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Autore: Sian    30/09/2020    3 recensioni
Fanfic partecipante all'InSegreto Challenge indetta dalla pagina Detective Conan Fanfiction (italian Fan) - La storia prende spunto da uno dei segreti pubblicati sulla pagina di InSegreto
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Dal testo:
Ma dov'era finito Takagi? Quanto ci voleva per andare a comprare un succo di frutta e una cannuccia?! Erano passati ormai almeno trenta minuti da quando era uscito, e almeno quindici da quando aveva addormentato Kogoro. Quanto a lungo poteva ancora resistere Kogoro addormentato?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Juzo Megure, Kogoro Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fanfic partecipante all'InSegreto Challenge indetta dalla pagina Detective Conan Fanfiction (italian Fan)
-
La storia prende spunto da uno dei segreti pubblicati sulla pagina di InSegreto


Ma dov'è finito Takagi?

Si abbassò all'altezza del bambino, come faceva sempre di consueto. Conan Edogawa gli sussurrò nell'orecchio chiedendogli se poteva procurargli un succo di frutta con una cannuccia: gli serviva per dimostrare il trucco usato nell'omicidio.
A suo dire era una richiesta proveniente dal Detective Mori, nonostante fosse rimasto fino ad ora su una linea di risoluzione del caso completamente differente.

Wataru Takagi sorrise al bambino, grato per aver riposto in lui grande fiducia chiedendogli direttamente un aiuto per il caso di omicidio, al quale un bambino normale non avrebbe potuto partecipare di certo. Ogni qualvolta ci fosse Conan durante le indagini, si premurava di ascoltarlo con tanto rispetto visti gli episodi passati: quando erano rimasti intrappolati insieme sull'ascensore della torre di Tohto, il bambino gli aveva dimostrato che lui non era chi diceva di essere. Aveva disinnescato la bomba, su quell'ascensore che sarebbe dovuto essere la loro tomba, intuendo anche il secondo luogo che quel pazzo dinamitardo avrebbe fatto saltare in aria. «Ma tu chi sei veramente?» Questa era stata la domanda di Takagi, a cui Conan gli diede la conferma che aveva un segreto da nascondere, un mistero da risolvere, che la sua identità era fittizia. «Te lo dirò quando saremo in paradiso.»
Takagi sapeva. Takagi avrebbe aiutato in qualsiasi modo quel bambino, anche se, forse, bambino non era la parola giusta per rivolgersi a lui.

Uscì per andare a comprare il succo di frutta assieme ad una cannuccia. Chissà a che cosa gli sarebbero serviti questa volta. Ripensò a tutti gli indizi raccolti, doveva pur esserci qualcosa per cui usare un succo di frutta.
Pigiò il bottone. Si trovava all'undicesimo piano: di fare le scale non se ne parlava proprio.



Nell'attesa che il detective tornasse con il succo che gli aveva chiesto e che poi avrebbe usato per spiegare il trucco dell'omicidio nei panni di Kogoro, Conan diede l'ennesima occhiata alla scena del crimine. Constatò quanto ormai la risoluzione fosse ovvia, ma non per la polizia. Come potevano essere ancora così lontani dalla risoluzione del caso? Era così semplice! Allo Sherlock Holmes del terzo millennio bastavano una manciata di minuti per stabilire come fossero andate le cose per davvero.
Quanto a lungo poteva andare avanti ancora questa situazione? Certo che ormai si era quasi dimenticato di come si osserva il mondo da grandi. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si rese conto di essere tornato tra le prove dell'omicidio, proprio dove già poco prima era stato allontanato da Megure. Aveva bisogno della prova che gli avrebbe portato Takagi per risolvere quel caso, non c'era un'altra via.
«Ancora tra i piedi, moccioso?» Kogoro lo sollevò di peso. Stava curiosando tra i vari indizi, nell'attesa del succo di frutta con cui avrebbe rivelato a tutti l'identità dell'assassino.
Lo poggiò vicino alla porta d'ingresso dell'appartamento. «Non immischiarti e lascia fare agli adulti.» «Conan... Kogoro ha ragione. Fai il bravo, stiamo lavorando.»
Conan rimase lì a fissare l'assassino che era colui che aveva scoperto il cadavere e che durante l'omicidio aveva un alibi perfetto. Ci stava riuscendo, aveva ingannato la polizia, non sarebbe stata fatta giustizia. Non c'era più tempo. Doveva risolvere ora il caso, e Takagi sarebbe arrivato a breve a portargli la prova necessaria per dimostrare il trucco.
Puntò l'orologio spara aghi soporiferi verso Kogoro che in quel momento era nei paraggi del divano dell'appartamento. Questo cadde seduto sul divano e Conan iniziò a rivelare la verità usando la voce di Kogoro il dormiente. Stupì tutti i presenti nella stanza per la brillante deduzione. Ma non vi erano particolari prove per dimostrare la verità, per dimostrare il trucco. E per completare il tutto gli serviva il succo di frutta e la cannuccia.

Ma dov'era finito Takagi? Quanto ci voleva per andare a comprare un succo di frutta e una cannuccia?! Erano passati ormai almeno trenta minuti da quando era uscito, e almeno quindici da quando aveva addormentato Kogoro. Quanto a lungo poteva ancora resistere Kogoro addormentato?

«Ma dov'è finito Takagi?» Nonostante Kogoro stesse cercando di convincere l'assassino a costituirsi anche senza dimostrazione del trucco da lui usato, Megure sembrò accorgersi dell'assenza del suo agente; la preoccupazione quasi come quando un genitore perde di vista il proprio figlio.



Ancora non ci poteva credere. Come aveva fatto ad accorgersene così tardi?
Takagi teneva un sacchettino del negozietto all'angolo mentre saliva le scale del condominio. Guardò il suo orologio: quaranta minuti tra andare e tornare al negozio che stava a nemmeno trenta metri dall'edificio. Doveva inventarsi una scusa credibile per un ritardo del genere. Non sarebbe riuscito a mentire, ma ci avrebbe provato lo stesso sperando che nessuno indagasse oltre, sperando di riuscire a recitare ciò che aveva architettato tra un gradino e l'altro fino all'undicesimo piano.

Entrò nell'appartamento dell'omicidio. «Detective Mori, ho portato ciò che mi aveva chiesto.» Si avvicinò ma aspettò che Conan arrivasse a prendere i due oggetti contenuti nel sacchettino.

Kogoro iniziò a muoversi più del solito. Segno che si stava svegliando dall'anestetico. Conan doveva intervenire subito e risolvere tutto in pochissimi minuti, non aveva più tempo. «Ottimo. Conan, fammi il favore di-.»

«Takagi!» Megure alzò la voce, interrompendo Kogoro che stava parlando. Quella voce, che sembrava più un tuono, raggiunse anche le orecchie di Kogoro, ormai non più addormentato. «Ma dove ti eri cacciato per tutto questo tempo? Non ricevi lo stipendio per andartene via durante le indagini... Sarò costretto a diminuirti la paga.» Megure mandò all'aria la risoluzione del caso solamente per fare una ramanzina al suo agente, per fargli sapere che non aveva apprezzato il suo gesto. Non avrebbe mai capito il motivo per il quale il suo agente ci teneva particolarmente ad ascoltare quel bambino impiccione.

Takagi comprese la preoccupazione del suo superiore. «Non succederà più, mi scusi. Ho trovato coda al negozietto qui all'angolo e ho dovuto aspettare per prendere ciò che il detective Mori mi aveva chiesto di portargli.» Sperava che la scusa del negozietto affollato avrebbe funzionato.

«Io? Non mi ricordo di averti chiesto di prendere qualcosa. È chiaro che questo non è un omicidio ma un incidente casalingo» Kogoro si era svegliato, senza capire come si trovasse seduto sul divano, ma ciò che importava era che il caso non era ancora risolto. Ancora non sembrava essere scesa su di lui quella sensazione di scindere il corpo dalla mente per risolvere il caso senza sapere la verità. O meglio, l'aveva percepita arrivare, ma si era ritrovato ancora in mezzo alle indagini. Solitamente tutto ciò era già finito.

Si era svegliato! Maledizione! Conan si guardò in giro disperato, l'assassino chiaramente soddisfatto da questa situazione.
Rivolse lo sguardo verso l'agente Takagi. Se solo fosse arrivato prima... Gli dava l'impressione che la giustificazione della coda al negozietto non fosse la verità. Era solo una scusa. Ma per cosa?
Lo osservò: poteva notare che era più scomposto del solito, forse aveva fatto qualche sforzo. Forse aveva fatto le scale anziché l'ascensore? Ma perché?

«C-certo che me li ha chiesti. Non se lo ricorda?» Takagi cercò di mantenere la calma, non poteva esporre Conan. Doveva farlo uscire da quella brutta situazione.
«Ma ora passiamo alle cose importanti.» Prese il contenuto dal sacchettino. Ne estrasse un succo di frutta e una cannuccia. «Questi oggetti simuleranno ciò che è successo in questo appartamento.» Con convinzione eseguì ciò che Conan aveva dedotto a cui lui ci era arrivato mentre scendeva a comprare il succo. Se non c'è aria passante tra il liquido e il buco creato nel cartone del succo, il liquido non esce, nemmeno se la confezione è capovolta sottosopra. Ma nel momento in cui viene inserita anche una cannuccia, che fa da tramite per far passare l'aria sul fondo del contenitore all'esterno del buco creato, allora il liquido inizierà ad uscire.
«L'unico che poteva progettare un trucco del genere, è proprio lei.» Takagi puntò il dito contro l'assassino. Quell'esperimento aveva rivelato il trucco da lui usato. E lo stesso trucco, replicato con gli oggetti trovati nell'appartamento della vittima, l'aveva messo con le spalle al muro, in quanto nella sua ventiquattrore vi erano delle spiegazioni di fisica, guarda caso proprio ciò che poteva spiegare l'omicidio.

Così il caso fu risolto da Takagi che mise le manette al colpevole.
Pensò che perlomeno nessuno sembrava essersi accorto della sua bugia; in realtà non c'era nessuna coda al negozietto. Ripensò al momento in cui realizzò che aveva perso del prezioso tempo.



«Mamma, perché quel signore è davanti alla porta dello sgabuzzino e continua ad accendere la luce da fuori ma non ci entra?»

«Girati, non guardarlo. Dev'essere uno squilibrato.»

Sentendo i bisbigli di quella piccola famiglia, Takagi realizzò che quella porta e quel pulsante non era l'ascensore. Realizzò di aver perso venti minuti ad aspettare un ascensore che non sarebbe mai arrivato.

Con nonchalance fece finta di nulla e proseguì per le scale.




Note Autrice:

Ed eccomi in super super ritardo per la challenge di settembre. Non ho avuto abbastanza tempo per scrivere ciò che avrei voluto. E questo è il pessimo risultato. Scusate per questa ff un po'... MEH. Spero vi sia comunque piaciuta.

E ora! Via alla challenge di Ottobre *-*
Ho paura per quanto impegnativo sarà Ottobre. Sto partecipando alla inktober sul mio account instagram di fan art, se vi va passate a dare un'occhiata @sian_0610 .

Alla prossima con altre fan fiction <3


Seguitemi anche sul mio account instagram di scrittura @sian.610

   
 
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