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Autore: Crazy_Me    19/08/2009    6 recensioni
[...]L'eterno non dura per sempre. Si può essere eterno rimanendo nel pensiero di una persona.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa OneShot l’ho fatta all’una di notte per il semplice motivo che mi andava di scrivere, quindi non si basa su nessuna trama particolare. Potrebbe anche non essere una favola, ma l’ho messa qui lo stesso. Per ultima cosa questa “storia” non ha una morale, come dovrebbe avere. Ha semplicemente un significato.
Ah, e spero che non ci sia un’ altra OneShot simile a questa. Se sì, ditemelo e la toglierò.

Buona Lettura

 

Favola di un angelo, un bambino e la felicità

 

C’era una volta, in un tempo indefinito, un angelo che decise di scendere dal cielo. Si sedette su una panchina e rimase immobile a osservare gli umani. Nessuno aveva tempo da dedicargli e le sue domande rimanevano sospese nel vuoto. I giorni passavano ed egli rimaneva sempre più meravigliato di quanto gli umani, presi dalle loro questioni, non si accorgessero di lui. Una notte, però, un bambino si avvicinò a lui, gli si sedette accanto e lo guardò ammaliato. Non aveva paura, ma si sentiva vuoto e piccolo davanti a quella creatura.
L’angelo sorrise e alzò gli occhi al cielo stellato.

- Come ti chiami? -

L’angelo esitò a rispondere.

 – Oh, noi non abbiamo nomi! Un nome è una cosa che ti lega a qualcuno e a questo mondo, di cui noi non facciamo parte. –

Il bambino fece una smorfia di dubbio. Quelle parole gli riempivamo la testa e rendevano la cosa complicata.

  Ah, e quanti anni hai? -

L’angelo sorrise e guardò il bambino, che si spaventò. I suoi occhi erano come uno specchio. Si vide riflesso in quel colore blu profondo, che assomigliava un po’ al cielo di quella notte.

- Oh, Io non ho anni! -

Il bambino scosse la testa come per scacciare quelle parole.

- Ah, ma allora da quanto tempo sei qui? -

L’ angelo fece una smorfia. La mente di quel bambino era come un secchio vuoto sotto un’ alluvione. Puoi cercare di riempirlo, ma prima o poi l’acqua sborderà e tutte quelle milioni di goccioline non riusciranno ad entrare.

- Non esiste il tempo! Siete voi che avete deciso che l’universo fosse scandito dai ticchettii dei vostri…aggeggi! Noi siamo eterni. -

Il bambino annuì.

- Sei immortale! -

L’ angelo scosse la testa facendo ondeggiare la chioma bionda.

- No. Siamo eterni, non immortali. -

Il bambino non capiva. La differenza tra “eterno” e “immortale” nello sguardo dell’angelo era così ovvia, ma non la capiva. Si limitò ad annuire di nuovo.

- L’eterno non dura per sempre. Si può essere eterno rimanendo nel pensiero di una persona. –

Per una semplice creatura come un bambino, questo era più di un enigma. L’angelo rimaneva muto e le domande, che prima lo assillavano, si dissolvevano piano piano osservando gli occhi dell’essere umano che aveva a fianco.
- Ma lassù cosa c’è?- Il bambino indicò il cielo con l’indice della mano destra.

-Tutto e niente. Sai, le cose bisogna saperle vedere. –

 Il bambino era un po’ stanco. Quelle parole e il loro significato erano sicuramente più grandi di lui.

- E cosa fate tutto il giorno? -

L’angelo si stupiva di quante domande riusciva a fare, ma cercò di essere paziente e soddisfare la curiosità di quella creatura.

- Osserviamo. Alla notte, quando le stelle ci circondano, ogni angelo si siede su una di esse e pensa alla cosa più bella del mondo. E’ per questo che voi umani sognate. –

Il bambino cominciava un po’ a capire.
- Quindi il pallone che ho desiderato tanto e ho sognato, lo hai pensato tu? -

L’ angelo sbuffò davanti alla stupidità umana. Gli oggetti. Gli esseri umani desideravano solo oggetti a cui attribuivano un valore. Solo cose preziose.

-  No! Lassù ci sono tantissime meraviglie che questo mondo trascura. Non sapete vedere le cose piccole che vi circondano e non apprezzate niente di quello che il mondo vi ha regalato. –

Il bimbo iniziò a pensare a tutto ciò che poteva desiderare per essere un bravo bambino, ma più che la guerra smettesse o che l’acqua non finisse non gli veniva in mente nient’ altro. Intanto la nebbia si abbassava, circondandoli. Il bambino guardò dritto di fronte a sé e sorrise. L’angelo lo guardò con una punta di severità e disappunto.

- Perché ridi? –

- Sono felice. Tu non sei felice? –

L’ angelo aggrottò le sopracciglia, ma il suo sguardo rimaneva comunque divino e perfetto.

- Non lo so. Cos’è la felicità? Come faccio a sapere se lo sono o no? –

 Adesso era l’angelo che non capiva ciò che un semplice bambino sapeva.

- La felicità è…sapere di essere qui per una ragione, sapere che a casa ci sono delle persone che mi aspettano e mi vogliono bene. –

L’ angelo rise. Ma non era una risata di felicità. Pensava semplicemente a quanto fossero piccoli gli umani. Una cosa così semplice potevi farli sorridere.

- Oh…Sai, lassù c’è l’arcobaleno e se ti sporgi un po’ riesci a toccarlo. Lassù non ti perdi mai. Lassù il tempo non scorre e la vita è pacifica. Lassù sai qual è il tuo destino. Lassù tutti sanno chi sei e ti rispettano. –

Il bambino rimuginò su quelle parole. La creatura alata si alzò dalla panchina e spiegò le ali.

- Ho finito il mio compito. Ora non ho più domande e dubbi. Sai, mi fate un po’ pena da quanto siete ingenui e superficiali. Ma a te voglio donare una vita serena. Vieni con me! –

L’angelo allungò una mano verso il bambino, che rifiutò.

- Sapere il proprio destino rende la vita monotona. Non perdersi mai vuol dire che non ci sarà mai qualcuno che mi aiuterà a trovare la strada giusta. Se me ne andassi tante persone piangerebbero per me. Mentre tu, sei qui, ma nessuno sente la tua mancanza in un mondo dove tutto è uguale. E poi perché  essere solo, seduto su una stella, quando quaggiù posso vederle tutte in compagnia delle persone che amo?! -

Detto questo il bambino scese dalla panchina e si incamminò verso casa, con lo sguardo perso nel vuoto e sorridente.

 

 L’ angelo, che aveva tutto e niente, ora era invidioso di quanto gli umani, nella loro inconsapevolezza, avessero trovato la vera felicità.

 

Fine.

 

 

Grazie a chi leggerà o commenterà! Spero che vi sia piaciuta.

Un bacio,
Crazy_Me

  
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