Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: vanity_gemini    01/11/2020    3 recensioni
Anno 2355, il pianeta Terra è completamente sovrappopolato, per cui parecchi dei suoi abitanti si sono trasferiti da tempo a vivere su delle enormi stazioni spaziali, che gravitavano attorno a quest'ultimo.
La vita sia sulla Terra che sia sulle stazioni stava procedendo nei migliori dei modi possibili, soprattutto grazie ai tanti progressi tecnologici che l'uomo aveva fatto in quei ultimi tempi. Questi avevano aiutato notevolmente la popolazione anche per fare le loro piccole cose quotidiane. Ma purtroppo, una grande minaccia era in procinto di arrivare come se fosse stata un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo le esistenze di tutti loro, nessuno escluso. Era a tutti ben chiaro che da quel momento in poi la cosa più importante per chiunque era quella di cercare almeno di sopravvivere!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aries Shion, Gemini Aspros, Gemini Kanon, Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: Lime, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 8.
 

L’alto ufficiale Narayan, era appena uscito dall’ufficio di bordo del capitano, e in quel momento la sua espressione facciale era tutto fuorché serena, ma dopotutto lo sbaglio lo aveva fatto lui, andandosene ad affrontare la dottoressa in quella brutta maniera, per cui quella era stata la diretta conseguenza.
Era abbastanza evidente che tra i due l’antipatia nata era sicuramente di quelle reciproche, e fin qui non vi erano dubbi, ma la Olsen si faceva quasi sempre i fatti suoi, anzi più delle volte cercava proprio di ignorare la presenza del biondo ufficiale e di rapportarsi a lui, solo quando la necessità del caso lo richiedeva, scambiandosi solamente con questi, alcune informazioni ma di carattere strettamente lavorativo, invece Shaka passava quasi tutto il suo tempo a studiare attentamente le mosse della donna, a controllare accuratamente cosa stesse facendo, difatti strano ma vero, non l’aveva ancora beccata in dolce compagnia del tenente Molieré, dato che sembrava proprio essere diventato quasi la sua ombra.
Durante la lunga chiacchierata che ebbe col capitano Ling, quest’ultimo gli rivelò che la sua scoperta non era affatto una vera e propria scoperta, dato che lui stesso conosceva già tutta la storia della dottoressa e quindi della sua famiglia.
La conosceva perché da parecchio tempo, era in rapporti amichevoli col padre di quest’ultima, e a grandi linee qualcosa in passato questi gli aveva raccontato, soprattutto nei momenti successivi quando aveva appena perso l’amata moglie, quindi Shion sapeva tutto, ma appunto per non mettere Hilda in difficoltà aveva lasciato correre, ma ovviamente era arrivato l’alto ufficiale, che con il suo poco tatto e la sua poca delicatezza aveva portato tutto alla ribalta, incrementando così nei suoi confronti ancora di più l’avversione che la dottoressa di già aveva per lui.
Sempre con indosso una brutta maschera, Shaka prese ad avviarsi verso l’hangar dove vi erano alloggiati i cinque Mobile Suit.
Appena arrivò a destinazione, per prima cosa i suoi occhi azzurri videro la dottoressa al centro di un cerchio formato dai cinque piloti.
In quel momento Hilda, stava spiegando loro come funzionavano i nuovissimi cannoncini e le nuove spade laser, che erano da poco stati montati su ognuno dei loro mezzi.
A quella vista Shaka si bloccò, attirandosi però l’attenzione di tutti i presenti, ma soprattutto quella della dottoressa, che alzò gli occhi glaciali su di lui, aspettandosi quindi un suo riscontro, che però non avvenne, quindi a quel punto dovette procedere lei.
 
  • Dottor Narayan, deve dirmi qualcosa? – chiese Hilda, con fare piuttosto serio e particolarmente distaccato.
  • Sì, dottoressa appena termina, mi potrebbe raggiungere nel mio ufficio?
  • Certo, volentieri – a quel punto lo avrebbe sistemato.
  • Perfetto, a dopo – senza neppure degnare di un misero saluto i presenti, Shaka girò sui tacchi avviandosi verso il proprio ufficio, mentre Hilda seguendo leggermente con lo sguardo l’alto ufficiale, riprese il filo del discorso, spiegando ai cinque anche il funzionamento di altre armi che erano state leggermente modificate.
    Non appena la Olsen terminò di dare loro tutte le dovute spiegazioni, Saga, Aiolos, Aiolia e Shura fecero rientro all’interno delle cabine di pilotaggio dei loro mezzi, mentre Camus rimase a parlare con lei.
  • Hilda, ascoltami un attimo – disse lui, mentre che lei si stava avviando verso il biondo collega.
  • Dimmi? – bloccandosi, si voltò appena.
  • Che intenzioni hai? – fece serio, puntandole addosso i suoi occhi oceanici.
  • Di metterlo al suo posto! – rispose lei, particolarmente decisa.
  • No, Hilda non farlo, insomma mi è sembrato essere già piuttosto malconcio di suo.
  • Ascolta Camus lo so, ma è stato indelicato. Una volta per tutte, deve imparare a rispettare le persone, come facciamo tutti noi! Cos’è diverso, che si comporta così?
  • Si, hai ragione, ma secondo me si è pentito di quello che ha fatto e detto.
  • Bene, allora se è così me lo deve dire. Io nei suoi confronti sono sempre stata educata, mentre lui è sempre stato irrispettoso fin dal primo istante che mi ha vista – poi avvicinandosi di più al ragazzo – Ti ricordi vero, come mi ha accolta? – lui annuì – Ma ti sembrava il caso? Sii sincero?
  • No, ha esagerato – Camus, ammise – Difatti, non mi era piaciuto per nulla, e mi ero trattenuto ad intervenire.
  • A chi lo dici neppure a me, quindi ora non sono più disposta a stare a subire. Insomma, mi sta sempre addosso, mi controlla ogni dove. A volte mi chiedo se non abbia qualcosa da fare, qualche hobby, invece di perdere il suo tempo dietro a me – poi abbracciandoselo – Amore - i suoi occhi presero a luccicare - Non trovi che sia piuttosto strano che a questo punto non si sia ancora accorto di noi?
  • Uhm, non saprei – Camus fece dubbioso – Guarda che a Shaka non sfugge nulla. Sembra così distaccato da tutto e da tutti, ma credimi non è proprio così disinteressato, come invece sembra che sia.
  • Ben a sapersi, allora se è così dovrà mangiarsi la lingua! – e così dicendo Hilda, si staccò dall’abbraccio caldo del proprio amato, per recarsi nell’immediato dall’altro suo amato.
 
*
 
Dopo che dal suo ufficio ne era uscito il biondo ufficiale, Shion si mise in contatto col suo vecchio amico.
Questi, per prima cosa si scusò a più riprese per l’essersi fatto infinocchiare dall’Oscuro, ma soprattutto chiese mille volte scusa, per aver messo a serio rischio quasi tutta la flotta stellare.
Era ben chiaro a tutti che se non fosse stato per il tenente Glykos, che fortunatamente si era accorto per tempo della trappola, in quel momento sarebbero veramente a contare le grosse perdite.
Di contro l’amico lo tranquillizzò, perché dopotutto era ben risaputo che chi faceva poteva anche sbagliare, mentre invece chi non faceva sicuramente non avrebbe mai sbagliato.
Ma la cosa più importante, era stata quella appunto di aver limitato le perdite, sia in fatto di mezzi ma soprattutto in fatto di vite umane.
 
  • Amico, io essere poco credibile lo so, ma un paio di cose avrei da dirti – fece Dohko, dopo che si erano già fatti una bella chiacchierata.
  • Ma va, te l’ho appena detto che capita a tutti di sbagliare, per cui non fartene un cruccio – per l’ennesima volta Shion, cercò di tranquillizzarlo.
  • Si, ma di grosso sbagliato io ho.
  • Tranquillo, piuttosto dimmi?
  • Di uno dei Sette Savi, a conoscenza sono venuto.
  • Sette che!? – Shion, ripeté perplesso.
  • I Sette Savi, i sette sapienti della galassia essere loro.
  • Non ne ho mai sentito parlare – fece Shion mettendosi poi una mano al mento con fare pensoso.
  • Neppure io, ma della loro esistenza fonti certe, conferma mi hanno dato.
  • Quindi? Perché mi stai parlando di loro? – Shion domandò all’amico a quel punto.
  • La base vera e propria di Alone, dove si trovi noi non lo sappiamo. Perché varie carte abbiamo consultato, anche le più antiche che a nostra disposizione abbiamo, mai trovata l’abbiamo. Grosso dubbio, io avere.
  • A questo punto tu pensi che non sia un pianeta ma bensì una grossa stazione? Artemide ha sempre detto che si tratta di un pianeta. Un pianeta molto lontano dalla Terra – lanciò Shion.
  • Ma se un pianeta fosse, come illustrazione ci sarebbe da qualche parte, dato che dalla Terra ormai molto spinti lontano ci siamo, ma se una stazione orbitante fosse sicuramente no, perché un po' ovunque loro spostare possono.
  • Va bene, ma scusami tanto, ma questo Savo a noi cosa serve, perché dobbiamo consultarlo? Non possiamo chiedere ad Artemide di darci le coordinate? Lo so che per lei non sarà affatto facile, insomma stiamo parlando sempre del suo gemello, ma a questo punto lo dovrà fare, dopotutto la prima a rimetterci per causa di Alone era stata proprio lei – disse Shion. In quel momento il capitano dell'Athena era alquanto perplesso e non poté di certo nasconderlo, ma di contro gli spiaceva non assecondare l'idea dell'amico, anche se la trovava essere del tutto nonsense.
  • Questo Savo importante consultare è. Artemide, sapere lei deve ma convinto sono che l'Oscuro più di una base deve avere. Dove spesso lei andare non essere quella principale.
  • Molto probabile - asserì Shion, alla possibilità che Alone avesse una seconda base - Perché dopotutto è sempre stato molto misterioso con le due sorelle, per cui tutto è possibile – sorrise – Ma a proposito, dove lo troviamo questo Savo, lo sai?
  • Certo – Dohko fece un sorrisetto – Sul pianeta desertico Tatooine, bisogna che andiate. Da eremita che vive lì parecchio è.
  • Tatooine – ripeté più volte Shion – Mi sembra di averlo già sentito questo nome.
  • Del tuo generale supremo essere il pianeta di provenienza. Essere nati lì, lui e il suo gemello.
  • Ora più o meno mi è tutto chiaro. Ma un’ultima domanda, noi chi dobbiamo cercare, insomma come si chiama il tizio? – era proprio quella la cosa più importante da sapere a quel punto.
  • Cercate di Alman di Thulle – prontamente Shion si annotò quel nominativo – Al mercante di rottami chiedete, dovrebbe lui sapere dove si trovi – il capitano dell’Athena prese nota anche di quello.
  • Hai altro da dirmi?
  • No, al momento no. Ma se in mente qualcosa mi viene, in contatto con te mi metto. Artemide, sapere fammi cosa ti dice, ma soprattutto se trovato lo avete, contarci io.
  • Ma certamente – Shion sorrise – Nel frattempo mi metto subito in contatto sia con Artemide che con Aspros, sento un po' cosa hanno da dirmi e poi decidiamo il da farsi - poi sistemandosi meglio - Dohko per il momento tante grazie, ci sentiamo al più presto.
  • Amico a presto!
 
Non appena Shion mise giù la comunicazione con l’amico, prontamente chiamò un altro interno.
Tenente Martinez sono il capitano Ling, mi potrebbe mandare in ufficio i tenenti, Glykos, Arkher, Molieré e Bardem, per favore? 
 
*
 
  • CHE!? – Aiolia sgranò gli occhioni verdi, dopo che Shion riportò quello che con Dohko si dissero nella loro lunghissima telefonata.
  • Dove dobbiamo andare!? – fece Aiolos accigliato imitando il fratello.
  • Su Tatooine!? – disse Shura, guardandosi con gli altri quattro.
  • Ma scusa Shion, non è che voglio essere indelicato, ma a questo punto visto i precedenti, ti fidi dei suggerimenti di Dohko? – azzardò Saga, guardandosi con gli altri quattro, che sembrava la pensassero esattamente come lui.
  • Insomma – Shion scosse la testa – Ma mi pare brutto non dargli un’altra possibilità. In fondo, si certo ha sbagliato, ma lo ha fatto in buona fede.
  • Già, dopotutto quella passata è stata la prima volta che sbaglia – proferì Shura.
  • Bisogna anche considerare l’età – Camus, volle anche lui dire la sua.
  • Va bene, io direi di provare ad andare su questo pianeta – lanciò Aiolos – Magari scopriamo qualcosa che ci potrebbe tornare utile e interessante.
  • Ma sì, mal che vada ci siamo andati a fare un giretto – sorrise Saga.
  • Ma certo, tra le dune del deserto, correndo il serio rischio di finire dentro ad un Sarlacc! – fece Aiolia sarcastico.
  • E venire ingeriti dopo migliaia di anni, urca che bella prospettiva, mi piace, si può fare! – asserì con fare ironico Shura.
  • Pure a me! – aggiunse Aiolos.
  • Bene ragazzi – Shion sorrise – Basta con le cavolate. Ora prepariamoci per fa rotta verso Tatooine e cercare questo benedetto Alman!
  • Va bene, andiamo alla ricerca di questo Savo! – Saga continuando a ridersela prese a seguire i suoi compagni fuori dall’ufficio del loro capitano.
    Una volta che fu nuovamente solo, Shion prese a pensare.
    Dovette ammettere che non era propriamente sicuro e convinto di fare una cosa giusta, assecondando l'idea di Dohko, ma di contro gli spiaceva non farlo, poi cominciava a sentirsi in imbarazzo nei confronti di Saga, per il semplice fatto di continuare a negargli la verità e dovergli quindi mentire, facendogli sempre credere una cosa per un'altra.
    Quella era la verità che al ragazzo gli avrebbe permesso di venire a conoscenza dell'esistenza di sua madre, ma soprattutto quella del suo gemello. Shion, era quasi consapevole che i tempi erano maturi, difatti con una certa urgenza perse a comporre un numero a memoria.
 
*
 
Quando i due si ritrovarono a tu per tu, si guardarono per un lungo istante.
Nell’immediato, Shaka si bloccò dal fare quello che stava facendo, e sempre tenendo ben puntati i suoi occhi azzurri in quelli di ghiaccio di Hilda, si avviò verso quest’ultima.
Camminava lentamente com’era solito fare, ma in effetti l’ufficiale scientifico non si era mai visto andare di corsa, o almeno un poco più velocemente, perché la calma e la pacatezza erano i suoi punti forti, ma erano anche quelli che di lui davano più fastidio.
Insomma, non perdeva mai le staffe, ma di contro faceva spesso incazzare chi aveva la sfortuna di essergli accanto, come in quel caso la dottoressa Olsen.
 
  • Mi scusi – dalla bocca del biondo ufficiale uscirono solo quelle due parole. Nel dire ciò aveva continuato a tenere i propri occhi ben piantati in quelli della dottoressa.
  • Va bene – asserì Hilda, incrociando con fare parecchio ammonitivo le braccia al petto – Comunque, deve sapere che il suo comportamento non mi è affatto piaciuto, e non parlo solo di quello che da poco è successo, ma fin dall’inizio, da come mi ha accolta. Cos’era aveva per caso paura che gli portassi via il posto!? Guardi che io non sono tipo da voler scavalcare qualcuno, io so starmene nella mia posizione, senza intralciare quelli che lavorano al mio fianco! – nonostante le raccomandazioni che le fece Camus, sul fatto di andarci piano, Hilda di contro partì in quarta, dato che desiderava mettere al suo posto quel biondo una volta per tutte!
  • Difatti – Shaka le puntò con ancora più intensità gli occhi nei suoi – Mi volevo scusare per tutto, ma lei non me ne ha lasciato il tempo, visto che mi ha subito aggredito – Hilda lo guardò in tralice, ora voleva passare anche da vittima – Senza neppure darmi la possibilità di spiegarmi.
  • Cos’è, adesso la cattivona insensibile e indelicata sarei io? Mi dica, vorrebbe per caso cambiare le carte in tavola!? – fece sfidandolo.
  • No, quello no - rispose Shaka con sincerità - Difatti, sono io che ho sbagliato nel rapportarmi con lei, e l’ho fatto fin da subito - asserì mestamente.
  • Ho capito - Hilda fece un lungo sospiro, poi - Ma mi dica, perché mi ha accolto in quella maniera? Tra l'altro senza un motivo ben valido? - a quel punto voleva proprio sapere, voleva per una volta riuscire a metterlo alle strette. E pareva anche che ci fosse riuscita, difatti prima di darle la sua risposta, Shaka abbassò lo sguardo, poi prese a sospirare pesantemente.
  • Quello è il mio modo, non ho un motivo ben preciso.
  • Non è la risposta che mi sarei aspettata - incrociò le braccia al petto, poi con fare ammonitivo - Solitamente quando si fa qualcosa dietro ad essa c’è sempre un motivo, una causa, un perché!
  • Che vuole che le dica, mi dava fastidio! - sbottò infastidito.
  • Fastidio!? – ripeté Hilda, perplessa.
  • Sì, fastidio, perché ho da sempre paura di non essere all’altezza, ho sempre timore di non riuscire a comprendere al meglio, e di conseguenza non voglio deludere nessuno – poi guardandola intensamente – Appena l'ho vista ho avuto timore che lei fosse stata messa dal capitano stesso per controllarmi – poi con fare mortificato – E’ per quello che le stavo sempre appiccicato, per vedere, capire, se poi lei andava a fare la spia – a sentire ciò Hilda spalancò gli occhi.
    Era scioccata.
  • Ma bene! – esclamò piuttosto infastidita – Devo dire che ancora mi mancava essere presa per una spiona! – fece in tono ironico, ma non troppo, poi guardandolo – Quanta fantasia che alberga nella sua mente, mio carissimo – disse quest’ultima parola in tono canzonatorio – Illuminato!
  • Mi scusi – fece Shaka, abbassando per la seconda volta lo sguardo. Anzi prese proprio a fissarsi le scarpe.
  • Dottor Narayan – Hilda ottenne nuovamente l’attenzione del ragazzo – Comunque, ci tengo a precisare che io non sono come sembra che io sia – la guardò confuso, aggrottando le sopracciglia – Deve sapere che io sono molto diversa, per cui una persona mi deve conoscere a fondo prima di giudicarmi, invece lei senza neppure conoscermi mi ha subito etichettata - poi con fare ammonitivo - E tutto ciò non va affatto bene!
  • Difatti mi sono sbagliato e me ne scuso nuovamente, ma purtroppo sono fatto così, prima di fidarmi delle persone devo conoscerle - Hilda fece un lieve sorrisetto - E lei a prima vista non mi aveva fatto una gran bella impressione, ma mi sono sbagliato e pure di tanto – i suoi occhi azzurri presero a luccicare.
    Il biondo sembrava essere davvero dispiaciuto, difatti la sua figura aveva abbandonato la solita aria superiora che solitamente la circondava. Ma Hilda, a quel punto volle sapere ancora una cosa, così almeno in base alla sua risposta, avrebbe potuto regolarsi su come si sarebbe dovuta comportare o meno, quindi approfittò dell’occasione.
    Guardandolo attentamente negli occhi gli chiese.
  • Dottore, se né accorto?
  • Di cosa? – fece confuso.
  • Lo sa di cosa parlo, glielo leggo negli occhi.
  • Sì.
  • Lo immaginavo.
  • Sì, ma non giudico nessuno dei due. Siete liberi, quindi potete fare quello che più via aggrada.
Rimase incredibilmente scioccata, perché non si sarebbe mai e poi mai aspettata, quella risposta da parte di quella determinata persona.
  • Dice bene, io e il tenente Molieré essendo entrambi senza vincoli possiamo fare quello che più ci piace – sorrise lievemente – Ma comunque noi due ci amiamo! – mise in chiaro, giusto per evitare qualche mal fraintendimento, perché purtroppo in passato era già stata mal etichettata, e quindi non voleva che si potesse ripetere quell'antipatica esperienza.
  • Sapevo anche quello – affermò Shaka con la sua solita flemma.
  • Ma!? – fece Hilda scioccata. Magnifico, ora è diventato anche un veggente questo! Si disse tra sé.
  • Dottoressa, a dire il vero l’ho capito fin dal primo momento – Shaka rivelò – L'ho compreso da come avete continuato a guardarvi, ma soprattutto da come si comportava nei giorni a seguire il tenente, insomma Camus così non l’avevo mai visto. E se la può tranquillizzare terrò questo vostro segreto ben nascosto, almeno fino a quando voi due non deciderete di rivelare pubblicamente la vostra relazione – Hilda si bloccò. Neppure respirava, poi appena si riprese, proferì.
  • Grazie, dottore.
  • Di nulla – fece un lieve sorrisetto, che per uno come lui era già molto – Bene dottoressa, da adesso in poi cerchiamo di essere più collaborativi, ma soprattutto cerchiamo di posare su quello che è successo tra di noi una bella pietra sopra.
  • Certo, per me la questione è chiusa, e mi fa piacere che anche per lei lo sia – Hilda sorrise - Dopotutto, noi due dobbiamo lavorare assieme, quindi meno screzi ci saranno tra noi meglio è - poi allontanandosi appena – Ora la lascio al suo lavoro. Io nel frattempo vado a spiegare alle ragazze i nuovi moduli dei loro mezzi – e dopo essersi scambiata un’ultima occhiata con Shaka, prese la via per raggiungere l’hangar dove erano sistemati i mezzi di June, Thetis e Yuzuriha.
Sorrise nel notare che le tre ragazze la stavano già aspettando.
 
*
 
Luna Boscosa di Endor.
Arrivati a quel punto, anche il gruppo di ribelli capitanati da Aspros si stavano organizzando, considerato che anche quest’ultimi a breve avrebbero partecipato in parte attiva alla battaglia.
Nel frattempo Aspros, si era da poco tempo sentito con l’amico Shion, quest’ultimo lo aveva appena informato su quello che loro erano in procinto di fare, ovvero andare su Tatooine alla ricerca di questo Savo, per sapere da questi qualcosa di più sui loro nemici.
Lo stesso Aspros, nel sentire tutto il racconto rimase anch'egli decisamente perplesso, perché le più tante idee partorite dalla mente di Dohko, lui proprio non riusciva davvero a comprenderle.
 
  • Shion, sono praticamente certo che Artemide a breve ci darà sicuramente le coordinate. Tempo fa mi ha detto che parecchie volte ha faticato molto a trovare la base, difatti a più riprese anche mettendo le coordinate che ritenevano essere giuste, lei e la sorella erano finite da tutt'altra parte, ma so per certo che dove lei va sempre è un pianeta, che molto probabilmente è stato modificato, diventando di fatto una base orbitante, in grado di essere spostata a piacimento, è per quello che cambia coordinate molto di sovente – asserì dopo aver ascoltato tutto quello che Shion gli aveva riportato, poi chiese all'amico - Quindi adesso che intenzioni hai, vai si o no su Tatooine?
  • Si, voglio proprio sentire ciò che avrà da dirmi questo Savo, per cui non appena abbiamo sistemato tutto ci metteremo in viaggio.
  • Ma andate solo voi, le altre tre astronavi?
  • Andiamo solo noi. Una nave sola desta meno sospetto ed è molto più difficile da individuare, mentre quattro navi di quella portata danno troppo nell’occhio.
  • Amico, il tuo discorso non fa una piega – proferì Aspros, poi cambiando discorso – Ascolta in queste giornate ci ho pensato parecchio su, e credo che sia arrivato il momento.
  • Sì, l'ho pensato pure io – concordò Shion.
  • Anche perché a breve pure noi ci uniremo alla flotta stellare, e loro due è meglio farli incontrare e conoscere prima che ciò accada, che ne pensi?
  • La penso esattamente come te.
  • Bene – Aspros sorrise – Allora che dici, prima di partire per Tatooine, fate un salto qui su Endor?
  • Direi che è la cosa più giusta da fare.
  • Fammi sapere più o meno quando pensi di essere qui, così lo dico anche a lei. Artemide deve esserci, deve vedere come sono diventati meravigliosi i suoi figli.
  • Certamente, lei li ha sempre visti in foto, qualche volta in video, per cui a quell’incontro ci deve essere per forza di cose.
  • Già, solo una volta ha visto Kanon – ricordò Aspros – Ma da parecchio lontano.
  • Davvero? Non lo sapevo – Shion era incredulo.
  • Artemide era venuta di nascosto qui. Ma le ho chiesto di non farsi vedere.
  • Hai fatto bene – proferì Shion, poi sistemandosi meglio – Ascolta, appena so quando potrebbe esserci il nostro arrivo te lo comunico, ora vado a sistemare delle cose, almeno partiamo al più presto.
  • Ma dove siete?
  • Siamo ancora su Side6.
  • Va bene, allora aspetto tue notizie. Ci sentiamo amico mio.
  • A sentirci, amico.
 
Non appena mise giù la comunicazione con l’amico, Aspros provò a contattare Artemide.
Dopo che i due stettero in linea per un bel po' di tempo, l'uomo chiese alla mamma dei gemelli, nonché sua cognata, se poteva essere presente all’incontro tra lei e i suoi due figli.
Ovviamente nel sentire ciò, la donna trattenne un urlo di pura felicità, ma però c’era un seccante problema.
A breve lei e la sorella sarebbero partite per raggiungere il fratello e parlare con questi, sempre però se sarebbero riuscite a trovare la posizione esatta, ovvio! Considerato che l'ultima volta dovettero rinunciarvi perché non erano riuscite a trovarla.
Le due donne avevano deciso di fare tutto ciò, soprattutto perché Eris voleva assolutamente vedere e parlare con sua figlia, e cercare di capire cosa effettivamente Pandora avesse in quel momento che non andava.
 
  • Aspros, per me va benissimo, considerato che è da molto tempo che aspettavo con ansia questo momento, ma purtroppo con Eris ora siamo in procinto di lasciare New Texas, dobbiamo andare a sbrigare delle faccende, ma non appena sistemiamo quello che dobbiamo sistemare e siamo libere da altri impegni vengo immediatamente lì da te – disse Artemide tra i singhiozzi.
    A quel punto la donna era davvero emozionata, ma decise di non dire al cognato dove di fatto lei e la sorella si stavano avviando.
  • Tranquilla, non ci sono problemi – asserì Aspros – Fate pure tutto quello che dovete fare, ma appena puoi fammi sapere quando riesci ad essere qui, così mi metto in contatto con Shion.
  • Certo, lo farò di sicuro – fece Artemide, poi sempre tra i singhiozzi – Grazie Aspros, grazie davvero di tutto.
  • Ma non dirlo neppure per scherzo, per te e per i miei nipoti farei questo e ancora molto di più.
 
*
 
A bordo di una veloce nave le due sorelle erano da poco arrivate su Hades.
Come quasi sempre succedeva, avevano faticato parecchio per riuscire a trovare l'esatta ubicazione di questi, difatti su un primissimo momento finirono da tutt'altra parte, poi con un pizzico di fortuna, ma soprattutto grazie anche alle grandi abilità che il pilota e il navigatore avevano, erano riusciti a trovare il punto dove questi era stazionato.
Una volta che atterrarono nello spiazzo della grossa aerostazione, le due donne vennero prontamente scortate verso il castello, dove al suo interno dimorava il sovrano stesso.
Non appena misero piede nel grande salone, che fungeva anche da entrata, già da una certa lontananza intravvidero l’elegante figura sempre di nero vestita, che apparteneva alla figlia di Eris.
Quest'ultima era tutta presa in un fitto dialogo con il suo fidato Cheshire.
Pandora, stava dando a quest’ultimo diverse indicazioni su come dovesse comportarsi, ma soprattutto per prima cosa era stata ad ascoltare quello che il tizio, sibilando per non farsi sentire, avesse da riportale.
Va bene, allora preparati a partire e mettiti subito in contatto con chi sai tu!
Ordinò la ragazza al suo sottoposto, quest’ultimo dopo averle fatto un sorrisetto malvagio, si eclissò all’interno di una delle tante stanze che vi erano presenti, mentre lei rimasta sola rivolse i suoi occhi neri, verso le due figure che le si stavano avvicinando.
 
  • Oh, quale buon vento vi ha portato fin qui!? – esordì la ragazza, rivolgendosi alle due donne – Forse è il caso che mi devo iniziare a preoccupare!?
  • Figlia mia – Eris, una volta che la raggiunse l’abbracciò, tenendosela ben stretta a sé – Avevo troppa voglia di vederti.
  • Ciao, Pandora – Artemide, salutò la nipote.
  • Ciao zia – si staccò leggermente dal caldo abbraccio materno, per abbracciare anche l’altra – Devo ammettere che mi fa piacere vedervi - sorrise - Ma ora però mi dovete spiegare il motivo di questa vostra insolita e inusuale visita.
  • Te l’ho già detto figlia mia, avevo voglia e desiderio di vederti, tutto qui – disse amorevolmente Eris, mentre Pandora continuò a guardarla scettica.
  • Va bene – la ragazza sorrise appena – Ma ora seguitemi nei miei appartamenti - fece indicando la via - Non è affatto bello, anzi è piuttosto antipatico e sconveniente, mettersi a parlare nel bel mezzo di un corridoio – poi sorridendo - Qui dentro c'è troppa gente dalla lingua parecchio lunga, per cui quello che si può evitare è meglio evitarlo! - detto ciò, si mise al fianco della madre.
 
In perfetto e religioso silenzio, le tre fecero quindi il loro ingresso all’interno di quelli che erano gli appartamenti privati della ragazza.
Si sistemarono su dei comodi sofà, messi in un angolo di un elegante salottino da tè, e continuando a guardare con fare piuttosto scettico sia sua madre che sua zia, Pandora prese parola, ma non dopo aver chiamato una delle sue tante domestiche e aver ordinato a questi di portare il tè con pasticcini per tutte loro.
 
  • Allora, a cosa devo questa vostra visita? Non credo che tu mamma - e guardò Eris - Sei venuta fin qui, attraversando più galassie, solo per vedermi, sono convinta che ci sia dell'altro - poi osservando la madre con più insistenza - Correggimi, se sbaglio! – a quanto pareva, la ragazza non perse tempo. Andò subito al sodo, come d'altronde era solita fare.
  • Tesoro mio – Eris fece un lungo respiro – Voglio capire, ma soprattutto sapere quello che ti sta succedendo - gli occhi della donna presero a luccicare.
  • E cosa mi sarebbe successo? – fece sistemandosi meglio sul sofà – Io sono sempre la stessa.
  • No, sei cambiata - le fece notare.
  • Oh certo che lo sono, difatti sono cresciuta, mamma! – indicò il proprio corpo.
  • Lo vedo, ma vedo anche che non sei più la ragazza amorevole di una volta. Sei cambiata nell'animo Pandora. Tu non te ne rendi conto, ma io è da un bel po' di tempo che ho notato questo tuo cambiamento, e ti confesso che non mi va affatto bene!
  • Oh, adesso per favore non esagerare – fece Pandora piuttosto infastidita – Ti avviso, se sei venuta fin qui solo per dirmi queste stronzate, allora, guarda potevi anche restartene dov'eri! Dato che al momento ho ben altro da cui pensare! – asserì piccata, poi aggiunse – Comunque alla fine sono sempre la stessa, ma forse molto più sveglia, ma soprattutto sono diventata molto più ambiziosa!
  • Ecco, lo hai detto tu, sei diventata molto più ambiziosa. Ma chi ti fatto diventare così, lui?
  • No, mamma questa è la mia vera natura. Io sono nata così, solo che da piccola questa sfumatura del mio carattere non era troppo evidente, anzi non era affatto ben marcata, mentre ora che sono diventata una donna, è uscita fuori, quindi devi fartene una ragione, così sono e così resto! – si alzò di scatto, proprio nel mentre che arrivò la ragazza a portare loro il tè – Grazie – sorrise gentile a quest’ultima, poi con evidente stizza si rimise nuovamente seduta, volgendo però lo sguardo verso Artemide, che fino al quel momento non aveva proferito parola alcuna – E tu cara zia, non hai nulla da dirmi? Per caso non devi impartirmi anche tu qualche utile lezioncina di vita? – fece con un tono quasi di sfida.
  • Pandora - Artemide sostenne senza remore lo sguardo della nipote - Se ti può far felice, devi sapere che io ho lo stesso e identico pensiero che ha tua madre. A farla breve a dirla in parole povere, io la penso esattamente come lei! – proferì con risolutezza, ma che non scompose affatto la ragazza.
  • Perfetto! - Pandora fece decisamente stizzita, appoggiando la tazzina sopra al piattino con poco delicatezza - A questo punto per caso avete altro da dirmi, da chiedermi? Visto che insomma siete venute fin qui! – domandò con fare sarcastico, guardando di sottecchi entrambe.
  • No, a te no, tanto come sempre ho solo l’impressione di parlare con una parete, dato che neppure mi ascolti, e quando lo fai vuoi sempre avere ragione – sentenziò Eris, poi guardandosi un attimo con Artemide – Pandora piuttosto dimmi, Alone dove si trova?
  • Zio al momento è momentaneamente assente, difatti ha dato a me l’incarico di occuparmi della gestione della base – riportò Pandora, sistemandosi meglio sopra al divanetto.
    Quella della ragazza era stata una vera e propria menzogna!
    Quest’ultimo, dopo aver visto atterrare il mezzo con a bordo le due sue sorelle, aveva preso una navicella e si era prontamente avviato da un'altra parte, ma però prima di partire comunicò alla nipote di dire loro quella cosa, se in caso l'avessero cercato.
    Alone, si era quindi ben nascosto in un posto piuttosto tranquillo, lontano da tutti, ma che soprattutto le due non conoscevano affatto. Era quindi abbastanza evidente che in quel momento non aveva proprio testa e voglia di incontrare le sorelle, dato che sapeva di per certo cosa entrambe erano venute a fare su Hades, visto che quella non era la loro primissima volta.
  • Per cui se avete qualcosa da dirgli, potete tranquillamente dirlo a me. Sono io la sua portavoce. Così appena farà il suo ritorno glielo farò sapere.
  • No, non abbiamo niente da dirgli, o almeno lo avremmo anche, ma con lui come con te è davvero tutto fiato sprecato, per cui è decisamente meglio lasciare perdere – proferì Eris, guardandosi con Artemide, che di rimando sorrise, pensando che la nipote aveva appena raccontato loro una frottola sulla reale non presenza dello zio. Era decisamente convinta che questi alla loro vista se l'era svignata!
  • Visto che qui al momento non abbiamo nulla da fare, e che la nostra presenza è più d'intralcio che altro - Artemide sorrise melliflua - Noi due ce ne facciamo ritorno su New Texas – detto ciò si alzò voltandosi verso la sorella, facendole segno di imitare il suo gesto.
  • Ma andate già via!? – domandò Pandora guardando le due, che si stavano accingendo ad uscire dal salottino – Ma perché non vi potete fermare un poco? Dopotutto avete appena affrontato un lunghissimo viaggio, vi riposate un paio di giorni e poi con la dovuta calma ripartite – fece guardando la madre, quest’ultima a sentire ciò le si inumidirono gli occhi. Forse sua figlia non era del tutto persa – Fermatevi visto che siete qui, do subito disposizione di farvi preparare una stanza, poi ve ne ritornerete su New Texas.
  • Davvero Pandora, vuoi che ci fermiamo? – con le lacrime agli occhi Eris, abbracciò la figlia.
  • Ma certo che lo voglio, mamma!
  • Allora – Eris si voltò a guardare la sorella – Artemide, cosa dici ci fermiamo? - chiese speranzosa. La sorella ci pensò un attimo su, poi proferì.
  • Fermati tu, io devo sbrigare delle cose - disse, ommettendo quali cose dovesse effettivamente fare.
  • Va bene, ma sorella sii sincera, ti scoccia fare il viaggio di ritorno da sola? Perché io a questo punto avrei davvero piacere di fermarmi qui – e continuò a tenersi ben stretta a sé la figlia.
  • No, affatto – Artemide sorrise – Tranquilla rimani pure qui con lei – guardò dolcemente la nipote, che strano ma vero anche lei aveva addolcito di parecchio lo sguardo – Dato che è da molto che non vi vedete.
  • Grazie zia – Pandora le sorrise – Quando deciderà di fare ritorno, sarò io stessa ad accompagnarla – specificò, sciogliendo di fatto l’abbraccio con la madre – Per cui, viaggia pure tranquilla.
  • Ma certo, allora io vado – disse Artemide, avvicinandosi alla sorella per lasciarle un delicato ma sentito bacio sulla guancia – Riguardati – fece tra le lacrime, poi rivolgendosi alla nipote – Anche tu, tesoro – lasciò anche a quest’ultima un sentito bacio sulla guancia.
  • Mi raccomando, quando arrivi ricordati di avvisare - Eris le ricordò, poi con fare premuroso - Non farmi stare in ansia!
  • Certo sorella, lo farò!
 
Artemide a bordo di un piccolo mezzo raggiuse l’aerostazione, dove appunto era ormeggiata la nave su cui avevano viaggiato lei e la sorella. Prontamente ringraziò il ragazzo che era alla guida del mezzo, per poi avviarsi a passi veloci verso l’astronave, che nel frattempo stava scaldando i propri motori.
Salì a bordo e per prima cosa salutò il pilota, prendendo poi a sistemarsi sul comodo divanetto che era presente all’interno della sua cabina.
Prima che la nave partì, alla porta della cabina occupata da Artemide si presentò il secondo pilota, navigatore della nave.
Non appena quest’ultimo ebbe ricevuto il permesso entrò dentro a quest’ultima e chiese alla donna.
Signora, mi dica ora dove facciamo tappa, la riportiamo su New Texas?
No, andiamo prima sulla Luna Boscosa di Endor.
Luna Boscosa di Endor!?
Il copilota era parecchio confuso, difatti dentro di sé si chiedeva del perché dovessero fare tappa proprio su quel pianeta.
Si, devo recarmi urgentemente su Endor.
Artemide disse in tono gentile si, ma che non avrebbe ammesso repliche.
Come desidera.
E così dicendo il copilota la lasciò nuovamente da sola, ma con tanti pensieri che le vorticavano come impazziti nella sua mente.
Artemide, disse il nome di quel pianeta col cuore in gola e la tremarella nelle gambe, perché finalmente dopo ben ventotto anni, avrebbe avuto la possibilità di vedere, toccare, stringere a sé i suoi tanto amati figli.
A quel punto era davvero superfluo dire, che la donna non stava davvero più nella pelle!
 
 
 
Colei che scrive.
Salve a tutti. Eccoci quindi arrivati alla fine dell’ottavo capitolo.
Bene, a quanto pare il nostro Shaka si è scusato, dato che nei confronti della dottoressa era stato piuttosto maleducato, per cui ci sta che abbia fatto ritorno su i suoi passi.
Vedremo come andrà avanti la loro convivenza lavorativa.
Passiamo a Dohko.
Il nostro vecchietto ha toppato una volta, ma grazie ad Aiolia sono riusciti a metterci una bella pezza, quindi speriamo però che in futuro non debbono mettercene altre.
Bene, si è arrivato al tanto atteso momento!
I nostri gemelli finalmente si conosceranno e dopo ben ventotto anni, sono tanti lo so, conosceranno la storia della loro vita, della loro nascita e anche loro madre.
Passando ad altro.
Ma chissà cosa avrà riportato quel lecchino di Cheshire a Pandora?
Lo scoprirete solo leggendo, cattivissima me! Muahmuahmuah!
Detto tutto questo, non mi rimane altro da fare che passare ai più che dovuti ringraziamenti.
Grazie di cuore a chi legge, segue, recensisce.
Un abbraccio.
Alla prossima, SAMP!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: vanity_gemini