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Autore: Evie_Frost    02/11/2020    1 recensioni
Noah ci ha lasciati, Stiles è diventato il nuovo sceriffo e Derek ha fatto ritorno a Beacon Hills. Cosa potrebbe succedere ancora vi starete domandando? Semplice, moltissimi colpi di scena.
Il buon vecchio sceriffo non è mai stato l'uomo che diceva di essere.
Un giallo che vi porterà a vedere e vivere in modo totalmente diverso la nostra amata cittadina acchiappa esseri soprannaturali.
Ma niente paura, l'intuito di Stiles lo porterà a risolvere il più grande mistero della sua carriera, ovviamente grazie all'aiuto del suo licantropo preferito (Sterek❤️ accenni alla Thiam)
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek/Stiles, Sceriffo Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tra tutte le disparate marche di cioccolatini presenti sul mercato, nutrivo una particolare predizione per quelle che inserivano bigliettini filosofici (quanto estremamente banali) tra le pieghe degli incarti delle loro leccornie. Oltre alle svariate frasi romantiche che mi capitavano, spesso avevo la fortuna di trovare frasi sul senso della vita, come: ‘carpe diem’, ‘vivi come se fosse l’ultimo giorno’ oppure ‘goditi ogni istante’ e credetemi…non ne afferrai realmente il senso fino a quando non sperimentai la morte. Non mi ero mai sentito così pieno di voglia di vivere come quando ebbi la possibilità di svegliarmi dal sonno eterno e di trovare la mia famiglia stretta attorno a me. Derek non aveva cessato di stringermi tra le sue braccia mentre il resto del branco colmava i miei silenzi con mille domande. Volendosi accertare della mia salute, come potrei biasimarla? Fino a poche ore prima ero lacerato da emorragie interne, Melissa volle ospitarmi a casa Mcall. Purtroppo per lei, la mia convalescenza non si svolse nella pace più assoluta poiché i ragazzi diedero sfogo alle loro preoccupazioni, ponendomi i più disparati quesiti. Nonostante fossi ovviamente lieto delle loro premure, non fui altrettanto capace di narrare loro l’esperienza vissuta, mi domandavo quando mai effettivamente mi sarei sentito pronto ma se c’era una persona che aveva dimestichezza con la morte, beh quella era Lydia. Le domandai di poter discutere separatamente, domandando a Derek la cortesia di sorreggermi fino al sofà del salotto: avevo bisogno di parlare da solo con lei, questo implicava che il mannaro sarebbe potuto restare dato che il legame che ci connetteva era oltremodo indissolubile. “Non puoi capire la mia gioia nell’averti ancora qui tra noi” la ragazza sospirò di sollievo, stringendosi tra le mie braccia, leggermente ostacolata dall’ingombrante pancione. “Oh credimi, lo capisco eccome. Temevo davvero che me ne sarei andato senza a ver portato a termine questo caso e, a questo proposito, ho bisogno di un consulto da parte dei tuoi poteri da banshee” la rossa fu tutto orecchi. “Quando ho chiuso gli occhi ho immediatamente provato un enorme senso di vuoto ma poi ho visto la rinomata luce di cui tutti parlano…” Derek mi strinse maggiormente a sé “Ormai intuendo che non avrei più avuto scampo, decisi di seguirla. Mi ritrovai nel soggiorno della mia abitazione, precisamente il mobilio corrispondeva alla disposizione che i miei genitori aveva scelto durante la mia infanzia”. “Vuoi dire che c’erano anche loro?” annuii, assalito dalla commozione. “Mia madre aveva appena offerto a mio padre una tazza di latte caldo. Inizialmente credevo che nessuno di loro avesse avvertito la mia presenza ma mi sbagliavo. Mi fecero accomodare tra loro, non so spiegare con esattezza la sensazione che provai ma mi parve quasi possibile avvertire le carezze che mio padre mi stava lasciando sulla guancia” Lydia mise una mano sul mio ginocchio, cercando di confortarmi. “Quello che mi ha parecchio lasciato interdetto è il fatto che continuassero a ripetere che mi fossi unito a loro precocemente ma soprattutto che avevo ancora un conto in sospeso, immagino si riferissero a Taranee. Avete trovato delle tracce?” sia lei che Derek scossero il capo in segno negativo. “Ci siamo dedicati anima e corpo all’unico barlume di speranza che avrebbe potuto riportarti in vita. Nessuno di noi si è allontanato troppo, solamente Parrish si è occupato di recarsi alla centrale e di accampare delle scuse per la morte dei vostri colleghi”. “Già, un’altra questione da sbrigare. Ora che abbiamo acquisito una nuova prospettiva dei fatti, possiamo affermare che Taranee non è altro che una minuscola pedina degli scacchi della nostra città. Dobbiamo fornire un buon esempio affinché gli abitanti di Beacon Hills cessino di avere paura di noi” sentii Derek ringhiare ogni qualvolta nominavo il nome di quella ragazza. “Che cosa suggerisci?” chiese Lydia. “Mio padre mi raccontò un episodio alquanto particolare durante la mia visione. Sostenne che un poliziotto deve essere anche un buon politico e l’amico di cui i cittadini hanno bisogno. Spesso ricorreva a metafore per tentare di inculcarmi un po’ di cultura, per questo non mi stupì il fatto che nominò il personaggio di Pericle. Atene visse il periodo più glorioso sotto al suo controllo, perché si era dedicato anima e corpo nel tentativo di assottigliare le differenze tra le varie caste di cittadini”. “In parte è vero, come pensi di applicare le parole di tuo padre?”. “Intendo evitare il licenziamento di meno uomini possibili per dare l’esempio e per il resto devo ancora pensare a come instaurare un dialogo con Taranee, anche se prima dobbiamo capire dove si sia rifugiata” Lydia si accarezzò il ventre. “I morti trovano sempre il modo di comunicare con i vivi. Aprono sempre un canale ed io credo proprio che i tuoi genitori non abbiano mai cessato di vegliare su di te. Devi applicare le loro parole affinché questa guerra abbia fine, Stiles. Scott è stato il nostro leader per tutti questi anni ma ora come ora, solo tu puoi salvarci” riconobbi in quelle parole la profezia di una banshee, come immaginavo: durante la mia assenza anche lei doveva avere avuto numerose visioni. Annuii, abbandonandomi completamente contro il corpo del mio compagno. “Ringrazio di essere tornato in vita, altrimenti mi sarei perso la nascita del nuovo membro del branco” sorrisi osservando come la gravidanza di Lydia fosse ormai evidente. “Sarebbe stato un vero peccato non dover rimproverare il mio bambino perché lo zio gli ha insegnato a riparare ogni minima crepa con lo scotch meccanico” finalmente rise “anche se posso assicurarti che sarebbe stato un vero peccato perdervi entrambi a causa di uno stesso colpo”. Mi voltai verso Derek che, imbarazzato, aveva immediatamente distolto lo sguardo. “Proprio così, era tornato ad essere il lupo acido che era prima che tra voi due nascesse un sentimento” ridacchiò la rossa mentre il mannaro sbuffava sonoramente. “Non darle retta! E’ il bambino che la rende più sensibile” rispose seccatamente, non potei trovare tutto questo estremamente divertente. “Vi lascio un momento di intimità, da quando Stiles è tornato non avete ancora avuto modo di parlare” Lydia mi stampò un bacio sulla guancia, per poi dare un buffetto giocoso sulla spalla del licantropo. Ringraziai il fatto di poter discutere con lui separatamente, insomma ero appena tornato in vita…avevo bisogno di elaborare il tutto e non poteva esserci persona migliore per compiere questo compito, di Derek. Mi accomodai in modo che fossimo faccia a faccia, senza allontanarmi troppo però, le nostre dita sempre intrecciate. “Quindi a quanto pare sei tu il mio eroe” sul mio volto si aprì un enorme sorriso, adoravo metterlo in imbarazzo. “Non attribuirmi ogni merito, sei tu che mi hai dato istruzioni. Perfino in punto di morte non hai smesso di parlare” ridacchiammo all’unisono e non potei fare a meno di sporgermi per depositare un bacio sulle labbra. “Non vedo l’ora di tornare a casa. Sono così egoista se desidero passare del tempo da solo con te?” lui mi accarezzò una guancia. “Assolutamente no, anche io desidero averti il più vicino possibile per rendermi finalmente conto che sei tornato” come potevo non amarlo?. “Sei stato il mio unico pensiero” mormorò, gli occhi verdi sporcati da una leggera colorazione marrone. “Volevo onorare la promessa che ti feci, continuando a vivere ma mi sono reso presto conto che non sarebbe stato possibile” ora mi trovai ad asciugargli delle maledettissime lacrime che si concesse. “Sono riuscito a superare la perdita della mia famiglia solamente grazie alla presenza del mio compagno ma dubito avrei potuto farcela a sopportare la mancanza delle tue chiacchiere. Di tutti quei baci che mi rubi quando ci incrociamo nel corridoio o ti tutti i tuoi sorrisi un po’ storti perché hai ancora il volto nascosto tra i cuscini” Derek Hale in persona aveva appena superato quel muro tanto ostile che aveva posto a protezione del suo cuore, per me… “Der…” mi fiondai tra le sue braccia, stringendolo con ogni brandello di forza che fosse rimasto in quel corpo tanto debilitato che mi ritrovavo. “Stringimi” gli dissi, anche se effettivamente risultava superfluo considerando che le sue braccia avvolgevano oramai salvamente i miei fianchi. “Come compagno sono pessimo” ridacchiai, asciugandomi con la manica della maglia le lacrime che non ero riuscito a trattenere. “Prima sono scomparso per giorni per via di quel dannato rituale, ti ho fatto credere che il piano sarebbe funzionato alla perfezione ed infine sono morto”. “Grazie a Dio non hai mai perso la tua ironia e il tuo sarcasmo” mormorò, coinvolgendomi in un bacio che sapeva di amore, quanto di una rude richiesta di essere suo per sempre…cosa che infondo già ero, immensamente. “Interrompo qualcosa?” domandò Theo, facendo il suo ingresso nel salotto seguito dal resto del branco. A giudicare dal leggero sbuffo con cui ci voltammo nella sua direzione, la chimera lo colse come un chiaro sì. “Ragazzi, non vorrei risultare scortese in alcun modo. Sono estremamente grato del vostro aiuto e del supporto che ci avete dato ma avremmo bisogno di…” “Trascorrere del tempo privatamente, lo capiamo. E’ giusto così, il lupo di Derek deve ancora distendere i nervi, sei fortunato ad essere umano e non sentire la puzza di ansia e preoccupazione che sta emettendo anche tutt’ora” lo scherzò Scott, guadagnandosi una cuscinata. “Direi che tutti voi avete bisogno di una bella doccia. In quanto banshee il mio naso non è ipersviluppato ma il piccolo segugio che porto in grembo scalcia da matti quando qualcuno mi si avvicina” rise Lydia, portandosi istintivamente le mani a protezione del ventre. “Chiunque di voi recuperi informazioni su Taranee, non indugi a chiamare gli altri. Non può e non deve essere lontana” fornì le ultime istruzioni il capo branco, mentre Derek mi aiutava ad alzarmi. Zoppicando, con non poca fatica, raggiungemmo l’auto e con estrema delicatezza il mio compagno mi aiutò ad accomodarmi sul sedile del passeggero. “Toglimi una curiosità: la mia Jeep, non l’avete lasciata al limitare della riserva per tutto questo tempo, vero?” la mia piccola esposta alle intemperie…una follia. “Sta tranquillo. Chris è andato a recuperarla sotto mio consiglio. E’ nel nostro garage perfettamente sistemata. Gli ha persino coperto il parabrezza con dei teli in modo che le rigide temperature autunnali non rovinassero il motore…come se ci sia effettivamente qualcosa che si possa ancora rovinare di più quel catorcio che si regge a scotch e benzina” mi provocò, mal celando un sorrisetto di sfida. “Razza di sourwolf! Questa notte sarai tu a restare al freddo. Ti permetto di dormire sullo zerbino di casa. Vediamo poi chi sarà quello arrugginito!” urlai indignato, mi mise a tacere con un fugace bacio approfittando di un semaforo rosso…doveva ringraziare il cielo che io lo amassi così tanto. Girai la chiave nella serratura, inspirando a pieni polmoni il profumo di casa: era pressoché indescrivibile spiegare quanto mi fosse mancata. Gettai in un punto indefinito le scarpe, correndo a distendermi sul divano, attendendo che Derek mi raggiungesse per recuperare le effusioni che ancora mi spettavano ma il lupo non faceva altro che guardarsi attorno, un cipiglio indagatore sul suo viso. “Che cosa succede?” domandai, mettendomi seduto. “Non vuoi stenderti con me?” gli accarezzai un braccio: forse il responsabile era il suo lupo, come aveva detto Scott. “Stiles qui dentro è entrato qualcuno. Qualcuno è entrato in casa nostra mentre eravamo all’ospedale ma è trascorso del tempo e le tracce sono sbiadite. Credo che provengano dal primo piano” in men che non si dice afferrai la mazza di baseball che tenevo in soggiorno tra i trofei (non frutto del mio sudore) del baseball, seguendo a ruota il licantropo. Con un poderoso calcio, Derek, spalancò la porta della nostra stanza. Ringhiò ed estrasse gli artigli, entrando nella camera da letto accompagnato da un piccolo balzo, come se fosse servito ad intimidire un plausibile malvivente…ma lì dentro c’eravamo solo noi due. Stessa procedura per il bagno e, a meno che l’aggressore di turno non si fosse nascosto dietro la tendina della doccia come nel più banale degli scenari, anche quella camera era sgombera. Come un segugio da caccia, Derek puntò la stanza dei miei genitori: evidentemente doveva aver fiutato un odore particolarmente intenso, poiché perfino le pupille dei suoi occhi si dilatarono, sottraendo spazio al vivido verde che li caratterizzava. Entrò per primo e quando tentai di seguire le sue orme, me lo vietò. Quasi richiuse la porta di quella maledetta stanza sul mio naso. “Derek apri immediatamente la porta!”. “Derek che cosa c’è di tanto terribile! Non usare la scusa che lo fai per proteggermi perché sono già morto!” sbraitai con tutto il fiato che avevo in petto. Lottai a suon di pugni e di calci, fino a quando il mio compagno non mi permise di entrare nella camera da letto appartenuta ai miei genitori. Sul letto matrimoniale giacevano due corpi, dovevano essere due licantropi di mezza età, entrambi morti. Il loro sangue imbrattava le lenzuola dove erano distesi, oltre a questo occulto, al di sopra della testiera del letto vi era una scritta, le lettere tracciate con le mani inzuppate nel sangue delle vittime. “Il prossimo sei tu” lessi con voce tremante, Derek non disse nulla: fissava i due corpi come se fosse pietrificato. “Li conoscevi?” lui scosse il capo. “Suppongo che questo messaggio fosse rivolto a me. Taranee deve essersi recata qui dopo l’incidente del Nemeton, deve crederti ancora morto e vuole completare il suo piano, eliminandomi” sussurrò. Compresi che in quel momento Derek avesse bisogno del mio supporto, era arrivato il momento di ricambiare ogni sacrificio che aveva compiuto nei miei confronti. Lo coinvolsi in un abbraccio, uno di quelli in cui l’avrei stretto se avessero tentato di strapparmelo via…cosa che effettivamente sarebbe potuta accadere. “Ha violato i tuoi ricordi. Questa era la camera dei tuoi genitori, perfino da morto non ha avuto rispetto per la tua persona. Mi dispiace Stiles, avrei dovuto eliminarla quando ancora ne avevo l’occasione” era sconvolto, usò lo stesso tono di voce che lo assalì in seguito alla morte di Boyd. “E’ vero, questa stanza aveva per me un significato affettivo ma i miei genitori ora sono altrove. La loro casa è il cimitero e comunque mi auguro che le loro anime abbiano già lasciato questo ingiusto mondo. Non permettere alla tua mente di punirti, non credere che queste due morti siano a causa tua”. “Non è forse così? Questi licantropi sono serviti come un messaggio di morte indirizzato a me” gli accarezzai i capelli. “Der, quella donna è pazza e se vacilli ora, farai il suo gioco. Non è colpa tua, nulla di tutto questo è colpa tua. Ora cerchiamo di dargli una degna sepoltura, avviserò Parrish in modo che li depositi accanto al nuovo Nemeton. Nel frattempo ripuliremo questo disastro. D’accordo?” il vicesceriffo accorse in breve tempo, aiutandoci nell’arduo compito ed informandomi del fatto che il vociferare della centrale era oramai divenuto insostenibile. Derek mi invitò a farmi una doccia per distendere la tensione, promettendomi che mi avrebbe raggiunto il prima possibile, giusto il tempo di assicurarsi di non avrei tralasciato alcunché. Mi resi conto di aver trascorso più di una mezz’ora sotto il getto dell’acqua calda, quando il lupo mi posò un bacio sulla schiena. “Der?” mi voltai verso il lui, osservando come i suoi capelli si stessero inzuppando progressivamente. “Parrish?”. “E’ appena uscito. La camera è pulita, ci ho messo così tanto perché ho fatto uno strappo da Deaton. Gli ho domandato qualche erba o sostanza druida per eliminare le tracce di sangue. Ora l’intera casa profuma di lavanda e rosmarino” disse, mentre in un gesto ormai automatico, ci stringemmo l’uno all’altro. “Come ti senti, lupone?” lui indugiò leggermente. “Moralmente sono al contempo al settimo cielo perché sei fortunatamente ancora qui tra le mie braccia, fisicamente…sono distrutto” gli massaggiai dolcemente le spalle. “Stiles, sei appena tornato in vita. Quello che dovrebbe prendersi cura dell’altro qui sono io. Starò bene, vedrai” afferrò i miei polsi, tentando di allontanare le mie mani ma opposi resistenza. “Siamo una coppia ed è normale che l’uno di prenda cura dell’altro, ma cavolo Der! Tu mi hai letteralmente salvato. Permettimi di ricambiare in parte il favore” gli intimai affinché mi permettesse di lavarlo. Passai le mani sul suo corpo, come a volermi rendere conto che davvero eravamo ancora assieme. Davvero avrei condotto il resto della mia vita con l’uomo meraviglioso che mi stava difronte. Lo feci voltare solamente per poter baciare ogni spirale del suo tatuaggio, mormorandogli ripetutamente quanto infinitamente lo amassi. Infine mi sollevai sulle punte per poterlo baciare, la sua bocca già leggermente dischiusa permettendo alle nostre lingue di incontrarsi. Derek passò le dita tra i miei capelli, avvicinando il mio volto ancora di più al suo. Il bacio fu preso insufficiente, soprattutto quando il licantropo prese ad accarezzare la mia erezione. Poteva parere un gesto inappropriato in quella circostanza, se solo non avessi saputo che Derek nutriva l’unico desiderio di farmi provare benessere e sollievo, così ricambiai immediatamente. Sentivo i suoi gemiti essere amplificati tra le strette pareti della doccia mescolarsi con i miei: nemmeno avevamo bisogno di istruzioni dato che conoscevamo l’altro a memoria e le sue esigenze. Venimmo quasi nello stesso momento, urlando il nome altrui e fortunatamente Derek ebbe la prontezza di afferrarmi, poiché questo turbinio di emozioni mescolate alla precarietà del mio equilibrio, mi avrebbero fatto finire a terra. Mi aggrappai a lui mentre richiudeva il getto d’acqua ed anche quando mi avvolse in un morbido accappatoio per asciugarmi, facendomi sedere sul ripiano della lavatrice. “E’ il tuo” sorrisi, notando che l’accappatoio con i quale mi stava sfregando non appartenesse a me. Derek fece un sorrisetto compiaciuto. “Non c’è nulla di male nel ricordare agli altri che sei il compagno del lupo mannaro più forte che esista”. “Chi? Ti riferisci a Scott?” il muso che improvvisò fu così esilarante che non potei fare a meno di scoppiare a ridere, avvolgendolo tra le mie gambe in modo che non fuggisse via. “Sei uno stupido. Ti amo” gli dissi, baciandolo a stampo, Derek oppose una leggera resistenza portando all’indietro il capo. Mi sporsi in avanti tanto che quasi caddi dalla lavatrice, per poterlo stringere ed avere le sue labbra per me. “Ti amo Derek Hale. Ti amo” avevo un bisogno disperato di farglielo sapere, di comunicargli quanto fosse importante per me. “Ti amo così tanto che quasi non me ne capacito” a quel punto decise di approfondire nuovamente il bacio. “Ti amo che io Stiles e per la cronaca tu hai salvato me prima ancora che capissi ciò che provavi. Sono stato così ottuso da non capire che avevo trovato l’amore difronte a me, dove non credevo che farebbe stato” sorridemmo all’unisono, così felici di aver superato l’ennesimo ostacolo. Ci infilammo sotto alle lenzuola, la spalla di Derek mi faceva da cuscino, per sfogliare alcuni annunci immobiliari sul pc. Il mannaro indicava ville enormi e complete di piscina ma con un mutuo stratosferico, sostenendo che fosse il minimo degli impicci, mentre io desideravo un’abitazione più modesta e funzionale. “Che ne dici di questa?” gli indicai una villetta abbastanza rustica ma comunque elegante, posta poco lontano dalla riserva. Il lato nord dell’abitazione si affacciava sul bosco mentre quello sud dava alla città. Era ugualmente distante dalla centrale quanto dal liceo…un momento, il liceo!. “Der ma come farai con tutte queste giornate di insegnamento che hai perso?” mi sollevai dal suo calore di scatto. “Non voglio che tu perda questo lavoro a causa mia o delle catastrofi che si abbattono sul nostro branco” il mannaro nemmeno si scompose, invitandomi a tornare nella posizione iniziale. “Anche se la stanchezza ti illude sia trascorso molto tempo, in realtà sei stato nell’al di là nemmeno un giorno. Ho perso solamente la giornata del venerdì ma grazie ad uno sciopero studentesco, nessuno ha notato la mia presenza…dici a me di non additarmi colpe inesistenti e poi ti allarmi così?” non riuscì a trattenere una risata. “E’ tutto sotto controllo, Stiles. Non resta che occuparci di Taranee e comunque penso che quella casa sia perfetta per noi, quindi prenoto una visita” annuii, estremamente sollevato dalla cosa. “Ora cerca di dormire, d’accordo?” mi baciò una tempia, rimboccando le coperte. “Tu non vuoi riposare un po?” domandai mentre si distendeva su un fianco. “Sono abbastanza sicuro che ora che sei rilassato, il tuo corpo inizierà a rilasciare il dolore che hai continuato ad ignorare nell’arco della giornata e voglio assicurarmi che Taranee non si faccia viva”. “No Der. Hai già assorbito parte del mio dolore sotto alla doccia…non credere non lo abbia notato. Non te lo permetto” tentò di distrarmi accarezzandomi lentamente i capelli. “Non sei nella posizione per dare ordini” sussurrò divertito, le palpebre divennero sempre più pesanti. “Derek?”. “Dimmi”. “Resta qui”. “Sempre”. Trascorsero molte ore, tant’è che quando mi svegliai la sveglia elettronica (Derek ne aveva comprata una tutta sua) proiettava sul soffitto l’orario notturno: erano le 3:24. Qualcosa aveva interrotto il mio sonno, probabilmente la mancanza di Derek al mio fianco. Le lenzuola erano fredde dal suo lato del letto e questo mi spinse ad allarmarmi. “Derek?” iniziai a chiamarlo a gran voce, ispezionando ogni stanza della nostra abitazione…era sparito. Mi portai le mani sul volto, come a volermi svegliare dall’ennesimo incubo dove ero finito. Se davvero Taranee gli avesse teso una trappola?. Un brivido mi percorse la schiena ma non questa volta provocato dalla paura: la porta d’ingresso era spalancata. “Oh mio Dio…” afferrai rapidamente il cellulare, chiamando Scott e gli altri mentre mi infilavo rapidamente degli abiti che mi avrebbero evitato l’ipotermia. Fortunatamente Derek aveva lasciato dietro di sé alcuni brandelli dei suoi abiti: doveva essersi trasformato durante la corsa e questo mi permise mi addentrarmi fino al cuore della riserva. Nonostante avessi trascorso giornate all’intero di quella selva, percorsi un tratto a me nuovo: se non avessi rinvenuto l’ultimo straccio, una volta pezzo della maglia di Derek, appeso ad un cespuglio probabilmente nemmeno mi sarei accorto dell’esistenza di un piccolo antro nella terra. Scostai radici e fogliame, prima di addentrarmi. “Derek, ce ne hai messo di tempo per raggiungermi. Stavo quasi per addormentarmi” merda, quella era la voce di Taranee. Ruzzolai nella caverna fino a celarmi dietro ad un enorme masso: Taranee stava difronte a Derek, reggendo tra le mani quella che aveva tutta l’aria di essere la mia adorata felpa rossa. “Non ringhiarmi contro, per favore. Non sei nella posizione per attaccarmi. Io tuo adorato compagno è tra le mie mani e mi basta letteralmente un cenno per far sparire l’ultima traccia che hai di lui”. Ma di che stava parlando? Probabilmente davvero le sfuggiva il fatto che fossi tornato in vita ma allora perché Derek sembrava così agitato? Come poteva non avermi visto accanto a lui nel letto?. Poi capii: tra le mani di quell’arpia c’era un’ampolla ricolma di strozzalupo. Solo compresi a fondo il suo piano, avevo trovato così strano quel sacrificio dei due mannari: la stanza dei miei genitori doveva essere stata cosparsa di strozzalupo, momentaneamente gli effetti erano stati tenuti e bada dal sangue delle due vittime in modo da confondere il fiuto di Derek, così da farlo cadere solamente in uno stato confusionario. Una volta rimossi i corpi, a questo punto sospettavo che i due mannari fossero stati attirati lì dallo strozzalupo e che si fossero eliminati a vicenda, ed acceso quell’intruglio di erbe che Deaton aveva innocentemente prestato a Der, l’effetto doveva essersi amplificato. Inviai la posizione a Scott e agli altri tramite il GPS, avvicinandomi attentamente ai due: Taranee aveva una calibro nella tasca dei pantaloni. “Avanti Derek, vieni a prendere la felpa di Stiles. Non muori dalla voglia di ispirare il suo odore per l’ultima volta?” il lupo ringhiò così forte che provocò un eco tale da far cedere dei sassolini dal soffitto. “Facciamo così. Ora la poserò qui a terra e tu potrai prenderla se sarai più svelto di me” la megera si stava prendendo gioco dei sentimenti del mannaro e a quel punto non sopportai più quella scena. “Derek! Sono qui!” urlai uscendo dal mio nascondiglio. Il lupo si voltò nella mia direzione ma sembrò impassibile: lo stato di trance dove era finito gli rendeva impossibile riconoscermi come compagno. “Stiles! Che diamine…ti ho eliminato una volta, possibile che in questa città nessuno resti morto? Poco importa. Se ci sono riuscita la prima volta, non sarà un problema interromperti il battito anche questa volta” borbottò frustrata mentre caricava il colpo. “Aspetta un momento, ho avuto un’idea più geniale. Perché non ci divertiamo tutti assieme con una classica ed intramontabile roulette russa. Avanti Derek, se non riconosci Stiles come compagno prima che gli spari, sarò costretta ad eliminarvi entrambi” Scott dove diavolo sei finito? Mi domandai mentalmente, augurandomi che il mannaro tornasse presto in sé. Puntai il mio sguardo nel suo, sfidando la sorte e le sue zanne, avanzando di un passo. “Uno!” Taranee premette il grilletto ma il colpo andò a vuoto. “Avanti Derek, ehi…guardami. Sono qui. Mi hai salvato tu, ricordi?”. “Due!” secondo colpo andato a vuoto. “Derek, ti scongiuro torna da me. Avvicinati, annusami. Annusami come fai sempre, come quando nascondi il viso nel mio collo per addormentarti sicuro tra le mie braccia…” “Tre!” la fortuna stava iniziando a scarseggiare, il lupo ancora remissivo. “Ti prego, Derek. Non possiamo morire ora. Salvami come hai sempre fatto…”. “Quattr-“ prima che la ragazza potesse premere sul grilletto, il licantropo le si voltò contro per aggredirla. Derek la stava mordendo insistentemente ai polsi, in modo tale che fosse impossibilitata a recuperare l’arma che frettolosamente agguantai. In nostro soccorso giunse il branco che destabilizzò Taranee: approfittando dell’attimo in cui Derek assunse nuovamente fattezze umane, la giovane tentò la fuga ma Malia fu più rapida di nei nello sbatterla con le spalle al muro mentre Chris la ammanettava. “Non puoi fermarmi Stiles. Pensi davvero che mi basti gettarmi in cella per smettere di diffondere le mie idee, la mia visione di questo schifo di mondo che voi avete reso tale? Ti sbagli di grosso. Tutti gli uomini della tua centrale tramavano contro di te e tu nemmeno te ne sei reso conto. Io ucciderò chiunque tu abbia a cuore” continuò a ruggire, nonostante l’evidente posizione di svantaggio. “Chiuderti in cella non risolverebbe in alcun modo il problema che hai creato ma conosco una soluzione che potrebbe convenire ad entrambe le parti. Tua madre ti ha cresciuto coltivando questi folli ideali, ispirata dalla furia omicida di Geralt” mi voltai verso il figlio dell’uomo appena citato. “Chris, ti domando il favore di portare questa ragazza assieme a te in Francia. Le mostrerai come hai aperto gli occhi e se necessario l’addestrerai affinché aiuti a proteggere quelli come noi”. “Ma Stiles, stava provocando letteralmente un genocidio. Per non parlare del fatto che ti ha ucciso!” Malia dimostrò la sua contrarietà alla mia decisione. “Anche se sono rimasto solo, sono pur sempre lo sceriffo e questa è ciò che anche papà avrebbe voluto. Se noi la eliminassimo o ci vendicassimo, non saremmo certamente superiori a lei. Inoltre sono certo che gli ideali che l’hanno spinta a compiere l’inimmaginabile non siano suoi” la guardai negli occhi. “Sei sempre stata l’ombra di tua madre, non è così? Ti ha cresciuto a rimproveri e percosse…non sai nemmeno cosa sia l’amore e per questo eri così decisa a separarmi da Derek” la ragazza abbassò lo sguardo. “Non pretendo che tu diventi parte del branco. Abbi solo cura di te e ti prego di ricrederti sulle tue decisioni” dissi, prima che il cacciatore la scortasse fino alla sua auto. Mi voltai in direzione del mio compagno che stava malamente tentando di coprire la sua nudità con la mia felpa…non che la cosa mi creasse dispiacere dopotutto. “Mi dispiace di essere fuggito all’improvviso ma ero sotto l’effetto dello…” “Strozzalupo” lo interruppi. “Va tutto bene. Ce l’abbiamo fatta, davvero questa volta” sorrisi, meritandomi un bacio sulle labbra. “Questa è la fine?”. “No Der, è il nostro inizio”. Caro padre, molto è accaduto in questi mesi e molto ancora sono certo che accadrà. Stai pure tranquillo sul fatto che la cripta sia custodita nel migliore dei modi possibili: Deaton ha deciso di fondare una nuova società di druidi a sua protezione e questo ci garantirà anni di prosperità. Malia e Scott hanno deciso di seguire Taranee e Chris in Francia: volevano prendersi una vacanza, soprattutto perché Melissa moriva dalla voglia di trascorrere del tempo assieme ad Argent…tu l’hai sempre saputo che tra loro ci fosse del tenero. Lydia tra poche settimane avrà la sua prima ecografia, saprò finalmente se sarò zio di una bellissima o bellissimo segugio infernale! Il resto del branco se la passa bene, fin troppo secondo Derek che ha suggerito a tutti di iscriversi qualche mese in palestra in vista dei prossimi guai che accadranno a Beacon Hills. Volevo ringraziarti per i consigli che mi hai dato durante la mia visita e dì a mamma che le sue carezze mi erano mancate come l’aria. Mi sto prendendo cura della centrale con fermezza ma anche compassione: come avresti voluto, non ho licenziato nessuno dei nostri uomini ma ho dato loro la possibilità di restare e collaborare o di andarsene. Il mio intento è quello di sensibilizzare i cittadini di questa città per arrivare a una pacifica convivenza tra le parti. Per quanto riguarda me, beh, sono felice. Non ti sto mentendo papà, nonostante il novantanove percento delle mie frasi contenessero bugie…oggi mi sento di dirti che non ho pesi sul cuore. Cuore che è già abbastanza occupato a pensare ad un licantropo di tua conoscenza. Avrei tanto voluto starmene sul sofà in mezzo ai due uomini della mia vita, intenti a bisticciare per una partita di baseball ma so per certo che da lassù, tu e mamma, ci tenete sempre d’occhio. Mi raccomando, cercate di fare bella figura con gli Hale: Derek dice che sua sorella Laura amava i fiori, nel caso vi voleste presentare con un bel mazzo. Ci stiamo trasferendo ma ciò non implica che abbandonerò per sempre la nostra casa: abbiamo intenzione di trasformarla in una sorta di base per il branco e per i ritrovi annuali. Grazie per tutto l’amore che mi hai dato. Con affetto, il tuo Mieczysław. Depositai la lettera accanto alle tombe dei miei genitori, sollevando lo sguardo, tra le lapidi in lontananza vidi lui. Non immaginavo che in Derek Hale avrei visto la mia vita. Fine. Non posso credere che questa mia prima grande avventura da scrittrice sia giunta al termine. È stato un po' come aprire le ali e buttarmi in un mondo completamente nuovo che al tempo stesso sento mio. Certamente, momento incertezza doveroso, riguardando questa storia troverei errori o parti da riscrivere ma ora come ora non mi sento di cambiare nulla. Vorrei ringraziare Stiles e Derek per essersi prestati come personaggi, di cui ho già in mente una nuova storia, ma soprattutto tutti voi. Ogni commento. Ogni voto. Ognuno di voi che ha aggiunto la mia storia alle vostre raccolte. Grazie per questo viaggio condiviso e alla prossima (molto preso, giusto due capitoli extra) e alla prossima storia❤️
   
 
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