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Autore: Little Firestar84    27/09/2020    0 recensioni
Eliot Spencer credeva che le cose andassero bene: nessun pezzo grosso con cui saldare conti arretrati, pochi colpi, nate ormai sobrio che non dava colpi di testa... adesso aveva perfino il suo lavoro dei sogni come chef nella birreria di Hardison e una ragazza in pianta stabile da cui tornare la sera.
Andava tutto bene. Fin troppo. E difatti, dopo trent'anni, si ritrova davanti l'ultima persona con cui avrebbe più voluto a che fare....
Multichapter partecipante alla challenge "Just stop for a minute and smile" di Soul_Shine che trovate sul forum di EFP.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Hitter & Chemist'
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Ed ecco l'ennesimo capitolo, basato sull'ennesimo prompt di Soul_Shine per la Just stop for a minute and smile challenge, questa volta basato sul prompt #16. "Smettila di andare avanti e indietro, mi fai venire il mal di mare!"

“Potresti smettere di andare avanti e indietro? Mi stai facendo venire il mal di mare!” Mentre stava tenendo sotto controllo sul portatile i movimenti della loro ultima “vittima”, che Sophie– nei panni della ricca vedova- si stava lavorando, Becks sbuffo, tenendosi una mano sulla fronte ad enfatizzare il suo enorme disappunto.

Disappunto nei confronti di Eliot, che era da  giorni che stava facendo un solco nel pavimento andando avanti ed indietro a testa bassa, con le mani in tasca, mugugnando tra sé e sé.  

“Oh, scusami tanto se anche io ho dei problemi in famiglia!” Il suo compagno – di lavoro come di vita – si fermò, ringhiando come una cane con la rabbia. “Potresti anche essere un po’ più comprensiva, sai? Perché vorrei ricordarti che quando ti sei ficcata nei casini con tuo padre io ti ho aiutato! Sono perfino venuto a quella orribile cena fingendo di essere il tuo ragazzo! E comunque, la colpa è tua, perché tu mi hai convinto a parlare con lei! A me stava bene anche far finta che fosse morta, o a spassarsela al sole chissà dove!”

“Oh, povero il mio nobile cavaliere…” Mentre guardava il buon Alec e Parker entrare nella casa delle vittima e piazzare la macchina del fumo e dei proiettori olografici per portare a termine il piano, Becks si riempì la bocca di popcorn, facendo una risatina. “Veramente, mi hai aiutata perché ti sentivi in colpa per aver riso di me. E perché quando mi hai vista con quel vestitino striminzito ti si sono attizzati i bollenti spiriti.”

Eliot la guardò rancoroso, incrociando le possenti braccia muscolose davanti al petto, un movimento che metteva in evidenza ogni muscolo e ogni singola vena, facendole venire voglia di leccarsi le labbra. Lui lo notò- come d’altronde notava tutto, altrimenti non sarebbe stato così bravo nel suo lavoro- e sgranò gli occhi, furibondo, facendola arrossire.

“Becks! È una cosa seria! Non vedo mia madre da quando avevo tredici anni e adesso è ripiombata nella mia vita, e….” sbuffava, gesticolando. “Cosa cavolo le dovrei dire, di me, intendo? Che faccio il cuoco in un pub? Non ci crederà mai, prima o poi inizierà a farsi delle domande, vorrà sapere come faccio a vivere al di sopra delle possibilità economiche di un cuoco.”

“Ma tu fai il cuoco in un pub.” Gli disse in tono ovvio, facendolo infuriare ancora di più.

“Davvero spiritosa. Mi rammenti perché stiamo insieme?”  Le chiese sarcastico, lanciandole addosso un foglio di carta accartocciato, quasi fossero stati due bambini di cinque anni.

Becks fu tentata di rispondere in modo scherzoso, fare anche eli una battuta, ma sapeva che non era ciò di cui Eliot aveva bisogno. L’improvvisa ricomparsa della madre lo aveva turbato non poco, soprattutto perché significava affrontare il fatto che non aveva più un rapporto con il padre ed il fratello dai tempi in cui si era arruolato, e soprattutto chi lui fosse dietro la maschera con cui si nascondeva al mondo.

“E se provassi a dirle la verità? Non dico dirle proprio tutto… potrei dirle che sono un esperto di recuperi. Potrei raccontarle che lavoro per le assicurazioni. Un po’ come faceva Nathan ai bei tempi.”

A Becks quasi andò di traverso l’acqua che stavo sorseggiando.

“Giusto per capire… le vuoi dire che lavori per far recuperare ai ricchi i loro beni, quando invece tu prendi ai ricchi quei beni?” Gli chiese, sarcastica, a malapena trattenendo le risate- c’era qualcosa di davvero comico in quel ragionamento contorto di Eliot.

“E che cosa le dovrei dire?”  si passò una mano tra i capelli che aveva lasciato di nuovo crescere, e che arrivavano di nuovo alle spalle, proprio come quando si erano conosciuti. Aveva ripreso a camminare avanti e indietro per la stanza, e Becks stava iniziando ad averne abbastanza.

Solo due giorni prima, Eliot non voleva nemmeno parlarci, con la madre. Adesso, stava considerando di raccontare la cosa più simile alla verità su cosa effettivamente facevano di lavoro nella vita quotidiana.  “Che sono una specie di Robin Hood che predilige jeans, giacche di pelle e camicie di flanella alla calzamaglia e calci  e pugni alle frecce?”

Becks scoppiò a ridere- una risata che fece arrossire Eliot, perché gli ricordava in modo impressionante la sua la volta che Becks gli aveva chiesto di fingersi il suo ragazzo, prima che si mettessero insieme per davvero – una risata un po’ cattivella, se doveva essere sincero. “Mi fa piacere che trovi la situazione divertente.”

Becks diede una rapida occhiata allo schermo, controllando che tutto fosse a posto e che le cose stessero andando per il meglio; constatato che Hardison e Parker se la cavavano alla grande, lasciò la sua posizione per raggiungere Eliot. Si tolse l’auricolare e, dopo  avergli allacciato le braccia al collo, fece lo stesso per lui.

 “Stai cercando di traviarmi col sesso?” Finalmente, Eliot sorrise, sornione, mentre la teneva stretta per la vita. “Perché sta funzionando. Alla grande.”

Becks rise di gusto, affondando il volto sul petto di Eliot, nel ruvido tessuto della camicia di jeans. Gli diede un veloce bacio sulle labbra, e poi lo guardò in quei grandi occhi azzurri. “In realtà, ridevo perché più che Robin Hood, io ti ho sempre visto come il cacciatore. All’inizio della fiaba il cacciatore lavora per chiunque abbia un po’ di potere e lo paghi, ma alla fine si redime, e si mette al servizio del bene per annientare gli stessi da cui aveva preso ordini.”

Le passò una mano tra i capelli rossi, e le baciò la fronte. “Quindi, non sono così male come essere umano? Anche se ho fatto cose di cui mi vergogno, c’è ancora una possibilità per me?”

Mordendosi le labbra, fece segno di sì. “E poi, guarda, io ti ci vedo, vestito di pelle, con tanto di ascia e un falco sulla spalla. Davvero, mi sembra di averti qui davanti agli occhi!”

Ridendo, Eliot la strinse forte a sé.

“Tu, ragazza mia,” le disse tra un bacio e l’altro, “sei completamente pazza.”

   
 
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