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Autore: KT11    03/10/2020    0 recensioni
Terzo prompt della lista pumpINK indetta da @fanwriterit per il Writober 2020- APOLLO X GIACINTO
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella giornata estiva. Il sole era alto nel cielo e stava illuminando la terra con i suoi caldi raggi. Il cielo era azzurro e sembrava che la natura fosse completamente in armonia.

 

Apollo si voltò verso il ragazzo alla sua destra. Giacinto stava sorridendo con gli occhi chiusi, con la testa rivolta verso l'alto. Dei fasci di luce che provenivano dal sole e venivano divisi attraverso la chioma dell'albero che faceva ombra ai due, gli illuminavano il volto bellissimo mettendo in evidenza i dettagli dei suoi lineamenti.

 

I due passavano ormai molto tempo insieme e avevano avuto modo di conoscersi sempre meglio. Apollo era molto innamorato, come mai (o poche volte) era stato nella sua vita immortale. Giacinto era sempre entusiasta e il dio era molto divertito di questo.. era come se dovesse sempre insegnargli qualcosa di nuovo. Inoltre il ragazzo era sempre pronto ad imparare da lui e il dio della musica doveva ammettere che era anche uno studente modello, dal momento che imparava tutto in modo preciso e in breve tempo.

Apollo amava insegnargli a muovere le delicate dita sulle corde della lira e vedere come si compiaceva se riusciva a comporre dei semplici suoni. Inoltre aveva una splendida voce e il dio dell'Olimpo cercava di farlo cantare il più possibile per imprimersi la sua angelica voce nella mente.

Oppure amava vederlo applicarsi al lancio del giavellotto oppure al tiro con l'arco. Non era bravo come nella musica o nel canto ma il dio apprezzava che ci mettesse tanto impegno.

 

Anche in quel momento Apollo si stava beando della sua presenza, della sua bellezza, della sua mortalità.. quella terribile mortalità che prima o poi glielo avrebbe strappato dalle mani. Sapeva infatti che il tempo che avevano a disposizione insieme era esiguo ed era deciso in tutto e per tutto a rendere quel tempo magico ed indimenticabile.

 

-A che pensi?- chiese il ragazzo voltandosi verso di lui e notando che lo stava fissando intesamente.

 

Apollo gli sorrise e gli accarezzò i capelli con una mano -A niente.. e tu?-

 

Lui sorrise: -Pensavo alle ali degli uccelli.. sembrano essere così liberi in aria.. mi piacerebbe provarne l'ebbrezza, sentirmi libero-

 

-Con me non ti senti libero? E ti assicuro che gli uomini non dovrebbero pensare a qualcosa che non gli si addice per natura. Volare è un dono che solo gli uccelli, qualche insetto di campagna e qualche pesce ha- disse -Gli uomini hanno altre doti, come quelle che tu possiedi, il canto per esempio! O la musica!-

 

Giacinto sorrise e si mise su un fianco, rivolto verso di lui. Apollolo guardò ancora in tutto il suo splendore. Sembrava un figlio di Afrodite tanto era bello..

 

-Ma i miei doni non sono splendidi come i tuoi- disse accarezzando la guancia del dio.

 

Quest'ultimo ridacchiò divertito -Questo perchè ho più esperienza di te, mio amato- disse avvicinandosi a lui e posando le proprie labbra sulle sue.

 

Le labbra di Giacinto erano delicate, molto morbide e di un rossore tenue che sembrava le avesse tinte con qualche cosmetico. Inoltre il ragazzo profumava sempre di fresco e per Apollo era come inebriarsi dei profumi di tutti i fiori primaverili.

Mentre poi le loro labbra si univano e si mescolavano, le loro mani si poggiarono le une sulle guancia dell'altro e viceversa.

 

Quando poi si staccarono a malincuore si sorrisero e il dio ancora una volta cercò di imprimersi nella mente il sorriso del ragazzo che amava, illuminato dalla luce del sole e incorniciato dalla natura intorno a loro.

 

Giacinto poi si alzò e lo tirò a sè per farlo alzare. Apollo lo seguì divertito e il giovane disse: -Facciamo a gara a chi arriva al fiume, dai!-

 

-Non sei più un fanciullo, Giacinto-

 

Lui lo guardò con occhi supplicanti. Lo faceva sempre quando voleva qualcosa da lui. Sapeva ache il biondo avrebbe acconsentito: -Dai.. Così ci rinfreschiamo e riposiamo le membra anche sulla riva del fiume-

 

Apollo sospirò sorridendo e disse: -E va bene, mio amato.. andiamo- e dopo poco partirono correndo verso l'acqua.

Lasciò che Giacinto andasse avanti. Se avesse voluto avrebbe sicuramente superato quelle deboli gambe mortali ma preferiva rimanere indietro e osservare ora la schiena, ora le gambe, ora i capelli che si muovevano al vento del ragazzo.

Quest'ultimo, dal canto suo, correva divertito, voltandosi per vedere se il biondo lo stava seguendo ancora.

 

Quando poi arrivarono, si buttarono ridendo nel fiume e cominciarono a schizzarsi con l'acqua limpida, per poi rimanere abbracciati a mollo, come se non ci fossero preoccupazioni nel mondo, come se non ci fosse il tempo e il fato che prima o poi avrebbero potuto strapparli l'uno dall'altro.

 

Giacinto, appoggiato con la schiena al petto di Apollo gli mise prese le mani e le strinse tra le sue. Respirò e il dio riuscì a sentire il suo corpo rilassarsi a contatto con il proprio.

Il dio sorrise e disse: -Sai, Giacinto.. mi piacerebbe che tu divenissi eterno.. che tu rimanessi nella storia-

 

-Ma io non voglio rimanere eterno.. mi basta che tu sia con me per sempre..-

 

Apollo arrossì leggermente per l'ingenuità con cui aveva pronunciato quelle parole: -Questo anche io ma.. mi piacerebbe comunque farlo. Sei l'amore della mia vita, che è stata molto difficile fino ad adesso e di conseguenza mi piacerebbe che tu, la mia luce, rimanessi nei secoli e che fossi ammirato da tutti come il giovane più bello-

 

Lui rise divertito: -Che proponi allora?-

 

-Una scultura.. una bella scultura che trattenga tutta la tua bellezza-

 

Giacinto sembrò pensarci: -Mmm.. una scultura.. ci può stare! Ma solo se ti farai ritrarre pure tu!-

 

Apollo rise: -Amo farmi scolpire, va bene!- disse -A me basta che comunque qualcosa di te rimanga, perchè sei e sarai per me l'unico e il solo-

   
 
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