Bambola
Era
bellissima, ma incompleta.
Già,
proprio così.
Era
seduto sulla poltrona di finta pelle con le braccia sui
braccioli, gli occhi attenti fissi sul suo capolavoro. Aveva deciso di
metterlo
nell’angolo più lontano della stanza, per poterlo
ammirare tutte le sere, birra
alla mano e televisione in sottofondo, a compiacersi del lavoro che era
ormai
quasi ultimato.
Era
uno degli istinti più basilari dell’essere umano,
quello
di non restare solo, di cercare un suo simile per condividere la vita.
A lui,
però, gli altri esseri umani non piacevano: troppo
imprevedibili; troppo
complicati. E così aveva deciso che avrebbe costruito la sua
compagna perfetta –
ché di una donna aveva bisogno, sua madre glielo diceva
sempre. Una compagna
bellissima e silenziosa. Immobile ma comprensiva. Una spalla su cui
piangere
che non si sarebbe mai spostata.
Non
vedeva l’ora di ultimarla! Mancava solo la testa –
le gambe
non le servivano, perché tanto non sarebbe andata da nessuna
parte. E percorrendola
con lo sguardo, dai seni piccoli e rotondi fino al pube ricoperto da
una
leggera peluria scura, non poteva zittire l’erezione pulsante
che premeva
contro i jeans. Avrebbe provveduto volentieri a esaudire i desideri del
suo corpo,
ma in quel momento non poteva proprio; aspettava visite.
Barbara,
ventidue anni, longilinea, viso a cuore, lunghi
capelli castani e labbra carnose.
Era
perfetta.
E,
mentre il citofono squillava, annunciando il suo arrivo,
non poté non pensare a quanto sarebbe stata bella,
incastonata su quel corpo,
sorella tra le sorelle che gli avevano donato le altre parti.
Sarebbe
stata perfetta, la sua bambola.
Così, senza indugiare oltre si alzò e andò ad aprire.
Angolo
dell'autrice: buonasera! Giorno 20 del #writober2020 di fanwriter.it,
ventesimo prompt: bambola. L'ispirazione è arrivata, in
questo caso, dalla macabra storia di Jeffrey Dahmer, noto serial
killer, che ho riscoperto in questi giorni.
Spero che abbiate gradito e vi ringrazio per aver letto, significa
moltissimo per me♥
Frix