Capitolo
7 - Dangerous
golden eyes -
Scesi
nella cucina, piuttosto silenziosa, ma in fondo erano appena le dieci e
i
Sakamaki restavano chiusi nelle proprie stanze per la maggior parte
della
mattinata.
Decisi
di mangiare latte e biscotti, mentre pensavo a cosa indossare per
andare dai
Mukami.
Così
scrissi a Kou per proporgli l’idea.
Ero
certa che lui avrebbe accettato di buon grado, senza aver bisogno di un
preavviso, ma bisognava convincere il
“capo-famiglia” ed io non ero brava nel
dissuadere Ruki.
Gli
feci notare che c’era la possibilità di ricevere
un no da parte di Ruki, ma Kou
mi rassicurò che lo avrebbe convinto.
Piena
di entusiasmo, invitai anche le mie amiche a pranzare con noi.
Salii
in camera e frugai nell’armadio, in cerca di qualche outfit
interessante.
Tirai
fuori un vestito nero a quadri, con un piccolo spacco sul lato sinistro.
Feci
una doccia veloce, poi controllai il cellulare: sfortunatamente Yuki
era già
impegnata, ma Natalie aveva accettato, pur sapendo che i Mukami
sarebbero stati
presenti.
Non
ero sicura che Kou fosse il ragazzo adatto a Natalie, se lei avesse mai
deciso
di frequentarlo.
Se
Kou avesse ferito la mia amica, ci avrei pensato io a sistemarlo.
Così
come mi stavo occupando della questione
“Yuki/Ayato”.
Ci
accordammo di trovarci al parco alle undici.
Nessuna
risposta.
Bussai
nuovamente, in modo impaziente, non mi avrebbe sorpreso scoprire che
Shu dormiva
ancora.
Indossava
un abito raffinato, quasi ottocentesco, di colore nero, lungo fino alle
ginocchia.
“Mitsuko,
va’ via.”, mi intimò Shu, mentre si
lanciava sulla donna.
Lei
scartò a sinistra, evitando il colpo, e sferrò un
calcio nell’addome di Shu,
spedendolo a terra.
“Mi
aspettavo di più da un Sakamaki.”,
commentò, mentre si preparava ad affondare
le unghie affilate nel suo petto.
Ma
l’altra si riprese velocemente, mi afferrò per il
collo, sollevandomi da terra
come fossi una piuma.
Quando
sorrise, compresi da dove proveniva la sua forza sovrannaturale: era
una
vampira.
Mi
lanciò a qualche metro di distanza, l’impatto col
pavimento fu doloroso, la
schiena faceva male a tal punto che stentavo a muovermi.
Qualcosa
scattò dentro di me: non avrei perso un altro Sakamaki.
Ma
la radice continuò a salire, si arrampicò su per
il suo corpo, intrappolandole
i polsi e poi avvolgendola interamente.
Lei
emise un verso di stizza e usò la sua forza per liberarsi da
quella “gabbia di
legno”, riuscendo a spezzare i rami.
“Sei
pronta.”, annunciò enigmatica.
Mosse
alcuni passi nella mia direzione, e provai a rimettermi in piedi per
fuggire, ma
il dolore alla schiena mi costrinse a restare sdraiata.
Si
chinò verso di me, come a volermi afferrare, ma
sollevò il capo all’improvviso,
gettando un’occhiata fuori dalla stanza.
“Dannazione.”,
fu l’ultima cosa che disse, prima di sparire nel nulla.
“Davvero
Subaru, posso camminare.”
Il
vampiro mi lanciò un’occhiata severa,
probabilmente perché il mio precedente
tentativo di rimettermi in piedi era fallito miseramente.
“Ripetimi
cos’è accaduto.”
“Come
sta Shu?”, domandai.
L’avevo
visto rimettersi in piedi, ma era ancora pieno di cicatrici e
barcollante,
quella psicopatica lo aveva conciato proprio male.
“Si
riprenderà. –, tagliò corto il vampiro
occhialuto – dunque?”
Ma
non ne avevo alcuna. A parte la schiena a pezzi.
Reiji
si portò due dita sulla tempia e la massaggiò:
“Come diavolo si è lasciato
picchiare così.”
“Era
molto forte. -, mi sentii in dovere di specificare – sembrava
allenata per combattere.”
“E
tu non hai idea di chi possa essere?”
Scossi
il capo.
“Pensavo
che Shu la conoscesse, magari qualche ex molto arrabbiata.”
“Shu!”
Balzai
a sedere, tuttavia la mano decisa di Subaru mi costrinse a restare
stesa.
“Come
sta?”, domandò.
“Ha
sbattuto sul pavimento, ma non riporta alcun livido.”,
rispose Subaru.
Shu
parve sorpreso.
Mentre
adesso non riportavo neanche un graffio e sentivo di poter camminare
normalmente.
“Come
ti ha ridotto così?”, domandò Reiji.
“Mi
ha colto di sorpresa.”
Probabilmente
Shu poltriva come al solito, e questo doveva essere stato uno
svantaggio, fosse
stato sveglio e attento, si sarebbe accorto dell’intrusione.
Reiji
sospirò.
“Potrebbe
avere a che fare con nostro… con Karl Heinz.”,
commentò Subaru.
Shu
concordò con lui, tuttavia, sentii che mancava qualcosa.
Ripensai
a quello che era accaduto: quei ramoscelli spuntati dal nulla, che
l’avevano
intrappolata per un breve istante.
“Quando?”,
mi esortò Reiji.
Prima
avrei dovuto fare luce sulla questione per conto mio.
Ero
sicura che lui fosse privo di coscienza e non avesse notato quella
sorta di… magia.
“Dobbiamo
fare attenzione – annunciò infine – non
mi sorprenderebbe scoprire che Karl
Heinz voglia toglierci di mezzo.”
Non
si era fatto scrupoli ad aizzare i Cacciatori, certo, ma mandare una
specie di vampira
mercenaria per far fuori i propri figli…
Mi
convinsi che era opera di qualcun altro, anch’egli
intenzionato a sbarazzarsi
dei Sakamaki, ma conscio delle mie capacità.
D’altronde
la vampira dagli occhi dorati aveva esordito con un “sei
pronta”, dopo la
vicenda con i rami.