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Autore: SamBluefire    08/11/2020    0 recensioni
Ogni dio dovrà scegliere un campione tra i mortali, addestrarlo e farlo combattere contro gli altri campioni scelti dagli altri dei.
La battaglia andrà avanti finchè non ne rimarrà solo uno.
questa è la mia prima storia originale, spero vi piaccia.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7: Cato

Noar corse più che poteva per assicurarsi di essere al più sicuro possibile, appena trovò un punto abbastanza isolato usò il suo potere per curare le sue ferite e per fare mente locale.
Insomma Calima è sparita perché ha previsto l’arrivo di Mako, come? Non si sa, Mako è apparso come un fulmine a ciel sereno e ha dato il via a uno scontro che ha fatto tremare la terra.
Ma la vera domanda era: dov’è andata Calima? Noar provò a connettersi con qualche campione deceduto che magari lo avrebbe aiutato, ma neanche il tempo di provarci che un boato lo fece balzare sull’attenti, si guardò attorno cercando di capire da dove venisse il colpo quando vide un’onda anomala spuntare dal nulla.
Noar si preparò a fermarla, ma gigantesco muro di roccia di sollevò bloccandola per poi sparire subito dopo, Noar si sarebbe diretto nella direzione opposta dallo scontro tra due elementi ma vedere delle rocce sollevarsi e dirigersi verso di lui lo convinsero a dirigersi nella direzione dove si stava volgendo lo scontro.
Noar corse cercando di non farsi colpire dalle rocce, ma inciampò finendo con la faccia nella sabbia, senza accorgersene aveva raggiunto la spiaggia e mentre lui se ne stava a terra le rocce gli passarono sopra ignorandolo e circondando un ragazzo piuttosto alto, robusto ma non come Mako, piedi nudi, capelli, barba e baffi corti color giada, indossava dei pantaloni verdi sporchi su cui erano disegnate delle ossa, invece i polsini e le cavigliere erano proprio delle ossa e le spalliere erano dei teschi di animale e aveva uno strano tatuaggio sulla schiena una figura nera che rappresentava un gallo con le code di serpente.
Noar riconobbe il campione della terra: Cato. Che affrontava un uomo più vecchio di lui pelato ma con una lunga barba grigia, un gilè azzurro con una morbida pelliccia bianca cucita ai bordi, degli squali tatuati sugli avambracci, dei pantaloncini blu scuro con ai bordi la stessa pelliccia del gilè e una collana fatta di ghiaccio.
L’altro campione era il campione dell’acqua: Yakone. Il quale aveva generato due anelli d’acqua che scorrevano come fiumi intorno a lui ed era pronto a fare chissà che cosa con quei torrenti fluttuanti, alla fine dopo lunghi attimi di silenzio Yakone lanciò un vortice d’acqua addosso a Cato, il quale si fece scudo con i massi che aveva preso dalla boscaglia per poi lanciarli contro a Yakone, ma lui con dei colpi ben assestati sbriciolò le pietre.
Cato batté i piedi nella sabbia e con il suo potere sollevò un mucchio di sabbia che pochi secondi dopo solidificò trasformandola in un macigno, e con un pugno ha fatto partire delle piccole pietre a modi mitraglietta contro Yakone, il quale raccolse con il suo potere dell’acqua e provò a farsi un muro d’acqua ma la quantità e la velocità delle rocce la rendeva un’impresa tenerle a bada e subì ripetute sassate.
Quando Cato finì il masso si inginocchiò mettendo le braccia a croce creando dei piccoli cannoni con la sabbia, Yakone a suon di pugni rafforzati con dell’acqua ghiacciata distrusse quasi ogni colpo, quasi perché alcuni attacchi andavano assegno riempiendo i suoi vestiti di sabbia.
E a quel punto stanco di avere le mutande piene di sabbia fece delle capriole all’indietro fino a toccare l’acqua e con un salto più grande trasportò con se una tonnellata d’acqua generando un tornado d’acqua con il quale fermò gli attacchi di Cato e lo travolse facendolo andare contro un albero, Noar evitò senza problemi l’ondata anche se per farlo si è dovuto spostare un po' più avanti rischiando di farsi sgamare.
Cato si rimise in posizione di guardia pronto ad attaccare ma un’ombra catturò la sua attenzione, facendo incontrare il suo sguardo con quello di Noar, i due si fissarono per circa un minuto con Noar che una faccia che diceva: oh cacchio. Mentre Cato lo fissava con uno sguardo spento, ovviamente Yakone non è rimasto con le mani in mano e approfittando che Cato era distratto e gli lanciò addosso un’altra ondata d’acqua che lo rimise contro l’albero.
“Scacco matto!” urlò Yakone mentre dal mare fece partire delle lance di ghiaccio che pronte trasformare qualcuno in uno spiedino, Noar notò che alcune lance puntarono contro di lui così si fece avanti caricando un fulmine indaco che lanciò contro le lance e con una reazione a catena il fulmine rimbalzò da una lancia all’altra liquefacendola finché non raggiunse Yakone colpendolo facendolo finire nuovamente in acqua.
Cato aveva notato ciò che aveva fatto Noar e cominciò a osservarlo con sguardo sognante, ma ritornò alla realtà accorgendosi che qualcuno di stava avvicinando mentre Yakone usciva dall’acqua con tutto il mare e decise che era il caso di una ritirata strategica, si mise a girare su se stesso mentre la sabbia si attaccò al suo corpo e quando fu quasi del tutto coperto di sabbia si fermò e sbatté le mani scatenando una piccola tempesta di sabbia che accecò Yakone. Appena finì la tempesta di sabbia sia Cato che Noar erano spariti, mentre Yakone si chiese dove fossero finiti i suoi avversari il quarto incomodo che aveva percepito Cato si fece avanti “Sta calmo campione dell’acqua, non è te che voglio…” Intanto nel cuore della foresta Cato e Noar uscirono da sottoterra, Cato aveva usato la tempesta di sabbia per coprire la loro fuga con un tunnel improvvisato sul momento “Tutto bene amico?” chiese Cato con un tono gentile mentre aiutava Noar a uscire dal buco “Prima di tutto noi non siamo amici -disse Noar scocciato mentre si puliva dalla polvere- e poi non capisco perché hai trascinato anche me.” “Beh non sono sicuro di chi fosse, ma si stava avvicinando qualcuno e non volevo rischiare di trovarmi a combattere anche con un altro campione… e poi mi hai salvato.” disse Cato, Noar lo fissò con uno sguardo che diceva: questo mi sta prendendo in giro.
Ma poi si ricordò che Calima aveva fatto la stessa cosa poco prima dell’arrivo di Mako, quindi sia lui che Calima hanno una capacità simile e questa era una lancia da spezzare a favore di Cato.
“Va bene -disse Noar con tono basso- grazie.” i due rimasero lì aspettando che uno dei due facesse o dicesse qualcosa, con Noar che muoveva gli occhi da una parte all’altra per tenere alta la guardia mentre Cato continuava a fissarlo con un sorriso stampato in faccia.
Dopo circa cinque minuti Noar prese parola “Allora, siamo apposto? Perché se non hai intenzione di uccidermi io me ne andrei.” concluse mentre stava per girarsi e andarsene “S- NO, aspetta -disse Cato mettendosi davanti a Noar- senti lo so che non ci conosciamo, che molto probabilmente presto o tardi arriverà uno ad aprirci il culo o che il prossimo avversario non abbia intenzione di arrendersi come nella maggior parte dei casi di questo torneo ma-” “Lo so che quasi nessuno si arrende in questo torneo e ho dovuto uccidere un uomo simile ad una bestia impazzita per uscirne vivo.” “Ah quindi sei stato tu a far squalificare fulmine? M-m-m-ma che dico non ho tempo per queste cose, voglio dire che possiamo coalizzarci.” “Ho già un’alleata e la sto cercando il motivo per cui mi trovavo alla spiaggia dove stavi combattendo era solo un caso.” disse Noar superando Cato “E se facessimo un’alleanza a tre?” ribatté quest’ultimo mentre Noar lo ignora bellamente.
Tempo un minuto e Cato spunto la testa da sotto terra come un fungo davanti al cammino di Noar “Dico sul serio, sono in debito con te lascia che ti aiu-AO!” Cato non finì la frase che Noar li passò sopra calpestandogli la faccia, Cato bloccò la marcia di Noar alzando un muro di roccia davanti alla sua via per poi spuntare del tutto da sotto terra.
“Qual’è il tuo problema?” chiese Noar iniziando a innervosirsi sul serio “Tu mi piaci, sei forte, abile e poi prima mentre mi fissavi avresti potuto attaccarmi a tradimento ma non lo hai fatto e mi hai salvato.” “Te l’ho già detto è stato un caso.” “Io non credo al caso, io credo che potremo veramente uscirne vivi da questo torneo se ci coalizziamo e poi ti sei separato dal tuo compagno quindi penso che una mano da parte mia ti faccia comodo, no?” “No!” rispose freddamente Noar buttando giù il muro con un calcio per poi proseguire il cammino “Ho capito non ti fidi di me -disse Cato- ma almeno sai dove andare?” all’ultima domanda fatta da Cato, Noar si fermò per poi girarsi quel poco che basta per guardarlo con un occhio “Lo sapevo -disse Cato- motivo per cui io ti servo, posso percepire ogni essere presente su quest’isola certo non so identificare con precisione chi ma se si tratta di trovare qualcuno velocemente io sono la persona adatta.” Noar lasciò andare un sospiro di rassegnazione, per poi dire “Va bene, facciamo squadra.” e a quelle parole Cato fece i salti di gioia.
Quasi subito dopo che Cato si calmò si mise subito a lavoro per trovare i campioni più vicini, sbatté forte i piedi per terra, e chiuse gli occhi.
Dopo qualche attimo di silenzio, emise il verdetto “C’è qualcosa che non va -disse Cato con tono serio- ne manca uno… -si volta e vede Noar interrogativo- con il mio potere della terra posso estendere il mio senso della vista, posso percepire le vibrazioni della terra e individuare oggetti o animali.” “Quindi qual’è il problema?” chiese Noar “Che le figure umane che ho individuato sono in tutto sei contando anche noi.” in effetti i numeri non tornavano, Noar e Cato erano insieme, Mako invece era morto quella mattina e se qualcuno fosse morto o si fosse arreso ci sarebbe stato il segnale che un elemento è fuori dai giochi, ne mancava uno e Cato non riusciva ad individuarlo.
“Magari è la campionessa del vento che si è messa a volare.” ipotizzò Noar “Non ne sono sicuro, non sembra molto sveglia quella donna.” disse Cato “A questo penseremo dopo, dov’è il campione più vicino?” chiese Noar, Cato ricontrollò e subito dopo indicò sud-est.
I due muovevano con calma spostandosi da un’ombra all’altra cercando di fare meno rumore possibile, una volta raggiunto il punto del campione che Cato aveva individuato i due si nascosero sottoterra, sfortunatamente non hanno trovato Calima ma Wan intento a prepararsi il pranzo, Cato chiese a Noar se fosse lui il suo alleato ma dopo una negazione da parte di Noar i due si rificcarono nel buco e Cato avvertì una presenza che si muoveva velocemente verso ovest.
I due si spostarono in una direzione di mezzo per provare a tagliarle la strada, ma si rivelò essere Kyoshi che correva veloce come il vento forse a cercare il suo prossimo avversario oppure qualcosa da mangiare come Wan.
Cato usò di nuovo il suo potere per trovare i due restanti, uno era vicino la spiaggia quindi era probabilmente Yakone mentre l’altro si muoveva a passo leggero nella boscaglia, quindi poteva essere o Calima o Lyserg “Secondo te è la campionessa della natura quella nel bosco?” chiese Cato “Da quel che ho capito Calima è ha suo agio in mezzo la natura, ma anche che Lyserg sembra scemo ma in realtà è un tipo sveglio.” rispose Noar “Pensi stia camminando piano per non farsi scoprire?” “Non lo so l’ultima cosa che Calima mi ha detto prima di separarci è stata: Finchè non ti muovi sei invisibile.” disse Noar provando a imitare la voce di una ragazza e in quel momento a Cato si accese una lampadina “Forse si riferiva alla mia abilità conosce un modo per non essere individuata.” “Se è così non la troveremo mai… -Noar si guardò intorno- ho bisogno di un aiuto esterno e quel albero sembra comodo.” Cato guardò interrogativo Noar mentre lui si sedette ai piedi dell’albero e si mise a gambe incrociate.
Passò circa mezz’ora e Noar decise di ritornare tra i vivi e accorgersi che Cato stava con il mento sulla sua testa con un espressione beata in faccia, dopo aver convinto Cato ad uscire dal mondi dei sogni e a spostarsi, Noar chiese a che punto erano gli altri campioni “Allora… Wan è rimasto al suo posto, Kyoshi non sta ferma un secondo, Yakone è sempre lì e il campione dal passo leggero… hmm?! L’ho perso di vista, non lo vedo più!” disse Cato allarmato “Sta volta è stata colpa mia, ho perso troppo tempo a cercare un morto che potesse darmi un consiglio utile ch- -Noar nota che Cato lo guarda storto- è una lunga storia… ed è roba del campione oscuro va bene?!” “Ma quindi che facciamo?” la domanda di Cato non ricevette risposta perché i due ragazzi vennero travolti da un’ondata d’acqua che mando i due ragazzi a gambe all’aria.
Cato e Noar si ripresero quasi subito anche se erano ancora un po' intontiti, ma videro chiaramente che l’artefice di questo scherzetto era Yakone e ciò lasciava senza parole i due “Chi l’avrebbe mai detto che quel bell’imbusto mi aveva ragione.” disse Yakone tutto sorridente “Ma che cazzo ci fa lui qui?!” chiese Noar seccato a Cato “I-i-i-i-io non lo so, non capisco credevo fosse alla spiaggia.” balbettò Cato mentre Yakone si mise a ridere di gusto “Lo sapete che siete due tonti -disse Yakone con tono sicuro- io non ho bisogno di essere vicino ad uno specchio d’acqua per usare il mio potere.” con la conclusione di quella frase, Yakone estrasse l’acqua da un albero lasciandolo secco e disidratato mentre Yakone usava quell’acqua come una frusta contro Noar e Cato.
Cato ne fu colpito mentre Noar si fece scudo generando dell’acqua color indaco che trasformò in ghiaccio per proteggersi e subito dopo lanciare un intero torrente addosso Yakone, il quale però divise le acque come Mosè e le usò come estensione del suo corpo dandole la forma di tentacoli d’acqua con i quali ha dato una serie di ceffoni e manrovesci sia Noar che a Cato per poi prenderli e scuoterli come burattini.
Cato si liberò dalla morsa facendo levitare dei massi che hanno interrotto il flusso d’acqua e poi lanciargliele addosso, Yakone non riuscì a deviare i massi e così perse la concentrazione e lasciò andare Noar e l’acqua venne assorbita dal terreno, una volta a terra Noar lanciò contro Yakone delle lingue di fuoco indaco che andarono a segno una dopo l’altra quasi al punto da metterlo con le spalle al muro ma Yakone estrasse altra acqua da altri alberi neutralizzando i colpi infuocati di Noar, quest’ultimo decise di passare dal fuoco ai fulmini lanciandogli addosso una scarica di fulmini di quel l’indaco quasi nero.
Ma Yakone usò l’acqua che aveva preso per fermare i fulmini raccogliere l’elettricità e rilanciargliela contro sotto forma di onda elettrica, Cato mise in salvo entrambi facendo alzare dei pilastri di pietra che hanno sollevato sia lui che Noar e una volta passata l’onda lui si buttò a capofitto verso il terreno per sparire sottoterra e Noar decise di lasciar perdere i fulmini e usare la terra come Cato, diede un pugno poderoso al pilastro di pietra su cui si trovava facendo diventare la pietra scura e cominciò a lanciargli contro dei pezzi di pietra contro Yakone il quale per difendersi stavolta estrasse l’acqua dalla stessa atmosfera avvolgendo le sue mani con del ghiaccio per rompere le rocce.
Ma mentre era distratto Cato lo prese da sottoterra per le caviglie e lo trascinò contro delle rocce che faceva apparire da sottoterra per farlo andare a sbattere, dopo avergli fatto rompere una decina di pietre con la testa, Cato gli disse da sottoterra “Ti arrendi?” Yakone rifiutò e dopo quel rifiuto Noar si preparò per lanciargli addosso non una semplice lingua di fuoco indaco ma una vera e propria vampata.
Solo che quando partì l’attacco di Noar Yakone prese dall’atmosfera con la quale prima ha spente le sue fiamme e poi gli ha lanciato addosso una secchiata d’acqua con la quale ha mezzo congelato Noar, e poi si mise a controllare l’acqua dall’erba per creare un geyser e far uscire Cato dal suo nascondiglio “Ora ve la faccio io una domanda, e voi vi arrendete?” disse Yakone sicuro di se.
Noar si liberò dal ghiaccio mentre Cato si teneva in piedi a fatica, Yakone si rimise in posizione di battaglia aspettando soltanto che Noar e Cato facessero chissà che, Noar cominciò a pensare che Mako è stato più facile da battere, ma poi proprio ripensando a Mako si ricordò di quando gli “entrò nella testa” ma non sapeva farlo a comando, ma poi gli venne un pensiero: e se spegnesse io le luci? E a quel punto Noar si mise a generare energia color indaco tra le mani che trasformò in aria, poi la sbatté forte sul terreno generando una specie di nebbia color indaco fittissima, in quella nebbia tutta scura non si riusciva a vedere un palmo dal naso, Yakone era disorientato ma Noar e Cato non avevano problemi perché Cato poteva percepire i movimenti Yakone perché il suo passo si era fatto più pesante mentre Noar essendo il campione del buio aveva una vista notturna incredibile, e poi Noar ci aveva azzeccato nel buio poteva vedere nella testa di chi lo circondava e vide che Cato era pressato dal padre che voleva che suo figlio fosse un vero uomo, un duro, aveva delle aspettative molto alte nei confronti di Cato, il gallo che aveva tatuato sulla schiena era un obbligo della sua famiglia per farli sentire forti o appartenenti a qualcosa di grande, infatti lui era terrorizzato all’idea di quello che gli avrebbe fatto il padre se avesse scoperto che Cato era omosessuale.
 Invece su Yakone scoprì essere lo zio di Wan e che fa il pastore, possiede un pezzo di terra molto ampio ma lo ha dovuto vendere perché alla nascita di suo figlio ci sono state delle complicazioni che hanno fatto alzare il conto dell’ospedale ed è stato costretto a lasciare la terra che aveva ereditato da suo padre, che a sua volta lo aveva ereditato da suo padre e lui era così aggressivo perché sentiva di avere troppo da perdere.
Noar rimase fermo qualche secondo per riflettere poi si diresse verso Cato e gli sussurrò nell’orecchio “Cato, in questo momento abbiamo la possibilità di batterlo… ma cerca di non ucciderlo.” “Cosa? Perché lo vuoi risparmiare?” “Fidati, non che se lo merita.” Cato non capì perché Noar volesse graziare qualcuno che si è dimostrato un avversario pericoloso come Yakone ma decise di are retta a Noar e cominciò a colpirlo con dei massi, ma non forte come prima quel poco che bastava per farlo stancare.
Dopo aver dato a Yakone un serie di sassate, lui cominciò ad estrarre l’acqua dalla nebbia creata da Noar facendola sparire, fece diventare l’acqua che aveva preso degli anelli d’acqua che vorticavano intorno a lui.
Yakone era pronto ad attaccare ma, non vedeva Noar, lui era alle sue spalle preparando un attacco di roccia liberando una colonna di pietra scura che partì dal sottosuolo come un cannone spedendo Yakone oltre gli alberi.
“Questo lo terrà occupato per un po’ -disse Noar- dobbiamo andare.” e Cato fece sollevare uno strato di pietra da terra e iniziò a spostarla con i due ragazzi sopra per allontanarsi più in fretta.
Intanto Yakone atterrò sulla spiaggia, un po’ indolenzito per via della botta ricevuta e per l’atterraggio non molto morbido, non si rialzò subito ma sapeva che doveva farlo e alla svelta. “Che delusione. Io ti do un consiglio per trovare quegli idioti senza pericolo e tu le prendi così.” Yakone riconobbe la voce ma non riuscì a dire una parola che l’uomo affianco a lui gli disse: vai verso la luce.

Dopo un minuto in cielo si vide il segnale a fuoco d’artificio rappresentava la bocca di uno squalo, Yakone era fuori dai giochi.

Il giorno finì abbastanza in fretta e con ancora in gioco sei campioni, anche se c’erano ancora molte domande senza risposta: Dov’è Calima? Come ha fatto a rendersi invisibile al potere di Cato? Come ha fatto Yakone ad avvicinarsi a loro? Ecc.

Noar e Cato decisero di fare i turni per dormire, Cato fece il primo turno, ma Noar prima di provare a rilassarsi e riposare un po' gli occhi chiese “Cos’è quel gallo che hai sulla schiena?” Cato esitò un minuto prima di rispondere “Non è un gallo, è un basilisco… nella mia famiglia esiste un credo, che il tatuaggio di una bestia ci renda forti da quando un mio antenato ha vinto il God’s Champion credendo che il tatuaggio di una bestia possa darci forza e coraggio, e l’ha tramandato fino a me, anche mio padre e i miei fratelli ne hanno uno.” “Ma il basilisco è una scelta tua -sottolineò Noar- perché?” “Era un creatura di cui molti avevano timore per quanto pericolosa e io ho conosciuto una bestia simile nella mia vita…” Noar decise di smetterla di approfondire visto che a Cato non sembrava fargli piacere pensarci e lui sapeva il perché, Cato notò una cosa in Noar in quel momento, si era fatto più morbido nei suoi confronti, che finalmente lo stia accettando come un amico?
   
 
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