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Autore: _Zaelit_    16/10/2020    1 recensioni
Come cambierebbe la storia di Final Fantasy VII se un'altra creatura aliena fosse caduta sul pianeta, anni fa, oltre a Jenova?
Il Progetto Yoshua R porta alla creazione di una ragazza all'apparenza normale ma che, in realtà, dovrebbe incarnare il potere dei Cetra e uguagliare la forza fisica dei prodotti del Progetto Jenova.
Rainiel non sa di essere nata da un esperimento, esattamente come non lo sa Sephiroth, ma i loro destini percorrono la stessa strada e sono pronti a incrociarsi.
- La Fanfiction è ambientata durante le vicende di Crisis Core ma gli eventi sono stati cambiati per comodità della trama. Alcuni personaggi potrebbero risultare lievemente OOC. Vi è la presenza di coppie canon e noncanon e di personaggi OC. -
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Heiress of Yoshua'
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«Qualcosa sta riportando quelle creature a Midgar, come se si trattasse di un magnete.» continuò a dire Sephiroth, allontanando la mano dal radar. Persino lui sembrava in difficoltà. Comprendere la natura di quel piano che, alla fin fine, comprendeva tutti, non era semplice. Allo stesso tempo, però, era necessario smascherare la verità quanto prima possibile, per il bene di tutti i cittadini innocenti della città sospesa e dei bassifondi.
«Non capisco... perché dovrebbero essere...?» Rainiel fece per parlare, ma un'improvvisa realizzazione la bloccò sul posto.
«Rain?» Zack le toccò un braccio, «Va tutto bene? Che succede?»
«Hojo... Hojo ha parlato di una cosa...»
Ricordò di colpo le strane parole che il folle scienziato le aveva rivolto molto tempo prima, quando l'aveva incontrata nell'ascensore del palazzo Shinra mentre lei cercava di tenere nascosta la sua agenda e di riportarla a Jadin senza farsi scoprire.
«Una Riunione.» pronunciò dunque, «Sì... ha accennato a una Riunione! Pensavo si riferisse al suo lavoro e non ci ho dato troppo peso, ma se...»
I suoi occhi increduli vagarono sulla mappa digitale che aveva di fronte. L'Oasi, le distese aride, Darefall, Midgar. Erano tutti punti strategici, alla fin fine.
«... se volesse semplicemente provare una sua teoria? Tutte le creature che abbiamo ucciso si trovavano in un punto compreso tra Darefall e Midgar. È come se si stessero muovendo su un asse ben preciso. Come se fossero attirati da qualcosa.»
«Dunque le belve di mako sarebbero state rilasciate nei pressi di Darefall?» domandò Zack, confuso.
«No, non necessariamente. Seguendo il ragionamento di Rain, potrebbero essere state messe in libertà in diversi punti e in diversi momenti. Quello che le accomuna è che tutte si trovavano su una specie di linea immaginaria che collega Darefall e Midgar. E quindi tutte le creature si stavano avvicinando alla piattaforma.» tentò di spiegare Sephiroth.
Rainiel gli rivolse uno sguardo colpito, aveva centrato in pieno quel che era il suo pensiero.
Il guerriero ricambiò l'occhiata, incrociando le braccia al petto e sollevando il mento. Aveva tutta l'aria di uno che avrebbe voluto dire: "Ho indovinato, non è vero?"
«La vera domanda adesso è... cosa le sta attirando a Midgar?» riprese a dire Rain.
La risposta, con grande sorpresa di tutti, arrivò proprio dal più silenzioso e disorientato di tutti i presenti.
«Se davvero la Shinra conduce questi esperimenti in segreto e ha laboratori come quello dell'Oasi... allora non vi è la possibilità che la fonte a cui sono attratte sia Yoshua stesso?»
La voce di Cloud era più piccola e sicura delle altre. Al contrario di quanto voleva dimostrare, era un ragazzo introverso e niente affatto sicuro di sé, ma bastò quella deduzione a far puntare su di lui tre paia di occhi sorpresi.
«Ho... ho sbagliato?»
«Niente affatto, ragazzo. Potresti avere perfettamente ragione.» rispose Sephiroth, colpito dal suo rapido pensiero. Quel giovane fante cominciava a stargli simpatico.
«Quindi... Yoshua è conservato nei laboratori della Shinra?» Rainiel sentì un tuffo al cuore.
E se fosse quello il reale motivo che l'aveva spinta a trasferirsi a Midgar e diventare una SOLDIER? Se questa "Riunione" di cui parlava Hojo si fosse provata in gran parte vera nello stesso momento in cui i tre grandi esponenti di SOLDIER le avevano dato il benvenuto nella divisione? Ecco perché Hojo sembrava continuamente spiarla e sapeva tutto di lei. Praticamente, ogni istante della sua vita era dovuto a un minuzioso calcolo che risaliva al momento della sua nascita? Allora, anche da questo punto di vista, non era mai davvero stata libera di scegliere per sé. Continuava a essere una semplice cavia da osservare e contemplare. Il solo pensiero le fece ribollire il sangue nelle vene e stringere le nocche a pugno. Oh, se avesse avuto quel vecchio folle davanti...!
«Potrebbe esserlo.» sospirò Sephiroth.
«Dunque anche Jen... ?»  Zack fece per pronunciare un nome, ma si ricordò subito che il suo parlare troppo era stato fonte di guai già una volta. Non voleva rischiare di nuovo.
Sephiroth, però, non parve dare troppo peso questa volta alle sue parole, anche se apprezzò la sua cautela.
«Jenova?» completò per lui quel nome. «No, non si trova a Midgar.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Ricerche. E, soprattutto, se tra me e Jenova vi è davvero lo stesso collegamento presente tra Rain e Yoshua, allora anch'io dovrei essere trascinato pian piano verso di lei.» si spiegò frettolosamente, saltando molti punti del reale procedimento logico, chiarendo che evidentemente non aveva voglia di parlarne in quel momento, «Inoltre Jenova non è la nostra preoccupazione maggiore, attualmente. Ciò che ci concerne è impedire alle Copie-R di avvicinarsi alla città. Alcune di quelle che ho affrontato erano molto forti, per cui attendere semplicemente di attaccarle man mano che si fanno più vicine potrebbe essere pericoloso. E se arrivassero in grandi gruppi, sarebbe anche peggio.»
«In effetti attaccarle direttamente potrebbe essere un suicidio.» sospirò Zack, nervosamente. Poco dopo, però, ebbe un'idea.
Si trovava proprio fra Rain e Sephiroth. I due non avevano fatto altro che completare le reciproche frasi a vicenda e scambiarsi sguardi per tutto il tempo. Stava succedendo qualcosa che nessuno voleva dirgli, e per questo si schiarì la voce decidendosi a essere un po' crudele.
«O magari potremmo anche farcela, chissà. Io e Rainiel siamo entrambi SOLDIER di prima classe, alla fin fine. E lei si è allenata parecchio, ultimamente. Com'è che si chiamava quel nostro collega? Narcisse? Vi assicuro che ha aiutato davvero molto Rainiel con gli addestramenti.» esclamò con un sorriso.
Un colpo tremendamente basso per entrambi.
Rainiel lo guardò sollevando un sopracciglio, attonita, e i muscoli di Sephiroth invece sembrarono irrigidirsi.
Mentre lei cercava di chiedergli cosa avesse che non avesse con il solo contatto visivo, il leggendario SOLDIER dai capelli lunghi e ben curati si rivolse direttamente a lei.
«Narcisse?» domandò, con un tono di voce tipicamente calmo... almeno all'apparenza.
Zack trattenne un sogghigno. Sembrava che a qualcuno non andasse giù l'idea che la propria allieva si allenasse con un altro giovane e bell'uomo. Che avesse esagerato?
«È un collega di prima classe. Si è allenato con me qualche volta.» chiarì Rainiel. Pensò che però non aveva nulla da spiegare o giustificarsi, quindi non aggiunse troppi dettagli.
«Purtroppo lo conosco, abbastanza da sapere che non avrebbero potuto appioppargli un nome più adeguato.» commentò Sephiroth, tornando a concentrarsi sul radar. Aveva avuto modo di conoscere l'interessato e poteva solo dire di trovarlo molto, molto simile a Genesis, solo più vanitoso e meno capace. L'idea che avesse trascorso quel tempo con Rainiel, poi, non lo aiutò affatto a considerarlo più simpatico. «Lieto che almeno tu riesca a sopportarlo.» concluse infatti.
Rain batté le ciglia. Aveva colto qualcosa nel suo tono... che fosse davvero una punta di gelosia? Questa era nuova. Ma magari poteva esserle utile. Comunque, non era il momento.
«Torniamo al punto principale.» sospirò il più esperto, esaudendo il suo desiderio. «Parlavamo di un attacco ai mostri di mako. La mia proposta è quella di attendere la comparsa di una di quelle creature prima di mobilitarci in alcun modo. Nel frattempo potremo studiare un piano per evitare che si avvicinino a Midgar. Avrei già un'idea in mente a riguardo, ma...»
Sephiroth drizzò la schiena, stringendo gli occhi.
«... non so se sarai d'accordo con me, Rain.»
«Perché non dovrei esserlo?» domandò lei curiosamente ma, osservando la sua espressione, arrivò da sola alla sua ipotesi. «Aspetta... se davvero quelle creature sono attratte a Yoshua e questo le rende pericolose, vuoi dire che per fermare la loro avanzata dovremmo... distruggere Yoshua stesso?»
Persino Zack e Cloud sembrarono sorpresi  da quel piano.
«Esattamente.»
«Distruggere la mia unica radice...» Rainiel abbassò la fronte, «Io... devo pensarci. Non ho mai neppure incontrato Yoshua, quindi non so come reagirei.» rivelò.
«Lo capisco, per questo non ti chiederò di prendere subito una decisione. Potremmo prima aspettare di localizzare una delle creature e studiarne il comportamento per assicurarci che la nostra teoria sia esatta, e condurre altre ricerche con il materiale a disposizione qui nell'Oasi. Informandoci saremo più sicuri su come agire.» disse saggiamente Sephiroth, rassicurandola.
Zack annuì, apparentemente d'accordo.
«Ottimo. Ci prepareremo al meglio per affrontare quella creatura e, quando saremo pronti, torneremo alla piattaforma. Ricevuto.» recepì il messaggio.
«E, se dovessimo farcela, cosa accadrà quando avremo distrutto Yoshua?» domandò ancora Cloud.
«Non possiamo saperlo. Purtroppo abbiamo le mani legate.» rispose direttamente Sephiroth, «Ma cercheremo di non farci cogliere impreparati. Non abbiamo molta scelta e il tempo stringe.»
Con quella frase, si dichiarò chiusa la riunione. Era tarda sera e il sonno non tardò a farsi sentire, così Zack e Cloud si ritirarono nella loro stanza - il primo di loro aveva insistito per restare a guardia del secondo, che doveva ancora riprendersi del tutto - mentre Rain pensò di tornare nella sua, proprio accanto a quella dei due amici.
Stava per varcare silenziosamente la soglia, quando la voce vibrante di Sephiroth la fermò.
«Rain.» chiamò il suo nome, girando su se stesso per rivolgersi a lei.
Lei si bloccò ancora di spalle, colta da un brivido. Sapeva che rimanere da sola con lui metteva a dura prova il suo autocontrollo, per questo aveva fretta di andar via.
«Sì? Cosa c'è?» ribatté tuttavia.
«Voglio che tu sappia che non sei obbligata a farlo.» diretto e coinciso, il giovane uomo raggiunse il tavolo e vi si fermò oltre. Chiaramente aveva intenzione, dopo quella discussione, di raggiungere gli archivi dell'Oasi e darsi da fare nella ricerca di ulteriori informazioni utili a comprendere al meglio quel progetto sperimentale. «Distruggere Yoshua... non è cosa da poco. Potremmo trovare un'altra strada.»
Rain si morse le labbra, ancora girata.
«E se non ci fosse, un'altra strada? Se Yoshua fosse la causa di tutto il male che è capitato a tutte le persone coinvolte?»
«Lascerei comunque la scelta a te, come è giusto che sia.» replicò lui prima di respirare a fondo e abbassare la testa. «Sarò sincero con te. Se mi trovassi al tuo posto e dovessi decidere se distruggere Jenova... non so se lo farei. Lei rappresenta per me ciò che Yoshua rappresenta per te. Quindi ti comprendo.» si esplicò, laconico come sempre.
Questo, però, non fece che amplificare i dubbi della ragazza. Avrebbe dovuto considerare Yoshua come suo padre?
No, no. Un padre lo aveva già, anche se lo aveva perso in un terribile incidente.
Cos'era in realtà Yoshua per lei? Non lo sapeva. Forse era nulla. Forse era tutto. Forse... lo avrebbe capito solo dopo averlo incontrato.
«Farò la mia scelta a tempo debito. Adesso... voglio concentrarmi su questa parte della missione.» rispose allora, facendola breve. Solo in quel momento gli rivolse il proprio sguardo, ricco di indecisione e di stanchezza. «Buonanotte, Sephiroth.»
Non attese. Uscì dalla stanza, attraversando il corridoio e raggiungendo la sua camera.
Sephiroth la osservò muto, ma la sua mente era affollata da pensieri e preoccupazioni di ogni sorta.
Forse, un giorno, entrambi sarebbero stati liberi di godersi la vita, anziché sopravvivere incatenati a quel passato così pesante che li accomunava.
Liberi... ma, probabilmente, anche molto lontani.

 

   
 
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