Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Biblioteca    03/11/2020    1 recensioni
Scozia è in lutto e decide di condividere il suo dolore con una città, la città di Roma (o se preferite Ottavia Livia Augusta Tullia detta Tulliola), anche lei in lutto per la morte di un grande artista.
Dedicata a due grandissimi attori
(Pubblicata anche su wattpad)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Scozia, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Mamma Roma'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(ATTENZIONE: Anche se Hetalia è un manga di genere comico, ho deciso di utilizzarlo per trattare una tematica piuttosto seria. Per questo ho aggiunto OOC tra le note. Nella storia compare un personaggio da me inventato: la città di Roma se preferite Ottavia Livia Augusta Tullia detta Tulliola, figlia di Impero Romano, madre di Feliciano e Romano e sorella maggiore di Vaticano – che vive in una stanza della sua grande villa-, di cui ho già scritto un’altra storia che potete trovare nella serie. La storia è ambientata oggi, 3 novembre 2020, dunque le nazioni sono molto cambiate, incattivite dalla situazione, tutte portano la mascherina e rispettano il distanziamento sociale. Questa storia è un mio piccolo tributo a due grandi artisti morti l’uno a poca distanza dall’altro, scritta nel rispetto dei fan e dei familiari degli stessi.)
 
Fu molto faticoso raggiungere l’Italia.
Tra il tampone e i voli cancellati, Scozia arrivò nei pressi della casa di Roma (o se preferite Ottavia Livia Augusta Tullia detta Tulliola) dopo quasi una giornata intera di viaggio. Roma viveva dalle parti del Foro Romano, in una grande villa che riprendeva l’architettura del glorioso impero di suo padre (Impero Romano) e che era stata per qualche tempo la casa di Italia del Nord e Italia del Sud, prima che venissero “adottati” da Austria e Spagna.
Scozia, con la sua mascherina patriottica, girò nel centro dove al posto dei turisti ormai giravano solo i cittadini.
Molti negozi erano chiusi e sulle saracinesche erano appesi cartelli che salutavano i clienti, preannunciando la chiusura definitiva. Alcuni cartelli risalivano a marzo.
Sulla strada, Scozia trovò un banchetto (o meglio, un furgoncino sistemato come banchetto) che vendeva dei fiori. Scelse dei crisantemi di vari colori e li fece assemblare in un mazzo molto grande e bello.
Quando però arrivò davanti alla casa di Roma, due figure gli vennero incontro. Erano Feliciano e Romano. Tutti e due dotati di mascherina si misero davanti alla sua strada con fare minaccioso.
Scozia aveva sentito dire che da quando era iniziata la pandemia tutte le nazioni erano cambiate. Sapeva che all’ultimo meeting europeo (a cui però non aveva potuto partecipare), mentre i superiori su zoom avevano tenuto un certo tono, tra le nazioni erano scoppiate discussioni feroci e parole grosse. Feliciano e Romano sembravano essere cresciuti molto e si erano assai incattiviti. E per Scozia, considerando come erano stati trattati a inizio pandemia (soprattutto da suo fratello Arthur), avevano anche ragione.
“Sapevamo del tuo arrivo Scozia.” Esclamò Feliciano senza neanche salutarlo “Ma se sei qui per invitare mamma Roma a un appuntamento galante, ti consiglio di andartene: ha perso un grande artista e quindi è in lutto.”
“Sono in lutto anch’io: anch’io ho perso un grande artista proprio il giorno prima di vostra madre. Mi è sembrato giusto venire a condividere questa sensazione con lei. Ecco perché ho preso i crisantemi.” Disse calmo Scozia. Non ce l’aveva con Feliciano per il suo comportamento, lo capiva perfettamente.
“Hai fatto il tampone?” chiese allora Romano.
Scozia rispose tirando fuori il foglio del risultato. Negativo.
“Come hai fatto ad avere il risultato così presto?” chiese Feliciano.
“Ho pagato.”
“Ah certo, voi ce li avete i soldi. Facile quando non si sta in un gruppo e si ha la propria moneta, vero?”
“Feliciano, non sono qui per litigare. Voglio solo parlare con tua madre e portarle questi fiori. Finito il discorso con lei me ne andrò via e se proprio non volete, farò in modo di venire solo quando questa situazione sarà finita.”
“Se mai finirà.” Mormorò Romano, che non era mai stato un ottimista.
Feliciano guardò il fratello per qualche secondo con gli occhi spalancati. Impossibile dire se era sorpreso o indignato dalla sua considerazione. La mascherina nascondeva la sua espressione completa.
Tuttavia alla fine i due fratelli si scansarono.
“Mantieni la distanza di un metro, niente strette di mano o altri contatti. E cerca di sbrigarti.” Borbottarono entrambi.
Scozia fu ben felice di allontanarsi.
 
Roma spalancò la porta. Indossava una mascherina nera con la lupa capitolina al centro.
Aveva i lunghi capelli castani che le scendevano sui seni prosperosi; indossava una tipica veste delle matrone romane, ma sul braccio destro portava una fascia nera.
Come tutte le nazioni, anche Scozia rimase affascinato dalla città. In circostanze normali l’avrebbe salutata con un goffo baciamano. In quel momento però l’unico saluto che gli venne in mente fu un inchino.
“Buongiorno signora Roma.”
“Tulliola caro, usa pure il mio soprannome. Mi dispiace ma non è un buon momento per accogliere nessuno: non solo c’è questo virus che gira, ma sono anche in lutto.”
“La mia visita è per condividere tale lutto. Sono Scozia, ci siamo incontrati pochissime volte. Ma l’artista che avete perduto voi e quello che ho perduto io erano in qualche modo collegati. Mi sono permesso di portare dei fiori. Vi tranquillizzo subito: ho fatto il tampone e sono negativo.”
Roma osservò il mazzo e poi la nazione. Prese in mano i fiori e fece un passo indietro.
“Per favore, togli un attimo la mascherina perché vorrei vederti bene.”
Scozia obbedì, ma per sicurezza volle trattenere il respiro.
Roma analizzò il viso e i suoi occhi si illuminarono.
“Ah sì! Scozia! Il fratello di Arthur! Capisco perché sei qui. Rimetti la mascherina e entra pure.”
La nazione obbedì.
“Mi dispiace di essere stata così brusca. E non c’è alcun bisogno del voi. Vuoi un caffè? O qualcosa da mangiare?”
L’ospitalità di Roma era leggendaria.
“No grazie. Volevo solo sapere come stavate…. Cioè, come stai.”
Gli occhi di Roma si rabbuiarono.
“È sempre triste quando ad andarsene è un artista. Sono spesso i soli esseri umani a saper personificare e rappresentare emozioni e demoni delle altre persone o addirittura di noi luoghi, rendendoli comprensibili a tutti. Quando uno di loro scompare, è come se ci fosse meno chiarezza. In più, quello che ho perso io era un grande artista che amavamo molto me come città. Aveva saputo vedere oltre i difetti che mi porto dietro, come la sporcizia e la corruzione; non le negava, ma sapeva che c’era anche del bello… forse era l’ultimo rimasto a vederlo ancora.”
La città sembrava sul punto di piangere quindi si interruppe.
Scozia attese paziente, condividendo con lei il silenzio.
“Anche tu hai perso un grande attore. Proprio il giorno prima.” Disse Roma.
“Sì. Un fiero scozzese, un patriota, proprio come il tuo. Anche se poi è morto lontano dalla sua casa natale. Ma in parte lo capisco. La mia è una terra dove vivere non è mai stato facile.” Rispose Scozia.
“Però credo che il tuo sarà compianto da tante altre nazioni, mentre il mio è più ‘locale’.” Mormorò Roma.
“Forse sì. Ma non importa quanti ti piangono, ma quanti ti ricordano dopo.”
“Un pensiero saggio… e per te che sei relativamente giovane come nazione, non è male.”
“Forse non sono nemmeno una reale nazione. Non sono riconosciuto come ‘separato’ da mio fratello. Ma non importa. Ho le mie tradizioni, le mie usanze e anche un mio parlamento. Per ora, mi sta bene così. Poi se ci sarà occasione…” ci tenne a precisare Scozia, giocherellando nervosamente con le mani.
“Non credo sia un buon momento per dividersi più di quanto già non lo siamo. Non c’è già abbastanza distacco nel mondo?”
Scozia non ebbe il coraggio di rispondere alla domanda di Roma.
“Forse era un argomento che non dovevamo toccare.” Si scusò la città.
“Già…”
Roma si alzò: “Grazie mille per i fiori, caro. Vorrei ricambiare anch’io per te, ma in quanto città non posso spostarmi se non in compagnia di uno dei miei figli. E loro non hanno intenzione di muoversi.”
“Li capisco perfettamente. Venire qui è stata una vera odissea.”
“Allora permettimi almeno di servirti un caffè, non me la sento di lasciarti andare così, senza nulla.”
“Va bene. Un caffè dopotutto mi piacerebbe.”
“Va pure ad accomodarti sui tavolini che danno sul foro romano.”
Scozia ubbedì. Si sedette a un tavolo e fu subito raggiunto dai gatti che vivevano tra le rovine.
Roma arrivò poco dopo e già che c’era si fece una tazza di caffè anche lei.
In silenzio, la nazione e la città osservarono il cielo terso (da vera ottobrata romana) che si stendeva all’orizzonte.
Entrambi pensavano ai grandi attori che avevano perduto.
Certamente, anche il mondo della settima arte stava cambiando, come era cambiato nel passato e come sarebbe cambiato nel futuro. Sarebbero venuti altri attori, altri artisti, altri principi, un altro tipo di patriottismo, probabilmente. Ma anche se il passato non sarebbe mai tornato ci sarebbe comunque stato il suo ricordo. Che Scozia e Roma avrebbero sicuramente conservato.
 
FINE
 

(Sean Connery e Gigi Proietti, sono morti praticamente a un giorno di distanza l’uno dall’altro. Non si sono mai incontrati nel mondo reale. Ma, come spesso accade, erano comunque connessi: erano entrambi la voce di Draco, il drago protagonista del bellissimo film “DragonHeart”. Sean della versione inglese, Gigi della versione italiana. A loro e alla settima arte è dedicata questa piccola storia. Grazie a tutti voi per averla letta. Alla prossima!)
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Biblioteca