Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
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Autore: wittyy_name    30/10/2020    1 recensioni
Lance e i suoi amici sono da anni frequentatori assidui dell’Altea Dance Studio. Non solo per i corsi, ma anche per trovarsi, allenarsi e passare il tempo con altre persone che amano ballare. Partecipano ogni anno all’audizione per rappresentare Altea alle regionali di ballo. Lance tenta sempre l’audizione da solista, ma quest’anno non ce l’ha fatta a partecipare e la sua unica possibilità è andata in fumo. Lo stesso accade al suo ignaro rivale, Keith.
*
Per fortuna, Shiro ha un piano geniale: convincere Lance e Keith a fare un’audizione di coppia.
*
Con un po’ di convincimento, e molto impegno, quei due potrebbero riuscirci e andare alle regionali… oppure rovinare tutto.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Allura, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note della traduttrice (DanceLikeAnHippogriff): E rieccoci qui, con il capitolo GROSSO PIU' GROSSO! Vi lasciamo questa bomba in modo che possiate gustarvela per bene, vale minimo due capitoli insieme!

Come sempre, ringrazio moltissimo CrispyGarden, che ha betato alla perfezione questo mostro mitologico!

Speriamo che vi piaccia e che l'attesa ne sia valsa la pena! Buona lettura! <3

 


 

Sinossi:

coo coo motherfuckers: DA QUESTO WEEKEND MATT SUONERÀ AL BALMERA
coo coo motherfuckers: INDOVINATE UN PO’ CHI ANDRÀ IN DISCOTECA SABATO PER PORTARGLI PIÙ PUBBLICO IL PRIMO GIORNO DI LAVORO
vive la lance: oh
vive la lance: oh mio diO
vive la lance: OMMIODDIO
coo coo motherfuckers: eccola la mia ragazza pon pon


 

Note dell’autrice: Avevo già scritto questo capitolo per metà quando ho caricato quello precedente e volevo davvero tanto finirlo prima che andasse in onda la seconda stagione, quindi dopo tante lacrime, sudore e sangue, eccoci qui! Con un mostro di 22k tutto per voi! Per ora è il capitolo più lungo di SUADWM e immagino che, “per il bene del suo nome”, ci stia. Sono molte felice di come mi è venuto fuori, quindi spero che vi piaccia!

E buona seconda stagione a tutti!


 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia – Menù del giorno: gruppo alla griglia

coo coo motherfuckers: OKAY
coo coo motherfuckers: devo capire chi è in linea
coo coo motherfuckers: è tempo di fare l’appello
coo coo motherfuckers: rispondete nerd
coo coo motherfuckers: inizio io: pidge
uptown hunk: hunk :3c
fuck off: uh keith
vive la lance: lance aka l’uomo dei tuoi sogni ;)
fuck off: incubi semmai
vive la lance: sai che ti dico keiTH???
vive la lance: che hai proprio ragione
fuck off: …
fuck off: davvero?
vive la lance: certo
vive la lance: il mio livello di perfezione fa paura
fuck off: incredibile
vive la lance: grazie
coo coo motherfuckers: okay ho capito quindi pinco panco e panco pinco ci sono
fuck off: io sono panco pinco
vive la lance: coSA??
vive la lance: nO!
vive la lance: sei decISAMENTE pinco pancoglionito
fuck off: e perché?
coo coo motherfuckers: adesso dirà che è perché sei rincoglionito
vive la lance: perché ti lascio senza parole ;)
fuck off: io
uptown hunk: :O
coo coo motherfuckers: …wow
fuck off: già
coo coo motherfuckers: a dire la verità sono leggermente ammirato
fuck off: non ho niente da dire in merito
vive la lance: HA!
fuck off: sono solo sorpreso che tu abbia fatto una battuta divertente
vive la lance: mi sembra di sentire del sarcasmo
vive la lance: ma lo ignorerò per concentrarmi sul tuo complimento
fuck off: fai quello che devi per sentirti meglio
coo coo motherfuckers: COMUNQUE
coo coo motherfuckers: potreste smettere di intasare la chat per un momento e lasciarmi capire se ci sono anche gli altri?
fuck off: non sei mia madre
coo coo motherfuckers: keith ti prendo a sculacciate
coo coo motherfuckers: so dove abiti
fuck off: fatti sotto nanerottolo
fuck off: ho tirato fuori le trappole per topi
coo coo motherfuckers: ti distruggo le rotule
fuck off: mi basterà salire sul tavolo
coo coo motherfuckers: mi arrampico su per quello stecchino che ti ritrovi per corpo e ti tiro un pugno in faccia
vive la lance: botTE BOTTE BOTTE
fuck off: mi siedo sopra di te
coo coo motherfuckers: scheRZi
coo coo motherfuckers: pesi tipo uN CHILO
vive la lance: non per fare il guastafeste sapete quanto mi piacciono le buone vecchie risse pidge/keith
vive la lance: ma keith è un super culone pesante
vive la lance: avete la mia parola
fuck off: solo perché tU hai le braccia forti quanto un criceto malato
vive la lance: come preGO
uptown hunk: ragazzi, sapete che vi voglio bene e che adoro le vostre cazzate ma devo scrivere un paper e per farlo devo fare un SACCO di ricerca
uptown hunk: quindi possiamo tipo, fare in fretta?
vive la lance: scusa amico
uptown hunk: nessun problema, amico :3c
vive la lance: <3
uptown hunk: <33
fuck off: cosa volevi pidge?
coo coo motherfuckers: giusto
coo coo motherfuckers: dove sono gli adulti più adulti?
fuck off: sono abbastanza sicuro che shiro stia lavorando al museo
uptown hunk: anche allura probabilmente, di solito cercano di far combaciare i loro turni
coo coo motherfuckers: -TOSSISCE- IN PRATICA SONO SPOSATI -TOSSISCE-
fuck off: in pratica
vive la lance: amen
uptown hunk: io penso che sia una cosa carina :3
coo coo motherfuckers: immaginavo, tenerone che non sei altro
uptown hunk: non posso farci niente D:
coo coo motherfuckers: non devi farci proprio niente, sei perfetto, hunk
uptown hunk: awwww
uptown hunk: ti ho già detto che non faccio i biscotti stasera
coo coo motherfuckers: valeva la pena provarci
coo coo motherfuckers: che mi dite di coran?
vive la lance: probabilmente è ancora alla scuola di ballo
vive la lance: è lì tutto il giorno
coo coo motherfuckers: già ma di solito controlla il telefono per leggere i messaggi, soprattutto nei tempi morti quando è in ufficio
vive la lance: oggi è lunedì giusto?
uptown hunk: già, e il mio paper, tra parentesi, è per questo venerdì
uptown hunk: e anche pidge segue questo corso
uptown hunk: quindi so che dovrebbe studiare in questo momento
coo coo motherfuckers: non sei mia madre
uptown hunk: mettiti a lavorare o niente biscotti
coo coo motherfuckers: …. merda
vive la lance: sono abbastanza sicuro che oggi coran segua dei corsi
coo coo motherfuckers: malEDIZIONE
fuck off: cosa ci volevi dire?
coo coo motherfuckers: non posso dirvelo adesso >:(
fuck off: ?
coo coo motherfuckers: dovete esserci tutti quando darò la notizia
coo coo motherfuckers: altrimenti non ci sarà il giusto misto di entusiasmo e pressione sociale
coo coo motherfuckers: e poi la notizia si perderebbe nel vostro continuo sblaterare e non riesco a emozionarmi due volte per la stessa cosa
uptown hunk: okay quindi l’incontro è terminato?
coo coo motherfuckers: sospeso fino a ulteriore avviso
uptown hunk: bene, vuoi che ci troviamo in salotto per fare un controllo incrociato delle fonti?
coo coo motherfuckers: ci sta
vive la lance: fantastico ora che i nerd se ne sono andati possiamo parlare di cose fiche
vive la lance: come stai keith?
fuck off: me ne vado
vive la lance: KEITH NO ASPETTA
fuck off: che c’è?
vive la lance: mi annoio :(
fuck off: non è un problema mio
vive la lance: perché sei sempre così antipatico
vive la lance: shiro non ti ha cresciuto perché diventassi così
fuck off: shiro una volta mi ha detto che se mangiavo abbastanza ragni avrei assorbito il loro potere e sarei diventato come spiderman
vive la lance: … wow
vive la lance: quanti ragni hai mangiato?
fuck off: non ne voglio parlare
vive la lance: più di dieci?
fuck off: NON NE VOGLIO PARLARE
vive la lance: okay okay
vive la lance: ma non credere che ti farò dimenticare questa storia
fuck off: non ci pensavo nemmeno
vive la lance: fico
vive la lance: sei occupato?
fuck off: non proprio
vive la lance: vuoi giocare a qualcosa?
fuck off: sì certo

 

 

 

 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia – Menù del giorno: gruppo alla griglia”

coo coo motherfuckers: OKAY
coo coo motherfuckers: PARTE DUE
coo coo motherfuckers: RISPONDETE NERD
vive la lance: UNO B)
I-Mustache-u4ur-Soul: due! 8{D
uptown hunk: tre ;3c
coo coo motherfuckers: … okay ho aspettato a sufficienza
uptown hunk: hai letteralmente aspettato due minuti
coo coo motherfuckers: due minuti sono un’eternità in Tempo di Pidge™
coo coo motherfuckers: dove sono gli altri?
coo coo motherfuckers: shiro? allura? keith?
coo coo motherfuckers: bip bip stronzetti
coo coo motherfuckers: giuro che se siete di nuovo tutti in palestra…
I-Mustache-u4ur-Soul: Credo che Allura abbia un turno al museo stanotte!
vive la lance: e sai che significa che se lo dice lui è vero
vive la lance: perché coran il mio uomo qui ha la pazzesca abilità di ricordarsi gli impegni della gente
I-Mustache-u4ur-Soul: Ti ringrazio, Lance!
I-Mustache-u4ur-Soul: Quello di stasera non faceva parte dei suoi turni, però.
I-Mustache-u4ur-Soul: Da quanto ricordo che abbia urlato prima di uscire di corsa dall’appartamento, c’era poco personale al museo e l’hanno chiamata per il turno di chiusura.
coo coo motherfuckers: uuuuuugh
I-Mustache-u4ur-Soul: Mi dispiace, Pidge 8(
coo coo motherfuckers: ho davvero la forza di chiedervi dove sono gli altri?
uptown hunk: non ne ho idea D:
I-Mustache-u4ur-Soul: Nemmeno io
coo coo motherfuckers: hmmm
coo coo motherfuckers: un attimo
uptown hunk: che fai?
coo coo motherfuckers: scrivo a matt
uptown hunk: e??
coo coo motherfuckers: UGH
uptown hunk: immagino che tu non abbia avuto fortuna
coo coo motherfuckers: non mi risponde
coo coo motherfuckers: quel nerd è praticamente incollato al suo telefono 24/7
vive la lance: proprio come te
coo coo motherfuckers: che ti devo dire?
coo coo motherfuckers: siamo fratelli ci assomigliamo
I-Mustache-u4ur-Soul: In tal caso, se è sempre incollato al telefono, non ti dovresti preoccupare?
coo coo motherfuckers: nah
coo coo motherfuckers: penso di no intendo
coo coo motherfuckers: quando non mi risponde nessuno dei due di solito significa che stanno passando del Tempo tra Bro™ insieme
vive la lance: pffff Tempo tra Bro™ da vecchi
uptown hunk: ehi amico, non sottovalutare l’importanza del Tempo tra Bro™ :(
vive la lance: hai ragione
vive la lance: scusa se ho disonorato i bro di tutto il mondo
uptown hunk: tranquillo, ti perdono bro :’)
vive la lance: bro :’)
coo coo motherfuckers: dio siete così gay
coo coo motherfuckers: proprio come matt e shiro
coo coo motherfuckers: perché tutti quelli che mi circondano sono gay
vive la lance: ci riuniamo in gregge come pecorelle
uptown hunk: pidge, ti ho visto con keith
uptown hunk: anche voi due siete abbastanza gay
coo coo motherfuckers: è tutta bromance e niente romance
coo coo motherfuckers: ma sono d’accordo con lance, probabilmente si sono concessi del buon vecchio Tempo tra Bro™
coo coo motherfuckers: rinchiusi nel loro appartamento, niente telefono, niente ragazzi o ragazze, a giocare a uno o a chissà che
vive la lance: sembra avvincente
I-Mustache-u4ur-Soul: Ma certo! Sembra spettacolare!
I-Mustache-u4ur-Soul: Just dudes being dudes
vive la lance: omg coran
vive la lance: hai appena usato la metà di un meme?
I-Mustache-u4ur-Soul: B)
vive la lance: sono così… così fiero di te :’)
coo coo motherfuckers: a proposito di keith
coo coo motherfuckers: dov’è quello scemo?
vive la lance: a lavoro
coo coo motherfuckers: …
vive la lance: che c’è?
uptown hunk: ……
vive la lance: che C’È??
uptown hunk: è che l’hai scritto tipo… senza pensarci due volte
vive la lance: quindi???
coo coo motherfuckers: quindi come fai a sapere con assoluta certezza cosa sta facendo keith in questo momento??
vive la lance: aspetta

vive la lance ha inviato un’immagine

uptown hunk: awww
uptown hunk: sembra così arrabbiato :’)
coo coo motherfuckers: nah quella è solo la sua solita faccia
fuck off: stronzo
coo coo motherfuckers: felice di vederti tra noi
fuck off: volevo solo dire che lance l’ha scattata senza il mio permesso
coo coo motherfuckers: ma non mi dire
uptown hunk: non l’avrei mai capito da come guardavi la fotocamera incazzato
coo coo motherfuckers: o da come facevi il medio
I-Mustache-u4ur-Soul: Visivamente, c’è un contrasto accattivante tra lo sguardo acido di Keith e il sorriso di Lance, per non parlare del gesto brusco di Keith e il segno della pace di Lance
I-Mustache-u4ur-Soul: Un selfie magnifico, oserei dire
uptown hunk: concordo
vive la lance: grazie coran
fuck off: fottiti
vive la lance: creerò una cartella di foto chiamata “Volte in cui ho colto di sorpresa Keith e lui aveva una faccia da scemo”
fuck off: ti odio
vive la lance: certo certo
coo coo motherfuckers: sentiamo l’odio che c’è tra voi
uptown hunk: Io, personalmente, faccio visita al mio nemico mortale solo quando è a lavoro
vive la lance: hunk
vive la lance: non farmi questo
coo coo motherfuckers: perché SEI in libreria, poi?
uptown hunk: chi sei e che hai fatto a lance?
I-Mustache-u4ur-Soul: Credo che dovremmo interrogarci su cosa Keith abbia fatto a Lance
uptown hunk: ottima precisazione, coran
uptown hunk: keith, qualunque cosa tu abbia fatto a lance, mi fa paura anche se penso che sia per il meglio
fuck off: non è un lavoro facile
coo coo motherfuckers: non riuscivo a immaginarmelo facile
uptown hunk: SAI almeno da quanto provi a farlo leggere?
coo coo motherfuckers: anni
uptown hunk: ANNI, amico!
coo coo motherfuckers: e ora è entrato due volte in una libreria
vive la lance: non so se sentirmi offeso oppure no
fuck off: puntare sul fatto che ti stiamo insultando è sempre una scommessa vincente
vive la lance: keith torna a sistemare gli scaffali
vive la lance: e per tua informaZIONE sono qui perché leo si è trasformato in una BESTIA divoratrice di libri e ha bisogno di altri libri
fuck off: legge più veloce di lance
vive la lance: NON È GIUSTO LUI HA PIÙ TEMPO DI ME
uptown hunk: leo è sempre stato il mio preferito
vive la lance: huuuuunk D:
uptown hunk: dopo di te, Lance
vive la lance: awww <3
coo coo motherfuckers: leo ha molto potenziale…
vive la lance: pidge
vive la lance: no
coo coo motherfuckers: cosa no, lance?
vive la lance: stai tramando qualcosa con quei puntini di sospensione
coo coo motherfuckers: non lo farei mai
coo coo motherfuckers: è come un fratello minore per me
coo coo motherfuckers: non gli farebbe male prenderlo sotto la mia ala
coo coo motherfuckers: non hai visto com’è cresciuta la dolce sophie?
vive la lance: SOPHIE È UN DEMONE
vive la lance: MI HA MINACCIATO DI ROMPERMI LE DITA DEI PIEDI E LE AVEVO SOLO FATTO IL SOLLETICO
coo coo motherfuckers: sono fiero di lei
vive la lance: sarai anche riuscito a corromperla ma nON TOCCHERAI LEO
fuck off: è come un lance in miniatura
vive la lance: grazie sono fiero di lui
fuck off: ma più acculturato e gentile
vive la lance: non dovresti lavorare tu???
fuck off: è quello che sto facendo
vive la lance: no non è vero!!
vive la lance: metti giù il telefono!
fuck off: costringimi;adoijwaven
fuck off: mi chiamo keithad;kJ e nominodflkja lance mio rappresentante nella chat di gruppo mentre lavoro
vive la lance: fantastico grazie keith è un onore
fuck off: figurati lance sei semplicemente la persona più bella e affascinante e adatta a questo compito
vive la lance: lo so B)
fuck off: -sviene-
vive la lance: -segno delle pistole-
fuck off: oh laaaance, sei così figoooo!
vive la lance: felice di vedere che l’hai capito B)
uptown hunk: giààààà, esco dalla chat per un po’, ho, uh, delle cose da fare
I-Mustache-u4ur-Soul: Ti precedo
coo coo motherfuckers: concordo, non ho voglia di rimanere qui e vedere lance che parla da solo
vive la lance: okay okay sul serio però keith voleva sapere che notizia ci volevi dare pidge
coo coo motherfuckers: nono, il momento è passato e mancano mamma e papà
vive la lance: boo puttanella
coo coo motherfuckers: chiedi a keith di quel periodo in cui pensava di essersi fidanzato in segreto con mothman
vive la lance: oh
vive la lance: contaci

 

 

 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia – Menù del giorno: gruppo alla griglia”

coo coo motherfuckers: questa chat è fin troppo silenziosa
coo coo motherfuckers: posso azzardarmi a chiedere se c’è qualcuno?
uptown hunk: io ci sono!
I-Mustache-u4ur-Soul: Presente!
LLunarGoddess: Sono qui :)
Need-A-Hand: Che succede, Pidge?
fuck off: vuoi ancora dirci quella notizia?
coo coo motherfuckers: sì
coo coo motherfuckers: anche se fino ad ora tutti i miei tentativi sono stati sventati
I-Mustache-u4ur-Soul: “Sventato” è una parola così bella e desueta
uptown hunk: concordo, voglio una petizione per usarla più spesso
I-Mustache-u4ur-Soul: Te la firmo 8{D
uptown hunk: 8D
LLunarGoddess: di che notizia si tratta? :o
I-Mustache-u4ur-Soul: Il giovane qui presente Pidge ha tentato più volte di riunirci tutti nel tentativo di fare una sorta di annuncio
uptown hunk: già, e tu non c’eri entrambe le volte
fuck off: neanche shiro
coo coo motherfuckers: già mancava sempre qualcuno
coo coo motherfuckers: beccarvi tutti insieme nello stesso momento è sorprendentemente difficile
Need-A-Hand: Non pensavo
coo coo motherfuckers: sono le leggi dell’universo, shiro
coo coo motherfuckers: vi voglio tutti insieme e quindi l’impresa risulterà tanto difficile quanto impossibile
uptown hunk: la dura realtà
fuck off: non ci si può fare niente
I-Mustache-u4ur-Soul: È un dato di fatto
LLunarGoddess: oh :o beh ora ci sono!
Need-A-Hand: Anch’io :) Mi piacerebbe sentire la notizia, Pidge
coo coo motherfuckers: graZIE
fuck off: ti avevano già detto che ti avremmo ascoltato
coo coo motherfuckers: sì ma non c’eravate tutti
fuck off: avresti potuto dircelo comunque
coo coo motherfuckers: e io TI ho detto che volevo che ci foste tutti per A, non ripeterlo, e B, usare l’entusiasmo e la pressione sociale contro i bastian contrari come te
fuck off: …
fuck off: ho cambiato idea, non voglio sentire l’annuncio
coo coo motherfuckers: troppo tardi
fuck off: posso uscire
coo coo motherfuckers: non lo farai
fuck off: è una sfida, nanetto?
Need-A-Hand: Keith, comportati bene e lascia parlare Pidge
coo coo motherfuckers: grazie, papà
Need-A-Hand: non chiamarmi papà
coo coo motherfuckers: papà
fuck off: papà
uptown hunk: papà
LLunarGoddess: papà
I-Mustache-u4ur-Soul Papà ;)
coo coo motherfuckers: ….
fuck off: no
uptown hunk: giàààà
LLunarGoddess: che succede?
coo coo motherfuckers: già, è strano quando lo dite voi due
LLunarGoddess: chi?
uptown hunk: tu e coran
I-Mustache-u4ur-Soul: >:(
Need-A-Hand: COMUNQUE
Need-A-Hand: Ha forse a che fare con quello che Matt non vuole dirmi perché, e riporto testuali parole
Need-A-Hand: “Se te lo dico, Pidge mi ucciderà senza pietà e senza rimorso e probabilmente con un oggetto contundente di cui si può sbarazzare con facilità, quindi, fino ad allora, mi terrò la mia gioia per me”
coo coo motherfuckers: sì
coo coo motherfucker: è rimasto sconvolto dalle mie minacce buono a sapersi
LLunarGoddess: quindi che succede, Pidge?
I-Mustache-u4ur-Soul: Ha forse a che fare con la vostra esibizione di coppia?
uptown hunk: spero di no
uptown hunk: io non ne so niente :O
coo coo motherfuckers: no, non preoccuparti
uptown hunk: forse si tratta del progetto di robotica su cui stai lavorando per il dottorato?? :O
coo coo motherfuckers: nono, sfortunatamente Rover non è ancora operativo
uptown hunk: maledizione
Need-A-Hand: Qualche risultato con i tuoi alunni di tutoraggio?
coo coo motherfuckers: oh cavolo no
coo coo motherfuckers: quegli idioti sono senza speranza
LLunarGoddess: è un annuncio legato alla famiglia?
coo coo motherfuckers: circa?
coo coo motherfuckers: com’è che avete trasformato il tutto in un quiz?
LLunarGoddess: facevamo domande e tu rispondevi :)
coo coo motherfuckers: ovvio
fuck off: hai sentito qualche altra comunicazione alla radio??
coo coo motherfuckers: negativo purtroppo
fuck off: maledizione
I-Mustache-u4ur-Soul: Comunicazioni radio?
fuck off: pidge cerca tracce di attività aliene
Need-A-Hand: … Ma davvero?
coo coo motherfuckers: non farmi la paternale, papà
I-Mustache-u4ur-Soul: Affascinante
I-Mustache-u4ur-Soul: Potrei chiederti che frequenze usi? E il mezzo per amplificare il segnale del ricevitore?
uptown hunk: uh, non per interrompervi, ma ci stiamo dimenticando qualcuno…
Need-A-Hand: Oh…
LLunarGoddess: oops :O
I-Mustache-u4ur-Soul: oh accidenti
coo coo motherfuckers: lo sapevo che questa chat era fin troppo silenziosa
fuck off: no, scusate, ho un vuoto di memoria
uptown hunk: lance
fuck off: non mi dice niente
coo coo motherfuckers: dov’è finito?
coo coo motherfuckers: è sempre incollato al telefono quando è a casa
uptown hunk: non saprei, è tutta oggi che non lo sento
fuck off: forse sta leggendo
uptown hunk: ….
uptown hunk: sai, un tempo l’avrei preso in giro, ma ora potrebbe essere una possibilità
coo coo motherfuckers: hunk ha ragione, non fa più ridere
LLunarGoddess: sono così fiera di lui :)
I-Mustache-u4ur-Soul: È cresciuto così tanto
Need-A-Hand: Hai una buona influenza su di lui, Keith :)
vive la lance: yo ho sentito un bip e sono qui
vive la lance: e fate in fretta sono stretto coi tempi
Need-A-Hand: Pidge vuole fare un annuncio
vive la lance: oh merda quello di cui parla da due giorni?
Need-A-Hand: A quanto pare
coo coo motherfuckers: lance, è molto importante che tu sia qui per sentirlo
coo coo motherfuckers: ? mi servi concentrato
fuck off: perché lance è così importante?
vive la lance: geloso? ;)
fuck off: te lo sogni
vive la lance: nei miei sogni fai una danza interpretativa per celebrare la mia magnificenza
Need-A-Hand: Anch’io vorrei saperlo. Perché è importante che ci sia Lance per questo annuncio?
coo coo motherfuckers: è la mia ragazza pon pon prediletta
vive la lance: aw yeah
uptown hunk: è molto bravo in quello che fa
fuck off: ora non lo voglio proprio sapere
vive la lance: chiudi il becco mullet
I-Mustache-u4ur-Soul: Beh, ora che siamo tutti qui, possiamo iniziare con l’annuncio?
vive la lance: non si può fare
vive la lance: rimanda tutto
coo coo motherfuckers: cosa?
coo coo motherfuckers: perchÉ??
vive la lance: pidge se vuoi che renda onore al mio titolo di ragazza pon pon vorrai rimandare anche tu
vive la lance: al momento non ho il tempo per dedicarti il tempo e le energie che meriti
uptown hunk: che succede, amico?
vive la lance: potrei come no essere nell’armadio
coo coo motherfuckers: oh cavolo
uptown hunk: amico
vive la lance: NON IN QUEL SENSO
vive la lance: mi sto LETTERALMENTE nascondendo in un armadio
vive la lance: perché QUALCUNO mi ha beccato e avevo bisogno di un posto sicuro dove nascondermi
LLunarGoddess: umm
fuck off: credo di essermi perso qualcosa
Need-A-Hand: Lance, che succede?
vive la lance: non fare il paparino con me shiro
vive la lance: sto facendo il babysitter
LLunarGoddess: non vorrei mettere in dubbio i tuoi metodi, Lance, ma…
I-Mustache-u4ur-Soul: Da dentro un armadio?
vive la lance: non è quello che sembra
vive la lance: sto badando ai 4 piccoli
uptown hunk: non erano 5 i piccoli?
vive la lance: sì ma il piccolo oli è ancora con la mamma
vive la lance: sono solo in 4
fuck off: devo ancora capire cosa c’entra l’armadio in tutto questo
coo coo motherfuckers: spero che leo e sophie ti ci abbiano chiuso dentro
vive la lance: pffff impossibile
vive la lance: siamo nel bel mezzo di una guerra
vive la lance: UNA GUERRA CON I NERF
uptown hunk :O !!!!
LLunarGoddess: nel senso di pistole nerf?
vive la lance: e tutte le altre cose nerf
vive la lance: leo ha arco e frecce e abbi una fionda
LLunarGoddess: sembri un babysitter fantastico, Lance :)
vive la lance: grazie bellezza B)
I-Mustache-u4ur-Soul: Quanto mi sarebbe piaciuto averle ai miei tempi. Usavamo vere fionde, bastoni e pistole da paintball
Need-A-Hand: In casa?
I-Mustache-u4ur-Soul: B)
vive la lance: accidenti coran ci davi dentro
I-Mustache-u4ur-Soul: Ti ringrazio, Lance… Credo
coo coo motherfuckers: quindi sostanzialmente leo e sophie ti hanno messo con le spalle al muro?
vive la lance: pfff no nemmeno
vive la lance: non sanno neanche dove sono
coo coo motherfuckers: potrei scriverglielo io
vive la lance: NON CI PROVARE
fuck off: stai perdendo contro un branco di ragazzini?
vive la lance: SONO QUATTRO CONTRO UNO KEITH
vive la lance: I PICCOLI NON HANNO PIETÀ E I PIÙ GRANDI SONO LETALI
fuck off: mi hai davvero deluso
vive la lance: …
vive la lance: ora capisco perché tu e shiro siete fratelli
vive la lance: HUNK
vive la lance: SEI OCCUPATO AMICO??
uptown hunk: per ora no, ho appena finito di studiare e Pidge è in biblioteca
uptown hunk: a procrastinare il suo saggio probabilmente perché è stato lui a iniziare la conversazione :/
coo coo motherfuckers: non sei mia madre, hunk
Need-A-Hand: Pidge.
coo coo motherfuckers: oddio guarda che hai fatto
vive la lance: SHIRO SGRIDALO PIÙ TARDI
vive la lance: HUNK HO BISOGNO DI TE AMICO
vive la lance: MI SERVONO RINFORZI CI STAI???
uptown hunk: io
uptown hunk: nE SAREI ONORATO
vive la lance: HAI ANCORA LA PISTOLA AUTOMATICA CON I CARICATORI IN PIÙ???
uptown hunk: CERTO
vive la lance: BENE PERCHÉ MI HANNO LASCIATO QUELLA MANUALE E SONO NEI GUAI
coo coo motherfuckers: l’avevo detto io
uptown hunk: ARRIVO
uptown hunk: MI CI VORRANNO VENTI MINUTI
uptown hunk: RIESCI A RESISTERE??
vive la lance: FARÒ DEL MIO MEGLIO
uptown hunk: E PER LA CENA?
vive la lance: MAMMA MI HA LASCIATO I SOLDI PER LA PIZZA
uptown hunk: VA BENE SE MI UNISCO ANCH’IO?
vive la lance: BRO MIA MADRE TI AMA E I BAMBINI SONO UN DISASTRO HO BISOGNO DI TE MI AMIGO
uptown hunk: ARRIVO HOMBRE
vive la lance: TI VOGLIO BENE
uptown hunk: TI VOGLIO BENE ANCH’IO
fuck off: che… cosa ho appena letto
coo coo motherfuckers: il suono del mio cuore frustrato in pezzi per dover rimandare tutto a causa di questi due nerd
fuck off: ti sei mai reso conto che sei altrettanto drammatico a modo tuo?
coo coo motherfuckers: rimangiatelo
fuck off: costringimi
coo coo motherfuckers: so le tue password
fuck off: ehi shiro, pidge è indietro con il suo saggio e sta procrastinando
Need-A-Hand: Pidge.
Need-A-Hand: Sei in biblioteca. Non dovresti stare in chat.
coo coo motherfuckers: keith fai SCHIFO
fuck off: è per aver detto a lance dell’incidente con mothman
coo coo motherfuckers: …
coo coo motherfuckers: ne è valsa la pena

 

 

 

Chat di gruppo: “Family BBQ - Today’s Menu: Rinvio alla griglia”

coo coo motherfuckers: oso davvero chiederlo?
coo coo motherfuckers: …
coo coo motherfuckers: ciao??
coo coo motherfuckers: okay so che ho una sfortuna pazzesca quando voglio riunirvi tutti nello stesso momento
coo coo motherfuckers: ma di solito c’è almeno qUALCUNO
coo coo motherfuckers: nessuno?
coo coo motherfuckers: oh andiamo
coo coo motherfuckers: sono bloccato in biblioteca per la prossima ora fino a quando matt non mi verrà a prendere per cena
coo coo motherfuckers: mi accontenterei perfino della compagnia di lance
vive la lance: okay stronzo
coo coo motherfuckers: finalmente!
vive la lance: non posso rimanere, mio piccolo amico
vive la lance: coran mi ha chiesto di coprirlo per alcune lezioni per bambini
fuck off: tu insegni?
vive la lance: certo amico
vive la lance: sono carismatico e bello e formo giovani menti
coo coo motherfuckers: insegna a dei bambini a ballare
vive la lance: stessa cosa
coo coo motherfuckers: non è che tu stia formando le loro menti
vive la lance: non potevo dire che formavo il loro corpo, amico
vive la lance: sarebbe stato strano e inquietante
coo coo motherfuckers: onesto
fuck off: era solo che non ti vedevo come uno che riesce a insegnare a dei bambini
vive la lance: mi offendi
fuck off: sono piacevolmente sorpreso
vive la lance: mi lusinghi
vive la lance: vuoi che insegni anche a te? ;)
fuck off: così mi puoi far cadere come durante il corso di shiro e allura?
fuck off: non penso proprio
vive la lance: sei stato TU a farmi CADERE
fuck off: non puoi dimostrarlo
vive la lance: HO I LIVIDI
fuck off: potresti esserteli fatti in un altro modo
coo coo motherfuckers: dopotutto SEI un imbranato che dimena i suoi arti ovunque
vive la lance: ci stiamo avvicinando pericolosamente alla zona insulti lance
vive la lance: fortuna che ora ho il corso
vive la lance: hasta a più tardi keith
vive la lance: pidge devi rimandare
coo coo motherfuckers: ugh
vive la lance: keith se vuoi seguire il corso insegno ballo da sala alle 6
vive la lance: posso darti una lezione anche lì
fuck off: mi sembra improbabile
coo coo motherfuckers: è bravo però
fuck off: davvero?
coo coo motherfuckers: sono serio
coo coo motherfuckers: keith?
fuck off: scusa mi serviva un momento per processare l’informazione
coo coo motherfuckers: non preoccuparti, sono sicuro che puoi batterlo con la contraddanza ;)
fuck off: si era detto che non ne avremmo più parlato
coo coo motherfuckers: non ricordo
coo coo motherfuckers: …
coo coo motherfuckers: keith?
coo coo motherfuckers: scusami torna qui mi annoio
fuck off: scusa sono nel bel mezzo del turno e ora sto alla cassa, è più difficile scrivere
coo coo motherfuckers: maledizione
coo coo motherfuckers: immagino che siginifichi che anche coran non c’è?
I-Mustache-u4ur-Soul: Già!
I-Mustache-u4ur-Soul: Stasera ho un ritrovo con la mia vecchia troupe di balli georgiani!
uptown hunk: oddio li AMO
uptown hunk: siete così divertenti da guardare
I-Mustache-u4ur-Soul: Ti ringrazio, Hunk :)
uptown hunk: vi esibirete presto?
I-Mustache-u4ur-Soul: Forse ;)
uptown hunk: oddio oddio
coo coo motherfuckers: hunk questo vuol dire che tu ci sei?
uptown hunk: no, ora ho le mie ore di tutoraggio
coo coo motherfuckers: maledizione l’avevo dimenticato
uptown hunk: me la sono filata per guardare il telefono, ma devo tornare a lavoro
coo coo motherfuckers: ugh E VA BENE
uptown hunk: ci vediamo a casa :)
coo coo motherfuckers: sì a dopo
coo coo motherfuckers: dove sono shiro e allura?
LLunarGoddess: scusami, Pidge, dato che Coran stasera non c’è, mi sono presa un po’ di tempo per me :)
LLunarGoddess: vi voglio bene, ma ho una bomba da bagno, una bottiglia di vino e netflix con il mio nome sopra
LLunarGoddess: adesso metto via il telefono
LLunarGoddess: Allura OUT! ;P
coo coo motherfuckers: beh almeno un mistero risolto
Need-A-Hand: Scusami, Pidge, stasera mi trovo con dei vecchi amici per una birra
coo coo motherfuckers: GASP
coo coo motherfuckers: hai degli amici oltre a noi?
Need-A-Hand: Che tu ci creda o no, sì ;P
coo coo motherfuckers: oddio hai usato un’emoji
coo coo motherfuckers: l’emoji DELL’OCCHIOLINO
coo coo motherfuckers: ti sei già fatto una birra, non è vero?
Need-A-Hand: … Forse
coo coo motherfuckers: sei bannato da questa chat fino a nuovo avviso
Need-A-Hand: ;’(
coo coo motherfuckers: no no non voglio gestire questa situazione da solo
Need-A-Hand: I cry everyteim
coo coo motherfuckers: COM’È CHE SONO L’UNICO AD ASSISTERE A QUESTA COSA??!
Need-A-Hand: Gotta go
Need-A-Hand: Fast ;)
coo coo motherfuckers: sto piangendo e non so se le mie sono lacrime di orgoglio o di imbarazzo
Need-A-Hand: Ciao, Pidge! ;)
coo coo motherfuckers: DIO SMETTILA DI FARE L’OCCHIOLINO
Need-A-Hand: ;(
coo coo motherfuckers: okay, sai che ti dico, me ne vado anch’io

 

 

 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia –Menù del giorno: Rinvio alla griglia”

vive la lance: sono ancora COSÌ. TRISTE. di essermi perso shiro che scriveva meme da ubriaco
uptown hunk: te li puoi rileggere
vive la lance: beh cerTO ma non è la stessa cosa che leggerli LIVE
Need-A-Hand: Non è stato chissà cosa, Lance
vive la lance: questo lo dici tU
fuck off: io non muoio mica anche se non l’ho visto
Need-A-Hand: Grazie, Keith
fuck off: non era un complimento
Need-A-Hand: Lo prendo comunque come un tuo essere dalla mia parte
fuck off: più bevi e più ti comporti come uno strano ibrido tra pidge e lance
vive la lance: lo dici come se fosse brutto
fuck off: decisamente
vive la lance: no**
vive la lance: ti sei dimenticato il no
Need-A-Hand: È tutta colpa di Matt
Need-A-Hand: Praticamente è una versione cresciuta di Pidge
fuck off: matt non c’era nemmeno
Need-A-Hand: No, ma crescere a stretto contatto con gli Holt doveva pur avere degli effetti collaterali
fuck off: … non posso darti torto
vive la lance: voto per fare un’altra serata film di gruppo
vive la lance: mi manca vedere shiro ubriaco
vive la lance: la scorsa volta sono riuscito a farlo parlare solo per battute squallide e frasi da rimorchio
uptown hunk: è stato molto divertente
Need-A-Hand: anche no
LLunarGoddess: io l’ho trovato carino ;)
vive la lance: vISTO?? Allura pensava che fossi carino
vive la lance: non possiamo privarla di cose carine
vive la lance: e se quella cosa è shiro ubriaco che si rende ridicolo
vive la lance: allora per Dio mi sacrificherò per il gruppo e farò ubriacare il padre ballerino
Need-A-Hand: Allura, perché mi fai questo?
LLunarGoddess: è solo perché ti voglio bene ;P
vive la lance: esatto shiro ti vogliamo bene
vive la lance: … shiro?
fuck off: l’hai mandato in tilt, allura
vive la lance: come fai a saperlo?
fuck off: è qui da me
fuck off: mi STAVA aiutando con la mia due ruote, ma ora è solo rosso come un pomodoro e cerca di ricordarsi come respirare
fuck off: non ho mai seguito nessun corso per la rianimazione quindi se sviene è morto
fuck off: ditegli addio ora
uptown hunk: addio shiro :’( mi mancherai, davi dei begli abbracci, posso avere la ricetta dei tuoi biscotti alla cannella?
I-Mustache-u4ur-Soul: Addio, Shiro, eri un brav’uomo e un buon ballerino, erigerò una statua in tuo onore all’ingresso della scuola
LLunarGoddess: aiuterebbe se mi rimangiassi quello che ho detto? la faccina con l’occhiolino era troppo?
fuck off: sono abbastanza sicuro che ormai il danno sia fatto
vive la lance: e l’occhiolino era perfetto allura continua così il paparino imbarazzato mi fa morire
vive la lance: che poi hA keith che ripara la sua bicicletta
uptown hunk: è una moto, amico
vive la lance: …
vive la lance: KEITH HA UNA MOTO???
fuck off: uh, si?
uptown hunk: non lo sapevi?
vive la lance: NO???
vive la lance: E TU COME LO SAI???
uptown hunk: una volta è venuto in moto da noi
I-Mustache-u4ur-Soul: La parcheggia sempre sul retro. È uno splendido mezzo, Keith
fuck off: grazie
fuck off: l’ho costruita da zero
vive la lance: HAI ASSEMBLATO LA TUA MOTO???
LLunarGoddess: non sapevi che Keith è un bravo meccanico?
vive la lance: NO??
fuck off: già
vive la lance: …
vive la lance: ho bisogno di un momento
LLunarGoddess: a quanto pare abbiamo due uomini a terra
uptown hunk: rip :/
I-Mustache-u4ur-Soul: Non per sminuire le crisi mistiche dei nostri cari amici, ma non mi dispiacerebbe affatto vederci per un’altra emozionante uscita di gruppo!
LLunarGoddess: anch’io!
uptown hunk: oh oh anch’io!
fuck off: oh no
vive la lance: oH SÌ
vive la lance: FESTA FESTA FESTA
fuck off: non ci hai messo molto a riprenderti
vive la lance: sto momentaneamente ignorando il fatto che guidi una moto per pensare a una festa di gruppo
uptown hunk: 8D
LLunarGoddess: :’)
I-Mustache-u4ur-Soul: B{D
vive la lance: a proposito di gruppo sembra che ci siamo tutti
vive la lance: quindi dov’è pidge?
uptown hunk: :O ooooooooh
uptown hunk: oooooh si arrabbierà tantissimo
uptown hunk: sta tutorando una lezione
uptown hunk: finirà tra un paio d’ore
vive la lance: ooooh merda
vive la lance: tra un’ora e mezza devo andare a lavoro
uptown hunk: accidenti :/
fuck off: lavori?
vive la lance: sÌ keITH
vive la lance: sono un adulto responsabile
fuck off: considerami sorpreso
vive la lance: >:(
I-Mustache-u4ur-Soul: Lance è un impiegato molto responsabile quando lavora per noi
vive la lance: grAZIE
fuck off: non ho mai detto che non lo fosse
vive la lance: quello era… un MEZZO complimento?
vive la lance: keith kogane mi hai quasi fatto un complimento?
Need-A-Hand: Keith vuole che ti dica che non riesce a sentirti perché è troppo occupato con la sua moto

 

coo coo motherfuckers: C’ERAVATE TUTTI???
coo coo motherfuckers: MERDA
Need-A-Hand: modera i termini
coo coo motherfuckers: M***A
Need-A-Hand: Perché perdo tempo a dirtelo?

 

 

 

Chat di gruppo: “BBQ di famiglia –Menù del giorno: Rinvio alla griglia”

vive la lance: PIDGE
vive la lance: PIDGE
vive la lance: PIIIIIDGE
vive la lance: PIDGEY!! PIDGEOTTO!!! PIDGEOT!!!!
vive la lance: FANTASTICO RAPACE DISCENDI DALL’ALTO SEI STATO EVOCATO
vive la lance: PIDGE PIDGE PIDGE PING PING PING
coo coo motherfuckers: LANCE DIO
coo coo motherfuckers: SMETTILA DI GRIDARE
vive la lance: DATO CHE QUESTA È UN APP PER MESSAGGIARE NON STO URLANDO FISICAMENTE
coo coo motherfuckers: È L’EQUIVALENTE SCRITTO DI URLARE, TAZZA DI FRUIT LOOPS FLACCIDI CHE NON SEI ALTRO
coo coo motherfuckers: ERA UN COMMENTO FACETO
vive la lance: NON SONO DEL TUTTO SICURO DI QUELLO CHE VUOL DIRE
coo coo motherfuckers: SEI SU INTERNET
coo coo motherfuckers: CERCALO SU GOOGLE
vive la lance: NON HO TEMPO È IMPORTANTE
coo coo motherfuckers: CHE VUOI?
uptown hunk: potete smetterla di usare il caps lock? :/ mi fa male agli occhi
Need-A-Hand: Concordo
vive la lance: NON POSSO IL CAPSLOCK È IMPOSTATO IN PILOTA AUTOMATICO VERSO LA FIGAGGINE B)
fuck off: non dirlo mai più
vive la lance: FUCK OFF, KEITH
fuck off: quello è il mio nome, non consumarlo
vive la lance: ….
vive la lance: hai forse appena fatto…
vive la lance: oh my diO
vive la lance: hAI appena fATTo una baTTUTA da paDR E
vive la lance: SHIRO CHE GLI HAI FATTO???
Need-A-Hand: Perché dai la colpa a ME???
vive la lance: sei chIARAMENTE un pAPÀ
vive la lance: E sei suo fratello
vive la lance: ovviamente la tua vicinanza gli ha appiccicato addosso il tuo umorismo da padre
Need-A-Hand: Pfff
Need-A-Hand: Lance stai esagerando
Need-A-Hand: Il senso dell’umorismo di Keith è sempre stato così da quando era piccolo
vive la lance: …. mi prendi in giro
Need-A-Hand: No no
vive la lance: keITH???
fuck off: -fa spallucce-
vive la lance: Io… ho bisogno di stendermi…
fuck off: drammatico
vive la lance: taci non riesco a capire se è la cosa migliore o peggiore che mi sia mai capitata
coo coo motherfuckers: lance per favore
coo coo motherfuckers: perché mi hai chiamato non appena è finito il mio corso? Devo ancora arrivare a casa
vive la lance: giUSTO!
fuck off: si riprende in fretta
uptown hunk: è sempre stato così
vive la lance: PIDGE GUARDA QUA
vive la lance: FACCIAMO L’APPELLO
vive la lance: LANCE
vive la lance: bello, umile, e presente ;)
vive la lance: (non dire nieNTE keiTH)
fuck off: (non ho detto niente)
vive la lance (stavi per dire “una di queste è vera”)
fuck off: (grazie per esserti insultato da solo)
vive la lance: (….prOCEDIAMO)
vive la lance: KEITH
fuck off: serio?
vive la lance: dai reggimi il gioco
fuck off: va bene
fuck off: presente
vive la lance: grazie
vive la lance: HUNK
uptown hunk: yo :3c
vive la lance: SHIRO
Need-A-Hand: Presente
vive la lance: ALLURA
LLunarGoddess: presente! :)
vive la lance: CORAN AMICO MIO
I-Mustache-u4ur-Soul: Presente!
vive la lance: e ultimo ma di certo non meno importante: PIDGE
coo coo motherfuckers: porca merda
vive la lance: B)
coo coo motherfuckers: ci siamo davvero tutti??
vive la lance: sì amiiiiiiicooooooo!!!!!!
vive la lance: è tempo di fare l’annUNCIO!
uptown hunk: discorso! discorso! discorso!
LLunarGoddess: è il tuo momento, Pidge!
coo coo motherfuckers: FINALMENTE
coo coo motherfuckers: o forse dovrei lasciare un po’ di suspence
Need-A-Hand: Pidge.
coo coo motherfuckers: va beNE
coo coo motherfuckers: OKAY nerd ascoltatemi
coo coo motherfuckers: sapete che matt stava cercando un nuovo incarico da dj no?
vive la lance: … mi piace dove stai andando a parare
uptown hunk: :O !!!
LLunarGoddess: mi associo a entrambi i messaggi
Need-A-Hand: Ecco perché era così felice ultimamente
coo coo motherfuckers: ragazzi per favore
coo coo motherfuckers: smettetela di rubarmi la scena
uptown hunk: :o scusa
LLunarGoddess: scusa!
vive la lance: colpa mia
Need-A-Hand: Scusa, Pidge, continua
coo coo motherfuckers: grazie
coo coo motherfuckers: DA QUESTO WEEKEND MATT SUONERÀ AL BALMERA
coo coo motherfuckers: INDOVINATE UN PO’ CHI ANDRÀ IN DISCOTECA SABATO PER PORTARGLI PIÙ PUBBLICO IL PRIMO GIORNO DI LAVORO
vive la lance: oh
vive la lance: oh mio diO
vive la lance: OMMIODDIO
coo coo motherfuckers: eccola la mia ragazza pon pon
LLunarGoddess: OMMIODDIO!
vive la lance: È QUESTO LO SPIRITO ALLURA
LLunarGoddess: ANDIAMO IN DISCOTECA!
vive la lance: POSSO FARTI I CAPELLI
LLunarGoddess: SOLO SE IO POSSO SCEGLIERTI L’OUTFIT
vive la lance: SÌ E SÌ
coo coo motherfuckers: non vi ho detto la parte migliore. entriamo gratis perché matt ci mette nella guest list
vive la lance: SONO MORTO E ANDATO IN PARADISO
vive la lance: VEDO I SUOI CANCELLI PERLATI E SONO INCASTONATI DI LUCI DA DISCOTECA CON UNA COLONNA SONORA DI BASSI DA PAURA
LLunarGoddess: che emozione! non vedo l’ORA!
coo coo motherfuckers: okay gemelli della disco, è tempo che scarichiate la vostra hype sui nostri bastian contrari preferiti
vive la lance: ci sto
vive la lance: hunk??? amico????
uptown hunk: io vengo :3 sembra divertente
uptown hunk: ma uh, voto per… decidere una parola d’ordine nel caso in cui le cose diventino… un po’ troppo? Troppo stimolanti?? Succede di tutto in discoteca…
vive la lance: non preoccuparti amico ci siamo noi con te
uptown hunk: grazie amico :3
I-Mustache-u4ur-Soul: Potete contare anche su di me! Ne è passato di tempo dall’ultima volta che mi sono lasciato andare in luoghi del genere!
vive la lance: corAN amico miO!
I-Mustache-u4ur-Soul: Tirerò fuori i miei pantaloni in pelle e gli darò una bella spolverata!
coo coo motherfuckers: oh mio dio
vive la lance: o kaaaay non me l’aspettavo ma mi piace il tuo entusiasmo
uptown hunk: non voglio assistere
LLunarGoddess: mi assicurerò che sia ben vestito prima di lasciare l’appartamento
coo coo motherfuckers: grazie
Need-A-Hand: Anch’io ci sto
LLunarGoddess: ad essere onesta, mi aspettavo che ci sarebbe voluto di più per convincerti
Need-A-Hand: Matt è il mio coinquilino e migliore amico, non voglio perdermi il suo primo giorno di lavoro
LLunarGoddess: che cosa dolcissima :’)
vive la lance: ha parlato come un vero padre
Need-A-Hand: Per non parlare del fatto che potremo stare di fianco alla console da DJ e metterlo in imbarazzo comportandoci come una famiglia fiera di lui
coo coo motherfuckers: quESTO è lo shiro che conosco e amo
coo coo motherfuckers: quindi ora ci manca solo il mio bastian contrario preferito
vive la lance: keeeeith
Need-A-Hand: Keith.
LLunarGoddess: keeeeith ;)
uptown hunk: keith! 8D
I-Mustache-u4ur-Soul: Keith!
fuck off: ….
fuck off: oh ma tu guarda che ora si è fatta
vive la lance: no NO no no no no no no
vive la lance: keith
vive la lance: amico mio
vive la lance: amicone
vive la lance: compagno
vive la lance: tu veRRAI in discoteca con noi
fuck off: no
vive la lance: sei così
fuck off: non sono… un tipo da discoteca
coo coo motherfuckers: nemmeno shiro e hunk ma vengono lo stesso
uptown hunk: esatto! ci divertiremo, amico
uptown hunk: voglio dire, non penso che le discoteche siano sempre divertenti
uptown hunk: ma ci andiamo tra amici e questo lo rende divertente!
LLunarGoddess: ci piacerebbe molto se ti unissi a noi, Keith :)
LLunarGoddess: non ci troviamo spesso fuori dalla scuola
I-Mustache-u4ur-Soul: Si è giovani una volta sola!
vive la lance: YOYO mi piace
fuck off: non lo so…
Need-A-Hand: Keith.
fuck off: oh no
Need-A-Hand: Sei parte di questa famiglia ora. VERRAI con noi a questa uscita di famiglia.
vive la lance: aw yeAH il papà ci da man forte!
Need-A-Hand: Lance.
vive la lance: no no torna a parlare con keith
fuck off: ugh
vive la lance: keith andiamo!
fuck off: no
vive la lance: sì!
fuck off: no
vive la lance: sÌ!
fuck off: no
vive la lance: SÌ!
vive la lance: USERÒ i miei occhioni da cucciolo su di te
fuck off: non funzionerà
vive la lance: ah no???
vive la lance: RAGA CODICE ROSSO
fuck off: che cazzo sarebbe un codice rosso?
fuck off: ….
fuck off: uh… ragazzi?

vive la lance ha inviato un’immagine
coo coo motherfuckers ha inviato un’immagine
Need-A-Hand ha inviato un’immagine
uptown hunk ha inviato un’immagine
LLunarGoddess ha inviato un’immagine
I-Mustache-u4ur-Soul ha inviato un’immagine

fuck off: è uno scherZO vero?
vive la lance: B)
fuck off: uGH
uptown hunk: keith per favore? significa molto per noi
fuck off: oh mio dio
fuck off: VA BENE
vive la lance: SÌ
uptown hunk: yay! 8D
I-Mustache-u4ur-Soul: Urrà!
coo coo motherfuckers: eccellente
Need-A-Hand: Sono fiero di te, Keith
LLunarGoddess: non vedo l’ora :)
fuck off: non posso credere che abbiate un codice per inviare foto con occhioni da cucciolo in contemporanea
fuck off: e perché lo chiamate codice rosso?
coo coo motherfuckers: perché come i rossi, una moltitudine di occhioni da cucciolo come questa ti ruberà l’anima e quindi anche la tua volontà, costringendoti a cedere alle nostre proposte
I-Mustache-u4ur-Soul: È stata una mia idea!
fuck off: siete ridicoli
vive la lance: ti vogliamo bene anche noi keith ;)
uptown hunk: <3
coo coo motherfuckers: <33
I-Mustache-u4ur-Soul: <333
LLunarGoddess: <3333
Need-A-Hand: <33333
fuck off: ugh
fuck off: …
fuck off: <3
vive la lance: !!!!!

***

“Ricordami perché ho accettato.” Brontolò Keith, le braccia conserte, piegato di lato con la testa appoggiata al finestrino.

“Perché ci vuoi beeeene.” Canticchiò Lance da uno dei sedili centrali. Si girò per guardarlo e le sue labbra, proprio come Keith si aspettava, erano arricciate in quel suo sorrisino che accompagnava così bene la sua voce canzonatoria.

Keith rivolse un’occhiataccia a lui e al suo sorrisino. Lo odiava. Li odiava entrambi. Lance e quell’entità che era il suo sorriso. Sorrisino. Quello. Odiava la sua bocca e qualunque cosa producesse. Inclusi sorrisini, sorrisi e parole. “Decisamente no.” Rispose, impassibile.

Il buon’umore di Lance non venne scalfitto minimamente. Anzi, se possibile, il suo sorriso si fece ancora più grande mentre inclinava la testa di lato. Aveva fatto qualcosa ai capelli per renderli più belli del solito e stava benissimo nell’outif che Allura aveva scelto per lui. Era abbastanza casual, ma gli fece desiderare di essersi impegnato di più nel suo look. Shiro gli aveva assicurato che stava bene, ma in quel momento non ne era più così tanto sicuro. Risultava banale in confronto a Lance.

“Su, su, non dimentichiamoci di quel cuore che hai mandato nel gruppo, implicando che ci vuoi decisamente bene.” Disse Lance, agitando il telefono in aria per enfatizzare le sue parole.

Keith gli rivolse un’occhiataccia. “Non puoi dimostrarlo.”

“Oh, ma davvero?”

“Certo?”

“Ho fatto uno screenshot.”

“Non è vero.”

“Oh, sì invece.”

“Perché?!”

“Come eventuale prova e per ricattarti, ovvio.”

“Ti odio.”

“Sono solo parole, Keithy boy!” Disse ridendo, e si girò per rimettersi bene sul sedile.

“Smettila di provocarlo, Lance. L’abbiamo praticamente dovuto trascinare fuori dal suo appartamento.” Lo richiamò Pidge dal sedile del guidatore. Aveva preso in prestito il camioncino di famiglia per la serata e si era detto d’accordo nel fare loro da autista sobrio, dato che comunque non aveva l’età per bere. Ma non si era detto d’accordo coi loro litigi.

“Parla per te.” Sbuffò Shiro dal suo posto di fianco a Keith nei sedili posteriori. “Io ho dovuto trascinarlo fuori.” Disse, dando un colpetto a Keith con la spalla.

Keith grugnì, ma non disse nulla e voltò lo sguardo verso il finestrino. Erano già per le strade della città, diretti verso il centro. Non faceva spesso quel tragitto. Non gli piaceva molto la folla e, solitamente, il centro era sempre affollato. Era contento di non essere lui quello al volante.

“Ti fa bene uscire qualche volta.”

“Grazie, papà.” Brontolò Keith, restituendogli il colpo con poca convinzione. Shiro si limitò a ridacchiare.

La conversazione cambiò e Keith si ritrovò ad ascoltare solo in parte. Avrebbe mentito se avesse detto che non era nervoso e dubitava che qualcuno gli avrebbe creduto anche se ci avesse provato. Non era mai stato in una vera discoteca. Anzi, a dirla tutta non era neanche mai andato chissà quanto nei bar. Ci era stato un paio di volte con Shiro, a volte conMatt e Allura, ma si trattava sempre di bar tranquilli dove ci si sedeva in un angolo a parlare. A volte con la musica dal vivo, ma non avevano mai… ballato.

Nelle discoteche si ballava.

Nelle discoteche c’era un DJ e una pista e i suoi amici erano tutti ballerini, quindi era inutile sperare che non avrebbero passato la maggior parte del tempo a ballare. Forse, se si fosse mostrato abbastanza impacciato e spaesato, qualcuno dei suoi amici avrebbe avuto pena di lui e gli avrebbe fatto compagnia mentre gli altri andavano a ballare.

Non era che non gli piacesse ballare. Lui amava ballare, ovviamente. Reputava la danza come una delle sue più grandi passioni nella vita. Una delle poche cose che lo rendeva felice per davvero. Una di quelle cose su cui voleva in qualche modo costruirsi un lavoro. Ma quella… quella era una situazione diversa. Gli piaceva coreografare. Gli piaceva ascoltare musica da solo, lasciando che l’istinto capisse quali mosse usare e come farle fluire insieme, gli piaceva allenarsi e provare e riprovare tutto fino a quando non l’aveva forgiato nella sua memoria muscolare sentendolo naturale e allora, solo allora, gli piaceva esibirsi di fronte a un pubblico. E perfino allora si sentiva comunque un po’ nervoso nel mostrarsi, ma poteva contare sul fatto che il suo corpo avrebbe fatto il suo lavoro.
Quella situazione era diversa. Non aveva un set di mosse già preparate su cui contare. Non c’era una musica che poteva prevedere. Non aveva uno spazio per esibirsi. C’erano solo persone… che ballavano. Perfino persone che non avevano affatto il senso del ritmo. Andavanò lì e si muovevano come se lo sapessero fare da una vita.

Keith non sapeva come farlo. Ballare in discoteca era uno stile che non aveva mai esplorato sul serio. C’era un sacco di… grind e movimento di fianchi e ci si doveva muovere come se si dovesse spiccare tra tutti, cosa che non succedeva mai perché tutti facevano sempre le stesse cose. Non pensava che sarebbe riuscito a farlo neanche se fosse stato da solo, figurarsi appiccicato ai suoi amici, che erano sicuramente mille volte meglio di lui. Scuramente più a loro agio. Soprattutto Lance.

Oddio, Lance probabilmente era fantastico a ballare in discoteca. Quel tipo di roba era proprio nelle sue corde: free style a nastro e sicurezza sfrontata. Keith sarebbe sembrato un idiota. Sarebbe sembrato un idiota rigido e fuori posto con due piedi destri e un bastone ficcato così su per il culo da spezzargli i denti.

Perché cazzo si era lasciato convincere a uscire quella sera? Era certo che sembrare un lupo solitario che non voleva uscire con gli amici sarebbe stato meglio che finire a quel modo…

Chi voleva prendere in giro? Sapeva che se ne sarebbe pentito, a dispetto della decisione che avrebbe preso. Questo spiegava perché avesse deciso di mettersela via e seguire i suoi amici. Almeno così non avrebbero potuto rinfacciargli che non ci aveva provato.

Si sentì lo stomaco annodato quando parcheggiarono e uscirono dal camioncino. Lanciò uno sguardo all’insegna sopra l’ingresso principale che recitava BALMERA. Il parcheggio era pieno e c’era un gruppo di gente che fumava fuori sul patio esterno. Poteva sentire il rimbombo della musica provenire attutito dall’interno, rompendo il silenzio di quella notte altrimenti tranquilla.

Non sapeva che faccia avesse fatto quando aveva fissato l’edificio, con l’ansia che gli comprimeva il petto, ma a quanto pare fu sufficiente ad attirare l’attenzione di Hunk.

Il ragazzo scivolò al suo fianco mentre gli altri uscivano dal camioncino e si davano una sistemata. “Sei mai stato in discoteca?” Gli chiese in tono casuale, ma abbastanza piano perché quella conversazione rimanesse tra loro.

Keith strinse le labbra e scosse la testa.

Hunk ridacchiò, ma non era una risata tagliente e derisoria. Era più dolce, empatica. “Già, io ci sono stato una volta sola. Lance ci ha fatti andare per il suo ventunesimo compleanno. Oh amico, è stato folle.”

Keith gli rivolse un piccolo sorriso storto. “Posso immaginarlo.”

Hunk scosse la testa. “No, no, non hai capito. È stato terribile. La ragazza di Lance l’aveva mollato da poco, e quello è tutto un altro vaso di Pandora che non dovrei scoperchiare, ma si sono lasciati male e Lance ne è uscito abbastanza distrutto quindi non avremmo proprio dovuto portarlo in discoteca, ma eravamo i suoi migliori amici, cosa potevamo dirgli? No? Era il suo compleanno.” Hunk gesticolò con le mani mentre raccontava. Era completamente preso e il suo volto esprimeva molte emozioni che venivano da un passato di cui Keith non aveva fatto parte; eppure, sembrava che lo stesse rivivendo con lui. Gli ricordò molto Lance, a dirla tutta. Forse non l’aveva mai notato perché era sempre stato così esagitato e drammatico da far passare Hunk in secondo piano. O forse era sempre stato troppo distratto da Lance…
“Quindi Pidge giustamente non poteva bere perché non era maggiorenne, ma dato che aveva 19 anni poteva entrare e ne sono così felice perché non sarei mai riuscito a gestire Lance da solo. Aveva bevuto più del dovuto anche se avevamo provato a contargli i drink. Continuava a ordinarne altri quando non guardavamo. E sgattaiolava via ogni volta che ci giravamo. Così, POOF, scompariva tra la gente. E ci provava malissimo con tutti, quindi abbiamo dovuto trattenerlo dall’avvinghiarsi troppo a chiunque o dal far scoppiare una rissa per averci provato con la persona sbagliata, e ci abbiamo provato a fargli passare una bella serata e penso che ci siamo anche riusciti nonostante lui fosse messo malissimo, ma io e Pidge non siamo rimasti molto colpiti dalla vita da discoteca.”

Keith gli rivolse un sorriso di simpatia. “Comprensibile.”

La risata di Hunk era piena di un divertimento amaro, del tipo che si prova quando si trova un ricordo divertente solo a posteriori. Si passò una mano tra i capelli. “Già, beh, dopo quella volta abbiamo creato la Regola dei Quattro Amici.”

Il sorriso di Keith svanì, e inarcò un sopracciglio. “La Regola dei Quattro Amici?”

Hunk annuì. “Già! La Regola dei Quattro Amici.” Sollevò entrambe le mani, mostrando due dita per una. “Andiamo in discoteca solo se siamo in quattro. Così siamo abbastanza da poter girare in coppia. Sai, come una sorta di gioco di squadra. Nessuno si perde e nessuno può prendere decisioni stupide… la maggior parte delle volte, almeno.”

Gli rivolse un sorriso, ed era luminoso e confortante, e Keith sentì l’ansia nel suo petto allentare leggermente la presa. Sentì di riuscire a respirare di nuovo. “Perché me lo dici?” Gli domandò, ma nonostante la domanda diretta, aveva un sorriso sul volto e la sua voce era solo piena di curiosità.

Hunk scrollò le spalle e inclinò la testa di lato. “Solo per farti capire che non siamo dei pazzi animali discotecari? E che, nonostante il suo entusiasmo, neanche Lance è molto un tipo da discoteca. Questo è… un evento speciale ed è per questo che è così su di giri. E questa volta siamo in sette, se non contiamo Matt. Inolte, avevo notato che eri un po’ nervoso e volevo dirti che lo sono anch’io, ma che possiamo divertirci comunque perché tipo… siamo un piccolo gruppo. È come se stessimo festeggiando tra noi sette, solo che lo facciamo in un posto dove anche altre persone stanno festeggiando. Se ha senso.”

Keith ridacchiò piano. “Credo di capire cosa intendi. Grazie, Hunk.” Disse, e lo diceva sul serio.

Hunk gli rivolse un grande sorriso e gli diede un colpetto con la spalla, facendolo incespicare di un paio di passi. “Sarà divertente, te lo prometto.”

Keith non riuscì a non sorridere a quelle parole. “Va bene.”

“Ehi!” Disse Lance, marciando dritto verso di loro passando attorno al cofano dell’auto. Sia Keith che Hunk si voltarono a guardarlo. Lance lanciò un’occhiataccia a Keith, ma il ragazzo notò che non c’era odio nel suo sguardo. “Com’è che quando io dico che ci divertiremo non mi credi, ma se lo dice Hunk sì?” Indicò sé stesso e Hunk con gesti esagerati mentre parlava e terminò posando le mani sui fianchi, sporgendosi leggermente in avanti per guardare Keith negli occhi.

Keith si limitò a fare spallucce, sentendo un sorriso incurvargli le labbra. “Immagino che sia perché mi fido di più di Hunk.”

Lance boccheggiò rumorosamente, scostandosi e portandosi una mano al petto. “Uh, cattivo! E io che pensavo che tutti quegli esercizi sulla fiducia ci avessero fatto migliorare!”

“Non prenderla sul personale, Lance.” Disse Pidge, infilandosi tra loro. Incrociò le braccia al petto e poggiò pigramente la testa e la spalla contro il braccio di Keith. “Tutti ci fidiamo più di Hunk che di te.”

“Io sono molto affidabile!” Disse Lance, incrociando le braccia al petto. “Vero, Keith? Tu ti fidi di me! Allura ha perfino detto che stiamo diventando bravi negli esercizi sulla fiducia!”

“È vero. L’ho detto.” Disse lei, mentre si univa a loro assieme a Shiro e Coran. “Avete fatto dei progressi notevoli nelle ultime tre settimane.”

“Visto!”

Keith scrollò le spalle. “Mi fido di te sulla pista da ballo.” Disse, lasciando il tono vago e la frase aperta, implicando che quello avrebbe potuto essere l’unico posto in cui si fidava di lui. Non era vero, certo. Odiava ammetterlo ma si sarebbe fidato di Lance in un battito di ciglia se le cose si fossero fatte serie. Ma non significava certo che non poteva godersi il tenerlo sulle spine.

E, infatti, Lance reagì proprio a quel modo. Assottigliò lo sguardo, guardando Keith, e sporse le labbra in un broncio. Inclinò la testa di lato e piagnucolò: “Keeeeith.”

Keith si limitò a sogghignare.

“Non è colpa di Keith.” Disse Pidge, e Keith poté sentirlo scrollare le spalle contro il suo brancio. “Voglio dire, hai visto Hunk? Questo ragazzone è come un grande dolcetto alla cannella. Chi non si fiderebbe di lui?” Pidge sventolò una mano in direzione della persona in questione.

Coran alzò un dito. “Senza contare che il qui presente Hunk detiene il record di non essersi mai sbagliato la maggior parte delle volte.”

Shiro inarcò un sopracciglio, guardandolo con fare curioso. “Tieni il conto?”

Coran si limitò a sorridere, arricciandosi i baffi, con uno scintillio malizioso negli occhi. “Forse…”

“Va beeeene.” Biascicò Lance, lanciandosi su Hunk e reggendosi a lui, passandogli un braccio attorno alle spalle. “Ve lo concedo, ma solo perché Hunk è il mio migliore amico e posso confermare che è, indubbiamente, un adorabile dolcetto alla cannella e la persona più affidabile che conosca.”

“Awww, bro.” Disse Hunk, stritolandolo in un abbraccio trita-ossa, sollevandolo e sbattocchiandolo a destra e a sinistra, con gli arti di Lance a penzoloni. Lance rise, senza fiato, e il resto di loro sorrise.

Shiro e Pidge fecero loro strada attraverso il parcheggio con il resto del gruppo alle calcagna. La fila era lunga, ma scorreva veloce, e prima che Keith si sentisse davvero pronto avevano già messo piede dentro la discoteca. L’impiegato alla porta controllò le loro carte d’identità, diede a sei di loro un braccialetto marcando invece Pidge con una X nera e controllò che i loro nomi fossero sulla guest list prima di fargli cenno di proseguire. Pidge fece loro strada con molta più sicurezza di quanto Keith si aspettava. A Pidge, come a lui, non era mai piaciuta la calca. Al contrario di Keith, però, Pidge non si faceva problemi a farsi strada con la forza. A dispetto della sua statura minuta.

Pidge li guidò attraverso l’ingresso e nella prima stanza. Era ampia, buia e piena di musica a tutto volume. C’era un bar lungo il muro e tavolini fissati al pavimento per la stanza. Era pieno di gente. Keith pensava che si sarebbero fermati al bancone, ma Pidge passò oltre, dando spallate alle persone e creando un piccolo spazio in modo che Keith potesse infilarvicisi subito prima che la gente si ammassasse di nuovo. Mise una mano sulla spalla di Pidge per non perderlo di vista e sentì una mano poggiarsi sulla sua schiena. Quando si voltò, Shiro gli rivolse un piccolo sorriso per poi girarsi e tendere una mano ad Allura. Fecero una sorta di trenino per seguire Pidge.

Passarono per una seconda stanza con tavoli da biliardo, freccette e piattaforme per il cornhole. C’era meno gente che in quella precedente, anche se tutti i giochi erano occupati. Si mossero con più facilità. Si incamminarono lungo un largo corridoio e passarono oltre alcune porte aperte. Una di queste dava su un cortile interno con quello che in lontananza sembrava essere un altro bar, ma era difficile a dirsi con la massa di gente che c’era. Oltrepassarono un’altra porta che conduceva senza ombra di dubbio alla pista da ballo principale. Keith diede un’occhiata in giro quando la attraversò. Era una stanza buia illuminata da luci intermittenti che lasciavano intravedere flash di corpi che grindavano e si dimenavano. La musica era a palla e Keith poteva sentire il rimbombo dei bassi sotto i suoi piedi, che risaliva pulsando fino al suo petto.

Deglutì e strinse instintivamente la presa sulla spalla di Pidge. Ma quello continuò a camminare, anche se Keith si sorprese vedendo che Pidge aveva poggiato la mano sulla sua, dando una breve stretta alle sue dita.

Si fermarono quando raggiunsero una stanza verso il retro dell’edificio. Era molto meno piena di gente. C’era un bar lungo il muro con dei tavolini alti tutto intorno. In fondo alla stanza c’erano anche dei divanetti con dei tavolini bassi da caffè. Tra tutte le stanze che Keith aveva visto fino a quel mometo, quella tra tutte sembrava decisamente un lounge. Lì la musica era molto più attutita, anche se la sentiva comunque pulsare e palpitare come il battito di un cuore per tutta la discoteca.

“Sai dove stai andando?” Gli domandò Keith quando si fermarono, finalmente, e il gruppo si fu riuniuto in un piccolo cerchio.

Pidge scrollò le spalle. “Ci sono venuto con Matt all’inizio di questa settimana, quando è venuto a vedere l’allestimento.” Si voltò per guardare gli altri, le mani sui fianchi. “Allora, il manager ha detto che questa è la stanza meno affollata di questo posto, quindi propongo di usarla come base operativa. Perdete di vista il gruppo? Tornate qui. Sarà il nostro punto di raccolta. Siete d’accordo?”

Più di qualcuno annuì e Shiro diede un’occhiata all’orologio che aveva al polso. Keith dovette resistere attivamente all’impulso di alzare gli occhi al cielo. Un orologio da polso? Davvero? Chi portava ancora gli orologi, Shiro? I vecchi, ecco chi. Suo fratello si era vestito bene, però, con dei jeans scuri che gli cadevano perfetti e una camicia nera con le maniche arrotolate ai gomiti, aperta a V per mostrare il collo. Orologio o meno, non sembrava vecchio.

“Matt dovrebbe essere alla console da quasi mezzora.” Disse.

Allura gli posò una mano sulla spalla, rivolgendogli un piccolo sorriso quando lui si voltò verso di lei. “Forse dovremmo lasciargli un altro po’ di tempo per mettersi a suo agio prima di fare la nostra apparizione.”

“Mi rovini tutto il divertimento.” Disse Shiro con un sorriso flebile.

Allura gli rivolse un veloce occhiolino unito a un sorrisino. “Qualcuno deve tenerti in riga.”

E nonostante Shiro fosse riuscito a mantenere immutata la sua espressione, Keith lo vide crollare sotto il peso dello sguardo di Allura. Vide come la mano di suo fratello si contrasse, il modo in cui la sua protesi tamburellava contro la coscia, il modo in cui il rossore gli accese le guance facendo risaltare visibilmente la sua cicatrice. Non poteva certo dargli torto. Allura era maledettamente bella. Si era vestita di tutto punto per la serata con un vestito blu che lasciava scoperte le spalle e si era raccolta i capelli per metà con forcine, perline e viticci bianco-argentati che le ricadevano lungo il volto, incorniciandolo.

Keith si domandò se avessero mantenuto fede al loro accordo fino in fondo e Lance avesse fatto davvero l’acconciatura di Allura. Non ci aveva pensato e non gliel’aveva chiesto, ma se era stato davvero lui… beh, Keith ne era colpito.

“Va bene.” Disse Lance, battendo le mani insieme con forza per attirare la loro attenzione. Si prese un momento per far passare lo sguardo sul gruppo, ghignando. “Mentre aspettiamo, propongo di prendere da bere.”

“Aw yeah, dai che si beve.” Disse Pidge impassibile con un entusiasmo monotono.

Lance rise e gli scompigliò i capelli. “Tra un anno, piccoletto!”

Pidge gli schiaffò via la mano e Lance se la portò velocemente al petto. “Vattene, spilungone.”

“Ehi, calmati!” Passò un braccio attorno alle spalle di Pidge e si chinò verso di lui, la mano a coppa vicino alla sua bocca, e sussurrò ad alta voce. “Ti passiamo i drink di nascosto quando Shiro non guarda.”

“Lance.” Shiro scoccò un’occhiataccia a entrambi.

Lance alzò le mani, facendo del suo meglio per nascondere il suo sorriso, fallendo. “Cosa? Non ho detto niente!” Shiro continuò a fissarlo e Lance tentennò sotto il suo sguardo. Schizzò dietro Pidge e tentò malamente di nascondersi. “Pidge, proteggimi da papà.”

Pidge incrociò le mani al petto e alzò gli occhi al cielo. “Farò in modo di essere sobrio per quando dovremo andare.” Disse, incontrando lo sguardo di Shiro con fare di sfida, come a sfidarlo a cercare di fermarlo.

Sembrava che Shiro stesse per rispondere, ma Allura infilò il braccio attorno a quello di lui, stringedosi a lui, e si guardò intorno in direzione di Coran. “Coran, pensi che abbiano del buon whiskey qui? Forse riuscirai a convincere il barista a fare quel drink che volevi far provare a Shiro.” A Coran si illuminarono gli occhi e drizzò la schiena, schioccando le dita. “Oh, ma certo! Quel drink! Andiamo a scoprirlo, che ne dite?” Si avvicinò e si avvinghiò all’altro braccio di Shiro e con l’aiuto di Allura lo fece girare verso il bar, trascinandolo. “È una miscela inventata da mio nonno! La chiamava il Capelli Tonic perché è sicuro che ti fa crescere i peli sul petto!”

Mentre lui e Allura trascinavano Shiro verso il bancone, Allura li guardò da dietro la spalla e gli fece un sorrisino e un occhiolino. Pidge ghignò e Lance le fece un falso saluto militare.

Dopo che si furono presi un drink, i sette conquistarono due divanetti in fondo alla stanza, l’uno di fronte all’altro, e un tavolino da caffè. I divanetti non erano così grandi e ci stavano stretti, ma se lo fecero andar bene: Shiro, Allura e Coran si sistemarono su uno, mentre Keith, Lance e Hunk sull’altro. Pidge si appollaiò su uno dei braccioli della sedia vicino a Hunk, poggiandosi sul suo braccio.

Keith tentò di ignorare il fatto che Lance fosse attaccato proprio a lui, gamba contro gamba e braccio contro braccio. Poggiò un gomito sul bracciolo del divanetto e cercò di spostarsi quanto più poteva senza farsi notare. Toccare Lance gli risultava più facile da quando seguivano le lezioni di Shiro e Allura, ma quel contatto casuale fuori dagli allenamenti gli faceva ancora annodare lo stomaco.

Lo odiava e non vedeva l’ora che quella stupida infatuazione gli passasse. E gli sarebbe passata perché succedeva sempre. Non era la prima volta che si ritrovava inspiegabilmente attratto da qualcuno e non era la prima volta che aveva ignorato quei sentimenti fino a che non erano scomparsi. Era più semplice così. Soprattutto da quando Lance non era diventato solo il suo partner di ballo, ma un suo amico. Non avrebbe sacrificato il suo nuovo gruppo di amici solo perché i suoi ormoni si erano risvegliati e avevano deciso di donargli la sua cotta annuale.
Solo che non si trattava di una cotta. Aveva il potenziale per diventarlo. Non avrebbe lasciato che si sviluppasse. Si rifiutava di farlo.

Sfortunatamente, nel frattempo avrebbe dovuto sopportare il fatto che il tocco di Lance gli mandava scariche elettriche nelle vene, che il suo sorriso faceva fare i salti mortali al suo stomaco, che la sua risata gli provocava una fitta da qualche parte nel petto. Tutte reazioni fisiche. Reazioni fisiche che potevano essere superate. Il dominio della mente sulla materia, no?

Quindi che importanza aveva se gli piaceva stuzzicare Lance per farlo infuriare? Era carino, sì, ma anche molto divertente. Che importanza aveva se si prodigava per fare cose gentili per lui? Per farlo sorridere? Era quello che facevano gli amici. Rendersi felici a vicenda. Che importanza aveva se aspettava con ansia i mercoledì perché le lezioni sulla sinergia di Shiro e Allura gli davano la scusa di stargli vicino? Che importanza aveva se-

Oddio, era messo male, non era forse vero?

Merda…

“Ehi.” Keith sussultò al sentire la voce di Lance così vicina al suo orecchio all’improvviso, il suo respiro caldo sul collo. Aveva cercato di prestare attenzione a qualunque cosa Allura e Coran stessero dicendo di fronte a lui, ma non si era accorto di quanto si fosse imbambolato. Si inclinò di lato per distanziarsi da lui per poi girarsi a guardarlo. Teneva le sopracciglia aggrottate e le labbra arricciate in un piccolo broncio.

“Che vuoi?”

“Stai bene, amico?”

Keith aggrottò le sopracciglia, stringendo una mano a pugno sulla gamba. “Perché non dovrei?” Okay, gli era uscita un po’ più sulla difensiva di quanto avrebbe voluto.

Lance aggrottò ancora di più le sopracciglia, studiando il volto di Keith con lo sguardo. Keith sperava con tutto il cuore di non essere arrossito. “Non saprei, ma sei tutto teso e nervoso.”

“Non è vero.”

Lui inarcò un sopracciglio. “Lo stai negando davvero?” Usò la mano libera per indicare la gamba di Keith, quella premuta contro la sua. Tremava. Keith la fermò subito. “Di solito sono io quello che non riesce a stare fermo.”

Keith grugnì e si voltò, portandosi il bicchiere alle labbra per sorseggiare il suo drink. Era un semplice rum e cola, ma se l’era fatto fare bello forte. Sentiva di averne bisogno. Stranamente, quel bruciore in fondo alla gola lo confortava.

Lance non aveva ancora finito con lui. “Non sei uno da discoteche, eh?”

Keith sbuffò col naso. “Da cosa l’hai notato?”

“Vuoi la lista in ordine alfabetico o cronologico?”

“Sono così fiero di te per aver usato bene quella parola.”

“Sono un uomo di cultura, Keith. Un uomo dai mille talenti.”

“Tra i tuoi talenti c’è quello di sembrare un idiota?” Gli domandò Keith, indicando la moltitudine di braccialetti fluorescenti che sfoggiava attorno al collo e sul polso assieme ai suoi soliti. Non emettevano molta luce nell’atmosfera del lounge. Sembravano malaticci e spenti.

“Ehi! Non offendere i braccialetti fluorescenti, amico!” Disse Lance, puntandogli il dito contro. Keith diede un’occhiataccia al dito, che stava a un centimetro dalla sua guancia. Poi, con l’ombra di un sorrisino divertito che traspariva dal suo cipiglio aggrottato, Lance spostò il dito in avanti e gli diede un colpetto sul naso.

“Smettila.” Sbottò Keith, allontanadogli la mano con uno schiaffo e arricciando il naso.

Lance sorrise e inclinò la testa di lato, ridacchiando. Erano vicini, il che non era poi così strano visto com’erano messi sul divanetto, e sembrava che Lance si stesse sforzando di tenere la conversazione tra loro. Nessuno aveva fatto cenno di volersi intromettere e, nonostante Keith avesse intercettato lo sguardo incuriosito di Shiro, quello non disse nulla.

“Davvero, però, se stasera fai il bravo fooooorse prenderò in considerazione il fatto di dartene uno.” Disse con fare distaccato, facendo dondolare il polso davanti a Keith.

Keith sbuffò col naso e alzò gli occhi al cielo. “No grazie.” Ma sorrise. Era un sorriso piccolo, niente più che un’increspatura sulle labbra, ma c’era.

“Ricorda le mie parole, Kogane. Entro la fine della serata, te ne farò mettere uno.” Disse, con il suo tipico sorrisino.

“Scommessa accettata.”

“Ne sei sicuro? Sono già riuscito a convicere tutti gli altri.” Disse, e il suo ghigno si fece più grande. Poggiò la schiena al divanetto e tenne un braccio incrociato al petto mentre sorseggiava il suo drink. “Perfino Shiro e Pidge.”

Keith alzò gli occhi al cielo. “È impossibile che-” Ma quando il suo sguardo si posò su suo fratello, vide che quella che aveva al collo era proprio una collana fluorescente viola. Keith inarcò un sopracciglio e disse, impassibile: “Serio?”

Shiro riuscì a sembrare imbarazzato quando scrollò le spalle. “Allura è stata molto persuasiva.”

“Sei debole.”

Shiro scrollò le spalle, ma non lo negò e nascose il volto dietro il bicchiere. Keith non sapeva se fosse riuscito a farsi fare qualunque cosa fosse il drink di cui parlava Coran ma, a giudicare dalla sua espressione al primo sorso, avrebbe detto sì.

Lance, Hunk e Allura erano quelli che avevano più braccialetti e li indossavano da quando erano passati a prenderlo. Keith non era stupito da Lance e Hunk. Quella era proprio il tipo di cosa a cui Lance avrebbe pensato e Hunk era abbastanza buono da assecondarlo. Era leggermente sorpreso da Allura, ma non avrebbe dovuto. Nonostante la sua eleganza e bellezza, era un’eterna bambina e si lasciava coinvolgere facilmente dalle idee di Lance se le trovava divertenti. Coran si era guadagnato un paio di braccialetti e una collana poco dopo essere salito nel camioncino. Era stato quasi tanto entusiasta di riceverli quanto Hunk di darglieli.

Keith, Shiro e Pidge, però, si erano rifiutati.

O almeno era quello che aveva creduto. Avrebbe dovuto sapere che Shiro avrebbe ceduto nel momento in cui Allura si sarebbe lasciata coinvolgere. Pidge, però, era un duro.

“Pidge?” Gli domandò, sporgendosi in avanti, guardando verso il suo trespolo sul lato del divano.

Pidge gli rivolse un piccolo sorriso di scuse e sollevò una mano, mostrandogli due braccialetti fluorescenti verdi sul polso. “Scusa, Keith. Hunk mi ha fregato.”

Keith gli rivolse un’occhiataccia. “Mi sento tradito.”

Pidge alzò gli occhi al cielo. “Non fare il drammatico. Siamo qui per divertirci.”

“E cosa c’è di più divertente di braccialetti fluorescenti?” Disse Lance, ghignando.

“A me piacciono. Ora è come se fossimo una squadra.” Disse Hunk, massaggiandosi la nuca. “Siamo qui per divertirci tra amici, dopotutto.” Gli rivolse un sorriso genuino, e okay, Keith capiva perché Pidge aveva ceduto così facilmente con Hunk. Lance però lo stava ancora guardando e Keith non gliel’avrebbe data vinta così facilmente.

“E poi Hunk ha detto una cosa importante: più sembriamo ridicoli e più metteremo Matt in imbarazzo.” Il sorriso di Pidge era subdolo, e Keith si sorprese con un sorrisino simile. Aveva ragione. Per lui, Matt era di famiglia tanto quanto Pidge. Era un fratello maggiore onorario. E, in quanto tale, era suo dovere metterlo in imbarazzo.

“Giusto.”

“Quindi ne metterai uno?” Gli domandò Lance, dandogli un colpetto con la spalla.

“Neanche per sogno.”

“Oh, dai, Keith!”

Lance continuò a tormentarlo e Keith fece di ignorarlo il suo sacrosanto dovere, parlando con tutti tranne che con lui. Lance si lamentò, buttandosi su di lui e praticamente supplicandolo di dargli attenzione, ma Keith fece del suo meglio per mantenere un’espressione composta parlando ad alta voce con gli altri. Non ci volle molto perché Lance si buttasse su Hunk, e fu il suo turno di ignorarlo per parlare animatamente con Allura. Lance cercò di sporgersi verso Pidge, ma questi lo ignorò e si sporse per parlare ad alta voce con Keith di un nuovo documentario sugli alieni.

Lance faceva il drammatico, ma la sua scenata fece sorridere tutti da sotto la maschera di indifferenza che cercavano di reggere, e perfino lo stesso Lance faticava a mantenere il suo finto broncio. Quando si stese sulle gambe di Keith per poggiarsi al bracciolo del divanetto, allungando le gambe verso Hunk, Keith pregò che il calore che sentiva nelle guance non si notasse.

In ogni caso, incontrò lo sguardo di Shiro e suo fratello si tirò indietro, poggiato al divanetto, con un piede sopra il ginocchio opposto, e continuò a sorseggiare il suo drink, dondolando le sopracciglia e rivolgedogli un sorriso di chi la sapeva lunga. Keith lo pugnalò con lo sguardo.

Quando tutti ebbero finito i loro drink, Pidge e Shiro non persero tempo e li fecero alzare, spingendoli fuori dalla stanza verso la fonte della musica della discoteca: la pista da ballo. I nervi di Keith si erano in gran parte calmati grazie alla sceneggiata di Lance e al caldo ronzio del rum che gli circolava in corpo, ma l’agitazione ritornò pian piano, spandendosi dentro di lui e raccogliendosi nel suo stomaco.

Ma Lance fu al suo fianco e gli passò una mano attorno alle spalle, portandolo vicino a sé con una stretta noncurante. “Rilassati, John Stamos.” Disse piano.

Keith lo guardò, inarcando un sopracciglio. “Sai, anche lui non mi dispiace.”

Il sorriso di Lance era piccolo e sincero. “Già, me lo sentivo. Hai quell’aria da cattivo ragazzo degli anni Ottanta.”

“Non capisco se sia un complimento o meno.”

“Sai una cosa? Nemmeno io.” Rise, ma non appena girarono l’angolo la sua risata venne inghiottita dal rumore della pista da ballo.

Era buia con luci intermittenti che illuminavano la folla che si dimenava trasformandola in silhouette. Keith si sentì subito inghiottito da quell’atmosfera, quasi soffocato. L’aria era calda e pesante, e l’energia era abbastanza spessa da poter essere tagliata con un coltello. Riconosceva vagamente la musica grazie ai brani che gli aveva passato Matt, ma gli martellava nel corpo, scuotendogli le ossa e facendo schizzare il suo battito cardiaco alle stelle.

Ci mancò poco che si girasse per andarsene, ma aveva ancora il braccio di Lance attorno alle spalle e si sentì trascinare dietro ai suoi amici. Mentre proseguiva alla cieca, si sentiva le gambe insensibili e rigide. Si fecero strada lungo i bordi e Lance lo lasciò andare per dargli una spintarella e farlo proseguire davanti a lui, dando spallate alla gente per tenere aperto il corridoio che creava Coran. Ma la sua mano rimase sul braccio di Keith, continuando a trascinarlo in avanti. Quando la calca si fece più serrata, si ritrovò addossato a Lance. Con grande sollievo di Keith, Lance non ne parlò.

La consolle del DJ si trovava a metà di uno dei muri della stanza, sopraelevata di qualche gradino rispetto al pavimento. Riuscirono a intravedere solo parte dell’attrezzatura di Matt fare capolino dallo stand, ma lui lo videro perfettamente.

Era chino sulla sua attrezzatura, lo sguardo concentrato con un’intensità e una concentrazione incredibili che Keith aveva visto spesso in Pidge. A essere onesti, i due fratelli si assomigliavano parecchio. Matt era più alto, con una corporatura leggermente più mascolina e una cicatrice sul volto, ma la loro acconciatura era praticamente identica dello stesso color rame-aranciato. Per non parlare del fatto che i loro occhi erano uguali: ambrati, che brillavano di intelligenza, spalancati per la curiosità, acuti per il loro spirito analitico e dolci, pieni di una lealtà immancabile. L’unica differenza stava nell’incapacità di Pidge di nascondere quella sua punta di maliziosità e nel fatto che gli occhi di Matt erano più rilassati e amichevoli.

Il ragazzo aveva le cuffie, che gli scombinavano ciocche di capelli in tutte le direzioni molto più del solito, e muoveva la testa a ritmo, regolando gli indicatori sulla consolle che il pubblico non poteva vedere.

Si fermarono di fronte allo stand, leggermente in disparte, e si riunirono in gruppo. Matt non li aveva ancora visti e Keith dubitava che potesse farlo a meno che non fossero stati loro a rivelarsi. Si immaginava che la folla più o meno si confondesse con l’ambiente quando si stava lì sopra. E che cazzo, la folla era tutta sbiadita perfino per lui e lui c’era dentro.

“Okay.” Disse Pidge, lanciando un’occhiata in direzione del fratello per poi guardare gli altri. Un sorrisino gli decorava le labbra e assottigliò gli occhi, infilando una mano in una delle grandi tasche dei suoi pantaloni per tirarne fuori un grande foglio ripiegato. “Facciamolo. Nessuno si deve tirare indietro. Voglio vederlo imbarazzato su tutta la linea. Niente scuse.”

Procedette ad aprire con metodo e cautela il foglio piegato, mostrando loro un grande cartellone con su scritto “QUEL NERD È MIO FRATELLO” a lettere cubitali con un’orrida tempera dai colori accesi che si illuminava in controluce. Nella penombra, Keith non notava neanche le pieghe del cartellone, anche se era rimasto piegato per così tanto tempo.

“Ma dove lo tenevi?” Gli domandò Keith, guardandolo con curiosità.

Pidge scrollò le spalle. “I miei pantaloni hanno delle tasche grandi.”

“Quello è glitter?” Chiese Lance, sporgendosi per controllare il cartellone.

Pidge ghignò. “Puoi scommetterci. È stata un’idea di Hunk.”

Lance si allontanò, annuendo, e diede una pacca sulla spalla di Hunk. “Ottimo gusto, amico.”

Hunk incrociò le braccia al petto e sorrise. “Grazie. Non sapevo se si sarebbero notati con questo tipo di illuminazione, ma ho pensato che valeva la pena tentare.”

“È un bel tocco.” Concordò Lance.

Allura ridacchiò, nascondendo il sorriso dietro la mano. “Un lavoro decisamente brillante, Pidge.”

Coran si arricciò pigramente un baffo, abbracciandosi il torso con un braccio, e ghignò. “Concordo. Assolutamente impeccabile.”

Pidge fece loro un piccolo inchino. “Faccio del mio meglio.”

Shiro osservò la scritta, massaggiandosi il mento, pensieroso. “È orribile.” Disse, impassibile, ma un ghigno si fece lentamente strada sulle sue labbra. “Lo adoro.”

Pidge era raggiante. “Sapevo che ti sarebbe piaciuto.”

E poi si misero all’opera per mettere in imbarazzo Matt.

Al segnale di Shiro, e seguendo le direttive di Pidge, si fecero tutti avanti e iniziarono a urlare con voce stridula. Pidge si arrampicò sulle spalle di Hunk e alzò il cartellone tenendolo sopra la testa, urlando: “QUEL NERD È MIO FRATELLO! QUELLO È MIO FRATELLO!”

Matt sollevò la testa di scatto e il modo in cui spalancò gli occhi fece morire dal ridere. Gli cadde la mascella e li fissò con orrore. Si immobilizò, una mano sulle cuffie e l’altra poco sopra uno dei bottoni della consolle.

Hunk si dondolava a ritmo di musica tenendo Pidge per le gambe per non farlo cadere, e ondeggiava i fianchi tenendo Pidge in equilibrio. Shiro unì le mani e incrociò le dita tra loro, sotto l’altezza del mento, e unì le ginocchia flettendo appena le gambe per poi emettere il gridolino più stridulo che Keith gli avesse mai sentito fare. Si dimenava come se fosse un personaggio di un cartone animato e faceva le smorfie a Matt. Avrebbe dovuto imbarazzare il suo compagno di stanza ma, in tutta onestà, neanche Keith non ne era immune. Lance e Allura si presero per le mani e saltellarono su e giù lanciando urletti, indicando Matt e ridacchiando. Poi, svennero entrambi con fare teatrale, una mano al petto e l’altra sulla fronte. Con le gambe dritte come dei pali, si lasciarono cadere all’indietro. Allura cadde tra le braccia pronte di Coran, che la prese, lasciando che lei si appoggiasse al suo petto, e poi si portò una mano alla fronte, decantando cose su Matt ad alta voce in modo fin troppo teatrale.

Lance si lasciò cadere proprio verso Keith e se non fosse stato per i loro settimanali esercizi sulla fiducia, il ragazzo forse non sarebbe riuscito a prenderlo in tempo. Ma il modo in cui si fece avanti per prendere Lance da sotto le braccia gli venne del tutto automatico, senza esitazione alcuna. Lance inclinò la testa all’indietro e interruppe per un momento la sua sceneggiata per rivolgergli un sorriso.

“Sapevo che potevo fidarmi di te, partner.” Disse, e gli fece l’occhiolino. Keith sentì il suo corpo irrigidirsi e il cuore martellargli nel petto, mentre il respiro gli si impigliò in gola. Ma Lance si era già rimesso in piedi da solo e aveva raggiunto gli altri per continuare lo scherzo.

Dopo un paio di momenti, Matt si riprese finalmente dallo shock. Fece un sospiro e, anche se non potevano sentirlo, lo videro nel modo in cui le sue spalle si rilassarono. Si portò una mano al volto, coprendolo per la maggior parte, e si voltò per nascondersi, anche se Keith riuscì a intravedere i segni rivelatori di un sorriso.

Dovette tornare al suo lavoro quasi subito, però, e li salutò con la mano, tenendo sempre un’occhio sulla sua attrezzatura e sullo schermo del suo computer.

“TI AMO, BRO!” Urlò Pidge, forte abbastanza da farsi sentire, e sventolò il cartellone un’ultima volta.

Matt gli fece il medio, ma rideva.

Quando Pidge ebbe piegato e rimesso in tasca il cartellone, il gruppo si infilò nel cuore della folla. Keith li seguiva tenendosi vicino, sentendo il petto stretto in una morsa e il respiro debole e corto. Riuscirono a ritagliarsi una parte della pista per loro e formarono un piccolo cerchio.

Alla fine dei conti, non era poi così terribile come Keith se l’era immaginato. Il gruppo stava in cerchio, muovendosi per saggiare il ritmo, momento in cui Keith si sentì fin troppo rigido. Ma poi Lance entrò nel cerchio e iniziò col fare la Sprinkler Dance completa di mano dietro la testa e l’altro braccio teso che si muoveva a scatti seguendo il ritmo. Fece una smorfia a Hunk, dall’altra parte del cerchio, e lui rise per poi copiarlo. Non ci volle molto perché tutti facessero quella stessa ridicola mossa di ballo e Pidge colpì Keith con l’anca fino a quando anche lui non si unì, riluttante.

 

Quando tutti resettarono il movimento nello stesso momento ed emisero vari suoni da spruzzatore, Keith non riuscì a trattenere una risata. E così, la tensione che sentiva si sciolse.

Chissà come, si instaurò un gioco senza che si mettessero d’accordo a parole. Uno a uno, a turno, si dovevano esibire in qualche mossa di Party Dance che gli altri poi dovevano copiare. Dato che era stato Lance a iniziare, toccò ad Allura, di fianco a lui. Lei non perse tempo e mise le mani avanti come se stesse nuotando e fece qualche bracciata per poi tapparsi il naso e ondeggiare un braccio in alto, abbassandosi un poco piegando le ginocchia.

Coran fece delle mosse cliché da Disco Dance. Hunk si esibì nel Running Man. Shiro fece la scimmia. Pidge il robot, anche se lo fece decisamente peggio e molto più banale di quanto sapeva farlo in realtà. Quando toccò a Keith, per un momento lo prese il panico alla vista di tutti quei sorrisi e sguardi pieni di aspettativa, ma poi si mise a fare il Cabbage Patch Dance, esitante. Lance piegò la testa all’indietro e rise, lasciandosi prendere dal ballo e colpendo Keith con l’anca.

Keith si sentiva le guance dolere da quanto sorrideva.

Si domandò perché si fosse aspettato che tutti preferissero ballare con un classico stile da discoteca. Il suo gruppo di amici… loro preferivano di gran lunga divertirsi che farsi vedere. Davano tutti loro stessi nel ballo ogni giorno. Invece, erano lì per divertirsi, rendendo il tutto uno spettacolo.

E per come si erano disposti in un cerchio compatto, dando la schiena alla folla che li circondava, sembrava che si trovassero in un’isoletta in mezzo a un mare di sconosciuti. Keith riusciva senza problemi a non curarsi di ciò che lo circondava e rilassarsi con i suoi amici.

Il giocò continuò e quando finirono le mosse da Party Dance, iniziarono a inventarsele. Poi la canzone cambiò, un mix dei remix di Matt di canzoni famose insieme a qualche suo mix originale. Keith non li riconobbe tutti, ma gli trasmettevano la stessa sensazione: quella che li spingeva ad andare avanti, che faceva muovere i loro corpi di loro iniziativa, un ritmo che palpitava costantemente.

Poi il gioco finì e il loro cerchio si sciolse, e tutti iniziarono a ballare da discoteca come Keith temeva. Ma… alla fin fine non si rivelò così male. Lance e Pidge si ritrovarono chissà come l’uno vicino all’altro e ballarono insieme in uno stile che era decisamente di Pidge: movimenti precisi e veloci, scattosi eppure armoniosi nell’insieme. Keith ne fu… leggermente impressionato. Non pensava che Lance potesse ballare a quel modo. A dirla tutta, era proprio bravo.

Allura e Coran ballarono in coppia con movimenti selvaggi, turbinanti e drammatici che costrinsero la gente a spostarsi per fare loro spazio. Coran scoppiava di energia come tutte le altre volte in cui Keith l’aveva visto ballare e Allura lo seguiva splendidamente, con quel suo tocco grazioso che era inconfondibilmente suo. Shiro e Hunk lo accerchiarono, dandogli qualche colpetto con le anche. Si dondolavano semplicemente avanti e indietro, spostando il peso a ritmo e lasciando che fosse questo a controllare i loro movimenti in modo discreto seppur deciso. Keith si unì a loro. Rispetto a quanto facevano di solito, quello lo si poteva a malapena definire ballare. Era una sorta di… muoversi a ritmo, ma ogni mossa gli permetteva di mimetizzarsi con l’ambiente.

E a dirla tutta, era difficile cercare di non muoversi affatto. Il ritmo era trascinante, cantava nelle sue vene e praticamente lo supplicava di muoversi, non importava come, toccando le sue corde, facendo ondeggiare il suo corpo e muovere la testa a ritmo. Keith non sapeva bene cosa fare con le braccia, quindi le lasciò ricadere lungo i fianchi, facendo fare loro piccoli movimenti imitando Hunk.

Shiro iniziò a ballare il twist e Keith emise un verso frustrato, piegando la testa all’indietro e passandosi la mano sul volto. Hunk rideva e non gli ci volle molto per copiare Shiro. Si ammassarono su di lui fino a quando non ebbe altra scelta se non lasciarsi andare, ridendo.

A un certo punto, Shiro e Allura si separarono dal gruppo, ballando vicini e sensuali a ritmo di musica, i corpi che ondeggiavano insieme, scambiandosi dolci carezze. Si guardarono negli occhi quasi tutto il tempo. Erano teneri e in qualche modo riuscivano a essere dolci, senza quella atmosfera sconcia che aleggiava attorno ad altri ballerini intorno a loro. Riuscirono a renderlo un momento privato, a tal punto che sembrava quasi scortese interromperli, quindi il resto del gruppo distolse lo sguardo per far sì che continuassero da soli.

Keith osservò con divertimento Pidge che cercava di insegnare a Coran qualche sua mossa da robot. Non gli venivano male, ma gli mancava la fluidità che ci incorporava Pidge. Un movimento catturò la sua attenzione e notò Lance che si piegava in due, saltellando all’indietro con movenze ampie fino ad arrivare a strusciare il culo con quello di Hunk in un modo troppo divertente. Il ragazzone si limitò a ridere, tentando di spingerlo via, ma Lance continuava a scuotere il culo. Keith rise, incapace di trattenersi. Il suono venne inghiottito dal rumore che riempiva la pista da ballo, ma sembrò che Lance l’avesse comunque notato. Con uno sguardo malizioso, concentrò la sua attenzione su Keith e dondolò le sopracciglia, raddrizzando la schiena. Fece finta di far girare un lazo e lo lanciò verso Keith, che si limitò a fissarlo, per niente colpito.

Lance, che non era certo il tipo da farsi intimidire quando Keith non reagiva, fece dei saltelli in avanti tenendosi alla corda invisibile. Continuò finché non fu di fronte a lui, sorridendo profusamente, e anche se ci provò, Keith non riuscì a smussare il suo sorriso divertito.

Poi, Lance scivolò di colpo in avanti, le mani protese per afferrare Keith per le anche. Il suo tocco non era esitante, ma era comunque leggero e gentile, e non fosse stato per il calore dei suoi palmi e la flebile pressione delle sue dita, Keith avrebbe dubitato che lo stesse toccando affatto.

Per un attimo, si dimenticò come respirare.

Lance si piegò in avanti, il suo respiro gli solleticò i capelli vicino alle orecchie quando parlò. “Devi rilassarti.” Disse, il tono di voce fin troppo basso per farlo sentire a suo agio. Keith sentì qualcosa stringersi nel petto, un brivido gli corse lungo la schiena facendogli arricciare le dita dei piedi. Si erano già trovati così vicini, soprattutto durante le lezioni settimanali di Shiro e Allura, ma quella volta era diverso. Non stavano provando una coreografia. Esistevano e basta… insieme, lì. Stargli così vicino era stata una scelta cosciente di Lance e la vicinanza gli rendeva difficile pensare.

Quindi, Keith si tirò indietro. Non fisicamente. Non pensava di riuscire a tirarsi indietro fisicamente. Ma mentalmente sì, stipando tutte le sue emozioni caotiche per un momento con un cipiglio duro sul volto. O perlomeno, tentò di fare quella faccia. A giudicare dalla reazione di Lance, forse gli era uscito più un broncio.

Sono rilassato.” Disse, sulla difensiva.

Lance si era già scostato per guardarlo, un piccolo sorriso che aleggiava sulle labbra, ma a quelle parole piegò la testa all’indietro e rise. La sua presa sui fianchi di Keith si fece più salda e tentò con forza di farglieli muovere avanti e indietro. “Ma sei ancora rigido!” Disse, e i suoi occhi trovarono quelli di Keith. Erano scuri in quella luce soffusa, ma di tanto in tanto una delle luci intermittenti gli passava sul volto, riflettendo le sue iridi e donandogli una profondità accecante.

Ghignava ancora, ma con una punta di divertita tenerezza che Keith non sapeva come gestire, quindi si limitò ad aggrottare le sopracciglia. “Non è vero.”

“Sì, invece!” Ribadì Lance, lasciando andare i suoi fianchi e indietreggiando di un passo. Keith si sforzò di non rimpiangere l’assenza del suo tocco. Poi, Lance gli afferrò il polso all’improvviso, mettendosi al suo fianco, e estese il braccio libero verso l’esterno. Iniziò un movimento ondeggiante, facendolo scorrere lungo il braccio, le spalle, giù per l’altro braccio e verso Keith. Quando Keith non si mosse, Lance incassò le spalle e mise il broncio. “Keeeith! Hai fatto morire l’onda! Non puoi far morire l’onda!”

E Keith ridacchiò perché era tutto così assurdo e ridicolo e decisamente Lance.

Lance lo rifece e quella volta Keith fece passare l’onda su entrambe le braccia. Dopo una pausa, la fece ritornare indietro. Lance rise facendola passare attraverso di lui e quando raggiunse la fine del suo braccio libero, lanciò l’onda invisibile a Hunk, che la prese senza esitare, facendola ondeggiare attraverso di sé. La lanciarono agli altri del gruppo come se fosse stata un essere vivente, diventando sempre più teatrali ed esagerati nelle movenze man mano che andavano avanti fino a quando non si misero a ridere troppo per riuscire a continuare.

A un certo punto, finirono per rimettersi di nuovo in cerchio, lasciandolo largo in modo da poter ballare a turno al centro. Quando le persone capirono cosa volevano fare, il cerchio finì col diventare più largo con sempre più persone che si univano a loro. Tutti i suoi amici ballarono a turno al centro. Keith, però, si rifiutò e ogni volta che qualcuno lo incitava lui scuoteva la testa con un sorriso di scuse. Poi, qualcuno si prendeva la pista e ci si dimenticava di lui. Fortunatamente, i suoi amici non lo costrinsero affatto. O già sapevano che non si sentiva a suo agio o lo capivano in fretta.

Sapeva che lo facevano per divertirsi e che era in mezzo ad amici e a persone che probabilmente non avrebbe mai più rivisto, ma non… non riusciva a entrare nel cerchio. Non era… cosa da lui e basta, e per quanto gli sarebbe piaciuto tranquillizzarsi abbastanza da buttarsi, i suoi pensieri facevano fin troppo rumore e gli paralizzavano il corpo, trattenendolo. Avrebbe avuto bisogno di molto più alcol per sentirsi a suo agio.

Lance, al contrario, stava decisamente vivendo il momento. Si buttava al centro più spesso che poteva, lasciando al tempo stesso il turno anche ad altri. Arrivò perfino a sfidare alcune persone nel ballo. Quello era il suo elemento e lì era dove poteva brillare, sotto le luci sfavillanti e colorate della discoteca, circondato da persone che lo incitavano; lì, dove il freestyle regnava sovrano.

E lì, Lance era il Re e Keith non poteva fare altro che guardare, cosciente del fatto che non sarebbe mai riuscito a toccare quella luce.

Fu durante la performance di Coran, mentre piroettava per il cerchio che si era allargato per lui, scalciando, con i piedi piegati in modi assurdi, alzandosi e ricadendo sulle ginocchia così veloce da lasciare il pubblico a bocca aperta, che Lance lo tirò per il braccio. Keith non oppose resistenza, impotente, mentre Lance lo trascinava tra la folla.

E fu così che ritornarono al lounge, appoggiati al bancone, a ordinare un altro giro di drink. Keith era sollevato da quel cambio di ambiente, anche se non riusciva a smettere di chiedersi perché Lance avesse trascinato lì lui tra tutti. Sapeva già della regola degli amici grazie a Hunk, ma non pensava che Lance avrebbe scelto lui come compagno di bevute. Si chiese se aveva capito che aveva bisogno di una pausa. Oppure si stava illudendo troppo? Non ne era sicuro. Ingollò una lunga sorsata di rum e cola non appena glielo piazzarono di fronte. Tutto quel pensare gli faceva male alla testa. Perché non poteva semplicemente passare una bella serata fuori con i suoi amici senza perdersi in pensieri senza senso quando aveva Lance vicino?

Infatuarsi faceva schifo.

“Come fai a bere una roba simile?” Gli domandò Lance, posando entrambi i gomiti sul bancone, sorseggiando il suo drink. Teneva un piede sulla sbarra sporgente attaccata alla parte inferiore del bancone. Le sue labbra erano sollevate da un lato, rivolgendogli un piccolo sorrisino.

Keith scrollò le spalle e si girò per poggiare di nuovo la schiena al bancone, un gomito piegato all’indietro poggiato al piano. “È semplice, piacevole ed è buono.” Disse, guardando il suo drink, mescolandolo nel bicchiere di plastica.

Lance fece una risata nasale, osservandolo da sopra il bordo del suo bicchiere per nascondere il sorriso. “È solo rum scadente e coca cola, amico.”

Keith annuì e ripeté: “È semplice, piacevole ed è buono.” Poi gli lanciò un’occhiata di sbieco e un sorrisino si fece strada sulle sue labbra. “E poi, è meglio del tuo.”

“Um, scusami?” Disse, sollevando il suo bicchiere di poco e usandolo per indicare Keith. “La vodka al mirtillo rosso è un classico.”

“Come il rum e cola!”

“Sì, ma i mirtilli sono più fruttosi e buoni e fanno bene.”

“Ma la vodka sa di alcol etilico.”

“Ah, ma il sapore viene furbamente camuffato dal succo di mirtillo rosso.”

Keith arricciò le labbra. “Ne dubito.”

“No, fidati! Provalo!” Gli ficcò praticamente il drink in mano, quindi Keith fece come gli era stato detto e ne bevve un sorso.

Arricciò ancora di più le labbra e glielo restituì di botto, tossicchiando. “Rimango della mia opinione.”

“Non sei divertente. Il tuo drink è così noiooooso.”

“Anche il tuo.”

Lance guardò il suo bicchiere, aggrottando le sopracciglia con fare pensoso, le labbra storte. “Immagino che tu abbia ragione.” Poi, alzò la testa di scatto, di nuovo sorridente. “Dovremmo ordinare un drink divertente, allora.”

Keith inarcò un sopracciglio, scettico. “Non… è che conosca così tanti drink divertenti.”

Lance sospirò, lasciando ciondolare la fronte sugli avambracci sul bancone. “Oh mio Dio, Keith, dov’è finito il tuo spirito di avventura?”
“Non ho detto che non avrei ordinato niente, solo che non conosco nessun drink divertente.” Poi si sporse verso di lui, dandogli un colpetto con l’anca. Quando si tirò indietro, non si allontanò di molto. “Scegli tu qualcosa per me.”

A quelle parole, Lance sollevò la testa, sorridente. “Fatta.”

“Niente di schifoso, ti prego.”

“Non lo farei mai.” Poi, assunse un’espressione pensosa, picchiettandosi il mento con un dito. Keith aspettò, sorseggiando il suo drink, e lasciò vagare lo sguardo per il lounge. Era più pieno di prima, ma con sempre meno gente che nelle altre stanze vicine all’entrata della discoteca. Non vide nessuno dei suoi amici, solo persone che non conosceva affollate di fronte al bar. Il che gli forniva una scusa per stare più vicino a Lance. “Idea!” Disse, schioccando le dita e indicando Keith. “Un Blue Motorcycle!”

Keith inarcò un sopracciglio, fissandolo di rimando. “Un Blue Motorcycle?”

“Sì!” Ghignò. “A te piacciono le moto, giusto?” Keith annuì, esitante. “Quindi dovresti prenderti un drink che nel nome ha una moto!”

“Cosa c’è dentro?” Chiese lui, scettico.

Lance scrollò le spalle. “Non saprei. Un po’ di questo, un altro po’ di quello. So solo che dentro c’è un liquore blu e tequila, ma è buono, credimi.”

Keith non era sicuro se la sua fiducia in Lance comprendesse anche la scelta dei drink, ma decise di dargli una possibilità. “Tu cosa ti prendi?”

Lui sorrise. “Un Long Island Iced Tea.”

“Ha alcol dentro, almeno?”

Lance rise, dandogli una leggera spinta. “Certo che sì, stronzo.” Sollevò il bicchiere, gli occhi che scintillavano da sopra il bordo. “A chi finisce prima!”

Keith sollevò il suo. “Sono pronto.”

Lance finì il suo drink per primo e Keith diede la colpa al fatto che lui doveva ingollare della soda, mentre Lance del ghiaccio. Ordinarono i loro nuovi drink e Keith ne fu piacevolmente sorpreso, ma si finse scettico solo per punzecchiare Lance.

Perse la cognizione del tempo. Rimasero al bancone invece di tornare ai divanetti. Un paio dei loro amici arrivò e se ne andò, prendendo un drink e chiacchierando con loro per poi tornare alla pista da ballo. Lance e Keith rimasero lì. Parlarono di tutto e niente, dandosi qualche spinta scherzosa, e finirono l’uno con il braccio addosso all’altro per la gente che continuava ad affluire al bar. Si fecero qualche altro drink e Keith iniziò a sentirli. La vista si era fatta sfocata ai lati e concentrarsi gli era difficile; aveva le guance arrossate e si sentiva molto più sincero e chiacchierone; si sentiva gli arti come staccati, insensibili. Non sembrava che Lance se la passasse tanto meglio.

Stavano discutendo su chi reggeva meglio l’alcol, quando Lance si bloccò a metà frase.

Successe così all’improvviso che catturò l’attenzione di Keith.

Sollevò lo sguardo proprio quando stava per bere un sorso dal bicchiere, le sopracciglia sollevate per la curiosità. Lance era lì in piedi, gli occhi spalancati e fissi su qualcosa dietro la spalla di Keith. Teneva la mascella morbida, le labbra spalancate, e lo shock era palese in ogni parte di lui.

Keith aggrottò le sopracciglia, strigendo le labbra in un piccolo broncio. Girò la testa, ma non vide niente a parte persone. Nessuno che riconosceva e di certo niente di così strano da far scattare una reazione come quella di Lance. Riportò lo sguardo sul ragazzo, che non si era mosso. A occhio, sembrava che non stesse neanche respirando. Non era semplice shock o sorpresa, c’era qualcosa di… simile a paura nei suoi occhi. Un livello di vulnerabilità che Keith non gli aveva mai visto. Lo preoccupava e si sentì lo stomaco stretto in una morsa.

“Lance?” Disse, la voce bassa e insicura. Poi parlò più forte, sventolandogli una mano di fronte alla faccia. “Lance.”

Il ragazzo si rirprese, riportando di scatto lo sguardo su Keith e concentrandosi su di lui. Richiuse la bocca di scatto, aggrottando le sopracciglia. Aprì la bocca un paio di volte, come se stesse cercando di parlare senza sapere bene cosa dire.

Quando riuscì finalmente a ritrovare la parola, la sua voce era cautamente neutrale, nascondendo appena l’increspatura che la spezzava. “Scusa, io, uh… devo andare.” Gli uscì di fretta, smozzicato, e si scostò di slancio dal bancone e dal suo bicchiere vuoto per metà.

Riuscì a fare a malapena un passo prima che Keith lo afferrasse per un braccio, fermandolo con uno strattone. Lance si voltò, gli occhi spalancati e il volto pieno di emozioni che riusciva a malapena a contenere, ognuna che lo investiva troppo veloce scontrandosi con le altre, tutte indefinite. Keith aggrottò le sopracciglia, lo sguardo serio e indagatore. “Lance, cosa c’è che non va?”

“Niente, non è… non è niente.” Si liberò con tecnica e cautela dalla stretta di Keith sul suo braccio, rivolgendogli un sorriso di scuse mentre si allontanava. “È solo che… devo trovare Hunk, adesso. Starò… Va tutto bene. Ci vediamo dopo, okay?” Gli aveva già dato le spalle, nascondendo qualunque emozione si fosse palesata sul suo volto, e si tuffò nella folla con un’urgenza irrequieta che lasciò Keith vacillante a fissarlo, gelato sul posto per la sorpresa.

Non era sicuro di quanto fosse rimasto fermo in piedi, ma fu abbastanza perché la gente iniziasse a farsi strada oltre lui per raggiungere il bancone. Si iscurì in volto, aggrottando le sopracciglia, e fissò il suo drink. Non lo voleva più. Il suo sapore gli si era inacidito in bocca alla partenza improvvisa di Lance. Si stavano divertendo. Si stava… si stava divertendo per davvero. E anche se era abbastanza certo di non essere la causa di qualunque cosa avesse fatto impazzire Lance, gli rompeva che non gli avesse neanche detto cosa ci fosse che non andava. Se ne era semplicemente… andato. Non stavano forse legando? Perché non si fidava a dirgli… qualunque cosa fosse?

Strinse i denti, serrando la presa sul bicchiere vuotandone il contenuto. Non aveva sapore e bruciava più del dovuto, ma l’aveva pagato, quindi tanto valeva.

Quando ebbe finito, lasciò il bicchiere sul bancone e partì alla ricerca di Lance.

Trovò prima Shiro. Suo fratello aveva avuto il permesso di salire sulla postazione del DJ e Matt gli stava mostrando tutto. Keith vide il sorriso sul suo volto mentre gli indicava con fierezza questo e quello, le labbra che si muovevano pronunciando parole che non poteva sentire. Shiro osservava il tutto con il suo paio di cuffie addosso, seguendo i gesti di Matt con gli occhi. Sembrava ammirato. Keith agitò la mano per catturare la loro attenzione e Shiro si sporse, togliendosi una delle cuffie dall’orecchio per ascoltare il fratello che gli urlava qualcosa. Gli chiese se avesse visto Lance, ma dovette ripetersi parecchie volte prima che Shiro riuscisse a capirlo. Gli rispose scuotendo la testa, ma gli indicò Allura e Coran. Poi, rivolse a Keith uno sguardo incuriosito, ma lui lo salutò e si girò, andandosene.

Allura e Coran erano in piedi in fondo alla stanza, i drink in mano, poggiati al muro mentre chiacchieravano. Alzarono entrambi lo sguardo, rivolgendogli un sorriso smagliante quando lo videro avvicinarsi. Keith cercò di ricambiare, ma non se la sentiva. Gli domandò se avevano visto Lance e la loro espressione si ridimensionò un poco. Coran gli disse che era passato di lì poco prima e aveva afferrato Hunk per poi tirarlo fuori dalla stanza. E che sembrava sconvolto.

Allura gli consigliò di controllare i bagni, e così fece.

Scoprì che la discoteca aveva diverse zone bagno in posti diversi e non solo gli ci volle un po’ prima di trovarli, ma Lance non era nei primi che trovò né nei secondi.

Trovò Pidge fuori dai terzi, poggiato al muro a metà tra l’ingresso dei bagni degli uomini e delle donne, le braccia incrociate al petto e un cipiglio duro sul volto. Scoccava occhiatacce taglienti a tutti i passanti, continuando a fissarli fino a quando questi non distoglievano lo sguardo. Così fuori contesto, sembrava che Pidge si stesse passando una brutta serata. Sapendo che probabilmente Lance era nel bagno, sembrava più un bodyguard incazzato e la sua statura minuta non toglieva niente a quell’immagine.

La sua espressione non cambiò quando scorse Keith.

“Ehi.” Disse lui, fermandosi di fronte all’amico.

Pidge grugnì, sollevando appena il mento in saluto. “Ehi.”

Keith fece un cenno verso la porta del bagno. “Lance è lì dentro?”

Pidge abbassò di poco il mento, rendendo più cupa la sua espressione. “Sì.”

Keith fece un passo in avanti, allungando la mano.

“No.” Il suo tono tagliente lo bloccò a metà gesto, immobile con una mano sulla porta. Si girò con le sopracciglia aggrottate. Pidge ricambiò il suo sguardo, gli occhi freddi e le sopracciglia aggrottate. Teneva le labbra arricciate in una piccola smorfia e Keith riconobbe quel volto. Pidge era incazzato ma anche protettivo, pronto a scagliarsi su qualunque cosa minacciasse quello che stava proteggendo. In questo caso, Lance.

Si fissarono e nessuno dei due si mosse fino a quando qualcuno non cercò di passare oltre Keith, che si fece da parte per lasciare che il ragazzo entrasse nel bagno. Riuscì a scorgere solo un angolo piastrellato e non il bagno in sé. Non vide Lance, ma sentì la sua voce e quella di Hunk prima che la porta si richiudesse e le loro parole si perdessero di nuovo, attutite. Keith si avvicinò a Pidge, copiando la sua posizione contro il muro, le braccia conserte.

“Che succede, Pidge?” Domandò, e per un attimo pensò che non avrebbe ricevuto risposta, ma Pidge sospirò, abbassando le spalle.

“Non è… non spetta a me dirtelo.”

“Pidge.”

“Senti, so che sei preoccupato. No, non negarlo, Keith. Te lo leggo in faccia. Tutti lo siamo. È solo che… Lance ha visto qualcuno che non era pronto a rivedere e che nessuno di noi si aspettava di rivedere così presto e… lei l’ha fatto stare davvero male.”

Keith si arruffò, la schiena tesa contro il muro. Era freddo, lo sentiva perfino attraverso la sua maglietta. Lui era freddo ed era uno strano contrasto con il calore della discoteca e dell’alcol che gli scorreva nelle vene. “Una sua ex, non è vero?” Cercò di mantenere un tono casuale e neutrale, ma gli uscì fin troppo attutito e rigido perché potesse essere anche solo una delle due cose.

Pidge annuì. “Già.”

“È forse quella che ha rotto con lui prima del suo ventunesimo compleanno? Me l’ha raccontato Hunk.”

Lo stava guardando, quindi vide Pidge arricciare le labbra in un piccolo e subdolo sorriso. “Te l’ha raccontato Hunk?”

Keith scrollò le spalle, strisciando il braccio contro quello di Pidge nel mentre. L’amico si poggiò a lui in cerca di conforto. Keith si sporse verso di lui a sua volta. “Mi ha detto poco. Mi stava raccontando della sua prima volta in discoteca.”

“Ah, quello. Sì, non è stato molto divertente.”

“Così ha detto.” Ci fu una lunga pausa prima che riuscisse a dire: “Quindi… questa ex…?”

Il sorriso di Pidge si dissolse all’istante e si fece scuro in volto. “Non fraintendere. Gli è passata da un pezzo, ma… lei gli ha tirato davvero un brutto scherzo, lui teneva fin troppo a lei, facevano schifo a parlarsi ed è finita male. Questa storia l’ha lasciato a pezzi per un po’, ma si è ripreso, è solo che… non era pronto a rivederla. Lo ha colto alla sprovvista e ha fatto riaffiorare un sacco di brutti ricordi.”

“Forse posso-”

“No.” Disse Pidge brusco, interrompendolo. Scosse la testa, sospirando, e riprese con voce più bassa. “Ha solo… Ha solo bisogno di un momento, Keith. Non vuole che nessuno lo veda in questo stato. Non vuole che pensi male di lui-”

“Non lo farei mai!”

“Lo so, Keith, ma… lasciagli un momento per ricomporsi. Verrà a cercarci quando sarà pronto.”

Keith sospirò e distolse lo sguardo. “Va bene.” Lo capiva. Davvero. Ma questo non gli impediva di volersi fare strada lì dentro a gomitate e… non era sicuro per fare cosa. Cosa poteva fare? Non sapeva come consolare le persone, figurarsi Lance. Non sapeva di cosa potesse avere bisogno o cosa potesse farlo sentire meglio. Però il ricordo del suo volto continuava a galleggiare nella sua mente e odiava vederlo a quel modo. Eppure… sapeva che non poteva farci niente.
A dirla tutta, avrebbe voluto andare a cercare quella sua ex e dare una bella occhiata al mostro che aveva ridotto Lance, il bellissimo, smagliante e sorridente Lance, così.

E forse darle un pugno in faccia.

Ma quello probabilmente era un pensiero indotto dall’alcol.

Forse anche lui aveva istinti protettivi, dopotutto. Sicuramente avrebbe voluto tirare un pugno a chiunque riuscisse a fare del male a Pidge o Shiro o perfino Matt. Non gli piaceva rimanere a guardare mentre qualcuno faceva soffrire i suoi amici, anche se si trattava di qualcosa successo anni prima di averli conosciuti. Che gli piacesse o meno, infatuazione a parte, Lance era suo amico. Anche se… poteva benissimo essere l’infatuazione mista all’alcol che gli faceva pensare che avrebbe fatto di tutto per vedere Lance sorridere di nuovo.

Ma avrebbe dovuto aspettare fino a quando Lance non se la sarebbe sentita.

Odiava aspettare.

“C’è qualche motivo in particolare per cui stai aspettando qui fuori?” Gli chiese.

Pidge scrollò le spalle. “Non proprio.” Ed ecco tornare quel piccolo sorriso subdolo. “Forse sto solo sperando che Nyma debba andare in bagno, così le potrei dire tutto quello che penso.”

“Non dovremmo aspettare da qualche altra parte per lasciare a Lance un po’ di spazio?”

A quelle parole, Pidge sospirò, afflosciando i suoi arti. “Credo di sì. È solo che… mi preoccupa.”

Keith gli passò una mano attorno alle spalle, tirandolo a sé. “Anche a me.” Ci fu un lungo silenzio, e anche se avevano entrambi concordato sul fatto che non dovevano aspettare lì fuori, nessuno dei due accennò ad andarsene. Keith si schiarì la voce. “Sai… Matt ha lasciato salire Shiro sulla postazione da DJ.”

Pidge fece scattare la testa verso di lui così velocemente che Keith era sicuro si fosse preso un colpo di frusta. “Cosa? Mi aveva detto che ci sarei salito io per primo!”

Così si ritrovò a seguire un Pidge piccolo e arrabbiato che si faceva largo a passi pesanti tra la folla. Lanciò un’ultima occhiata dietro la spalla, masticandosi il labbro inferiore. Si augurò che Lance stesse bene.

***

Lance non stava bene. Neanche lontanamente. Neanche alla lontanissima. Neanche da chilometri e chilometri e…

“Che cazzo è venuta a fare qui, Hunk?” Gemette, inclinando la testa all’indietro fino a quando non colpì le piastrelle. Era seduto sul pavimento del bagno degli uomini, e sì, che schifo, ma era ubriaco e sconvolto e le sue gambe non volevano scomodarsi a reggerlo in quel momento.

Hunk era accucciato di fianco a lui, evitando con attenzione di poggiare ginocchia o chiappe sul pavimento del bagno. Saggio. Si teneva in equilibro con una mano al muro, l’altra poggiata sulla spalla di Lance. Quel contatto sicuro e gentile lo teneva ancorato alla realtà ed era un sostegno di cui aveva davvero bisogno.

“Non saprei, amico.” Disse Hunk, la voce calma e rassicurante per i nervi a pezzi di Lance. “Forse è tornata a casa per fare visita alla sua famiglia? Non sarebbe poi così strano.” Ah, eccolo. La voce della ragione, come al solito. E a volerla pensare con logica, certo, aveva senso. Ma in quel momento, Lance non era un grande fan della logica.

“Ma perché è qui?” Disse con più enfasi, indicando con gesti ampi il bagno e la discoteca tutt’intorno.

Hunk scrollò le spalle, dandogli un minuscolo accenno di sorriso. Lance sapeva che non se la sentiva, ma stava cercando di sorridere per lui come se fosse l’ultima ancora a impedirgli di naufragare nella caotica tempesta delle sue maledette emozioni. “È sempre stata molto più festaiola di noi. Non mi sorprende che sia qui.”

“Ma Huuunk.” Si lamentò Lance, sollevando il capo per fissarlo, le sopracciglia aggrottate e il labbro inferiore in fuori. Gli tremava e non per fare scena. I suoi occhi erano ancora rossi per le poche lacrime che aveva già versato. “Perché stasera? Non è giusto. Sembrava felice! Come se tutto quello che è successo non l’abbia neanche toccata! Come se non pensasse per niente a me!”

A quelle parole, Hunk aggrottò la fronte, ma più per riflettere che per altro. “Ma Lance… tu eri felice fino a quando non l’hai vista, giusto?”

“Beh, sì, ma-”

“E tu pensi a lei tutto il tempo?”
“No, ma-”

“Allora qual è il problema?”

Lance sbuffò e incrociò le braccia al petto, distogliendo lo sguardo. “Perché la difendi?” Borbottò, accusatorio.

“Cosa? Non la difendo affatto!” E quando Lance gli rivolse un’occhiata, vide l’espressione offesa di Hunk. Lui sospirò e scosse la testa, e serrò la presa sulla spalla dell’amico. Quando parlò, la sua voce era più bassa e servì a calmarlo. “Non la sto difendendo, amico. Sai cosa pensavo- cosa penso su di lei. Sai che non mi è mai piaciuta fin dall’inizio.”

“Sì, lo so.” Borbottò Lance, incapace di nascondere il sorriso ironico che gli curvava le labbra. Dopo che il peggio era passato, Hunk non aveva esitato a fargli il suo discorsetto sul ‘te l’avevo detto’.

“Quindi sai che non la difenderei mai dopo quello che ti ha fatto. Quello che sto cercando di dire è che non dovresti sentirti così!” Gli premette un dito sulle labbra quando Lance aprì la bocca per protestare, zittendolo a meraviglia. Lance aggrottò la fronte. “Non dico che non hai il diritto di essere sconvolto, perché ce l’hai, ma te la sei tolta dalla testa, amico. Non pensi a lei, l’hai dimenticata, ti è passata sotto molti aspetti e sarebbe stupido se ti rovinassi la serata solo perché c’è anche lei. Non si merita di avere questo potere su di te, Lance. Non darle questa soddisfazione. Non lasciare che ti deprima.”

Lance sollevò lo sguardo, gli occhi che gli bruciavano e la vista tremolante – e oh dio, stava per piangere di nuovo. Ma questo non gli impedì di rivolgere al suo migliore amico un piccolo sorriso, sussurrando: “Grazie, Hunk.” E la sua voce si incrinò quando caddero le prime lacrime.

Le asciugò in fretta e furia, tirando su col naso il muco che si era accumulato e strofinandosi gli occhi per impedire ad altre lacrime di formarsi. Hunk sospirò, lasciando perdere la sua lotta contro il pavimento, e si sedette vicino a lui, passandogli un braccio attorno alle spalle. “Figurati, amico. Butta tutto fuori. Quando ti sarai calmato torneremo dagli altri.”

Lance si poggiò a lui, gemendo: “Oh dio, Keith si starà sicuramente chiedendo che cosa cazzo c’è che non va in me.”

“Sono sicuro che capirebbe. È molto più gentile di quanto gli dai credito.”

“Ho letteralmente panicato e sono scappato via! Ci stavamo divertendo, Hunk! E ho rovinato tutto!”

“Non hai rovinato niente, Lance. Sono sicuro che è solo preoccupato.”

“Che è peggiooo.”

Hunk strinse il braccio attorno a lui, cullandolo piano. “Siamo tutti qui per te, amico. Anche Keith.”

“Non voglio parlargli di Nyma…” Borbottò, spalmando la faccia contro la spalla di Hunk.

“Non devi farlo.”

“E se me lo chiede?”

“Digli che non sei pronto a parlarne e basta. Sono sicuro che capirà.”

“Forse…”

Non voleva affatto parlare a Keith dei suoi problemi, figurarsi di quelli con la sua ex. Soprattutto perché era successo circa un anno fa e a quanto pare ci impazziva ancora… Ma non era giusto. Non gli importava. Non gli importava davvero. L’aveva dimenticata ed era andato avanti, proprio come aveva detto Hunk. L’aveva solo… colto alla sprovvista. Non si aspettava di vederla e quando l’aveva vista… tutte le emozioni che aveva seppellito da tempo erano tornate in superficie con nuova forza. Era stato troppo. Era ancora troppo, ma aveva più controllo di sé ora che lo shock stava svanendo. Sapeva che si stava comportando in maniera ridicola, nascosto nel bagno per sfuggire a una ex che non voleva più vedere e che probabilmente non voleva avere niente a che fare con lui, e si odiava un poco per averlo fatto.
Quei sentimenti di vergogna e autocritica gli diedero la forza e la motivazione per rimettersi in sesto. Col cazzo che avrebbe lasciato che Nyma gli rovinasse la serata.  Quella sera era dedicata ai suoi amici. Non voleva rovinare neanche la loro di serata. Oddio, entrambe le volte che aveva trascinato Hunk in una discoteca era finita con lui che lo consolava in bagno per colpa di Nyma. Che record da schifo. Si rifiutava di rovinare di nuovo la sua serata.
Si stava divertendo con Keith. Si stava divertendo un sacco, a dirla tutta. Avevano riso e Keith gli era stato così vicino e gli era piaciuto molto riuscire a poggiarsi a lui di tanto in tanto perché ehi, era un ragazzo che amava il contatto fisico, okay? Ma l’aver visto il sorriso di Keith, così vicino e concentrato solo su di lui, gli aveva fatto provare sensazioni piacevoli nello stomaco. Gli veniva difficile credere che quello era il ragazzo che era convinto di odiare solo qualche mese prima.
All’improvviso, non volle altro che stare con Keith. Voleva… voleva trovarlo e tornare a fare quello che stavano facendo e a come era prima che vedesse lei. Voleva bene a Hunk. Davvero. E non avrebbe saputo come spiegare in che modo la sua presenza riuscisse a tranquillizzarlo. E voleva bene a Pidge e adorava come lo volesse proteggere a spada tratta, arrivando a dire che avrebbe cavato gli occhi a Nyma sulla pista da ballo. Aveva degli amici fantastici, davvero, ma voleva semplicemente stare con Keith.
Keith non c’era quando era successa la storia con Nyma. Non gli avrebbe ricordato come si era sentito allora. Era nuovo ed emozionante e Lance pensava che non l’avrebbe guardato con pietà. Sperava con tutto se stesso che non lo avrebbe compatito. Se l’avesse fatto, l’avrebbe sfidato a una gara di ballo e la loro dinamica sarebbe tornata come prima. Gli piaceva la loro dinamica. Lo rassicurava. E anche se si stavano avvicinando, quella strana dinamica di competizione e prese in giro era ancora presente. Non avrebbe potuto chiedere di meglio. In quel momento, era tutto ciò che desiderava. Non sapeva perché, forse era colpa dell’alcol, ma sentiva che ora, in quel momento, Keith era l’unica cosa che l’avrebbe fatto sentire di nuovo normale.

Ma prima di andare a cercarlo doveva rimettersi in sesto.

Non sapeva dire quanto era rimasto in bagno, ma Hunk rimase con lui tutto il tempo, parlando e distogliendolo da tutto come solo lui riusciva a fare. Si beccarono tutta una serie di reazioni. Alcune erano sguardi straniti ai quali Hunk rispondeva con un’occhiataccia fino a quando quelli non guardavano altrove, ma più spesso che no i ragazzi cercavano di parlargli. Erano perlopiù conversazioni divertenti ed erano una distrazione più che gradita.

Un ragazzo barcollò fino al gabinetto, rivolse un’occhiata a Lance e disse: “Troppa vodka. Che succede, bro?” Al che, Lance rispose: “Una ex.” E il ragazzo si limitò ad annuire, perdendo quasi l’equilibrio nel mentre. Poi gli fece un pollice alzato e disse: “Non preoccuparti, amico. Sei un bel ragazzo. Quella stronza deve essere pazza.” Prima di sparire nel gabbiotto del bagno.

Quando uscirono dal bagno, Lance si sentiva molto meglio. Teneva ancora la guardia alta ed era leggermente sul chi vive, ma era pronto e determinato a riportare la serata sul binario giusto. Prima fermata? Il bar. Fu leggermente sollevato dal vedere che Keith non era più lì e convinse Hunk a farsi un giro di shot con lui. Hunk acconsentì con riluttanza e solo dopo avergli fatto promettere che sarebbe stato il suo ultimo drink della serata.

Tre shot di tequila scadente dopo, Lance era pronto. Barcollava leggermente quando camminava, ma sentiva gli arti piacevolmente intorpiditi e la musica che rimbombava dentro di lui, ed era pronto a ballare e dimenticare. Non era che avesse la vista annebbiata, ma gli veniva dannatamente difficile concentrarsi. Mentre gli shot iniziavano a farsi strada nel suo corpo con un pizzicorio, sentì tutti i suoni che si era perso da dentro il bagno travolgerlo tutti in una volta.

Trovarono Keith di fianco alla postazione del DJ che guardava divertito Shiro e Pidge che schiacciavano cose sul mixer, litigando per toccarlo. Ogni volta che Shiro allungava la mano, Pidge gliela schiaffeggiava, lanciandogli un’occhiataccia. Shiro sembrava divertirsi da morire e Matt era lì di fianco a lui, scuotendo la testa e controllando di tanto in tanto il suo laptop.

Non appena vide Keith, il suo campo visivo si restrinse e sentì sciogliersi qualcosa nel petto. Era come se potesse respirare di nuovo, il che era preoccupante dato che non si era accorto di averlo fatto a fatica prima.

Quando lo raggiunsero, Lance gli poggiò il braccio sulla spalla, tenendo l’altra mano sul suo fianco. “Che succede qui?” Disse, fiero di come suonasse conversazionale a dispetto della sua lingua impastata. Fece un cenno verso la postazione del DJ, fissando i tre che erano lì invece di guardare Keith.

Sentì Keith sobbalzare e poi rilassarsi e vide che lo stava fissando, ma non si sentiva ancora pronto per guardarlo negli occhi. Non ancora. Alla fine, Keith distolse lo sguardo. “Pidge era arrabbiato con Matt perché ha lasciato salire Shiro per primo. Credo che ora si sia pentito di averli fatti salire entrambi.”

“Aww, volevo vedere la strumentazione.” Disse Hunk, spuntando dall’altro lato di Lance. Fissò la postazione e borbottò: “Nessuno mi lascia mai toccare la strumentazione.”

Lance gli diede un colpetto sul braccio con la mano libera. “Ogni cosa a suo tempo, amico.” Poi diede una leggera scossa a Keith con il braccio che teneva ancora sulla sua spalla. Non era per niente palese che lo stesse usando per reggersi in piedi. “Quindi, Keithy boy, amico mio, compare, mi sono perso qualcosa?”

Keith scosse la testa, indicando la postazione. “Solo questo.” Poi, Lance notò che si era girato a guardarlo di nuovo ed ebbe paura dell’espressione che avrebbe potuto intravedere. Soprattutto ora che la voce di Keith si era fatta improvvisamente bassa e piena di preoccupazione. “Tutto bene?”

Lance sorrise, di un sorriso piccolo e triste che sapeva non essere riflesso dai suoi occhi, e rispose a voce altrettanto bassa. “Prima no, ma adesso sì. E starò bene.” Si fece forza, mantenendo il sorriso al suo posto, e lo guardò. La preoccupazione che era nella sua voce si rifletteva nei suoi occhi e le sue sopracciglia folte erano appena aggrottate, le labbra strette in una piccola smorfia. Lance sentì qualcosa piroettargli nel cuore e un calore riempirgli il petto. Il suo sorriso si fece appena più genuino e inclinò la testa. “Non preoccuparti, Keith. Sto bene.”

Gli occhi di Keith studiarono i suoi per un momento prima che distogliesse lo sguardo, mordendosi il labbro così sovrappensiero che Lance si chiese se se ne fosse accorto. “Vuoi… parlarne? O che so io?”

A quelle parole, Lance piegò la testa all’indietro e rise. “Keith, amico. Apprezzo il pensiero, ma davvero, no. Sono stufo di parlarne. Voglio solo dimenticarmene e divertirmi, va bene?”

Il volto di Keith si addolcì e Lance sentì che si era rilassato un poco. “Sì, va bene.”

“Quindi andiamo a ballare!” Disse, ritraendo il braccio per poggiargli le mani sulle spalle, girandolo.

Keith piantò subito i talloni a terra, girando la testa con gli occhi fuori dalle orbite per il panico. “Ma che mi dici di-”

“Ci raggiungeranno.”

“Ma-”

“Keith! Siamo ballerini! Siamo in discoteca! Sono stanco di pensare. Divertiamoci e balliamo, e che cazzo.”

Keith era a metà tra l’imbronciato e il panico e, in tutta onestà, era la cosa più carina che Lance avesse mai visto. Aveva degli amici proprio attraenti. “Hunk! Noi andiamo! Ci vediamo in pista!” Urlò da sopra la spalla, e vide Hunk che li guardava con tenerezza, salutandoli con la mano. Si girò giusto in tempo per vedere lo sguardo di supplica che Keith aveva lanciato in direzione di Hunk, e rise.

Alla fine, Keith smise di opporre resistenza e Lance lo superò, prendendolo per il braccio e guidandolo tra la folla. Non credeva che, arrivati a quel punto, Keith lo avrebbe abbandonato, ma toccarlo, sentire la sua presenza dietro di lui, lo rassicurava. Voleva bene a tutti i suoi amici, ma c’era… qualcosa in Keith che lo faceva sentire bene in quel momento e ne aveva un bisogno disperato. Era grato di avere l’occasione di stare solo con lui. Anche se si trovavano nel bel mezzo di una discoteca affollata.
Mentre si faceva strada a spintoni tra la gente con Keith alle calcagna, cercando un buon punto per fermarsi e reclamare quello spazio come loro, le persone di fronte a lui si spostarono e la vide.

Si fermò di botto, immobile, e strinse la presa sul braccio di Keith. Sentì il respiro morirgli in gola.

Era bellissima. Lo era sempre stata, e non importava quante merdate avesse fatto, non importava quanto fosse stato orribile rompere con lei, niente l’avrebbe resa meno bella. Era meravigliosa. Aveva la pelle scura e le macchie di vitiligo dove la pelle era più chiara venivano messe in risalto dalle luci della discoteca. Aveva ancora i dread tinti di biondo, ma il suo colore naturale iniziava a farsi vedere con la ricrescita, conferendole lo stesso doppio tono della sua pelle. Indossava un vestito blu che le fasciava tutte le curve del suo corpo.
Merda, era bellissima e sentì una dolorosa stretta al cuore a quella vista. Era stata sua, un tempo. Le aveva dato tutto, lei non l’aveva voluto e l’aveva fatto a pezzi. E adesso era lì a ridere e sorridere con i suoi amici come se non fosse successo niente. Senza avere la benchè minima idea che lui fosse lì, con il mondo che gli crollava intorno. Hunk aveva ragione, certo. Non dovrebbe lasciarle così tanto potere su di lui perché ormai l’aveva dimenticata. Ma rivederla per la prima volta dopo che si erano lasciati aveva fatto riaffiorare troppe emozioni che credeva scomparse da tempo. Si agitavano dentro di lui in modo spiacevole, lottando con il suo desiderio di dimenticare e basta.

Dio, era un disastro.

Con qualche difficoltà, staccò gli occhi da lei e lasciò andare il braccio di Keith, voltandosi con una giravolta. “Non da quella parte…” Borbottò, incrociando le braccia al petto. Non riusciva a guardarlo, quindi abbassò lo sguardo sperando, pregando, che Keith non gli chiedesse spiegazioni.

Ma ovviamente Keith non era stupido. Non ci voleva un genio per notare il suo repentino cambio di umore.

Quando si arrischiò a sbirciarlo, Keith stava fissando qualcosa dietro la sua spalla, verso dove si trovava Nyma. Non era neanche sicuro che sarebbe riuscito a riconoscerla tra la folla. Non sapeva quanto Keith sapesse. Che cazzo, non era neanche sicuro che sapesse che tutta quella storia era per un problema con un’ex. Ma a giudicare dal suo volto, sapeva quanto bastava.

Teneva le sopracciglia aggrottate, le labbra storte in un broncio, e guardava truce le persone. Il suo sguardo era inamovibile, gli occhi fieri e brillanti, e Lance si chiese se non l’avesse riconosciuta. Stava guardando la ragazza giusta? Sapeva che era una ragazza?

Lance lanciò un’occhiata dietro la spalla, seguendo lo sguardo di Keith, e sì, lei era ancora lì. A ridere e scostare alcuni dread dietro la spalla in quel suo modo frivolo che una volta trovava così adorabile.

Si sentiva deconcentrato, girava tutto, e iniziava a pentirsi di quegli ultimi tre shottini.

Non era sicuro di come fosse successo, ma Keith gli aveva afferrato il braccio all’improvviso, trascinandolo via. Incespicò dietro di lui mentre si facevano strada tra la folla. Dopo essersi ritagliati un po’ di spazio, si buttarono in pista.

Keith si voltò per guardarlo, la mano ancora sul suo braccio. Automaticamente, Lance prese a voltarsi verso dove sapeva esserci Nyma, solo per vedere se fosse ancora in vista o se si erano allontanati abbastanza. Ma Keith gli tirò il braccio, reclamando la sua attenzione. Lance lo fissò, gli occhi spalancati e le sopracciglia sollevate.

Keith aggrottò la fronte, le labbra strette in una linea dura, e parlò abbastanza forte da farsi sentire sopra la musica: “Non provarci neanche a voltarti.” E Lance ingobbì le spalle e distolse lo sguardo, sentendosi in colpa. Non pensava che Keith potesse capirlo così bene. Quando lo spiò da dietro le ciglia, il volto di Keith si era addolcito, l’ombra di un sorriso sulle labbra. “Guarda me e basta.”

Gli lasciò andare il braccio e fece un passo indietro, ondeggiando appena con la musica. I suoi piedi si muovevano trascinati dal ritmo, e le spalle e la testa molleggiavano. Sembrava che non sapesse cosa fare con le braccia. Sembrava che stesse cercando di imitare quello che facevano le persone intorno a lui, ma l’espressione di sofferenza che aveva sul volto rendeva il tutto terribilmente imbarazzante.

Lance non capiva. Lo aveva già visto ballare, decine di volte. Keith era sempre stato sicuro di sé quando ballava, così certo e deciso nei movimenti. Era sicuro di non averlo mai visto sbagliare perché era così… sicuro di tutto quello che faceva. Ed eseguiva le mosse con una calma fredda, come se non stesse facendo niente di che. L’aveva sempre trovato frustrante e irritante, ma da quando lavorava con lui aveva stranamente iniziato ad apprezzarla. Provava quasi… tenerezza a vederlo così, ora. Tutta la sua sicurezza e calma erano sparite, non ne era rimasta traccia. Sembrava imbarazzato e insicuro come chi non aveva mai ballato prima in vita sua. Sembrava… a disagio. E non era un’emozione che era abituato a vedergli addosso. Non credeva che gli piacesse. Keith era bravissimo in tutto e non avrebbe mai dovuto sentirsi a disagio per qualcosa in cui era incredibilmente dotato come la danza.

Eppure eccolo lì, di fronte a lui, a ballare come se gli provocasse dolore fisico. Andava a ritmo, certo, ma era terribilmente rigido e sembrava aver paura di fare qualunque cosa tranne dondolare avanti e indietro e muovere le braccia con imbarazzo.

Eppure lo stava facendo proprio di fronte a Lance per cercare di distrarlo, a dispetto di quanto si sentisse a disagio.

Lance sentì le labbra curvarsi in un piccolo sorriso e un tocco di dolcezza gli riempì il petto. Prima ancora che riuscisse a capire cosa stava facendo, aveva fatto un passo in avanti avvicinandosi a Keith, facendo scivolare le mani sui suoi fianchi come aveva fatto prima. Mantenne una presa salda e cercò di fargli muovere il bacino per farlo sciogliere. Sapeva che il freestyle non era il suo forte, ma quello era ridicolo. Sapeva che Keith poteva fare di meglio.

“Ti stai trattenendo.” Disse, la voce imperniata di divertimento.

Keith gli rivolse un’occhiataccia, il volto distorto nell’espressione immusonita che Lance conosceva così bene. Le luci gli rendevano difficile vedere qualche tipo di rossore, ma capiva che era imbarazzato grazie alle linee di espressione che erano aumentate attorno a labbra e occhi.

“Sta’ zitto e balla con me.” Sbottò, ed era una richiesta così stupida da dire in modo aggressivo e così da Keith che Lance si sorprese a sorridere, e quella volta era riflesso anche nei suoi occhi. Era questo quello di cui aveva bisogno, che aveva desiderato. Keith aveva quell’inspiegabile abilità di fargli dimenticare i problemi e farlo sentire di nuovo se stesso. E lo faceva essendo semplicemente Keith.
Questo ragazzo è il mio destino.
Quel pensiero arrivò spontaneo dai recessi della sua mente, sconvolgendolo. Ne diede la colpa all’alcol che gli annebbiava la mente e lo rendeva così inutilmente sentimentale. Era famoso per le sue sbronze emotive e quella era stata una serata emotiva. Non avrebbe proprio dovuto farsi quegli ultimi shottini.
Eppure… quel pensiero aveva un che di piacevole. Gli piaceva pensare che era stato destinato a incontrare tutti i suoi amici e pensava che forse, forse eh, che forse anche Keith era parte del suo destino. Lo aveva aiutato a entrare alle regionali, dopotutto. Lo spingeva a migliorarsi come ballerino. Si era inserito benissimo nel suo gruppo di amici. Era l’unica persona con cui era riuscito a ballare in coppia. E ora era lì, a fargli dimenticare tutte le emozioni negative che lo avevano tormentato e facendogli vivere il momento.

Che la D della stanza 4D stesse per destino?

…Va bene, ora si stava rendendo ridicolo. Aveva decisamente bevuto troppo. O forse stava collegando i puntini solo in quel momento?  Ad ogni modo, i suoi pensieri si erano fatti fin troppo profondi ed emotivi e filosofici per una serata in discoteca, quindi si costrinse a concentrarsi sul ragazzo che gli stava di fronte, bellissimo e accigliato.
Keith fissò il suo sorrisino di merda per pochi secondi prima di sbottare: “Sta’ zitto!” E Lance sentì che era tutto scombussolato, l’imbarazzo leggibile sul suo corpo. Lance si limitò a ghignare perché non aveva detto niente, ma trovava divertentissimo che Keith potesse comprendere così bene le sue espressioni. Ridacchiò, e Keith dovette capire che non era per prenderlo in giro perché il suo volto si addolcì. Cercò di sorridere, ma gli venne incredibilmente timido, e quando parlò la sua voce era più fievole di prima, a malapena udibile sopra la musica. “E… balla con me.”

E quindi ballarono, ma non come prima, quando le loro mosse richiamavano stupidaggini del passato con movimenti selvaggi ed energia a mille. Ora i loro movimenti erano più contenuti, più piccoli. Lance non tolse le mani dai fianchi di Keith e Keith non lo allontanò. Posò le mani sulle braccia di Lance, e mentre ondeggiavano e molleggiavano a tempo con quel ritmo trascinante, sembrò che si fossero fatti molto più vicini.

Lance avrebbe voluto darne la colpa alla folla, che li stringeva da tutte le parti. Avrebbe voluto darne la colpa all’alcol che gli ronzava in corpo, facendogli pizzicare gli arti. Avrebbe voluto darne la colpa agli occhi di Keith, così scuri eppure rilucenti di un assurdo indaco con le luci della discoteca. Avrebbe voluto dare la colpa a qualunque cosa, ma rimaneva il fatto che era cambiato qualcosa. Qualcosa di piccolo, così sottile, così indescrivibile e impossibile da individuare, ma era cambiato, e l’atmosfera tra loro era cambiata all’improvviso.

Erano così vicini che poteva sentire il corpo di Keith ogni volta che ondeggiava i fianchi e non ci volle molto prima che Keith lo imitasse e ora si muovevano insieme, ballando uguali, come una persona sola. Sentiva il ritmo rimbombare nel pavimento, nell’aria, in Keith, connettendoli e pulsando dentro di lui.

Non aveva notato quanto erano vicini, ma Keith era improvvisamente molto, molto vicino. Poteva quasi sentire il sapore di rum nel suo respiro. I loro sguardi si incrociarono e non riuscì a distoglierlo. Le iridi di Keith, rilucenti di una miriade di sfumature e scure per la penombra, lo attiravano, rifiutandosi di lasciarlo andare. Non riusciva a concentrarsi su nient’altro. Tutto quello che lo circondava si dissolse dall’esistenza e il suo sguardo era solo per il volto di Keith. Per quella sua pelle pallida e perfetta. Per i suoi capelli raccolti in una coda che gli scatenava certe emozioni, le ciocche che gli ricadevano sulla fronte, appiccicate alle tempie per il sudore. Per il suo naso piccolo e affilato. Per quelle labbra così ridicolmente invitanti…

Non si accorse di averle fissate fino a quando non riportò lo sguardo verso l’alto di scatto, e per un momento andò in panico, capendo che Keith l’aveva sorpreso a fissargli le labbra. Ma poi lo sguardo di Keith cadde sulla sua bocca e Lance sentì il cuore fermarsi nel petto, il respiro uscirgli tremante.

Poi Keith si sporse in avanti, premendo il petto contro il suo nel mentre. Lance era impietrito, incapace di muoversi mentre Keith lo osservava con gli occhi socchiusi. Il suo sguardo si spostò verso il basso quando i loro nasi si sfiorarono e Lance sentì una scossa propagarsi da quel piccolissimo e tenero contatto. Ora poteva assaporare il respiro di Keith, sentirlo che usciva dalle sue labbra, e scoprì che le sue erano schiuse appena. Per lo shock? Per l’anticipazione? Non lo sapeva.

Keith sollevò il mento, un movimento piccolo e brusco che fece sfiorare il suo labbro inferiore contro quello superiore di Lance. Era un tocco così insignificante e tenero e fugace, e Lance sentì una stretta al petto, desiderando di più. Ma Keith si ritrasse appena, i loro nasi l’uno vicino all’altro, le sue labbra a pochi centimetri da quelle di Lance.

Per un momento, il tempo si fermò, ed era certo che anche Keith stesse trattenendo il respiro.

Non sapeva chi si era mosso per primo, ma all’improvviso si ritrovò delle labbra sulle sue e stava baciando Keith.

Porca merda, stava baciando Keith.

Era iniziato dolce ed esitante ma voglioso, con labbra che si incontravano scambiandosi piccoli e brevi baci, probabilmente troppo bagnati e scomposti, teste che si muovevano quando le labbra si separavano appena, incastrandosi nuovamente. I loro corpi si muovevano ancora all’unisono, ondeggiando a tempo, schiavi del ritmo, incapaci di fermarsi.

Poi, Keith fece scivolare le mani lungo le sue braccia, lungo il collo, passandogli le dita tra i capelli, tenendogli la testa e inclinandola per far combaciare meglio le loro labbra. Come animate di vita propria, le sue dita si strinsero sui fianchi di Keith, tirandolo a sé e tenendolo stretto, vicino a lui. Il ragazzo trasalì per quel gesto brusco e improvviso, e Lance ne approfittò per infilare la lingua tra le sue labbra, leccandogli la bocca. Keith esitò solo un momento prima di ricambiare, le braccia avvolte intorno a lui e tenendo ferma la testa di Lance. Lance gli fece scivolare le braccia attorno alla vita tenendolo con altrettanta forza, come se fosse l’unico a poterlo tenere ancorato alla realtà e non volesse lasciarlo andare a nessun costo.

Il resto svanì. Era come se fossero soli in un mare vorticoso e in tempesta, con l’altro come unico mezzo per tenersi a galla. E nonostante Keith fosse l’unico a tenerlo ancorato, sembrava che gli stesse anche togliendo il respiro. Stava affogando, boccheggiante, trascinato da quegli occhi scuri, da quelle labbra morbide, da quella lingua vogliosa, da quelle mani brusche e da quel corpo tornito. Lo stava consumando, travolgendolo e trascinandolo a fondo.

I loro baci erano bagnati, scomposti e al limite del disperato, labbra che si incontravano e lingue che si cercavano con una voracia da capogiro, ma erano così dannatamente soddisfacenti. In quel momento, aveva bisogno di Keith come dell’aria, ma più lo respirava e più affogava.

Stava affogando, ma era un bellissimo modo di morire.

Più tardi, dopo l’accaduto, ci sarebbero state molte cose di quella notte a sbiadirsi nella sua memoria a causa del tempo e della confusione e dell’alcol.

Avrebbe ricordato come Pidge era arrivato sparato attraverso la folla andandogli addosso, separandoli per la sorpresa.

Avrebbe ricordato di come Keith l’aveva lasciato andare come se si fosse bruciato, gli occhi scuri sbarrati per il panico anche quando si era passato la lingua sulle labbra con reverenza.

Avrebbe ricordato qualcosa di simile al panico prendergli lo stomaco, minacciando di farlo vomitare per l’ennesima volta in quella serata.

Avrebbe ricordato il gruppo fare capannello attorno a loro e ballare. Avrebbe ricordato Allura che lo incitava a ballare con lei e di come aveva cercato tutto il tempo di evitare di guardare Keith ritrovandosi al tempo stesso a cercarlo.

Avrebbe ricordato di come si era completamente dimenticato di Nyma.

Avrebbe ricordato di quando, chissà come, Keith si era impossessato di uno dei suoi braccialetti luminosi e se l’era fatto scivolare al polso, guardandolo timidamente da dietro le ciglia.

Avrebbe ricordato di come si era scolato un ultimo drink prima di chiedere a Hunk di sedersi fuori con lui per schiarirsi le idee all’aria aperta.

Avrebbe ricordato di come si era stipato nel camioncino di Pidge a fine serata, arrampicandosi nei sedili posteriori, la fronte premuta contro il finestrino.

Non avrebbe ricordato molto del viaggio, solo delle buche nella strada e del freddo del vetro sulla sua pelle, di una confusione di voci e del suo tentativo di non vomitare.

Non avrebbe ricordato quanto ci avevano messo ad arrivare all’appartamento di Pidge e Hunk, ma avrebbe ricordato vagamente che l’avevano aiutato a salire le scale e che era collassato sul divano prima di sprofondare nel sonno.

Il mattino seguente, si sarebbe svegliato dolorante, sia di testa che di stomaco, e sarebbe corso al bagno rendendosi conto solo allora di aver dormito con le scarpe addosso e che Pidge gli aveva disegnato un pene sulla fronte.

Hunk gli avrebbe preparato una colazione leggera e lui e Pidge avrebbero barcollato fuori dalle loro stanze, chiacchierando un poco e bevendo molto caffè.

Troppo esausto per lavarsi la faccia, avrebbe preso in prestito una delle bandane di Hunk per nascondere l’opera d’arte di Pidge e dirigersi verso casa.

Una volta arrivato, avrebbe ciondolato fino alla sua stanza e si sarebe fatto una lunga doccia calda prima di collassare a letto.

E lì, soffrendo per la testa che gli pulsava e lo stomaco in rivolta, avrebbe pensato al bacio. Non si sarebbe ricordato i dettagli, non si sarebbe ricordato chi aveva iniziato e quell’avvenimento sarebbe apparso sfuocato nei suoi ricordi, ma avrebbe ricordato alcune cose. Avrebbe ricordato che aveva pensato che le labbra di Keith erano morbide. Avrebbe ricordato di averlo tenuto stretto con disperazione. Avrebbe ricordato Keith che gli passava le dita tra i capelli e i gemiti contro le sue labbra. Avrebbe ricordato di come erano premuti insieme i loro corpi, di come aveva cercato di prendere aria, disperato, mentre affogava.

Avrebbe ricordato che, per tutto il tempo, gli era piaciuto. Che gli era piaciuto parecchio.

Fissando le pallide stelle sul soffitto, fievoli e malaticcie alla luce del giorno tanto quanto lui, avrebbe sussurrato: “Che cazzo?” E poi ancora, più piano e con più disperazione: “Che cazzo?

 


Note dell’autrice: A dirla tutta, il mio obiettivo è quello di farvi pensare alla scena di questa fic ogni volta che sentite questa canzone. Non mi dispiace neanche un po’ ;))

E ora siamo ufficialmente arrivati alla metà di questa fic!

Il design di Nyma è un’idea di Sora al 100% e penso che sia davvero bellissima. Vorrei anche aggiungere che Nyma non è una brutta persona, è solo che lei e Lance erano in una relazione che peccava di comunicazione, cosa che alla fine ha portato molta sofferenza a Lance. Esperienza che si porta dietro quando si tratta di relazioni.

Inoltre, se non siete ancora andati a dare un’ochiata al Tumblr di SUADWM per vedere lo stile di ballo di Coran, dovreste proprio perché è uno dei nostri preferiti.

E i disegni per questo capitolo sono i miei preferiti in assoluto finora. Sora è riuscita a catturare tutto così bene. Legge tutti i commenti che lasciate e apprezza moltissimo le voste dolci parole tanto quanto me, ma sentitevi liberi di andare sul suo Tumblr e rebloggare i suoi disegni o lasciarle qualche bel commento.

Grazie a tutti per il vostro sostegno! Apprezziamo davvero tutto più di quanto riusciamo a esprimere a parole. Ci vediamo dopo la seconda stagione!

PER FAVORE, NON RIPOSTATE I DISEGNI DI QUESTA FIC! Rebloggateli dall’artista in persona QUI.
Il mio Tumblr
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Tumblr di Shut up and Dance With me

   
 
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