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Autore: HonoSamurai    19/08/2009    1 recensioni
Non poteva tornare indietro. Non poteva vanificare il suo sacrificio. Quando riuscì a raggiungere un posto sicuro si fermo, sedendosi con la schiena contro un albero si portò una mano sul volto per nascondere le lacrime: - Ti amo anch’io, Kiku, dannazione -
Genere: Triste, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania (Ludwig), Giappone (Kiku Honda)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti ricordi i giorni chiari dell'estate
quando parlavamo fra le passeggiate

La guerra era ormai entrata nel vivo, Feliciano si era arreso agli Alleati.

Giappone e Doitsu erano rimasti soli.

Soli contro tutti.

Soli, ma forti perché finchè erano vicini, schiena contro schiena, nessuno li avrebbe battuti!

Kiku si abbassò per schivare una mitragliata pericolosa, il tedesco al suo fianco destro tese le braccia premendo il grilletto della pistola stretta nella mano destra uccidendo chi aveva tentato di colpire l’amico.

Il moro fece un cenno di ringraziamento al biondo indicando poi un riparo dietro ad una camionetta carbonizzata.

Rotolarono dietro il nascondiglio prima di sentir cadere nel punto dove si trovavano poco prima una granata.

Il petto del giapponese si alzava e si abbassava velocemente per la lunga corsa, anche Ludwig era affaticato, ma potevano ancora lottare!

Gli occhi azzurri del tedesco incontrarono i neri dell’asiatico.

Ormai gli bastava poco per capirsi.

Un semplice sguardo.

Un semplice cenno.


stammi più vicino ora che ho paura
perché in questa fretta tutto si consuma
mai non ti vorrei veder cambiare mai

Ludwig prese la mano destra del giapponese stringendola nella sua sinistra:

- Ce la faremo, Kiku!-

Il moro sorrise calmo ricambiando la stretta:

- Non ne dubito, Doi- kun, finchè ci sei tu a guardarmi le spalle so di poter continuare a correre senza avere paura di essere colpito!-

Il biondo ricaricò la pistola passandola al moro che invece aveva preparato il fucile che teneva a tracolla:

- Vuoi fare cambio?-

Domandò Doitsu, Nihon annuì:

- Va bene, tu sei molto più bravo di me con il fucile -

Germania sorrise stringendo l’arma che gli porgeva il compagno, si sporse subito colpendo due nemici che si stavano avvicinando:

- Vai, Kiku, ti copro io! -

Il moro uscì dal riparo iniziando a correre verso il successivo nascondiglio, una pila di sacchi disposti a ferro di cavallo, non aveva paura perché sapeva benissimo che il tedesco avrebbe ucciso chiunque avesse tentato di colpirlo.


Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro
superando quegli ostacoli

Kiku rivolse lo sguardo al campo base nemico poco distante, aprì la sacca per guardare il numero di esplosivi ancora a disposizione, pochi, ma se li sarebbe fatti bastare!

- Cosa possiamo fare con quelli?-

Chiese Doitsu arrivandogli al fianco destro e sedendosi al suo fianco, il moro sospirò:

- Molti danni, ma sono gi ultimi..-

- Ne troveremo altri..-

Il moro rivolse uno sguardo preoccupato al tedesco che gli posò una mano guantata sulla guancia destra sporca di terra:

- Kiku, non preoccuparti, davvero, così ti rendi solo più vulnerabile, loro sono molto più deboli rispetto a noi e noi abbiamo dalla nostra parte il fattore sorpresa..-gli passa una mano tra i capelli-..sai bene quanto ci hanno sottovalutato -

Il moro portò entrambe le mani su quella del biondo arrossendo:

- Lo so, perdonami, ma mi preoccupo per la riuscita della missione..-

Diverse voci li riportarono a rivolgere l’attenzione al campo di battaglia.

Honda sorrise all’amico prendendo una granata, staccando la levetta e poco dopo lanciandola.

Un’esplosione e poi delle urla.

Doitsu e Kiku si scambiarono un’occhiata complice prima di riprendere a correre.


se la vita ci confonde
solo per cercare di essere migliori
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli

Raggiunsero un “punto sicuro” dopo diverse ore: una grotta nascosta nel folto del bosco vicino al campo nemico.

Entrambi erano stravolti, ma soddisfatti.

Soddisfatti per essere vivi.

Soddisfatti per aver ancora una volta battuto il nemico.

Soddisfatti per essere ancora insieme.

Doitsu accese il fuoco buttandovi dentro numerosi legnetti per ravvivarlo, Nihon prese una delle lattine rimaste dalla sacca alla vita portandola vicina al fuoco per scaldarla:

- Ravioli al sugo..-

- Vanno benissimo..-il biondo accenno un sorriso sospirando-..anche se preferirei dei Wuster..-

Il moro ridacchiò:

- Lo continui a ripetere tutti i giorni, mi dispiace che siano finiti un mese fa..-

- Non importa, volevo solo farti ridere- Kiku arrossì a quelle parole nascondendosi dietro alle ginocchia, Germania gli scivolò accanto cingendolo a sé-rischi di prendere freddo -

-.A..arigato -

Mormorò l’asiatico appoggiando la testa contro la spalla del tedesco.


Ed è per questo che ti sto chiedendo
di cercare sempre quelle cose vere
che ci fanno stare bene
mai io non le perderei mai

Quando la lattina fu calda Doitsu la aprì mangiando un boccone, quello dopo lo diede Kiku che si lasciò docilmente imboccare.

Continuarono così.

Un boccone a testa.

Nel religioso silenzio della grotta interrotto solo dal crepitio del fuoco.

Quando la forchetta toccò il fondo il biondo capì che non era rimasto nulla e posò la latta a terra.

Si portò Kiku sulle gambe sorridendo nuovamente, passando la destra tra i neri fili di seta del giapponese che socchiuse gli occhi accoccolandosi contro il compagno:

- Quando tutto finirà, voglio dirti una cosa, Doitsu -

- Non puoi dirmela ora?-

Il moro scosse il capo leggermente:

- No, questo non è il momento giusto -

Il biondo annuì rispettando il volere del compagno di cui ormai conosceva ogni sfumatura:

- Anch’io devo parlarti, ma penso che certi discorsi sia meglio riservarli a dopo la guerra..-

Il moro arrossì fino alle orecchie nel sentire nella profonda voce del tedesco una strana nota.

Sentiva il suo fiato sul collo.

Sentiva le sue labbra quasi sfiorargli la pelle.

- Dormi Kiku, veglierò io su di te -

Il giapponese annuì chiudendo gli occhi sicuro che il tedesco l’avrebbe protetto.

Casa.

Le sue braccia sapevano di casa.


Perché siamo due destini che si uniscono
stretti in un istante solo
che segnano un percorso profondissimo dentro di loro

Quando si svegliò Kiku si accorse di essere solo nella grotta.

Doitsu era non c’era.

Si alzò afferrando la pistola riposta nel fodero al suo fianco destro.

Corse verso l’entrata della grotta, ma si fermò prima sentendo delle voci.

Si appiattì contro la parete guardando fuori.

Doitsu era accerchiato: cinque uomini gli puntavano contro i fucili e dalle uniformi si capiva che erano americani.

Caricò la pistola e sparò.

Colpi precisi che fecero cadere uno ad uno i nemici prima che potessero anche solo pensare di essere attaccati.

Corse poi dal compagno gettandosi al suo collo.

Non si rese conto del suo sguardo atterrito.

Non si era reso conto che aveva cercato di allontanarlo quando poco prima l‘aveva guardato negli occhi:

- Doitsu! Tutto bene?-

Il biondo non fece in tempo a parlare, la voce di Alfred lo precedette:

- Alza le mani, Japan, e getta la pistola -

Kiku si voltò lentamente e vide che al fianco di America c’erano anche Russia, Inghilterra e Canada.

Poteva permettere a Doitsu di fuggire.

Poteva fargli scudo con il suo corpo.

- Doi-kun, ti devo dire una cosa..-

Sussurrò indietreggiando di due passi per essergli abbastanza vicino da farsi sentire, Germania non parlò.

- Getta la pistola, Japan!-

Ripetè Alfred, Kiku al posto di gettarla a terra la strinse meglio sparando:

-…ti amo, Doitsu -

America sparò prendendo il moro alla spalla destra, il giapponese restò in piedi:

- Corri, Doitsu, scappa -

Disse Nihon tentando di restare in piedi, Ludwig fissò per qualche istante il giapponese che stoico continuava a proteggerlo dai proiettili nemici, poi corse via.

Si girò solo una volta.

Vide Kiku cadere nel suo stesso sangue.

Riportò lo sguardo alla strada da percorrere.

Non poteva tornare indietro.

Non poteva vanificare il suo sacrificio.

Quando riuscì a raggiungere un posto sicuro si fermo, sedendosi con la schiena contro un albero si portò una mano sul volto per nascondere le lacrime:

- Ti amo anch’io, Kiku, dannazione -


superando quegli ostacoli
che la vita non ci insegna
solo per cercare di essere più veri
per guardare ancora fuori
per non sentirci soli

   
 
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