Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: K ANTHOS    03/10/2020    0 recensioni
Come poteva Sara essere a conoscenza addirittura di due omicidi?
Un fremito di terrore lo colse: ora sarebbe toccato a lui?
Rimase esangue al solo pensiero, era quasi in stato di choc, i suoni della campagna gli giungevano ora ovattati e lontani.
Perché non lo aveva ancora denunciato? Cosa la tratteneva?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

 

Se da una parte fu un sollievo avere l’identikit di quell’uomo, dall’altra la consapevolezza di sapere in che mani fosse caduta Sara fece dubitare della possibilità di ritrovarla ancora in vita dopo tutte quelle ore.

Mentre l’immagine del rapitore veniva diramata a tutte le pattuglie, l’agente Lotti si trovava in azienda con la scientifica per completare le indagini e isolare le tracce degli pneumatici.

-E’ incredibile… sembra assurdo- osservò Lotti.

Prese il cellulare e chiamò Riccardo in centrale.

-Riccardo?-

-Dimmi Mauro, hai scoperto qualcosa?-

-Ho qui la conferma di quanto dicono i familiari della ragazza…-

-Cioè?-

-La scientifica ha isolato un battistrada che è praticamente identico a quello che abbiamo rinvenuto sulla piazzola dove è stata rapita la ragazza nigeriana… lo abbiamo confrontato proprio ora, coincide. Sara Morelli è stata rapita dall’assassino seriale delle prostitute- concluse l’agente.

-Mandami tutto in centrale e se trovate qualche altra cosa fatemi sapere immediatamente. Abbiamo poco fa diramato il suo identikit, fallo girare lì in azienda, vedi se qualcuno lo riconosce. Ok?-

-Lo faccio immediatamente-

-Grazie Mauro-

 

Nicola parcheggiò vicino alla questura e raggiunse velocemente l’ingresso.

-Buongiorno, mi avete mandato a chiamare, sono Nicola Moscati- disse trafelato.    

Dopo la telefonata della polizia Nicola aveva contattato Filippo che gli aveva dato conferma di quanto accaduto e si era così ritrovato da solo a gestire quella notizia spaventosa.

I suoi occhi erano ancora rossi per il pianto quando giunse in città.

-Sì, aspetti qui un attimo. Commissario… Nicola Moscati è arrivato- l’agente lo informò con una telefonata interna.

-Fallo salire Nucci, grazie…-

A questo punto delle indagini la testimonianza di Nicola era superflua ma Riccardo si sentì in dovere di dargli delle spiegazioni riguardo la sua presenza in quel luogo.

-Da questa parte… quello è l’ufficio del commissario Valenti… la sta aspettando- fece l’agente Nucci indicando la porta.

-Grazie…- Nicola era intimorito e spaventato per le possibili novità riguardanti il rapimento di Sara, non sapeva bene neanche lui come avrebbe reagito.

Fece pochi passi, girò a destra e, oltrepassando la soglia dell’ufficio, si ritrovò di fronte Riccardo.

-Ma cosa… che ci fai qui Riccardo? E’ uno scherzo?- fece lui sorpreso.

Nicola aveva un’espressione indecifrabile, faticava a credere ai suoi occhi.

-Buongiorno Nicola… mi dispiace… la situazione è sicuramente imbarazzante ma è la realtà: sono un commissario di polizia. Nessuno in vacanza lo sapeva, tranne le mie sorelle ovviamente-

-Perché… perché ci hai preso in giro tutti? Cosa significa tutto questo?-

-La verità è che ero lì per indagare su Sara, su un suo possibile coinvolgimento in un omicidio…- puntualizzò lui.

-Ma cosa diavolo stai dicendo? Sara coinvolta in un omicidio? E’ pura follia… e se tu l’avessi realmente conosciuta lo sapresti meglio di me che è impossibile! E chi avrebbe ucciso? Sentiamo!- fece lui in tono di sfida.

Nicola la stava difendendo a spada tratta, una reazione del tutto comprensibile per Riccardo.

-Non ha ucciso nessuno… abbiamo ricevuto tempo fa anonimamente un disegno riguardante l’identikit di un assassino… è grazie a quel disegno se lo abbiamo trovato e arrestato. Lo aveva realizzato Sara e ce lo ha fatto avere per aiutarci a scoprire la verità…- lo tranquillizzò subito Riccardo.

-Sara è stata testimone di un omicidio? Non mi ha mai parlato di questa cosa… me lo avrebbe detto se fosse successo…- Nicola faticava a comprendere quello che ascoltava.

-La storia è un po’ diversa… sai bene che soffre di incubi… Sei tra i pochi che ne sia stato testimone insieme alla sua famiglia…-

-Sì, lo so che soffre d’incubi… e quindi?-

-I familiari ci hanno spiegato che non sono incubi ma visioni di omicidi… Sara è una sensitiva che assiste ad atti criminosi e disegna puntualmente il volto dell’assassino. Ha sentito la necessità di mandarci l’identikit dell’omicida dell’infermiera dell’ospedale di Belcolle e per dovere d’indagine l’abbiamo cercata per valutarne il coinvolgimento…-

-Non è vero… Sara non mi ha mai detto nulla di questa cosa…-

-Ti avrà voluto proteggere, sei sempre stato un sostegno per lei…-

Nicola aveva ora una espressione smarrita.

-Non so più a cosa credere… ma chi l’ha rapita oggi è coinvolto in quella vicenda?-

 

-In realtà l’ha rapita un’altra persona che ha saputo, non sappiamo in che modo, di questo suo dono. Sara è in pericolo e dobbiamo trovare quest’uomo quanto prima… abbiamo un suo identikit e se potessi riconoscerlo sarebbe molto importante per ritrovare Sara al più presto…-

-Tutto quello che posso fare lo farò…-

Riccardo gli mise il foglio davanti.

-No, non l’ho mai visto… mi dispiace… adesso che cosa succederà a Sara?- gli chiese Nicola spaventato.

-Lo stiamo cercando… riusciremo a trovarla… Grazie comunque per il tuo aiuto Nicola, puoi andare ora-

Nicola si alzò lentamente dalla sedia, fece per uscire dall’ufficio ma si fermò sulla soglia e, girandosi, con sguardo amareggiato e severo gli disse:

-Promettimi Riccardo che farai di tutto per riportarla da noi sana e salva… E io che pensavo ti piacesse… hai giocato sporco con lei… corteggiarla per le tue indagini… è stata una cosa meschina da parte tua!-

-Ne riparleremo di questo… ma non ora-

Il ragazzo lo aveva profondamente ferito, perché era sicuro che quelle sarebbero state le stesse considerazioni che avrebbe fatto Sara nei suoi confronti, e si sentì ancora più in colpa.

La verità era un’altra, ma non era sicuramente quello il luogo ed il momento adatto per ammettere di amarla.

 

L’agente Lotti stava facendo circolare l’immagine del rapitore di Sara tra gli operai e i clienti dell’azienda, fino a quando il foglio arrivò per le mani di Armando.

-Ma questo io lo conosco! E’ Romanelli, Fulvio Romanelli, un mio compaesano… alleva pecore da carne, ha un’azienda nei dintorni di Piansano!- disse Armando sgranando gli occhi.

-Sì, l’ho visto anche io qui un paio di volte tempo fa per comprare del mangime…- aggiunse un altro operaio.

Armando era sbalordito, mai lo avrebbe giudicato capace di un atto orribile come quello: conosceva i genitori, a suo dire delle brave persone, ed il figlio non gli era mai sembrato un violento, anzi. Ai suoi occhi era sempre apparso come un ragazzo mite, semplice se non addirittura ingenuo e sprovveduto.

-Sono uno stupido… sono stato io ieri a dirgli che il sistema di videosorveglianza era guasto… mi dispiace…- Armando era crollato.

-Informo immediatamente Riccardo… spero non sia troppo tardi…- confidò l’agente Lotti ad un collega.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: K ANTHOS