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Autore: klausanddiego    09/10/2020    0 recensioni
"Your love is therapy
No drug can give me clarity
As much as you do
Yeah, I need you here
Your love is scaring me
No one has ever cared for me
As much as you do"
Ho una playlist dedicata ai Kliego, quindi ho deciso di scriverci una storia!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Diego Hargreeves / Kraken / Numero 2, Klaus Hargreeves / Medium / Numero 4
Note: Lemon, Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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We were so beautiful

We were so tragic

No other magic could ever compare

Diego aveva messo a terra Klaus solo quando avevano raggiunto un posto più sicuro. Guardò il ragazzo con i capelli ricci accendersi una sigaretta e sedersi sul muretto di fronte a lui. Si perse a guardarlo qualche secondo, la luce del sole gli colpiva il viso delicatamente, facendo risaltare i suoi lineamenti e i suoi occhi verdi. Diego seguì i suoi movimenti fluidi e quasi eleganti. Rimase incantato dal modo in cui si portò la sigaretta alle labbra e l’accese, attento che il vento non la spegnesse. Fece il primo tiro e poi sollevò la testa leggermente, per evitare che il fumo finisse nella sua direzione. In quella posizione Diego potè tracciare con gli occhi i lineamenti della mascella e del collo. Fermò i suoi pensieri appena in tempo, ricordandosi di essere ancora arrabbiato con Klaus. Non era il momento di fare il ragazzino: lui aveva una vita nuova, una fidanzata, un lavoro e Klaus non era compreso in questi piani...Forse. 

Lost myself, seventeen

Then you came, found me

No other magic could ever compare

- Hai intenzione di rimanere a fissarmi? Sono timido, sai - il ragazzo di fronte a lui ridacchiò. Gli sguardi di Diego non erano mica passati inosservati e Klaus stesso si era fermato a guardarlo. Lui non potè fare a meno di sentire di nuovo i sensi di colpa. Il viso di Diego aveva quell’espressione accigliata che faceva spesso quando qualcosa non andava. Sapeva che stava per scoppiare una lite, sapeva che Diego sarebbe scoppiato tipo una bomba ad orologeria e sinceramente Klaus non sapeva come evitare il disastro. Povero Diego, chissà quante ne aveva passate senza di lui, doveva aver fatto terribilmente male essere lasciato così, senza spiegazioni. 

- Sei un idiota - Diego scosse la testa, non sapendo bene come rispondere a quella battuta. Non aveva tempo per certe stronzate, affatto. 

- Questo lo sapevamo, adesso dimmi di cosa volevi parlare - Klaus fece un altro tiro, fingendo di non sentire l’ansia e la pesantezza che c’era nell’aria. Forse lo stava solamente provocando così, ma tanto sarebbe stato inevitabile, secondo lui, uscire intatto da quella conversazione. Aveva provato e riprovato la scena nella sua mente per anni e finiva sempre con Diego che andava via, arrabbiato, che diceva di non volerlo più vedere. Avrebbe finalmente scoperto se era solo frutto della sua immaginazione o se conosceva Diego abbastanza bene da sapere come si sarebbe comportato. 

- Di quanto sei stronzo, Klaus. Aspetta, sapevi anche di essere stronzo o sono scontato? - il suo tono fu totalmente sarcastico e pungente, quasi infastidito. Diego si era ripromesso di rimanere calmo e affrontare la situazione come un adulto ponderato e razionale...Ma si stava rendendo conto che “ponderato” e “razionale” non erano mai stati aggettivi adatti a lui. 

E il fatto di aver represso i suoi sentimenti per tanto tempo non aiutava affatto. 

- Mi hanno chiamato in tanti modi, ma credo che “stronzo” mi mancava - il ragazzo fece finta di pensarci un pò prima di rispondere. Stava evitando in tutti modi di andare dritto al punto, di chiedere scusa, e questo perchè ne aveva paura. Non gli piaceva mettersi a nudo e non sapeva bene come affrontare i problemi.

- Perchè non riesci ad essere una persona normale per una cazzo di volta? Che droga hai preso prima che ti trovassi? Cocaina? Eroina? Ecstasy? - Diego lo spintonò leggermente, cercando la risposta nella dimensione delle sue pupille. La pazienza stava arrivando al limite, non poteva provare ad essere serio e basta? Ma soprattutto perchè continuava a prendere quella merda? Neanche a lui piaceva il fatto di dover mettersi a scoprire le sue ferite e buttarci del sale sopra, ma era necessario per andare avanti con le loro vite.

Klaus dopo quelle parole si fermò a guardarlo. Si sentì ferito, quello era il primo giorno che per colazione non aveva buttato giù due pillole di qualsiasi cosa avesse in tasca. Si era ripromesso di rimanere sobrio per qualche tempo, nel caso in cui Diego volesse parlare. Ma la cosa peggiore era avere la conferma che Klaus, secondo Diego, non era altro che la sua dipendenza. Proprio lui, che non lo aveva mai giudicato. Proprio lui, che più di qualsiasi altra persona conosceva ogni lato di Klaus, anche i più brutti. 

There's a room

In my heart with the memories we made

Took 'em down but they're still in their frames

There's no way I could ever forget, mmm

Quindi Klaus spense la sigaretta, si alzò dal posto in cui era seduto e cominciò a camminare via, lontano da Diego. Non gli avrebbe permesso di umiliarlo così, non esisteva. Persino Ben si era reso conto che, per quanto ferito o arrabbiato Diego potesse essere, quelle cose non erano proprio gentili da dire. Klaus ne aveva passate troppe, era già abbastanza fragile.

- Klaus! Klaus, dove vai? - Diego lo seguì, ancora più irritato di prima. Perché doveva fare la prima donna come al solito?

- A drogarmi in qualche vicolo dato che è da ieri notte che non sniffo qualcosa - Klaus si voltò e gli rispose strafottente e arrabbiato a sua volta. Si fermò all’improvviso, facendo fermare Diego a sua volta, troppo vicino a lui. 

- Sono stato insensibile, mi dispiace, ma…- il ragazzo dai capelli neri sbuffò scocciato e poi venne interrotto bruscamente dall’altro. 

- No, non hai il diritto di dire quello che ti pare e sparare a zero su cose di cui non sai niente! - Klaus alzò la voce, puntando un dito contro il petto di Diego. Sapeva che le sue non erano mai state scelte sagge o giuste, ma prima di farle aveva sempre tentato di prendere altre strade, strade più sane, fino a quando non si era arreso. 

- Quindi io non so niente eh? Hai scelto di andartene per questa roba, hai deciso di amare più una dose di metanfetamine che me! - il tono di Diego aveva seguito quello di Klaus. Ed ecco che la bomba era scoppiata e il disastro cominciava ad accadere. 

- Questo è quello che pensi tu, Diego. Questo è quello che pensano tutti, no? - il ragazzo dai capelli ricci aveva lo sguardo accigliato, non spiegandosi come Diego fosse arrivato a quella conclusione. Lui non aveva mai amato nient’altro o nessun altro come amava Diego e sentirlo convinto di quell’affermazione lo spezzava. 

- Sì, lo penso e ne sono convinto. Ti ho visto cercare sigarette, erba e poi pillole nel corso degli anni. Ti ho visto diventare sempre più disperato e a volte mi sono trovato a chiedermi perchè quella roba fosse così importante per stare bene, perchè non ti bastavo io? Credevo che sarei riuscito a farti smettere, che avresti smesso se te l'avessi chiesto, ma non è mai successo, Klaus. Perciò non cercare di nascondere l’evidenza - Diego aprì le braccia per poi lasciarle ricadere lungo il suo busto, il suo sguardo era amareggiato. Non aveva mai capito quel bisogno morboso, e Klaus non gliene aveva mai parlato seriamente, non gli aveva mai detto se ci fosse un motivo preciso oltre al “è tutto una merda in questa casa”. 

- L’evidenza? Ti sei fatto dei film che non esistono in questi due anni. Credi davvero che per te non avrei provato a smettere? Tu eri l’unica cosa bella nella mia stupida vita, Diego. Non ti avrei mai fatto questo per della stupida droga - Klaus scosse la testa e si lasciò scappare una mezza risatina isterica. 

- E allora, ti prego, illuminami. Dimostrami che mi sono fatto davvero dei film mentali, dimostrami che la realtà e i tuoi motivi non riguardano la merda che continui a prendere per chissà quale dannato motivo - disse disperato, stanco di indovinelli e giri di parole. Diego aveva bisogno della verità, qualunque essa fosse. Aveva bisogno che fosse Klaus stesso a dirla guardandolo negli occhi. Lo guardò prendere un respiro profondo per calmarsi un attimo e poi cominciò a dargli le spiegazioni che voleva.

- Ho cominciato a farmi perchè non ne potevo più di essere rinchiuso e torturato fino a quando non mi mancava l’aria. Ero stanco e traumatizzato, volevo essere normale, volevo fare di tutto pur di tenere il mio potere a bada, pur di cancellarlo. Ho desiderato essere normale come Vanya un’infinità di volte e quando ci sono riuscito ho iniziato ad avere paura di smettere. Poi mi hai scoperto con le pillole e quando ho visto come mi guardavi ho capito che non ne valeva la pena. Ti ricordi per quanto tempo ho pianto? Di come mi è bastato un secondo per crollare in mille pezzi? - il tono di Klaus era addolcito dal ricordo delle attenzioni e delle cure che Diego aveva sempre avuto per lui. I ricordi erano sempre stati ciò che gli rimaneva di lui, di quello che erano stati.

- Certo che me lo ricordo...Mi sono messo a cantare per tentare di calmarti  - Diego annuì, ancora un pò scettico, ma decisamente meno di quanto lo era all'inizio di quella discussione. Era sollevato dal fatto che Klaus non stesse mentendo, che gli stesse parlando senza filtri, senza usare scuse. Capiva come si era sentito, d’altronde avevano affrontato tutti e sette un trauma legato a Reginald, chi più e chi meno. Non aveva mai capito come si potesse fare ad essere così senza cuore davanti a dei ragazzini indifesi. Diego si ritrovò a pensare di essere stato fortunato ad avere Klaus che gli teneva la mano quando qualcosa andava storto. Lui lo rendeva forte.

- Mentre ero stretto a te, mentre canticchiavi, non riuscivo a pensare ad altro se non al fatto di voler rimanere con te per sempre. Poi mi sono addormentato e ho sentito l’astinenza, mi sono ricordato delle pillole sparse nella serra e sono andato a recuperarle...Ma, papà le aveva recuperate prima di me. Voleva punirmi, mi disse che l’unico modo per farmi smettere di essere debole era la violenza. Quando sono svenuto ho creduto di essere morto e quando mi sono risvegliato il dolore che sentivo su tutto il corpo mi ha fatto capire che non lo ero. Ed ero anche solo. Mi ero convinto che tu mi odiassi per la storia delle pillole, che non mi amassi più e quel pensiero insieme a tutto il resto mi ha schiacciato. Non me ne sono andato perchè volevo continuare a drogarmi, me ne sono andato perché ero diventato una delusione anche per te - Klaus stava aprendo il suo cuore, stanco di trattenersi, stanco e basta. Quei due anni erano stati un inferno totale e il pensiero di Diego era sempre stato il motivo per cui aveva tirato avanti. Si sentì un pò patetico quando sentì che delle lacrime rischiavano pericolosamente di rigargli il viso. 

Il tempo si fermò per qualche secondo. Diego doveva metabolizzare tutto quello che Klaus aveva detto, e cominciava lentamente a fargli male il pensiero che Klaus si fosse sentito così abbandonato da sentirsi in dovere di scappare.

- Quindi è per questo che sei andato via? Pensavi davvero che ti odiassi? - Diego lentamente si calmò. Aveva sempre pensato che quello di Klaus fosse stato un atto egoistico e non nato da tutti quei motivi. Da quella prospettiva, le cose erano iniziate a cambiare.

- Sì, Diego...Ho anche pensato che non eri venuto a salvarmi di proposito, che pensavi che mi meritassi quelle botte - i suoi occhi verdi si abbassarono. Klaus non ebbe il coraggio di guardare Diego negli occhi, temendo che fosse la verità. 

- Sei pazzo? Luther stava facendo il cane da guardia fuori la porta e mi sono messo a fare a botte con lui pur di entrare...Ma era già tardi e ho pregato Mamma di farmi restare con te quella notte, ma voleva evitare di avere un altro figlio nel tuo stato - il suo tono di voce risalì in fretta. Il pensiero che Klaus avesse creduto di meritare quella sorte lo faceva impazzire. Lo guardò in attesa di una risposta, ma non arrivò. Forse quel silenzio era semplicemente il suo modo di fargli capire che comprendeva la situazione. Entrambi ebbero il tempo di pensare un attimo.

For as long as I live and as long as I love

I will never not think about you

You, mmm

I will never not think about you

From the moment I loved, I knew you were the one

And no matter what I-I do, ooh, mmm

I will never not think about you

- Senti, Klaus...Questo comunque non ti giustifica. Avresti potuto tornare a prendermi o farmi sapere dove diavolo ti eri cacciato...Sarei venuto - Diego parlò ancora, senza dare tregua a Klaus. Non lo faceva per cattiveria o per rendergli la vita impossibile, voleva solo togliersi qualsiasi cosa gli passasse per la testa e per il cuore. 

- L’ho fatto, Diego...Ti ho mandato un’altra delle mie stupide lettere con un indirizzo - Klaus gli rivolse uno sguardo sorpreso, si aspettava che Diego sapesse di cosa stesse parlando. Ma l’espressione che il viso del ragazzo con i capelli neri aveva assunto gli diceva il contrario.

- Ma che stai dicendo? - Diego gli chiese. L’unica lettera che aveva ricevuto era quella che gli aveva lasciato sotto la porta prima di andarsene. E l’aveva ancora ovviamente, ben nascosta e custodita gelosamente. 

- Te lo giuro - il ragazzo dai capelli ricci si portò una mano sul petto. Dio, quanto aveva pianto quando i giorni avevano cominciato a scorrere veloci e Diego non si era mai fatto vivo. Ecco perchè era stato così sicuro che lo odiasse e che non volesse più vederlo.

- L’avrà trovata prima Pogo o Reggie stesso - l’altro ci rifletté un momento, non sorpreso di una cattiveria del genere. Avrebbe potuto vivere la sua vita con Klaus. Se avesse ricevuto quell’indirizzo, avrebbe potuto correre da lui e costruire la vita che insieme si erano programmati. Se avessero avuto un maledetto cellulare Diego avrebbe ricevuto sicuramente il messaggio di Klaus. Fanculo, le cose avrebbero potuto essere diverse, migliori. 

- Comunque...Non ho mai smesso di amarti da allora, mai - Klaus interruppe i pensieri di Diego. Quelle parole scottarono sulla sua lingua più di quanto avesse immaginato, si pentì di averle fatte uscire esattamente mezzo secondo dopo averle pronunciate. Ma che cazzo gli era saltato in mente? Diego si sarebbe arrabbiato di nuovo o sarebbe scappato via spaventato. Bel lavoro, Klaus. 

Al contrario, Diego sollevò lo sguardo su di lui, con un mezzo sorriso sulle labbra. Aveva aspettato di sentire quelle parole per due anni. 

What we had only comes

Once in a lifetime

For the rest of mine, always compare

To the room

In my heart with the memories we made

Nights on fifth, in between B and A

There's no way I could ever forget, mmm

Erano diventati adulti prima del tempo. 

Aveva sentito la sua mancanza. Aveva sentito la sua mancanza così tanto da far quasi male. Pochi giorni prima Diego aveva visto una bambina che giocava al parco e avrebbe voluto dire a Klaus che avrebbe potuto benissimo essere la loro. La bambina che non avevano mai avuto. Se avessero rischiato sarebbe andata così, ne era certo. Una bambina con il suo viso da angelo e la sua bella testa. Da Diego avrebbe ereditato la responsabilità. Non l'orgoglio, sperava. Il maledetto orgoglio.

Credeva che ci fosse una persona di troppo in una coppia quando c’era l'orgoglio a separarla.

Avrebbe potuto parlargli delle notti che non finivano mai. Sempre le notti. Durante il giorno c’erano le persone, il lavoro. Quando andava a trovare Grace, lei parlava di Klaus tutte le volte, voleva sapere come stava e Diego le diceva solo che sarebbe stato bene, sarebbe stato bene senz'altro, perlomeno voleva crederlo, o forse no, forse voleva credere che non stava bene così come lui non stava bene, come poteva stare bene quando arrivava a casa e Klaus non c’era?

La luce di Eudora lo aveva aiutato a nascondere l'ombra che c'era in lui, poi qualcuno raccontava una barzelletta, qualcun altro svelava un segreto, e la vita andava avanti. Che ironia, vero? Diego, che non aveva mai voluto andare avanti, che aveva sempre rifiutato quello che avevano tutti gli altri, ora si accontentava di quella più o meno felicità, di quel più o meno essere vivo.

C'è un meno di troppo in ogni più o meno che si vive.

Ma poi, scendeva la notte. La notte non passava. Si distendeva. Lo occupava. E così Klaus entrava nei sogni di Diego che, chiudeva gli occhi e lo vedeva, li apriva e lo vedeva. “Eravamo così felici, non è vero?” pensava. Non gli era rimasto nient'altro che andare avanti per due anni. Credere che un giorno avrebbe capito che avrebbero soltanto dovuto dimenticare la maturità.

C'è una ragione di troppo quando una coppia si dimentica di perdere, a volte, la ragione.

Erano diventati adulti prima del tempo, bambini armati di tutto punto, ragazzi che giocavano al matrimonio. E l'orgoglio. Il maledetto orgoglio.

For as long as I live and as long as I love

I will never not think about you

You, mmm

I will never not think about you

From the moment I loved, I knew you were the one

And no matter what I-I do, ooh, mmm

I will never not think about you

In un istante Diego decise di tornare ragazzino, di dimenticare l’orgoglio. Si avvicinò ancora a Klaus, gli prese il viso tra le mani e si concesse di perdere la ragione nei suoi occhi verdi. 

Klaus sentì il cuore andare veloce, era incredibile come Diego avesse ancora quel potere su di lui. I dettagli del suo viso non erano mai stati così belli. Gli occhi castani, la piccola cicatrice sul sopracciglio, quella sulla sua guancia, le sue labbra carnose. Diego era meraviglioso, Klaus avrebbe potuto rimanere a guardarlo per sempre. E Diego sembrava pensare esattamente la stessa cosa.

Erano così vicini e niente sembrava poterli separare. Così Klaus si avvicinò lentamente, senza pensarci due volte, portando le mani sulla nuca dell’altro. Diego si lasciò andare per qualche secondo, lui desiderava quel bacio che stava per ricevere, ogni sentimento che aveva tentato di nascondere a sé stesso stava riaffiorando. Quel bacio non avrebbe chiuso completamente le sue ferite, ma ne avrebbe attenuato il dolore e non potè fare a meno di pensare a come si stesse sentendo di nuovo al sicuro, completo. 

Il mondo attorno a loro era sparito. Niente importava. Un solo centimetro e finalmente si sarebbero rincontrati dopo due anni. 

Didn't we have fun?

Didn't we have fun, looking back?

Didn't we have fun?

Ma poi delle sirene della polizia suonarono lontane e la mente di Diego lo riportò ad Eudora. 

Si fermò immediatamente, più che in panico quasi triste, poggiando la fronte su quella di Klaus.

- Non posso, Klaus, non posso farlo - sussurrò, chiudendo gli occhi e accarezzando le guance dell’altro.

- Diego…- le sue mani andarono a posarsi sulle sue spalle. Klaus non capì subito cosa stesse passando per la sua mente. 

- Mi dispiace...E’ che...Eudora, non posso farle questo, anche se vorrei tanto - Diego sospirò e riaprì gli occhi solo quando sentì Klaus allontanarsi. Non averlo più così vicino gli fece quasi sentire freddo. Il fatto era che tradire Eudora sarebbe stato un pò come tradire sé stesso. Lei gli aveva dato tutto, aveva sacrificato quasi ogni cosa per farlo sentire bene e amato, non se lo meritava. 

Klaus non disse niente, ma il suo sguardo parlò per lui. I suoi occhi erano pieni di lacrime, ma lui annuì e fece un piccolo sorriso, poi mise le mani in tasca e cominciò a camminare via. Sperò che Diego lo fermasse, sperò che l’amore per lui fosse più forte del suo dovere verso Eudora. Sentiva che quello che rimaneva del suo cuore si stava lentamente sgretolando. Non credeva potesse fare così male. E più camminava, più perdeva ogni speranza. 

Didn't we have fun?

Didn't we have fun, looking back?

Didn't we have fun?

Diego era rimasto immobile, con le mani che tremavano. Non sapeva cosa fare, la sua testa gli parlava di Eudora, ma il suo cuore, il suo maledetto cuore gli urlava di fermare Klaus prima di perderlo ancora. Più ci pensava, più sentiva di impazzire e più Klaus si avvicinava all’angolo della strada. Diego sentì di avere un dovere verso il suo cuore e i brividi che aveva sentito quando Klaus lo stava per baciare avevano significato tutto per lui. 

E alla fine decise di correre proprio quando l’altro aveva svoltato l’angolo, perdendo ogni speranza, cominciando a piangere. 

Diego si era avvicinato in silenzio e gli aveva coperto gli occhi, sperando di non prendersi un pugno in faccia. Klaus posò le mani sulle sue e si voltò, aveva riconosciuto subito chi fosse. Questa volta non passò neanche un momento, la distanza tra loro si annullò in un secondo, prima che uno dei due potesse tirarsi ancora indietro e andare via. Diego tirò Klaus in quel bacio che avevano aspettato entrambi con ansia. E si sentirono fottutamente bene, così bene da poter anche morire. All’improvviso quei due anni lontani si annullarono.

We were so beautiful

We were so tragic

No other magic could ever compare

   
 
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