Serie TV > Lucifer
Segui la storia  |       
Autore: Baldr    29/09/2020    0 recensioni
Lucifer è tornato all'Inferno, Chloe deve ricostruire la sua vita appena andata in pezzi, Michael decide di scendere sulla Terra per smascherare il gemello.
Long legata alla quinta stagione, inizia due mesi prima della stessa, il giorno dopo che Lucifer è tornato all'Inferno.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kamar




Aveva sorvolato l'Inferno più volte, aveva percorso i suoi lugubri corridoi sino a consumarsi le scarpe, eppure non aveva trovato un solo indizio che lo portasse ai rivoltosi dei quali suo fratello aveva parlato.
La cosa stava iniziando a diventare noiosa, ma se aveva passato del tempo fermo in un'auto senza fare sesso, poteva sopportare anche quello. Era chiaro che a quel punto degli eventi fosse necessario approcciarsi al problema in maniera più discreta, come avrebbe fatto lei.
Lucifer sospirò al ricordo. Quanto tempo era passato sulla Terra? Magari lei aveva ripreso la sua vita come sempre, occupandosi della piccola parassita che non contribuiva all'affitto, il detective Douche le avrebbe coperto le spalle. Sicuramente al distretto le avevano già assegnato un nuovo partner che la proteggesse, non che lei ne avesse bisogno, ma lui preferiva pensare fosse al sicuro. Se le fosse accaduto qualcosa, se lei fosse morta...
Si accarezzò le labbra, meditabondo a quel pensiero, e alzò lo sguardo alle nubi vorticanti sopra la sua testa. Lui era stato bandito dal Paradiso, non l'avrebbe mai rivista, ma avrebbe preferito così, piuttosto che vederla all'Inferno, dove sarebbe stato costretto a torturarla e no, quello non l'avrebbe sopportato.
Chloe era fastidiosamente buona e altruista, non sarebbe potuta finire all'Inferno, ma era anche fastidiosamente umana, aveva fatto degli errori, ma li aveva fatti a fin di bene, era pronta a sacrificarsi per la piccola umana, sottrarre prove non ne avrebbe intaccato la morale e l'etica, non l'avrebbe fatta finire lì.
Un movimento attirò il suo sguardo. Il Diavolo sorrise. Sino a quel momento si era sempre comportato a modo suo, ovvero palesando tutto il suo potere per tenere buoni i suoi sudditi, ma era chiaro che non fosse l'approccio adeguato. Era ora di mettere lanciare la propria esca.

wgyyz7.jpg

Il demone si muoveva furtivo, cercando di tenersi nascosto alla vista dell'alto trono del Signore Oscuro. Si guardò attorno circospetto, per poi aprire la porta di una delle celle e scivolare al suo interno. Non si accorse delle iridi di zaffiro che lo fissavano gelidamente.
Il corvo planò silenziosamente, atterrando davanti a quella porta, riassunse le sue sembianze umane e, dopo aver controllato di non essere osservata, entrò a sua volta.
I contorni della realtà sfumarono, assumendo un altro aspetto e Ravekeen si ritrovò in un parco, circondato da edifici. Una grossa insegna sul lato del viale riportava il nome del luogo: University of Southern California.
Ravekeen aveva torturato abbastanza umani per sapere cosa significasse un luogo simile. Mutò il suo aspetto, per assomigliare a una studentessa che aveva interpretato in passato in un altro loop infernale e attraversò il campus. Sotto a un grande albero diversi demoni stavano inveendo contro un'anima dannata.
La demone entrò in uno degli edifici e percorse il corridoio, incrociò un paio di studenti che limonavano davanti agli armadietti. Stupidi demoni lavativi che si divertivano invece che tormentare le anime. «Datevi una regolata» ringhiò con disprezzo. Fece una smorfia ed entrò nell'aula, una stanza imponente con una cinquantina di studenti seduti nell'emiciclo e diversi professori sul palco in fondo, che facevano lezione di fronte alla lavagna. Uno di loro però era vestito in maniera differente, sembrava uno studente, che si stava divertendo accendendo e spegnendo uno zippo.
La porta alle spalle di Ravekeen si aprì; evidentemente i due lavativi si erano decisi a fare qualcosa di utile.
«Le nostre ferite si sono ormai rimarginate, ancora qualche giorno e ci muoveremo» disse uno dei professori.
Uno studente alzò la mano per porre una domanda. «Lucifer è tornato, non sarà un problema?»
«Ne parleremo a tempo debito» rispose il professore.
«Ah!» un'esclamazione alle spalle di Ravekeen attirò lo sguardo degli insegnanti e di diversi studenti, che si alzarono. La demone stessa si voltò, trovandosi Lucifer alle spalle, vestito come uno studente... come lo studente che limonava nei corridoi.
«Io vorrei proprio sapere la risposta, in realtà e credo che sia il momento adatto per spiegare...» esordì il Diavolo, continuando a scendere le scale. Additò il piromane in erba, sorridendo estatico. «Michael Simmons, presumo!»
Il ragazzo si era alzato e guardava confuso gli insegnanti accanto a sé, incerto su cosa fare.
«Non essere timido! Sei una specie di un unicorno, un'anima dannata che nonostante sia all'Inferno non sta venendo punita come si deve, anzi!» esclamò Lucifer, guardando i professori. «Credo mi dobbiate spiegare diverse cose...» disse, assumendo tono cupo e un'espressione mortalmente seria. «Asmodeus» aggiunse, mentre un ghigno sarcastico gli si disegno sulle labbra. «Magari vuoi illuminarmi?»
A partire dal nominato, i demoni assunsero il loro aspetto originale, umanoide, eppure mostruoso, qualcuno con le carni marcescenti che lasciavano vedere le ossa, altri simili a corpi mummificati. Asmodeus era differente, biondo, avvenente, indossava un completo due pezzi color sabbia, con camicia nera. Peccato per gli occhi con la pupilla orizzontale come quelle delle capre e i denti affilati come rasoi, ma fortunatamente in quel momento non stava sorridendo.
Il povero Michael Simmons non era evidentemente preparato a quella carrellata di orrori e iniziò a urlare di puro terrore, finché a un cenno della mano di Asmodeus, due demoni non lo trascinarono via.
Asmodeus era chiaramente il leader di quel gruppo di demoni. Avanzò verso Lucifer, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni di velluto. Sorrise, scoprendo la dentatura ferina. «Mio Signore, è bello riaverti qui» esordì, chinando il busto in avanti in segno di rispetto.
Lucifer si voltò di scatto, fermando la mano armata di Ravekeen, prima che la lama demoniaca gli affondasse nel collo. Con un movimento rapido e aggraziato della mancina, afferrò il pollice dalla demone, le torse il polso con la mano destra, strappandole un gemito di dolore e l'arma, per poi far roteare il pugnale in mano, dopo aver infilato l'indice destro nell'anello all'estremità dell'impugnatura.
«Sembra che l'esempio di Dromos non sia stata una lezione sufficiente» disse Lucifer, fissando severamente Asmodeus. «Sono stato paziente, Ass-modeus...» disse con un ghigno furente sulle labbra.
Il demone inclinò la testa verso la spalla sinistra e strinse le labbra in un'espressione mortificata. «Tu, paziente? Tu ci hai abbandonato, noi eravamo la tua famiglia e poi sei tornato... per cosa? Forse perché ti preoccupava di queste anime dannate? O di noi?» Scosse il capo. «La tua unica preoccupazione è stata proteggere la Terra. Persino quell'idiota di Dromos alla fine ha capito che non eri più degno di guidarci... Perché, da quello che si dice, il primo angelo caduto sembra che ora abbia a cuore una mortale» commentò il demone, per poi fare fissare Lucifer con disprezzo. «Non c'è posto per i teneri di cuore qui all'Inferno, non c'è più posto per te.»
Un movimento sul limitare del campo visivo attirò l'attenzione del Re dell'Inferno, il quale si volse di scatto ma non vide nulla. Una risata argentina, fanciullesca, gli fece salire i brividi lungo la schiena. Si girò in cerca della fonte di quel suono, ma i suoi occhi non incontrarono nulla, però si accorsero dei demoni che stavano fuggendo dalla porta dove era scomparsa anche l'anima di Michael Simmons.
Stava per partire all'inseguimento, quando sentì chiaramente una vocetta infantile.
«Fratellone...»
Il timbro era così simile a quello della progenie di Chloe, ma Lucifer sapeva che non si trattava di Trixie. Si voltò e lo vide, un bambino di non più di dodici anni, i biondi capelli a caschetto, splendevano come il grano maturo, mentre gli occhi azzurri erano gelidi come i ghiacciai alpini.
Indossava una camicia bianca e il lederhose, ovvero i pantaloncini in pelle della tradizione bavarese.
Una serie di spostamenti d'aria lo avvisò dell'arrivo degli altri. Le iridi di Lucifer si mossero rapidamente attorno a sé, individuando tutte e diciannove le figure, dieci bambine, nove bambini, tutti attorno ai dodici anni e i maschi con i lederhosen e le femmine con il dirndl, il classico abito femminile bavarese con grembiule.
Il Diavolo sorrise. «Fratellini e sorelline... Sembrate pronti per il remake di Tutti assieme appassionatamente...» esordì Lucifer, adocchiando qualsiasi via di fuga.
Prima della sua ribellione, gli Zabanyya erano i gemelli più pestiferi di tutto il Paradiso. Lui era sempre stato convinto che Papà e Mamma si fossero distratti mentre li creavano o, forse, crearne 19 contemporaneamente non era stata una grande idea nemmeno per Dio e la suprema Dea. Erano dei monelli ingrati e disubbidienti e non ascoltavano nessuno, a parte Maalik. Ancora nessuno si spiegava come quei ragazzacci inclini al riso avessero fatto a legare così tanto con il musone del Paradiso ma, se era vero che gli opposti si attraggono, il legame che c'era tra loro e suo fratello Maalik ne era la dimostrazione perfetta.
Con movimenti sincronizzati, gli zabanyya estrassero i pugnali, 19 lame arcuate, forgiate all'Inferno che avrebbero potuto uccidere angeli o demoni senza alcun problema.
Lucifer sorrise. «Oh, avanti, voi dovreste sorvegliare l'Inferno. Fatemi passare...» disse con poca convinzione. Percepì il movimento alle proprie spalle e per un soffio riuscì a parare e deviare la lama di una delle ragazzine.
«Già, dovremmo sorvegliare il perimetro, mentre tu avresti dovuto sedere sul trono» sibilò lei.
«Sono tornato» disse serio. Un altro spostamento d'aria. Spalancò le proprie ali e si alzò in volo, evitando per un soffio due fendenti, portato da altre due di quelle piccole pesti. Compì una rotazione e atterrò su uno dei banchi dell'emiciclo. Si mise rapidamente in posizione di difesa, portando lo sguardo sui bambini.
Stavano ridendo.
Giocavano con lui come il gatto con il topo. Erano stati gli angeli più veloci, avevano dato parecchio da fare ai soldati fedeli a Papà quando erano insorti.
«Sei tornato» commentò una voce alle sue spalle.
Lucifer si voltò di scatto, deglutendo nel trovarsi uno dei fratelli così vicino.
«Troppo tardi!» commentò quello, sorridendo, prima di cercare di colpirlo con un montante del pugnale.
Il Diavolo deviò la lama con la propria, poi d'istinto cercò di contrattaccare, ma il ricordo di Uriel lo frenò. Non poteva uccidere un altro dei propri fratelli. La punta del pugnale demoniaco si fermò vicinissima alla gola dello zabanyya. «Non voglio farvi del male» disse accorato.
Diversi battiti d'ali, gli altri diciotto bambini avevano schiuso le loro ali e stavano volando all'impazzata. Lucifer faceva fatica a seguirli con lo sguardo. D'un tratto venne colpito alle spalle, con una violenza, cadde in avanti, travolgendo il fratellino, conficcandogli la lama nella gola.
«No!» esclamò sconvolto, mentre il corpicino sotto di lui si dissolse. Aggrottò la fronte, mentre gli zabanyya di fermavano.
Quello che aveva appena ucciso era davanti a lui, illeso.
Il Diavolo lo guardò incredulo.
«Stupito?» chiese quello. «Te l'ho detto: è troppo tardi. Siamo morti. Non ci puoi uccidere con quella lama, ma noi possiamo uccidere te. Ti abbiamo seguito nella tua guerra, Samael, siamo venuti all'Inferno con te e tu? Tu ci hai abbandonato per cosa? Perché eri stanco? Pensi che noi non lo fossimo? Credi che sorvegliare il perimetro fosse divertente? Ti abbiamo seguito perché la Ribellione sembrava un gioco divertente!»
Attaccarono in quattro, contemporaneamente. Lucifer schivò due lame, ne deviò una terza, mentre la quarta gli lacerò la giacca. Guardò il taglio nella stoffa, sorprendendosi che non fosse arrivato alla carne.
«Basta giocare» disse una delle sorelline.
«No, divertiamoci ancora un poco» rispose uno dei fratelli. Le lame demoniache vennero piantate all'unisono su banchi, poi gli Zabanyya aprirono contemporaneamente le loro ali brune.
Seguì una tempesta di colpi. Lucifer riuscì a schivarne qualcuno, pararne qualcun altro, ma erano troppi. Si ritrovò a terra, ogni movimento gli provocava dolore e sentiva in bocca il sapore ferroso del sangue. Tossendo, si girò su un fianco, poi sull'addome e si mise in ginocchio, osservando quelle piccole, letali pesti. Loro erano il motivo per cui lui odiava i bambini.
Ragazzi e ragazze tornarono a brandire i pugnali. Si erano stancati di giocare con lui, non riuscivano mai a focalizzare l'attenzione troppo a lungo su un'unica cosa. Ecco, doveva riconoscere che un po' ci si rivedeva.
Si umettò le labbra. Non poteva fermare diciannove lame contemporaneamente. «Maalik, dannazione, te l'avevo detto che avevo bisogno di te...» ringhiò alzandosi in piedi, tastandosi il labbro spaccato con i polpastrelli.
Un momento. Maalik gli aveva detto di ricordare. Lui era il Re dell'Inferno.»
I diciannove monelli scattarono verso di lui, per porre fine a quel gioco.


wgyyz7.jpg

 
Vi lascio con il cliffhanger e una brutta notizia: non ho altri capitoli pronti. Mannaggia, ho dovuto far delle commissioni che non mi hanno lasciato tempo di scrivere. Ho solo una misera paginetta pronta... Vedrò di darmi da fare e spero di poter postare con regolarità.
A questo giro voglio ringraziare Inf4nity, per aver messo la storia tra le preferite.
Grazie a tutti i lettori.
Se la storia vi piace, per cortesia, mettetela nei preferiti/seguiti/ricordati per darle visibilità.

Per chi fosse interessato, può passare a trovarmi presso il mio gruppo su facebook:
https://www.facebook.com/groups/166812243512009/
Se trovate errori, orrori o semplicemente volete farmi sapere la vostra opinione, mandatemi un pm o potete lasciare una recensione: non mordo!
Daniela

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Lucifer / Vai alla pagina dell'autore: Baldr