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Autore: Justice Gundam    30/10/2020    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: Madness Rising
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 16 - Primo giorno di addestramento

Soltanto il giorno prima, Dario e il suo gruppo di fuggiaschi erano riusciti a fuggire da Grisborgo e si erano avventurati nelle foreste attorno alla città. Le vicissitudini si erano susseguite con rapidità quasi frenetica, e la loro fuga li aveva portati in luoghi che nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di vedere... in particolare, quel villaggio di halfling dall'aspetto completamente innocuo, e che in realtà nascondeva una vera e propria base segreta degli Abolitori, la misteriosa organizzazione che sembrava sapere così tanto di quello che stava accadendo a Grisborgo... e in altre zone di Tilea.

La situazione non lasciava molta possibilità di scelta, e adesso, i ragazzi si erano uniti agli Abolitori, nella speranza di scoprire la verità sulla minaccia che incombeva su di loro, e cercare di fare qualcosa per contrastarla. Per adesso, però, la giornata consisteva principalmente nell'allenarsi e nell'imparare quanto più possibile sugli Abolitori e sul loro scopo...

E in quel momento, in un'ampia stanza adibita agli allenamenti...

Maria strinse i denti per l'improvviso dolore quando un poderoso fendente calò su di lei, venendo a malapena contrastato dall'enorme ascia bipenne che la giovane donna aveva alzato per difendersi. La potenza del colpo fu comunque sufficiente a scuoterla e ad indolenzirle i muscoli, e Maria fu costretta ad appoggiare un ginocchio a terra per mantenere una parvenza di equilibrio.

L'attaccante, un uomo alto e prestante che brandiva una grande spada da allenamento con la lama smussata, si allontanò di un passo, con l'intenzione di continuare l'assalto... ma Maria riuscì ad approfittare di un breve momento di respiro per rialzarsi e contrattaccare! Con un grido di battaglia, si scagliò contro il suo attaccante e riuscì per un breve momento a sbilanciarlo... ma l'uomo, utilizzando un trucchetto da lottatore, riuscì a rivolgere l'impeto di Maria contro di lei, e a farla finire a terra di schiena. Maria emise un grugnito, in parte di dolore, in parte di disappunto, e restò a terra a riprendere fiato... ma prima che potesse anche soltanto iniziare a rialzarsi, si ritrovò con la lama smussata dello spadone dell'uomo appoggiata al collo. Era fin troppo evidente quello che l'istruttore voleva dire: se quello fosse stato un combattimento vero, Maria sarebbe già morta da un pezzo.

"Hai abbassato la guardia." esordì l'uomo, con un tono a metà tra l'ironico e il critico. "Se questo fosse stato un vero combattimento... non credo di dover aggiungere altro."

"Wooow... pazzesco!" esclamò Matilde sbattendo gli occhi, spiazzata dall'abilità dimostrata dall'uomo. La piccola spadaccina era seduta accanto ad una parete della sala, la spada appoggiata accanto a lei, e non si stava perdendo un istante dello scontro. Maria era la più abile combattente che Matilde avesse mai visto in vita sua, e vederla messa a terra così facilmente la dava un senso di stupore e quasi di spavento. "Maria... stai bene?"

"Sì, tranquilla, Matilde... diciamo che l'unico colpo che ho preso è stato all'orgoglio." rispose prontamente. L'uomo le tolse la spada di dosso, e Maria si rialzò quanto più rapidamente possibile, ingombrata com'era dal pettorale di acciaio che indossava. "Io sono pronta. Se vuoi fare un altro incontro con me, sono qui per questo!"

Il suo allenatore sghignazzò, come se stesse facendo lezione ad un allievo ribelle ma talentuoso che voleva fare più di quanto sarebbe stato in grado. "Non c'è male, non c'è male per quello. Non devi dimostrare nulla, Maria, nè a me, nè a nessun altro. Quello che stiamo facendo qui, è prepararti ad affrontare le creature che minacciano la pace e la sicurezza dei cittadini di Tilea... e ti assicuro che non sono poche, nè tantomeno facili da affrontare."

Maria tirò un sospiro, e quando l'allenatore le fece cenno che poteva rilassarsi, appoggiò ad una parete la sua ascia bipenne. "Sì, questo l'avevo capito. E' per questo che ci stiamo allenando con voi. Dobbiamo essere pronti a tutto quando arriverà il momento di confrontarci con loro."

"Ma quand'è che cominceremo a muoverci e a mettere loro i bastoni tra le ruote?" chiese Matilde. La bambina si alzò agilmente e si mise a posto il pettorale. "Più aspettiamo, più loro sono liberi di fare i loro comodi."

"Mentre voi siete qui ad... aspettare, come dici tu..." rispose l'uomo con un certo sarcasmo, e sorrise mettendo in evidenza alcune cicatrici che gli solcavano il volto. "Altri nostri agenti si stanno occupando di interferire con le operazioni dei Malformatori in tutta Tilea. Stanno cercando tutte le informazioni che ci servono, e non appena ne sapremo di più... diciamo che anche voi avrete la possibilità di contribuire a svelare il mistero. Ma adesso non è il momento di stare qua a fare salotto. Forza, piccola, ora tocca a te! Vediamo come la sai usare, quella spada!" Indicò Matilde, che dopo un breve istante di sorpresa scattò in piedi e afferrò il suo spadone, per poi trascinarselo dietro mentre arrivava al centro dell'arena.

"Eccomi! Sono pronta!" rispose Matilde. Diede il cambio a Maria, che andò a sedersi su una panchina intagliata nellla pietra grezza, e si mise in guardia... appena in tempo per parare un primo fendente, abbastanza forte da indolenzirle le braccia! "Ah! Un... un momento, ho avuto appena il tempo di prepararmi!"

"In un combattimento vero, l'avversario non aspetta che tu sia pronta, piccola!" rispose l'uomo. Matilde fece una smorfia, rimproverandosi per l'ingenuità, e iniziò a contrattaccare con alcuni fendenti, che l'istruttore non ebbe alcuna difficoltà a deviare. "Più forza, piccola! Dritta con quella spada, non è un mazzo di fiori!"

"Mamma mia..." commentò tra sè Maria, mentre cominciava a togliersi l'armatura e osservava l'addestramento della sua piccola amica. "Spero almeno che gli altri se la stiano cavando un po' meglio di noi..."

 

oooooooooo

 

"Un... laboratorio di alchimia?" domandò Gunter, un po' sorpreso, mentre guardava attorno a sè. La stanza, meglio illuminata rispetto alle altre del rifugio sotterraneo, era in effetti arredata con dei tavoli di legno sui quali erano stati disposti alambicchi, bilance e altri strumenti, e sopra una mensola più grande ad un lato della stanza erano ordinatamente disposti barattoli trasparenti che contenevano erbe, polveri, cristalli... e altri ingredienti sulla cui provenienza Gunter preferiva sapere il meno possibile. Da alcune postazioni provenivano dei rumori appena udibili di bollitura, e qualche nuvoletta di fumo colorato semitrasparente si levava dai liquidi in ebollizione. "Immagino che un complesso sotterraneo sia il posto migliore dove nasconderlo, in effetti... ma sarà anche sicuro?"

"Beh... il possibile lo facciamo, e l'impossibile cerchiamo di farlo." rispose Urister. "Se ti riferisci alla possibilità delle esalazioni... in effetti quello è un problema a cui abbiamo dovuto pensare a lungo prima di trovare una soluzione. Abbiamo finito per realizzare una serie di condotti per fare in modo che i vapori possano essere evacuati. Non è stata la soluzione più elegante, ma è quella che ci ha permesso di mettere su questo laboratorio in tempo utile."

"E mi sembra che la tua compagna stia già facendo un po' di esperimenti." affermò Luana, e indicò con lo sguardo la biondina chinata su alcune provette ad un tavolo vicino. Pandora si era piazzata accanto ad una stufetta a carbone sulla quale aveva messo a cuocere un pentolino di ferro, nel quale stava scaldando una strana, densa mistura di colore beige. La giovanissima fattucchiera stava dando un'occhiata ad un foglio di pergamena, mentre con l'altra mano pescava da un contenitore un pizzico di foglie sminuzzate. Con attenzione, in modo da non sbagliare la dose, Pandora aggiunse le foglie alla mistura e cominciò a mescolarla con una bacchetta.

"Okay, Pandora, adesso continua a mescolare per un po', miao." disse Sotero. Il gatto-famiglio era comodamente sdraiato vicino al fornello, alla distanza giusta per godersi il calduccio senza rischiare di scottarsi.

Pandora non era la sola a prestare attenzione all'esperimento. Poco lontano da lei, Bastiano stava a sua volta osservando quello che la ragazza stava facendo. Appoggiato sul suo bastone, il giovanissimo oracolo teneva sollevata la gamba dalla quale zoppicava, in modo da meettersi quanto più comodo possibile.

Finalmente, dopo qualche minuto di bollitura, Pandora decise che così poteva bastare, chiuse gli occhi e passò una mano sopra il pentolino, sussurando qualche parola magica a voce così bassa che solo lei e Sotero riuscirono, a malapena, a sentirla. Immediatamente, il liquido contenuto nel pentolino ribollì con maggiore veemenza per un paio di secondi, prima che Pandora, con un soffio deciso, spegnesse il fuoco sotto di esso. La mistura si illuminò ed emanò per qualche secondo una tenue luminescenza, prima di tornare stabile. A quel punto, era successo qualcosa di veramente notevole: il liquido aveva cambiato colore e consistenza, e si era trasformato in una sorta di sciroppo ambrato, un po' più denso rispetto ad una normale bevanda, ed emanava un vago odore amarognolo. Pandora tirò un sospiro di sollievo e cominciò a soffiare sul liquido per raffreddarlo.

"E' andata bene, mi sembra." commentò Bastiano guardando i risultati dell'esperimento di Pandora. "Questa è... la prima pozione che riesci a distillare."

"Già, speriamo che abbia l'effetto voluto..." rispose Pandora, un po' incerta. Prese un cucchiaiio di legno e ne immerse la punta nel liquido, in modo da prelevarne solo una dose minima. "Sfortunatamente, l'unico modo di vedere se una pozione funziona davvero è assaggiarla. Detto questo..."

Pandora fece un altro gesto con la mano libera e lanciò uno dei suoi incantesimi più semplici. Incuriiosito, Bastiano mosse la testa per dare un'occhiata, ma non vide nulla di particolare. Probabilmente, pensò il ragazzino, gli effetti di quell'incantesimo erano visibili solo a Pandora.

"Hmm... hai appena lanciato una magia, vero?" chiese Bastiano.

Pandora strizzò un occhio in segno di intesa. "Esatto! Un incantesimo Individuare Veleno, per l'esattezza. E' un incantesimo molto semplice ma sempre utile." affermò. "E per fortuna... a quanto pare sono riuscita a non creare una pozione velenosa. Adesso però... vediamo se è riuscita."

Sotero volle mettere le mani, o meglio le zampe, avanti. "Non mi offro volontario come cavia, miao."  

"Tranquillo, non avevo l'intenzione di provarla su di te, gatto sarcastico." rispose la graziosa fattucchiera. Si portò il cucchiaio alle labbra e ingerì la piccola dose di pozione che aveva preso, la deglutì e attese gli effetti...

Non ci volle molto per sentire il sapore disgustoso di quella roba. Un repellente sapore di frutta marcia riempì la bocca di Pandora, che si voltò di colpo e cominciò a sputare e ad ansimare senza troppi riguardi per l'etichetta! Bastiano e Sotero guardarono stupiti la ragazza bionda che annaspava, cercando come poteva di togliersi dalla bocca quel sapore orribile!

"Arguisco... che non è andata molto bene." commentò Bastiano con un pizzico di sarcasmo. Poi, dopo averci pensato un po' su, aggiunse tra sè. "Accidenti, sto imparando da Sotero."

"E' una mia impressione, Pandora... o il tuo volto sta assumendo un interessante colorito verde, miao?" chiese il gatto nero.

"Uuuuugh... un po' d'acqua, per favore! Questa roba è atroce!" ansimò Pandora, con una comica espressione disgustata sul volto.

Gunter e Luana restarono fermi al loro posto con espressioni stupefatte, mentre Urister alzò le spalle senza troppa preoccupazione. "Tipico. La prima pozione non è quasi mai un gran successo." affermò con tutta tranquillità. "Beh, la farò affiancare da uno dei nostri insegnanti di alchimia. Vedrete che imparerà presto..."

Gunter grugnì e si mise una mano sulla tempia, scuotendo il capo. "Potevate farlo fin da subito, no?" affermò. "Che tipi..."

 

oooooooooo

 

Dario cercò di mettersi più comodo sulla sua sedia e si impose di prestare attenzione. Non che l'argomento che Ivaldo stava insegnando non fosse interessante, ma il ragazzo biondo non era mai stato molto avvezzo alle lezioni teoriche. La sua insegnante principale, nella vita, era stata la strada, e la teoria non era mai stata il suo forte... anche per il fatto che non sapeva leggere, e doveva limitarsi ad ascoltare quello che diceva il maestro.

Nisa e Iaco, da parte loro, sembravano avere un po' meno difficoltà a seguire. In particolare l'elfa, che a giudicare dalla sua espressione, doveva aver già una certa conoscenza delle cose che venivano spiegate.

Dal momento che lo scopo degli Abolitori era di tenere sotto controllo, e possibilmente eliminare, le minacce soprannaturali, la lezione verteva sul riconoscimento e la conoscenza dei principali tipi di quelle che venivano comunemente classificate come "aberrazioni": creature dall'aspetto innaturale e dalla mentalità aliena, che pur tuttavia erano esseri viventi e non provenivano da altre dimensioni. Ivaldo aveva esordito dicendo che i Malformatori erano alleati di diverse specie di aberrazioni, e in quel momento, stava parlando di un sottotipo in particolare. Fissato ad una lavagna ben illuminata dalla luce di una lanterna, un foglio di pergamena srotolato illustrava una mostruosità simile ad un pesce pulitore di dimensioni abnormi, di un colore verdastro nauseante, con troppi occhi, troppi tentacoli e una rivoltante bocca da lampreda.

"Questo che vedete qui è un aboleth." spiegò Ivaldo in quel momento. Iaco corrugò la fronte, studiando con attenzione la creatura abominevole. "Sono una delle tre principali razze di aberrazioni conosciute su Nexos, e sono spesso considerati i più alieni e insidiosi dei tre. Pare che siano tra le creature viventi più antiche in assoluto, e non è un mistero che siano esistiti da milioni di anni. Queste aberrazioni primordiali sono guidate da un'arroganza sovrumana e da un odio implacabile per tutte le creature di superficie."  

"Questi mostri vivono nelle profondità marine, non è vero?" chiese Dario, cercando di nascondere un brivido di ribrezzo. L'aspetto dell'aboleth era davvero terrificante ed innaturale. Quando Ivaldo rispose con un cenno affermativo, il ragazzo biondo scosse la testa. "Bene. Allora spero di non avere mai a che fare con uno di loro. Non mi trovo a mio agio quando penso al mare..."

"Beh, se ti può consolare... fra le tre principali razze di aberrazioni, gli aboleth sono quelli che hanno meno contatto con l'umanità." rispose Ivaldo con tono ironico. "O forse questo si deve al fatto che sono ben pochi coloro che riescono a fuggire dalle loro tane negli abissi marini per raccontare com'è andata!"

Dario represse una risata a denti stretti. "Molto... rassicurante. Ma possono essere uccisi, vero?"

"Beh, gli aboleth non possono morire di vecchiaia, ma a parte questo possono essere uccisi come qualsiasi altra creatura naturale." rispose l'halfling, facendosi più serio. "Detto questo, l'arma principale degli aboleth è la loro segretezza... ma andiamo con ordine. Prima di imparare come affrontare un aboleth, è meglio conoscere bene i loro punti di forza e i loro punti deboli, e soprattutto le loro origini e la loro mentalità... per quello che è possibile senza rischiare la sanità mentale."

"Ho già imparato qualcosa sulle aberrazioni durante le mie lezioni nel circolo dei druidi." continuò Nisa, alzando una mano. "Non molto, ma un'infarinatura ce l'ho. E' vero, come ho sentito dire, che quei mostri hanno una memoria razziale che si estende a fin da prima della Guerra dell'Alba?"

"Guerra dell'Alba?" chiese Iaco incuriosito. "Cosa essere questa?"

"Devo aver sentito parlare della Guerra dell'Alba da qualche parte..." affermò Dario, e la sua mente tornò a diversi anni prima, quando ancora era con la sua banda tra le spietate strade di Auridanio... era stata proprio Esmeralda a parlargliene, quella volta... "Ma non ho presente di cosa si tratti."

Fu Ivaldo a rispondere, e Nisa non potè che annuire sentendo che le informazioni dell'halfling corrispondevano a quello che gli anziani le avevano insegnato. "La Guerra dell'Alba... è un'antica battaglia che è stata combattuta, per l'appunto, all'alba dei tempi. Adesso non vi annoierò con i dettagli, ma mi basti dire che in quell'epoca remota, i Primordiali, ovvero le incarnazioni degli elementi nelle loro forme più pure e distruttive, hanno sfidato gli dei per contendere loro la supremazia sul Piano Materiale. Se volete, possiamo approfondire il discorso più tardi, ma mi basti dire gli aboleth esistevano già in quei tempi remoti, e non è impossibile che alcuni degli aboleth più antichi e potenti che hanno visto quella guerra devastante siano ancora vivi in qualche abisso sperduto delle profondità degli oceani."

"Terrificante..." mormorò Iaco. Dario non fece commenti e cercò di mostrarsi controllato, ma dentro di sè provò un brivido nel pensare a cosa questo potesse significare...

"Potete immaginare che queste conoscenze, tramandate da un aboleth all'altro nel corso delle ere, diano a quella mostruosità una prospettiva che noi comuni mortali non possiamo neanche immaginare..." continuò il loro istruttore. "Gli aboleth conoscono segreti proibiti ai mortali, risaltenti alle età più oscure di Nexos... una conoscenza corrosiva per la mente delle persone comuni."

"Posso immaginarlo..." rispose Dario. "E a parte questo... di cosa sono capaci questi aboleth?"

Ivaldo sorrise lievemente, contento di poter condividere un po' della sua conoscenza sulle aberrazioni che tanto si era allenato per combattere. "Innanzitutto, come avete già capito, gli aboleth non si allontanano quasi mai dalle loro città o dalle loro tane negli abissi dell'oceano. Affrontare un aboleth spesso è impossibile senza potenti incantesimi per consentire di respirare sott'acqua e di resistere al freddo e alla pressione. Inoltre, per poter affrontare queste mostruosità, dovete avere delle armi che possano essere usate sott'acqua, e degli incantesimi che non perdano efficacia. Ma... se doveste arrivare allo scontro diretto con un aboleth, quello a cui dovete stare veramente attenti è il tocco dei suoi tentacoli."

"Tentacoli?" rispose Nisa con ribrezzo. "Brr... che schifo! No, non mi piacerebbe proprio essere spogliata da quegli affari!"

"Ho l'impressione che facciano qualcosa di più che strappare gli abiti di dosso a qualcuno..." rispose Dario con un sorriso imbarazzato. Ivaldo confermò e continuò il discorso.

"Esatto. I tentavoli di un aboleth secernono una sostanza viscosa che ha effetti imprevedibili sull'epidermide." continuò l'halfling. "Sotto l'effetto di quella sostanza, la pelle si trasforma in una membrana viscosa che si disidrata rapidamente, costringendo la vittima a restare sott'acqua o perire rapidamente. Solo degli specifici incantesimi di cura possono riportare la pelle della vittima allo stato naturale, e nel frattempo, la vittima è esposta all'altro, insidioso attacco dell'aboleth: una coltre di muco semitrasparente che circonda la creatura, e che ha l'effetto di impedire ai polmoni della vittima di assorbire aria. Solo rimanendo sott'acqua la vittima può sperare di non asfissiare."

"Maledizione... così un aboleth può costringere le sue vittime a servirlo, sapendo che se tornassero in superficie soffocherebbero come degli sgombri in secca!" affermò Dario. "Quindi, bisogna cercare di proteggersi in qualche modo sia dal muco che dal tocco di quei maledetti tentacoli..."

"E anche dai poteri magici dell'aboleth. Perchè ci sono anche quelli." continuò Ivaldo, muovendo un dito come per dire che non sarebbe stato semplice come Dario immaginava. "In particolare, un aboleth è in grado di piegare la mente delle sue vittime e renderle sue schiave. Per non parlare del fatto che sono in grado di creare illusioni terribilmente vivide e proteggersi da ogni tentativo di scrutarli usando la magia. Detto questo... non pensiate neanche per un istante che siano invincibili. Con la giusta preparazione, e con la giusta combinazione di audacia, prodezza ed astuzia, un aboleth può essere sconfitto e distrutto. E ora... vi insegnerò come si può fare!"

"Bene... credo che questa sia la parte più importante della lezione!" commentò Nisa. Lei e i suoi due compagni si fecero ancora più attenti, mentre Ivaldo si schiariva la voce e cominciava a spiegare.

"Perfetto. Allora, ascoltate attentamente. La cosa fondamentale, in uno scontro con un aboleth, è fare in modo di non farsi colpire dai suoi incantesimi di controllo mentale. Per fare questo, fate in modo di avere con voi un incantesimo Protezione Dal Male o Protezione Dalla Legge. Una persona che si trovi sotto l'effetto di questi incantesimi gode di considerevole protezione dagli attacchi fisici dell'aboleth e cosa più importante, è immune al controllo mentale della creatura per tutto l'effetto dell'incantesimo."

"Protezione dal Male, eh? Interessante..." disse tra sè Nisa, facendosi una nota mentale. Non era un incantesimo che di solito veniva insegnato ai druidi, ma questo non voleva dire che non potesse procurarsi una pergamena o una bacchetta in grado di lanciarlo.

"Inoltre, esistono delle strategie per proteggersi dal muco dell'aboleth e dalle secrezioni dei loro tentacoli." continuò Ivaldo. "Per esempio, un filtro che protegga il naso e la bocca renderebbe più difficile inalare quella sostanza. Può sembrare un provvedimento un po'... insignificante, rispetto al potere che un aboleth è in grado di utilizzare, ma credetemi... può fare la differenza tra la vittoria... e un destino peggiore della morte come schiavi di quella mostruosità ancestrale."

Iaco disse di sì con la testa, e cominciò già a pensare a che tipo di incantesimi avrebbero potuto essergli utili per affrontare un aboleth in caso di necessità. Probabilmente qualche incantesimo basato sull'elettricità, o qualcuno per dissipare le illusioni...

 

oooooooooo

 

Holger si passò una mano sul volto e represse un brivido. Non era sicuro se l'improvviso calo della temperatura nella stanza fosse dovuto a qualche strana magia, o al fatto che in quel momento, lui ed Endlinn si trovavano lì in compagnia di Sebastiano, che armeggiava nervosamente con l'elsa del suo stocco. La sottile ed elegante lama era ancora ben riposta nel suo fodero, ma il fuorilegge dava l'impressione di essere pronto a sfoderarla al primo cenno di pericolo... o se il mezzorco o la sua compagna elfa avessero fatto il minimo tentativo di aprire le ostilità.

"Okay, che cosa stiamo facendo qui, esattamente?" si chiese Holger, e fissò Sebastiano con attenzione, come se volesse leggergli nel pensiero se aveva intenzione di tradirli o meno. "Già non siamo esattamente amici... se possibile, preferirei evitare di passare più tempo del necessario in compagnia di questo tipo..."

"Non andiamo d'accordo su molte cose, ma su questa sì." rispose sarcastico Sebastiano. "Ma... mi chiedo anch'io che cosa hanno intenzione di fare. Dicevano che avrebbero dovuto addestrarci per prepararci a quello che questi dannati Malformatori ci manderanno contro. Quindi non mi spiego a cosa ci serva restare qui impalati."

Endlinn sospirò e appoggiò una mano sulla spalla del suo capo, in modo da consigliargli la calma. Le sue acute orecchie da elfa colsero per prime uno strano suono di passi, rapidi e leggeri, che si avvicinavano, ed Endlinn allungò furtivamente una mano verso il pugnale che teneva appeso alla cintura, per massimo scrupolo in caso si fosse trattato di un'autentica minaccia. Aveva sentito parlare di organizzazioni che imponevano ai loro nuovi membri di sostenere un combattimento per dimostrare il loro valore, e forse gli Abolitori seguivano anche loro quella regola...

I passi si avvicinarono sempre più rapidamente, e Sebastiano mise rapidamente mano alla spada quando una strana figura vagamente umanoide, poco più grande di un halfling, apparve sulla soglia del corridoio che usciva dalla stanza. Anche Holger ed Endlinn si prepararono a combattere...

"Pronti a battervi, vedo. Non è certo un difetto per un Abolitore. Ma a volte è meglio aspettare che qualcuno parli, non credete?" chiese la figura con sarcasmo. Aveva una strana voce nasale, che ricordava spiccatamente il ronzio di uno sciame di vespe, modulato in modo da simulare le parole... e in effetti, quando la creatura si mostrò, il terzetto vide che si trattava di una sorta di vespa umanoide dalla pelle di colore verde metalizzato che li osservava con un paio di occhi compositi neri ed inquietanti, in mezzo ai quali spiccavano un paio di corte antenne che si agitavano nervosamente. Aveva quattro arti esattamente come un umano, ma le giunture erano piazzate molto diversamente, facendo sì che le gambe si piegassero all'indietro e simulassero le zampe posteriori di una cavalletta, mentre i piedi erano piccoli e dotati di tre dita dai corti artigli. Le braccia assomigliavano di più a quelle di una persona, con mani affusolate dalle dita lunghe e sottili. Un paio di sottili ali trasparenti fuoriusciva dalla schiena della strana creatura, e il suo addome terminava in un pungiglione uncinato.

Nonostante l'aspetto inquietante, che fece indietreggiare di un passo i tre aspiranti Abolitori, la creatura insettoide non si scompose e alzò una mano per salutare. Era difficile leggere le emozioni di una creatura simile, tra gli occhi compositi e le piccole mandibole seghettate che componevano la sua bocca, ma Endlinn poteva giurare che stesse sorridendo.

"Benvenuti! Mi scuso per il ritardo. Noi tosculi teniamo molto alla puntualità." esordì la creatura. Fu allora che Holger notò che, anche se non indossava vestiti, la vespa umanoide portava una scimitarra appesa al fianco, e un paio di flaconi di qualche sostanza sconosciuta su una bandoliera che passava attorno alle sue spalle. "Ah... ma immagino che voi non abbiate mai visto un tosculi prima d'ora, vero? Beh, mi basti dire che... vengo da lontano. Da molto lontano. Non mi sono mai sentito molto a mio agio tra la mia gente, lì nella città-alveare del Confine dell'Oceano... ma non siete qui per ascoltare la storia della mia vita, vero? Comunque, potete stare tranquilli! Sono del tutto dalla vostra parte, garantito! Oh, e a proposito, il mio nome è Yiirl! Piacere di conoscervi!"

Davanti a quel fiume di parole, Holger e i suoi due compagni passarono rapidamente dalla tensione ad un'espressione di divertita sorpresa. Il mezzorco si sarebbe aspettato di tutto, ma trovarsi di fronte una creatura così inusuale e bizzarra... non era esattamente tra le maggiori probabilità! E la sua personalità così umana e stranamente comprensibile, come quella di una persona qualsiasi che si sarebbe potuta incontrare ogni giorno passeggiando per una calle...

"Ehm... piacere di conoscerti, Yiirl... un... tosculi, hai detto? Questa... ammetto che non me l'aspettavo." affermò Holger. Sebastiano aveva allontanato la mano dall'elsa del suo stocco, ma continuava a fissare la strana creatura come se si aspettasse un attacco da un momento all'altro. "Sei... sei il nostro esaminatore, per oggi?"

"Diciamo semplicemente... il vostro istruttore." affermò Yiirl, spiegando per un attimo le sue ali e poi ripiegandole di nuovo sulla schiena. "Ammetto che non sono esattamente al mio meglio negli ambienti sotterranei, e me la cavo meglio nelle foreste o nelle paludi, ma vi posso insegnare qualche trucchetto per muovervi nei sotterranei. In fondo, è lì che molto spesso ci troveremo ad affrontare i nostri nemici."

"Immagino... dopotutto, è lì che si nascondono di solito cultisti, criminali o mostri..." affermò Endlinn. Si rese conto di quanto fosse ironica quell'affermazione da parte sua, e si schiarì la voce per cercare di mandare via l'imbarazzo. "Voglio dire... insomma, anche noi siamo dei fuorilegge, dopotutto. Abbiamo esperienza personale su questo fatto."

Sebastiano gettò un'occhiataccia all'elfa, ma Yiirl alzò le spalle ed emise una serie di ronzii che potevano ricordare una risata. "Tranquilli, noi Abolitori non guardiamo al passato di una persona. E come avete avuto modo di constatare, neanche alla razza, al sesso o alle preferenze. Tutto quello che ci interessa è che siate disposti a combattere per la nostra causa. Tenendo sempre presente che si può rischiare la vita..."

"Non è molto diverso da come abbiamo vissuto noi fino ad adesso." rispose Holger con un'alzata di spalle. Strinse una mano a pugno ricordando i suoi sottoposti morti, e fissò nuovamente Sebastiano con astio. "Comunque, stavamo dicendo... il nostro addestramento quindi consiste nell'imparare qualcosa sulla sopravvivenza nei sotterranei, giusto? Va bene... dicci pure quello che dobbiamo fare, Yiirl..."

Il tosculi si mise sull'attenti e drizzò vivacemente le antenne. "Ma certamente! Sarà un vero piacere! Ora, se voleste seguirmi, vi porterò nel luogo dove si svolgerà la nostra lezione! Tenetevi pronti, perchè sono un istruttore davvero tosto!" esclamò. Si voltò di scatto e fece cenno al terzetto di seguirlo. "Prego, da questa parte! Mi raccomando, cercate di non perdervi di vista!"

Sebastiano sospirò e cominciò a seguire con riluttanza i due fuorilegge che in teoria avrebbero dovuto essere suoi nemici. Ancora non si era presentata la possibilità di fare la sua mossa, e se doveva essere sincero, stare dalla parte degli Abolitori si presentava ancora come la migliore delle sue opzioni. I Villanova e i loro affiliati non sarebbero stati teneri con lui se fossero riusciti a mettergli le mani addosso, e finchè restava con quel branco di svitati che credevano di essere dei paladini della giustizia, almeno era al sicuro da ogni rappresaglia. Ovviamente, questo non voleva dire che non fosse ansioso di liberarsi una volta per tutte da quell'impiccio.

"E va bene... facciamo anche questo." disse tra sè, mentre seguiva Yiirl e i suoi due riluttanti compagni nel corridoio che si addentrava sempre di più nelle viscere della terra...

 

oooooooooo

 

"Sono esaustaaaaa..."

Con un sospiro di sollievo, Matilde si fiondò sul giaciglio di paglia e stoffa che le era stato riservato. "Phewwww... ragazzi, non credo di aver mai fatto tanta fatica in vita mia! Non mi sento quasi più le braccia..." affermò la piccola spadaccina. Finalmente, i suoi muscoli si stavano rilassando, e il familiare formicolio che seguiva ad un lungo allenamento si diffondeva nel suo corpo. "E meno male che questo era solo il primo giorno..."

Maria ridacchiò stancamente e si sedette sul suo giaciglio, guardandosi le mani arrossate. "Non ci hanno proprio fatto sconti, eh?" affermò. Si rivolse a Nisa e a Pandora, anche loro stramazzate sui loro giacigli con delle espressioni di esaustione... tant'è che Sotero stava in piedi accanto a Pandora e la toccava con una zampetta per accertarsi che fosse ancora viva!

"Miaoooo? Pandora, ci sei o ci fai? Devo trovarmi un'altra padrona?" chiese sarcastico il famiglio.

Pandora alzò stancamente un braccio e gli mise una mano sulla testa, senza neanche alzare la testa del materasso improvvisato. "Non mi far fuori tanto presto, palla di pelo..." mormorò. "Ho solo bisogno... di rimettermi assieme. E poi... la giornata non è andata tanto male, no? Voglio dire... sono riuscita ad ottenere una pozione curativa già al... credo... quinto tentativo!"

"Beata te... io credo di aver rotto quattro alambicchi, tre fiale e una bottiglia... prima che mi venisse fuori una pozione curativa decente!" sospirò Nisa. La giovane druida era stravaccata sul suo giaciglio, faccia sul cuscino e il posteriore alzato, alla faccia dell'eleganza elfica! "E poi, l'addestramento con le armi... credevo di essere una buona tiratrice, ma quegli halfling mi hanno fatto mangiare la polvere, con quelle loro fionde!"

Dopo aver finalmente ripreso un po' di fiato, Matilde riuscì a mettersi seduta sul letto e si sgranchì la schiena. "Per quanto tempo ci terranno qui a fare questi allenamenti terrificanti, secondo voi? Certo, capisco che dobbiamo essere ben preparate per quando dovremo mandare all'aria i piani dei Malformatori..."

"Non ne ho idea..." rispose Endlinn, apparsa all'improvviso sulla soglia della stanza comune. L'elfa dal volto deturpato non dava l'impressione di essere esausta come le altre ragazze, ma anche lei era visibilmente stanca per l'allenamento della giornata. "Io, il capo e quel Sebastiano abbiamo fatto un po' di addestramento di sopravvivenza nei sotterranei. E a farci da insegnante c'era questa strana creatura simile ad un insetto... un tosculi, ha detto di essere."

"Ah... sì, credo... di averlo già visto di sfuggita, durante una pausa negli allenamenti." affermò Maria. La giovane donna stava dando un'occhiata alla sua ascia, e pochi attimi dopo cominciò a levigare e affilare nuovamente la lama della terrificante arma, sfregando su di essa una pietra dura. "Non ho mai visto una creatura simile. Chissà da dove viene... ma mi fa piacere che tra gli Abolitori non si guardi alla razza."

"E' vero. Prima credo di aver visto anche qualche goblin, un orco, uno gnoll... in pratica, chiunque voglia dare una mano e abbia le capacità per farlo può entrare a far parte dell'organizzazione!" rispose Endlinn.

Maria terminò di lavorare sulla lama della sua ascia e ne osservò attentamente il filo, per verificare di aver fatto un buon lavoro. "E' da parecchio tempo che viaggio con Iaco, e ormai sono più o meno abituata alle occhiate che attiro su di me per il fatto che viaggio con un coboldo." affermò. "Ma qui... a parte qualche halfling che non si fida di lui... Iaco non ha il problema di essere discriminato."

Matilde si girò sulla schiena e aprì le braccia, in modo da rilassare il più possibile i suoi muscoli indolenziti. "Se devo essere sincera, mi trovo più a mio agio qui che alla Casa della Pietà... è vero, l'allenamento non è proprio rilassante, ma ho come l'impressione... che qui non c'è nessuno che mi guarda con stupore o con sospetto solo perchè sono... diversa... dalle bambine della mia età."

"Io... posso dire di essere tra i fortunati. Da dove vengo io, dalla Carnia, non c'è nessuno che abbia mai fatto commenti sui miei occhi." disse Pandora, indicando con una mano i suoi occhi di colore diverso mentre con l'altra grattava Sotero dietro un orecchio. "Sapete, dalle mie parti c'è questa diceria secondo cui le donne con gli occhi di colore diverso sarebbero figlie delle megere. Chissà se è così anche per me... ma ai miei genitori adottivi, a Nisa e a Gunter non è mai importato niente. Mi sono sempre stati vicini, come una vera famiglia."

"Una famiglia, eh? Bastiano ed io siamo sempre stati come fratello e sorella, ma... devo ammettere che non ho la più pallida idea di cosa voglia dire avere dei genitori, e una casa da chiamare nostra..." commentò Matilde. "A proposito di Bastiano e dei nostri compagni, pensate che avremo il tempo di fare loro visita, magari dopo cena?"

"Senza dubbio, piccola." rispose Endlinn, e permise ad un sorriso di increspare il suo viso sfregiato. "Ho proprio voglia di sentire cos'hanno da dire della loro prima giornata da Abolitori..."

 

oooooooooo

 

"Sono curioso di sentire... cos'hanno da dire le ragazze sulla loro prima giornata da Abolitori." affermò Gunter. Il nano si passò una mano sulla faccia, arruffandosi un po' la barba, poi smontò accuratamente il suo moschetto e cominciò a fare un po' di manutenzione alla luce della candela accesa vicino al suo giaciglio. Accanto a lui, Dario, Iaco e Bastiano si stavano rilassando, anche loro esausti dopo i lunghi addestramenti della giornata.

"Io posso dire in tutta tranquillità... che non sono mai stato in piedi così  lungo in vita mia!" commentò Bastiano. Il giovanissimo oracolo gettò uno sguardo ai suoi vestiti, e storse il naso vedendo alcune macchie provocate dai prodotti alchemici con cui lui e Pandora avevano lavorato. "Però... è stato divertente, devo ammetterlo. Nonostante tutto... per quanto mi renda conto che comporta i suoi pericoli... credo che mi piacerà fare parte degli Abolitori. Soprattutto... se posso farlo con voi e con Mati."

Dario non potè che simpatizzare con il punto di vista di Bastiano. Essendo anche lui un orfano, e per giunta uno meno fortunato, si rendeva conto che per ragazzi come loro c'erano ben pochi prospetti nella società di Tilea, dove chi non era di sangue nobile non poteva sperare di arrivare molto lontano nella scala sociale. Non c'era da stupirsidel fatto che molti, nella loro posizione, optassero per una vita da fuorilegge o, nella migliore delle ipotesi, come membri di qualche società segreta come quella in cui si trovavano in quel momento.

Non che il ragazzo biondo trovasse sgradevole l'idea di fare parte di quel gruppo, beninteso. L'addestramento non era stato dei più semplici, e Dario non era sicuro che l'indomani avrebbe ricordato la metà di quello che Ivaldo aveva cercato di insegnare loro sugli aboleth... ma l'idea di fare parte di un gruppo che proteggeva la gente di Tilea agendo nell'ombra lo attraeva. Non era poi tanto diverso da quello che faceva ad Auridanio, in fondo. L'unica differenza, in effetti, era che almeno qui poteva contare su un bel po' di risorse in più.

E a proposito, si trovò a chiedersi... se gli Abolitori erano un'organizzazione così diffusa ed efficiente, chi era che li finanziava e li supportava? Un gruppo come quello non poteva certo esistere in un vuoto...

"Beh, adesso noi prendere un po' di riposo." affermò Iaco. Il coboldo stregone si distese pigramente sul suo giaciglio di stoffa e paglia, e una piccola nube di scintille azzurre uscì dalla sua bocca armata di piccole zanne. "Tra non molto essere ora di cena... chissà come essere!"

"Heh, non ti aspettare troppo, vecchio mio." rispose Gunter con una breve risata bonaria. "Dopotutto, non credo che gli Abolitori potranno permettersi di mettere su chissà quale banchetto..."

"Per quanto mi riguarda, mi vanno bene che una pagnotta e una scodella di zuppa." commentò Bastiano...

 

oooooooooo

 

"Ooookay... devo ammettere quando mi sbaglio." affermò Gunter con incredulità, lo sguardo fisso verso il grande falò che ardeva nella piazza centrale del grazioso villaggio halfling. Quando era arrivato il momento di radunarsi per la cena, lo sceriffo Urister aveva organizzato un banchetto sotto le stelle, i cui ospiti d'onore erano proprio i nuovi arrivati negli Abolitori! In quel momento, numerosi tavolini di legno, ognuno di essi apparecchiato in maniera rustica ma funzionale, con dei piatti di argilla ben levigata e delle posate di legno, e delle brocche di acqua fresca di sorgente e idromele piazzate dove ognuno poteva raggiungerle. Un gradevole profumo di cacciagione pervadeva l'aria, proveniente dal grosso cinghiale e dai fagiani che stavano cucinando sul fuoco, e tutt'attorno si sentivano canti di gioia e il suono delle zampogne e dei flauti che suonavano qualche allegra melodia. Lo stesso Sebastiano, malgrado le sue riserve, doveva ammettere che era colpito dall'ospitalità degli halfling - evidentemente, la loro fama di gentilezza ed estrosità era ben meritata.

"Non organizziamo tanto spesso una celebrazione come questa, amici miei." affermò Urister, mentre mostrava fieramente ai nuovi arrivati la piazza in festa. Tutt'attorno, si vedevano halfling che cantavano, suonavano o ballavano assieme, e gli Abolitori più esperti stavano applaudendo ai nuovi arrivati, in modo da farli sentire benvenuti. "Ma questa è una giornata speciale. E' la vostra iniziazione a quella che sarà per voi una nuova vita... e speriamo, anche l'inizio di una grande amicizia!"

"I nostri amici halfling hanno lavorato tutto il giorno per preparare questa festa per voi." disse una voce ronzante, che Holger, Endlinn e Sebastiano riconobbero subito come quella di Yiirl, il tosculi che li aveva accompagnati nella loro lezione di sopravvivenza nei sotterranei. Il misterioso ma simpatico insettoide era apparso accanto a Dario proprio in quel momento, tenendo in una mano un bastoncino di legno appuntito sul quale erano infilzati pezzettini di carne arrostita, e stava facendo allegramente lavorare le mandibole! "Non fate complimenti, mettetevi comodi e godetevi la serata. Oggi siete voi gli ospiti d'onore!"

"Heh... un coboldo che diventa ospite d'onore ad una festa organizzata da halfling. Non avrei mai immaginato che sarebbe successo, prima o poi." affermò Ivaldo. Con un sorriso accomodante, battè una mano amichevolmente sulla spalla di Iaco, che rispose sfregandosi la nuca con una mano e sghignazzando imbarazzato. "Comunque, benvenuti a tutti voi! E vi auguriamo tutti la migliore delle fortune!"

Maria si guardò attorno esterrefatta, il viso illuminato da un sorriso radioso. "Accidenti... io... non so davvero che cosa dire, ragazzi! Non... non mi aspettavo tutta questa accoglienza!" affermò. "E... tutto semplicemente perchè abbiamo accettato di unirci agli Abolitori! Beh... cercheremo di mostrarci degni di questa accoglienza!"

"Sì, sono d'accordo con Maria..." rispose Dario, ancora esitante. L'atmosfera di calore e festa, e il profumo delle carni arrostite, richiamavano alla sua mente delle immagini di abbondanza e spensieratezza che per lui erano quasi del tutto sconosciute. "E per stasera... beh, facciamo onore all'ospitalità dei nostri amici halfling, e godiamoci la serata."

"Non me lo farò dire due volte!" esclamò estasiata Matilde, le narici che quasi vibravano per il profumo di carne arrostita!

Bastiano non era meno entusiasta, anche se cercava di controllarsi per non sembrare ineducato. "Hehee... aspettiamo che ci diano il permesso di metterci a tavola... e poi facciamo onore alla cucina!"

"Beh, non prendete ancora posto?" chiese Urister, già seduto ad un lato di uno dei tavoli di legno duro. "Forza, non fatevi pregare! Questa serata è tutta per voi, amici!"

"Beh, visto che abbiamo il loro permesso... forza, ragazzi!" Holger diede una smossa al gruppo di aspiranti Abolitori, che presero il loro posto ai tavoli. Immediatamente, alcuni halfling si prodigarono per servire loro delle generose porzioni di carne arrostita, e altri posero sui tavoli dei piatti riempiti di patate cucinate sulle braci. A quel punto, ogni esitazione non potè che venire meno... e il banchetto potè iniziare!

 

oooooooooo

 

"E allora... buon appetito!"

Matilde e Bastiano si diedero un cinque prima di cominciare a divorare i pezzi di cinghiale nei loro piatti, e Gunter sollevò un bicchiere colmo di idromele, per poi vuotarlo fino a metà con un singolo sorso. Pandora aveva già messo da parte dei pezzi di carne per Sotero, e il gatto nero parlante si era immediatamente servito, senza badare troppo alla sua dignità di felino! Dario, Pandora e Maria si trattenevano un po' di più, ma anche loro erano lieti di poter prendere parte a quella festa.

"Hey... ti chiami Iaco, giusto?"

Iaco si sentì chiamare, mentre si serviva da un piatto di patate... e quando si voltò, vide che un halfling biondo con i capelli legati in un codino era arrivato con un vassoio pieno di carne di fagiano, e lo stava offrendo al coboldo blu. "Ecco... vorrei scusarmi, anche a nome di tutti i miei fratelli che non sono stati giusti con te." affermò imbarazzato il piccolo abitante dei boschi. "Purtroppo... sai com'è, noi non abbiamo avuto delle belle esperienze con i coboldi. Siamo stati prevenuti... ecco, se vuoi servirti! Ho cercato di prendere per te uno dei fagiani migliori!"

"Ah... va bene, va bene! Iaco comprende!" rispose il coboldo, sinceramente colpito. Afferrò una coscia di fagiano e la addentò, strappando un bel pezzo di carne con i suoi dentini "Grazie mille! Vuoi mangiare con Iaco? Stasera festa, no?"

"Certo! Sarà un piacere!" rispose l'halfling biondo, appoggiando il piatto sul tavolo per poi sedersi accanto al piccolo rettile. Poco lontano, Holger ed Endlinn sollevarono le loro coppe di idromele per fare un brindisi... e anche Sebastiano sembrava cercare a modo suo di godersi la serata, e ogn tanto partecipava ai canti intonati dagli halfling.

Ma lo spettacolo più notevole era senz'altro quello offerto da Nisa: dopo soltanto un bicchiere di idromele, la druida era salita sul tavolo e aveva cominciato ad esibirsi in una danza elfica, con tanto di sorriso idiota che andava da un orecchio all'altro... con grande ilarità di Pandora, in quel momento piegata in due dalle risate, e sommo imbarazzo di Gunter che stava mormorando qualcosa circa il fatto che gli elfi non sapessero bere!

"Come primo giorno come Abolitori... è stato senz'altro interessante..." fu il commento, un po' sarcastico e un po' sincero, di Sebastiano. "Heh... ma tu guarda... potrebbe addirittura cominciare a piacermi, tutto questo."

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

Note dell'autore: E' un piacere tornare a scrivere le vicende dei miei personaggi di Pathfinder! Sarà anche il fatto che ho ripreso a fare il Game Master per alcune avventure ufficiali ("Ribelli all'Inferno" merita davvero!) che mi ha dato ispirazione.

Comunque, i nostri amici hanno cominciato l'addestramento! Tra un po'... saranno pronti per la loro prima missione per conto degli Abolitori, ma intanto... vediamo come si prepareranno. Spero di fare un buon lavoro nell'approfondire i personaggi...

A presto!              

 

 

  
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