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Autore: Francyzago77    31/10/2020    4 recensioni
Questa è la seconda parte di Destini. Ambientata in Australia, è una storia dove Georgie, tornata protagonista, vivrà emozioni, tormenti e passioni. Il passato sembra non abbandonarla ma quali incontri le ha riservato il destino?
Questa storia è stata scritta senza fini di lucro, i personaggi sono proprietà di Mann Izawa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La frenesia e l’agitazione pullulavano nella grande villa, la servitù era tutta indaffarata e Georgie faceva la spola tra la camera da letto e il giardino dove suo padre si era rifugiato per ingannare l’attesa.
-Allora? – le domandò Fritz trepidante vedendola uscire di corsa verso di lui.
-Sta tranquillo – rispose Georgie con tono rassicurante – ora che è arrivata la levatrice è tutto sotto controllo.
-Sicura che non c’è bisogno di chiamare anche il dottore? – chiese il conte con ansia.
-Ma no! – esclamò subito sua figlia – Se non ci sono complicazioni non serve un medico. Noi donne siamo coraggiose papà!
-È che Maria è così fragile – sussurrò Fritz con un po’ di preoccupazione.
-Invece è molto più forte di quanto tu creda! – ammise sorridendo Georgie.
Padre e figlia si strinsero in un tenero abbraccio mentre li raggiunse Lizzie, la cameriera dicendo:
-È qui signora Georgie? Dovrebbe salire in camera.
-Arrivo subito – rispose immediatamente lasciando il conte di nuovo in solitudine.
Era da una settimana che Georgie era lì per dare conforto a Maria sapendo che il giorno del parto era imminente. Tra le due ragazze era nata una bella complicità e anche per Fritz la presenza di Georgie era certezza e rassicurazione.
Il conte, durante quell’attesa, vedeva passare davanti ai suoi occhi alcuni momenti della sua vita come la nascita di Georgie e la felicità legata a quell’evento. Incredibilmente, provava le stesse sensazioni di allora, a distanza di tanto tempo stava per diventare padre per la seconda volta.
Un vagito lo distolse dai suoi pensieri, rientrò di corsa in casa richiamato da quel suono tanto atteso.
Nel salone fu accolto da Lizzie che, scendendo le scale, gli disse con enfasi:
-Congratulazioni conte Gerald! Tutto è andato nel migliore dei modi.
La porta della camera si aprì e uscì Georgie portando tra le braccia un piccolo fagottino piangente.
Fritz la raggiunse, lei gli sussurrò piena di gioia:
-È una bambina papà.
Il conte, nel vederla, si commosse e quando Georgie gli diede teneramente in braccio la piccolina i suoi occhi si riempirono di lacrime.
-Maria sta bene? – domandò subito dopo.
-Sì, certo – rispose prontamente Georgie – potrai vederla più tardi.
E intanto osservavano amorevolmente quella bimba appena nata e già entrata fortemente nei loro cuori.
-Come la chiamerete? – chiese Georgie ora curiosa – Avete deciso tra quella lista di nomi che tenevi sullo scrittoio?
-Milly – disse ad alta voce Fritz – la chiameremo Milly.
-Mi piace! – esclamò Georgie prendendo ora lei la bimba – Benvenuta al mondo, Milly!
La giornata, lunga e faticosa, si concluse con un’ottima cena nel salone delle feste alla quale parteciparono, oltre a Fritz e a Georgie, tutta la servitù, felice di condividere con il conte quell’immensa gioia. Maria, nella sua stanza perché la levatrice le aveva ordinato di non alzarsi assolutamente dal letto, riceveva le visite di tutti a turno.
-Dopodomani arriveranno Arthur e il piccolo Abel – comunicò Georgie a suo padre – non sapendo con precisione quando sarebbe avvenuto il parto avevamo concordato che lunedì comunque sarebbero giunti qui.
-Benissimo – asserì Fritz contento – così riuniremo tutta la famiglia.
E così, due giorni dopo, arrivarono Arthur e il bambino che, saltando giù dalla carrozza abbracciò subito sua madre.
-Vieni – lo esortò Georgie – andiamo a vedere Milly!
-È una bambina allora! Evviva! – urlò Abel junior – Zio, portiamole la bambola che abbiamo comperato.
Arthur, oltre ad avere in mano un mazzo di fiori per Maria, prese un pacco ben incartato e lo diede al nipote che corse velocemente in casa.
-Credevo preferisse un maschietto – disse Georgie a suo marito mentre guardava il bimbo allontanarsi.
-Abbiamo preso due regali – spiegò Arthur – una bambola in caso fosse una femmina e un trenino in legno se invece fosse un maschio. Visto che è una bimba il trenino rimarrà a lui, per questo è così contento!
-Che opportunista! – sorrise Georgie prendendo sotto braccio suo marito e conducendolo dentro.
Andarono a vedere la piccolina che dormiva nella culla, Arthur portò i fiori a Maria.
-Tanti auguri – le disse – è una bimba bellissima.
-Grazie, che pensiero gentile! – disse lei sorridendo – Spero che tu, Georgie e Abel junior vi fermerete per un po’ qui.
-Per due giorni – rispose lui – non di più, la fattoria ha bisogno di me ed io di lei.
Si mise accanto alla finestra guardando fuori, lontano, come per estraniarsi.
Stare in quella ricca villa, con Maria, gli faceva tornare in mente il passato che era doloroso e ancora inquietante.
Fra tutti Arthur era quello che aveva sofferto di più.    
 
 
 
 
 
   
 
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