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Autore: Fiore di Giada    08/10/2020    0 recensioni
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]
[Uchuu no Kishi Tekkaman Blade]Seguito di "Giuramento".
– Ciao, Christopher… Se esiste un dio, spero ti abbia mandato in Paradiso. Sei stato un valido soldato e un uomo coraggioso. E un amico sincero. – cominciò.
– Ti avevo promesso che, se fossi sopravvissuto, sarei arrivato al successo. E ci sono riuscito. Credevo che, con la guerra, non sarei riuscito a scrivere nulla, ma non sono riuscito a restare lontano dalla macchina da scrivere. Tu sai che, per me, la scrittura è vita. – proseguì.
Tacque e sbatté le palpebre. Tremavano le lacrime sulle sue ciglia chiare, ma avvertiva una sensazione di quiete farsi strada nel suo animo.
Poi, la sua mano destra affondò nei capelli ramati di Rachel e la ragazza appoggiò la testa contro la sua spalla. Avrebbe tanto voluto conoscere il migliore amico del suo innamorato.
Ma la guerra aveva eradicato questa possibilità.
Genere: Hurt/Comfort, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A passo lento, Balzac percorse l’ampio viale del cimitero, un mazzo di rose bianche nelle mani.
Il suo sguardo d’acquamarina, attento, studiava le varie sepolture, risplendenti di fiori policromi.
Sette anniE, nonostante i cambiamenti, mi manchi così tanto, amico mio., pensò. Dopo sette, lunghi anni, la guerra si era conclusa con la sconfitta delle potenze dell’Asse.
L’Europa migliore era riuscita a distruggere quel crudele Leviatano, scatenato dalle folli ambizioni di Hitler.
Ma quante persone avevano perduto la vita in quel massacro insensato?
Si fermò, il corpo rigido come una sbarra di metallo. Tra i morti, era presente anche il suo migliore amico, Christopher Marlo.
Si era spento tra atroci sofferente, sotto il calore divorante del deserto di El – Alamein.
Gli avevano concesso la possibilità di assisterlo in quei suoi ultimi, dolorosi momenti.
Ricordava ancora la stretta della sua mano farsi sempre più debole, fino a svanire.
I suoi occhi ambrati, di solito così scintillanti di vita, avevano perduto il loro bagliore.
Maledetta guerra!, imprecò tra sé. Gli alleati erano riusciti a vincere contro le forze dell’Asse, ma l’Europa era ancora dilaniata da ferite sanguinanti.
Quante persone, per colpa del delirio dei nazisti e dei loro alleati, si erano spente sui campi di battaglia?

Si fermò davanti ad una lapide di marmo candido, di forma rettangolare.
Su di essa era appoggiata la foto di un giovane uomo di alta statura, avvolto in un lungo camice bianco.
I capelli neri, lisci, circondavano il viso dai lineamenti delicati, su cui spiccavano gli occhi, dal taglio allungato, che fissavano decisi l’obiettivo.
Poggiò il mazzo di fiori a poca distanza dalla lapide e, per alcuni istanti, rimase immobile, lo sguardo fisso sulla foto.
Buffo… Ho odiato gli italiani per il loro tradimento, eppure devo ringraziarli. Grazie a loro, posso vederti un’ultima volta, amico mio, anche se solo in fotografia. – mormorò, la voce tremante. Per fortuna, era riuscito a diventare uno scrittore molto amato, malgrado la sua giovane età, e i proventi dei suoi libri gli avevano permesso di viaggiare in ogni parte d’Europa.
Aveva veduto la sofferenza, unita alla brama di rinascita.
I popoli europei desideravano liberarsi dell’opprimente peso di quei sei anni di conflitto.
Il suo animo di appassionato d’arte si era nutrito della visione delle grandi città italiane.
Aveva odiato gli italiani, ritenendoli bugiardi e traditori, a causa dell’attacco da loro sferrato alla Francia ormai sconfitta dai nazisti, ma aveva cambiato idea.
Anche essi avevano pianto i loro morti e, tra questi, erano presenti tanti giovani, uomini e donne, che avevano preso le armi contro il nazismo.
Non tutti avevano seguito le ideologie di Benito Mussolini.
Aveva appreso dell’abitudine degli italiani di apporre una foto o un ritratto sulle strutture tombali.
Sulle prime, non aveva compreso la ragione di tale abitudine, che lui riteneva un residuo primitivo, ma poi aveva saputo coglierne l’utilità.
Una fotografia permetteva di serbare il ricordo dei lineamenti del defunto.
Donava la debole illusione di un contatto con la persona amata.
Se non avessi conosciuto questa loro abitudine, sarei impazzito dal dolore. Mi manchi tantissimo, amico mio… In questo modo, posso vedere il tuo viso, anche se fermo in un pezzo di pellicola. sussurrò. Tanti progetti avevano accarezzato, negli anni precedenti al conflitto, ma i loro sogni erano stati distrutti.
Gli pareva di stringere tra le mani dei frammenti di vetro acuminato.
Il sapore amaro del rimpianto riempiva la sua anima e opprimeva il suo cuore.
Non era colpa sua, eppure avvertiva il dolore del rimorso.
Era un giovane intelligente e vivace, ma non riusciva a non accusarsi della morte di Marlo.
Perché Christopher era morto? Perché lui era sopravvissuto?
Non era giusto!
Entrambi meritavano di vivere la loro vita!
Non sono riuscito a riportare il tuo corpo in Inghilterra, amico mio… Ho potuto solo donarti una tomba, a cui donare le mie preghiere. Spero tu non sia arrabbiato. – mormorò.
Le sue dita, leggere, sfiorarono la fotografia e i suoi occhi si chiusero. In quel momento, gli pareva di sentire il calore della pelle del suo amico…
Lo poteva sentire tra le sue braccia, tremante di terrore, quando era tormentato da incubi e desiderava la compagnia di qualcuno.
Le lacrime, prima tremanti sulle lunghe ciglia, rigarono le sue gote e singhiozzi spezzarono il suo petto. Quei ricordi, per quanto belli, avevano un retrogusto amaro.
Eppure, aveva bisogno di ricordare, malgrado la pena da lui provata.

Dei passi attirarono la sua attenzione.
Balzac si girò e vide avanzare verso di lui una ragazza alta e snella, vestita d’un lungo cappotto marrone.
I capelli ramati, leggermente ondulati, scendevano sulle spalle, stretti in una coda bassa, e i suoi occhi verdi, simili a smeraldi, risaltavano sul suo viso dai lineamenti delicati.
Rachel… – la chiamò, stupito. Pochi anni dopo la guerra, aveva conosciuto quella splendida ragazza, orfana di entrambi i genitori.
Inoltre, aveva perduto il suo amato fratello minore durante un bombardamento.
Il dolore comune li aveva uniti in un legame forte, che presto si era tramutato in amore.
Lei aveva compreso la sua sofferenza e lui aveva capito la sua pena.
Per la prima volta, aveva bramato impegnarsi in un legame monogamo.
Per lui, lei era la donna della sua vita.
Un mezzo sorriso sollevò le labbra di Balzac e il giovane si alzò. Forse, quella visita inconsueta era un segno.
Era una possibilità di riconciliazione.

Le si avvicinò e le strinse le mani nelle sue.
Come tu sai, questa è la tomba del mio migliore amico… Io e lui abbiamo combattuto in Africa. Lui è morto lì e io gli avevo promesso che l’avrei riportato nel suo paese. Ma non ci sono riuscito e non mi perdonerò mai. – mormorò, malinconico.
Non è colpa tua, Edouard. In quell’inferno, dovevi pensare a salvare te stesso. Non mi hai detto che lui voleva vederti realizzare i suoi sogni? – chiese lei. Conosceva bene la storia dell’amicizia tra il suo amato e quel giovane inglese, Christopher Marlo.
Il loro sentimento si era consolidato negli anni e, insieme, avevano coltivato sogni di riscatto.
E lei si era sentita onorata di essere stata messa al corrente di un simile legame.
A lei, Edouard aveva schiuso il suo cuore.
Le aveva dato la prova del suo amore, superando reticenze e vergogna.
Balzac, con un cenno della testa, annuì, poi le cinse la vita in un abbraccio e la attirò contro il suo petto.
Sei la luce nella mia vita… Avrei voluto presentarti a Christopher, ma lui è morto. Vorrei renderlo partecipe della felicità che mi hai dato. – mormorò lui.
Per alcuni istanti, rimase immobile e le accarezzò i capelli.
Puoi farlo ora. – disse ad un tratto lei.
Lui le scoccò uno sguardo stupito.
Mi hai detto che la foto su una lapide è un modo per ricordare i lineamenti della persona amata. Pensa che, in questo pezzo di pellicola, c’è una parte di lui. – lo incoraggiò lei.
Per alcuni istanti, lui rimase silenzioso e cogitabondo. Sì, le parole di Rachel avevano un senso.
Lo spirito del suo amico era stato ben reso dalla fotografia e poteva interagire con loro.
O era un suo pensiero contorto, rafforzato dalla nostalgia?
Strinse ancora di più Rachel contro di lui. Perché doveva preoccuparsi di una simile eventualità?


Ciao, Christopher… Se esiste un dio, spero ti abbia mandato in Paradiso. Sei stato un valido soldato e un uomo coraggioso. E un amico sincero. – cominciò.
Ti avevo promesso che, se fossi sopravvissuto, sarei arrivato al successo. E ci sono riuscito. Credevo che, con la guerra, non sarei riuscito a scrivere nulla, ma non sono riuscito a restare lontano dalla macchina da scrivere. Tu sai che, per me, la scrittura è vita. – proseguì.
Tacque e sbatté le palpebre. Tremavano le lacrime sulle sue ciglia chiare, ma avvertiva una sensazione di quiete farsi strada nel suo animo.
Poi, la sua mano destra affondò nei capelli ramati di Rachel e la ragazza appoggiò la testa contro la sua spalla. Avrebbe tanto voluto conoscere il migliore amico del suo innamorato.
Ma la guerra aveva eradicato questa possibilità.
Sono stato fortunato anche in amore… Io, che mi sono sempre divertito con le donne, mi sono innamorato. Il mio cuore è stato catturato da una bellezza anglo francese. Ed è qui accanto a me. Rachel Dubois. Lei è la regina del mio cuore. – proseguì Balzac.
Il volto di Rachel rosseggiò, come fosse stato sfiorato dai raggi del sole morente.
Ciao, Christopher… Il tuo amico Edouard mi ha scelto. E io sono innamorata di lui. Voglio passare con lui il resto della mia vita. – disse, il tono sereno.
Sentendo queste parole, Balzac sorrise, gli occhi raggianti di gioia. Quelle parole empivano il suo cuore di felicità e allontanavano l’amarezza e il rimpianto.
Rachel, ancora una volta, aveva confermato il suo amore per lui.
Christopher… Io e Rachel desideriamo sposarci e creare una famiglia. Ma, prima di compiere questo passo, volevamo parlarne con te. – disse.
La sua mano, leggera, indugiò sul fianco di lei e Rachel gli accarezzò l’avambraccio. Stava bene tra quelle braccia forti e vigorose…
Io non ti dimenticherò mai, amico mio. Io e Rachel verremo a trovarti ad ogni tua compleanno. Te lo prometto. – affermò, deciso, l’uomo, le guance rigate di lacrime. Finalmente, sentiva il cuore libero dall’opprimente peso della disperazione.
Non avrebbe dimenticato Christopher, ma era deciso a proseguire nel cammino della sua vita.
Sì. Verrò anche io a trovarti. Anche tu, che sei stato importante per Edouard, meriti di godere della nostra gioia. – confermò lei, risoluta.
Lo stormire del vento tra gli alberi rispose alle sue parole.

















   
 
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