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Autore: LaNana    08/11/2020    0 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter eleven.
Phone ringing.


 

 

Apro gli occhi. Sono in una camera che non è la mia.
Mi siedo sul letto e il lenzuolo mi scivola via di dosso, sono nuda.
Mi ci vuole qualche secondo per smettere di panicare e ricordare la serata precedente… Dani, cena, vino, baci in spiaggia, casa, sesso. Sesso grandioso tra l’altro.
Lo vedo arrivare in camera con un piatto di uova strapazzate e un bicchiere di succo d’arancia.
Mi copro istintivamente col lenzuolo.
- Buongiorno gatinha.- mi porge il piatto e si siede col bicchiere in mano, con addosso dei pantaloni corti di una tuta e quel suo meraviglioso sorriso – Ho avvisato io in società che non saremmo andati oggi.- sgrano gli occhi e cerco un orologio, seguita dalle risate di Dani - È tardi per entrambi oggi, sono quasi le due di pomeriggio… ho detto che siamo andati a mangiare un boccone insieme e che qualcosa deve essere andato storto. Che è quasi la verità se ci pensi.- mastico le uova e prendendo dalla sua mano il bicchiere e bevo tutto d’un sorso.
- Dio grazie.- poso gli occhi su di lui, sorride. È così dannatamente bello che pensare alla serata precedente sento un formicolio famigliare al basso ventre.
Prende piatto e bicchiere e se ne va in cucina facendomi un occhiolino. Mi avvolgo nel lenzuolo e mi alzo trascinandomelo dietro, proseguo fino alla mia borsetta dalla quale estraggo una sigaretta e l’accendino, avviandomi verso il balconcino.
- Liz puoi fumare in casa, tranquilla.- goffamente raggiungo gli sgabelli che affiancano l’isola della cucina, lui si gira e si appoggia sui gomiti sporgendosi verso di me - Tutto bene?- mi limito ad annuire, rapita dal suo sguardo.
Rimaniamo così a guardarci qualche secondo, poi non resisto, mi avvicino a lui e lo bacio. Più per assicurarmi di non essermi sognata tutto, non che ce ne fosse troppo bisogno vedendo dove sono sparsi i nostri vestiti. Sento la sua mano accarezzarmi il lato del mento e le sue labbra allontanarsi di poco.
- Se vuoi farti una doccia vai pure senza problemi, ti ho lasciato in bagno dei vestiti.
Sorrido e dopo aver fumato la mia Marlboro Light, mi avvio verso il bagno, piccolo ed organizzato.
Lascio cadere il lenzuolo e lo metto sotto al lavandino aiutandomi col piede, dopodiché entro in doccia chiudendomi lo sportello alle spalle e godendomi il calore dell’acqua.
Dopo qualche minuto di rilassamento mi giro, fissando la porta e aspetto, mi aspetto di vedere Dani varcare la soglia del bagno e raggiungermi, aspetto di vederlo spogliarsi dei vestiti e condividere questo stretto spazio.
 
Aspetto.
 
Aspetto ancora.
 
Aspetto invano.
 
Mi insapono i capelli e il corpo, mi sciacquo, asciugo e mi vesto con la maglietta che mi ha lasciato in bagno. È sicuramente sua, mi arriva quasi alle ginocchia.
Lascio la stanza con un asciugamano a tenermi i capelli e lo trovo in cucina a fumare una sigaretta, sorridendomi.
- Tutto bene?- espira una lunga boccata, il fumo disegna delle nuvolette davanti alla portafinestra.
- Ehm… sì, grazie.- accenno un sorriso, lui ha stampato in faccia il suo Trade Mark.
- Ti aspettavi che ti raggiungessi eh, gatinha?- sento il sangue affluire velocemente alle guance – Volevo che ti rilassassi, senza avere il fiato sul collo. Non sono un pervertito, affamato sì, voglio dire, guardati...ma sono pur sempre rispettoso.- spegne la sigaretta nel posacenere e mi raggiunge stringendomi tra le braccia – Fosse per me nemmeno avrei lasciato ti alzassi dal letto.- si china a sfiorarmi le labbra con le sue – Non ti avrei lasciato nemmeno addormentare stanotte.- mi bacia nuovamente, sfiorandomi con la punta della lingua le labbra, che schiudo automaticamente – Fosse stato per me nemmeno sarei uscito a cena.- e flettendo le ginocchia mi prende in braccio. Serro le ginocchia intorno alla sua vita, godendomi finalmente il contatto fisico.
- Mi hai fatto aspettare un po’ troppo.- gongolo affondando il naso nell’incavo del collo, sa di bagnoschiuma e di tabacco.
- Liz,- torno a guardarlo negli occhi – è che con te non vorrei una di quelle relazioni da tanto sesso e poco altro. Vorrei potessimo proseguire con quello che siamo, le cene in giro, uscire con gli amici, il mercoledì horror, le partitelle di allenamento… e ovviamente un sacco di sesso!- ridiamo e mi rimette giù – Andata?- e mi porge la mano destra che mi appresto a stringere.
- Andata.
 
La sera, davanti a una bistecca e dell’insalata ci troviamo a parlare di come avremmo dovuto gestire le cose, alla fine parliamo del portiere della nazionale brasiliana, non esattamente uno sconosciuto, non esattamente un John Doe.
Uscire allo scoperto ci porterà a diversi ostacoli, Camila, i bambini, la sua e la mia squadra, le nostre famiglie.
- Credo di dover fare delle telefonate a proposito di famiglia.- con la forchetta faccio girare le foglie d’insalata nel piatto.
- Chi ti preoccupa di più?- ci penso un po’ – I tuoi?
- No, i miei genitori e Harriett non mi preoccupano affatto… sono indecisa tra i miei nonni e Luke.
- Luke è il tuo ex allenatore innamorato di te?- annuisco senza distogliere lo sguardo dal piatto – Capisco. Esattamente perché ti preoccupi della sua reazione?- lascio andare le posate, pronta a tirare fuori il rospo.
- Quando ho accettato questo posto, lui mi ha velatamente accusato di aver scelto Barcellona per stare vicina a te. Davvero, sinceramente non è quello che mi ha mosso.- un angolo della bocca di Dani si piega verso l’alto – Sì, ok anche questo ha sicuramente influito, ma davvero le altre opzioni erano ridicole.
- E Luke cosa centra?
- Non voglio dargli la soddisfazione di aver avuto ragione, anche se non del tutto.- lo guardo annuire mentre mastica.
- Se testarda e non sari perdere.- ridiamo, sono esattamente così - E i tuoi nonni?
- Sono estremamente conservatori, tu hai una ex compagna con la quale hai avuto due figli. E abbiamo 12 anni di differenza.- segue un silenzio piuttosto pesante – Hai già parlato con Camila?- cenno di no con la testa – Lo farai?- alza lo sguardo di scatto, sopracciglia corrugate.
- Certo che lo farò, cosa credi che voglia tenerti nascosta?- punta di risentimento – Non sei una scappatella Liz, mettitelo in testa.- annuisco, ma il mio stomaco fa le capriole.
 
Tre squilli, poi vedo l’immagine apparire sullo schermo del laptop.
- Liz! Ciao farfallina!- un sorriso mi spunta automatico.
- Liz mea filha!
- Olà mamà, olà papi!- segue una conversazione estremamente di circostanza – Scusatemi l’orario, ma volevo dirvi una cosa prima che veniate a saperla da fonti diverse.- li vedo sgranare gli occhi.
- Sei incinta?
- No, no, no mamma non sono incinta.- poggia una mano al petto sospirando.
- E allora cosa, Elizabeth?- mi soffermo sugli occhi di mio padre, preoccupato ma non troppo.
- Ecco papà… ti ricordi quando sei venuto a trovarmi qualche mese fa? Quando mi dicesti che eri tranquillo a sapere che ho come vicino di casa Dani?- lo vedo annuire – E mi dicesti che se l’avessi sposato saresti stato anche più felice?- sguardi confusi in chiamata Skype – Non ci siamo sposati, ma… ecco…
- Liz, non dirmi che- interrompo bruscamente mia madre.
- Ci siamo messi insieme.- mio padre copre la bocca con una mano, ma dagli occhi si vede che sorride, mia madre si lascia cadere contro lo schienale della sedia.
- Ma ha 34 anni, una ex e due figli, Liz, ci hai pensato? Hai tenuto in considerazione il fatto che possa soltanto volersi divertire? Approfittare?
- No, mamma, stai tranquilla non parliamo di una scappatella.
- Io son contento.- rido, commento ampiamente previsto di papà.
- DAVID! Dovresti sostenermi.- vedo mia madre girare la testa di scatto verso mio padre, il caschetto biondo sobbalza al brusco movimento.
- Priscila, andiamo… Dani è un bravissimo uomo, non farà niente di male a Liz e sono certo che saranno in grado di gestire al meglio la situazione. Quello che mi preoccupa è nostra figlia sotto ai riflettori, se sarà in grado di gestire la pressione.- ci guardiamo negli occhi e faccio spallucce.
- Mamma, papà. Immagino lo scopriremo.
 
- E così mi stai dicendo che oltre essere incredibilmente arrapante, è anche dolce, innamorato e nelle mutande ha un’arma di grosso calibro?- cerco di trattenere una risata troppo scomposta mentre cammino dal mio alloggio alla fermata della metro.
- Non esageriamo nell’usare la parola con la A, ma per il resto… porca puttana, Harry, porca puttana!- dall’altra parte del ricevitore sento la mia migliore amica sghignazzare.
- Ottimo, ottimo. Dici che posso averla una foto?
- HARRIETT.
- Lo prendo per un no.- e scoppia in una risata fragorosa.
Dopo qualche minuto raggiungo la metropolitana e chiudo la chiamata, mi sento galleggiare, le gambe camminano da sole, la testa è leggera.
Harriett ha usato il termine innamorato. Posso usarlo davvero? Beh sì, funziona così quando ti innamori no?! Quantomeno è quello che mi hanno insegnato, io non so se l’ho mai provato. Non che io ricordi, non mi pare di aver mai sentito lo stomaco frizzare e il corpo in un costante e piacevole formicolio.
Scendo le scale quasi saltellando e con lo stesso passo arrivo alla banchina, dove trovo Crista, Marisol e Saray sedute sulla panchina intente a chiacchierare tra loro. Mi avvicino sorridendo.
- ¿Y aquella tendrìa que ser la cara de una chica que teniò diarrea todo el dìa ayer?- Crista scoppia a ridere e io con lei.
- Non abbiamo nemmeno puntato la sveglia, se volete la verità.
- ¡Claro que no! Sarebbe stato crudele.- mi siedo accanto a loro morsicando il toast preparato per colazione.
- Svuota il sacco, inglesa.- sorrido a Saray, iniziando il racconto.
 
La giornata scorre veloce e leggera, intervallata da risate, pacche sulle spalle, sorrisi maliziosi dei compagni di squadra e sguardi languidi lanciati da Dani, fissandoci in palestra impazienti per l’attesa.
È tutto quasi surreale, la situazione è così ovvia e naturale che davvero, è surreale.
- Mi aspetto che non ci siano complicazioni con questa nuova storia che si è creata tra lei e il signor Silva, Elizabeth.- osservo il presidente Ortiz, sguardo serio ma morbido – Gradirei un basso profilo e non troppe attenzioni, signorina Hall, non sono abituato a questo genere di situazioni, tanto meno ad immischiarmi, mi piacerebbe non dover intervenire.
- Certamente no, signor Ortiz.- annuisce e lascia la palestra.
Il ritorno a casa è spensierato come la giornata stessa.
Salite le scale apro la porta del mio appartamento, venendo seguita e investita da Dani che mi bacia furiosamente tenendomi il viso tra le mani. I suoi baci sono divoratori, affamati. Rispondo immediatamente, lasciando cadere il borsone all’entrata e chiudendo la porta con un calcio, trovandomi poi incastrata tra la stessa e il corpo di Dani schiacciato contro il mio.
- Era tutto il giorno che aspettavo di farlo.- la sua bocca passa alla mascella e lentamente passa all’orecchio scendendo poi verso il collo. Non sono nemmeno in grado di sorridere, la mente già completamente annebbiata – Guardare mentre ti alleni, vederti coperta di sudore è una cosa che mi fa impazzire.- mi sussurra queste parole, mordendomi delicatamente il lobo.
- Dani...- un sussurro spezzato dalla sua bocca che mi mordicchia il capezzolo destro attraverso la canotta.
- Dopo.- mi mette una mano dietro la nuca e mi bacia nuovamente, non lasciandomi possibilità di replica.
 
Fuori dalla finestra le luci di Barcellona si affievoliscono lentamente, il cielo illuminato di toni rosa-arancioni e la baldoria degli studenti in vacanza popola le strade.

Apro gli occhi e mi giro tra le lenzuola annodate alle gambe, appoggiando la testa al petto di Dani che mi abbraccia di riflesso.
- Hai fame, Liz?- annuisco – Dai, doccia e poi mangiamo qualcosa.- mi stiracchio e mi alzo pigramente dal letto, quando sento la suoneria di Skype partire sul cellulare.
Mi avvicino al telefono e leggo il nome sullo schermo, con un sorriso mi metto una maglietta a caso e rispondo in videochiamata.
 
- Ciao brutto!- sorrido, estremamente felice della chiamata. La camera frontale mi riprende coi capelli scarmigliati, la maglietta evidentemente non mia e Dani in sfondo con indosso solo i boxer.
- Oh per Dio, Liz, a me non interessano queste cose!- e si mette una mano sugli occhi a ripararsi la vista – Sei mia sorella, non posso immaginarti in questo modo e nemmeno mi va!- scoppio a ridere e mi siedo su una delle sedie della cucina.
- Cosa volevi dirmi, Matt?- tira via la mano dagli occhi e abbassa lo sguardo, arrossendo. Aggrotto le sopracciglia, cosa mi sto perdendo?
- È che ho conosciuto una ragazza qualche settimana fa, giù al Frog Lake al People’s Memorial.- a Porstsmouth abbiamo un community center adiacente ad uno dei cimiteri e tre piccoli laghetti che prendono il nome dagli animali che ci trovano casa, rane al Frog Lake, anatre al Duck Lake e cigni allo Swan Lake.
- E quindi?- lo incalzo sorridendo.
- E quindi succede che ci siamo scambiati il numero, ci siamo messaggiati un po’ e sembra che ci piacciamo, quindi domani usciamo.
- Bene!
- Bene, sì...- sollevo le sopracciglia stupita dal suo poco entusiasmo.
- Che succede?- vedo mio fratello sbuffare e riavviarsi i capelli con la mano libera.
- Succede che è il mio primo appuntamento e non so cosa fare, quindi la mamma mi ha detto di chiamare te che sei più allenata.- scoppio a ridere, io vanto la lunghissima lista di due appuntamenti ufficiali, e il secondo è quello avuto con Dani. Allenata io?
- Qual è il problema, Matt? Che dubbi hai?- vedo Dani inginocchiarsi ad altezza camera, mentre rivolge la domanda a mio fratello.
- Dani! Io...I-io...beh io non so cosa devo fare, come comportarmi. La devo baciare?- l’uomo accanto a me scoppia a ridere, io mi limito ad incurvare un angolo della bocca.
- Mattew...-
- Mi chiamo solo Matt, non Mattew.- Dani mi guarda negli occhi confuso.
- Ma Matt non è un’abbreviazione di Mattew?- mi chiede.
- È anche un nome.- gli rispondo e Dani sospira.
- Ok, Matt, dovere non devi fare niente. Limitati a cose carine, offrile quello che beve o mangia, sorridi, ascoltala e non stare in silenzio.
- Non stare in silenzio? Perché?- ci chiede allarmato, Matt non è un gran comunicatore.
- Perché poi penserà che non ti importa di lei.- gli rispondo e Dani annuisce.
- Devo portarle dei fiori?- sempre più abbattuto.
- Matt, basta.- lo vedo guardarmi dallo schermo – Vai a prenderla, se ti senti di portarle un fiore fallo, ma non c’è niente di fisso, giusto o sbagliato. Passate del tempo insieme e cerca solo di non farti venire tutte queste ansie inutili, sii te stesso e basta.- annuisce.
- Via messaggio è tutto più facile però.- stupida generazione Y, tecnologica e anafettiva.
- Vai e basta. Divertitevi!- dopo saluti e convenevoli chiudiamo la telefonata.
 
Ci dirigiamo alla doccia, dove tra lo shampoo e il bagnoschiuma, giocando e ridendo finiamo per fare di nuovo l’amore.
 
La sera siamo sul divano davanti alla tv, quando mi suona di nuovo il telefono e, convinta sia ancora Matt dopo la sfilza di messaggi seguiti alla videochiamata su Skype, rispondo senza guardare il mittente.
- Dimmi, che vuoi ancora Matt?- scocciata rimango sdraiata avvinghiata a Dani.
- Ciao Liz. Non sono Matt, ma volevo sentirti.- scatto seduta sul posto, come se avessi carboni ardenti sulla pelle.
- Luke.

PICCOLO SPAZIO LaNana

E a questo giro non vi ho fatto aspettare sette anni ma sette mesi XD
Prossimo giro 7 settimane
Poi 7 giorni
Poi 7 ore...

Chissà, mi chiedo se ci sia ancora qualcuno là fuori che legge la storia strampalata di questa svitata di Liz! Se leggete lasciatemi un commento, fatemi sapere che ci siete! Ma soprattutto...: SIETE #TEAMDANI O #TEAMLUKE?
Fatemi sapere!
Baci

LaNana

   
 
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