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Autore: Rani_Ai    20/08/2009    7 recensioni
“Più in alto mamma, più in alto” Una piccola bambina strilla deliziata mentre la madre la spinge sull’altalena. E’ una giornata calda, il sole è alto nel cielo, ma gli alberi fanno molta ombra e si sente il canto di alcuni uccellini. L’altalena acquista velocità e la piccola avverte il vento. E’ fresco, le scompiglia i capelli, ci gioca e le alza il vestitino.
La madre dà un'altra spinta energica, la bambina ride e chiude gli occhi, poi li riapre e quando arriva in alto tende in avanti la mano riuscendo ad afferrare alcune foglie dell’albero accanto...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Akira Toriyama e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Questa è una fanfiction che avevo scritto circa un anno fa e pubblicato su un forum e su un sito con i titoli " A tale of a girl and her swing" e " A tale of a girl on her swing".
La protagonista, Chichi, ha circa tre o quattro anni, e spero di aver descritto bene i sentimenti di una bambina di quell'età.
Mi aspetto recensioni costruttive! E grazie in anticipo.
Bye and enjoy yourselves.
Ai


La bambina sull’altalena

“Più in alto mamma, più in alto” Una piccola bambina strilla deliziata mentre la madre la spinge sull’altalena. E’ una giornata calda, il sole è alto nel cielo, ma gli alberi fanno molta ombra e si sente il canto di alcuni uccellini. L’altalena acquista velocità e la piccola avverte il vento. E’ fresco, le scompiglia i capelli, ci gioca e le alza il vestitino.
La madre dà un'altra spinta energica, la bambina ride e chiude gli occhi, poi li riapre e quando arriva in alto tende in avanti la mano riuscendo ad afferrare alcune foglie dell’albero accanto.
“Mamma, riesco a toccare l’albero!”
La donna la guarda annuendo e sorride dolcemente con aria divertita.
L’altalena comincia a rallentare e la piccola indispettita si chiede perché mai debba sempre perdere velocità sul più bello e decide dunque di esporre tale problema alla madre:
“Non devi tenere le gambe ferme, devi muoverle.” Come risposta la donna riceve uno sguardo confuso e uno sbattimento di ciglia.
“Vediamo un po’…” La donna mette la sua mano sulla spalla della figlia. “ Quando l’altalena arriva in alto stendi le gambe, quando torna giù piegale indietro, uh?”
La piccola annuisce. “ Mi dai una spinta bella forte adesso?”. La madre esaudisce prontamente la richiesta della figlia sorridendole come di consueto, sorriso che però si trasforma in una smorfia di dolore, il volto diventa pallido.
“Mamma, puoi darmi un’altra spinta?”
“Sono un po’ stanca piccola. Fammi riposare”
“Okay” Continua a spingersi così come l’è stato spiegato. Quando l’altalena va in alto stendere le gambe, quando ritorna giù piegarle all’indietro.
Poi s’interrompe. Ha sentito un forte rumore vicino e ha visto della polvere alzarsi. Immediatamente punta i piedi per terra e ferma l’altalena.
Corre verso il luogo del polverone e trova la madre a terra priva di sensi.
“Mamma …”

Sta seduta sull’altalena con una bambola in mano.
E’ vestita di nero. L’abito scuro che le copre fin sotto le ginocchia è stato comprato due giorni fa. Pure i piedi sono calzati di nero e poggiano fermi sul terreno polveroso.
Tutto è fermo: niente vento che le scompiglia i capelli ora legati in una coda di cavallo, niente uccellini che cantano. Lei di nero non si era mai vestita ma oggi è una giorno eccezionale.
L’altalena cigola e la bambina si dondola piano.
La bambola che tiene in mano invece, no. Lei è vestita di rosa e sorride e quel sorriso infastidisce la bambina perché lei non sta sorridendo. La butta per terra.
Lei è triste.
“Mamma non c’è più” Comincia a mormorare quella frase mentre lacrime scendono dai suoi occhi.
Sua madre è morta tre giorni fa dopo una malattia durata poco. Morta, andata in cielo. Così le avevano detto.
Tutti nel palazzo piangevano, suo padre piangeva. E tutti vestivano nero.
Oggi è il suo funerale e lei non ha voluto andarci e ha voluto stare sull’altalena a dondolarsi.
A dondolarsi mentre il monaco prega per l’anima della madre.
A dondolarsi mentre il padre sopraffatto dall’emozione pronuncia un discorso in onore dell’amata.
A dondolarsi mentre il padre guarda per l’ultima volta la moglie e la saluta baciandole la fronte.
A dondolarsi anche quando il padre tornando dalla cerimonia funebre volge lo sguardo verso il tempio e scorge il fumo grigio sprigionato dalla pira funebre ove è stata deposta la salma.
“Mia madre non c’è più” Si asciuga gli occhi con la manica del vestito e continua a dondolare.

E’ un altro giorno. Un nuovo giorno si potrebbe dire. Si, sarebbe esatto. Infatti la madre della bambina non c’è più, ma oggi la bambina è felice.
È vestita con colori allegri, si dondola forte sull’altalena. Ride. Il padre la guarda da lontano sconcertato e si chiede quale sia la causa di un tale cambiamento repentino; ricordava che la sera precedente piangeva e non voleva dormire.
E lui la capiva, povera piccina.
Come si sarebbe sentita ora che non c’era più la sua adorata mammina a leggerle le favole, a rimboccarle le coperte una volta finito di ascoltare e a darle il bacino della buona notte?
Che effetto le avrebbe suscitato il fatto di non trovarla la mattina sorridente in cucina mentre preparava una deliziosa colazione, e di non poter sentire il suo dolce profumo abbracciandola?
Forse si era preoccupato inutilmente visto che sua figlia ora dondola su quell’altalena allegramente.
La bambina chiama il padre e gli chiede di spingerlo e lui, con moderata forza, l’accontenta. Lei strilla gioiosa, avverte il vento che le scompiglia i capelli, che ci gioca, e le alza il vestitino e poi lei chiude gli occhi.
“Sai papà, ho visto la mamma ieri notte.” Mormora come se avesse paura di rivelare tale accaduto. “ Era in un posto bellissimo, e pure lei era bellissima. Mi ha abbracciato e mi ha consolato perché piangevo e quando le ho chiesto di tornare a casa mi ha detto che non poteva ma che l’avrei sempre sentita vicino se l’avessi pensata. Mi ha raccomandato di giocare sull’altalena, di vestirmi con colori vivaci e di ridere. Mi ha anche detto di darti un bacio da parte sua.” Il padre visibilmente commosso la alza dall’altalena e se la porta all’altezza del viso. La piccola Chichi si sporge e gli stampa un bacio sulla sua guancia.

  
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