Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: giuggiola95p    19/10/2020    0 recensioni
Regina crede di aver superato i contrasti con Snow dopo essere diventata amica di Emma ma, qualcosa non va. Non riesce a mentire, ogni volta che lo fa le viene l'orticaria...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano solo le dodici del mattino e Regina era già esausta. L’ultima riunione comunale si era conclusa con la decisione di ristrutturare la biblioteca della città e come ogni altra cosa burocratica, anche questa spettava a lei. Amava il suo lavoro, ma non quella parte, non il dover far quadrare i conti, chiamare i fornitori, scegliere il legno per le scaffalature e tutto ciò che la ristrutturazione implicava. Ma da brava prima cittadina questo era il suo compito e come ogni altra cosa l’avrebbe portata a termine nella maniera più impeccabile possibile. Ma era stanca, questo non lo poteva negare e le sue spalle e la sua schiena chiedevano pietà così si alzò dalla sua poltrona e iniziò a camminare nel suo ufficio aspettando lo sceriffo Swan.
Come al solito era in ritardo, ma ormai Regina si era quasi abituata a tutto ciò. Non le dispiaceva aspettarla, non le dispiaceva nemmeno passare del tempo con lei sedute a parlare, a volte anche dopo l’orario d’ufficio.
Così colse l’occasione di riposarsi e di rilassarsi un po’. Si tolse i tacchi e si rilassò sul divano con un bicchiere di sidro di mele nelle mani. Non fece in tempo a chiudere gli occhi che qualcuno bussò alla porta, così si alzò di scatto, si infilò le scarpe e si aggiustò i capelli, che nonostante ciò che Regina pensava, erano perfetti.
“Avanti” disse prendendo un sorso di sidro per poi appoggiarsi alla scrivania sorridendo istintivamente.
Quando la porta si aprì il sorriso le svanì improvvisamente, quella davanti a lei non era Emma, tutt’altro.
“Buongiorno anche a te sis” disse Zelena accorgendosi del cambio di umore di Regina.
Regina non riuscì a spiegarsi il perché di quell’improvviso cambio di umore, insomma, perché mai avrebbe dovuto desiderare tanto l’arrivo dello sceriffo? Eppure, pensò, non era mai stata così felice come negli ultimi mesi e questo perché lei ed Emma si erano unite. Avevano da sempre condiviso un numero indefinito di esperienze, ma ora, in quella calma cittadina del Maine potevano conoscersi davvero, potevano mostrarsi per quello che erano realmente, due donne ferite e con cicatrici che nemmeno il tempo era riuscito a guarire.
Così si ritrovò a fissare l’orologio posto sulla sua scrivania sperando che Emma si sbrigasse ad arrivare.
“Regina?” disse Zelena cercando di attirare l’attenzione della sorella che sembrava essere catturato da tutto tranne che dalla sua figura.
“Oddio Zelena, scusa, sono un po’ stanca oggi” disse per poi spostare nuovamente lo sguardo sull’orologio.
“Aspetti qualcuno?” chiese Zelena incuriosita.
“No”, disse secca Regina girandosi di scatto.
“Proprio per niente” disse Regina andandosi a sedere dietro la scrivania.
“Cosa ti porta qui?” aggiunse poi.
“Niente di importante veramente, volevo solo passare a vedere come sta. Ti ho visto molto stressata ieri alla cena con Henry” disse Zelena sedendosi di fronte alla sorella.
“Sto bene Zelena, ma grazie per essere passata. Non preoccuparti, normale amministrazione” disse Regina accennando un sorriso.
“So che non è così Regina e per questo ti ho portato qualcosa che possa tirarti su” le disse porgendole uno scatolino con dei brownies al cioccolato.
“Sai che non dovevi farlo, ti preoccupi troppo.”
“Senti a me, mangiane uno e ti sentirai meglio” disse Zelena facendole l’occhiolino e alzandosi dalla sedia.
“Vai già via?” chiede Regina.
“Sono passata solo per lasciarti quelli, goditeli. Ti chiamo più tardi per sapere se li hai graditi” disse per poi scivolare via dalla stanza più allegra del solito.
Regina la guardò interrogativa e si chiese cosa avesse da essere così allegra la sorella, ma i suoi pensieri vennero immediatamente interrotti da qualcuno che bussò alla porta.
“Avanti” disse Regina osservando la porta.
“Buongiorno Regina” disse la testa di Emma facendo capolino dalla porta.
“Perdonami per il ritardo” disse entrando finalmente nella stanza, facendo sorridere Regina.
“Mi sono fermata da Granny’s per prendere del caffè, so che dobbiamo risolvere parecchie cose oggi e ho pensato che ci sarebbe servito del caffè, purtroppo, come puoi ben vedere, c’è voluto un secolo” disse sorridendo e porgendo il bicchiere ancora caldo a Regina.
“Attenta che scotta.”
“Grazie” disse Regina ricambiando il sorriso.
Lo sguardo di Emma si perse in quello di Regina e per alcuni istanti si guardarono, senza muoversi, senza dire una parole. Il loro rapporto era decisamente cambiato negli ultimi anni, adesso le due potevano definirsi amiche. I battibecchi non mancavano, ma i gesti d’amore li surclassavano, anche se rendevano il tutto molto più piccante e ad entrambe non dispiaceva la piega che aveva preso il loro rapporto. Erano ormai anni che le due non litigavano più e recentemente passavano più tempo insieme che separate, tanto che qualcuno in città vociferava su una presunta relazione. Nessuna delle due avrebbe mai avuto il coraggio di definire ciò che le legava con quell’espressione, anche se, in fondo, di quello si trattava.
“Quelli sono brownies?” disse Emma dopo un tempo che sembrò eterno, dopo aver preso un sorso di caffè, indicando la scatola accanto a Regina.
“Li ha portati Zelena qualche minuto fa, serviti pure” disse Regina avvicinando la scatola ad Emma.
“Sicura? Penso che Zelena avrebbe qualcosa da ridire su questo.”
“E perché mai? Li ha dati a me, no? Ora sono miei e deciso io a chi offrirli” disse Regina non capendo il perché di quella frase.
“Boh, li avrà fatti per te.”
“Sta zitta e mangia quei maledetti brownies, tanto non li avrei mangiati. Se Zelena mi conoscesse non mi avrebbe portato dei brownies al cioccolato, non lo amo particolarmente” disse alzando le spalle.
“No, aspetta, scusa. Non ti piace il cioccolato? Ho sentito bene?” disse Emma bloccandosi all’improvviso.
“Non ho mica detto che ho un cadavere nel portabagagli” disse Regina sorridendo.
Emma rise di gusto, ma poi si bloccò di scatto.
“Non hai un cadavere nel portabagagli, vero?” disse spaventata.
“Oddio, Emma, no, non ho un cadavere in macchina. Come diavolo può anche solo sfiorarti l’idea.”
“Tu hai parlato di cadaveri, io stavo parlando di cioccolato” disse Emma sorridendo e mordendo un brownies.
Regina sbuffò e scosse la testa.
“Il cioccolato non è la mia passione, ci sono cose molto più buone al mondo.”
“Tipo?” disse Emma ingurgitando il brownies per poi prenderne un secondo.
“Le lasagne, ad esempio.”
“Oh, capisco, sei un amante del salato. Buono a sapersi. Strano comunque che non ti piaccia il cioccolato” disse Emma afferrando il terzo brownies.
“È strano che tu mangi una dose incredibile di schifezze, ma non metti su nemmeno un kilo.”
“Costituzione” disse Emma facendole la linguaccia per poi afferrare la scatola dei brownies e portarsela con sé sul divano.
“Sicura che non ne vuoi?” disse Emma continuando a mangiare.
Regina scosse la testa e abbassò per un istante la testa sui documenti che si trovavano di fronte a lei.
“Vogliamo cominciare o devi continuare a divorarti qui cosi?” disse Regina sorridendo lievemente,
“Posso fare entrambe” disse Emma pulendosi le labbra dai residui di cioccolato ed estraendo alcuni fascicoli dal giacchetto.
“Come vuoi” disse Regina abbassando lo sguardo sui documenti e iniziando a leggerli per confrontarli con quelli che lo sceriffo aveva con sé.
 
***
 
“Quindi i resoconti mensili sono stati controllati, come anche il rapporto in merito alla stabilità dell’edificio della stazione è apposto. Adesso mancherebbe…” disse Regina prima di accorgersi che Emma iniziava a comportarsi in modo strano.
“Fa decisamente caldo qui” disse Emma alzandosi e sfilandosi il giacchetto, rimanendo con la canottiera.
Regina non poté fare a meno di guardarla, di osservare quei muscoli tonici, gli addominali che spiccavano da sotto la canottiera bianca quasi trasparente. Sapeva perfettamente quanto Emma fosse in forma e che si allenava quasi tutti i giorni ma non poteva mai immaginare quale impatto avrebbe avuto il suo corpo atletico su di lei. Deglutì forzatamente e utilizzò tutta la forza che aveva in corpo per frenarsi.
“Emma, non fa caldo, ci saranno 20 gradi al massimo, rivestiti per cortesia” disse dopo alcuni istanti Regina allontanando il suo sguardo da quel corpo.
Emma iniziò a sventolarsi con ogni foglio utile e piano lasciò scivolare il suo corpo sul divano fino a stendersi. Regina non sapeva cosa fare, non capiva come fosse possibile che Emma sentisse così caldo, così andò a controllare il termostato, ma la temperatura era perfetta. Così tornò alla scrivania attirata dal rumore del suo cellulare.
Appena lo afferrò notò la presenza di un messaggio di sua sorella.
Ciao sis, come stai? Come ti senti?
Regina inaspettatamente si innervosì per quel messaggio, Zelena era passata nemmeno un’ora fa in ufficio, la sua domanda le sembrò decisamente stupida, soprattutto in un momento come quello.
Zelena come vuoi che stia? Sto come stavo quando sei passata in ufficio.
Digitò velocemente il messaggio e si concentrò su Emma che continuava a sventolarsi energicamente con uno dei moduli presenti sul tavolino.
“Wow Regina, il soffitto del tuo ufficio è davvero meraviglioso” disse Emma fissando il soffitto.
Regina istintivamente alzò lo sguardo per poi riportarlo su Emma.
“Emma ma che diamine stai dicendo? È un maledettissimo soffitto bianco” disse innervosendosi e andandole in contro.
“Che diamine ti prende?” disse prendendole la faccia e notando le guance rosse e gli occhi stranamente dilatati.
La situazione era davvero strana e quel telefono che non smetteva di vibrare le stava facendo venire un esaurimento nervoso. Andò nuovamente verso la scrivania e afferrò il telefono.
Oh, pensavo che a quest’ora avrebbero fatto effetto.
Fatto effetto? Di cosa diavolo stai parlando?”
Emma intanto scattò in piedi e si avvicinò a Regina, così piano che la mora non se ne accorse.
“Chi ti scrive?” chiese Emma sussurrandole all’orecchio facendola saltare in aria.
“Sei forse impazzita?” disse Regina spaventata, ma non riuscendo a spostarsi dal corpo di Emma, così vicina che poteva sentire il calore della sua pelle.
“Ti ho chiesto chi era” disse Emma non prestando attenzione a quello che Regina aveva detto.
“Zelena” disse poggiando il telefono sulla scrivania e girandosi in modo che i loro visi furono l’uno di fronte all’altro, talmente vicini che i loro nasi si sfiorarono.
Quell’istante sembrò durare una vita, una vita che Regina avrebbe passato lì, immobile, solo per potersi perdere in quegli occhi.
“Fa tremendamente caldo qui” disse Emma allontanandosi da Regina per spostarsi vicino la finestra.
Adesso Regina avrebbe persino concordato con Emma, faceva davvero caldo quando erano vicine.
“Non senti caldo tu?” disse ancora Emma alzando e abbassando la canotta in modo che l’aria potesse passare.
“No, io sto bene” disse Regina deglutendo e mentendo spudoratamente.
“Io sento un caldo pazzesco” disse Emma togliendosi la maglia, rimanendo in reggiseno.
“Emma, la finestra” disse Regina notando che la bionda si trovasse proprio di fronte la finestra dello studio, dopo degli istanti troppo lungi nella quale i suoi occhi fissarono il decolté della bionda.
“Hai ragione, è chiusa” disse Emma cercando di aprire la serratura.
“Non…”
Regina sbuffò e corse verso Emma, la spostò e chiuse le tende dello studio.
“Sei forse impazzita? Avrebbero potuto vederti” disse Regina su tutte le furie.
“E se anche fosse?” disse Emma avvicinandosi a Regina costringendola ad indietreggiare.
“Emma” disse Regina deglutendo.
“La gente parla” disse accennando un sorriso.
“Eccome se parla, e sai cosa dice?”
Regina annuì e continuò ad indietreggiare fino a far cozzare la schiena con la scrivania.
“Dice che staremmo molto bene insieme, anzi dice che abbiamo una relazione” disse Emma ormai troppo vicina a Regina per poter tornare indietro.
Regina si morse il labbro inferiore e cercò di controllarsi, quello non poteva accadere, non doveva…
Emma però agì, baciò le labbra rosse del sindaco, premendole il suo corpo semi nudo. Regina non riuscì più a resistere così assecondo la bionda e ricambiò il bacio, lasciando che questo diventasse più intimo.
Le sue mani vagarono sul corpo della bionda che fece lo stesso, passandole una mano sotto la gonna spingendosi fino all’interno coscia. Quel tocco sul corpo di Regina era qualcosa che non credeva avrebbe mai desiderato, ma del quale adesso non sarebbe riuscita a fare a meno. Quel bacio diventò più intenso, più intimo e il corpo di Regina piano si sdraiò sulla scrivania con sopra quello di Emma, quando qualcosa vibrò sotto la schiena della bruna.
“Emma, aspetta” disse Regina staccandosi da Emma e cercando di raggiungere il telefono.
Hai presente i brownies che ti ho portato? C’era della marijuana, volevo ti sciogliessi un po’.
Quando Regina lesse quel messaggio il mondo le cadde addosso. Emma aveva praticamente finito i brownies e l’aveva appena baciata sotto il loro effetto.
“Emma, tutto questo non può succedere, tu non sei in te, noi non possiamo.”
“Regina ti prego” disse Emma avvicinandosi alla bruna.
“Se solo tu non ti fossi mangiata tutti qui brownies.”
Emma mise il broncio e incrociò le braccia sotto il seno.
“Ho un idea” disse poi come se le si fosse accesa una lampadina.
“Potresti far finta che io non li abbia mangiati” disse avvicinando le se labbra a quelle di Regina.
“Ferma” disse poggiando le due dita sulle labbra di Emma.
“E se poi te ne penti?”
“E se non fosse così?”
“Non posso rischiare” disse Regina allontanandosi dal corpo di Emma.
“Allora aspetterò qui finché l’effetto non sarà passato.”
Regina le sorrise, amava la decisione di quella donna, amava quella dannata bionda sdraiata sul suo divano mezza nuda. L’amava come mai aveva amato nessuno.
Emma pochi minuti dopo si appisolò e Regina per alcuni istanti rimase in piedi di fronte al divano a fissare quel viso così sereno. Poi afferrò il telefono e rispose alla sorella.
Me la pagherai, ma quando ci vediamo ricordami di ringraziarti.”
Regina sorrise guardando quella ragazza che le aveva cambiato la vita in modi che non credeva fossero possibili. Sorrise perché da quel giorno in poi tutto sarebbe cambiato e con lei accanto non aveva paura.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: giuggiola95p