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Autore: TheBrainStealer    20/10/2020    0 recensioni
Di storie che raccontano di piccoli aspiranti allenatori ne abbiamo viste, ma cosa accade quando qualcuno ha già seguito un percorso di vita?
la storia ruota attorno ad un ragazzo di nome Adam che, da quando zoppica per motivi noti solo a lui, ha visto spegnersi il suo sogno di essere viaggiatore, ritrovandosi così bloccato in una routine di noia, apatia e ricordi dolorosi. Tuttavia, una serie di eventi inaspettati metteranno a dura prova la volontà già ridotta male del giovane, smuovendo la deprimente quotidianità che ormai da tempo lo affligge.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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CAPITOLO 7: LA GRANDE RIUNIONE.
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<< abc >> = dialogo.
“abc” = pensiero.
* abc * = telepatia
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Per quanto il mattino avesse finalmente raggiunto le finestrelle della cabina di Gold, quest’ultimo non ne era affatto contento. Infatti, quella notte non l’aveva certo passata a dormire bene.
La sua mente era assonnata quanto lui e anche i pensieri erano piuttosto annebbiati. Era ancora seminudo sotto le sue coperte a contemplare la luce del sole che filtrava attraverso il vetro dell’oblò sperando allo stesso tempo di ottenere delle risposte alle proprie domande, ovviamente senza riuscire ad avere risposta dal momento che guardando il suo volto si capiva perfettamente lo stato confusionario in cui si trovava.
 “cazzarola, che nottataccia…”, pensò cercando di capirci qualcosa.
Si chiedeva ancora il motivo per il quale Adam era andato da lui. Voleva parlare…ma di cosa?
C’erano troppe variabili di mezzo: la conversazione che aveva avuto con lui il giorno prima non aveva fatto altro che sollevare altri dubbi, anche perché, piuttosto che dare delle spiegazioni chiare, quello era rimasto molto sulle sue, aveva fornito informazioni vaghe che facevano nascere ancora più dubbi sulla questione.
E se le incertezze erano il fuoco che stava ardendo dentro di lui, le parole dello storpio erano state come benzina…
“com’è che adesso vuole parlare con me? ha fatto di tutto per evitarmi e ora mi viene a cercare. Che bastardo…sa che non rifiuterò: Red gli ha raccontato della nostra lotta e della mia esperienza nel duello contro di lui, quindi se volesse parlarmi della stessa persona allora non potrei tirarmi indietro. Non può certo trattarsi di un altro argomento. Del resto, non ha altri motivi per rivolgermi la parola se non questo…”
Il ragazzo non era intimorito da Adam: Gold era sempre stato molto sicuro di sé e di certo non era un povero zoppo a metterlo nell’angolo. Piuttosto, la cosa che lo stava infastidendo era che lo strano allenatore solitario incontrato sul monte Argento ancora una volta era tornato nella sua vita attraverso le strane voci di un ragazzo di Hoenn sbucato dal nulla.
Era andato in quella regione per andare a visitare il parco lotta e poter sfidare allenatori di grande talento, ma adesso i fatti che stavano saltando fuori erano sempre più grossi e ben al di sopra di un edificio dove lottare con “altri concorrenti”.
Sicuramente, lui e Adam sarebbero stati d’accordo almeno su una cosa (seppur in modo differente): ci sono cose più importanti del parco lotta.
Alla fine, si arrese al giorno, levandosi le coperte di dosso e imprecando tra sé e sé mentre gli occhi ruotavano lentamente destra e a sinistra per cercare dei vestiti più o meno puliti nel mare di cianfrusaglie che lo circondava (per quanto l’impresa non fosse affatto facile).
In ogni caso, alla fine riuscì a vestirsi, uscendo piano piano dalla cabina e portandosi appresso le sue pokéball e la sua stanchezza.
“spero che con qualcosa sotto i denti la cosa migliori: stanotte non ho dormito un cazzo”
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Una volta uscito dalla cabina, si avviò in tutta lentezza verso la sala dove avrebbe trovato il bar. Sicuramente, un caffè lo avrebbe rimesso al mondo.
Mentre avanzava, pensava se avrebbe dovuto dirlo ad Ash. Per qualche motivo, ormai stavano legando davvero molto negli ultimi giorni e si erano già raccontati un sacco di cose. Di sicuro, per Gold quel ragazzino era davvero un prodigio in proporzione alla sua età: non capita di vedere un bamboccio di 12 anni con otto medaglie della regione che sta visitando. Tuttavia, il ragazzo di Johto sapeva anche che quello aveva visitato anche regioni (oltre a Kanto e Hoenn si intende), senza però avere certezze sull’eventuale vittoria di altre medaglie.
“mmm…che faccio, glielo dico? No, aspettiamo un secondo: non so neanche certo di cosa mi parlerà Adam, quindi al massimo gli dico che quel buffo ragazzo col tutore mi vuole parlare: non voglio certo fare dell’allarmismo inutile”
Alla fine, arrivò finalmente al bar dello yacht pronto per fare colazione, ovviamente in compagnia dei suoi pokémon.
Quando notò uno dei tavoli più grossi situato vicino al fondo della sala, lo raggiunse e sistemò la sua roba sulle sedie libere per poi tirar fuori i suoi compagni di viaggio dalle sfere.
Il primo ad uscire fu Exbo, il quale si guardò attorno per vedere dove si trovava. Subito dopo, fu seguito da Aibo.
Quell’ambipom iniziò subito ad usare le sue code per arrampicarsi sul tavolo e giocherellare con l’argenteria. L’allenatore sapeva che sarebbe successo, cosa che lo spinse infatti ad afferrarlo per le mani poste sulle estremità di quelle strane appendici.
<< ciao Aibo…vediamo di non fare casini anche di prima mattina… >>, gli disse scherzosamente Gold prima di posarlo a terra.
Quella bizzarra scimmietta con due code munite di mani era una vera e propria malizia semovente e non c’era momento in cui non volesse fare degli scherzi o combinare qualche guaio. Fortunatamente però, quando il suo allenatore pretendeva un minimo di ubbidienza, alla fine si dava una calmata (per quanto, spesso e volentieri, in certe situazioni era piuttosto il suo padrone ad avere bisogno di un poco di disciplina).
Alla fine, dalla terza pokéball uscì Togepo, ovvero il togekiss di Gold. Era un esemplare elegante e maestoso e allo stesso tempo il suo corpo dalla forma ovale dava spazio a delle grosse e candide ali a delta. Tra i tre, era sicuramente il più tranquillo e pacato della squadra.
<< buongiorno ragazzi. Che dite, mangiamo qualcosa? non so voi ma io ne ho assolutamente bisogno: ho avuto una notte davvero schifosa… >>
Detto questo, vide un cameriere avvicinarsi al suo tavolo. Non era lo stesso dell’altra volta, ma con quel caschetto di capelli castani e quella divisa verde e viola sembrava altrettanto simpatico.
“cazzarola, quello l’ho già visto oppure è nuovo? Sono davvero pessimo con queste cose”
<< buongiorno, lei e i suoi pokémon gradite qualcosa? >>
Gold si sforzò per produrre un sorriso con la faccia assonnata che si ritrovava.
<< si grazie: a loro può portare un pasto leggero per colazione e a me basta un caffè >>
<< perfetto: vado subito a portare il suo ordine. Tra poco arriverà tutto >>, disse quello andandosene per la sua strada.
<< grazie mille >>
Passarono i minuti nei quali Gold si riprese un poco grazie alla caffeina. La cosa non gli aveva certo ridato tutte le ore di riposo che aveva perso quella notte, anche se comunque adesso andava decisamente meglio.
Dopo che anche la sua squadra finì il proprio pasto, il ragazzo stava iniziando a prendere le proprie cose per liberare i posti, quando improvvisamente notò qualcosa di familiare qualche tavolo poco più in là.
Era un berretto a visiera, simile al suo nella forma ma non nei colori. Sotto di esso, giaceva una scompigliato ammasso di capelli neri.
“ma guarda un po’ chi si vede: non credo che faccia spesso colazione a quest’ora del mattino…”
Si avviò verso la fonte delle sue attenzioni, sedendosi proprio accanto al ragazzino che stava ormai diventando un suo caro amico.
<< ciao Ash! vedo che stamani ti sei messo a fare colazione molto presto >>
Quello si girò per poi sfoggiare un sorriso.
<< buongiorno Gold! Sì, è vero: io e pikachu stiamo mangiando qualche boccone per iniziare al meglio a giornata! Di solito non ci alziamo a quest’ora ma per oggi abbiamo voluto fare un’eccezione. Stanotte abbiamo dormito come ghiri e sarebbe un peccato non sfruttare tutta questa energia, non trovi? A proposito, noi due andiamo ad allenarci tra un’oretta. Ti unisci a noi? >>
Il ragazzo di Johto sogghignò.
<< vedi, mi piacerebbe molto, ma purtroppo stanotte non ho chiuso occhio e ho una cosa un po’ noiosa da fare oggi… >>
Lo sguardo di Ash cambiò in un misto tra comprensione e preoccupazione.
<< stanotte non hai dormito? E come mai? E poi che devi fare oggi? >>
Gold si prese qualche secondo per pensare ad una risposta adeguata: sapeva cosa lo aveva tenuto sveglio durante le ore notturne ed era anche consapevole del suo impegno preso con Adam. Quello che non sapeva era cosa aspettarsi di preciso.
<< purtroppo stanotte mi sono venuti in mente alcuni pensieri che hanno un po’ rubato il sonno. Comunque, oggi devo andare da Adam >>, rispose infine.
Quello rimase piuttosto sorpreso dalla notizia, anche se dal sorrisetto sembrava quasi divertito dalla cosa.
<< da Adam? E perché ci vai? >>
<< beh, ti sembrerà strano ma vuole parlarmi e non so nemmeno che vuole di preciso >>, replicò l’altro ricambiando il risolino.
Il ragazzino sembrava stranito. Lui e Gold avevano parlato di lui e, per quanto si sapesse poco sul suo conto, erano sicuri che fosse una persona che avrebbe fatto di tutto pur di evitare la gente.
<< in effetti è molto strano. Hai qualche idea? >>
L’allenatore più grande si fermò un attimo.
<< in realtà una certa idea la avrei, però vedi…è complicato e non so se questa sia una storia che possa interessarti >>, rispose infine con tono cupo.
“di solito Gold non è così strano. Che cosa sta succedendo?”
<< dai Gold, racconta! >>, disse Ash che, in quanto bambino, era inconsciamente certo che sapere qual era l’inghippo in cui era intrappolato il suo nuovo amico lo avrebbe tranquillizzato.
Gold si schiarì la gola.
<< ok…dunque…hai mai sentito parlare di Red? >>
Ash e pikachu inclinarono la testa contemporaneamente.
<< mi dispiace ma non so chi sia >>
<< nessun problema. Vedi, alcuni anni fa, poco dopo essere diventato il campione della lega di Johto, andai a Kanto per esplorare una regione diversa dalla mia. Riuscii a battere perfino tutte le otto palestre del territorio, fino ad arrivare nella città di Biancavilla >>
<< ma è proprio la città da dove vengo! >>
<< proprio così. Una volta arrivato lì, andai a visitare il laboratorio di ricerca pokémon e parlai col professor Oak, il quale mi raccontò del fatto che la lega di Kanto aveva smarrito il suo campione, ovvero un ragazzo di Biancavilla di nome Red che non aveva mai fatto ritorno. Quella storia mi incuriosii, quindi girovagai per molto tempo nella cittadina per cercare la vecchia casa dell’allenatore scomparso.
Quando la trovai, bussai alla porta e mi aprì una donna: era sua madre. Quando le dissi perché ero lì, mi fece entrare in casa, anche se le uniche cose che mi riuscì a dire furono la storia di suo figlio e che non era mai riuscita a sapere dove si trovasse dopo la sua scomparsa, mostrandomi anche una foto del ragazzo durante i suoi racconti. Alla fine, mi resi conto di non poter fare nulla per questa storia: non avevo niente da cui partire. Ripresi quindi il mio viaggio per tornarmene finalmente a casa e decisi di passare dal monte Argento, dato che ero un allenatore di un certo livello e avevo l’accesso libero alla zona, oltre al fatto che quel picco si trova esattamente tra la regione di Kanto e quella di Johto. Passo dopo passo, sfida dopo sfida, arrivai finalmente alla vetta innevata. È proprio lì che accadde… >>
<< cosa accadde?! >>, chiese Ash che era ormai ipnotizzato dalla storia di Gold.
<< lo vidi. Vidi il ragazzo della foto…il ragazzo che non aveva mai fatto ritorno e che non aveva mai fatto avere sue notizie alla madre. Mi ritrovai davanti l’allenatore misterioso chiamato Red. Quando mi avvicinai a lui mi sembrò quasi di essere in un sogno. Provai a parlargli, ma non ci fu nessuna risposta. Da quel momento non ci furono più parole e, con un solo sguardo, la lotta tra noi due ebbe inizio. Fu uno scontro epocale: non avevo mai dovuto lottare in quel modo e tantomeno avevo mai incontrato un avversario così potente, ma soprattutto…quegli occhi…Red aveva uno sguardo gelido come il ghiaccio che si trovava sulla vetta del monte sopra la quale stavamo facendo combattere i nostri pokémon al massimo. Mentre io e la mia squadra lottavamo, pensavo a tutti i momenti della mia vita da allenatore, da quando ricevetti Exbo dal professor Elm, passando per tutte le esperienze vissute fino al momento in cui mi trovavo adesso, faccia a faccia con l’allenatore più gelido e devastante che avessi mai visto in tutta la mia vita. Alla fine, malgrado la mia carriera da campione della lega di Johto e tutta la mia esperienza nelle lotte, persi lo scontro: Red e la sua incredibile squadra avevano avuto la meglio senza che quel ragazzo dicesse una parola tutto il tempo, né a me né ai suoi pokémon. Dopo lo scontro, il misterioso allenatore mi guardò con i suoi occhi rossi un’ultima volta prima di sparire per sempre dalla mia vista. È stata un’esperienza che non dimenticherò mai… >>
Il ragazzino non credeva alle sue orecchie: com’è che un allenatore così forte non avesse fatto notizia? La cosa per lui era strana.
<< caspita! Questa storia è incredibile! Però non capisco: cosa c’entra tutto questo con Adam? >>, chiese infine l’allenatore più piccolo.
<< pensavo di essere l’unico ad aver incontrato Red. Ieri però, dopo averlo incontrato sulla spiaggia, ha detto delle cose che hanno fatto riaffiorare i miei ricordi. Quando sono arrivato a casa sua, mi ha detto di aver incontrato Red. La cosa mi ha turbato, ma nulla in confronto a quando si è presentato alla mia cabina stanotte dicendomi che voleva vedermi proprio oggi. Anche se non mi ha spiegato di cosa voleva parlare, penso che riguardo proprio Red >>, spiego con calma Gold.
Quando il ragazzo di Johto finì di raccontare quella storia, si rese subito conto che era qualcosa che non aveva mai detto a nessuno. Ash era sveglio ed era un tipetto in gamba, oltre che ad avere un cuore d’oro, ma rimaneva pur sempre un bambino, cosa che gli faceva venire il dubbio sulle sue capacità di capire fino in fondo la questione.
<< sai Gold, è stata davvero una cosa incredibile. Non credevo ci fosse qualcuno di così forte là fuori. Com’è che Adam lo conosce? >>
<< questa è una cosa che ancora non ho capito. Quando ci ho parlato non mi ha detto quasi nulla. Oggi spero di scoprire un po’ di più… >>
Il piccolo allenatore di Kanto se ne stette qualche secondo in silenzio.
<< sai Gold…sto imparando un sacco di cose da te e ti ringrazio davvero >>, disse poi in modo sincero: provava una grande stima per lui.
<< anche tu sei davvero in gamba. Ormai pare proprio che ci stia prendendo gusto ad insegnarti più cose possibile. sembra che tu sia da un po’ di tempo sotto la mia ala. Ti prometto che fino alla fine ci penserò io a te >>, rispose l’altro facendo l’occhiolino sotto gli occhi estasiati del bambino.
Continuarono a parlare, senza rendersi conto di come la mattinata stesse scorrendo in fretta…
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primo pomeriggio, casa di Adam…
 
<< che dici Eve…è stata la scelta giusta? >>
Adam ed Evelyn avevano appena pranzato senza parlare molto. Quel giorno il ragazzo e il pokémon erano piuttosto nervosi e adesso stavano parlando delle scelte prese nelle ultime ventiquattro ore.
L’allenatore pensava alle ultime cose successe nell’arco del giorno prima e in quel momento era dubbioso sulle decisioni che aveva preso.
<< penso che sia una delle scelte che potrebbero essere giuste, seppur scomode >>, rispose l’amica.
<< mi sa che potresti avere ragione…e so anche che ne abbiamo già parlato per tutto ieri pomeriggio, ma ancora non riesco ad accettare il fatto che molto probabilmente potremmo avere bisogno del suo aiuto: solo l’idea mi fa venire il ripudio a tutto questo >>, continuò l’altro sbuffando una piccola nuvola di vapore dalla sigaretta elettronica.
I dubbi stavano volteggiando sopra le teste dei due, senza che questi potessero fare qualcosa per reagire al meglio: si erano ritrovati in una situazione inaspettata senza preavviso per poi vedere come arrangiarsi con i pochi mezzi di cui disponevano.
Aspettavano riluttanti che Gold arrivasse a casa loro per poter soddisfare la strana richiesta di Adam e poter parlare faccia a faccia di una questione ancora sconosciuta al ragazzo di Johto.
Lo zoppo ancora non credeva che si fosse davvero rivolto a lui per una conversazione e fino al giorno prima non ne avrebbe immaginato neanche la possibilità.
Eppure, ancora una volta nella sua vita gli era stato dimostrato che tutto, in un modo o nell’altro, può accadere anche contro la tua volontà.
I minuti passarono, fino a quando qualcuno bussò finalmente alla porta.
Si aiutò col bastone da passeggio per alzarsi dal divano per poi camminare a fatica per il corridoio. Arrivato davanti all’ingresso, prese il flacone degli antidolorifici e ingoiò una pillola subito prima di aprire al nuovo arrivato.
Per quanto fossero due persone con dei caratteri posti agli antipodi, in quel momento la loro espressione sembrava piuttosto simile: uno scocciato perché non aveva dormito e l’altro irritato perché doveva parlare con quello che non aveva chiuso occhio.
Dopo alcuni istanti di silenzio imbarazzante, alla fine il padrone di casa proferì finalmente parola.
<< alla fine sei venuto… >>, disse freddamente al ragazzo dagli occhi dorati.
<< sapevi che sarebbe successo >> rispose l’altro prontamente.
Lo storpio gli fece un cenno con la mano per poi fargli strada verso l’interno dell’abitazione, mentre colui che lo seguiva continuava a pensare a quanto trovasse inquietante l’idea di trovarsi per la seconda volta in due giorni in quel posto.
Lo guidò lentamente nel corridoio, facendo ritrovare ancora una volta Gold nel bel salotto che aveva visto giusto in tarda mattinata del giorno prima.
Il fuoco del camino si stava lentamente spegnendo e la brace aveva ancora quel piacevole rosso vermiglio che risplende nella penombra del comignolo, mentre si sentiva i rumori causati dai compagni di squadra di Adam provenire dalla cucina che il ragazzo non aveva ancora mai visto per bene.
Il ragazzo col tutore si fermò vicino al tappeto grigio chiaro e così fece l’ospite di conseguenza.
Alla fine, quello decise di prendere un po’ le redini della conversazione mentre notava Evelyn che raggiungeva il proprio allenatore e mettersi di fianco a lui, levitando a qualche decina di centimetri dal pavimento.
<< dunque…mi spieghi perché di punto in bianco mi inviti a casa tua? >>
Sul volto del padrone di casa si formò uno sguardo torvo.
<< non credere che ti abbia “invitato” perché mi stai simpatico…questa è una cosa ben diversa >>
<< lo avevo capito… >>
<< Gold…tu credi nel destino? >>
Quello spalancò gli occhi in maniera impercettibile.
<< cosa? >>
<< hai sentito bene… >>
<< perché me lo chiedi? >>
in tutta risposta, Adam andò verso la cucina, seguito da Gold che già si stava facendo un’idea di che tipo di conversazione sarebbe stata.
Non ebbe il tempo di ammirare quel piccolo gioiello che era quella stanza che l’altro puntò il bastone sopra il tavolo di legno color crema posto al centro dell’ambiente.
Quando il ragazzo di Johto guardò nella stessa direzione, vide una lettera piuttosto sgualcita.
<< dunque, che dovrei fare? Ancora non capisco questa cosa del destino >>
Come risposta, vide l’asta punzecchiare il foglietto di carta.
<< e va bene ho capito… >> disse infine in una resa simbolica.
La afferrò e la rigirò tra le mani per vedere un po’ di cosa si trattasse.
<< mmm…non conosco il nome della mittente >>
Detto questo, sfilò il foglio dalla busta di carta già aperta e iniziò a leggerne il contenuto. Dalla calligrafia, sembrava che il messaggio fosse stato scritto in fretta e furia, con scritte traballanti e poco leggibili.
- Caro Adam.
Quella che leggi è la lettera di una madre disperata che non ti ha mai conosciuto se non per le poche storie che le sono state raccontate dal proprio figlio. Non è la sfrontatezza che mi fa scrivere direttamente a te, tantomeno la confidenza, bensì le speranze e la disperazione di una donna che non riesce ad accettare la realtà dei fatti. Ricordo il mio bambino che lasciò casa, non tornando per mesi senza che io arrivassi ad avere anche solo una sua notizia, per poi vederlo di nuovo alla mia porta dopo anni. Era cambiato in molte cose e, malgrado fosse drasticamente cambiato per molti aspetti, riuscivo ancora a vedere in lui il bambino che tenevo in braccio quando era ancora in fasce. Fu dopo il suo ritorno che mi raccontò di te e di come eri riuscito a far tornare in lui quel briciolo di umanità che gli aveva permesso di tornare a dare un abbraccio alla sua mamma dopo tutto quel tempo in cui si era convinto di voler sparire. Ero felice…ero fiera del piccolo grande eroe che era il mio piccolo ormai diventato uomo: un campione della lega pokémon, ma soprattutto…una persona maturata e di buon cuore.
Forse sono le mie illusioni che mi hanno distrutta in quest’ultimo periodo…l’illusione che fosse davvero tornato a casa, ma mi sbagliavo. Non è mai tornato davvero e solo ora ho capito troppo tardi che nel tempo la sua mania della solitudine coi pokémon e il suo mutismo stavano ricrescendo dentro di lui, facendo in modo che fosse con me solo fisicamente, mentre la sua mante vagava nei meandri di luoghi a me sconosciuti.
Ti scrivo questa lettera poiché adesso mio figlio è scomparso di nuovo e le uniche cose di cui parlava prima di svanire fosse la regione di Hoenn…la regione in cui ha detto che abitavi tu, dove vive il ragazzo che per un attimo fece tornare a casa il mio amato bambino.
Il tempo passa e con la vecchiaia l’unica cosa che rimane ad una vedova di mezz’età è l’amore che ha per suo figlio. Il dolore che si prova davanti alla sparizione della cosa più bella che si è fatto nella vita è indescrivibile e adesso non ho la minima idea di dove si trovi.
Ho paura…ho paura per lui e, stavolta, di averlo davvero perso per sempre.
Per questo ti chiedo disperatamente aiuto con tutta me stessa. Per favore, riporta a casa il mio piccolo, riporta a casa il bebè che tanto ho amato, con cui ho giocato, riso e che ho visto crescere…riporta a casa il mio Red –


<< Gold…Gold… >>
Il ragazzo aveva finito di leggere la lettera da un pezzo. Eppure, stava continuando a riguardarla più e più volte con uno sguardo sconvolto in faccia.
<< Gold! >>
Quello tornò alla realtà, posando delicatamente la lettera sul tavolo e tornando a guardare gli occhi verdi e marroni di Adam.
<< questa lettera…è dalla madre di Red! >>
<< adesso capisci perché ti ho detto di venire qui? Per questo ti ho chiesto se credessi nel destino: tra le lettere che mi hai visto prendere ieri dalla posta c’era anche questa…non abbiamo fatto in tempo a parlare di lui che è sbucato questo messaggio dal maledetto niente… >>
<< di cosa parla nel messaggio? Cosa cavolo è successo con lui?! >>
<< ogni cosa ha suo tempo ragazzo… >>
<< come vuoi, ma adesso che cavolo dovrei fare? Perché hai chiamato proprio me? tu mi detesti e con ti sei comportato da stronzo da quando ci siamo incontrati la prima volta! E ora mi mostri una lettera mandata dalla madre di Red…è pazzesco! >>
<< dimmi qualcosa che non so lingua lunga! In ogni caso, ti ho chiamato proprio perché sei l’unico che per quanto ne so ha avuto a che fare con quel ragazzo e sia io che te vogliamo delle risposte >>
Adam stava parlando con un tono totalmente gelido. Tuttavia, Gold riconobbe in quella sfumatura glaciale l’importanza che il ragazzo stava dando alla questione.
<< dove vorresti arrivare? >>
<< noi due…dobbiamo trovare Red… >>, disse infine lo zoppo con un sospiro.
“che cazzo sta succedendo qui? Non ci credo, è una follia! Red…”, pensava il campione di Johto mentre allo stesso tempo ricordava tutti gli inquietanti eventi legati al monte Argento.
<< noi due? >>
<< proprio così: per quanto odi ammetterlo…non posso farcela senza di te >>
Gold sogghignò in preda allo stupore e al nervosismo.
<< non so se sorprendermi per il fatto che chiedi il mio aiuto o per questa tuo improvviso interesse nei confronti di qualcuno che non sia te…da quando ti importa della gente?! Che risposte vuoi da Red? >>
Adam rintoccò il bastone a terra.
<< bada a come parli! Cosa voglio sapere non ti riguarda! >>, disse poi arrabbiato. << sappi che io partirò con o senza di te, fai la tua scelta… >>, disse infine sospirando ancora una volta.
“al diavolo…”


Tempo dopo, il ragazzo era uscito dall’abitazione per tornare finalmente allo Yacht. Sapeva che la conversazione con Adam avrebbe potuto essere singolare, ma non immaginava che il tutto fosse in grado di arrivare a certi livelli.
Le questioni sulle quali riflettere erano molte e le variabili in questione erano davvero tante.
“porca puttana…ma cosa è appena successo là dentro? Possibile che ogni volta che si esce da quella casa si viene sommersi dai dubbi? In ogni caso non è questo il problema: il fatto è che quel pazzoide di Adam mi ha davvero chiesto aiuto per trovare Red…che diavolo faccio? Non so se mi interessa davvero trovarlo, anche se però ho come la sensazione che la riuscita di questa cosa mi libererebbe davvero da alcuni dubbi. Ma il parco lotta? Sono arrivato fin qui perché avevo l’occasione di vedere coi miei occhi uno dei posti più incredibili che siano mai stati costruiti, ma adesso non so più quanto possa importarmi…e quel maledetto storpio ha saputo dove andare a parare con me. Sapeva che mi avrebbe incollato nella sua parlantina con un argomento del genere, anche se ancora stento a credere che la madre di Red abbia mandato una lettera proprio a lui…come mai per lei Adam ha così tanta importanza? Deve essere successo qualcosa quando lo stramboide di Kanto e quello zoppo si sono incontrati, ma quello lì non ha intenzione di dirmi niente anche se ha chiesto il mio aiuto! Meno male che gli abitanti di Hoenn non sono tutti così. Aspetta, ora che ci penso…cosa dirò ad Ash? gli ho promesso che sarei stato la sua guida, che gli avrei insegnato quello che so e tenermelo sotto la mia ala…l’ala del campione della lega di Johto. Tante domande e poche risposte e l’unica cosa certa è che dovrò fare alcune scelte in modo da sistemare il prima possibile questo bordello”, pensava immerso tra i suoi pensieri.
Il sole stava calando e un tramonto simbolico mostrava il sole che stava fiondandosi a picco sul mare, come se Gold dovesse a sua volta piombarsi nelle scelte importanti sulle quali stava appunto riflettendo.
“penso che debba parlare con Ash di questa faccenda…”, concluse il giovane prima di fare gli ultimi passi sulla sabbia fresca.
..
Hall principale dell’imbarcazione per il tour di visita al parco lotta…
<< Ehi Gold! Alla fine sei tornato. Certo che ce ne hai messo di tempo! >>, disse divertito Ash.
<< in effetti Adam mi ha trattenuto veramente un casino >>, rispose Gold levandosi il cappello e grattandosi la nuca.
<< a proposito >>, continuò il ragazzino. << tra due giorni la barca ripartirà per la tappa finale! Arriveremo finalmente al parco lotta! >>
Il piccolo allenatore di Biancavilla era davvero entusiasta di arrivare finalmente alla meta per la quale era partito, anche perché era risaputo che in quel luogo si aveva l’occasione di incontrare veri e propri assi delle lotte pokémon.
Lo sguardo del ragazzo di Johto si spense.
<< vedi Ash, ecco…a proposito del parco lotta… >>, disse un po’ malinconico sotto lo sguardo preoccupato all’altro.
<< che succede Gold? >>
<< io…devo andare via…non potrò venire al parco lotta con te. mi dispiace davvero tanto… >>
Al piccoletto si era appena infranto il sogno di poter andare laggiù assieme al suo nuovo amico.
<< come…come mai? Che è successo? >>, chiese poi con voce tremolante.
Lui non sapeva come rispondere a modo: se lo avesse ammesso subito a sé stesso, non avrebbe dovuto attendere fino all’ultimo momento per capire che in realtà aveva scelto di aiutare Adam non appena era uscito da casa sua. Tuttavia, dall’altra parte aveva un senso di colpa incommensurabile nel comprendere che avrebbe dovuto rompere la promessa fatta ad un bambino coi sogni ancora più grandi della sua voglia di vivere le sue esperienze.
<< è successo un vero casino. Non so neanche come spiegare… >>, rispose poi guardando a malincuore lo sguardo deluso del piccolo prodigio che aveva di fronte.
<< per favore…dimmi cosa è capitato da Adam. È per colpa sua non è vero? >>, continuò Ash implorando.
“cazzarola…non posso lasciarlo così: gli devo una spiegazione, anche perché è il minimo che possa fare. Ma capirà davvero fino in fondo? Dopotutto è un bambino e io non voglio appesantirlo troppo con queste storie assurde”
Subito dopo però, si rese conto di quanto fosse sbagliato il suo ragionamento. Del resto, anche lui in età più giovane di cose ne aveva viste e come: dai crimini commessi dal team Rocket alle vicende legate a Lugia e Ho—Oh e se era riuscito lui in imprese del genere, forse poteva farlo anche la persona che aveva davanti.
<< non è esattamente colpa sua. Ti ricordi la storia che ti ho raccontato stamani? >>
<< si, me la ricordo. Perché? >>
<< perché avevo ragione: Adam voleva infatti parlarmi di Red. Quando però mi ha mostrato una lettera scritta dalla madre non potevo crederci. Quel ragazzo è scomparso Ash e, per qualche motivo che non conosco ancora, Adam vuole mettersi sulle sue tracce e provare a ritrovarlo. Quando allora non riuscii a scovarlo e a riportarlo a casa dalla madre, iniziai a sentirmi un po’ in debito con lui e a pensarci quelle sensazioni mi vengono a trovare tutt’ora ogni volta che mi passa per la testa che cosa è successo in cima al monte Argento. Vedi Ash, io voglio provare a rimediare e a provare a capire qualcosa di più su l’unica persona che è riuscita a battermi dopo che sono diventato il campione della lega di Johto. Capisci ora? È per questo che non posso rimanere… >>
Quello che aveva davanti era solo un ragazzino che aveva appena sentito un discorso da adulti. Eppure, Gold avrebbe giurato di vedere una nota di comprensione nel suo sguardo, come se il gran cuore contenuto il quel piccolo corpo avesse capito anche in parte l’importanza effettiva di questi eventi piombati di punto in bianco sul proprio compagno di viaggi.
<< capisco Gold, capisco. Però tu mi avevi promesso che fino alla fine avresti pensato tu a me… >>, disse quello con un lieve broncio sulle labbra.
Al ragazzo si strinse il cuore.
<< non hai idea di quanto mi dispiaccia deluderti. Tu sei grande Ash e questa cosa non te la meritavi >>
<< no, non hai capito: io voglio venire con te! >>, replicò il bambino.
“aspetta…cos’ho sentito?”
<< un momento Ash…che intendi dire? >>
Gli occhi dorati del ragazzo sembravano quasi esser diventati più luminosi per lo stupore.
<< hai capito bene. Vedi, ne ho visti molti di posti e quando oggi mi hai raccontato quella storia è stato fantastico! Sì, è vero, il parco lotta sembra figo…ma tutto questo lo sembra ancora di più! Per favore fammi venire con te! dopotutto mi hai fatto una promessa e poi da questa cosa forse potrei imparare molte più cose rispetto ad ora! >>
Quello se ne stava incredulo a sentire i discorsi del marmocchio: aveva previsto una direzione molto più triste per quel dialogo.
“non so se è una buona idea…non so neanche quanto è rischiosa l’impresa!”
<< Ash, questa è roba pericolosa e non sappiamo cosa aspettarci. Non si tratta di trovare una persona qualunque e poi…non sappiamo neanche se sta bene… >>
<< io non ho paura! E non preoccuparti io non vi rallenterò, te lo prometto! Non posso stare qui con le mani in mano mentre un mio amico ha bisogno di aiuto! >>
“mmm…ammetto che Ash mi ha davvero sorpreso. Questo piccoletto ha grinta da vendere. Non so…l’impresa non è per qualcuno della sua età, però è davvero in gamba e poi…io gli ho fatto una promessa…”
<< ho capito Ash e penso di aver raggiunto una conclusione…d’accordo! Tu verrai con me! una promessa è una promessa e penso che questa possa essere un’esperienza che ti insegnerà molto di più di una visita al parco lotta >>
Gli occhi del più piccolo brillarono di gioia.
<< davvero?! Fantastico! Sarò felicissimo di aiutarvi! >>
“beh, meglio parlare con Adam…penso che avrà sicuramente qualcosa da dire a riguardo…”, pensò Gold mentre storceva il naso.
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Circa due ore dopo, casa di Adam.
La squadra di Adam si stava godendo il proprio pasto sotto gli occhi compiaciuti del loro allenatore. Infatti, quello gli aveva preparato del cibo pokémon appositamente per l’occasione, fornendo così il cibo preferito dai suoi compari.
Nel frattempo, lui ed Evelyn se ne stavano appollaiati sulle sedie per godersi un po’ i momenti che vengono subito dopo aver finito di mangiare, parlando un poco tra loro.
<< Ehi Adam, riflessivo come al solito, non è vero? >>
In quel momento la gardevoir stava parlando con la sua vera e propria voce, accentuando il momento di sacra privacy di tutti i membri di quella singolare famiglia al di fuori degli sguardi spesso sorpresi delle altre persone.
<< “riflessivi come al solito” vorrai dire >>, rispose l’amico sogghignando.
<< sai, mi sei piaciuto molto mentre parlavi con Gold: gli hai esposto quel discorso in maniera perfetta! >>
<< beh…diciamo che sapevo che una tale situazione lo avrebbe sconvolto un po’. Tuttavia…per quanto detesti ammetterlo, comprendo la sua reazione: ricordi che faccia abbiamo fatto quando abbiamo letto la lettera? Tutto questo sembra quasi non avere senso… >>
<< eh sì…ci dispiace molto per quello che è accaduto a Red… >>
<< già: per di più non sappiamo se stia bene o…se sia ancora vivo. Spero di sì: lui ci capisce… >>
- Knock knock –
Quando qualcuno fu sentito bussare alla porta, i due si ammutolirono lasciando il posto ad un silenzio imbarazzante, mentre Horus e Coraline continuavano a mangiare come se nulla fosse.
Evelyn e l’amico si guardarono.
* la conversazione è rinviata mia cara… *
* concordo… *
Con un piccolo sforzo, lui si alzò dalla sedia per poi percorrere il soggiorno fino all’ingresso. Quando guardò attraverso l’occhiello e vide chi era, uno dei suoi sopraccigli si inarcò.
<< questa poi…sinceramente mi era bastato vederlo per il pomeriggio… >>, si lamentò mentre si aggiustava i lunghissimi capelli scuri, i quali andarono a posarsi sulla sua spalla destra.
aprì la porta e si ritrovò faccia a faccia col berretto di Gold, il quale ricambio il suo sguardo fuori posto schiarendosi la gola.
<< Gold… >>, fu l’unica parola uscita dallo zoppo che per quella giornata aveva dedicato tutta la sua pazienza e anche di più.
<< Ascoltami bene: ho fatto la mia scelta >>
<< capisco. Dunque, che cosa f- aspetta un attimo… >>
Non aveva neanche finito per bene la frase che il ragazzo dagli occhi verdi e marroni stava notando un piccolo berretto bianco e rosso muoversi dietro al ragazzo di Johto.
<< Ash? >>
Gold attirò di nuovo la sua attenzione.
 << sì: l’ho portato con me >>
<< che ci fa lui qui? >>, chiese lo storpio in maniera minacciosa.
<< vuoi continuare a blaterare ancora un po’ oppure mi ascolti? Sto cercando di dirti che, per quanto tu sia la persona meno simpatica e socievole che abbia mai incontrato, sono disposto ad aiutarti! >>, disse poi il giovane dagli occhi dorati.
L’altro digrignò i denti: non gli piaceva il suo comportamento.
<< ok, questa almeno è una buona notizia, credo…ma che c’entra Ash? >>, continuò subito dopo.
<< è questo il punto e te lo ripeterò una volta sola: lui viene con noi >>
* Evelyn io questo lo uccido… *
* immagino: ma questo ripudio proviene da te o da me? forse da entrambi *, rispose telepaticamente l’amica in quel piccolissimo frangente di tempo.
<< cosa ne sa lui di questa storia? E comunque sei cieco? È un bambino! E poi - >>
<< sì, sì abbiamo capito! Non lo sopporti…ma tu non sopporti nessuno, giusto? Non ti vado a genio neanche io. Forse soprattutto io… >>, lo interruppe Gold con un risolino.
<< tu lo sai cosa ne penso: lo sapevi ancora prima di venire qui… >>
<< sì, lo sapevo. Ma c’è una cosa che tu non sai >>
<< cosa?... >>
<< o viene anche lui…o partirai da solo >>
Adam non poteva credere alle sue orecchie.
“bastardo! Non posso partire veramente da solo! Che sia maledetto!”
<< sei un infame Gold: sai che non posso rifiutare… >>
<< esattamente come tu mi hai messo in condizione di non poter prendere altre scelte. Ho solo ripagato con la stessa moneta Adam. Io gli ho promesso che sarei stato accanto a lui fino alla fine e così farò: non hai alternative >>, rispose Gold in modo ferreo.
“che promessa idiota…”
<< come vuoi. Domani fatevi trovare alle due del pomeriggio al percorso 104, vicino al cottage del Signor Marino con tutto il necessario per partire: dovremo fare provviste e non voglio che nessuno rallenti nessuno, capito? >>, dichiarò infine lo storpio prima di squadrare Ash.
Detto questo, chiuse la porta dietro di sé sparendo all’interno di casa sua, senza che i due avessero una minima chance di rispondere.
<< che modi… >>, sussurrò il ragazzo tra sé e sé.
Subito dopo, sorrise al ragazzino.
<< hai visto Ash? alla fine abbiamo risolto anche questa >>, gli disse in modo incoraggiante.
<< ehi Gold… >>
<< dimmi tutto >>
<< Adam non sembra affatto contento che venga con voi. Sapevo che non mi aveva invitato perché è una faccenda che non mi riguarda, però… >>
Il piccoletto aveva uno sguardo triste sul volto e all’allenatore dagli occhi dorati venne in mente che avrebbe dovuto pensare all’idea di farlo aspettare un poco più in là in modo da non sentire le parole sgradevoli dell’altro ragazzo, anche perché Adam non si era fatto minimamente scrupolo di dire cose poco carine malgrado il diretto interessato fosse proprio tra loro.
Il ragazzo più grande si abbassò alla sua altezza e gli mise una mano sulla spalla.
<< ehi campione, non preoccuparti: a me non importa di cosa pensa e credimi, non deve importare neanche a te. Non la prendere sul personale: da quel che vedo, pare proprio che quel tipetto non gradisca nessuno in generale e quindi tu non c’entri nulla. Forse lui non avrà molta fiducia in te…ma io ne ho molta! >>, gli spiegò con un sorriso.
L’espressione malinconica del più piccolo scomparve e al suo posto tornò ad esserci un volto decisamente più raggiante.
<< grazie Gold! Non ti deluderò, te lo prometto! >>
<< ne sono sicuro, hehe. Coraggio, torniamo alla nostra cabina: del resto, questa potrebbe essere l’ultima volta che dormiremo sopra ad un materasso comodo >>
<< l’idea non mi preoccupa affatto, anzi… >>
<< questo è lo spirito giusto! >>
……
 
Il giorno dopo, percorso 104.
 
Il mal tempo degli ultimi giorni era temporaneamente scomparso e il sole faceva capolino dalle poche nuvole rimaste a zonzo per il cielo.
Finalmente, l’ora dell’incontro era arrivata e i due, come richiesto da Adam, si erano presentati (più o meno) in orario nell’ubicazione prefissata.
Avevano a malapena avuto la notte per prepararsi a modo e avevano dovuto assicurarsi di non aver lasciato nulla nelle loro cabine, anche perché lo Yacht che li stava trasportando per il tour di visita al parco lotta di Hoenn sarebbe partito sicuramente anche senza di loro. Infatti, era bastato un avviso a chi di dovere e una firma su un modulo per far sì che nessuno si prendesse la responsabilità su coloro che ufficialmente non erano più dei passeggeri a bordo.
Il ragazzo dagli occhi dorati era con il suo solito vestiario sportivo fatto da una giacchetta rossa e da pantaloncini neri (il tutto accompagnato dal suo immancabile berretto nero e oro), mentre l’altro da una felpa a zip bianca e blu e pantaloni scuri (anche lui con un cappello a visiera, seppur rosso e bianco)
Quando però i due erano arrivati lì, lo zoppo era stato incredibilmente puntuale: probabilmente li stava già aspettando da cinque o dieci minuti.
“e io che pensavo di poter contare sul ritardo causato dalla gambaccia di Adam”, pensò Gold sogghignando.
<< sai Gold, ancora non riesco a crederci che stiamo intraprendendo un’avventura assieme! >>, disse Ash entusiasta,
<< nemmeno io. E mi sembra più incredibile che questa sia stata un’idea di Adam… >>, rispose l’altro prima che entrambi si fermassero proprio davanti al diretto interessato.
Lui li guardò squadrandoli a modo.
“ma portano sempre gli stessi vestiti oppure hanno un armadio pieno di cose tutte uguali? Poi questa mania di portare quei berretti…io proprio non la capisco”, pensò prima di passarsi una mano sui lunghi capelli smossi dal vento.
C’era un po’ di imbarazzo tra i tre: da quando si erano incontrati per la prima volta non erano riusciti ad avere una conversazione gradevole neanche una volta, eppure erano lì, pronti a partire per un viaggio potenzialmente molto lungo.
<< eccovi qui… >>, disse infine per rompere quel maledetto silenzio che se la rideva alla faccia loro.
<< ciao Adam >>, risposero i due all’unisono.
* chissà chi è il vero bambino tra i due. Beh, suppongo che lo scopriremo, vero Eve? *
* stà buono Adam che se ci mandi questi pensieri di punto in bianco rischio di ridergli in faccia *, rispose il pokémon girandosi per un momento da un’altra parte.
<< dunque: la prima cosa che dobbiamo fare sono le provviste, quindi pensavo di andare a Petalipoli a prendere roba sia per noi che per i nostri pokémon, anche perché non ho la minima idea di quanto durerà il viaggio >>, dichiarò lo zoppo.
<< dunque andiamo >>, rispose Gold sorridendo e dando una pacca sulla spalla di Ash.
Nel tragitto verso la città si potevano intanto udire i cinguettii di alcuni taillow che svolazzavano sopra le loro teste, sfoggiando il loro bel piumaggio bianco-blu e il loro collare di piume rosse. Mentre lo stormo si dimenava a mezz’aria, uno degli esemplari andò ad appollaiarsi sulla staccionata vicino ai tre allenatori, nel punto proprio accanto a Adam. Subito dopo che il pokémon gli fece un verso per attirare la sua attenzione, il ragazzo si girò verso quella creatura.
Piano piano, mise una mano sulla testa del volatile per poi sorridergli.
“sei venuta a salutarmi, mia cara. Sì, lo ammetto: sono spaventato all’idea di dover intraprendere un viaggio ancora una volta e ancora una volta dovrò avere a che fare con questo tipo di mondo e, anche se ho paura di non riuscire ad arrivare una volta per tutte ai miei obbiettivi, prometto che cercherò di andare fino in fondo…per te”
Dopo qualche secondo di silenzio, la creatura si librò in aria per raggiungere i propri compagni, mentre Adam notava che gli altri due, mentre erano persi nelle loro conversazioni a base di strategie di lotte pokémon, lo avevano superato senza accorgersi minimamente dell’accaduto.
“meglio così”, pensò prima di raggiungerli e proseguire.
Il percorso 104 non era un granché di lunghezza e quindi non ci volle troppo tempo per arrivare alla cittadina.
Il primo posto che visitarono fu il pokémarket dove i tre, dato che non sapevano cosa avrebbero potuto trovare durante il loro cammino, avrebbero dovuto acquistare prodotti come revitalizzanti e articoli curativi, oltre che a cibarie varie sia per loro che per i loro compagni di squadra.
<< mmm…beh, penso che dovrò acquistare un mucchio di roba: sullo yacht ogni pasto era servito, hehe >>, dichiarò Gold mentre girava per gli scaffali.
<< non penso sia un problema per il tuo portafoglio, giusto…campione di Johto? >>, rispose sottovoce Adam con tono provocatorio.
<< vuoi che ti faccia la carità? >>
<< grazie ad Arceus non ne ho bisogno… >>, concluse lo zoppo rimanendo accovacciato rovistando tra le marche di cibo per pokémon negli scompartimenti in basso.
Ash intanto cercava prodotti per il suo pikachu.
Stava acquistando dei revitalizzanti e delle ricariche totali per pikachu. Data la scorta indecente di bacche e altre cose che aveva portato in viaggio prima di imbarcarsi per Hoenn, saltò del tutto il reparto dei mangimi.
“era tanto che non visitavo questo negozio e devo ammettere che mi fa piacere tornare qui”, pensava intanto immerso nei suoi sogni.
Ad un certo punto però, si fermò di colpo quando vide Evelyn che stava curiosando tra i distributori di barrette energetiche.
il dodicenne si avvicinò a lei mentre quella stava inserendo delle monete nella fessura del dispenser e le rivolse parola senza preavviso, facendola quasi sobbalzare.
<< ehi ciao Evelyn, che ci fai qui? Quelle barrette sono per esseri umani, hehe. Se vuoi del cibo per te devi andare da quella parte >>
Lei rimase rigida sul posto, arrossendo in maniera indecente.
“santo cielo che imbarazzo…qualcuno mi uccida per favore…”, pensò lei nell’esatto momento in cui una delle barrette cadde nell’imboccatura per ritirare i prodotti con un lieve ronfo metallico.
Nello stesso momento, Gold vide Adam alzare la testa e girarsi attorno.
<< ehi…tutto bene? >>, chiese stranito il ragazzo.
Passarono alcuni secondi prima che l’altro ricominciasse a parlare.
<< sì…la cosa si è risolta da sola… >>, dichiarò poco prima che il ragazzo di Johto vedesse Evelyn andare verso il proprio allenatore con una barretta stretta nella sua mano.
“ma di cosa sta parlando? Mmm…c’è qualcosa di strano…”, pensò l’allenatore dagli occhi aurei.
 Lo vedeva zoppicare per i piccoli corridoi del negozio, pensando a come uno come lui potesse pretendere di non avere nessuno attorno che lo rallentasse durante il viaggio.
Eppure, allo stesso tempo sentiva che in quel ragazzo c’era qualcosa di strano che non riusciva ancora a decodificare.
Il gruppo ci mise circa venti minuti per prendere tutto il necessario: del resto, lo storpio si era fatto un’idea ben precisa ancora prima di partire e gli altri due erano ormai allenatori che sapevano bene come affrontare un viaggio.
Dopo che Adam ebbe preso un paio di pillole antidolorifiche e tutti ebbero pagato e salutato la commessa, uscirono tutti dal pokémarket.
<< ora che abbiamo preso tutto quello che ci serviva, possiamo finalmente partire… >>
<< bene Adam. Ora avrei una domanda: c’è una tappa particolare da dove iniziare? Non abbiamo neanche parlato del percorso che dobbiamo seguire >>
<< in effetti dovremmo pensarci! >>, fece eco Ash.
Lo zoppo si passò una mano tra i capelli.
<< ti ricordo che non sappiamo neanche dove si trova Red. In ogni caso, avevo pensato di iniziare da Ferruggipoli: è una città molto importante ed è uno snodo dove una parte di turisti e stranieri arrivano attraverso i trasporti proprio in quel luogo >>
Gold inarcò il sopracciglio.
<< un momento: sulla brochure dello yacht che ho letto in ritardo ho visto degli scali portuali importanti in questa regione, ma non ho mai visto Ferruggipoli segnata. A meno che… >>
<< vedo che inizi a capire Gold: se vogliamo avere anche solo una possibilità di trovare Red dobbiamo provare a pensare come lui… >>, disse il ragazzo dai capelli lunghi.
<< e cercare nei luoghi dove passerebbe una persona che non vuole essere trovata… >>, continuò il campione di Johto.
<< esattamente… >>
* sai Eve…forse c’è una vaga speranza che questo ragazzone abbia qualche utilità… *
* forse… *, rispose lei con un ghigno.
Mentre parlavano, la loro presenza attirò l’attenzione di qualcuno che stava passando di lì.
Infatti, poco dopo i tre videro una ragazza camminare vicino a loro con uno zaino in spalla mentre gli osservava durante il passaggio, senza che i diretti interessati se ne accorgessero a causa dei loro ragionamenti.
“sembra che abbiano qualche problema…”, pensò la giovane.
Ad un certo punto, Adam, Gold e Ash sentirono una voce femminile.
<< ciao ragazzi! Sembrate un po’ disorientati. Vi serve una mano? >>
Lo zoppo aveva preso in mano la sigaretta elettronica. Quando sbuffò una nuvola fuori dalla bocca, sembrava che nel vapore fossero disperse anche le sue riflessioni.
Osservò la tipa e i suoi pantaloncini neri e bianchi abbinati alla giacchetta rossa a maniche corte, il tutto accompagnato dagli occhioni azzurri che si portava appresso e i lunghi capelli castani coperti in cima da una bandana cremisi e disposti in due lunghe ciocche che cadevano ai lati del viso.
Quando ebbe finito di osservarla, sia a lui che ad Evelyn riaffiorarono dei ricordi recenti.
<< un momento… >>, disse. << tu sei la ragazza che ho visto l’altro giorno alla terrazza di swablu… >>
Quella lo guardò curiosa, cercando di ricordare a sua volta. Quando vide il suo bastone da passeggio e il tutore agganciato alla gamba capì finalmente chi avesse di fronte.
<< per la miseria, hai memoria! Non torno in quel bar dalla scorsa settimana! Comunque, ora che ci penso ti riconosco anch’io, anche se non ci siamo presentati. Loro chi sono? I tuoi amici? In ogni caso il mio nome è May ed è un piacere conoscervi! >>, disse allegramente.
Adam la guardò stranito.
“suppongo non sia così difficile riconoscermi. Com’è che pensa che siano miei amici? La gente è proprio strana…”, pensò subito dopo.
<< voi come vi chiamate? >>, ricalcò May curiosa.
<< il mio nome è Adam e lei è Evelyn. Quello sbruffone si chiama Gold e il ragazzino che ci portiamo dietro è Ash >>
Lei sorrise, pensando erroneamente di aver appena sentito una battuta dall’umorismo cinico.
<< haha, sei simpatico! È un piacere conoscervi! >>
<< piacere nostro! >>, dissero gli altri due all’unisono.
Lei ricambiò con un sorriso sincero.
<< comunque poco fa vi ho sentiti spaesati. Cosa è successo? Ho sentito parlare di Ferruggipoli, mi sbaglio? >>
Ash si fece avanti col suo solito ed incontenibile entusiasmo.
<< giustissimo! Io e i miei amici ci stiamo dirigendo lì! >>
May indicò lo zaino che portava sulle spalle.
<< vedete…io lavoro al laboratorio di Albanova e adesso sto proprio andando a Ferruggipoli a consegnare un pacco per conto del professor Birch. Se volete possiamo andarci assieme >>, propose allegramente.
Lo zoppo provò a dire qualcosa a riguardo.
<< in realtà sappiamo già la s- >>
<< volentieri! >>, rispose Gold coprendo la voce dell’altro.
<< perfetto allora! Se siete già pronti possiamo partire! >>, dichiarò la ragazza seguita dal ragazzo di Johto e dal bambino di Biancavilla.
Adam ed Evelyn si guardarono.
“tutti pieni di entusiasmo vedo…”
Mentre camminavano con la ragazza di Hoenn in cima alla fila, Gold si avvicinò al giovane allenatore costantemente accompagnato dalla sua gardevoir.
<< ehi Adam, allora ad Hoenn non siete tutti così freddi e cupi. Visto? Ho anche trovato una nuova compagna di viaggio fino a Ferruggipoli! >>, gli disse sottovoce.
<< chiudi il becco Gold! >>, rispose Adam a voce bassa. << non scordiamoci perché siamo qui! Abbiamo un ragazzo disperso da ritrovare! >>, continuò.
<< suvvia, non preoccuparti! La tappa che abbiamo è lo stesso posto dove deve andare lei! E poi…è anche carina! >>
<< sei il solito idiota! >>
“com’è che da essere in due adesso siamo in quattro? Arceus dammi la forza! Adesso dovrò sopportare tre di loro contemporaneamente…speriamo che tutto vada per il meglio. Red…sto arrivando…”
Continua…
Note del BrainStealer: Finalmente ho finito il capitolo 7! Lo volevo fare da tempo, anche perché da qui finalmente la trama inizia a partire! Spero che vi sia piaciuto! Se vi va, lasciate qualche commento per dirmi la vostra: a me fa sempre piacere sapere cosa ne pensate di questa storia e ricevere un parere su cosa va bene e su dove invece posso migliorare.
Un saluto dal BrainStealer 😉
   
 
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