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Autore: genxha    28/10/2020    0 recensioni
Dopo essere stata salvata dall'eroe in nero, Marinette inizia a sospettare qualcosa sulla vera identità di Chat Noir, mentre Adrien si rende conto che la ragazza coi codini sia molto più di una buona amica. E che forse non sia proprio del tutto "una ragazza normale con una vita normale". Il tutto sullo sfondo della "vita da supereroi" dei nostri due beniamini.
I due ragazzi avranno presto un altro segreto da mantenere?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Miraculous fanfic'
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Gabriel Agreste apre per l’ennesima volta il passaggio segreto per il covo di Papillon, sotto lo sguardo preoccupato di Nathalie. Dopo il fiasco di Ficcanaso, lo stilista era diventato più freddo del solito, perennemente accigliato.

La sua assistente l’aveva visto consultare più volte il grimorio dei Miraculous ma non le  aveva mai detto nulla a proposito dei suoi eventuali piani. 

 

Sbirciando da dietro lo stipite della porta l’uomo sparire nel passaggio segreto, Nathalie pensa - Forse non avrei dovuto dire nulla durante la battaglia con Ficcanaso. Gabriel non tollera che vengano messe in dubbio le sue decisioni -  

 

Nathalie si stacca dalla porta dell’ufficio di Gabriel, ormai vuoto e attraversa l’atrio per andare nel proprio ufficio quando sente Adrien chiamarla. Si ferma al centro dell’atrio, vedendolo uscire dalla porta di camera sua. “Senti, Posso andare a chiedere a mio padre se oggi pomeriggio posso uscire? I miei amici si troveranno al cinema e… Tornerei prima del film, ma era per salutarli”. 

Lei lo guarda, sollevando un sopracciglio. “Chiederò al signor Agre…” inizia, interrompendosi per un violento accesso di tosse. Adrien le si avvicina e lei si appoggia al ragazzo, riprendendo fiato. “Mi scusi”, dice, raddrizzandosi, mentre Adrien la guarda preoccupato e chiede, “Stai bene?”  

“Si, certo. Va tutto bene. La prego di scusarmi. Chiederò al signor Agreste, ora non vuole essere disturbato”, risponde, indicando la porta chiusa mentre si sposta nel proprio ufficio.
Adrien la guarda di nuovo. “D’accordo. Grazie Nathalie”, commenta, sospirando e tornando verso la camera - Anche la mamma stava bene, dicevano tutti - pensa, con un sospiro rassegnato, mentre la tristezza lo assale.




 

Nel covo di Papillon, Gabriel sta leggendo dal tablet una pagina del grimorio decifrato, su un tavolino davanti a lui le spille dei Miraculous della Farfalla e di quello del Pavone. Lo stilista borbotta,”Finalmente!” mentre legge ad alta voce, “...si possono fondere due Miraculous mantenendo i poteri di ciascuno e con la possibilità di usarli insieme. Utilizzarne un numero maggiore è pericoloso per il portatore...”

 

“Nooroo, Duusu, eravate a conoscenza di questo?” domanda Gabriel, secco, puntando uno sguardo gelido sui due Kwami fluttuano sopra i rispettivi gioielli.

 

Duusu fa una capriola in aria. “Certamente, Signore. Ma nessuno me l’aveva mai chiesto, prima!” cinguetta, ricevendo un’occhiataccia da Gabriel.

 

Nooroo la guarda, poi annuisce, serio. “Sì, padrone. Ne ero a conoscenza.”

 

Lo sguardo di Gabriel si indurisce ancora. “E perché non me l’hai mai detto?” chiede, spazientito

 

“Padrone, vedete, il Miraculous del Pavone era danneggiato e sarebbe stato pericoloso unificarlo con un altro. Anche quello della Farfalla avrebbe potuto risultare danneggiato nel processo, con conseguenze che non conosco. Avreste potuto perfino, ehm…” il Kwami esita, cercando le parole

 

“Avrei potuto COSA, Nooroo!” sbotta Gabriel

 

Nooroo abbassa lo sguardo. “Perdere la vita, Padrone”.

 

Gabriel non dà segni esteriori di reazione e dice, gelido “Capisco” poi si gira, le mani intrecciate dietro di sé. “Ma ora il Miraculous è reintegrato, quindi l’unione è possibile.”

 

“Sì, Padrone”, risponde Nooroo. “Certamente! Volete provare?” gli fa eco Duusu, sempre in tono allegro.

 

“No, per adesso no”, risponde Gabriel, stizzito, riappuntandosi la spilla della Farfalla. Fatto ciò lo stilista rimette il Miraculous del Pavone nella custodia e lo infila in tasca, uscendo dal covo. Arrivato nel proprio ufficio, apre la cassaforte e posa il tablet e il Miraculous all’interno, sedendosi poi su una delle poltrone di pelle bianca. Gabriel si sfila gli occhiali e chiude gli occhi, riflettendo sulle sue prossime mosse.
Lo stilista si appoggia allo schienale, pensando - Unire i due Miraculous...  chissà cosa potrei fare! - si riscuote dai suoi pensieri e guardando l’orologio si alza dalla poltrona passando accanto al tavolo di Nathalie per andare alla sua postazione di disegno, senza accorgersi che la sua assistente non c’è e borbottando, “Ma prima la nuova collezione, ho giusto avuto un’idea”.




 

Adrien è seduto sulla sedia davanti al computer e sta rigirando intorno all’anulare l’anello del Miraculous. “Plagg… forse dovrei sentire Ladybug. Non trovi che Papillon stia buono da troppo? Nessuno deluso per un regalo non ricevuto? Nessuno che ha passato un brutto Natale? In tutta Parigi? Non mi piace.”

Plagg, acciambellato sul divano alza un orecchio e commenta  “O magari è in vacanza, o si sta riposando, oppure è stato davvero un bel Natale! Non vorrai farmi uscire anche stasera, vero?”

“No, Plagg, non se non è necessario, però mi devi trasformare per mandarle un messaggio, stasera il giro tocca a Volpe Rossa.”

“Adesso?” fa Plagg, piagnucolando, alzando anche l’altro orecchio e volando oltre lo schienale del divano.
Adrien lo guarda con un sorriso sarcastico mentre si alza ed entra in bagno, aprendo la doccia, seguito dal Kwami con la coda bassa. Appena entrambi sono dentro, sempre con lo stesso sorriso, Adrien dice, “Plagg! Trasformami!”, e subito dopo apre il bastone come telefono e chiama Ladybug, lasciando un messaggio

“Ciao, Insettina, spero che tu abbia passato un mewraviglioso Natale. Che sarebbe stato ancora più purrfetto con me ma…” esordisce, camminando per la stanza da bagno, poi il tono diventa serio: “Pensi anche tu che Papillon sia stato troppo buono in questi giorni? Ho paura che dovremo tenerci pronti per la sua prossima mossa in grande stile. Ed è passato troppo poco tempo dall’ultima volta. Se non succede prima, vediamoci domani al solito posto. A presto”, e chiude il messaggio.

Chat Noir richiude il bastone. “Plagg, ritrasformami”, borbotta, riacquistando l’aspetto di Adrien. “Adesso non ci resta che aspettare la prossima mossa di Papillon”, dice a Plagg che lo guarda e nota l’espressione accigliata del ragazzo.
Il kwami gli vola vicino. “Che c’é, cosa ti preoccupa? Dai, avanti, parla.”

Adrien si allunga a chiudere il rubinetto della doccia. “Niente”, sbuffa, sotto lo sguardo degli occhi verdi di Plagg. “E’ che Nathalie non sta bene. Mi ricorda la mamma prima che… sparisse. A volte ce l’ho con lei per come mi tratta ma… fa solo quello che le dice papà. Non lo so Plagg”, spiega, sedendosi sul letto.

Plagg gli si posa su un ginocchio. “Vuoi che vada a dare un’occhiata nel suo ufficio?” chiede il Kwami, serio.

Adrien alza un sopracciglio. “No, Plagg, sei matto? Ti vedrebbe sicuramente. Di certo sono io che mi preoccupo per niente. La verità è che mi manca la mamma.” Poi sospira. “Ora devo solo aspettare che mio padre si decida a ricevere Nathalie, spero mi lasci uscire oggi pomeriggio”.


 

 

Sbrigato qualche lavoro, Nathalie si alza dalla propria postazione, attraversa l’atrio e sta per bussare alla porta dell’ufficio di Gabriel quando il suo cellulare vibra: è il suo principale che la chiama nella stanza. L’assistente dello stilista bussa comunque alla porta ed entra. “Signore? Avete chiamato?” chiede, in tono professionale, osservando l’uomo in piedi alla sua postazione di disegno, concentrato sullo schermo.
“Sì. Ho avuto alcune idee per la nuova collezione”, risponde lui, glaciale come al solito “Dovresti occuparti di far finalizzare i bozzetti al più presto”.

“Sì, signore, ma siamo in periodo festivo, potrebbe volerci un giorno più del consueto”, dice Nathalie, mentre consulta il calendario

“Hm. Un giorno è appena accettabile”, borbotta Gabriel. “Fai in modo che li veda appena pronti”, continua a voce più alta.
Nathalie annuisce. “Sarà fatto.” Abbassa il tablet e prosegue, “Signore? Adrien vorrebbe il suo permesso per andare a salutare i suoi amici al cinema, oggi pomeriggio. Ha detto che tornerà a casa subito dopo averli incontrati e che non andrà in sala con loro”.

Gabriel alza gli occhi dalla postazione e fissa Nathalie, gelido. “Assolutamente no!” esclama. “Dopo l’incidente al palazzo del ghiaccio è escluso che mio figlio stia in mezzo alla gente.”

L’assistente sobbalza leggermente, - Ma come? L’Akuma l’ha inviata lui - pensa, alzando un sopracciglio. “Ma, signore, se posso permettermi, forse è bene che Adrien vada. Lui stesso ha chiesto solo pochi minuti, non credo che possa essere un rischio”. Nathalie cerca di convincere l’uomo.

Lo stilista non si aspettava una risposta e rimane immobile per qualche istante, poi si volta verso il ritratto di Emilie e sospira. “D’accordo. Ma la guardia del corpo non dovrà perderlo di vista, e prima dell’inizio della proiezione dovrà tornare a casa. Grazie, Nathalie, puoi andare”. 

Nathalie cerca di nascondere lo stupore dietro la sua solita aria professionale. “Molto bene”, risponde, girando sui tacchi e uscendo dall’ufficio.




 

Nel pomeriggio, appena Adrien esce scortato dal Gorilla, Gabriel chiama Nathalie e scende nel sotterraneo, dove inizia a parlare, con uno strano sorriso. “Ho un piano e questa volta funzionerà.” Poi declama, “Nooroo, che le ali della notte si innalzino!”, trasformandosi, riapparendo da un turbine di Akuma bianche, in Papillon.

Nathalie si accorge che porta sul bavero anche il Miraculous del Pavone e prima che possa chiedergli spiegazioni, Papillon esclama, “Nooroo, Duusu, fusione!” e viene avvolto da un lampo di luce azzurra.

Quando Nathalie riporta lo sguardo su di lui, la spilla del Pavone è ancora sul bavero della giacca di frac dalle lunghe code arrotondate, sfumate dal viola al blu scuro secondo una serie di curve parallele. Un ovale nero è al centro di ciascuna delle due code. La camicia sotto la giacca, su cui è appuntata la spilla della Farfalla, è di un blu acceso, come il cappuccio, che attorno agli occhi ha una mascherina gialla bordata di nero. Il bastone da passeggio è decorato da una finissima incisione di piume di pavone.
 

“Ma… Signore, cosa…” chiede Nathalie, sbigottita e confusa.

“Ho fuso i due Miraculous, Nathalie. Ora posso creare il seguace perfetto”, spiega, soffiando una piuma viola davanti a sé, “un sentimostro che mi porterà i Miraculous di Ladybug e Chat Noir..” Papillon sogghigna e solleva il bastone per raccogliere la piuma. “E ora”, prosegue, sagomando un corpo umano con gesti delle mani, “creerò un guardiano dei Miraculous che li ingannerà tutti”. 

Di fronte a Papillon appare un giovane uomo, calvo, con gli abiti tipici dei monaci Shaolin e sulla schiena l’intricato simbolo che si trova sulla copertina del grimorio dei Miraculous.

Sotto gli occhi increduli di Nathalie, Papillon chiude le mani attorno ad una Akuma bianca, contaminandola di energia negativa, poi si blocca, sopraffatto da un’ondata di sentimenti negativi: tradimento, delusione, paura, profonda tristezza e poi rabbia.

 

Nathalie impallidisce e fa un passo indietro. “Ma… Gabriel… Io… io volevo… volevo aiutarti! Volevo aiutarti a riportare in vita Emilie… per.. per Adrien, per… te…” balbetta, con un filo di voce.


Papillon rimane sorpreso, aprendo le mani senza accorgersene - Non ho mai sentito una cosa simile! Dev’essere la fusione dei due Miraculous… queste emozioni negative sono… sono vicinissime… Nathalie? - pensa, colto alla sprovvista. L’uomo segue con lo sguardo l’Akuma che vola verso Nathalie. In quel momento un piano preciso prende forma nella mente di Papillon, la sorpresa sul suo viso che si trasforma in un ghigno.

 

La donna sussurra, “Io… mi fidavo…” e Nathalie non oppone resistenza mentre l’Akuma le si avvicina. Per un istante il suo sguardo si fissa su Papillon, diventando glaciale quanto quello dell’uomo, poi l’Akuma scompare negli occhiali che indossa. 

Nella sua mente risuona la voce di Papillon, che ha ripreso il controllo di sé. “Fidélité! Sei sempre la collaboratrice perfetta! Ti offro l’occasione di aiutarmi per quest’ultima volta, sono certo che avrò i miraculous! Dopo potrai fare quello che vuoi...”. 


Nell’oscurità violacea che ora vede, Nathalie accetta. “D’accordo, Papillon!” sussurra, e viene immediatamente avvolta da una nube di fumo viola turbinante.
 


 

 

L’auto si ferma nella piazza del il cinema, dove si sta formando un capannello di persone in attesa di entrare. Adrien nota subito Kim e Ivan svettare sugli altri compagni, mentre cerca con lo sguardo, senza trovarli, i codini di Marinette. Sorride, passandosi una mano tra i capelli biondi - come al solito è sempre l’ultima ad arrivare - pensa, aprendo lo sportello e scendendo dall’auto per avviarsi in direzione dei suoi compagni di classe.

 

Vedendo arrivare Adrien tutti gli si mettono intorno e gli rivolgono un saluto, a cui lui risponde con un gesto della mano. “Non credevo che mio padre mi avrebbe permesso di uscire”, esordisce sorridendo, poi scambia un bro-fist con Nino. “Ma purtroppo non potrò venire al cinema con voi, mi dispiace”. 

Alle spalle di Adrien il rumore di passi di corsa e la voce di Marinette. “Scusate per il ritardo ragazzi!” Nel preciso momento in cui Kim, che lo copriva con la sua mole, gli si sposta da dietro Marinette inciampa. “Ooooh....” esclama, finendo dritta sulla schiena di Adrien, abbracciandolo da dietro per non cadere. Adrien perde l’equilibrio e finisce addosso ad Alya, che era davanti a lui. Fortunatamente la ragazza riesce a non cadere ma si trova il viso dell’amico praticamente tra i seni “AHIA!” esclama, barcollando, poi osserva Marinette e Adrien scattare in piedi, le guance rosso fuoco. 

“Oddiooddioscusascusa” mugugnano in coro, lei guardando Adrien e lui guardando Alya.

La ragazza mette le mani sui fianchi. “Anche io sono felice di vederti, Adrien, ma bastavano due baci sulle guance!” e scoppia a ridere, imitata da tutti i compagni presenti, mentre Adrien e Marinette si scambiano uno sguardo imbarazzato e si uniscono alle risate.

 

il Gorilla assiste alla scena, spalanca lo sportello dell’auto, scende e fa per girare intorno all’auto per correre verso Adrien, poi nota che tutti ridono e si ferma, sorridendo a sua volta.


Nino si avvicina al suo migliore amico e gli sussurra all’orecchio, “Ma per essere pari, devo cascare in braccio a Marinette?" 

Adrien arrossisce ancora di più e si mette una mano dietro la nuca, ancora più imbarazzato, cercando di non guardare l’amica coi codini. “Dai, è stato un incidente…” borbotta, cercando di riprendere un contegno. Dopo un attimo però osserva Marinette e le si avvicina “Tutto bene?” le chiede.

Lei, distogliendo lo sguardo e prendendosi l’avambraccio sinistro col braccio destro “Sì, ormai ci sono Adr…. ehm sì ormai ci sono abituata, Adrien, scusa se ti ho urtato” risponde.
“Non devi scusarti, non è successo niente, dai! Se non se l’è presa Alya...” minimizza Adrien, guardando Alya e Nino che annuiscono, sorridendo entrambi. Osservando Marinette, Adrien nota che si era vestita come qualche giorno prima, al palazzo del ghiaccio, ma invece della treccia aveva i consueti codini e delle scarpe basse al posto degli stivali. Lui aveva indossato al posto della camicia un maglione pesante color panna e sopra un gilet imbottito nero, la sciarpa azzurra e i guanti che gli aveva regalato Marinette.

La ragazza vede i guanti e gli sorride. “Li hai messi! Sono c-contenta che ti siano piaciuti!” gli dice, lisciandosi le pieghe  del maglione rosso.
“Sì, Marinette, grazie, sono veramente belli”, concorda lui, cercando di non guardare troppo le gambe di Marinette.

 

“Bene, ci siamo tutti, entriamo?” propone Alya, con Adrien che la guarda sconsolato, mentre Nino gli mette una mano sulla spalla “Mi spiace che tu non possa venire con noi Adrien” aggiunge.

Marinette guarda i due “Come? Non vieni con noi?” chiede, guardando Adrien sorpresa. Lui si mette una mano dietro la nuca “Eh… no, mi dispiace ma mio padre non mi ha dato il permesso, devo tornare a casa”

“Non è giusto, tuo padre deve capire che il mondo non è così pericoloso, non può tenerti sempre rinchiuso” sbotta Marinette, le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti.
Adrien guarda a terra “Lo so ma… oramai per oggi non posso farci niente” risponde a mezza voce, poi guarda gli altri “Allora io vado. Divertitevi ragazzi, e buon Natale!” conclude, voltandosi verso l’auto e passando accanto a Marinette, che gli mette una mano sul braccio “Mi spiace che tu debba tornare a casa. Ci.. ci sei su super mecha stasera?” gli dice, anche lei sconsolata. 

Adrien si ferma “Ehm… ah… Volentieri! Però giochiamo in squadra insieme stavolta.” fa una pausa, guardando l’amica negli occhi e distogliendo lo sguardo  “Ora vai che ti perderai il film.” Marinette toglie la mano dal braccio dell’amico e guarda a terra “Ah.. il film.. sì. Ciao Adrien, a più tardi.”.

 

I due ragazzi si avviano in direzioni opposte, Marinette verso l’entrata del cinema, Adrien verso l’auto e il Gorilla in paziente attesa.

   
 
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