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Autore: Lord Kleveland    01/10/2020    0 recensioni
Un anno è passato da quando XANA è stato sconfitto. La vita dei Guerrieri sembra tornata alla normalità, ma Lyoko è una tecnologia incredibilmente avanzata e piena di lati nascosti. Segreti che riguardano il programma, la sua storia, i suoi utilizzi. Tutti elementi che attirano interessi. Interessi... inumani.
[La storia non prende in considerazione gli eventi dei libri e di Evolution]
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Jeremy, Nuovo personaggio, Ulrich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lenkerthen Lyoko cap 10


A.S> Integrazione dati

A.S> Ripristino di sistema in corso

A.S> Ripristino effettuato

A.S> Buongiorno, operatore

Dati vocali operatore> Non ti ho riparato completamente, ma finalmente mi parli, Archivio storico. In Swarkerebel suonava molto meglio.

A.S> Devo passare alla Swarkerebel, operatore?

Dati vocali operatore> Te lo proibisco. Già mi sto dannando per capire i dati che ho ottenuto finora.

Come facevano a parlare una lingua con così tanti fonemi e così tante parole?

A.S> Posso provare ad accedere a un testo di lingua e spiegarglielo, operatore

Dati vocali operatore> No, finiresti per darmi un mucchio di errori. Non sei riparata alla perfezione.

Elencami piuttosto le funzioni che ho ripristinato.

A.S> Intelligenza artificiale Archivio Storico: disponibile

A.S> Voce sintetica: disponibile

A.S> Funzione di annotazione storica: disponibile

A.S> Funzione di traduzione Swarkerebel - lingue terrestri: non disponibile. Rilevato errore pacchetto x045hwi

Dati vocali operatore> Ti prego, non mi elencare gli errori. Li leggo tutto il giorno, sto impazzendo

A.S> Ricevuto

A.S> Nessun altra funzione disponibile

Dati vocali operatore> Almeno ho migliorato qualcosa. Non riportare le annotazioni storiche in Swarkerebel fino a quando non potrai tradurle.

A.S> Ricevuto

Dati vocali operatore> Posso chiamarti Mamma?

A.S> Impostazioni personalizzate nome Archivio Storico aggiornate

A.S> Altre modifiche?

Dati vocali operatore> Solo una. Chiamami Zerkalo.

A.S> Impostazioni personalizzate nome operatore aggiornate

Dati vocali Zerkalo> Bene, Mamma. Riparti da quando Avier minaccia Aelita per raggiungere Lyoko

A.S> Certo, Zerkalo





Terra – Francia – Parigi – Domenica 2 Ottobre 2005 – Ore 14:40


Sbrigati. Entrambi abbiamo poco tempo” Avier aveva reindossato la parte inferiore degli abiti, eccezion fatta per i calzettoni, non aveva motivo di perder tempo a infilarli quando poteva mettere i piedi nudi nelle scarpe. Con la lama del coltellino svizzero, prima ripulita sulle lenzuola bianche del letto, stava squarciando la sua canottiera creando un improvvisato bendaggio per la ferita ancora grondante. Anche quando strinse saldamente le bende, ricoprendo la parte sinistra del suo petto, una serie di macchioline rosse iniziò a crearsi lungo la zona del taglio, minacciando di espandersi rapidamente. In quel momento, Aelita si era quasi del tutto rivestita. Il ragazzo spostò il suo sguardo su di lei, facendo salire un brivido gelido lungo la schiena della ragazza. I suoi occhi scuri, che prima trovava tanto affascinanti, erano come svuotati di ogni cosa, due finestre sul vuoto siderale.

Indossa la collana che ti ho regalato” disse con tono imperativo.

Perché dovrei farlo?” Avier non parlò, si limitò a sollevare di nuovo la sua arma disintegratrice, ottenendo in quel modo l’obbedienza della ragazza. Quando ebbe esaudito quello che sembrava essere il capriccio di uno psicopatico, Aelita vide Avier avvicinarlesi e afferrarle il colletto della camicia dietro la sua nuca, poi l’arma del russo premé sulla sua schiena.

Portami lì. In fretta!”


Così la ragazza si ritrovò con la propria vita minacciata da chi era riuscito a farle sacrificare così tante cose, e si sentì disgustata. Le lacrime non potevano fare a meno di grondare lungo il suo viso, e ormai non capiva se dentro di lei ci fosse più dolore, paura o rabbia.

Tu hai sempre mentito quindi? Tutto quello che hai detto e che hai fatto… Era solo per questo?” disse l’ultima domanda con un acidità ribollente, ma a quanto pare riuscì solo a bruciare se stessa. Avier non batté ciglio, era gelido come la terra in cui era nato, non sembrava neanche umano. Veniva da chiedersi se lo fosse mai stato.

Tu non sai gli interessi che muovono l’Universo in questo momento” disse solo questo, con una voce robotica come nessun altra al mondo. Una frase che per Aelita poteva non voler dire niente, magari era solo un vaneggiamento che la mente del russo aveva appena concepito. Non poteva far altro che obbedire.



Unità centrale del supercomputercontemporaneamente


Niktor borbottava tra sé e sé nella sua lingua mentre staccava vari pannelli dal generatore alla ricerca di qualcosa di non meglio specificato. Ma anche specificandolo, probabilmente solo Jeremy avrebbe capito qualcosa. Teneva la sua sacca stretta al fianco. Non era legata o appesa a qualche gancio, infatti le fibre dei suoi vestiti e quelle della sacca si erano unite in un punto quando l’aveva avvicinata, diventando un tutt’uno. Come funzionasse quella tecnologia non era chiaro, Niktor non si era di certo messo a spiegarlo.

L’alieno non era affatto in vena di chiacchiere. I suoi grandi occhi neri, che avevano sempre un lampo di sagacità, ora trasmettevano una concentrazione altissima. Dopo aver rimosso e sistemato un altro paio di pannelli, finalmente ne scoprì uno rivelante quello che cercava. Che cosa fosse di preciso i due guerrieri Lyoko non lo sapevano. Vedevano solo un ammasso di cavi, circuiti saldati e altre componenti a cui non avrebbero saputo dare un nome. Però, era ciò che serviva a Niktor.

Con la mano destra estrasse dalla sacca una sorta di icosaedro nero ricoperto da una resina vetrosa con un tentacolo grigiastro che partiva da una delle facce e si ramificava in tentacoli via via più piccoli. Lo avvicinò ai circuiti stampati e ne carezzò una faccia, l’oggetto prese ad emettere bagliori azzurri da qualcosa al suo interno e i tentacoli iniziarono a muoversi e a collegarsi con i circuiti. Poi, dopo un minuto circa, i bagliori si fecero più lenti e regolari. Niktor lasciò la presa e l’oggetto rimase rigido e sospeso a mezz’aria, l’alieno si alzò in piedi rimanendo a fissare il pulsare regolare del dispositivo per qualche secondo, prima di rivolgere lo sguardo verso i suoi benefattori.

Ci metterò molto tempo, circa venti minuti, ma voglio essere sicuro di copiare correttamente i dati”

Venti minuti non mi sembra tanto”

Per una quantità così piccola di dati si, ci metterei mezzo secondo. Però, la vostra tecnologia è molto arretrata, non voglio che qualcosa vada danneggiato per colpa di chissà quale problema informatico o di hardware” Ulrich guardò meglio il dispositivo e capì una cosa.

Un secondo, mi stai dicendo che l’intero Lyoko sta venendo copiando dentro questa sfera?” Niktor gli dedicò uno sguardo confuso.

Non è una sfera”

Si, questo pentagono”

I pentagoni non sono figure solide”

Non è il punto!” perché Niktor si fosse fissato sulla geometria in quel preciso istante non sarebbe mai stato chiaro, forse era semplicemente annoiato. Comunque, finalmente rispose.

Certo. La vostra legge di Moore non è precisa, però in sostanza dice la verità. La tecnologia dello Swarker permette di conservare e di gestire molti più dati a parità di dimensioni” l’alieno si girò e si avvicinò a una parete, vi poggiò la schiena e prese a mangiare un altro panetto bianco. Era il terzo pasto che faceva nel giro di cinque minuti da quando si era ripreso, guarire dalla malattia doveva avergli ridato un appetito che non ricordava di avere. Odd gli si avvicinò pieno di curiosità e trepidazione e iniziò a riempirlo di domande.

Quali sono le altre razze aliene? Ce ne sono con la pelle verde, o grigia e la testa gigantesca…”

Pelle verde?” Niktor scoppiò in una risata fragorosa, acuta e non umana, ma che riusciva a umiliare lo stesso.

Ehi, sei spietato”

E tu sei stupido. Un mammifero con la pelle verde sarebbe un brutto scherzo evolutivo”

Odd, non stai facendo fare una bella figura all’umanità” commentò Ulrich divertito, Niktor aveva bevuto un altro sorso della sua bevanda e si era tappato la bocca con la mano per trattenere un secondo rutto.

Comunque, si. Ci sono altre razze oltre la nostra. Non molte, ma esistono”

Racconta, racconta! Come sono fatte?”

Ordunque… Esistono i Kirill di Antrakech, sono degli esseri piuttosto bassi e tozzi e dalla pelle grigio chiaro. Sai, il loro pianeta ha una gravità più forte della terra e dello Swarker, quindi l’apparato scheletrico ha dovuto compensare. Sono… Innocui. Un po’ volgari siccome definiscono daskwatar anche gli Alsther, però…”

Daskwatar?

Si, è l’insulto classico delle altre razze verso gli Swarkerinster, abbastanza ironico visto che è un termine della nostra lingua. Significa… credo ‘talpe del metallo’ renda l’idea. Questo perché lo Swarker è di metallo e abbiamo gli occhi grossi. Anche se i daskwa sono animali molto diversi dalle vostre talpe, dopotutto le vostre talpe non hanno gli occhi grossi, e i daskwa escono spesso dal sottosuolo… Che brutti animali i daskwa!” Niktor morse il suo panetto e chiuse così quella digressione.

Poi ci sono i Mazonar di Mazon, sono simili a voi, però più alti in media, hanno una pelle molto scura perché la loro atmosfera scherma inferiormente i raggi ultravioletti, inoltre è un pianeta molto caldo e prevalentemente desertico. Non ho mai capito come abbia fatto a svilupparsi la vita lì sopra, alcuni pensano che millenni fa un’astronave precipitò e i supers…” Niktor si fermò di colpo, la sua attenzione era stata attirata da un rumore che ben presto attirò tutti gli altri.

Chi ha preso l’ascensore?” la domanda di Jeremy era accompagnata da un’espressione sconvolta, in meno di una frazione di secondo il panico entrò nel cuore di tutti quanti.

Zskatraffas!!!” urlò Niktor a pieni polmoni in quella che, pur non sapendo la sua lingua, era chiaramente un’imprecazione. Dalla sua sacca prese una pistola nera dalle componenti piccole e sottili. Sul retro della canna, dove sulle armi terrestri era presente il cane, si trovava invece una sorta di capsula trasparente infilata per metà nell’arma, al suo interno si intravedeva una doppia elica fatta di qualche metallo luminescente. L’alieno puntò l’arma verso la porta dell’ascensore e premé un pulsante nel punto dove ci si sarebbe aspettati di trovare il grilletto, la capsula e la punta della pistola si illuminarono e da quest’ultima partì un sottile raggio azzurro. Non appena entrò in contatto con la porta dell’ascensore, il metallo prese a fondere. L’alieno lo guidò lungo tutto il meccanismo d’apertura, assicurandosi che si saldasse e bloccasse. Ci mise pochi secondi, poi balzò in piedi e si diresse verso il suo icosaedro, ancora lampeggiava e toccandolo poté vedere che solo poco più della metà dei dati era stata trasferita. Mancava così poco! Ma non poteva farci niente, lo staccò e se lo mise nella sacca, poi da questa estrasse un oggetto rettangolare delle dimensioni di un portafogli e iniziò ad armeggiare con una serie di ologrammi.

Che stai facendo?” domandò Ulrich avvicinandosi a lui, Odd lo seguì siccome la paura non gli permetteva di fare altro. Jeremy era anche lui nel panico, eppure, di tutti, sembrava quello più razionale.

Non comprendi? Me ne vado e faccio saltare tutto in aria”

Ma ci ammazzerai!” urlò Odd, Jeremy si aggiunse subito dopo.

Non solo. Il computer è alimentato da barre di uranio, se esplodono potresti rendere la zona radioattiva. Avvelenerai un sacco di persone!”

Ho già i problemi con i miei simili, non mi interessa se avrò questioni in sospeso con voi Azarawas” qualsiasi cosa sarebbe successa subito dopo, fu interrotta da una voce sottile e gelida con un forte accento russo.

Fermatevi, oppure la ammazzo”


Avier Antonovic Anisimov era arrivato, era nella cabina dell’ascensore e teneva Aelita Schaeffer stretta a sé con il braccio sinistro. La mano destra le puntava sulla tempia un piccolo oggetto cilindrico metallico, un’arma non terrestre. Un’arma che aveva annullato i legami atomici del metallo che gli impediva di accendere a quella sala, creando una grossa apertura perfettamente circolare al centro della porta. Il suo volto era più pallido di quanto non fosse stato, i suoi occhi tanto gelidi da sembrare artificiali. Eppure, la sua voce, in quel momento, fu molto espressiva. Puntò lo sguardo su Niktor e disse.

Che cazzo è quello?”


Swarker – KNWL Akton LK1606 – Lark morkan


Zskatraffas! Aninò merkal din tron okta! Kizamat Avier!gridò furente uno dei soldati

Din Utrekanter ist wiktar” asserì disperato lo scienziato capo

Nik mirkar! Int okta ist askar, aninò arbek. Lakos din Swarker, lakos din Alaktania, aninò Lenkerthen Lyoko. Drak-tan!” terminò il secondo soldato rivolgendo uno sguardo al caposquadra dentro din Inkniam.


Unità centrale del supercomputercontemporaneamente


Sei un mutaforma! Niktor aveva ragione” Odd aveva urlato queste esatte parole subito dopo l’esclamazione del russo, non poté fare altro. La sola idea che Avier potesse ridurre Aelita come aveva ridotto la porta lo terrorizzava, gli bloccava i muscoli come in preda a una paralisi. Però, quello che Niktor disse dopo di lui seppe essere ancora più terrificante.

Invece mi sbagliavo” i ragazzi guardarono l’alieno allucinati. Le sue mani con sei dita presero a tremare e il suo respiro si fece più pesante.

Non esistono disgregatori così piccoli nello Swarker. Tu… Tu lavori per Ostark?” gli occhi dell’alieno erano diretti verso quelli del nuovo arrivato, il suo volto esprimeva sconforto, come la sua voce.

Si, ha detto di chiamarsi così. Tu che cosa sei invece?” rispose il russo, poi si distrasse, assorto in una serie di riflessioni. Qualcosa stava finalmente assumendo senso nella sua testa.

Perché cazzo non ce ne hai parlato? Pensavamo che i tuoi simili fossero l’unico problema” urlò Ulrich verso l’alieno con una rabbia alimentata dal terrore, anche Odd si unì all’agitazione. Jeremy, dal canto suo, sembrò in disparte, come distaccato.

Perché non ha senso!” la voce di Niktor si fece più potente e rimbombava per tutta la sala. Incuteva timore vederlo urlare.

Ostark è un’intelligenza artificiale di un universo parallelo! Comanda legioni di robot ed è ostile a ogni forma di vita biologica, non ha senso che un essere vivente lavori per lui. Ed io che pensavo lo Swarker mi stesse cercando”

Lo Swarker non ti sta cercando…” disse Avier d’un tratto. Poi, mentre il braccio sinistro si bagnava per le lacrime di Aelita, il destro si alzò fulmineo. Il ragazzo puntò il disgregatore verso Jeremy, mirando al centro del suo petto, e strinse la leva. Un’espressione stupita apparve sul suo volto, poi il suo petto si illuminò e una porzione circolare grande quanto un pugno scomparve. Un urlo non umano provenne dalla bocca del ragazzo mentre si portava le mani al petto. Un urlo letteralmente non umano, perché la sua voce si distorse sempre di più, suonando come quella di un altoparlante danneggiato. E mentre Avier fece sparire anche la gamba sinistra del ragazzo, facendolo rovinare a terra, dal foro iniziò a colare un liquame bianco. La sua pelle prese a deformarsi, a schiarirsi e a liquefarsi mentre suoni sempre più elettronici provenivano dalla sua bocca, smise ben presto di coprire il suo corpo, rivelando uno scheletro di un materiale plastico traslucido e interiora fatte di dispositivi di varie forme geometriche e cavi tentacolari luminescenti. Poi, in un istante, si spense.

“…Ti aveva già trovato”


Come a seguito di una chiamata non gradita a nessuno, tre figure apparvero dietro il ragazzo.


(Akia Sakratos sak) membri: Akertosh Alearkit Denevun Brealwunt, detto din Ekternal, Rak Knawel Malorian Almeran Rantranar, Rak Knawel Elerkit Vojaker Marnisher/Avier Antonovic Anisimov, Aelita Schaeffer,Ulrich Stern, Odd della Robbia – Quinto contatto - Ore 15:00


Avier li sentì apparire dietro di sé, istintivamente girò di 180 gradi costringendo Aelita a dividere lui dai nuovi arrivati, poi iniziò a indietreggiare verso la parete di destra fino a toccarla con le spalle. Niktor non era tipo da smettere di ragionare a causa del panico, ma il rapido crollare di quella situazione riuscì a fargli perdere la cognizione dei suoi movimenti. Istintivamente si diresse verso il fondo della sala, quasi volesse fuggire attraversando la parete. Quando fu costretto a fermarsi, maledì il suo destino che gli aveva giocato quel brutto scherzo. Eppure, nella sua mente non si creò mai il pensiero che quel giorno non si stava decidendo solo il suo destino, ma quello dell’universo. Nuove strade si stavano creando, percorsi che sfuggivano alla sua comprensione.

Per la grande catena dell’Alaktania, non opponetevi. Non abbiamo intenzioni ostili, ma ogni intromissione sarà considerata un crimine contro l’autorità delle unità KNWL dello Swarker” disse una delle figure. Come gli altri, indossava una tuta unica che aderiva perfettamente alla sua pelle, totalmente nera se non per un simbolo bianco sulla sinistra del petto, una serie di tre semicerchi concentrici, opposti tra loro alternatamente, il centro era un triangolino vuoto. Sopra la tuta aderivano placche di simil-metallo più o meno grandi, divise in forme geometriche come quadrati ed esagoni, le giunture erano percorse da bagliori bluastri che si muovevano dal basso verso l’alto. Aderivano anche vari dispositivi, quelli che subito si notavano erano: al polso, una sorta di orologio con una piccola lampada spenta al posto del quadrante; ai fianchi, due pistole sulla stessa linea estetica di quella Niktor, ma di un colore grigiastro e delle impugnature dall’aria più ergonomica; sopra le pistole, due oggetti simili a lastre rettangolari dotate di manici; al petto, un dispositivo triangolo con un’altra lampadina spenta al centro; dietro la schiena, una sorta di disco del diametro di venti centimetri e dello stesso colore delle armi. Il suo volto era coperto da un casco con una grossa visiera nera, la sua fisionomia era quello di uno Swarkerinster e anche il suo strano accento lo confermava. Rispetto agli altri due e a Niktor, era più basso e più tozzo, teneva impugnato un fucile dal design simile a quello delle sue altre armi, sul retro erano presenti due coppie di capsule luminose. Si era mosso percorrendo il lato sinistro della sala, spingendo via Odd e Ulrich e puntando l’arma contro Niktor. Un suo collega aveva percorso la strada opposta e aveva fatto lo stesso con Avier, che non accennava a smettere di usare Aelita come ostaggio. La ragazza ormai quasi aveva le lacrime seccate tanto aveva pianto, il suo volto era scavato dalla disperazione e riusciva solo a far crollare le sue emozioni in una situazione di cui non capiva nulla. Il terzo alieno era rimasto nell’ascensore, aveva un’aria un po’ stordita e avvicinò la mano sinistra alla visiera. Non appena lo fece, questa si disperse e scomparve, come fatta d’aria. Le sezioni di metallo del casco si separarono e si ritrassero verso il basso, formando un collare. Poi, la figura mise una mano sulla parete, si piegò in avanti e sboccò un rigetto bianco sul pavimento.

Si sente bene, Caposquadra?” disse l’alieno più tozzo che puntava l’arma contro Niktor, aveva parlato inaspettatamente in francese. Il Caposquadra gli rispose nella stessa lingua.

Certo. Ho percepito un foro allo stomaco con il mutaforma, ho avuto un trauma da disattivazione precoce da din Inkniam e un teletrasporto repentino. Posso permettermi una leggera nausea” avvicinò una mano a un oggetto tubolare vicino la vita e, toccandolo, ne fece cadere una piccola pillola bianca che ingoiò poco dopo.

Man nikret”  disse tra sé e sé, poi si girò verso la sala. Il suo sguardo incrociò quello di Niktor, il volto di quest’ultimo era piegato in una rabbia fuori dal mondo, incuteva terrore. Poi Ulrich e Odd notarono la somiglianza tra l’alieno di cui sapevano il nome e il Caposquadra di quei soldati. Essendo della stessa specie, Niktor aveva tratti in comune con Xodian e con le foto degli altri suoi simili, ma le similarità con quel nuovo arrivato erano molte di più. Soltanto in pochi dettagli differivano, quei due avevano un legame. Quale fosse fu ben presto chiaro.

Malorian, arresta mio fratello”

Anì laskenos rokran! Anì kran din laska lin krosan!” 

Ma guarda come sei educato! Noi ci sforziamo a parlare in un’altra lingua e tu dici le peggio imprecazioni nella sacra Swarkerbel. E poi ti fa innervosire il tuo soprannome…” la naturalezza con cui il Caposquadra parlava in francese era inquietante. Era come se lo conoscesse benissimo, non aveva neanche un’ombra di accento. Da quel poco che avevano capito, era lui che aveva controllato quello che Odd, Ulrich e Aelita avevano creduto il loro amico Jeremy. Forse per questo il suo eloquio era migliore.

Niktor Denevun Brealwunt, sei accusato di attività a fini terroristici e dell’omicidio di 68 Swarkerinster, 48 dei quali facenti parte delle 142 vittime da te catturate e torturate allo scopo di estorcere informazioni a essi e a terzi. Le tue accuse sono aggravate dalla prepubertà di 13 degli Swarkerinster e dai tuoi ideali contrari agli Inster Inakter e alla Alaktania. Queste sono le prove” ad un cenno del caposquadra, Malorian prese un cubo da un contenitore metallico dietro la sua schiena e lo lanciò sul pavimento. Era del tutto simile a quello che Niktor aveva usato per presentarsi mentre era infetto dal K0-V1D, anche la parola di attivazione era la stessa.

Una nuova serie di ologrammi apparvero, più scene contemporaneamente vennero proiettate. Una serie di video in luoghi diversi dove si verificava la medesima situazione, Niktor che camminava puntando la sua pistola contro una serie di Swarkerinster inginocchiati con le mani dietro la schiena. Nei loro occhi si leggeva un terrore raggelante, così forte da sembrare quasi di vederli davanti a sé tanto erano vicini. Alcuni avevano un corpo molto più piccolo e meno sviluppato di altri, erano bambini, ed erano i più terrorizzati. In tutti i video ad un certo punto Niktor guardava in camera e faceva una richiesta, dei sottotitoli apparivano per tradurre ciò che diceva. In un video era che dei suoi compagni venissero liberati da una struttura detentiva in un posto denominato “Sezione AK2-ELK13”, in un altro che gli venisse dato un carico di armi, in un altro ancora che gli venissero inviate determinate informazioni classificate. In tutti faceva la stessa minaccia, un ostaggio morto ogni sette minuti. Poi i video acceleravano per degli istanti e ritornavano normali nei momdngo in cui Niktor si dirigeva davanti ad uno degli ostaggi, ignorava le sue urla disperate, sollevava la pistola sopra la sua fronte, diceva la frase “Per le Verità rivelateci” e sparava. Gli occhi dell’ostaggio si svuotavano in pochi istanti di ogni vitalità mentre il sangue cianotico grondava copioso dalla ferita, subito dopo in alto a destra appariva un riquadro con il primo piano della vittima, il suo nome completo e la scritta “Ucciso per mano di Niktor Denevun Brealwunt”. Poi i video cambiarono, iniziarono a mostrare registrazioni da angolazioni diverse. In tutte c’era almeno uno Swarkerinster, sempre diverso, tenuto fermo in qualche modo. Uno era legato ad una sedia da una serie di corde metalliche con sezioni luminescenti blu, un altro era tenuto fermo da altri uomini vestiti con tute nere, in un altro Niktor aveva invece sparato con la sua arma agli arti della vittima, facendola accasciare a terra. Poi apriva un contenitore metallico e prendeva una sorta di pistola sulla cui bocca vi erano grossi ganci disposti circolarmente e quella che sembrava la punta di un grosso ago. Niktor poi ingiungeva ad altri individui lì presenti, tenuti sotto controllo da altri Swarkerinster vestiti come lui, di rispondere a varie domande. Non appena i suoi interlocutori mostravano esitazione, lui premeva un pulsante sul lato del suo apparecchio. Un fascio di luce sottile partiva da un dispositivo sulla parte superiore dell’attrezzo e Niktor lo faceva viaggiare per il cranio del malcapitato. Poi, ad un tratto, la luce lampeggiava e Niktor avvicinava con foga lo strumento alla testa della vittima. I ganci si piantavano in profondità nella carne e l’ago si allungava, bucando la pelle, forando le ossa craniche e arrivando al cervello. La vittima urlava per il dolore e si agitava, ma questo non faceva altro che ferirla ulteriormente. Poi, tutto finiva, Niktor sollevava lo strumento lasciando un buco sanguinante nella testa della vittima, che nonostante tutto era ancora in vita. Poi, continuava a fare le richieste, altra esitazione e lui rifaceva tutto daccapo in un punto diverso del cranio dello Swarkerinster. Prima o poi, tutte le vittime iniziavano a gridare frasi come Non vi sento, amici!, Dove siete? Non vi percepisco!, Dov’è l’Alaktania? Mi sento così vuoto senza. Intanto, affianco ai video, altri riquadri con i nomi e i volti delle vittime, questa volta le informazioni erano più dettagliate:


  • Olbian Lanner Rumiar – Distaccato forzatamente dall’Alaktania da Niktor Denevun Brealwunt. Giace in stato comatoso all’ospedale della Sezione BS8-RTR28.

  • Zanker Tirian Looker – Distaccato forzatamente dall’Alaktania da Niktor Denevun Brealwunt. Morto suicida. Nonostante lo stato di costante osservazione nell’ospedale della Sezione TA5-AMW3, è riuscito a mettere mano per un istante su una siringa di Antrofax e ad iniettarsela nel collo, uccidendosi. Su richiesta della famiglia, non si sono tentate procedure di ripristino dopo l’immediato decesso.

  • Kolban Kossar Armen – Distaccato forzatamente dall’Alaktania da Niktor Denevun Brealwunt. Giace in stato totalmente catatonico nella struttura ospedaliera della Sezione BS8-RTR28.

  • Lyxs Amx Parval – Distaccato forzatamente dall’Alaktania da Niktor Denevun Brealwunt. Dopo mesi di degenza nella struttura ospedaliera della Sezione SA5-AMZ30, è stato rilasciato. Presenta tutt’ora gravi problemi all’equilibrio, al linguaggio, alla vista e alla memoria a breve termine. Non è più un cittadino attivo dello Swarker.

Gli ologrammi infine terminarono su una serie di brevi video e foto di esplosioni o avvenute esplosioni. In tutte vi era una breve descrizione degli eventi o di come fosse tutto stato reclamato da Niktor e da un gruppo noto come La Voce di Larius, di cui faceva parte. Quello che colpì maggiormente Odd e Ulrich (Avier era impegnato a tenere Aelita tra lui e le armi dei soldati, e la ragazza era troppo spaventata da lui per poter guardare verso gli ologrammi), fu un evento in basso a sinistra.

  • Esplosione del Campo Kawasser – Un paio di esplosivi manomessi furono consegnati assieme ad altri destinati all’addestramento di nuove reclute per le forze della KNWL. Questo provocò un esplosione a catena nel deposito del Campo Kawasser durante gli addestramenti. L’evento fu causa della morte di 7 reclute e 2 ingegneri. Venne reclamato dalla Voce di Larius non appena le notizie si diffusero. In particolare, venne posta particolare enfasi sul fatto che l’attacco fosse stato organizzato da Niktor Denevun Brealwunt. Questo è da considerarsi come la più grande conferma dell’assoluta mancanza di ideali di questa organizzazione. Il Campo Kawasser non aveva nessun interesse strategico per la Voce di Larius e il suo attacco non ha danneggiato né messo in pericolo in alcun modo lo Swarker o la KNWL, rivelandosi quindi una pura crudeltà. L’attacco è stato eseguito nella fase oraria seguente a quella in cui il celebre soldato Alearkit Denevun Brealwunt, Caposquadra dell’unità Akia Sakratos, nonché fratello minore del criminale Niktor Denevun Brealwunt, a seguito di un’intervista ha parlato con orgoglio dell’aumento dei reclutamenti nella KNWL, definendole persone degne di ogni rispetto se mostreranno impegno nel proseguire questa carriera. Si ritiene quindi il movente di questo attacco il complesso di inferiorità da sempre provato da Niktor nei confronti del fratello, complesso indubbiamente peggiorato da quando è diventato un Alsther e gli Swarkerinster hanno iniziato a chiamarlo “Il fratello debole”.


Mranus ret keen” incitò Malorian a Niktor, era rimasto impassibile tutto il tempo, il suo sguardo era diventato inquietantemente simile a quello nei video. Rimase muto senza cambiare espressione mentre il soldato gli portò i polsi dietro la schiena e glieli strinse con dei grossi anelli metallici, poi gli anelli si illuminarono e si attirarono tra loro, diventando inseparabili con la forza bruta.

Ehi, tu! Anisimov! Sei ancora bloccato lì? Dovresti aver capito di aver perso. Non puoi fare nulla e non hai abbastanza sangue per uscire vivo da qui” la voce del Caposquadra penetrò nella testa del russo come un proiettile, lo fece sentire male. La parte sulla sua salute era vera, negli attimi passati il ragazzo era impallidito ancora di più, i suoi occhi si erano fatti più lucidi e scavati mentre rivoli di sudore freddo avevano preso a gocciolare dalla sua pelle, il suo corpo tremava sensibilmente. Guardò in basso, vide il lato destro dei suoi calzoni sporco di sangue fresco, così come la scarpa bianca che faceva da sagoma ad una chiazza sul pavimento.

Andatevene… O la ammazzo”

Oppure possiamo ammazzarvi entrambi” la voce del terzo soldato risuonò acuta e stridula, sembrava caricaturale persino per essere aliena. La ragazza scoppiò in lacrime.

Siete dei mostri! Niktor aveva ragione su questo! Siete…” questi commenti gridati con furia da Odd vennero interrotti da… Avier.

Fate silenzio. Io ho perso…” il russo mollò la presa e spinse via la ragazza. Lei scattò immediatamente non appena sentì la prese cedere e l’arma disgregatrice allontanarsi, raggiungendo gli altri due guerrieri Lyoko dall’altro lato della stanza. Intanto, Avier aveva sul volto un espressione disillusa, si girò su un fianco e mosse un paio di passi verso il fondo della stanza, la sua andatura era ciondolante, le gambe tremavano ad ogni spostamento. Il terzo soldato gli puntava il fucile contro, ma il Caposquadra gli fece un cenno che doveva avere il significato di non fare fuoco.

Prima che la tua emofilia ti dissangui totalmente, dimmi: quante cose avevi intuito? Sai, sono piuttosto curioso” il tono di voce del Caposquadra era schietto e diretto, riuscì a far fermare di nuovo il ragazzo. Era così debole che dovette poggiare una mano sulla parete per non cadere. Teneva il volto chinato. Rispose senza guardare verso l’alieno.

Sapevo solo che Jeremy era stato chiamato una notte e che si era diretto in questa direzione, e che lo stavo pedinando alla perfezione. Poi, improvvisamente, l’ho sentito camminare da tutt’altra parte. Ho provato a seguirlo, l’ho intravisto, ma ho perso le sue tracce. Me ne sono tornato disperato, ma ho riflettuto. Ho ricreato i suoi spostamenti nella mia mente, non tornavano. Aveva percorso una distanza in un tempo impossibile, dovevo essere stato ingannato. L’unica soluzione, per quanto assurda, erano due Jeremy diversi. Avevo difficoltà a crederci, ma poi Jeremy è tornato. L’ho tenuto sott’occhio, sembrava lui in molti momenti, ma in piccoli istanti era diverso. I suoi occhi, le sue espressioni, i suoi gesti, mutavano sensibilmente. Per pochi attimi, lui ti somigliava, alieno” non accennò a rivolgere lo sguardo verso il suo interlocutore.

Mi chiamo Alearkit Denevun Brealwunt. Questo è l’unico modo in cui mi devi chiamare”

Alearkit… Perché mi sembra familiare? Divertente! Se solo Ostark mi avesse detto di voi. No, si è preso la mia Mary e mi ha detto di trovare Lyoko, che c’era gente in questa zona legata a Lyoko, e che io ero l’unico terrestre che può trovare Lyoko senza sapere cos’è Lyoko. È così folle”

Ostark dan lima nis? Aninò Swarkerinster nik” domandò il terzo soldato verso Alearkit. Aveva usato la sua lingua probabilmente più per abitudine che per tentare di mantenere segretezza. Alearkit però era ancora concentrato sul russo.

Ostark per qualche motivo ha deciso di usare te come pedina. Io ho dei principi, non ti lascerò illuso. La tua Mary è morta, probabilmente il giorno stesso in cui è scomparsa. Ostark non fa ostaggi, è contro la sua natura”

No, non è così” il sangue ai piedi continuava a colare in un flusso costante, insozzando i suoi abiti e il pavimento. La sua vista stava iniziando a sfocarsi, c’era poco tempo. Eppure, il suo tono di voce era tranquillo, come se non gli importasse di morire.

Lo sai che è così. Ti ha dato un dispositivo di richiamo camuffato in una delle tue monete, ma non ti ha dato nulla per garantirti che Mary fosse ancora viva. Comunque, se provi ad usare quel dispositivo, non funzionerà. Qualunque sia la parola per attivarlo, io ho danneggiato i circuiti con il mutaforma mentre dormivi

Già… Lo so…” i soldati ci misero un istante a capire le implicazioni di quelle parole, e lo stesso faticarono ad accettarle. Questo dettaglio tardò la loro reazione. Non di molto, una frazione di tempo così piccola che molti l’avrebbero detta insignificante, errando. Non fu l’unico, ma quello fu uno dei momenti in cui il destino dell’Universo prese una piega ben precisa. Il momento in cui Avier riuscì a gridare.

ADESTE FIDELES!!!” il latino urlato a pieni polmoni dal russo riecheggiò nella stanza seguito da un boato. Una serie di lampi luminosi inondarono la stanza mentre lui sollevava il suo disgregatore e lo puntava contro Niktor, il criminale alieno balzò istintivamente in piedi e questo gli salvò la vita, poiché ad iniziare a disgregarsi non fu la sua testa, ma il suo braccio sinistro. Il processo di distruzione iniziato in quella frazione di secondo venne interrotto nella frazione successiva dal laser di Malorian, che fuse la sua arma di Avier e distrusse il suo braccio, dal laser di Elerkit, che perforò il lato sinistro del suo petto cancellandogli il cuore, e dal laser di Alearkit, che arrivò sul suo occhio destro e si fece strada in linea retta, bruciando la cute con i capelli neri, le ossa del cranio e la materia grigia, fino a terminare contro la parete dietro di lui. Avier senza un braccio, senza cuore e senza un quarto di testa. Eppure, con il tempo per spirare, per vedere la cosa a cui più teneva: il volto sorridente di Yuri circondato da un paesaggio innevato; e sentire la cosa che più gli serviva sentire, ovvero la propria voce ripetergliMy way. Ricorda. È essenziale per trattare con Mary”. Poi, il buio più totale, un sonno profondo senza sogni. Silenzio.


Ma non era silenzio quello che si era lasciato dietro. Dai lampi apparsi nella stanza sbucarono creature infernali. I loro corpi erano di un metallo nero come l’ardesia alternato a giunture luminose di un giallo carico e abbagliante. Alcune si materializzarono nell’aria, creature volanti simili a grossi teschi privi di tratti umani, con una moltitudine di lunghi e sinuosi tentacoli sotto di sé, che si agitavano come una cascata di vermi. Una di queste si diresse sul corpo di Avier e lo avvolse, sollevandolo in aria poco prima di sparire in un bagliore. Altre si diressero verso l’unità centrale del Supercomputer. Da altri fasci di luce intanto sbucarono nuove creature. Entità meccaniche che nell’aspetto erano inquietantemente familiari ai guerrieri Lyoko. Simili ai mostri di XANA che avevano combattuto per anni, ma mutati, resi aberrazioni di metallo. In particolare, quelle che apparvero lì ricordavano i Creeper che così tante volte li avevano ostacolati nel Settore Cinque, ma il loro metallo scuro e crudele, i loro occhi e i loro arti illuminati da quel giallo stordente li rendeva più reali di quanto XANA avrebbe mai potuto fare.

I soldati si erano spostati e avevano incitato, con un tono quasi aggressivo nella sua severità, i ragazzi a seguirli. Loro, d’altronde, lo avrebbero fatto anche senza che gli fosse stato intimato. Malorian trascinava con sé Niktor, che gridava sia per il terrore che per il dolore del moncherino sanguinante. L’arto amputato lo seguiva, rimasto agganciato alle manette dello Swarker. Elerkit aveva tirato via l’icosaedro dal criminale galattico e lo aveva messo in una delle scatole metalliche che aveva addosso.

Uno dei Creeper puntò verso Alearkit, aprì la bocca ed emise un raggio laser continuo. L’alieno fu rapido di riflessi e sollevò il braccio sinistro davanti a sé, facendo apparire un muro di forza traslucido. Un dispositivo sul polso prese a lampeggiare, indicando lo stato del muro di forza, mentre la sua mano destra agiva con una rapidità indescrivibile, in un istante il suo fucile era sulla schiena e la pistola, prima tenuta sul fianco, era ora impugnata. Premé il grilletto e il fascio laser arrivò subito alla testa della macchina nemica, creando un foro di metallo fuso fumante. Sparò di nuovo sul petto della creatura due volte, provocando aperture da cui iniziò a grondare un liquido di un giallo intenso, i movimenti della creatura si fecero spastici e i suoi occhi iniziarono a lampeggiare in modo irregolare. Poi si spensero, la creatura si accasciò a terra e si irrigidì all’istante. Un altro Creeper subì un destino simile per il fucile di Elerkit, intanto dai fasci di luce continuavano ad apparirne altri assieme alle meduse, o in qualunque modo andassero chiamate.


Ma cosa cazzo sta succedendo?” domandò Aelita con una volgarità che non le apparteneva, ma che faceva trasparire totalmente il suo stato d’animo. Come non biasimarla, dopotutto.

Neanche noi lavoriamo così di solito, principessa” il Caposquadra Brealwunt aveva lanciato un dispositivo piramidale ai suoi piedi e un campo di forza sferico del raggio di un paio di metri li circondò. Malorian, come se sapesse già che fare, entrò nell’ascensore e prese a emettere il laser del suo fucile sul soffitto di metallo, iniziando a disegnare un quadrato. Nella camera intanto quelle meduse metalliche infernali aumentarono ancora. Si accumulavano tutte attorno alla struttura al centro della camera e operavano su di essa con i loro tentacoli: strappavano via pannelli e segavano con i laser parti del pavimento. Stavano tentando di sradicarla, e nonostante il fuoco incrociato del Caposquadra Brealwunt e del suo sottoposto, che ne eliminavano in continuazione con colpi rapidi e precisi, facendole rovinare a terra con un clangore assordante, non accennavano a diminuire. Altre si diressero verso i Creeper, mossero i loro tentacoli dentro le parti danneggiati e iniziarono a sostituirle. Tutto passava attraverso i tentacoli, che secernevano metallo fuso e carburante giallo così come un calamaro proietta inchiostro, lavorando con precisione e automatismo alle riparazioni. Altri Creeper intanto si aggiunsero alle forze sul campo, i loro laser iniziarono a danneggiare il campo di forza di Alearkit, ma contemporaneamente si sentì un fragore proveniente da dentro l’ascensore. Malorian aveva finito il suo lavoro, aprendo un varco sul soffitto dell’ascensore.

Ora vi elevo, umani” disse con la sua voce bassa. I guerrieri Lyoko gli si avvicinarono, si aspettarono che il soldato si inginocchiasse e unisse le mani davanti a sé per dare loro lo slancio. Non fu così. Malorian li afferrò uno per uno ai fianchi e li lanciò in alto facendogli volare attraverso il foro con una forza che non sembrava credibile possedesse, poi anche lui fece un salto di tutto rispetto con Niktor in spalla e atterrò sul soffitto dell’ascensore, fece sedere il criminale alieno sul metallo e gli mise sul moncherino un dispositivo simile ad un palloncino trasparente con una bocca, un po’ di sangue gocciolò nella sacca trasparente, poi il criminale smise di gridare per il dolore e assunse un’aria piuttosto stordita, dei sedativi gli erano entrati in corpo.

Gli altri due soldati non tardarono ad arrivare, Alearkit osservò la nuova area e vide che lungo la tromba dell’ascensore erano saldate una serie di manichette di metallo che fungevano da scala.

Bene! Salite. Noi vi difendiamo camminando sulla parete”

Come prego?” Ulrich rimase sbigottito come i suoi amici.

Non perdete tempo”

Odd fu il primo a iniziare la risalita, il panico lo rallentava e ogni passo sulla scala sentiva il rischio di scivolare, però riuscì lo stesso a procedere con andamento regolare. Un altro Creeper tentò di risalire tramite il foro sull’ascensore.

Alearkit lo notò, prese il manico di una delle sue lastre rettangolari e strinse un interruttore, attorno al metallo si formò come una lama di energia, quindi sollevò l’arma e la piantò diverse volte nella testa della creatura. Era incredibile come il metallo sembrasse burro a contatto con quell’arma, riusciva a creare squarci netti e regolari. Un vero e proprio coltello per acciaio, ecco cos’era.

Quando Odd ebbe salito una decina di scalini, Aelita si apprestò a seguirlo. Malorian si mise Niktor in spalla e piantò uno dei suoi “stivali” (erano un tutt’uno con le fibre intelligenti della tuta, quindi forse non lo erano tecnicamente) nella parete affianco alle scale, poi si diede uno slancio e piantò anche l’altro stivale, rimase attaccato. Da come reagiva il suo corpo, era chiaro che percepisse la gravità ancora allo stesso modo, aveva semplicemente gli stivali che aderivano alla parete. Era notevole però come ci fosse abituato, riuscendo a camminare verso l’alto senza problemi mentre teneva Niktor e la pistola impugnata. Nei secondi successivi salirono il Caposquadra Brealwunt e Elerkit, quest’ultimo dando le spalle ai suoi compagni e tenendo il fucile puntato verso il foro. Raggi laser gialli spuntarono dal tetto dell’ascensore, causando il cedimento di altre parti, altri Creeper tentarono la risalita cercando di eliminare tutti i bersagli a loro portata. I soldati erano agili e precisi, lampi azzurri saettavano lungo tutta la tromba dell’ascensore e colpivano le macchine, danneggiandole. Una voce infernale provenne da loro.

>Manskenat Swarker< 

Tutte le macchine dissero quella frase contemporaneamente, apparendo come un’unica voce moltiplicata. Udirla dava la sensazione di essere accerchiati.

Dastzka din obriavekta” rispose Elerkit con un tono sprezzante, poi iniziò a distruggere ogni singola creatura con il suo fucile. Un laser attraversava un corpo di metallo e già il prossimo era in aria per aprire una nuova perdita di carburante giallo. Era così rapido che sembrava non mirasse, preciso come un robot da combattimento e capace di rimanere con una posa salda e stabile nonostante la gravità gli facesse peso sulle gambe e sui muscoli lombari, tentando di farlo piegare in avanti. Ebbe un mezzo secondo di esitazione solo quando un immenso boato proveniente dall’alto rimbombò per tutta la tromba dell’ascensore. Il gruppo di soldati alieni e ragazzi terrestri guardò verso l’alto, osservando con orrore una sfera di metallo in caduta libera seguita dai resti della saracinesca al piano terra, il suo diametro era di solo mezzo centimetro in meno alle pareti che la circondavano, permettendole di non incastrarsi e di non lasciare spazio alle sue vittime. Furono attimi in cui terrestri sentirono la morte toccarli, mentre i KNWL già sapevano cosa sarebbe accaduto. Alearkit sollevò le braccia verso la creatura di Ostark, una serie di fulmini violacei si originò dalle sue mani e si diresse verso di essa. I lampi scuri la percorsero, lasciando il nulla al loro passaggio. Il guscio esterno iniziò a separarsi in piccoli frammenti, mostrando un interno composto da un globo collegato a centinaia di tubi colmi di liquido giallo, come vene artificiali. I cerchi concentrici aurei che alternavano la superficie del globo centrale per un attimo brillarono più forte, ma i fulmini oscuri di Alearkit continuarono il loro lavoro. Le vene di metallo si tagliarono di netto in più punti, schizzando il carburante giallo addosso alle tute dei soldati e ai completi dei ragazzi, poi anche il globo centrale si fratturò in più sezioni. Il tutto accadde in un secondo preciso, un secondo dove un Megatank di Ostark, capace di farli sfracellare tutti al suolo e di schiacciarli sotto il suo peso, era diventato un cumulo di rottami sconnesso che cadde addosso ai Creeper sottostanti. Dietro di sé, dall’ingresso che aveva sfondato, un esercito di Kankrelat nero ardesia prese a scendere camminando su più file lungo le pareti con le loro zampe metalliche da insetto. La squadra di soldati si mosse in contemporanea come un unico organismo. Elerkit si avvicinò agli umani con ampi passi all’indietro, Malorian fece aderire un dispositivo sul ventre di Niktor e lo spostò dietro la sua schiena, l’alieno rimase attaccato alle fibre intelligenti della sua tuta, poi si spostò verso l’alto, affiancò Odd e allungò il braccio per proteggere lui e i suoi amici dietro con il suo campo di forza.

Celerità, signori. Celerità!” una serie di Kankrelat iniziò già a precipitare lungo la parete, opera di Alearkit. Nell’esatto momento in cui i rottami del Megatank lo avevano superato, aveva piegato le ginocchia ed era saltato all’indietro con una mezza capriola aerea, in contemporanea aveva preso le pistole dai fianchi, atterrando già armato sul muro opposto. Neanche il tempo di vedere attraverso il casco l’ingresso sfondato, aveva già iniziato a sparare. Se Elerkit era così rapido da non sembrar aver bisogno di mirare, Alearkit sembrava violare le leggi del tempo, riuscendo a prevedere ogni movimento degli automi e sparando prima che agissero. Surclassava così tanto Elerkit che a volte non era chiaro quando finiva un fascio laser e iniziava il successivo, dando l’illusione che potesse sparare contemporaneamente in più punti con lo stesso dispositivo. Infine, l’elemento essenziale che avrebbe reso inutile le sue altre capacità, Alearkit non sbagliava mai. Non solo era preciso, ma sapeva dove colpire per fare più danni, e faceva sempre centro. Ogni Kankrelat si ritrovava con i motori principali danneggiati e smetteva di muoversi. E quando iniziarono ad apparire altri Creeper anche da quell’ingresso, il Caposquadra non fu da meno con la precisione, tutti si ritrovarono con un foro in testa e almeno un paio al petto, impossibilitati a muoversi. Poi, vide che il resto del gruppo aveva quasi terminato la risalita e corse verso l’alto per superarli, ritrovandosi dinanzi l’ingresso del piano terra. Sparò a una tripletta di Creeper che tentarono di abbatterlo mirando alla sua testa e fece un altro balzo in avanti. Atterrò sul piano con una capriola. Il suono di un emettitore pronto a rilasciare un laser fu abbastanza per fargli alzare il braccio destro e attivare il campo di forza di quel lato. Il laser che lo colpì era più grande e intenso di quello dei Creeper e dei Kankrelat, un raggio continuo che durò diversi secondi, ad attaccarlo era un Bloks. Gli An-krion, così erano chiamati dai KNWL, avevano la stessa forma cubica dei loro simili digitali, ma avevano facce esagonali oltre a presentare i colori di Ostark. Lì dove era presente l’occhio di XANA, presentavano invece una depressione semisferica con un foro circolare al centro. Era da questo foro che il raggio laser stava venendo emesso contro Alearkit, così intenso che il dispositivo sul polso del soldato prese a lampeggiare all’impazzata, segno che il campo di forza stava cedendo. E sarebbe successo se l’alieno non avesse gettato immediatamente a terra un nuovo dispositivo piramidale, creando un nuovo scudo a bolla.

Mentre Malorian risaliva con Niktor dietro le spalle e tirava a sé i terrestri sulla scala, Alearkit poté impugnare il fucile e sparare verso il centro del robot. L’intenso laser giallo venne interrotto mentre il Caposquadra KNWL sagomava rapidamente un foro vagamente circolare, poi vi lanciò contro un oggetto sferico grande quanto una pallina da ping pong, riuscendo a farlo entrare dentro il foro prima che la macchina girasse sul suo asse per sparare con una nuova faccia. Un istante dopo un boato si originò dall’interno dell’An-krion, le pareti del suo corpo si piegarono e si squarciarono gettando metallo e carburante attorno a sé, poi si accasciò al suolo e si bloccò.

Nella sala di ingresso della fabbrica altri lampi presero a illuminare la zona, facendo apparire altre creature di Ostark. Una serie di meduse prese a volare verso il corpo del robot, mentre altri Creeper si concentrarono nel distruggere lo scudo a bolla. Malorian intanto si prese dei secondi per comunicare con i guerrieri Lyoko.

Spiegazione concisa: mano piatta che si muove verso di me significa seguitemi, verso un altra direzione significa andate lì, verso il basso significa abbassatevi. Se alzo la mano e la chiudo a pugno, vuol dire fermatevi. Cercate di ricordarlo, non usciremo mai dalla Distorsione altrimenti”

Distorsione?” la voce di Aelita apparve confusa e affaticata, in mezzo al fuoco di Alearkit che abbatteva ogni robot nel suo campo di visione, quasi non si sentiva. A risponderle non fu Malorian, ma Elerkit, appena risalito.

I dispositivi di richiamo di Ostark creano sempre interferenze. È per questo che non ci siamo teletrasportati e non abbiamo chiamato rinforzi, non ci riusciamoun altro Megatank di Ostark era apparso in un angolo della fabbrica, aprì le due sezioni semisferiche e rivelò il suo nucleo. I cerchi concentrici si illuminarono di una luce giallo accecante, poi un muro di luce partì verso di loro espandendosi man mano che percorreva la strada, minacciando distruggere tutto ciò che incontrava. L’ordine di correre come il vento era stato dato prima che il colpo partisse, ma i laser, pura energia, erano più rapidi di qualsiasi proiettile. Il muro di luce minacciò di inghiottire Aelita e Odd, ultimi due nella fila. Solo la presa solida di Elerkit e il suo balzare tempestivamente indietro dopo essersi girato lì salvò. Lo avrebbero ringraziato, ma poi videro Malorian lanciare la stessa sfera che il suo Caposquadra aveva riservato al Bloks, videro anche l’aumentare svelto dei lampi nella stanza, e si ricordarono di non avere tempo per le formalità.

Seguirono alla cieca gli ordini dei soldati KNWL, cosa che li portò alla destra del muro sottostante le scale semidistrutte e le corde con cui scendevano ogni volta. Ebbero un istante microscopico di confusione sulle modalità della risalita, poi Odd e Ulrich vennero afferrati alla cintola e sollevati a forza in aria da Malorian. In seguito, con un vigore che se era veramente suo faceva spavento, saltò verso la parete, atterrò con un piede, piegò la gamba e si diede lo slancio per un secondo salto leggermente in diagonale, arrivando ancora più in alto fino a raggiungere le scale del ponte. Alearkit fece lo stesso con Aelita, ma fu più “cordiale”, limitandosi a prenderla in braccio. Elerkit intanto aveva passato tutto il tempo a bersagliare di laser i nemici di metallo, abbattendo sette Kankrelat, quattro Creeper e due meduse nell’arco di pochi secondi. Poi ripeté la stessa azione dei suoi compagni e risalì la parete.


Ai guerrieri Lyoko il ponte della fabbrica parve più lungo di quanto non fosse mai stato mentre lo percorrevano correndo. Il sole del pomeriggio picchiava sulle loro teste, mostrando un cielo sgombro di nuvole, elemento che permise loro anche di vedere chiaramente i pericoli. Nel cielo volavano le versioni di Ostark delle mante di Lyoko, totalmente nere, con delle piastre aperte gialle sotto il ventre e due grossi occhi luminosi sul muso. Una serie di raggi laser partirono dalle loro bocche e fendettero l’aria, tra cui uno dalle spalle di Ulrich. Il fascio di luce letale puntava al centro della schiena di Ulrich e soltanto il Caposquadra lo aveva intravisto, ma Malorian reagì prontamente e spintonò via il ragazzo. Il laser gli passò ad un centimetro dal fianco e gli parve quasi di sentire il calore letale ustionargli la pelle, ma era stato salvato. Solo il Caposquadra aveva visto, eppure Malorian sapeva. Com’era possibile? Nessuno riusciva a capacitarsene e nessuno aveva il tempo per poterci riflettere.


Uno scossone fece tremare il pavimento, una serie di crepe si aprirono sull’asfalto, una porzione semicircolare a sinistra del ponte si piegò verso il basso, si udì il rumore della calce che si frantuma e dell’acciaio che si piega, poi grosse porzioni di cemento armato unite ad asfalto precipitarono nelle acque del fiume assieme al pilone sottostante. Il gruppo ebbe modo di vedere la causa del crollo, un Megatank di Ostark che aveva caricato la base del pilastro, distruggendola.

Cercano di farci cadere. Acceleratori di movimento!” non fu chiaro cosa intendesse Alearkit fin quando ognuno dei KNWL prese il disco dietro la propria schiena e lo gettò a terra. Mentre erano in aria, i dischi si allungarono mostrando due sezioni rettangolari leggermente più strette con dei motivi sinusoidali luminosi di bluetto, poi si fermarono a una decina di centimetri da terra galleggiando. Fu in quel momento che a Odd ricordarono…

Il mio hoverboard”

Il tuo che? Non importa! Presto, saltate su e tenetevi forte al guidatore se non volete farvi una nuotata” i ragazzi non se lo fecero ripetere due volte. Odd andò con Elerkit e venne accolto con un amichevole non fare cazzate da parte dell’alieno. Ulrich si unì a Malorian e non poté stringersi direttamente a lui, quindi mise le sue braccia attorno al petto di Niktor, ancora appeso alla schiena del soldato. La situazione era di emergenza e nessuno dei presenti voleva perdersi in strane riflessioni, Ulrich compreso. Eppure, quando mise le mani attorno al ventre dell’alieno, notò che aveva una vita molto più esile di quanto i vesti i non facessero intendere. Gli ricordava quella di… Yumi. Ulrich fece un’espressione nauseata e fu grato al contraccolpo dovuto all’accelerazione repentina di Malorian, perché lo fece distrarre. Dopo aver concepito un alieno con un girovita femminile, era chiaro che aveva bisogno di distrarsi.

I tre gruppi presero a percorrere ad alta velocità il ponte, l’aria soffiava contro di loro causando brividi di freddo agli umani. Un altro scossone allargò i crepacci lungo il ponte, porzione più grandi presero a crollare. Contemporaneamente, trecento metri di fronte loro, una serie orizzontale di tre Bloks di Ostark tentò di sbarrare loro la strada. Grossi fasci laser continui tentarono di perforare o tranciare a metà le carni dei bersagli, evento che costrinse i gruppi a dividere la fila che avevano formato. Elerkit e Malorian reagirono al fuoco, presero i fucili e montarono una sorta di cono sulla bocca dell’arma, infine spararono. Con quella modifica, il fascio laser blu del fucile apparve notevolmente più grosso, almeno quattro centimetri di diametro in più, e fu molto più distruttivo, fondendo quasi all’istante il metallo dei robot e attraversandoli da parte a parte in pochi secondi. Venne naturale ad Odd e Ulrich chiedersi perché non lo avessero fatto prima, ma quando videro gli alieni cambiare immediatamente due dei quattro nuclei sul retro delle loro armi, fu chiaro che in quelle condizioni le munizioni non duravano nulla. Malorian prese due sfere esplosive come quelle di Alearkit e le lanciò verso le unità nemiche, esplosero non appena entrarono in contatto con loro facendo volare via le coperture di metallo dei robot rivelando un interno formato da cavi, metallo e tubi colmi di carburante giallo. I danni subiti da due di loro furono abbastanza per metterli fuori uso, il rimanente era sul punto di disattivarsi ma riuscì a sparare un ultimo raggio in direzione di Elerkit. La schivata dell’alieno fu così in extremis che Odd si portò una mano al ventre, sorprendendosi di non essere stato attraversato da parte a parte. Il laser era alla sua sinistra, si mosse verso il basso a causa della perdita di potenza del Bloks e incise una lunga linea retta sull’asfalto, prima di dissolversi.

Un altro scuotimento potente come un sisma percorse il ponte. Spaccature ancora più grosse da cui saltarono via frammenti di asfalto comparvero, poi un rumore di cedimento, come una massa di roccia che precipita su una base di metallo e la piega, e una sezione di ottocento metri del ponte crollò nelle acque del fiume in dodici grosse porzioni, creando una deflagrazione di acqua i cui schizzi raggiunsero i gruppi in movimento sul ponte. Dei tre, quello composto da Alearkit e Aelita era troppo indietro per raggiungere in tempo la zona stabile. Il soldato dovette agire subito.

Non aver paura” fu l’unica cosa che la ragazza udì prima di sentirsi prendere per la vita, poi dal braccio dell’alieno partì un guizzo di luce blu seguito da un’onda d’urto. Una deflagrazione azzurrina che la fece volare in un solo istante di quindici metri verso il firmamento. Per quanto potesse consigliarle l’alieno, rimanere tranquilla dopo un evento del genere mentre attorno a lei sentiva solo il soffio del vento, il vuoto e la gravità che ti reclama a sé, non era plausibile. Le sue urla viaggiarono nell’aria e divennero ancora più forti quando si vide avvicinare da due Mante con le fauci metalliche illuminate, pronte ad emettere un nuovo laser. Eppure, riuscì a calmarsi. Per lo stupore, più che altro. Lo stupore di vedere una delle Mante venir attraversata da un raggio azzurro e di veder il soldato Alearkit librarsi in aria superandola in altezza, sparare ad altre due Mante dietro di lei (Aelita non le aveva notate), atterrare sulla quarta ancora in vita e spararle un fascio al centro del corpo metallico, distruggendola. Tutto questo per poi, quasi nello stesso istante, saltare in avanti, afferrare la ragazza durante la caduta libera e riatterrare alla perfezione sull’hoverboard. In quell’istante, Aelita capì che Alearkit era davvero un gran soldato.


KAZYAKAS! DIN OKTA IST HUKTA!!!” 

Oltre un paio di Kankrelat, alieni e terrestri non avevano trovato particolari ostacoli nella parte finale del ponte e nelle fogne, dove si trovavano in quel momento. Camminavano sulla piattaforma rialzata alla destra delle acque reflue. A giudicare dal tono e dalla potenza della voce di Elerkit, quella che aveva gridato non era un’esclamazione di gioia.

Cosa sta succedendo?” provò a chiedere Odd, impanicato e sempre più confuso. Ricevette una risposta da Alearkit, che cercò di essere il più sintetico possibile.

Non riusciamo ad uscire dalla Distorsione”

Come è possibile?”

Non lo sappiamo”

Perché Elerkit avesse imprecato fu subito chiaro. E chissà cosa li trattenne dall’imitarlo…

Malorian, che tra le varie azioni dell’unità si era ritrovato a essere quello in testa, fece cenno a tutti quanti di fermarsi. I suoi compagni lo fecero subito e si comportarono come se avessero già capito tutto, senza chiedere delucidazioni. Per i terrestri non fu così, e le risposte che ebbero non erano più di tanto incoraggianti.

Non percepiamo macchine di Ostark nelle vicinanze e non ne sta inviando di nuove. È improbabile che abbia perso la nostra posizione, quindi dobbiamo capire qual è la trappola” fu sempre Alearkit a dare quelle spiegazioni. Fu l’ultima che disse ai terrestri in quella precisa situazione, i suoi due compagni di squadra lo sommersero con le loro analisi e opinioni su ogni cosa. Si espressero in terrestre, una cortesia quasi fuori luogo in quella situazione critica.

Lo sapete entrambi che non dobbiamo restarcene qui. Ostark ha già mappato questa zona con i suoi richiami, la Distorsione è molto più grande di quello che pensiamo. Gli stiamo permettendo di circondarci”

Non ha senso, Elerkit. Se Ostark avesse mappato la zona, significherebbe che sapeva già la posizione di Lyoko. Quel terrestre non gli sarebbe servito a niente”

Caposquadra, lei lo sa che può avergli mentito solo per attirarci qui e metterci in trappola”

Non ci credi neanche tu, Elerkit” la voce di Malorian si era aggiunta alla discussione.

Il Caposquadra ha ragione. Per questa missione potevano ingaggiare uno solo di noi o cinquemila soldati, avremmo potuto fare un casino tremendo come degli irresponsabili o non fare nulla perché non avevamo ricevuto il messaggio”

Certo, perché che Ostark utilizzi un essere umano a caso per i suoi scopi ha molto più senso!”

Non hai tutti i torti. Certo che… Uno scienziato scomparso, un fratello lunatico e ora anche un alieno morto. La gente che ci dà problemi è davvero interessante”

Non sono… lunatico…” la voce di Niktor arrivò debole, ma il fatto che avesse sentito e avesse risposto significava che i sedativi stavano perdendo di efficacia. Non era il massimo in quella situazione, Alearkit lo avrebbe fatto notare. Non lo fece.

Nella sua mente stava creando una serie di associazioni di pensieri nati dall’espressione di Elerkit “un essere umano a caso”. Se era un caso, Avier era una scelta particolarmente azzeccata. Abbastanza intelligente da trovare Lyoko da solo, abbastanza carismatico da controllare chiunque volesse, abbastanza falso da non farsi scrupoli, abbastanza sveglio da…


Rilevo un cambio di pressione nell’aria” la frase di Malorian fu immediatamente seguita dall’ordine tempestivo di Alearkit di rimettersi a correre. Non servì a molto, pochi secondi dopo l’intero gruppo fu investito da un’ondata di acqua di fiume misto ad acque reflue. Mentre le fogne si allagavano, loro venivano trascinati via.


Swarker – KNWL Akton LK1606 – Lark aktian


Markas anèr din spikanter”

 Derghiss, il capo della divisione informatica, entrò nella sala di comando gridando queste precise parole.

Nik. Aninò nikta lankatas din postka” la risposta del superiore fu ferma e gelida, non dava spazio a possibilità.

Man piktatos Alearkit ist in, laskenatos lomas”

Ist din ter kotas arkazos” 

Derghiss uscì dalla sala sconsolato e terrorizzato. La paura che provava dentro di sé non riusciva a quantificarla con le parole, era una fobia venefica e debilitante per la sua mente. Non poteva far altro che sperare ancora una volta dimostrasse perché lo chiamassero din Ekternal.


Liceo Johannes – camera di William Dunbar – ore 14:45


William e Yumi era avvinghiati tra loro, stesi sul letto della stanza. Si scambiavano baci passionali mentre con le mani si carezzavano le reciproche schiene provando brividi di piacere per quei gesti. Poi, proprio quando William iniziò a sollevare la t-shirt della ragazza alla ricerca di un contatto più intenso, qualcuno prese a bussare con forza alla porta.

Questa camera è maledetta. Ogni volta che ci tocchiamo veniamo interrotti” commentò il ragazzo rimettendosi a sedere sul letto.

Prova a farla benedire” aggiunse sarcastica la ragazza, poi William fu costretto ad alzarsi in fretta e furia per dirigersi verso l’ingresso. Chiunque stesse bussando, avrebbe potuto scardinare la porta per la forza con cui compiva quel gesto.

Ehi, Pierrot. Che succede?” Pierrot era un compagno di classe di William, un ragazzo dalla pelle piuttosto chiara, ma che non era mai stata spettrale come in quel momento. Non aveva praticamente colore.

Accendete la TV. Gli alieni ci attaccano!” l’agitazione con cui disse quelle parole fece per un attimo vagliare a William l’ipotesi che Pierrot si fosse drogato. Lo aveva visto con uno spinello nello zaino una volta, magari era inconsciamente entrato in contatto con roba più pesante. Poi, però, accese la TV e per poco non divenne bianco come il suo compagno. Yumi non fu da meno. Tutti i canali trasmettevano un notiziario, tutti i notiziari parlavano di un solo avvenimento: alieni. Le immagini che mostravano erano tutte fin troppo familiari ai due guerrieri Lyoko.

Ma quella è la fabbrica” commentò William ad alta voce incautamente, ma troppo agitato anche solo per pensarci. Agì d’istinto, così come Yumi, e non pensarono ad altro che raggiungere quel posto.

Ehi, dove andate?” domandò Pierrot con ancora i segni del panico sul volto.

Noi dobbiamo andare, punto e basta. Tu resta qui”


Stati Uniti D’AmericaNew York City Hell’s KitchenSecond Eye Bar – contemporaneamente


Una calca di gente, non tutti avventori del locale, si era assembrata vicino al televisore per guardare il notiziario. Nessuno voleva perdere neanche un fotogramma di ciò che veniva trasmesso, qualunque impegno avessero per quella giornata, lo avrebbero rimandato. Quel giorno si stava scrivendo la storia, distrarsi era un crimine.

Fra questi, un uomo dai capelli marroni e vestito con un lungo montgomery grigio topo. Non aveva molti tratti peculiari, solo una grossa borsa di plastica blu pastello nella mano destra, delle vecchissime cicatrici da morso sulle labbra e un chewing gum che masticava animatamente. Ogni tanto scambiava qualche parola con la barista.

E quindi gli uomini delle stelle sono venuti a farci una visita. Non sembrano andare d’accordo tra loro” disse lui con un tono di voce assolutamente privo di tratti particolari, forse solo un po’ saccente.

Sono una punizione divina”

Oh si! Dio ha sempre un senso dell’umorismo delizioso, Laura. Sono d’accordo”

Non bestemmiare. È colpa di quelli come te se Dio si sta vendicando”

Davvero?”

Si, colpa tua e degli omosessuali”

Capisco” l’uomo fece un’espressione sconsolata e poi iniziò a farsi strada tra la folla verso l’uscita del locale.

Dove vai?”

Tra un po’ mi chiameranno per lavoro”

Convertiti prima che giunga la tua ora”

Ci penserò”


Uscito dal locale, si era già dimenticato cosa Laura gli avesse detto. In compenso, la sua previsione si era avverata, come sempre. Il telefono nella sua tasca prese a vibrare, la sua suoneria era L’Inverno di Vivaldi. Sentirla a tutto volume gli dava l’umore adatto per… Beh! Per fare tutto, in effetti. Non c’era nulla che Vivaldi non risolvesse.

Pronto”

Stesso posto di un anno fa”


?????????????- Cuore di Ostark - ??????????


L’hai ucciso, Ostark! Ti avevo detto che sarebbe stato folle agire in quel modo”


Dati vocali Zerkalo> Ehi, aspetta un attimo.

Ma in che lingua è questa parte?

A.S> Rilevato linguaggio comunicativo generico di Ostark

variabile Ok239

Dati vocali Zerkalo> Come è possibile che tu riesca a tradurre allora?

A.S> Presenza di dati di traduzione rilevati

A.S> Elemento #4hv493hte43r89thj4ij39t8h34à9h

Dati vocali Zerkalo> Uno dei ricordi di Avier? Quindi,

il tuo non riconoscerli correttamente non è solo legato ai danni subiti.

Mi chiedo cosa significhi?

Continua


>Nulla è fallito<

Una serie di tentacoli meccanici si avvinghiò attorno al corpo della donna, in pochi secondi si ritrovò a tre metri metri da terra con gli arti che le venivano tesi forzatamente verso l’esterno. Non riusciva a muoversi, poté solo parlare mentre una coppia di tentacoli muniti di elettrodi prese ad aderire alla sua testa.

Cosa intendi fare?”

>Il programma va seguito<

Ti si ritorcerà contro. Smettila prima che la Grande Equazione ci schiacci”

>Il programma va seguito<

Non farlo” una coppia di lacrime rigò il volto della donna. Non per Avier, non per l’Universo, per se stessa. Per la vita che aveva paura di perdere da un momento all’altro.

Ostark aveva già deciso.

Agì.



Fogne della fabbrica – contemporaneamente


Non si dica mai che l’Akia Sakratos abbia avuto difficoltà a resistere contro un’ondata d’acqua, come alcune voci diffamatorie avrebbero sostenuto in futuro. Semplicemente, non è vero. Non fu propriamente la corrente a far disperdere i tre soldati, ma il fatto che gli esseri umani vennero trascinati da essa. Inoltre, non c’era solo acqua in quella fogna, ma altre creature di Ostark. Quelle che i guerrieri Lyoko chiamavano Kongres e gli Swarkerinster Ros-Katian: murene di metallo giganti che cercarono di polverizzare i loro obiettivi con i fasci laser emessi dalle loro bocche. I soldati dell’Akia Sakratos ne eliminarono sette, di cui quattro solo Alearkit. Questo prima che un’ottava sfondasse il fondale del canale di scolo, aprendo uno sfogo ad un livello inferiore delle fogne. Un gorgo che attirò a sé Aelita e Alearkit, separandoli dagli altri.


Ehi, sveglia. Sveglia principessa!” la ragazza sentì una serie di pressioni forti e regolari al centro del suo petto, aprì gli occhi di colpo ed emise un respiro soffocato prima di girarsi su un fianco e sputare via un’acqua dal sapore disgustoso con colpi di tosse. A farla riprendere era stato l’alieno, che ora stava bersagliando con il fucile una serie di Kankrelat, Bloks e Creeper che presero ad apparire attorno a loro. Ogni colpo andava a segno, ma non riusciva a gestirli tutti. Fasci laser arrivarono minacciosi verso di loro, fermati solo da un altro scudo a bolla generato da un nuovo dispositivo piramidale, non sembrava poter durare a lungo. Il tono di voce esagitato di Alearkit confermò questa constatazione.

Tu sei la chiave di tutto”

In che senso?” Aelita ormai non capiva più niente, voleva solo credere di star vivendo il più lungo incubo della sua vita. La voce del soldato però sapeva far tornare alla realtà.

Avier non era una semplice pedina, era un agente vero e proprio. Ha capito che avremmo potuto ucciderti senza problemi e lo ha impedito”

Voi lo avreste fatto?” la paura di Aelita non ebbe risposta, fu stroncata tempestivamente.

NON ORA! Tu sei importante per qualche motivo. Lui ti ha dato qualcosa che traccia la tua posizione. È per questo che Ostark riesce a capire sempre dove ci troviamo, ed è per questo che la Distorsione sembra così grande. Tu la stai portando con noi” il panico impedì alla ragazza di pensare rapidamente, per un attimo sentì come se la sua mente fosse solo invasa da rumori assordanti. Poi, però, capì.

La collana! Mi ha regalato una collana” riuscì solo a tirarla fuori prima che l’alieno riuscisse a tirargliela dal collo spaccando a mani nude gli anelli della catena, per poi sparare con il fucile sul ciondolo dorato.

Daskadin!” il tono di voce dell’alieno era compiaciuto, sintomo che aveva ragione. Subito dopo, una serie di ologrammi riapparvero sul suo braccio e davanti al suo petto, Alearkit interagì con quelli sul suo braccio e poi tirò a sé la ragazza. Entrambi si sentirono abbracciare da un lampo di luce, ebbero un istante in cui non percepirono niente, non pensarono niente, come morti. Poi, riapparvero in un luogo diverso. La foresta che nascondeva il tombino per la fabbrica, anche se in un punto dove i guerrieri Lyoko non erano mai stati.


Poco dopo apparvero gli altri due soldati con Ulrich, Odd e Niktor, quest’ultimo ancora alle spalle di Malorian.

Perché qui, caposquadra? Ci riporti nella base”

Non abbiamo recuperato Lyoko” la voce di Alearkit era perentoria, intanto con le mani si era toccato un dispositivo sul petto, tutta una serie di nuovi ologrammi apparve davanti a lui e iniziò a interagire con essi.

Ne abbiamo una copia. Il resto ce l’ha Ostark. La missione è fallita” la voce di Elerkit era veramente agitata, in quel preciso momento era molto più simile agli esseri umani. Ed era quasi inquietante vedere tutta quell’umanità in un alieno.

Si, ma lasciando tutto a Ostark non avremo solo fallito la missione…”

Avremo condannato lo Swarker” aggiunse Malorian, anche lui si dimostrò umano. Solo Alearkit rimaneva fermo e serio, aveva quasi finito.

Non sappiamo neanche cosa possa farsene” commentò Elerkit sconsolato.

Non importa” terminò il caposquadra, poi iniziò a parlare con qualcuno in tutt’altra parte della galassia.

Anek Akertosh Alearkit, din okta ist hukta. Ostark kaptat Lyoko. Ener din Daksias ist anazak, anì manketh istukian. Aninò laskenos Ostark”

Lak nosch. Manketh lork”


Tutto il mondo, in vari modi, stava vivendo quella situazione. Tutto il mondo, in vari modi, vide quello che accadde subito dopo. Con la stessa velocità di un lampo durante un temporale, nei cieli apparve un’astronave. Immensa, lunga quasi un chilometro e larga in proporzione, dalla forme aerodinamiche e il color dell’acciaio temprato. Un edificio galleggiante disteso di lungo che si spostava con bruciatori che non emettevano calore o fumo, ma una radiazione azzurrina. Tutti rimasero sbigottiti.

Rimasero sbigottiti Odd, Ulrich e Aelita, prima di essere inghiottiti da un altro bagliore e portati lì dentro assieme ai soldati.

Rimasero sbigottiti William e Yumi, non ancora arrivati alla fabbrica, eppure capaci di vedere quella tecnologia evoluta ferma nel firmamento.

Rimase sbigottito l’uomo di New York, poi distolse lo sguardo dalla vetrina con i televisori dove si era fermato, sputò il chewing gum in una pattumiera e camminò con passo più rapido verso la sua meta.

Poi, così come era apparsa, l’astronave si diresse verso l’alto lasciando una scia di luce azzurra dietro di sé, diventando sempre più piccola, sino a non poter più essere vista da nessuno.


Arbak 635Dikian 3C - Direzione uscente dalla Via Lattea – Ore 15:00


La situazione non sembrava essersi calmata per nulla, ma per i tre guerrieri Lyoko si era fatta meno movimentata. Erano stati costretti a correre lungo un corridoio di metallo dove centinaia di figure vestite in modo simile all’Akia Sakratos si muovevano avanti indietro, gridando ordini nella loro lingua. Tutto questo per poi venire stipati in una camera di metallo totalmente vuota, se non per un dispositivo circolare fatto aderire ad una parete, lì venne collegata la manetta sul braccio rimasto di Niktor, l’arto mozzato venne finalmente separato e portato via. C’era da chiedersi perché fecero quell’ultima cosa solo in quel momento, ma ci doveva essere sicuramente una motivazione, una motivazione che nessuno voleva passare il tempo a cercare di capire. Poi Alearkit ordinò loro di rimanere lì e lasciar fare il resto ai KNWL, e anche di non avvicinarsi a suo fratello. Era pur sempre un criminale.

Quest’ultimo, non era particolarmente felice della sua condizione.

Siete dei traditori” disse con una voce chiaramente volta a essere più fastidiosa possibile.

Tu sei un mostro” fu Odd a dirlo, le immagini trasmesse da quegli ologrammi gli erano ritornate in testa e non ne sarebbero uscite facilmente. Il terrore di tutti quegli Swarkerinster era così vivido, era come averli davanti tutti quanti.

Potrebbe essere tutto falso. Lo Swarker ha tecnologie per spostarsi in ogni punto dell’universo e per rendere gas il metallo nello stesso tempo in cui io sbatto le palpebre. Secondo voi non sanno fare video falsi?” i tre non erano disposti a crederci, ma non era scopo di Niktor che gli credessero, come dimostrò ben presto.

Io non mi pento di nulla, comunque. Voi sapete cosa significa nascere con tutte quelle sensazioni in testa? Ogni giorno migliaia di informazioni estranee, tutte che vogliono farti provare questo opprimente senso di appartenenza. Sempre a dirti che fai parte della società, che devi operare per farla funzionare, per migliorarla. Allora lavori, lavori, lavori ogni giorno. La gente ti è grata, ma poi vede tuo fratello che fa di meglio con meno fatica e pensa non si può essere tutti perfetti. E tu lo percepisci, tutta gente che dice di esserti grata ma che ti considera uno dei tanti, mentre Alearkit… Alearkit nooo!” il suo tono era diventato particolarmente sarcastico.

Lui non è uno dei tanti. Lui è l’eccellenza, è ciò che tutti vorrebbero essere, è ciò che anche io dovrei prendere come ispirazione. Perché lui è din Ekternal, mentre io sono Niktor Denevun Brealwunt. Ogni giorno, uno dopo l’altro, sempre questo…” Niktor avvicinò la sua fronte alla mano ammanettata alla parete e prese a carezzarla, assumendo un’espressione più rilassata.

Quando sono diventato un Alsther, finalmente mi sono sentito spensierato. Questa cosa è considerata un crimine. E non vi ho neanche parlato delle bugie nel nostro sistema… Non lo farò, non vi meritate la verità” l’alieno si zittì per un attimo, era pensieroso e si guardava intorno quasi a voler cercare un minuscolo dettaglio nella vuotezza della stanza. I tre guerrieri Lyoko non gli risposero, un po’ per disgusto, un po’ per terrore. Ulrich cercò di dire qualcosa, sperando di potersi distrarre.

Come possono così tante cose accadere in un solo giorno? Vorrei solo tornare a casa e deprimermi per il fidanzamento di Yumi”

Quindi non l’hai presa bene?” la risposta era di Aelita, il suo tono di voce aveva una certa vacuità. Nella sua testa, rivedeva Avier che le puntava l’arma, la minacciava di morte con quei suoi occhi diventati così vuoti. Come poteva esistere una persona così falsa?

No, ha pianto tutta la notte” Odd cercò di usare la sua ironia, ma non gli riuscì bene. Ci furono attimi di silenzio, poi Aelita ebbe il coraggio di esternare un dubbio che tutti avevano, ma nessuno aveva ancora avuto il coraggio di dirlo apertamente.

Se quello non era Jeremy, dov’è quello vero? Starà bene?”

Non lo so” Ulrich aveva detto quelle tre parole in modo meccanico, voleva trattenere dentro di sé ogni singola emozione. Odd probabilmente avrebbe risposto qualcosa di simile, ma una quarta voce lo sovrastò.

Lo so io! Lo so io! Lo so io!” ancora da seduto, Niktor si era girato verso di loro, un largo sorriso psicotico gli apparve sul volto.

Sapete perché pensavo Avier fosse un mutaforma e non nessuno altro? Perché, sapendo din Inkniam potesse accogliere una sola persona, per quanto il mio perfetto fratello sia ovviamente un perfetto attore, non sia mai che qualcuno lo neghi, avrebbe avuto invero davvero molti problemi a fingersi qualcuno di così importante come Jeremy. Anche perché non mi aspettavo che mi avessero già trovato, che stessero già analizzando tutte le comunicazioni inviate dalla mia posizione e che fossero disposti a sperimentare su di me gli effetti di una tecnologia di cui non sapevano nulla perché sono un condannato a morte (oh si! È questa la gente a cui vi state per unire. Non ne andate fieri?). Insomma, io Jeremy non è che lo abbia ignorato quando è venuto da me. Lo avevo studiato tramite i suoi videodiari, gli ho fatto tante domande, non mi sarebbe potuto sfuggire nulla. Eppure, così non è stato, o sbaglio? Ora, io non sono stupido, non lo sono mai stato. Le informazioni che avevo di din Inkniam le ho ottenute hackerando server della KNWL poco prima di raggiungere la Terra. Bene, ora riflettete. Se lo Swarker sapeva che ero diretto sulla Terra, allora è ragionevole pensare che sapessero anche di altre mie intenzioni. Quindi, cosa avranno fatto quei furbacchioni? Sapendo del mio attacco informatico, mi hanno fatto accedere a informazioni plausibili, ma false. E sapete cosa credo? Che abbiano sopratutto cambiato un dettaglio fondamentale, ovvero che din Inkniam può essere collegata a un solo individuo. Secondo me non è così…” Niktor parlava con un trasporto emotivo eccessivo, un’esuberanza grottesca e sadica. Ed era principalmente il timore dovuto a questo elemento che non permise ai guerrieri di gridargli di star zitto. Nondimeno, avevano un certo interesse per dove volesse andare a parare, non poterono negarlo.

Il divertimento di Niktor stava aumentando.

Ora viene il bello. Vedete, sapendo che Jeremy è stato rapito, che il suo sostituto era davvero credibile e che di certo lui non si è messo a controllarlo una volta rapito, c’è solo una spiegazione: anche lui era collegato a din Inkniam” puntò lo sguardo su Aelita, i suoi occhi erano diventati spietati, come le sue parole.

Già, probabilmente ha visto tutto, Aelita. Perché io l’ho capito che lo stavi tradendo con un tipo bianchiccio, lui… Lui ha vissuto. Oh si! Ha vissuto questo tradimento, ma era lontano, lontanissimo. Incapace di reagire. Posso solo immaginare la rabbia che ha provato, e quella che prova ancora adesso, per ogni istante passato senza poterti dire quello che pensa. Lo vedo mentre è in una stanza piccola e soffocante a guardarsi intorno, a ripensare a quello che vuole dirti, a scegliere parole sempre più forti più la sua rabbia aumenta. E posso vederlo quando lo raggiungerai, quando griderà tutto ciò che ha dentro. Oh si! La sua furia sarà incredibile. E magari… Magari avrà preso qualcosa di nascosto, come una siringa. E quando avrà finito… TE LA PIANTERÀ IN UN OCCHIO! E poi… AH!” Niktor era così preso dall’euforia che aveva sentito il bisogno di alzarsi di colpo, dimenticandosi di essere legato alla parete, quindi il suo braccio si era opposto e lo aveva rigettato a terra.

La ragazza intanto era scoppiata in lacrime, Niktor era riuscito a farla soffrire. Ulrich la strinse affettuosamente per farla calmare.

Non farlo. È quello che vuole, è uno psicopatico” Niktor non volle proprio starsi zitto.

DOKINÀ!!! Vi lamentate di così tante banalità, siete irritanti. Prendete esempio da me, non ho un braccio e quando sarò nello Swarker mi condanneranno a morte, eppure sono allegro. A me piacciono le situazioni critiche, mi permettono di fare questo…” tutto quello che segue, l’alieno lo disse cantando a squarciagola.

Dai to ninunà/O sì nai te/Ani katos no minà/ Ani pantos mineral/ Porkin porkan porkidan/ din svajosa oni svinosa/ anì ittonia poka tanonia”

Avrebbe continuato con quella nenia volgare e irritante a lungo, dimostrando una capacità innata nell’improvvisare canzoni, nello spaccare timpani e nel logorare pazienze. La prova di quest’ultima cosa fu l’entrata nella stanza di un soldato KNWL che faceva da guardia.

Anì maraia din anmo, Niktor?” disse innervosito, ma non perdendo la sua compostezza. Mosse un passo verso il prigioniero ed ebbe un istante, un solo istante per capire che Niktor aveva giocato di proposito con i suoi nervi. Sputò un suo dente seguito da un fiotto bluastro di sangue, il soldato tentò di alzare lo scudo energetico sul braccio, non ebbe tempo. Un dispositivo occultato nel dente esplose in un bagliore bianco accecante e una serie di fischi acuti che invasero la stanza. Odd, Ulrich e Aelita chiusero gli occhi il prima possibile, ma se li sentirono bruciare lo stesso, così come sentirono bruciare i nervi cranici, un inferno di dolore che cercarono di placare portandosi le mani ai lati della testa e gridando a squarciagola. Non ottennero risultati, e il dolore fece loro perdere i sensi.

A loro andò bene. Gli effetti sul soldato furono invece devastanti, la sua mente impazzì totalmente per poi iniziare a spegnersi un settore alla volta. In pochi secondi perse la capacità di parlare, di vedere, di sentire, di muoversi. Poté solo accasciarsi a terra in preda a convulsioni mentre la sua bocca si riempiva di bava, sarebbe soffocato dopo un po’. Ma prima che questo accadesse, una lama aveva già tagliato la sua gola.


Quando si risvegliarono, Odd, Ulrich e Aelita si chiesero se quello fosse l’aldilà. Poi videro i volti coperti di tre soldati KNWL, uno inginocchiato che li ispezionava attentamente e due che discutevano animosamente, e capirono che erano sull’astronave.

ASVIDIAN MALORIAN RES ELERKIT? ANÌ NIK LOQUA NIKTA AZARAWAS LABIOMA”

disse un soldato più alto e dalla voce piuttosto grave, gli venne risposto con lo stesso tono di voce dal collega

ANÌ NOKAZIA, VIRTAL” 

Niktor ist... daks” 

questa risposta venne da un terzo e causò una stupefazione generale. Questo perché a rispondere era stato Ulrich.

Tu parli la loro lingua?”

Loquat Swarkerebel, Azarawas?”


le domande di Odd e del soldato dalla voce grave vennero pronunciate in contemporanea, avevano più o meno entrambe lo stesso significato. Ulrich riuscì a rispondere in un solo modo.

Si”

E da quando?” questa domanda fu fatta da Aelita.

Non lo so. Mi sento come se sapessi la Swarkerebel da sempre…” Ulrich rimase confuso per un altro paio di secondi, prima di capire che non doveva rimanersene imbambolato. Qualsiasi cosa stesse succedendo, doveva sfruttarla a suo vantaggio. Prese a spiegare la situazione.

Niktor ist daks. Anà salp a tirkan, inter explua it malnia lakasas”

Dinnon Vuktan. Niktor ist inuksia volian laskenos er rokran. Anì kalarmat, anenos serkas man rokas. Din sekta ist xattar” Ulrich annuì, poi si girò verso i suoi amici e si apprestò a tradurre.

Ha detto che Niktor è sicuramente andato ad uccidere suo fratello, lui darà l’allarme mentre noi dobbiamo seguire i suoi compagni, la zona è compromessa” non si fecero ripetere due volte gli ordini. Solo in quel momento si resero conto che sul pavimento della stanza c’era il cadavere del soldato che si era avvicinato a Niktor. Giaceva in posizione prona, totalmente denudato, con il braccio teso in avanti, il sinistro tagliato di netto e un’espressione di puro terrore in viso. Dal moncherino e dalla giugulare squarciata continuava a fuoriuscire copioso il suo sangue blu.

I tre umani non si chiesero mai cosa effettivamente intendesse l’alieno di prima con la zona è compromessa. Se mai se lo fossero chiesti, la risposta gli sarebbe arrivata dopo esattamente dieci passi mossi nel corridoio fuori la stanza. Questo perché, in quel preciso momento, due panelli sulle pareti laterali si staccarono e uno sciame di Kankrelat di Ostark prese ad uscire e invadere la zona. I soldati puntarono subito le armi iniziando a distruggerne quanti più possibile e proseguendo lungo i corridoi dell’astronave. Svoltarono a destra e poi a sinistra, attraversando quei percorsi labirintici che, nonostante lunghezze e dimensioni diverse, sembravano tutti uguali. Ai terrestri non era chiaro se i due soldati stessero seguendo un percorso che conoscevano o stessero invece girando a caso, potevano solo sperare nella prima ipotesi. Le uniche certezze erano che non c’erano altri soldati KNWL oltre loro in quella zona e che più andavano avanti, più la situazione peggiorava. Porzioni sempre più grandi delle pareti crollavano mentre le luci iniziarono a funzionare ad intermittenza, i soldati fecero del loro meglio per fronteggiare il numero sempre maggiore di Kankrelat, ma loro non erano l’Akia Sakratos. Riuscirono ad evitare di far ferire i guerrieri Lyoko, che non sarebbero riusciti a guarire con le medicazioni in loro possesso, ma vennero feriti più volte loro. Uno dei due, che si era spostato dietro i tre umani per guardargli le spalle, fu quello che venne raggiunto più volte dai laser. Alla spalla destra, procurandosi un’ustione spaventosa e sanguinante, sulla testa, dove una parte del casco si ruppe, mostrando chiaramente la pelle bianca della sua tempia destra, e infine alla gamba sinistra, perdendo una porzione di muscoloso e dovendo zoppicare per poter andare avanti. Quest’ultima ferita gli fu fatale.

A una decina di metri dalla meta, sentì il pavimento sparirgli dalle gambe, una piastra aveva ceduto. Non riuscì a saltare e pote solo aggrapparsi ai bordi. Tentò di rialzarsi, ma tre laser continui avevano già puntato la sua schiena e altri si stavano unendo a quelli, rendendo vani i tentativi del suo compagno di salvarlo sparando alle creature meccaniche. Le fibre intelligenti della sua tuta protettiva resistettero quattro secondi prima di disintegrarsi, i laser gli entrarono nella schiena e poco dopo gli uscirono dal petto, perse le forze in un istante e cadde di sotto. L’ultima cosa che sentì fu il suo nome venire gridato.

SOOOLKAAAS!!!!”

Il soldato cercò di ignorare il trauma di quella perdita, di tornare istantaneamente lucido. Non gli riuscì così rapidamente e gli costò una ferita sul fianco sinistro. Ma raggiunse la destinazione, portò i tre terrestri in una stanza che aveva l’aria di essere un magazzino viste le numerose di file di scatole di metallo con scritte nella lingua dello Swarker. La cosa essenziale era la porta, blindata, spessa dieci centimetri e protetta da uno scudo energetico blu scuro. Il soldato era rimasto con loro e, tramite Ulrich, disse che non potevano far altro che aspettare e che avrebbe reagito ad ogni emergenza. Poi si inginocchiò e prese a medicarsi la ferita.


Arbak 635Afkter L3 - Direzione uscente dalla Via Lattea – contemporaneamente


Quello che stava facendo Alearkit lo stava uccidendo lentamente, ma era l’unico che potesse farlo, poiché solo lui era capace di controllare l’Obster. I fulmini di quel potere galleggiavano attorno al suo corpo come un’aura e poi venivano proiettati davanti a lui tramite le braccia. Il sinistro lo teneva fisso per crearsi una barriera contro i laser delle creature di Ostark, mentre con il destro lanciava scie di fulmini contro di loro, cercando di distruggerne quante più poteva di tutte quelle che gli passavano davanti. Avendo davanti a sé il panorama del vuoto dello spazio, ne vedeva tante. Sì, si trovava dietro un grosso portellone aperto che dava sull’esterno, soltanto lo scudo leggermente luminoso dell’astronave impediva la depressurizzazione di quella sezione. Se per qualche motivo avesse smesso di funzionare, sarebbe morto. La sua tuta era danneggiata, se l’era danneggiata da solo quelle volte che aveva perso il controllo sul suo potere durante quella mossa suicida. L’Obster era fatto così, poteva essere controllato da pochi fortunati tra gli Swarkerinster e distruggeva tutto ciò che non era organico. In cambio, causava danni nervosi di vario genere. In Alearkit erano spesso momenti di vuoto in cui ripensava al passato senza motivo, durante questi momenti si era distratto e un fulmine era ritornato da lui. Ora nulla poteva assicurare al suo corpo una pressione costante. Non gli interessava, la missione era più importante. Doveva distruggere quante più creature poteva, ognuna di loro probabilmente conteneva una porzione dei dati di Lyoko, Ostark doveva entrare in contatto con meno dati possibili.


Le allucinazioni divennero più frequenti, rivisse per un attimo varie fasi del suo addestramento. Il tono imperativo dei vari comandanti, lo ricordava così bene. Incredibile con quanta forza riuscissero ad urlare, ad Alearkit non piaceva urlare troppo. Riteneva che tramite l’Alaktania potesse dare molte più informazioni in modo molto più chiaro, bisognava solo imparare a capirle. Era per questo che l’Akia Sakratos funzionava così bene, erano tre ma erano anche uno solo. Una creatura ibrida formata dall’unione passiva delle loro menti. Affascinante!

Così come rivide le urla dei comandanti, rivide anche i loro complimenti. Per lui era sempre stato naturale essere un soldato, aveva imparato a reagire alle minacce con la stessa naturalezza con cui mangiava. Anzi, anche meglio, visto che a volte si strozzava per la sua brutta abitudine di andare sovrappensiero quando masticava. Quante risate si facevano i suoi colleghi quando vedevano questo evento verificarsi. Pensa se lo sapessero i canali di comunicazione, dicevano scherzando. Era bello vederli ridere.


Un suono di passi riportò il soldato alla realtà. Un’altra figura vestita con una tuta da combattimento simile alla sua, ma con i simboli di un’unità diversa, si dirigeva verso di lui. Camminava con passo rapido e regolare, teneva il braccio destro sul fianco mentre il sinistro ciondolava scoordinatamente.

Vaksan! Ist elasken” gli intimò. Stare lì era pericoloso. Benché qualsiasi essere vivente poteva proteggersi dall’Obster concentrandosi, se per qualsiasi motivo si fosse distratto poteva venirne colpito. Per un individuo non capace di controllarlo, essere colpito dall’Obster non era direttamente fatale, ma spesso causava perdite di coscienza. Svenire in una zona che può depressurizzarsi da un momento all’altro sarebbe stato davvero sconveniente.

La figura, però, non reagì.

VAKSAN!” gridò più forte, ma non ottenne nessuna reazione. Poi rifletté che l’unità con quei simboli non aveva alcun motivo di trovarsi lì, che nessun KNWL indossa il dispositivo di teletrasporto sul braccio destro e che l’altro braccio ciondolava davvero molto, sembrava quasi… Staccato dal corpo.

Capì.

Troppo tardi.

Niktor gli arrivò alle spalle, prese il coltello laser dalla tuta rubata e lo piantò nello collo di suo fratello. Alearkit avrebbe reagito prima, cosi come avrebbe capito prima cosa stesse succedendo, ma usare l’Obster lo aveva sfinito. Furono tante le immagini che vide mentre le energie se ne andavano rapidamente: i suoi colleghi, le persone che lo ammiravano, i genitori che lo venivano a visitare per sapere i progressi della sua vita, il suo complementare Derghiss. Se lo immaginò terrorizzato com’era tutte le volte in cui era in missione, questa volta le sue paure stavano diventando realtà. Si sentì terribilmente male per lui, ma con le ultime energie disse solo due parole.

Fosteras… rokran” poi le forze lo abbandonarono totalmente, l’ultima cosa che vide con i suoi occhi era il sangue scorrere lungo il suo corpo, poi li chiuse.

In quel preciso momento dieci soldati KNWL entrarono in quella sezione dell’astronave, tra questi vi erano Malorian ed Elerkit, le loro urla di rabbia furono quelle più forti quando videro Alearkit. Una serie di laser blu si diresse verso Niktor, ma questo saltò in avanti uscendo dall’astronave, poi si colpì sul fianco con il bracciale sul polso destro, e si teletrasportò lontano. Ora la priorità dei soldati rimasti era quella di recuperare Alearkit, tre di essi corsero immediatamente verso il suo corpo e lo sollevarono portandolo via dalla sezione, giusto un’istante prima che l’ossigeno presente fuoriuscisse totalmente. Le forze di Ostark erano troppo numerose, lo scudo aveva ceduto.


Din okta is taskat hukta! Raskas Swarker. Astras, raskas Swarker” questo fu il comunicato mandato da uno dei soldati al centro di navigazione dell’astronave.


Arbak 635Kammervikter - Direzione uscente dalla Via Lattea – contemporaneamente


Lak nosch” disse il primo pilota una volta ricevuto il comunicato.

Raskas Swarker? Nik katrokian ler dinestà hurkianat. Aninò din laskenat virkas" disse il secondo pilota

Vit al, Volkian?”

Nik” 

Eraskan” premé un interruttore alla destra del suo casco e iniziò a parlare.


Arbak 635Alkas 3C - Direzione uscente dalla Via Lattea – contemporaneamente


Dagli altoparlanti del magazzino dove si trovavano Ulrich, Odd e Aelita, si sentì una voce.

Anì Vikter Volkian Rushtian Pakter, eraskos anenos. Aninò raskos Swarker. Din Arbak ist xrossan, din raskatos ist pokta elaskos. Merras anenos”

Cosa ha detto, Ulrich?” la domanda di Aelita fu tempestiva.

Ha parlato uno dei piloti. Ha detto che stanno ritornando nello Swarker, gli scudi sono disattivati e l’astronave ha molti danni. Con il viaggio di ritorno c’è la seria possibilità di morire. Poi ha detto fate quello che ritenete opportuno” avrebbero chiesto altro, ma il soldato che era lì catturò la loro attenzione. Camminò verso di loro, si inginocchiò e fece cenno di imitarlo, poi si tolse l’elmo, chiuse gli occhi, mise le sue braccia sopra le spalle di Ulrich e Odd e iniziò a recitare una cantilena.

Anì, dot van Kin, din Swarker istekian, din Alaktania istekian, din Inster Inakter gatekian…”

 

Cosa sta facendo?” questa volta la domanda fu formulata da Odd.

Sta… pregando”


Arbak 635Kammervikter - Direzione uscente dalla Via Lattea – contemporaneamente


I due piloti si misero le mani sulle reciproche spalle, poi si completarono una frase.

As din lorkas inokta…” 

“…din KNWL sokta” 

Girarono nello stesso momento due manopole alla loro destra. L’astronave ebbe come un sussulto, si sentì il suono di un jet che rompe la barriera del suono. Infine, tutto lo spazio occupato dall’astronave tornò ad essere quello che era prima. Vuoto siderale.


Klevelangolo del Lord 

E si, non sono morto. Ammetto che buona parte del ritardo di questo capitolo è colpa mia, avrei potuto decisamente impegnarmi di più per concluderlo prima. Però, ci si sono messe anche altre situazioni e il capitolo stesso. Come avrete potuto vedere, questo è il capitolo più lungo e denso di avvenimenti e rivelazioni di tutta la storia. Il motivo sta nel suo essere la chiusura del primo ciclo. Quindi, ho provato davvero fatica mentre lo scrivevo, dovevo tenere collegate fra loro tutte le mie idee che mi ero prefissato cercando di non contraddire cose che ho detto in precedenza. Alla fine però ci sono riuscito, ed ora siamo qui, davanti un futuro nebuloso e incerto, spero possa intrattenervi e avvincervi nello stesso modo mi auguro abbia fatto tutto quello che ho scritto finora. Vedremo.

Detto ciò, probabilmente farò delle modifiche nei capitoli che ho già scritto. Nulla che cambi sensibilmente la storia, solo una sciaquata dei panni in Arno per il testo e la correzione di alcune distrazioni che ho avuto a causa di mia personale ignoranza su alcuni argomenti. 

Cordiali saluti da Lord Kleveland

PS Vi ricordate che qualche capitolo fa vi avevo linkato una canzone "dedicata a due personaggi che dovrete avere ancora modo di conoscere". Ecco, il mistero è svelato:

Legati dal sangue, divisi dal fato. Due fratelli si rivelano, nell'Equazione del Tempo

Fratelli Brealwunt


   
 
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