2. Un anno
Atterro in malo modo.
Io non atterro in malo modo. Mai.
Ma non volo da un migliaio di anni, potrei essere arrugginito.
Sono atterrato di fronte alla porta di casa della detective.
Sembra appena passato il tramonto.
Ritiro le ali. Spolvero il completo. Busso alla porta senza nemmeno pensarci.
E quando mi apre la porta con gli occhi arrossati ha solo un attimo di esitazione.
“Detective” è l’unica cosa che riesco a pronunciare con la bocca riarsa.
Poi mi investe. Per un secondo ho il dubbio che possa essere entrata direttamente nel mio petto.
La stringo cautamente fra le braccia mentre il cuore minaccia di esplodere.
Mentre la pelle sembra riscaldarsi più di quando ero all’inferno.
“Sapevo che saresti venuto” dice mentre tira su con il naso come chi sta cercando di trattenere le lacrime.
“Charlie” dice ancora stringendomi.
La mia pelle sembra bruciare.
“Sta male”
E in quell’istante la lascio e mi allontano giusto in tempo.
La giacca nel punto in cui la stavo stringendo prende fuoco. Si consuma. Si spegne.
“Dov’è?” se Chloe mi ha chiamato con così tanta urgenza non c’è tempo per discutere.
“A casa”
“Torno” prometto.
Annuisce soltanto mentre mi do lo slancio per raggiungere il cielo e vedere cosa posso fare per salvare mio nipote.
Una piuma bianca cade anche stavolta dalle mostruose ali di Lucifer.
Chloe la raccoglie. La stringe al petto mentre Trixie la raggiunge all’esterno per chiederle chi era.
Un amico.
Un amico che manca ad entrambe da un anno.