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Autore: Helen_Book    07/10/2020    0 recensioni
Eileen ha perso la voce e la capacità di trasformarsi. Sente di non aver nulla da offrire al proprio branco. L'incontro inaspettato con un lupo randagio cambierà totalmente la sua esistenza e la porterà ad addentrarsi nei più oscuri ricordi del suo passato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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I novelli erano circa una trentina e per essere un branco medio-grande, se la cavava piuttosto bene. Il clan viveva in tempi di pace, almeno da un decennio. La corporazione 2 composta dai lupi che difendevano i confini del territorio, poteva contare sui lupi più forti e valorosi del branco, soprannominati i “guerrieri”.
Il padre di Eileen era stato un guerriero e durante un giro di ronda aveva perso la vita. Eileen non conosceva le dinamiche dell’incidente, in quel periodo era troppo concentrata sul proprio dolore per indagare su cosa precisamente fosse successo. Con arrendevolezza aveva accettato il suo destino avverso e si era chiusa in se stessa.

Una parte dei lupi novelli, se ritenuta capace, sarebbe rientrata nella corporazione 2. Come ripeteva Adamo, il capobranco, la precauzione non era mai troppa, i guerrieri erano fondamentali per la sopravvivenza del branco. Eileen aveva sempre ammirato suo padre per la forza e il coraggio, tuttavia non sentiva di aver ereditato quelle caratteristiche. Se prima lo pensava, ora ne aveva la certezza.

In ogni caso, i novelli non avevano l’opportunità di scegliere il proprio ruolo nel branco, come Mala stessa aveva affermato precedentemente. È la corporazione 1 a decidere quale funzione ognuno deve ricoprire, in base alle abilità mostrate durante l’addestramento. Un processo di selezione meritevole, affermavano gli 8 consiglieri che componevano la corporazione 1. Meritevole o no, Eileen non poteva farne parte. Era un pensiero che la ossessionava giorno e notte: non poter contribuire in nessun modo la faceva sentire inutile.

“Eileen, in cosa consiste la prima prova?”

Le sussurrò all’orecchio Mala, ridestandola dai suoi pensieri. La guardò e la scoprì nuovamente preoccupata. Prima che potesse risponderle, Adamo fermò il gruppo e annunciò:

“Siamo arrivati. Da qui in poi verrete sottoposti alla prima prova. Inizieremo con qualcosa di semplice, giusto per scaldarci un po’. Dovrete cercare nel raggio di 1 km alcune piante riportate su questi fogli,”

uno dei ragazzi distribuiva agli altri volantini colorati, mentre Adamo continuava il suo discorso:

“E dovete essere in grado di distinguere quali di queste sono commestibili. È fondamentale per un lupo riconoscere quali di queste piante ci mantiene in vita per giorni. Avete di tempo tutta la giornata.”

Mala fissava il capobranco attentamente, come se cercasse sul suo viso la soluzione alla prima prova. Eileen notò un certo nervosismo diffondersi all’interno del gruppo, soprattutto quando Adamo aggiunse:

“Naturalmente siete un branco, potete collaborare tra di voi, ma se volete meritare un posto nella corporazione 4, dovrete mostrare le vostre abilità, individualmente.

Un brusio si levò dal gruppo e alcuni iniziarono a guardarsi con sospetto, non più come compagni, ma come avversari. Mala fissò Eileen visibilmente confusa. Alcuni novelli iniziarono ad allontanarsi con i volantini in mano, e pian piano la maggior parte delle persone si disperse nella foresta.
Eileen toccò delicatamente il braccio della ragazza e le fece cenno di seguirla. Dopo vari tentativi di scrollarsi l’ansia di dosso, Mala optò per un sorriso forzato:

“Beh, se ci pensi poteva andare peggio. O meglio, poteva andarmi peggio. Alla fine, io ho te, e tu hai me. Ti avviso che faccio schifo con le piante, a malapena riesco a distinguere le erbe buone dalle erbacce.”

Il nervosismo aveva creato una diversa reazione in lei: se prima l’aveva resa silenziosa, ora non smetteva di parlare. Ad Eileen non dispiaceva ascoltarla, dato che solitamente trascorreva le sue giornate in solitudine.
Una pianta riportata nel volantino attirò subito la sua attenzione. Tirò Mala per il braccio ed entrambe si accovacciarono per osservarla più da vicino. Eileen mostrò alla ragazza come la pianta del volantino coincidesse con quella ai loro piedi.

“Cavolo, ma sei un genio! Non l’avevo per niente notata, nella foto sembra più grande rispetto a quella reale. Quindi il suo nome sarebbe Martarole?”

Annuì brevemente e la invitai a leggere la didascalia sotto l’immagine. Nonostante non fosse pienamente interessata alla materia, Mala era una persona sveglia ed intelligente. Non ci aveva trascorso molto tempo insieme, ma poteva percepirlo.
La ragazza scoprì l’altra ad osservarla e le chiese con scioltezza:

“A cosa stai pensando? Non puoi parlare, ma i tuoi occhi lo fanno per te. Magari per agevolare la comunicazione sarebbe meglio che mi insegnassi alcuni segni di base. Che ne dici?”

Un sorriso comparve spontaneamente sulle labbra di Eileen. Nessuno, oltre sua madre e Bentlam, si era mai preso la briga di imparare per comunicare con lei.
“Magari iniziamo con qualche frase di base. Come si dice ‘Come stai?’ oppure ‘Mi aiuti a non fare figure di merda’?”

Le due ragazze si guardarono con un sorriso complice e si godettero quel breve momento di spensieratezza. Eileen raccolse velocemente la pianta da terra e la ripose nella piccola tracolla che portava sempre con sé. Si rivolse all’amica insegnandole strada facendo come segnare frasi basilari. Di tanto in tanto, si fermavano per osservare e raccogliere altre piante presenti sul volantino.
Il sole era alto in cielo, metà giornata era volata via. Mala non sembrò preoccuparsene e si sedette all’ombra di un abete.

“Sono stravolta, ho veramente bisogno di riposare. Magari potremmo cercare di capire quale di queste erbe è commestibile. Certo, preferirei cacciare animali piuttosto che trasformarmi in un erbivoro, però la vita non è sempre giusta.”

Scrollò le spalle e aspettò pazientemente una rispota. Eileen prese il volantino e indicò le piante, subito dopo segnò la parola lupo e puntò l’indice al proprio naso.

“Aspetta, ho capito! Dobbiamo trasformarci in lupo, giusto? Come ho fatto a non arrivarci prima? È il fiuto la risposta a questo indovinello.”

Presa dall’eccitazione, Mala si alzò di scatto e la abbracciò rischiando di farle perdere l’equilibrio.

“Ce l’abbiamo fatta!” Continuava a ripetere, nel silenzio della foresta.

Ad un tratto, una voce interruppe il suo momento di gloria: “Ce l’avete fatta a fare cosa? Perché non condividete le vostre scoperte con il branco?”

Un gruppo di tre novelli si avvicinò gradualmente alle due ragazze. Si sciolsero bruscamente dall’abbraccio e Mala, senza pensarci due volte, spinse dietro di sé l’amica. La sua risposta secca non si fece attendere:

“Qual è il vostro problema? Si può collaborare, ma non si è costretti a farlo. Alla fine, come ben sapete, saremo valutati per le nostre abilità individuali.”

Cercare di minacciarli e tenerli a distanza era inutile: in pochi secondi le avevano già circondate. Eileen guardò in faccia i nuovi arrivati e cercò di capire se effettivamente costituissero una minaccia per la loro incolumità. Mala non aveva ancora mutato forma, ma i peli ritti sul collo e sulle braccia dimostravano che era pronta a farlo. Il fiuto dell’amica la diceva lunga su quali fossero le sue abilità, per questo Eileen decise di affidarsi al suo istinto. Sfilò il coltello dallo stivale, cercando di risultare il più discreta possibile. Purtroppo, uno dei tre la teneva d’occhio da un po’.

“Cosa hai intenzione di fare con quel coltello? Siamo un branco, non ha senso attaccarci. Vogliamo solo sapere cosa avete scoperto, è poi vi lasceremo andare. Lo giuriamo.” Alzò le mani in segno di resa e subito dopo, tutti e tre risero all’unisono.

Mala, indietreggiando, continuò ad utilizzare il suo corpo come scudo, mantenendo però lo sguardo fisso verso i novelli. Era in attesa del momento giusto.

“Al mio tre, scappa sull’albero, io li terrò a bada”, sussurrò la ragazza alle sue spalle. Eileen ammirava il suo coraggio, 3 contro 1 rappresentava chiaramente uno scontro squilibrato. Se non avesse contribuito in qualche modo, Mala non ce l’avrebbe fatta.
Però lei non era coraggiosa come suo padre, non poteva trasformarsi in lupo, avrebbe creato più problemi che altro.

“TRE!”

Eileen non ebbe il tempo di pensare e iniziò a correre verso l’albero alle sue spalle. Un forte rumore di ossa attirò la sua attenzione, l’esitazione le costò cara. Qualcuno la tirò per la sciarpa, facendole perdere l’equilibrio. Cercò di rimettersi in piedi, ma una mano la afferrò per la collottola, spingendola sull’erba. Il ragazzo che aveva notato il suo coltello qualche secondo prima, la teneva inchiodata a terra.

Il coltello! Se n’era quasi dimenticata.

La forza della disperazione si impadronì della sua mano: conficcò l’arma nella coscia destra dell’aggressore, peggiorando la situazione. L’urlo di dolore attirò l’attenzione degli altri lupi e portò l’aggressore a reagire con maggiore violenza. Eileen non riuscì a schivare lo schiaffo e neanche quello successivo. Il dolore le offuscò la vista.

D’un tratto il peso che la teneva inchiodata a terra, scomparve. Riuscì a malapena ad aprire gli occhi. Un lupo dal pelo chiaro si era avventato sul suo aggressore. Gli altri due novelli, mutati in lupo, cercarono di raggiungere il loro amico, zoppicando. Riconobbi nella mia nuova amica la mia salvatrice. Eileen cercò le forze per rialzarsi, ma i colpi sul viso l’avevano stordita tanto da disorientarla.
Prima che la situazione degenerasse ulteriormente, comparvero altri lupi che intervennero cercando di dividere i due avversari. Dopo vari tentativi, Mala e i due novelli furono costretti a ritornare nella loro forma umana.

“Quella bestia lì stesa per terra mi ha conficcato un coltello nella coscia!”

Gridava a squarciagola l’aggressore di Eileen, indicandola. Mala, piena di ferite sulle braccia e sul viso, ringhiò e provò ad aggredirlo nuovamente, ma alcuni intervennero per trattenerla.

“Cosa succede qui?”, tuonò Adamo. “Avete il coraggio di azzuffarvi durante un addestramento? Bene, ritorniamo al Foro e vediamo se dopo avrete la forza di combattere ancora.”

Nessuno fiatò. I tre novelli guardarono le due ragazze in cagnesco e si incamminarono di malavoglia, seguiti dagli altri lupi. Mala cercò di raggiungere Eileen, ma un uomo intervenuto nello scontro, più anziano rispetto agli altri, le stringeva il braccio in una morsa ferrea, impedendole qualsiasi movimento. Cercò di divincolarsi invano. Lo fulminò con lo sguardo, ma il volto spigoloso dell’uomo rimase impassibile.

Eileen si rialzò lentamente e appoggiò la testa all’albero. Inspirare, espirare. Cercò di riprendere fiato e di evitare un ennesimo capogiro. Percepì qualcosa di caldo sulle labbra e cercò di asciugarselo con il dorso della mano. Sangue. Per fortuna, non era una persona facilmente impressionabile. Aveva provato di peggio.   
Uno dei novelli alto, con i capelli castani ondulati, le si avvicinò porgendole dell’acqua. Non si accorse di quanto ne avesse bisogno, finché non la trangugiò tutta. Eileen lo ringraziò con un cenno della testa. Il ragazzo le porse la mano e con delicatezza l’aiutò ad alzarsi. Un altro capogiro la costrinse ad aggrapparsi saldamente al sostegno offerto.

“Ti senti bene? Riesci a camminare?” un’espressione genuinamente preoccupata comparve sul suo volto.

“Noah, vedi che non può risponderti, è muta. Sembra ridotta abbastanza male, è così bianca che sembra stia per svenire” intervenne una ragazza alta e castana.

“Grazie Gil, non sei per niente d’aiuto” rispose sarcasticamente Noah “dammi una mano, dobbiamo cercare di stare al passo con il gruppo.”

Altre due mani aiutarono Eileen a stabilizzarsi. Nonostante fosse stordita, fu in grado di percepire il braccio di Noah intorno alla sua vita stringere in una morsa salda, facendo aderire parte dei loro corpi. Era chiaro che non fosse un gesto con secondi fini, ma sebbene fosse una giornata gelida, Eileen arrossì. Nessun ragazzo le era mai stato così vicino. Nella sua testa iniziò a pregare che non percepisse l’aumentare dei suoi battiti cardiaci.

“L’avete sentito anche voi?” intervenne nuovamente Gil, con atteggiamento circospetto.

“Sentito cosa?” risposero due novelli alle sue spalle.

“Sbrighiamoci, o Adam ce la farà pagare” sbuffò Noah, stringendo maggiormente la presa.





Spero che la storia vi stia piacendo, fatemi sapere!

Helen 
  
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