Attenzione: spoiler sull'episodio 4.9.
Day
14: Tomba
Sam
aveva fatto di tutto e
di più in quell'ultimo anno ma non era riuscito a impedire
che i
segugi infernali sbranassero Dean per trascinarlo all'Inferno e
adesso avrebbe dovuto seppellirne il corpo martoriato. Non sapeva che
avrebbe dato per essere al posto del fratello, e il pensiero che
fosse morto per salvare lui rendeva il tutto ancora più
insopportabile. Perché aveva dovuto infliggergli un dolore
simile?
Eppure sapeva, grazie a loro padre, cosa si provasse quando un altro
si sacrificava per salvarti...
Per fortuna c'era ancora
Bobby al suo fianco, ma purtroppo la sua presenza non riusciva a
confortarlo come avrebbe dovuto, anzi. C'erano addirittura momenti in
cui Sam avrebbe preferito che non ci fosse, visto che l'anziano
cacciatore insisteva per farlo mangiare e dormire, costringendolo ad
allontanarsi ogni tanto dal corpo del suo amato fratello che
quell'orribile notte aveva abbracciato e cullato a lungo, piangendo
tutte le sue lacrime, prima di riuscire a caricarlo in macchina con
la massima attenzione, premurandosi poi di lavare via il sangue
incrostato e trattenendosi a fatica dall'impulso, ormai troppo
radicato, di medicargli al più presto quelle terribili
ferite. Come
poteva adesso lasciarlo andare, forse per sempre, e continuare a
vivere?
Se non altro era riuscito a
convincere Bobby, quasi minacciandolo, a non bruciare i suoi resti,
nella speranza di riuscire presto a riportarlo indietro come Dean
aveva fatto con lui, ma seppellirlo fu comunque una tortura e Sam,
una volta sistemata una semplice croce di legno per segnalare il
posto, rimase a lungo davanti alla tomba, cercando inutilmente la
forza per allontanarsi. Suo fratello avrebbe meritato molto di
più
di quella misera sepoltura di cui solo lui e Bobby avrebbero
conosciuto l'ubicazione, ma un funerale vero e proprio, e persino una
lapide come si deve, sarebbero stati impensabili per dei cacciatori
come loro e non gli restava altro che salutarlo in quel modo,
cercando di non chiedersi se e quando avrebbe trovato il coraggio di
passare ancora di lì.
C'erano tante cose che
avrebbe voluto dirgli, e molte le aveva anche già dette
notti prima
mentre lo abbracciava disperato, stringendolo come se in quel modo
potesse sentirlo e tornare indietro per ricambiare il gesto e
consolarlo come aveva sempre fatto da quando erano bambini. Non
l'aveva mai ringraziato per essere stato per lui il padre che in
fondo non avevano mai avuto, né per tutte le volte che
l'aveva
aiutato e protetto in qualsiasi modo, finendo spesso nei guai per
colpa sua. Senza contare che gli doveva delle scuse, e tante, per
averlo fatto impazzire un giorno sì e l'altro pure quando si
arrabbiava con il padre, litigandoci o dicendogliene comunque di
tutti i colori mentre non c'era senza che Dean provasse più
di tanto
a farlo smettere. E soprattutto, doveva farsi perdonare per averlo
abbandonato e non essersi nemmeno fatto sentire per parecchio tempo
quando era andato a Stanford. Ricordava ancora la prima telefonata
dopo mesi quando suo fratello, incapace di resistere oltre, l'aveva
chiamato, all'insaputa del padre, per sapere come stava, chiedendogli
almeno di mandargli un messaggio ogni tanto, giusto per essere sicuro
che andasse tutto bene.
Allora aveva sbuffato e
alzato gli occhi al cielo, prendendo il più possibile le
distanze
come se sentirlo gli avesse dato fastidio, mentre in realtà
era
felicissimo che non fosse arrabbiato con lui come temeva per
quell'ultimo litigio. Quanto tempo aveva sprecato inutilmente?
Non che fosse pentito di
essere andato a Stanford, dimostrando per qualche anno a se stesso e
alla sua famiglia che pur essendo un Winchester avrebbe potuto avere
una vita normale, se solo lo avesse voluto, ma facendo diversamente
si sarebbe goduto di più la compagnia del suo amato
fratellone, che
ora gli mancava come l'aria.
Pensandoci bene, però, i
momenti passati insieme non sarebbero mai stati abbastanza ed era per
questo che doveva sbrigarsi e tornare nella loro
macchina per
riportarlo indietro il prima possibile.
Sostenuto solo da questo
pensiero, alla fine Sam fece uno sforzo enorme per rimettersi in
piedi, come se fosse invecchiato di colpo di cent'anni, e dopo
un'ultima carezza alla croce che aveva preparato di persona, si mise
alla guida dell'Impala con la strana sensazione di occupare un posto
non suo, promettendo a Dean, mentre si allontanava in silenzio nella
notte, che l'avrebbe salvato ad ogni costo senza nemmeno pensare allo
spavento che avrebbe procurato a Bobby quando il mattino dopo,
alzatosi, non l'avesse trovato da nessuna parte.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Scrivere questa storia
è stato davvero un colpo al cuore (non odiatemi, please!),
ma spero
di essere riuscita a trasmettere al meglio i sentimenti del povero
Sam. Ammetto che certi particolari non me li ricordavo (e no, non
sarei riuscita a rivedere gli episodi che mi servivano T-T), ma mi
auguro di non aver fatto errori troppo grossi tra dimenticanze e
piccoli (?) headcanon che non ho potuto fare a meno di inserire.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie per il tempo che mi
avete dedicato anche solo leggendo.
A
tra poco con la prossima storia, spero!
Un
bacio,
Ellygattina