Serie TV > Lucifer
Segui la storia  |       
Autore: Baldr    27/09/2020    1 recensioni
Lucifer è tornato all'Inferno, Chloe deve ricostruire la sua vita appena andata in pezzi, Michael decide di scendere sulla Terra per smascherare il gemello.
Long legata alla quinta stagione, inizia due mesi prima della stessa, il giorno dopo che Lucifer è tornato all'Inferno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kamar




«Sei sicura che sia qui?» domandò Chloe, scrutando l'oscurità del porto che avvolgeva l'auto, interrotta da qualche lampione e qualche faro solitari. «È passata quasi una settimana, avrà già lasciato la città, se non lo stato...»
Mazikeen aveva le caviglie incrociate sopra il cruscotto. «No, è ancora a Los Angeles. Se avesse cercato di andarsene, avrebbe dovuto usare i canali ufficiali e l'avremmo pizzicato subito» rispose annoiata. «Fidati, le mie fonti mi hanno assicurato che partirà questa notte. Salirà sulla MSC Maxine, diretta a Mombasa. Che dovrebbe essere da qualche parte in Africa» aggiunse.
Chloe prese il cellulare e fece una rapida ricerca, strinse le labbra. «È una nave mercantile... I tuoi informatori sanno in che giri è invischiato?»
«Importa avorio illegalmente» rispose il demone.
La detective ricordò le diverse cornici in avorio a casa O'Neil, le pareva di aver visto anche altri soprammobili di quel raro materiale, ma non sapeva dire se fosse avorio importato legalmente o no.
Un movimento attirò lo sguardo di entrambe. Da dietro uno dei magazzini, una figura con una giacca a vento e un berretto ben calato sulle tempie era sbucato sul molo. Era solo un'ombra in mezzo alla foschia che stava arrivando dalla baia. Se si fosse comportata come suo solito, nel giro di un'ora si sarebbero ritrovati con un muro di nebbia, uno dei primi segni della fine dell'estate.
Scesero dall'auto e iniziarono a seguirlo. Quando furono abbastanza vicini, Chloe riuscì a scorgere il colore fulvo della barba dell'uomo, mentre passava sotto alla luce di uno dei fari all'ingresso di un magazzino.
«Dorian O'Neil, LAPD, fermo!» ordinò Chloe.
L'uomo voltò il capo, ma come sentì nominare il dipartimento di polizia, iniziò a correre nella direzione opposta.
Mazikeen allargò le braccia e guardò la detective incredula. «Perché li avvertite ogni volta? Volete proprio che scappino?»
«Perché c'è una procedura da seguire, se non vogliamo vederci annullare l'arresto da un giudice» rispose lei, mettendosi a correre.
La demone sorrise divertita. «Be', meglio. Mi diverte correre dietro ai questi rifiuti» disse, per poi iniziare a correre a sua volta.
«Qui è l'unità 831, ho bisogno di un paio di pattuglie al porto a controllare che nessuno salga a bordo della MSC Maxine» spiegò Chloe al telefono, continuando a correre. Non si curò della risposta, infilò il cellulare nella tasca della giacca di jeans e curvò a destra, correndo dietro al fuggitivo. Si ritrovò davanti al deposito di container del porto, un dedalo di metallo ideale per nascondersi o per un agguato.
Raggiunse una delle pareti di acciaio verniciato, vi posò contro le spalle ed estrasse la pistola dalla fondina. Rimosse la sicura e si sporse un istante oltre lo spigolo, per poi tornare a nascondersi. Provò di nuovo, stavolta scrutando la gola articiale più a lungo. Non vide alcun movimento tra ombre che i container gettavano a terra. Si infilò lungo il sentiero e avanzò a passo svelto, sino al primo incrocio. Si avvicinò al limitar della parete, tenendo la pistola con entrambe le mani, poi fece capolino tendendo l'arma verso un vicolo chiuso. Fece una smorfia e proseguì sino all'incrocio a T che trovò più avanti. Lì, la luce della gru illuminava il percorso, se si fosse buttata avanti, sarebbe stata un bersaglio facile. Se fosse andata a sinistra, avrebbe avuto la luce alle spalle, luce che era abbastanza bassa per dare noia agli occhi nel caso fosse andata a destra. Se Dorian era abbastanza disperato, avrebbe tranquillamento potuto spararle. Forse non era così esperto da tenersi la luce alle spalle, ma lui e il suo complice avevano ucciso un uomo tramortito a sangue freddo, non poteva escludere che avesse un minimo di addestramento. Tenne quindi le spalle contro la parete destra, scrutando la via a sinistra, fin dove lo sguardo riusciva ad arrivare senza sporgersi. Si umettò le labbra e si sporse puntando l'arma verso destra. La luce l'acceccò per un istante, sentì l'esplosione, il colpo impattò contro il metallo alla sua destra, rimbalzò colpendo la parete opposta. Chloe rispose al fuoco e tornò a nascondersi.
Sentiva il cuore martellarle nel petto e rimbombarle tra le orecchie. Un po' più a sinistra e il proiettile l'avrebbe colpita. Sarebbe potuta morire. Se fosse morta, forse avrebbe potuto raggiungere Lucifer. Per poco non si buttò nel corridoio, sparando all'impazzata, inseguendo quella folle idea, ma a fermarla fu il pensiero di Trixie. Non poteva abbandonare sua figlia. Strinse il calcio della pistola tra le dita, avvicinandosi nuovamente all'angolo, quando udì un clangore metallico ovattato, seguito da un gemito, un altro sparo, un urlo e poi silenzio.
Si sporse titubante, nulla accadde. Quindi si immise sul sentiero e raggiunse l'estremità del container dietro al quale trovò Mazikeen che troneggiava sul loro sospettato, il cui braccio destro era piegato in maniera innaturale. A quella vista, Chloe incassò la testa tra le spalle e provò dolore per il malcapitato, ma si avvicinò, mentre Maze giocherellava con la pistola sottratta al fulvo.
«Dorian O'Neil, la dichiaro in arresto» sentenziò Chloe, ammanettandolo nonostante i versi di dolore del ragazzo.

wgyyz7.jpg

Chloe raggiunse la propria scrivania e si sedette, inserendo la password per accedere al computer.
Mazikeen la seguì e si accomodò in parte sul tavolo. «Quindi abbiamo preso il cattivo, giusto?»
«Così sembra, ma dovrò prima interrogarlo, solo che lo hai conciato così male che dovrà stare in ospedale per la notte. Dovrò aspettare domani» rispose lei, iniziando a compilare il rapporto.
«Non è colpa mia, voi umani siete così fragili...» rispose la demone. Arricciò le labbra annoiata, si guardò le unghie smaltate di nero e poi guardò Chloe. «Quindi ora che fai?»
«Devo stilare il rapporto dell'operazione e poi andrò a casa.»
«Ti guardi un film con Trixie?» chiese l'altra.
Chloe scosse il capo, mentre le dita si muovevano sulla tastiera del computer come quelle di un pianista. «Sono le due passate» rispose con un sorriso divertito. «Il finesettimana lo passa con Dan» aggiunse assorta.
Maze schiuse le labbra. «Ah... vero. Quindi, ti va di andare a festeggiare, dopo che hai finito con le scartoffie?»
«Il caso non è ancora chiuso. Devo prima scoprire il movente, capire perché Josh è stato ucciso.»
«Ma abbiamo preso il killer!» replicò Maze. «Poi è ovvio che è stato ucciso perché aveva visto o sentito troppo, no?»
«Troppo riguardo cosa?» chiese Chloe, fissandola con le labbra tirate in una sorriso sarcastico.
La donna scrollò le spalle. «Non lo so, chi se ne frega!» esordì, poi sbuffò. «Dai, Chloe... Linda è presa da Charlie e ho bisogno di distrarmi» mormorò, assumendo un'espressione dura.
Lucifer era tornato all'Inferno, lasciandola lì. Eve se n'era andata, in cerca della sua strada, lasciandola lì. Finiva per restare sempre sola, tutti l'abbandonavano. Era la storia della sua vita, sin da quando era nata.
La detective ne scrutò il volto. A quelle parole, il cuore le aveva mancato un paio di battiti. «D'accordo» concesse infine.

wgyyz7.jpg

La musica picchiava nelle casse, le luci brillavano seguendone il ritmo.
«Potevi cambiarti» commentò Mazikeen, scendendo i gradini del Lux. Era rivestita di pelle, tutto il suo essere era un invito che poteva far fantasticare anche il più santo degli uomini.
Chloe indossava un paio di jeans, una camicetta blu e un giubetto di jeans; lo stesso outfit con il quale aveva lasciato il lavoro dopo l'operazione al porto e le mansioni d'ufficio. «Ormai il Lux starà chiudendo e tu hai insistito troppo per venire qua...» Non era contenta di quella scelta. Quel posto gli risvegliava dolorosi ricordi.
Maze si diresse al bancone, sorridendo sorniona. Fece un cenno al barman, prendendo posto sullo sgabello. «Whisky.»
«Anche a me» disse la detective sedendosi accanto a lei.
Il barista preparò i due bicchieri davanti a loro e li riempì. Mazikeen sorbì il proprio lentamente, poi si voltò a guardare Chloe. «Dobbiamo ballare!»
Lei scosse il capo. «No, mi spiace, io proprio...»
«Dai! Dobbiamo festeggiare, non puoi essere sempre così... Chloe, lasciatelo dire: sei penosa. Si vede che piangi di notte, per cosa? Per un uomo che se n'è andato? Tsk! Vuoi continuarti a struggerti? Ascolta me, al diavolo tutto! Noi siamo qua, noi abbiamo diritto di divertirci» ringhiò, svuotò il bicchiere e ancheggiando si diresse verso la pista da ballo.
Le parole della demone erano state una coltellata, Chloe era sul punto di rimettersi a piangere. Chiuse gli occhi, posando la fronte contro il dorso della mano che sosteneva il bicchiere. L'odore dell'alcolico le invadeva le narici.
«Chloe?»
La voce di Amenadiel la prese di sorpresa. Sollevò lo sguardo e l'osservò per un istante. «Oh, Amenadiel, ciao...» disse, sorridendo. Alzò le sopracciglia stupita e ammirata. «Accidenti, come sei elegante...»
Amenadiel indossava un completo d'alta sartoria grigio, un gilet scuro, probabilmente nero o blu, ma all'interno del locale non si capiva bene, una camicia bianca e una cravatta intonata con il gilet. «Grazie» rispose lui, sedendosi al fianco dell'amica. «Non ti ho più visto, mi stavo preoccupando e pensavo di venirti a trovare.»
Lei scosse il capo, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio con una mano. «Va tutto bene, non preoccuparti. Mi sono tuffata nel lavoro...» rispose.
Amenadiel la guardò con quell'intensità che solo lui possedeva. Lucifer era magnetico, mentre il fratello era... sembrava lo sguardo di Dio, pieno di amore e comprensione.
Chloe si schiarì la voce e finì il proprio drink. «Quindi, ora il Lux lo gestisci tu?»
L'angelo portò le iridi scure sulle persone che ballavano, sorrise. «Mi sembrava l'unica cosa giusta da fare. Non voglio che tutto quello di buono, che mio fratello ha fatto, vada sprecato.»
Lei annuì, dando le spalle al bancone. Era giusto, Lucifer teneva così tanto a quel posto. Ricordava con quanta tenacia aveva lottato per non farlo demolire, meno di due anni prima. «È giusto... sarebbe un peccato che il Lux chiudesse...» ammise con voce malinconica. Non riuscì a nascondere l'emozione nel tono di quelle parole.
Amenadiel riportò lo sguardo su di lei. «Ti rialzerai, Chloe. Sei una donna forte, hai tutta la vita davanti...»
Lei puntò le iridi lucide nelle sue. «Mi ha lasciato. L'ho supplicato di non andare, ma è andato via lo stesso» disse, con la voce rotta. Strinse le labbra, chiuse gli occhi e inspirò a fondo. «E ogni giorno mi dico che è l'unica cosa che poteva fare, che dovrei essergli grata...» Inspirò di nuovo e appoggiò il bicchiere vuoto sul bancone. «Ma non ci riesco. Penso solo a tutto il tempo che gli ho taciuto i miei sentimenti... se non ne fossi stata così spaventata, Eve non avrebbe spinto Lucifer nella direzione sbagliata, i demoni non sarebbero venuti sulla Terra e non avrebbero rapito Charlie...» disse, asciugandosi il viso con le dita, recuperando il contegno. «È colpa mia se se n'è andato...»
Amenadiel le mise una mano sulla spalla. «Non è colpa tua, Chloe. Fa male anche a me sapere che mio fratello è tornato in quel luogo a scontare la sua punizione... Punizione che ora non trovo più giusta. Lucifer è cambiato, non merita più di stare là... Ma sono così orgoglioso di quello che ha fatto» asserì con quella voce angelica che rasserenava i cuori.
La donna scese dallo sgabello, sottraendosi al suo tocco. «Non voglio parlarne. Non voglio pensarci. Vorrei dimenticare tutto, Amenadiel. Mazikeen ha ragione, devo festeggiare e lasciar perdere il resto...»
«Ascoltami, Chloe. So quello che stai passando, ma non puoi tenerti tutto dentro. Parlane con Linda...» le disse preoccupato.
Chloe deglutì, inspirò a fondo e scrollò le spalle. «Ho cose più importanti...» mormorò, dirigendosi verso la pista da ballo. Si affiancò a Maze e iniziò a danzare, lasciando che i bassi delle casse le vibrassero nel petto, nella testa, sino ad allontanare i pensieri. Prese uno shot da uno dei vassoi di una cameriera che passava vicino e bevve. Non voleva pensare, non voleva ricordare.

wgyyz7.jpg

 
Sembra che il caso sia chiuso e Chloe, per non farsi travolgere dai ricordi, si avvia lungo la strada di alcol e balli nella quale l'abbiamo trovata nel primo episodio della quinta stagione. Ottundere la mente per dimenticare pare essere la sua aspirazione.
Grazie a tutti i lettori.
Se la storia vi piace, per cortesia, mettetela nei preferiti/seguiti/ricordati per darle visibilità.

Per chi fosse interessato, può passare a trovarmi presso il mio gruppo su facebook:
https://www.facebook.com/groups/166812243512009/
Se trovate errori, orrori o semplicemente volete farmi sapere la vostra opinione, mandatemi un pm o potete lasciare una recensione: non mordo!
Daniela

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lucifer / Vai alla pagina dell'autore: Baldr