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Autore: MiaBlack    21/10/2020    0 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 14

 

Il giorno dopo Hope si svegliò decisamente di malumore, era passata anche a lavoro da sua madre nella speranza che stare un po' chiusa a inventare qualcosa di nuovo potesse migliorarle l'umore, ma il fatto che continuassero a mandare in fumo il cip che doveva far funzionare il processore alimentava la frustrazione che provava.

-Forse è meglio se vai. - le disse la madre vedendo che a breve avrebbe lanciato il cacciavite che aveva in mano.

-Io...-

-Sei stata chiusa qui tutta la mattinata, vai a fare qualcos’altro. - così Hope aveva preso il giubbotto e dopo aver dato un bacio alla madre era uscita e si era messa a camminare per la città, quella mattina era arrivata in auto con sua madre non aveva pensato che poi sarebbe potuta andare via prima, così si trovava a piedi, ma visto tutti i pensieri che le giravano per la testa non le dispiaceva camminare un po'.

Presa dai suoi pensieri Hope non pensò troppo a dove stava andando ne da quanto tempo stava camminando, la sua mente continua a tornare a quello che era accaduto il giorno prima con Alexandre e con il ladro misterioso, sapeva che le cose non potevano andare sempre come lei voleva, ma che di due cose non fosse riuscita a portarne a buon fine nemmeno una lo trovava frustrante e anche snervante, aveva bisogno di parlare con qualcuno e c'era solo una persona che la conosceva così bene ed era così schietta da dirle sempre la verità anche quando era brutalmente cattiva.

 

Sara era entrata in palestra Cin che era al desk la guardò sorridendo, date a quella donna un qualunque oggetto e lei sapeva trasformarlo in un arma pericolosa con la quale poteva uccidere chiunque, ma date alla stessa donna una pila di fogli con numeri da far tornare e quella potrebbe morirci sepolta.

-Ciao Sara come è andato l'incontro? - la bionda era appena rientrata da un incontro con la banca e la sua faccia mostrava la frustrazione di quell'incontro.

-Non ho ammazzato nessuno. -

-Ottimo! La lega sarebbe molto delusa di te. - commentò Cin sorridendo furba.

-Bene ne sono felice, non voglio avere niente a che fare con loro. - borbottò dirigendosi verso le scale che la portavano nel suo ufficio.

-C'è qualcuno che ti aspetta su. - le disse Cid prima di vederla sparire su per le scale, Sara si accigliò chi mai poteva essere nel suo ufficio.

-Dove diavolo sei stata fino ad ora? - Sara guardò la bionda seduta sulla sua sedia che l'aspettava con in mano uno di quei bicchieri di starbucks.

-Ciao Hope. - rispose lei mostrandogli i fogli che aveva in mano.

-Banca? - chiese alzandosi così da lasciarle il posto portandosi il bicchiere alla bocca bevendone un lungo sorso.

-Già! Ho dovuto chiedere un prestito e la banca rompe le scatole. - borbottò lei mettendo i fogli insieme ai fascicoli della banca.

-Un prestito? - questo le giungeva nuova, perché mai Sara aveva dovuto chiedere un prestito alla banca.

-Il soffitto di una delle sale è venuto giù, l 'assicurazione non ha liquidato i soldi subito e ho dovuto chiedere un prestito. - spiegò lei.

-Ma la palestra va bene? -

-Certo! La palestra va benissimo vuoi vedere l'estratto conto? - chiese divertita Sara, aveva così tanti iscritti che aveva dovuto aumentare i corsi per evitare che la gente si pestasse tra di loro mentre si allenavano.

-E allora perché un prestito? -

-La palestra va bene, ma non così bene, non fatturo come i tuoi genitori, il danno era ingente il crollo ha danneggiato parte dell'attrezzatura e gli specchi di tutta una parete, ma non te ne sei resa conto? - chiese Sara, la palestra era rimasta attiva in quel periodo i lavori li aveva fatti fare sabato e domenica pagando di più la ditta ma non chiudendo la palestra.

-Non era la sala che uso io.- rispose lei tranquillamente gettando il bicchiere vuoto nel cestino vicino alla porta.

-Ovvio. Comunque i lavori li ho pagati con il prestito, l’assicurazione sta liquidando i soldi quindi è tutto sistemato. Invece tu che ci fai qui?- cambiò rapidamente discorso Sara guardando la nipote vagare per la stanza.

-Ah già, ma poi come è finita con Alexandre? - Hope la fulminò con lo sguardo, aveva decisamente toccato il tasto dolente.

-Okay mi sembra di capire che è finita male. - si auto rispose lei aspettando che fosse l'altra a parlarle.

-E' andata male con Alexandre e anche con il misterioso ladro... - borbottò lei, poi iniziò a spiegare la situazione con il ladro.

-Capisci? Lui vuole il mio aiuto ma non si fida? Come faccio ad aiutarlo? - sbottò lei infuriata.

-Prova a fare dei lavori con lui, magari se vede come lavori ti dirà quello che ora non vuole dirti. -

-mh potrebbe essere un idea, ma come faccio a farlo lavorare con Robert? -

-Mai detto che deve entrare nel team, tu e lui basta. Io avevo molte difficoltà a fidarmi di tuo padre e lavorare con tua madre e Dig è stato difficile, ma poi mi sono abituata ed è stata un esperienza unica.- avrebbe potuto provare prima di rinunciare definitivamente.

-Proverò.-

-E con Alexandre come pensi di risolvere? -

-Che se ne vada al diavolo! - rispose inviperita, se era tanto sciocco da non volerla ascoltare allora che se ne andasse al diavolo.

-Vedo che la fase della disperazione è passata velocemente, benvenuta fase dalla rabbia cieca. -

- Io non sono arrabbiata...- sibilò voltandosi, gli occhi gli lampeggiarono di rosso, Sara la vide combattere per non perdere il controllo, poi espirò lentamente chiudendo gli occhi, quando gli riaprì era tornata calma.

-Scusa zia, è meglio se vado a fare due passi per calmarmi. -

-Non devi scusarti, sei migliorata tanto è bello vedere che non perdi più il controllo come un tempo.- la porta si aprì e Cin fece capolino nella stanza.

-Scusate se vi interrompo. C'è una persona che ti cerca Hope. - le due si guardarono sorprese chi è che la cercava in palestra.

-Se è mia madre dille che la richiamo dopo. - rispose lei dando per scontato che fosse lei.

-Non è tua madre e soprattutto non è al telefono.. E' un certo morettino ed è giù alla reception dice che è tutta la mattina che ti cerca ma che non rispondi al telefono. -

-Alexandre? - chiese Sara sorpresa, ormai aveva perso la speranza di capire quei due, prima era lei a scappare e lui la inseguiva, poi quando lei si convinceva era lui quello che scappava e toccava a lei inseguirlo, ora che Hope aveva deciso di mandarlo al diavolo ecco che Alexandre era riapparso alla fine le sarebbe venuto il mal di testa.

-E se io non volessi vederlo? - chiese incrociando le braccia al petto come a sfidare Cin.

-Vai a dirglielo a lui, Cin non c'entra nulla. - rispose vedendo la faccia sorpresa della mora che non si aspettava una risposta del genere.

-Oh no io non voglio vederlo. Non è vero che mi ha cercato, il telefono non ha mai suonato! - rispose imperterrita

-Magari hai il silenzioso prova a guardare.. - intervenne titubante Cin, prima di salire “a vedere” se fosse in ufficio con Sara Alexandre le aveva mostrato il telefono ed effettivamente c'erano diverse chiamate al numero salvato come Hope.

-Certo guardiamo! - Hope mise la mano in tasca per prendere il telefono, ma non lo trovò così andò alla borsa, la svuotò quasi completamente prima di arrendersi: il telefono non c'era.

-Dove... Oh cavolo! L'ho lasciato in ufficio da mia madre. - quando era andata da sua madre si erano fermate in ufficio e dopo aver controllato per la milionesima volta il telefono e non averci trovato nulla si era stancata e lo aveva lasciato sul tavolo così da non dover sembrare ancora più patetica.

-Ti tocca andare giù e se ti è possibile non ammazzarlo ti prego. -

-Mi sembra che tu ci tenga un po' troppo a quel tipo. - borbottò la ragazza infastidita.

-No io tengo che tu non sporchi di sangue l'ingresso della palestra perché altrimenti uno: dovrei poi pulire e il sangue viene via male, due: la gente non tornerebbe. - rispose pratica Sara anche se in fondo le sarebbe mancato anche il ragazzo, c'era qualcosa in lui che gli ricordava una persona che aveva conosciuto molti anni prima e al quale non pensava da tantissimo tempo.

 

Alexandre era appoggiato al desk e guardava distrattamente la gente che entrava, si era svegliato quella mattina ed era andato a correre aveva bisogno di pensare e di schiarirsi le idee, quando era tornato e dopo una doccia al volo aveva provato a scrivere a Hope ma quella non aveva risposto, aveva insistito ancora un po' con diversi messaggi, ma lei continuava ad ignorarlo, alla fine aveva provato a chiamarla ma ancora una volta non aveva risposto aveva quasi perso la speranza quando finalmente rispose, ma non era lei, al telefono aveva risposto sua madre dicendogli che la ragazza era andata via ma aveva dimenticato li il telefono e che non sapeva dove fosse andata ma che era decisamente di cattivo umore. C'era un solo posto dove poteva essere ed era stato uno sciocco a non pensarci subito.

Hope rimase ferma sulle scale a fissarlo, era fermo sembrava guardasse chi entrava ma il suo sguardo era perso come se i suoi pensieri fossero stati più importanti.

-Hope! - esclamò quando lei gli si fermò davanti.

-Alexandre.- rispose lei.

-Scusa per ieri, mi sono arrabbiato ma avrei dovuto ascoltarti. -

-Usciamo... - si limitò a dire facendo un cenno a Cin e fulminando con lo sguardo alcune ragazze che si erano fermate a guardare Alexandre e ad origliare la loro conversazione, camminarono un po' in silenzio.

-Hope... -

-Mi hai chiesto cieca fiducia, ma al momento che ti ho chiesto di averne in me tu non ne hai voluto sapere... - si sentiva ferita da quel comportamento era ingiusto.

-Lo so... ma quando ti ho vista prendere la busta con la droga, non lo so io... mi dispiace...- Alex appariva realmente mortificato.

-Non faccio uso di droghe. - chiarì lei guardandolo con diffidenza, non era sicura che le avrebbe creduto.

-La droga è stata esaminata, ho fatto da esca... - spiegò in fin dei conti era vero aveva fatto da esca e la droga era stata esaminata da loro ma comunque era stata esaminata, la polizia aveva tutta quella nella casa da poter esaminare una bustina in più o in meno non avrebbe cambiato molto.

-Te l'ho detto mi dispiace, non pensavo che tu stessi facendo da esca... e mi dispiace ancora di più essermi arrabbiato tanto da non volerti ascoltare... - nel camminare i due erano tornati al parco dove erano stati la prima volta che erano usciti di palestra insieme.

-Ho visto cosa fa la droga alle persone... abitava vicino a me eravamo cresciuti insieme poi è crollata, non riuscì più a sopportare la pressione e iniziò a fare uso di droghe.... è morta tra le mie braccia, non voglio più che succeda a qualcuno a cui tengo. -

-Mi dispiace Alex. -

-Dispiace a me Hope, ti ho chiesto di fidarti ma poi sono stato io a non fidarmi di te... - sospirò triste.

-Va bene, lasciamo stare... Hai fatto quello che dovevi fare? - chiese cercando di intavolare una conversazione normale.

-Si.-

-Posso sapere cosa era? -

-Sono tornato a casa da mia zia avevo bisogno di parlarle, ma abbiamo litigato a lei non piace che io sia qui. - spiegò lui, ma nonostante il discorso non fosse dei più allegri il sorriso gli era tornato e lei non poteva fare a meno di sorridere di conseguenza.

-Ma non doveva venire lei in qua? - chiese ricordandosi di una vecchia conversazione che i due avevano fatto.

-L'ho anticipata, lei odia venire in questa città, così le ho risparmiato il viaggio.-

-Capisco... Mi dispiace, so quanto ci tieni a tua zia.-

-Avrò modo di sistemare con lei... Che vorresti fare?-

-Intanto recuperare il mio telefono andiamo.-

-Aspetta. Ho la moto. - disse Alex fermandosi e indicandole con la testa la strada da dove erano arrivati.

-Tu una moto? - chiese sorpresa, non si era mai chiesta come si spostasse ma per una qualche ragione aveva dato per scontato che lui non avesse un mezzo suo.

-Certo, non posso mica muovermi a piedi. - tornarono indietro mentre la ragazza lo sommergeva di domande sulla moto, modello, cilindrata, colore, come l'avesse fatta arrivare e quando, Alex ascoltava le domande senza però rispondere si limitava a ridere

-L'ho spedita quando sono partito... ci ha messo un po' per arrivare ma meglio tardi che mai. - Davanti alla palestra c'era una honda hornet 900, Hope si avvicinò e girò attorno alla vettura guardandola con occhi amorevoli senza toccarla quasi timorosa di poterla graffiare.

-Sembra che tu stia facendo le fusa alla mia moto... - il giovane non sapeva se ridere o preoccuparsi, quella ragazza era pazza.

-Se non avessi preso la Yhamaha avrei preso la hornet, ho sempre amato questa moto, ma poi mi sono lasciata conquistare dalla Yhamaha. Anche se, il mio sogno rimane la Kawasaki ninja...- rispose lei con aria sognante.

-Tu sei molto strana! - esclamò lui, passandole il casco che era agganciato alla moto.

-Scusa e te? -

-Andrò senza. -

-Oh no! Tieni, vado a prendere quello che tengo di scorta in ufficio... - gli rese il casco e andò verso la palestra, la vide entrare e salutare la ragazza all'ingresso prima di sparire per le scale, quando uscì aveva già indossato il casco e lo stava chiudendo.

-Dove dobbiamo andare di preciso? - chiese lui accendendo la moto.

-A lavoro da mia madre. - rispose semplicemente.

-E sarebbe? - Hope si dimenticava troppo spesso che Alexandre non era di li.

-Ah se non lo sai allora guido io... - si propose.

-Assolutamente no! Dovrai passare prima sul mio cadavere. - lo sguardo di Hope si accesse, adorava le sfide erano il sale della vita e lei non riusciva a tirarsi indietro.

-E prima che tu prende in considerazione l'idea di far partire una rissa qui, non è il momento e poi non vorrei dover rovinare quel bel faccino. - rispose.

-Stai dando per scontato che tu mi sconfigga, ma fossi in te non ne sarei così convinto.-

-Dovremmo tornare sul tatami per verificare la cosa, ma ultimamente pare che tu ti sia lasciata andare. -

-Mi stai dicendo che sono ingrassata? -

-No, mai detto ciò. Ora vorresti dirmi gentilmente dove dovrei andare?- chiese cambiando abilmente discorso.

-Non lontano da qui. Esci e immettiti sulla strada principale, svolta a destra e poi lo vedi. -

-Vedo cosa? - chiese ingenuamente.

-Il mio conome a caratteri cubitali in cima ad un palazzo, ecco è li che devi andare. - sorrise come se fosse la cosa più ovvia del mondo, lui si limitò a sbuffare e a guardare il cielo scuotendo leggermente la testa.

I due edifici erano vicini in moto non ci voleva più di dieci minuti, Alexandre guidava tranquillamente, niente a che vedere con Robert, viaggiare dietro di lui poteva essere anche piacevole, se non fosse stato per il fatto che Hope era una maniaca del controllo con problemi di fiducia. Durante il tragitto non parlarono, come aveva preannunciato Hope il palazzo era facilmente riconoscibile, la scritta si faceva via via sempre più vicina, quando arrivarono vicino all'edificio, Hope abbassò la visiera oscurata e indicò a Alexandre l'ingresso per il parcheggio sotterraneo.

-Perché ti sei coperta il viso? - chiese voltandosi, non gli era sfuggito anche perché prima di farlo l'aveva sentita irrigidirsi, ora i due erano al sicuro nel parcheggio al secondo livello, attorno a loro c'erano solo auto parcheggiate.

-Ho visto qualcuno che conosco. - rispose sfilandosi il casco, senza però guardarlo in faccia.

-E quindi ti vergognavi a farti vedere con me? - domandò incrociando le braccia al petto, decifrare il comportamento di Hope era più difficile che azzeccare i numeri della lotteria.

-MA CHE DICI! - si voltò offesa da quell'insinuazione.

-E secondo te cosa dovrei pensare? Vai... -

-Come? -

-Vai a prendere il telefono ti aspetto qui, così nessuno mi vede. -

-Ma io... -

-Ti vergoni a farti vedere in moto con me, sicuramente non vuoi nemmeno che io salga. - Hope si trovò in imbarazzo, non aveva mai pensato a quel dettaglio, nella sua mentre c'era solo lei che prendeva il telefono e poi andava via, ma ora che ci pensava non era carino lasciarlo ad aspettarla li, ma era anche vero che portarlo su da sua madre poteva far nascere diversi pettegolezzi.

-Andiamo non fare il bambino! - sbottò alla fine, se l'avesse lasciato li se ne sarebbe pentita, lui non l'avrebbe perdonata e a dover essere sinceri nemmeno Hope l'avrebbe perdonato se le parti fossero state invertite.

-Quindi posso venire? Non ti vergogni? -

-Dacci un taglio! Non mi vergogno! Non mi piace che la gente spettegoli su di me, solitamente sono sempre commenti cattivi. - spiegò infastidita mentre si dirigeva verso l'ascensore.

Entrati nell'ascensore schiacciò il pulsante per l'attico e si appoggiò alla parete, Alex la guardava chiedendosi perché dovesse essere così strana e quanto accidenti ci avrebbero messo ad arrivare in cima.

L'ascensore si fermò diverse volte, ogni volta entrava o usciva qualcuno tutti salutavano la ragazza e lei ricambiava i saluti e alcune volte si informava anche sulla famiglia, quando iniziarono a raggiungere i piani alti il via vai in ascensore diminuì.

-Questi piani sono vuoti? - chiese curioso Alex.

-No, qui ci sono alcuni laboratori non c'è mai tanta gente. Mia madre ha voluto spostare il reparto di ricerca e sviluppo qui alla sede principale, sono i tre piani prima dell'attico e se te lo stai chiedendo per questi piani c'è una chiave perché l'ascensore apra la porta e una volta che la porta è aperta c'è una guardia e poi un altra porta chiusa con la scansione della retina. - spiegò quando Felicity decise che il laboratorio fosse trasferito li ci furono molte lamentele e in casa ci fu una bella discussione, ma alla fine Felicity ne uscì vincitrice.

-Quando smantellarono gli uffici il personale si lamentò tantissimo.. - spiegò cercando di fare conversazione.

-Perché? - le porte dell'ascensore si aprirono e i due uscirono, alla vecchia scrivania di sua madre ora c'era un altra ragazza che come li vide si alzò per salutarli, Hope si limitò ad indicare l'ufficio e la donna annui, non che servisse a qualcosa, visto che le pareti di vetro permettevano chiaramente ai due di vedere che all'interno non c'era nessuno.

-Le persone che lavoravano qui furono spostate o in un altro piano o addirittura in un altro edificio lavorare qui ai piani alti è segno di successo e quindi non hanno preso bene lo spostamento. - entrarono in ufficio, sulla scrivani c'era il telefono e lei lo prese infilandoselo in tasca.

-Ma perché avete spostato gli uffici? -

-Mio padre non era d'accordo, ma mia madre usò le sue parole contro di lui. -

-Ovvero? -

-Ovvero che: una dei proprietari non poteva perdere mezza giornata per spostarsi dalla sede ai vari laboratori! - Felicity apparve sulla porta e rispose al ragazzo sorridendogli.

-Non credo di capire... -

-E' una cosa contorta, mio padre le cambiò il lavoro da tecnico informatico la spostò a segretaria amministrativa... Ciao mamma, avevo dimenticato il telefono. - spiegò lei.

-Oh lo so, non ha fatto altro che squillare tuo padre voleva lanciarlo dalla finestra eravamo in riunione nel suo ufficio alla fine sono dovuta uscire per rispondere. -

-Mi dispiace. - disse Alexendre.

-Non ti preoccupare. -

-Sono Alexandre piacere. - si presentò educatamente

-Felicity, il piacere è mio! - si strinsero la mano.

-Mamma che hai fatto al vestito? - chiese notando un segno di bruciatura.

-Ho fuso per la milionesima volta il circuito e in un momento di frustrazione l'ho lanciato ed è rimbalzato sembrava un boomerang mi è tornato indietro e mi ha bruciato! - Hope si portò la mano sul viso, queste cose potevano accadere solo a sua madre, come era possibile.

-E non fare quella faccia! Sono stata attaccata da un circuito brutto e cattivo! -

-Allora chiama il quasi nonno e fallo arrestare. Noi andiamo... -

-Dai un bacio alla mamma! -

-Va bene! -

-Fai la brava, ciao Alexandre è stato un piacere conoscerti. -

-Anche per me, arrivederci! - Hope nel frattempo lo stava spingendo verso l'ascensore, voleva evitare almeno di incrociare suo padre.

-Ho capito da chi hai preso. - commentò il giovane sorridendo.

-Che stai insinuando? -

-Che sei identica a tua madre e non parlo solo per l'intelligenza, anche tu come lei straparli quando sei nervosa. -

-Tu non l'hai mai vista straparlare... E poi io non straparlo! -

-Un po' si, ma è adorabile. - aggiunse dandole un bacio sulla guancia poi le passò un braccio attorno alle spalle e la tirò più vicina a se.

-Va tutto bene a nessuno interessa. - le bisbigliò all'orecchio, l’ascensore si era fermato qualcuno stava per salire e Hope stava per staccarsi, Alex lasciò che la mano scivolasse via dalla sua spalla percorrendo tutta la lunghezza del braccio stava per staccarsi quando lei gli afferrò la mano, il nuovo arrivato salutò la giovane che ricambiò.

Hope si stava godendo il momento, ma non era così anche per il resto dei vigilanti.

 

Continua

Scusate il ritardo! questo week and non ero a casa e lunedi e martedì non ho acceso il computer...
ecco il nuovo capitolo buona serata
MiaBlack
   
 
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