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Autore: Liberty89    21/08/2009    4 recensioni
Finalmente, quel mormorio divenne una vera e propria voce, mantenendo comunque il suo carattere di eco, come un rimbombo in un’enorme stanza vuota.
Si domandò dove l’avesse già sentita e in che occasione.

Eccovi il seguito di "Memories and new life", ce l'avrà fatta Roxas a trovare Axel?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buon giorno! Come ho scritto nell'introduzione, questa one-shot è il seguito di un'altra che ho scritto tempo fa "Memories and new life". In questa, viene narrato il viaggio di Roxas nel Regno dell'Oscurità, alla ricerca del compagno perduto. Lo avrà trovato? Buona lettura!!!

ps: dedico la fic a Il_Trio_Infernale per avermi dato l'idea per un seguito alla prima fic, poiché io mai ci avrei pensato, e a Simple Girl, che mi ha fatto da giudice ancor prima di postarla. Grazie mille ^^

Disclaimer: i personaggi di questa fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo di lucro.


.: I’ll find you :.


Non seppe dire per quanto vagò nei fitti e impenetrabili meandri di quell’infinito buio.
Minuti, ore, giorni… il tempo era qualcosa che non aveva valore o importanza in quel reame vuoto, ma contemporaneamente pieno di quel nero che nascondeva in sé il motivo della sua ricerca, come un tesoro raro e prezioso.
Metteva un passo avanti all’altro senza avvertire la stanchezza, poiché era certo di poterlo trovare.
Senza fretta alcuna, Roxas proseguiva nella sua ricerca che molti avrebbero ritenuto dall’esito impossibile, ma che lui reputava fattibile per il semplice fatto che aveva un cuore che gli batteva in petto.
Sora gli aveva lasciato la sua luce per aiutarlo nella sua missione.
-Il tuo sacrificio non sarà vano, te lo prometto.- disse a se stesso, aumentando l’andatura e acuendo al massimo i suoi sensi per cogliere anche il minimo cenno della presenza del Nessuno dai capelli di fiamma.
Intorno a sé, l’ambiente si faceva sempre più gelido e una leggera brezza prese a soffiare in quel regno oscuro, privo di una fine.
Ad ogni passo, si sentiva avvolgere sempre di più da fredde e spietate spire invisibili, che sembravano volerlo trattenere nella sua avanzata.
La Chiave del Destino interpretò quelle gelide catene come un segno e un avvertimento allo stesso tempo, ma le ignorò e proseguì senza indugi.

Da semplici ondate, il gelo si tramutò in vere e proprie lame, che tagliarono in più punti i suoi abiti e la pelle chiara che stava al di sotto, aprendo delle piccole e sottili ferite. Da queste, rapido e silente, prese a colare caldo sangue scarlatto, che gocciolava in cerchi quasi perfetti al suolo nero, producendo un impercettibile suono, simile al ticchettio di un orologio al limite della sua carica.
Anche la brezza si tramutò in violente frustate generate da quell’oscuro nulla, che lo colpirono all’improvviso, simili a possenti e implacabili onde marine che s’infrangono sugli immobili scogli.
Cadde in ginocchio ansante, poggiando i palmi sul freddo pavimento, ma rialzò immediatamente le sue azzurre iridi, invase da una profonda e ferma decisione.
-Non mi arrenderò mai! Ti troverò Axel!- urlò al silenzio e all’immobilità che lo circondavano come lupi, in attesa di poter placare la loro fame.

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Un sussurro, simile a un breve fischio, giunse nel mondo dei suoi sogni, avvolto in un limbo dalle intangibili pareti scure.
Lentamente ne uscì, ma i suoi occhi rimasero chiusi, poiché le palpebre si erano fatte inaspettatamente pesanti.
Un altro suono, questa volta dalle sembianze di un’eco lontana e dimenticata, arrivò alle sue orecchie, mandandogli una sensazione di familiarità.
Finalmente, quel mormorio divenne una vera e propria voce, mantenendo comunque il suo carattere di eco, come un rimbombo in un’enorme stanza vuota.
Si domandò dove l’avesse già sentita e in che occasione.
Quella voce così determinata ma attraversata da un leggero velo di disperazione lo colpì al punto da destarlo totalmente dal suo profondo sonno, durato forse troppo tempo. In realtà, non si ritenne in grado di determinare per quanto era rimasto in quello stato, ma seppe con certezza che era stato a lungo assente e quel richiamo sembrava ribadirglielo ad ogni sillaba pronunciata.
Si guardò intorno, alla ricerca della fonte di quella voce, ma ai suoi occhi si mostrò solo il nero, unico abitante di quell’immenso vuoto, oltre a lui e chi lo stava chiamando con tanta insistenza. Perché tra quei sussurri era sicuro di aver percepito il proprio nome.
Si distese dalla sua posizione chiusa, ma non riuscì a poggiare i piedi a terra e si ritrovò sospeso in qualcosa impossibile da definire.
S’innervosì al pensiero di essere rinchiuso e di non potersi muovere a suo piacimento, in più si aggiungeva quella voce.
-Adesso basta!-
Con quell’esclamazione istintivamente richiamò due oggetti con la mente: tra le mani rivestite di stoffa color pece, comparvero due dischi bianchi provvisti di punte esterne, decorati con sottili linee rosse.
In un flash si rivide con le armi in mano a combattere al fianco di qualcuno.

Come proiettili sparati senza pietà alcuna, le gocce di pioggia cadevano dal cielo scuro della cittadella, dimora delle ombre, cacciatrici di cuori da corrompere per infoltire le loro fila.
Si voltò a guardare il suo compagno e lo sguardo gli cadde sulla candida lama a forma di chiave, che pareva una stella caduta sulla terra, in mezzo a tanto buio.
-Pronto?- gli chiese all’improvviso il compare, senza girarsi.
-Prontissimo Roxas!- esclamò il Nessuno, lanciando il cerchio tenuto nella mano destra.

Insieme a quel ricordo, altri ne seguirono i passi e rapidamente la sua memoria tornò ad occupare il proprio spazio nella sua mente. Infine, il nero intorno a lui si accese di vive lingue di fuoco scarlatte.

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Come la sabbia che esce veloce e senza freni da una clessidra dal vetro infranto, le energie gli scorrevano via e la forza per resistere alle invisibili catene di gelo e al vento tramutato in frusta, veniva sempre meno.
Lo chiamò un’ultima volta, alzando lo sguardo dritto avanti a sé.
Un bagliore dalle tinte rossastre attirò le sue iridi azzurre, colme di speranza.
La paura però, prese possesso del suo cuore e del suo viso, quando vide il pavimento ridursi ad un ammasso di crepe sul punto di crollare, e un muro d’alte fiamme cremisi lo circondò.
In un attimo si vide perduto e con lui la sua unica opportunità di ritrovare il compagno.
-Cerchi qualcuno?- esordì una voce, facendolo sobbalzare.
L’avrebbe riconosciuta tra mille.
Svelto, fece scattare gli occhi alla ricerca della fonte e finalmente lo vide.
La sua figura alta e slanciata era ancora avvolta dal soprabito tipico dell’Organizzazione di cui facevano parte, ma logoro e strappato in più punti sul fondo, lasciato aperto a mostrare gli abiti color cenere al di sotto. La vista salì al collo dalla pelle nivea priva d’imperfezioni come quella del viso, su cui prendevano posto le rosee labbra sottili, il naso a punta e le iridi di prezioso smeraldo, brillanti come le ricordava. Il tutto sormontato dalle drittissime ciocche del colore del fuoco, che sembravano poter emanare calore al solo guardarle.
Lo osservò avvicinarsi e inginocchiarsi davanti a lui per poi prendergli il viso tra le mani.
Solo in quel momento la Chiave del Destino si rese conto di essere riuscito nel suo intento.
-Ti ho trovato…- mormorò, più a se stesso che all’altro, che sorrise, unendo le loro fronti.
Entrambi si persero negli occhi che avevano di fronte.
-Sì, Roxas. Mi hai trovato e niente mi allontanerà più da te.- rispose, lasciando un casto bacio sulle labbra del biondo.
Il giovane si lanciò tra le forti braccia del compagno e tutto scomparve, sostituito da un mondo in cui loro erano gli unici occupanti.






Spero che vi sia piaciuta ^^ Alla prossima!
See ya!
  
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