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Autore: JennyPotter99    02/11/2020    0 recensioni
[It: Chapter One]
Brace d’inverno
I capelli tuoi
Dove il mio cuore brucia
Non so da dove avesse preso quella poesia, ma la ricordo nitidamente nella mia mente come fosse stato ieri.
Ricordo come la sua voce risuonasse nella mia testa, come la sua lingua si muoveva all’interno della sua bocca mentre me la recitava.
E adesso è tutto finito.
Come risolverò questo problema?
Come faccio ad amare la persona che odio di più?
Possibile che sia stato tutto un sogno?
Che lui abbia giocato con la mia mente così…
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La luce traspariva solo dalle piccole finestre in alto, impolverate anch’esse.
Una di essa era rotta e i vetri erano sparsi per la stanza.
Florance ci mise un po' prima di trovare il coraggio di avvicinarsi a quel cerchio di persone.
Erano proprio state messe in cerchio, 4 da una parte, 3 dall’altra e una al centro.
Non seppe nemmeno lei cosa la spinse a fare dei passi avanti.
Forse Red.
Forse il povero Benjamin.
No, era per Robert.
Tra la sedia di Red e quella di Ricky, c’era un buco apposta per entrare all’interno del cerchio.
Il corpo di Robert era in perfetta conservazione, come una mummia senza bende.
Anzi, Florance non se lo ricordava così bello.
Scansò tutte le ragnatele: i suoi occhi azzurri fissi nel vuoto.
A quel punto però, Flo notò che il suo petto faceva su e giù lentamente.
Ci si avvicinò con l’orecchio: bum.
Il suo cuore batteva e i suoi polmoni funzionavano: non era morto.
Era come in trance, ma lei non sapeva come svegliarlo.
Si diresse velocemente dagli altri e dopo aver tolto ad ognuno di loro polvere e ragnatele, capì che anche loro respiravano: Benjamin, Red, Ricky, Billie, Edward e Micheal.
Il corpo di Stanley, invece, non c’era.
-Il suo non c’è… Perché non c’è?- si chiese tra se e se.
-Oh Flo, perché non c’è?-
Una vocina acuta le si presentò alle spalle, facendola voltare di scatto.
It era davanti a lei.
In quel preciso istante, Florance lo guardò negli occhi: erano di un giallo intenso, li aveva già visti.
Quando Robert diceva di essere troppo debole o troppo arrabbiato, i suoi occhi cambiavano colore.
-Non eri sempre tu…- dedusse, quindi. -No, tu dovevi delegarli, guardare dall’altro, non potevi sempre essere tu…- mormorò, guardando di nuovo tutti i corpi e domandandosi perché ne mancasse uno. A quel punto, allora, si ricordò delle parole che le aveva detto Wendy, del fatto che quell’essere non avesse forma. -Può possedere qualsiasi forma…-
Florance si voltò: davanti ai suoi occhi era comparso Stanley Gray, con un ghigno sul volto.- Benvenuta al Gray Circus!- esclamò ridacchiando.
Istintivamente Flo gli diede un pugno e corse a prendere l’ascia.
It non prendeva solo le sembianze del corpo di Robert, ma anche quelle di Stanley.
Ecco perché lui non lo vedeva spesso.
Flo afferrò l’ascia mentre il clown si girò verso di lei, con la mandibola rotta che penzolava dalla sua faccia.
La ragazza fece una smorfia disgustata mentre l’essere se la riaggiustava come se niente fosse.
-Vuoi ancora cercare di uccidermi, Flo?- le chiese, ridacchiando.
-Deve esserci…Deve esserci un modo.-
Flo non sarebbe riuscita a combattere con quell’arma pesante.
Posò lo sguardo sul corpo di Red: il ventre pieno di sangue secco dopo il parto.
Vederla le fece ricordare la prima volta che l’aveva vista lanciare un coltello.
Si portò il manico al naso, chiuse gli occhi e fece un bel respiro.
Con tutta la forza gliela lanciò contro, sperando di colpirlo.
Ma It afferrò il manico di legno come un cane addestrato afferra un frisbee.
La sua bocca si era allargata, mostrando un’infinita fila di denti appuntiti.
Con soli tre morsi riuscì a spaccare l’ascia in due.
-Cazzo.-
Di scatto, le mise una mano al collo e la sollevò in aria.
Nel frattempo, la sua bocca si allargò di più e Flo iniziò ad intravedere una luce accecante.
Non guardare i Pozzi Neri.
Florance serrò gli occhi e voltò la testa dall’altra parte: se l’avesse guardata ancora, sarebbe tornata al punto di partenza.
-Lasciami, stronzo!- gridò, dimenandosi con le gambe.
Nello stesso momento, la luce scomparve e il pagliaccio la guardò male.- Io sono la divoratrice di mondi!-
Capendo di essere al sicuro dalla luce, anche Flo incrociò il suo sguardo.- No, tu sei solo un clown di merda!-
Sentì il guanto tremare sulla propria gola e intuì che qualsiasi cosa stesse facendo, stava funzionando.
-Vecchio, lurido, clown del cazzo!- esclamò, sputandogli in viso.
It fece un gridolino e la lasciò andare, allontanandosi come se lei fosse diventata veleno.
Florance cadde sulle ginocchia, continuando a guardare come il clown si stesse facendo piccolo piccolo.
Prese il pezzo di ascia a terra che aveva ancora del legno attaccato e gli camminò in contro: stavolta era lei a sorridere soddisfatta.- Davvero serve solo questo? Insulti? Non sei poi così grande come dici. Anzi, sei piccolo. Sei un piccolo vermiciattolo.-
Improvvisamente, l’essere ruggì e Florance gli conficcò la lama in testa.
Fece dei passi indietro, mentre la sua testa bianca iniziò a sanguinare.
Le gocce galleggiarono in aria e la sua fronte iniziò a rompersi come porcellana al vento.
Successivamente, un respiro.
Robert batté le palpebre e tossì, guardandosi intorno, disorientato.
Sembrava che It si fosse indebolito abbastanza da allentare la morsa che aveva su Robert.
Florance si accucciò su di lui, prendendogli il viso tra le mani.- Ehi, andrà tutto bene, ci sono io.-
Lo sguardo di Robert era rilassato, mentre le accarezzava la guancia. -Ciao.-
Flo non poteva credere che fosse di nuovo con lui. -Ciao.- mormorò, sorridendo.
Ma poi, Robert sussurrò un nome.- Wendy…-
Non si sapeva con esattezza quanto It avesse controllo su di lui: probabilmente ciò che faceva nei sogni delle donne, lui non lo ricordava.
It non aveva scelto Robert solo perché era un assassino, un ragazzo dall’anima logora, ma perché era innamorato di una ragazza dai capelli rossi.
Perciò, ogni volta che It faceva il suo gioco sadico con una donna, ne sceglieva sempre una simile alla sua amata, simile a Wendy.
Flo capì allora che non avrebbe mai avuto Robert per se.
Annuì, mentre delle lacrime le rigarono le guance.- Sì, sono io.-
Robert gliele asciugò con il pollice, delicatamente.- Dovevo venire a salvarti.-
Florance scosse la testa, accarezzandogli i capelli.- No, adesso sarò io a salvare te.-
Anche Robert negò.- Non puoi ucciderlo…I-io….Ho fatto tante cose brutte.- singhiozzò, tremando.
-Sssh, tu non hai fatto niente di male.- sussurrò Flo, guardandolo negli occhi.- Di cosa hai paura?-
Roberti rilassò il volto, facendo intrecciare le loro mani calde.- Di niente.-
-Dove vorresti essere in questo momento?-
-Qui, con te.-
Flo strinse gli occhi, consentendo ad un’ultima lacrima di scendere.- Qual è la cosa più importante del mondo?-
Il ragazzo poggiò la fronte sulla sua.- Sei tu.-
Florance si avvicinò abbastanza da poterlo baciare dolcemente.
E anche se Florance immaginava di baciare Robert e Robert sognava di baciare la sua Wendy, sembrò durare tutto per un’eternità.
Flo aveva fatto tanta strada per arrivare fino a quel punto, ma dentro di se iniziò a pensare che non voleva che finisse.
E fu come se quel desiderio si fosse esaudito subito.
Robert vide il suo corpo fare un leggero sobbalzo in avanti.
Un leggero verso di dolore, gli occhi fissi suoi propri e poi delle gocce di sangue caderle dalla bocca.
Robert le prese la testa fra le mani, non capendo cosa stesse succedendo.
Poi vide It, dietro di lei, con i guanti bianchi sul manico dell’ascia, conficcata nella sua schiena.
-No!- gridò e pianse, mentre It prese il suo corpo, allontanandolo da lui.
Robert avrebbe voluto fare qualcosa, ma le sue gambe non si muovevano da troppo tempo.
Florance si accasciò a terra, ancora capace di intendere e di volere.
Si voltò a fatica verso Robert: non poteva morire così, non poteva dargliela vinta.
Era arrivata fino a quel punto solo per essere finalmente felice.
Aveva fatto tutta quella strada e si era innamorata.
Chiunque sa che per amore si farebbe qualsiasi cosa.
Qualsiasi cosa pur di stare con la persona che si ama.
Florance vide una piccola speranza a qualche centimetro da se: il frammento della finestra rotta.
Con le ultime forze, strusciò il braccio verso di esso e lo prese.
Si sdraiò sulla schiena e, in preda agli ultimi spasmi, le sembrò che il soffitto fosse in realtà il cielo stellato.
Che Robert fosse accanto a lei.
Infine, prima di morire, usò la parte appuntita del vetro per tagliarsi il palmo della mano.
E i corpi nella stanza, seduti sulle sedie, con gli occhi fissi e i cuori che ancora battevano lentamente, divennero 9.
   
 
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