanti a lui. Sarà l’affermazione che ha appena fatto ma a me è passata la voglia di prendere da bere, come se mi si fosse chiuso lo stomaco. Jongin mi chiede di ordinare anche per lui, nonostante i suoi tentativi il suo inglese è pessimo. “Allora un Caramel Bubble Tea con la panna per il mio amico e… un tè verde per me!” chissà che diavolo ha il mio stomaco, adoro il Bubble Tea ma oggi proprio non mi va. Raggiungo Jongin al tavolino mentre la commessa ci porta da bere. “Tè verde? Ma Sharon, sei sicura di stare bene?” sorrido e annuisco, non mi va di farlo preoccupare. Faccio due sorsi di tè “Si tranquillo, in questi giorni ero nervosa e ho mangiato tanto, quindi questo fa benissimo… anzi se vuoi bevilo, non mi va più, te lo lascio tanto è grande!” mi guarda stranito, ma onestamente non saprei nemmeno io il motivo di questo mio malessere. Sono giorni che non mi va molto di mangiare e se non passa mi toccherà andare dal medico…

Passiamo il resto del pomeriggio insieme, fortunatamente mentre sono con lui riesco ad essere spensierata. Non voglio che mi veda triste e non mi va nemmeno di farlo preoccupare. Ci sediamo su una panchina “Sharon… posso farti una domanda?” mi chiede sorridendo. “Certo Nini, dimmi…” si gratta la testa e mi guarda negli occhi. “Quel giorno al centro commerciale, quando hai chiesto a me e a Sehun quel consiglio sulla tua amica in realtà parlavi di te vero?” il solo pensiero di quel giorno mi agita “Si… ero io!” Jongin mi sorride. “Junmyeon e Jongdae… credo di aver capito tutto ormai…. Se ce l’avessi detto forse avremmo potuto aiutarti…” solo a sentire i loro nomi mi scende l’ennesima lacrima e Jongin senza aggiungere altro mi abbraccia…
Tornare con la mente ai ricordi di quel giorno mi fa pensare a Junmyeon. Già, nonostante tutto anche lui ha un posto importante nel mio cuore. Mi sarebbe piaciuto capirlo un po’ di più, con lui stavo bene ma chissà cosa gli passava per la testa. “Jongin ormai è passato… voi dovete farvi la vostra vita e io la mia. Già vi ho rovinato troppo la carriera!” mi passa la mano tra i capelli “Non devi nemmeno farti questi pensieri. Noi siamo grati a te… soprattutto loro due!”.

Dopo aver passato la giornata con Jongin sono stanchissima, quel ragazzo è instancabile e sono distrutta. Sono sdraiata sul letto, per curiosità sto cercando notizie sui ragazzi tramite i social, ma niente. Trovo solo vecchie foto. Oddio, una foto di Jongdae e Junmyeon insieme, che dolci, questo me la salvo nel cellulare.
Ho stranamente fame, scendo in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare. Uh mi faccio un po’ di pasta, sono giorni che il mio stomaco non ne vuole sapere e ho ne ho proprio bisogno. Peccato che appena inizio a mangiare mi sento di nuovo male. Ma che diavolo ho? Odio andare dai medici, ma se non passa cosa devo fare. Domani mattina se non mi passa chiamo il dottore, per ora meglio se vado a letto.

E’ stata una nottata terribile, non riuscivo a chiudere occhio e credo di essere andata in bagno a vomitare una decina di volte. Vabbè, ho capito, chiamo il dottore. “Pronto… si, sono Sharon… sono tornata dalla Corea circa 10 giorni fa… si, prima avevo solo dei capogiri… si, mi passa la voglia di mangiare e stanotte ho vomitato diverse volte…. Il ciclo? Oddio aspetti, non ricordo…” cerco la mia agenda, solitamente segno tutto lì. E se questo malessere fosse? Ma no impossibile… non credo! Fammi controllare… uno, due, tre… otto! Otto giorni di ritardo! No aspetta, fammi ricontare… “si, sono sempre io… 8 giorni… cosa? Rapporti? Ehm… Un Test di Gravidanza? Non penso che… va bene, allora la richiamo…” stacco il telefono e mi ributto sul letto… Non è possibile…
 
 
   
 
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