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Autore: Ghost Writer TNCS    07/11/2020    0 recensioni
Niflheim è sempre stato famoso per essere un pianeta tetro e ostile, ma questo non aveva fermato i coloni. Il loro spirito intraprendente e gli interessi economici di una grande multinazionale sembravano sufficienti per far fronte a qualsiasi avversità, ma si sbagliavano.
Il sogno si è infranto contro misteriose interferenze, e alla frustrazione ha fatto seguito la criminalità. Se per un amante degli esplosivi la situazione è particolarmente allettante, lo stesso non si può dire per le forze di polizia che cercano di ristabilire l’ordine, costrette a combattere un’organizzazione malavitosa più influente delle autorità ufficiali.
La sfida per la frontiera è iniziata e il più forte imporrà la sua giustizia.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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19. Contrattacco

Fino a quel momento Freyja si era aggrappata alla speranza e ai suoi ideali di giustizia per convincersi che c’era ancora una possibilità di fermare il Sindaco e i suoi uomini. In alcuni momenti era stato più difficile che in altri, tuttavia in qualche modo era sempre riuscita a trovare un nuovo motivo per non gettare la spugna, un piccolo aiuto che aveva riacceso la sua voglia di lottare.

Ora però la situazione era cambiata.

I suoi occhi si fecero umidi nel vedere lì radunati quasi trenta poliziotti che non aveva mai visto, e altri stavano arrivando su dei veicoli a levitazione.

L’orchessa raggiunse i colleghi della colonia occidentale, tutti sbalorditi ed emozionati quanto lei.

«Ehi… Ehi, Smidr. Loro…?»

«Li ha chiamati il commissario» le spiegò il gigante di ghiaccio. «Sono tutti qui per aiutarci.»

«E tu… tu lo sapevi?»

«Sì… da dieci minuti.» Sorrise. «Il commissario ha compartimentato proprio per bene.»

Nel giro di pochi minuti Freyja riuscì a contare più di cinquanta poliziotti, tutti quanti armati e pronti ad affrontare gli uomini del Sindaco.

«Signori, ascoltatemi!» ordinò il commissario Mantina. «Grazie ai colleghi che sono venuti. I vari capisquadra sanno cosa fare, quindi seguite i loro ordini. Se avete domande rivolgetevi ai vostri superiori. È tutto. Muoviamoci.»

«Wow, questo sì che è un discorso di incoraggiamento!»

Freyja aveva la netta impressione di aver già sentito quella voce, infatti le bastò abbassare lo sguardo per riconoscere i capelli rossi e le orecchie artificiali.

«E tu che ci fai qui?!»

D’Jagger le sorrise. «Sono in libertà condizionata! E la condizione è aiutarvi a fare esplodere la base del Sindaco.»

«Smidr, tu ne sapevi qualcosa?»

Il gigante di ghiaccio annuì. «È già stato lì, quindi ci ha dato una mano a pensare a un piano. Il commissario ha detto che se le cose vanno bene avrà uno sconto sulla pena, se invece vanno male possiamo usarlo come diversivo.»

«No, aspetta, io me lo ricordavo diverso! Se vinciamo sono libero e se perdiamo mi riportate in cella, possibilmente incolume.»

«Il commissario ha cambiato idea.»

Il goblin soffocò un’imprecazione. «Lo sapevo che quella sotto sotto è una cattiva!»

Stavano già salendo sui veicoli quando Lunaria saltò fuori dal nulla, felice di poter rivedere il suo amico, ma attenta a non mostrarlo troppo apertamente.

«Aggiornamenti dal disturbatore?» chiese Mantina, che si trovava sullo stesso fuoristrada a levitazione di Freyja e D’Jagger.

«Funziona perfettamente» riferì il suo interlocutore. «Nessuna trasmissione è entrata o uscita dalla colonia occidentale nelle ultime trentadue ore.»

«Ottimo, continuate a tenerli isolati.»

Il goblin si sporse verso i sedili davanti. «Ehi, capo, adesso puoi dirci il piano?»

«Tagliare la testa al Sindaco» dichiarò l’insettoide. «Metaforicamente parlando. Ma anche materialmente se sarà necessario.»

D’Jagger si avvicinò a Freyja. «Visto?» bisbigliò. «Ne ho visti di capi severi, ma lei è proprio cattiva dentro!» Poi, tornando a un tono di voce normale: «Ottimo, mi piace! E con tutti questi agenti sarà facile assaltare la sua fortezza.»

«I colleghi non sono qui per assaltare la fortezza.»

Il goblin scattò in avanti. «E allora cosa sono qui a fare?!»

Freyja lo prese per la felpa e lo tirò indietro.

«Non è necessario che tu lo sappia» tagliò corto il commissario.

“È proprio una stronza” confermò Lunaria.

L’orchessa decise di fingere di non conoscerli per il resto del viaggio, che per sua fortuna durò solo pochi minuti.

Raggiunta la colonia occidentale i veicoli si fermarono, ma non erano all’ingresso: davanti a loro c’era infatti solo la superficie semitrasparente della cupola.

«Mmh, qualcuno ha sbagliato strada?» azzardò D’Jagger.

Il suo commento venne presto smentito perché alcuni poliziotti tirarono fuori un congegno e lo appoggiarono alla cupola. Il dispositivo si ingrandì e in pochi secondi creò un’apertura abbastanza grande da far passare i loro veicoli.

«Reistig, potete far partire l’hacking contro la rete del Sindaco» affermò il commissario. «Agenti della colonia occidentale, attivate la mimetizzazione e seguiteci.»

Il mezzo su cui si trovava l’insettoide parve svanire nel nulla e attraversò il passaggio, subito seguito da altri due anch’essi pressoché invisibili.

«Domanda: se siamo mimetizzati come fanno a seguirci?» intervenne D’Jagger.

«Valkyregard» chiamò Mantina. «Se fa un’altra battuta, sbattilo fuori. E non disturbarti ad abbassare il finestrino.»

«Sì, commissario.»

Lunaria, meno avvezza alla tecnologia, fu l’unica a non cogliere il senso di quel discorso.

Grazie all’occultamento riuscirono ad attraversare indisturbati la colonia e in poco tempo raggiunsero la loro meta.

«Signori, il Sindaco è lì dentro» dichiarò il commissario. «Ci divideremo in tre gruppi come siamo ora. Ricordate: il nostro obiettivo è toglierlo di mezzo. Catturatelo se possibile, altrimenti uccidetelo. Incontreremo resistenza, quindi non trattenetevi.»

Tutti quanti confermarono l’ordine e poi scesero dai veicoli.

«Ok, Rahoud, vediamo se sei davvero utile come dici» lo esortò l’insettoide.

Il goblin fece comparire una granata. «Non aspettavo altro!»

Prese qualche passo di rincorsa e lanciò l’ordigno contro l’ingresso della fortezza. C’erano due uomini armati di sorveglianza, ma quando si accorsero dell’attacco era già troppo tardi. L’esplosione li investì in pieno e furono scaraventati a diversi metri di distanza.

I poliziotti non persero tempo e corsero verso l’apertura. Il gruppo del commissario andò al piano di sopra, gli altri invece imboccarono i corridoi al piano terra.

Alcuni fuorilegge provarono a contrastarli, ma gli agenti li neutralizzarono senza esitazione.

«Controllate tutte le stanze!»

Freyja abbatté la porta più vicina e guardò all’interno, ma era vuota.

D’Jagger ne aprì un’altra, ma trovò solo strumentazioni. Evidentemente i lavori non erano ancora terminati.

«Ne arrivano altri!» segnalò un collega.

Il goblin e i poliziotti sfruttarono le stanze già controllate come copertura e risposero all’assalto. Uno dei criminali si tramutò in un serpente di fuoco e serpeggiò verso di loro, rapidissimo e immune ai proiettili. Si avvolse intorno a uno degli agenti e questi urlò di dolore per le ustioni.

D’Jagger non era sicuro che sarebbe stata una buona idea, tuttavia c’era poco tempo per riflettere e così lanciò contro di loro una granata. L’onda d’urto investì entrambi, ma almeno riuscì a dividere l’aggressore dall’agente. Il criminale, stordito, tornò in forma umanoide e il commissario ne approfittò per freddarlo con un paio di colpi al torace.

Mantina lanciò uno sguardo per capire le condizioni del suo sottoposto. Non avevano il tempo di medicarlo, ma forse non ce n’era bisogno: la fata che stava sempre con D’Jagger era andata da lui e lo stava aiutando con un incantesimo di guarigione.

Eliminato l’ultimo fuorilegge, si riunirono col collega a terra.

«Puoi continuare?» gli chiese Mantina.

Lui annuì. Era dolorante, ma riuscì comunque a rimettersi in piedi.

Gli sgherri del Sindaco si stavano difendendo con grande determinazione, ma per il momento non avevano incontrato nessuno dei suoi uomini più pericolosi. Forse tutta la segretezza degli ultimi giorni li stava ripagando: finalmente erano riusciti a cogliere di sorpresa il loro avversario.

«Di qua dovrebbe esserci la sala comunicazioni» affermò D’Jagger, che aveva fatto una scansione dell’edificio con il suo casco.

«Ok, andiamo a distruggerla» stabilì il commissario.

La loro meta era vicina, ma ovviamente incontrarono altra resistenza.

«Pensate che il Sindaco sia lì?» gridò Freyja per superare il frastuono dei proiettili.

«C’è un solo modo per scoprirlo!» esclamò D’Jagger. Lanciò l’ennesimo ordigno, ma uno dei criminali lo fermò a mezz’aria e lo rispedì al mittente.

Il goblin imprecò e si gettò a terra. I suoi alleati fecero altrettanto, giusto in tempo per non essere investiti dall’esplosione.

«Ah, ma adesso gli faccio vedere!»

Lanciò una granata stordente: il telecineta provò a intercettarla, ma il flash lo colpì ugualmente. Abbagliato e confuso, il malcapitato e i suoi compagni vennero poi investiti da una violenta esplosione che risuonò in tutto il corridoio, mettendo bene in chiaro con chi avevano a che fare.

«Cazzo, avvisa prima di lanciare una flashbang!» imprecò uno dei poliziotti, che era stato coinvolto dal lampo.

«Ops, scusa. Non sono abituato ad avere compagnia…»

Lunaria, che era andata ad assistere l’agente, gli rifilò un’occhiataccia offesa.

«Meno chiacchiere, muoviamoci!» ordinò Mantina.

Finalmente riuscirono a raggiungere l’ingresso della sala comunicazioni, da dove il Sindaco aveva gestito la sua campagna propagandistica. Il personale si era dileguato, ma su alcuni schermi si potevano ancora vedere alcuni dei videomessaggi che venivano trasmessi per le strade.

«Rahoud!»

«Subito, commissario!»

Il goblin lanciò all’interno tre granate e si affrettò a mettersi al riparo. La raffica di esplosioni devastò tutte le strumentazioni, lasciando dietro di sé solo pezzi di metallo sventrato.

«Speriamo che basti a far tacere quei messaggi» dichiarò Mantina. «E ora pensiamo al Sindaco.»

«Un momento, credo di averlo trovato!» esclamò uno degli agenti. «La corporatura corrisponde. Di qua!»

Il poliziotto fece strada e in un attimo si trovarono davanti a una grande porta blindata. Non era rimasto nessuno a sorvegliarla, quindi dovevano solo trovare il modo di entrare.

«Rahoud, pensi di poterla aprire?»

«Lo vediamo subito!»

Il goblin fece scorrere rapidamente l’arsenale che aveva nel guanto finché non trovò quello che gli serviva.

«Presto! Credo ci abbia visti!» lo esortò un agente, che grazie alle sue percezioni era in grado di avvertire quello che accadeva oltre gli spessi muri.

D’Jagger posizionò l’esplosivo e poi fece allontanare tutti quanti. Attivò l’innesco e la detonazione controllata fece sobbalzare il battente. La spessa lastra di metallo si inclinò all’indietro e poi cadde con un tonfo fragoroso.

Gli agenti si precipitarono all’interno. Quello era chiaramente l’ufficio del Sindaco, pieno di schermi da cui controllare la fortezza e parte della colonia, ma ormai era vuoto.

«Non è possibile!» esclamò il sensitivo. «Era qui, ne sono certo!»

«Deve aver usato un passaggio segreto» dichiarò Mantina, che già si era messa a cercare in giro.

Gli altri fecero altrettanto, ma la loro sembrava un’impresa inutile.

All’improvviso ricevettero una comunicazione: «È il Sindaco!» esclamò l’ispettore Smidr. «L’abbiamo trovato! Ripeto: abbiamo trovato il Sindaco!»

«Non fatevelo sfuggire!» ribadì l’insettoide. «Dove siete?»

«Parcheggio interrato! Maledizione, è salito su un blindato! Fuoco! Fuoco!»

Udirono il fragore degli spari, poi il rumore del pesante veicolo che li superava a tutta velocità.

«Torniamo ai veicoli!» ordinò Smidr.

«Andiamo anche noi» disse il commissario.

D’Jagger e i poliziotti corsero a ritroso verso l’uscita. Erano appena scesi per la scalinata dell’ingresso quando videro qualcuno sulla soglia. Si bloccarono di colpo e un brivido li attraversò: Kerberosz Égettvér era lì davanti a loro.

Un attimo dopo arrivarono anche gli agenti del terzo gruppo e pure loro si arrestarono immediatamente.

Il tartariano li numerò rapidamente. «Bene, contando anche quegli altri dovreste essere tutti.»

«Cos’hai fatto ai nostri colleghi?» sibilò Mantina.

«Oh, a loro niente: sono uno di parola. A voi invece…» Spense sul muro il suo sigaro e lo ripose in una tasca della giacca. «Oh, con voi mi divertirò!»


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Finalmente è arrivato il contrattacco della polizia, con tanto di agenti di supporto e D’Jagger al seguito!

Il piano stava procedendo abbastanza bene, ma il Sindaco è riuscito a fuggire e ora i nostri eroi dovranno vedersela con Kerberosz (che però non ha fermato il primo gruppo).

Menzione d’onore per il commissario Shanti “Cattiva Dentro” Mantina XD

Il prossimo capitolo sarà incentrato sullo scontro con Kerberosz, non mancate!

A presto ^.^


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