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Autore: Morgothip    13/10/2020    2 recensioni
Shade è sulla via di un importante incontro nel suo Regno ma, a detta di Fine, sembra abbia dimenticato qualcosa di abbastanza importante prima di partire. Cos'avrà dimenticato il cobalto di così importante da portare la principessa a diventare un tutt'uno col colore dei suoi capelli?
RedMoon | una sorta di sequel della mia precedente one-shot If I touch you, you'll disappear.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Shade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dimenticanze






«Mi chiedevo—» una testolina rossa si affacciò al corridoio che portava verso l’uscita del castello, aveva le dita tremanti e che picchiettavano tra di loro — era sull’orlo di dire qualcosa, ma sembrava che l’imbarazzo la fermasse dal proferire parola.
Schiuse le labbra per poi richiuderle subito dopo, il suo sguardo rimase basso.
«Cosa?» Shade inclinò lievemente il capo, confuso dalla situazione, ma al tempo stesso intrigato dal rossore che era diventato tutt’uno coi capelli della ragazza. Fine, dal canto suo, era intenta a non sembrare troppo melensa. «Uhm...» stropicciò la gonna torturandola con le mani; dopo un paio di secondi di silenzio, il capo — che le era rimasto chinato tutto il tempo — di Fine si rivolse dritto a quello di Shade, gli occhi spalancati.
«Non sto partendo via per sempre, sai» ribadì il cobalto. Era da giorni che la principessa si stava preparando psicologicamente al viaggio del ragazzo — apparentemente c’erano dei lavori di discreta importanza nel regno della Luna; cose che, a lui, dovevano pesare anche troppo. Alla fine, nonostante la ripresa della madre, Shade era ancora a carico della maggior parte delle faccende riguardanti il Regno (decisione presa da lui) e, la frequentazione dell’accademia, lo aveva reso ancora più diligente; ciononostante la principessa meno principesca del Pianeta non venne fermata dal grande senso di responsabilità del compagno. “Compagno” le venne strano pensare ciò, d’altronde — fino a qualche tempo fa — i sentimenti di strazio che le alimentavano la paura di essere un semplice rimpiazzo di sua sorella, erano più forti che mai; eppure, nonostante la paranoia e la paura, Shade non aveva mollato. Il principe era diventato molto più tenace e, soprattutto, sicuro di ciò che provava.
Era stato vicino a perderla una volta per sempre, ora voleva godersi i momenti con lei e basta, era un uomo cresciuto — e, se fosse stato necessario, avrebbe ripetuto altre cento volte che nella sua testa la pioggia era ormai passata.

Ora, tornando al discorso principale, i secondi menzionati in precedenza, in realtà, divennero dei diversi minuti. Shade era sull’orlo della pazzia, cosa aveva portato Fine ad uno stato simile? Che fosse sul punto di lasciarlo? No, impossibile, quegli occhi languidi e le continue avvampate erano una fonte di chiarezza sul contrario. Voleva chiedergli di sposarlo? No, no— per quanto avrebbe apprezzato una mossa simile, Fine non era tipa da fare il primo passo, non in queste cose. Durante il tempo passato con lei, Shade si accorse di quanto insicura in realtà fosse.
Non è che le passasse per la testa l’irreparabile ma moltissimi pensieri, che — da solo — non sarebbe riuscito a capire, tormentavano la ragazza; la cosa divertente di tutto ciò era che, nonostante Fine fosse impossibilitata nel parlarne (non era stupida, solo incapace ad esprimere correttamente sentimenti di sconforto), le sue espressioni e modi di fare facevano tutto il lavoro per lui.
Ora, Shade non voleva dire che questa povera malcapitata fosse un libro aperto ma— sì, era un libro aperto.
Questo discorso sembra una divagazione ma, in realtà, si concentra su un unico punto che adesso tormentava il giovane: che Fine stesse cercando di esprimere qualche situazione di disagio senza che lui dovesse ricorrere a metodi poco consoni per scoprire cosa le passasse per la testa?


Il principe della Luna scrollò le spalle ed alzò gli occhi, era incredibile quanto la sua principessa fosse impossibile da gestire, le sue emozioni prendevano facilmente il sopravvento.
Le si avvicinò e poggiò una mano sulla guancia, abbassando la testa, in modo da poggiarla contro la sua; sentì il respiro di Fine farsi irregolare, gli fu difficile trattenere una smorfia compiaciuta, ma decise che non era quello il momento per essere soddisfatti delle sue reazioni.
Fine, dall’altra parte, sentì di star per esplodere.
Era partita con le migliori intenzioni, “le stupidaggini che le aveva messo in testa Altezza, ma che non sbagliano mai” le aveva chiamate così.
Nonostante non sembrasse tale, la principessa era molto bisognosa di affetto in una relazione; non le piaceva mostrarlo perché non voleva passare per disperata ma, dall’altro lato, voleva solo urlare al mondo quanto volesse tener stretto Shade a sé per tutta la vita e vivere esclusivamente di quello.
Fece per dire qualcosa, ma riprese prima fiato.
Ormai erano lì, Shade era pericolosamente vicino e non poteva svignarsela nemmeno avesse voluto. Il principe era paziente, sapeva come gestire Fine e sapeva che le servisse solo tempo per fare le cose, ma era totalmente capace di mettere in moto tutto quello che le passava per la testolina.
«Hai...» un sussurro. Se non le fosse stato incredibilmente vicino, Shade avrebbe potuto giurare fosse un fantasma che sibilava chissà quale incantesimo malefico.
«Ho…?» No. No, Shade. Non stava aiutando. Sussurrare di rimando mise Fine sotto ancora più pressione, i suoi pensieri si stavano mescolando in un frullato di disastri, Shade era un totale disastro nel seguire le regole di questo gioco in cui lui stesso s’era ficcato.
«Hai… dimenticato qualcosa...» il cobalto sbatté le palpebre in modo quasi maniacale, pensò di aver sentito male. «Come prego?» tutto il peso del suo corpo lo lasciò, era stato… preso in giro? Era davvero questo?
«—Sì! Hai dimenticato qualcosa!»

Gli esplose il cervello.
L’unica cosa che gli frullava in quest’ultimo era confusione mista a genuina preoccupazione.
Preoccupazione perché—
«Fine, sembravi sull’orlo di una morte improvvisa perché ho...» sul viso di Fine apparve qualcosa di simile ad un sorriso forzato, ma uscì come una smorfia anche abbastanza ridicola. «...perché ho dimenticato qualcosa?» Il principe finì la frase. Era senza parole.
«Non è solo “qualcosa”!» Ribadì la principessa, si percepì un minimo di amarezza in quell’affermazione.
Shade portò l’indice sotto il mento, pensieroso. Non ne venne a capo.
«Huh...» incrociò le braccia e tirò un sospiro, arreso. «Mia principessa, le dispiacerebbe comunicare a questo sbadato principe cosa avrebbe dimenticato?» La punta di sarcasmo era quasi gelida, Fine si sfregò le mani quasi avesse sentito una brezza invernale.
«...qualcosa!»
Shade sorrise, era difficile intuire se fosse un sorriso tirato o se semplicemente volesse cadere a terra tant’è che la pressione l’aveva ucciso fino ad allora.
«Qualcosa cosa?» Afferrò la mano della principessa, lo sguardo fermo e deciso — quasi quanto la sua presa, concatenato con gli occhi rossi dell’altra.
Le sfiorò la mano con le labbra, non sembrava avesse intenzione di lasciarla. «Se non apri bocca ora… potrei fartela aprire io con la forza, principessa?» Fine portò la mano libera al petto, quasi per controllare che il cuore non le uscisse dal petto, stringendo forte il vestito.
Shade non perse tempo, prese prima a baciarle le dita, non ne lasciò libera una sola; scese lentamente al palmo e lì, Fine, sobbalzò — era uno dei suoi tanti punti deboli.
«Allora? Mia principessa?» Shade stavolta non si trattenne e sghignazzò felicemente davanti agli occhi della povera rossa che, tutta tremolante, era sul punto di sciogliersi.
«Hai dimenticato di...»
«Di?» Le cinse il fianco con la mano libera e la strinse a sé, portò la mano che stringeva di lei sulla sua guancia, non lasciandola andare.
Fine chinò lo sguardo, presse le labbra tra di loro e poi le indicò timidamente con l’indice della mano che, finalmente, aveva abbandonato il suo petto in fiamme — eppure, ne ebbe finalmente il coraggio.
La rossa si alzò sulla punta dei piedi, premendo dolcemente le sue labbra contro quelle del ragazzo, era un bacio a stampo durato qualche secondo se non di meno, Fine tornò subito con lo sguardo chino.
«Il… hai dimenticato il bacio del… saluto...»
Shade sembrò quasi perdere l’equilibrio per un secondo, infatti traballò di qualche passo indietro.
Non è che fosse deluso, affatto ma— era stato genuinamente preso alla sprovvista.
Le guance gli si colorarono di un rosso acceso e si girò improvvisamente, dando le spalle alla principessa; era… incredibile.
Portò una mano sul viso, scuotendo la testa: sì, Fine era a dir poco incredibile.
Era una cosa stupida, un gioco anche abbastanza infantile eppure Shade era sorpreso, entusiasta ed era stato ridotto a non aver niente da dire — il che, per lui, era difficile.
Shade aveva sempre qualcosa da dire.
Si girò finalmente verso la ragazza, stavolta le tenne entrambe le mani, strette strette, come fossero il suo tesoro, poggiò poi la testa sulla sua spalla.
A dire il vero, pensandoci meglio, Fine era una ragazza incredibile.
Per quanto Shade potesse fare di tutto e di più per imbarazzarla, gli mancava ancora il tatto per fare qualcosa di così innocente e puro come quel piccolo bacio a stampo.
Sorrise, era un sorriso davvero dolce, Fine lo ricorderà poi come uno dei sorrisi più belli che Shade avesse mai fatto.
Il cobalto le strinse ancora di più le mani e affondò la testa tra i suoi capelli, inebriandosi del profumo della ragazza. 

«—ti amo tanto, principessa» stavolta fu lui quello a sussurrare.
“Oh, dannazione…” pensò il principe.
Alla fine, dopotutto… forse era davvero Shade quello più bisognoso del tocco di Fine.
«Anche io ti amo tanto, Shade» Fine strinse le mani del principe di rimando.

Ed in fondo, Shade sapeva.
Sapeva che d’ora in poi quel “qualcosa” lo avrebbe sempre dimenticato.
   
 
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