Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    09/11/2020    1 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Sono questo per te?


La sera era calata sulla radura e sulla fitta foresta che avvolgeva i due viandanti, ben presto prese anche a piovere, una pioggia fitta e un vento tagliente. A Sansa presero a rovinarsi le mani, a Sandor ad arrossarsi il viso. Dopo quelle che sembrarono ore, i due si fermarono e, posti al riparo, si scaldarono vicino al fuoco, o meglio Sansa lo fece. Sandor rimase a debita distanza.
Sansa non ci provava nemmeno più a convincerlo ad avvicinarsi, conosceva la sua avversione per il fuoco, non intendeva ricevere frasi sprezzanti o commenti poco gradevoli. Non quella sera, non in quella silenziosa serata in cui né lui né lei si rivolgevano la parola.
Sansa prese a sfregare energicamente le mani e a tirare su col naso, una nuvola di vapore fuoriuscì dalla sua bocca, si gelava in quel posto e più cercava di riscaldarsi, più a Sansa sembrava di gelare.
Tirò su col naso ripetutamente finché non fu Sandor a interrompere quella sequenza, “Vieni qui.” le disse col suo solito tono poco paziente e imperioso, Sansa lo guardò interrogativa “Ti stai ghiacciando, vieni qui.” la invitò sotto una coperta che aveva l’aria di essere tremendamente calda. “E quella dove l’hai presa?” chiese Sansa senza lasciare il suo posto.
“Nella taverna mentre ti stavo cercando a Seagard. Vieni.” le disse in tono meno aggressivo “Dai, non mordo mica!” aggiunse volendo trasmettere tranquillità alla giovane, cosa che però non ebbe quell’effetto.
“Perché?” chiese ancora.
“Stiamo più caldi, qui fa un cazzo di freddo!” sbottò “Allora vuoi venire o no?” aggiunse con lo stesso tono.
Sansa un po’ intimorita e un po’ infreddolita, rispose con un debole .
La giovane si avvicinò lentamente a lui che sollevò la coperta e lasciò un po’ di posto a lei. Lei in modo impacciato si distese accanto a lui dandogli le spalle: aveva ragione Sandor. Sansa prese a riscaldarsi velocemente e smise di tremare come una foglia.
“Va meglio, giusto?” le chiese Sandor in tono meno irruento.
“Sì.” rispose lei.
“Non sarò come il tuo cavaliere, ma almeno evito di farti morire!” disse lui sottovoce.
“Ti prego, Sandor, non parlare più di lui. E’ morto. A che serve parlare di lui?” gli chiese sottovoce, quasi come se stesse parlando a se stessa e stesse tentando di mettere a tacere quei momenti vissuti con lui.
“Perché non vuoi parlarne? Perché ti ho convinta o perché ti fa male farlo?” le chiese l’uomo.
Sansa non rispose subito, ma poi replicò dicendo “Mi fa male qui.” posò la mano sul petto, tacque per poi aggiungere “Avevi ragione tu. L’amore è per pochi o per gli stupidi.” fece un’altra breve pausa poi proseguì dicendo con tono amaro “Mia sorella Arya aveva proprio ragione, sono una stupida. Lo sono sempre stata e lo sarò per sempre. Non ho capito ancora nulla della vita. Credevo che sentirmi bene con qualcuno volesse dire fidarmi ciecamente eppure sono stata tradita. Ho deciso poi di fidarmi di nuovo e quando l’ho fatto ho trovato un mondo violento e troppo difficile da capire per chi è come me. E quando ho deciso di nuovo di abbandonarmi a qualcuno… l’ho dovuto lasciare ancora. Forse io sono destinata a stare da sola.”
 
Sandor aveva solo inizialmente provato una sensazione di soddisfazione nel sapere che la piccolina gli dava ragione, ma poi provò un senso di profonda angoscia e amarezza quando la sentì darsi della sciocca e di quei suoi malesseri.
Tentò poi di farla reagire in un moto di rara dolcezza “E io chi sono?” chiese stringendola appena a sé e scuotendola affettuosamente: ottenne l’effetto voluto, sorrise. Piano, ma sorrise.
 
“Scusami.” disse lei “Mi spiace, non intendevo dire che tu non sei nessuno…” si affrettò ad aggiungere. Ed era vero per lei non era nessuno, non era solo una guida, non era solo l’esperto, non era solo il suo salvatore, era qualcosa che oscillava tra l’amicizia – un’amicizia seppur singolare – e qualcosa a cui Sansa aveva creduto per un po’ fosse amore, o qualcosa di molto vicino ad esso.
“Lo so, uccelletto. So cosa volevi dirmi.”
Davvero? Davvero sapeva che cosa intendeva dirgli?
Perché non lo sapeva nemmeno lei figuriamoci lui!
O forse lui, abituato molto a leggere il non detto, aveva capito più di quanto lei volesse e avrebbe mai avuto il coraggio di dirgli?
“Ora cerca di dormire un po’.” affermò Sandor.
“Solo se mi prometti di farlo anche tu.” replicò lei voltandosi appena verso di lui.
“Non preoccuparti per me.”
“Sì, invece. Per proteggere me trascuri te stesso e non va bene. Non voglio che anche tu muoia per colpa mia o di un mio capriccio.” asserì riferendosi al ragazzo di Seagard e a suo padre Ned Stark.
Sandor corrugò la fronte “A me non succede niente. Non morirò. Se accadrà sarà solo in un’occasione. L’ho sempre saputo.”
Sansa voltò il capo verso di lui “Ti prego, non parlare più di ciò che intendi fare con… lui. Ho visto già troppe persone morire e non voglio che tu… che tu, insomma… faccia parte della lista.” disse lei con voce incrinata per l’emozione.
Sandor le sorrise “Che lista?”
“Non scherzare, Sandor. Io dico sul serio. Non devi morire.” replicò lei con vigore.
“E a te cosa cambierebbe? Ti riporto dalla tua famiglia che oramai sappiamo essere viva e… poi il mio compito finisce lì.” disse lui.
“Quindi io questo sono per te: una missione da concludere? Un cucciolo da riportare alla mamma?”
Sandor non rispose subito, non disse né sì né no, lasciò cadere la domanda e questo non fece che acuire il dolore di Sansa che sperava di sentirsi dire va bene, rinuncio alla mia decisione e sperava anche che le dicesse ho pensato a quanto mi hai detto qualche tempo fa e ho deciso di restare con te a Grande Inverno. Sansa però non ebbe né quella né altra risposta, sentì solo un debole sospiro dell’uomo che le disse solo “Il destino non si cambia. Prima lo si accetta meglio è.”
Sansa lo guardò torva “E quale sarebbe? Combattere fino alla morte? Sottostare agli altri? Quale?”
Sandor ricambiò lo sguardo “Mi sembri confusa… non eri tu quella che voleva tornare al Nord? Non eri tu quella che voleva restare con la propria famiglia? Io ti ci sto portando e una volta che tu sarai al sicuro, io andrò per la mia strada. Lo sai da sempre, Sansa. Sono sempre stato molto chiaro in merito. La mia vita non è lì al Nord. Non lo sarà mai.”
Sansa distolse lo sguardo voltandosi dall’altra parte e osservando il crepitio del fuoco. Una forte angoscia le si fece largo nel cuore e nella mente. Sandor l’avrebbe lasciata. Sarebbe accaduto e lei tanto prima se ne faceva una ragione, tanto prima avrebbe potuto riprendere a vivere senza di lui.
Sarebbe stata dura senza di lui… molto dura… le sarebbe mancato.
Le sarebbe mancata ogni cosa di lui, anche l’aspetto più odioso del suo carattere.
Se ne sarebbe andato. Lontano.
Forse sarebbe morto. E forse lei ne sarebbe venuta a conoscenza settimane dopo.
Provò una dolorosa fitta allo stomaco e chiuse gli occhi per cercare di non manifestare quel suo sentimento, quel suo dolore. Non sarebbero mai stati nello stesso posto insieme.
Mai.
 
Quel rapido e sordo silenzio fu una ulteriore conferma per Sandor: la ragazzina avrebbe voluto averlo accanto a sé. Sarebbe stato folle. Lui era ben conscio che nessuna eventuale situazione avrebbe trovato seguito una volta arrivati a Grande Inverno.
Non avrebbe mai voluto farla soffrire: l’aveva tenuta lontana da sé intenzionalmente e con l’obiettivo di proteggerla in ogni modo, eppure quel maledetto sentimento aveva trovato lo stesso il modo di venir fuori; non era servito a nulla negare, allontanare, urlare contro, uccidere, niente.
 
Quel maledetto li stava divorando entrambi e lentamente li stava portando a una lenta e inevitabile rovinosa caduta.



_________

Buongiorno, sono ritornata dopo un mese e più.
Vi avevo promesso di postare presto il capitolo, ma ahimè 
tornando in DAD il tempo e la testa soprattutto se ne sono andate per altro.
Se non c'è più nessuno a seguire la storia, lo capisco.
Non vi faccio promesse di postare quanto prima perché non mi è possibile, 
ma ringrazio tutte voi che mi avete letto fino ad oggi e mi avete fatto i migliori complimenti possibili.
Grazie di cuore! 

 
  
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