Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Athilik    13/11/2020    0 recensioni
Julie è una ragazza londinese di vent'anni uguale a tutte le altre ragazze londinesi di vent'anni, se non fosse per una piccola grande differenza: viaggia con un individuo che si fa chiamare "il Dottore" da pochi mesi... O magari sono già passati tanti mesi? Difficile dirlo quando ti muovi continuamente attraverso il tempo e lo spazio in una buffa e spettacolare cabina blu. Ma quello che veramente non sa, è che incontri inaspettati ed emozionanti si celano dietro l'angolo, molteplici facce della stessa persona che le faranno conoscere un po' di più questo suo amico dal passato misterioso e che li porteranno ad affrontare un nemico antico e molto potente, che aspetta solo il momento giusto, nascosto tra le ombre.
Quanti volti può avere la stessa persona? Quali e quanti segreti siamo disposti a portarci nella tomba? C'è qualcuno che potrà mai dare una risposta alla prima domanda posta nell'intero universo?
Allons-y!!!
Esce incrociata su wattpad, potete seguire la storia da dove volete ;D
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dalek, Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - Altro, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Come mai ha scelto proprio l'Olandese Volante come nome? Questa è per caso una nave popolata da fantasmi?" chiese Julie ad Anita, ridacchiando.

"Da quel che ho capito il Conte è molto affascinato dalle storie di fantasmi, e la sua passione per i velieri ha fatto il resto." sorrise l'altra "Ed ecco come è nato il nome."

"Interessante." annuì Julie.

"Pensa che l'intero apparato di motori è stato progettato dalla sua famiglia." continuò Anita entusiasta "Un progetto iniziato ancora da suo nonno e concluso ora con lui. È davvero una persona intelligente. L'unico al mondo ad essere riuscito in questa impresa impossibile. Incredibile, vero?"

"Decisamente."

"Tutti questi complimenti mi lusingano, Anita." commentò una voce profonda ma suadente alle spalle delle due ragazze, che si girarono di colpo sorprese.

"C-Conte Wilson!" arrossì il membro dello staff, mentre Julie fissava l'uomo in silenzio.

Era molto più giovane di quanto si aspettasse. Un uomo non troppo alto, vestito elegantemente in smoking e farfallino, di non più di trentacinque anni e con i capelli marrone scuro raccolti in un codino, un accenno di barba e dei penetranti occhi scuri.

"Apprezzo molto i tuoi complimenti, mia cara." continuò l'uomo "È sempre bello sapere di essere amato dalle persone del proprio staff."

Anita arrossì ancora di più.

Poi il Conte si girò per fissare Julie e sorrise in maniera palesemente finta.

"Ma che delizioso fiorellino che abbiamo qui."

"Un vero onore, Conte Wilson." rispose la ragazza inchinandosi leggermente e con una punta di sfacciataggine nella voce, che l'uomo puntualmente notò subito.

Il Conte tese la mano a Julie.

"Anita, sai di quel mal di testa di cui mi parlavi?" improvvisò subito dopo la ragazza senza distogliere lo sguardo dall'uomo davanti a lei "Sembra qualcosa di serio, dovresti proprio andare a cercare il Dottore di cui ti parlavo prima per chiedergli una mano, lui saprà sicuramente cosa fare."

Anita capì al volo tutto.

"Certo, sicuramente." rispose. Poi si scusò educatamente con i due e proseguì lungo il corridoio rosso.

"Attento, il fiorellino ha le spine."

Julie prese la mano che il Conte le stava ancora tendendo. Nel momento in cui lo fece, l'uomo si portò la mano della ragazza alla bocca e la baciò delicatamente, con galanteria.

"Un vero gentiluomo." ridacchiò lei ritraendo la mano.

"Valori che mi hanno insegnato in famiglia." rispose lui "Andrew Wilson, al tuo servizio."

"Julie Jenkins. Un onore."

"Julie Jenkins. E dimmi, cosa ne dovrei fare di te? Consegnarti alla sicurezza? Farti uscire dalla nave e lasciarti cadere nello spazio, facendoti morire così?"

Il corpo della ragazza si tese di colpo.

"Conosco i volti di ogni persona invitata qui. So riconoscere un clandestino quando lo vedo." sussurrò Andrew "Inoltre, non ti sei sprecata molto per mimetizzarti. Quei vestiti sono decisamente fuori luogo."

"Tu non mi fai paura." ribatté Julie decisa.

"Non ne è mia intenzione. In ogni caso, ero stato comunque avvisato dal mio fidato braccio destro che due clandestini sarebbero saliti a bordo dell'Olandese volante." il Conte ridacchiò "Solo non mi aspettavo che uno di loro fosse una ragazza così splendida. Se me lo permetti, vorrei avere la possibilità di conoscerti meglio."

"Ma tu non sei sposato?" chiese Julie maliziosamente incrociando le braccia al petto.

"Assolutamente sì! Con una moglie a dir poco incantevole, la più bella donna che io abbia mai visto. Ma non hai molta scelta: o vieni con me, o io ti denuncio alla sicurezza."

"E va bene allora." si arrese lei "Lasciami solo il tempo di mettermi dei vestiti più adatti. In fondo, questa è una crociera di gala, no?"

Il Conte Wilson sorrise.

"Ci vediamo tra venti minuti davanti alle porte della sala da ballo. Se non ti vedo entro questo limite di tempo, ti denuncerò alla sicurezza."

"Non mancherò."

Il Conte si inchinò rispettosamente.

"A dopo, Mademoiselle."

Non appena l'uomo sparì dalla sua vista, Julie si mise a correre per i corridoi, cercando un modo per tornare al Tardis.

Dopo quella che sembrò una vita, la ragazza riuscì a trovare il posto in cui avevano parcheggiato la cabina blu. 
Quando provò ad aprire le porte però, fallì miseramente.

"Oh no, no no no! Ti devi aprire! Forza, fammi entrare! Devo scoprire cosa sta succedendo, come mai siamo finiti qui!" supplicò la giovane.

Scosse con forza le porticina di legno, ma ancora senza risultati.

"Ti prego! Viaggiamo insieme da un po' ormai, no? Okay... il viaggio nella linea temporale... forse anche tu come il Dottore in questo momento non mi hai mai vista prima... Ma te lo assicuro, noi due siamo amiche!"

Ancora nulla.

Julie sospirò e appoggiò la fronte su una delle due porte blu, sconfitta.

"Ti prego. Ho bisogno di te in questo momento."

E un secondo dopo, la ragazza quasi perse l'equilibrio, inciampando dentro la macchina spazio-temporale.

Le luci del Tardis si accesero.

"Grazie..." Sorrise Julie "Grazie! Grazie! Ti prometto che scoprirò cosa sta succedendo alla linea temporale del Dottore, te lo giuro, non ti deluderò!" poi si guardò attorno "Okay... Dove terrà mai l'armadio con i vestiti il Dottore?"

In lontananza, una porta bianca si aprì.

"Oh, ecco!" rise lei "Forza, mi devo preparare per una serata di gala!"

Dieci minuti dopo, Julie uscì dalla cabina vestita con un elegantissimo e lungo vestito blu, i capelli pettinati e legati con cura dietro la testa, delle scarpe argentee con un tacco non troppo alto e una bella collana addosso dello stesso colore.

"Bene." disse decisa alla macchina "Si va in missione. Scopriamo perché siamo finiti qui."

Con molto più senso dell'orientamento questa volta, Julie riuscì facilmente ad arrivare davanti alla sala da ballo. Il conte Wilson era già lì che aspettava.

"Venti minuti esatti." commentò l'uomo "Hai proprio spaccato il secondo."

"Faccio del mio meglio."

Wilson sorrise.

"Allora, entriamo?" chiese porgendo alla ragazza il braccio con galanteria.

I due varcarono la soglia dell'elegante sala da ballo.

"Vuoi davvero portarmi a ballare?"

"Perché, non ne sei capace?"

"Certo che ne sono capace!"

"Ci divertiremo, vedrai."

I due entrarono nell'enorme e ben decorata stanza. 
Era praticamente mezza vuota, con alcune coppie che ballavano lentamente su una dolce musica suonata da una piccola orchestra posizionata su un piccolo palco lì vicino.

"Mi concedi questo ballo?" chiese Wilson educatamente.

Julie ridacchiò mentre accettava l'invito e i due iniziarono a danzare delicatamente a tempo di musica.

"Te lo richiedo: non sei mica sposato? Perché non c'è tua moglie qui al posto mio?"

"Aveva altro da fare. Una faccenda importante da concludere."

"Beh, io sono fidanzata, quindi non farti strane idee."

"Stai mentendo."

"Sono serissima invece."

"E chi è il fortunato? L'altro clandestino?"

"Esattamente."

"Non porti anelli però."

"Non servono anelli per provare qualcosa."

"Sì, invece. E una cosa è ho imparato è che le donne portano gli anelli con fierezza proprio per poterli sfoggiare. Quindi non mentire a me."

"Basta giocare, allora. Dimmi, cosa vuoi? Cosa volevi dire quando hai detto che il tuo braccio destro sapeva che saremmo arrivati? Chi è?"

"Frena! Frena! Quante domande!"

Julie sorrise con sfida.

"Avanti, dammi delle risposte."

"Ero sinceramente curioso di passare un po' di tempo con te. Ma a te non sembra interessare."

"Ma che uomo acuto, signor Wilson."

"Puoi chiamarmi Andrew."

"Va bene, Andrew. Allora, che cosa vuoi? Se non volessi qualcosa mi avresti già denunciato alla sicurezza."

"La persona che mi ha detto tutto. Lui sapeva che sareste arrivati. Mi ha detto anche dove trovarvi e che dopo averlo fatto avrei dovuto dirvi che lui voleva vedervi."

"Lui?"

"Sì, esatto. Ti aspetta nel suo ufficio perosnale. A prua della nave."

Quando il brano finì, Wilson li fece fermare entrambi e poi si allontanò dalla ragazza.

"Un ottimo ballo direi. Ti ringrazio. Ora andiamo, forza."

Senza aggiungere altro, il Conte si avviò verso l'uscita della grande sala, tallonato da Julie.

"Chi è questo 'lui'?" chiese la ragazza.

Wilson ridacchiò.

"Lo vedrai presto, tranquilla."

I due camminarono per pochi minuti tra i corridoi rossi della nave, fino ad arrivare davanti ad una porta grigia. 
Il conte Wilson l'aprì e con galanteria fece cenno a Julie di oltrepassarla. 
Dietro la porta si trovava una breve scalinata che saliva verso una seconda porta. 
Wilson bussò alla seconda porta, che si aprì lentamente, come per magia.

I due entrarono.

Si trovavano in una grande stanza. 
Era ben decorata e in fondo, di fronte a loro, si trovava una spaziosa scrivania di legno con tre monitor sopra. 
Nascosto dietro ai monitor, seduto su una grande ed elegante sedia girevole, si trovava un uomo.

Appena l'uomo li vide, si alzò dalla sua postazione e si avvicinò ai due. 
Era alto, di circa quarant'anni con il viso a punta, i capelli, barba e baffi neri.

"Grazie Andrew, hai fatto un ottimo lavoro. Puoi lasciarci soli ora?"

"Certo, nessun problema." rispose il Conte inchinandosi educatamente, poi si rivolse a Julie "È stato un piacere conoscerti. Arrivederci fiorellino."

"Arrivederci, Andrew."

Appena il Conte uscì dalla sala, Julie si girò verso l'altro uomo. I suoi occhi la fissavano con sguardo freddo e malvagio.

"Salve, Julie. Finalmente ci incontriamo, è un onore."

La ragazza alzò le sopracciglia, non troppo sorpresa.

"Scusi... Ci conosciamo?"

L'uomo ridacchiò.

"No... Effettivamente no. Ma ero più che convinto che non saresti stata da sola."

"Non lo sono."

"Giusto, giusto. Dimmi un po': Dove si trova il Dottore?"

"Come conosci quel nome?"

"È un nome che conosco da molto tempo. Dai tempi dell'accademia."

"Accademia?"

"Certo! Eravamo in accademia insieme."

"Quindi sei anche tu..."

"...un Signore del tempo, esatto. Ora te lo chiedo di nuovo, ma attenta, la mia pazienza si esaurisce facilmente: Dove si trova il Dottore?"

"Non lo so. Ci siamo separati prima."

"Allora non ci resta che aspettare che ci raggiunga qui. Tranquilla, sono sicura che ci troverà in poco tempo."

"Scordatelo!"

Julie si girò e corse verso la porta dell'ufficio, provando a scappare, ma la porta era chiusa a chiave.

"Non ci provare, non si aprirà." disse l'uomo tornando a sedersi tranquillamente alla sua scrivania.

"Chi sei tu?!"

Il misterioso Signore del tempo sorrise freddamente.

"Comincia il secondo atto." 


 

Poco tempo prima...

Anita lasciò Julie e il Conte Wilson da soli e si diresse in cerca del Dottore.
Cercò attentamente in tutte le zone comuni, senza però trovare nessuno.

Stava passando davanti alla porta che conduceva alla sala motori, quando essa s'aprì di colpo.

"... No John! Ti prego, aspetta! Dammi più informazioni!" stava supplicando una voce "Quei motori non posso essere di tecnologia umana!"

"Mi dispiace ragazzo, ma queste sono informazioni riservate!" ribatté il capoingenire spingendo fuori dalla porta il Dottore.

Appena videro il Signore del tempo, gli occhi di Anita si illuminarono.

"Dottore!" esclamò felice la ragazza "Ti ho cercato per tutta la nave!"

"Anita!" esclamò di rimando lui "Ciao, che bello rivederti!"

"Anita, conosci questo ragazzo?" chiese John perplesso.

"Sì sì, non ti preoccupare è tutto in regola. È solo un tipo estremamente curioso."

"Lo affido a te, allora. Tienilo d'occhio, mi raccomando! Non voglio più ch si intrometto tra i miei affari!"

E con quelle parole, John ritornò al suo lavoro chiudendosi la porta alla spalle.

"Che cosa stavi facendo lì dentro?" chiese Anita al Signore del tempo.

"Oh, come hai appena detto tu, sono molto curioso. Stavo dando un'occhiata in giro per conto mio. Scusa se prima ho lasciato te JJ da sole. A proposito, dov'è JJ?"

"Oh... Ehm..." Anita arrossì "Non ti arrabbiare ma... È con il Conte Wilson."

"Perché dovrei arrabbiarmi?"

"Perché lei è la tua ragazza?"

"Ah no no, quella era solo una bugia che si è inventata lei sul momento."

"Quindi voi... Non state insieme?"

"Oh no, no. Siamo solo amici. Sai dove si trova quindi?"

"Penso sia ancora con il Conte, se troviamo lui, troveremo anche lei."

"Andiamo allora! Vuoi aprire tu la strada? Dove li hai visti l'ultima volta?"

"Farò strada, ma vedi di non sparire questa volta, va bene?"

"Lo prometto!"

I due attraversarono nuovamente tutta la nave, fino ad arrivare davanti alle grande vetrate.

"Affascinante!" esclamò il Signore del tempo quando vide la bellissima nebulosa "Uno spettacolo davvero affascinante."

"Erano qui quando me ne sono andata... Il Conte e Julie..."

"State cercando mio marito?" chiese una voce femminile vicino a loro.

Anita e il Dottore si voltarono. Davanti a loro si trovava una bellissima donna con i capelli rossi raccolti, gli occhi chiari con addosso un lungo ed elegante vestito nero.

"Contessa!"

"Sì, li stavamo cercando. Per caso lei li ha visti?"

"Chi sei tu? Non ti ho mai visto e ti posso assicurare che noi conosciamo ogni invitato qui presente."

"Contessa, le presento il Dottore." spiegò Anita "Dottore, questa è la Contessa Louise Wilson."

"Un vero onore." sorrise il Signore del tempo inchinandosi leggermente.

"Mio marito mi aveva parlato di clandestini nella nostra nave. Mi aspettavo gente più rude però." 

"Con rispetto Contessa..." si scusò Anita "Sa per caso dove si trovano suo marito e Julie?"

"L'ho visto poco tempo fa ballare nel salone con una ragazza."

"JJ si sta facendo dei nuovi amici a quando pare." commentò il Dottore incrociando le braccia al petto.

"Dottore, posso chiederti una cosa?"

"Tutto quello che vuoi."

"Perché stavi discutendo con John prima?"

"Per la tecnologia dei vostri macchinari. Capisco che voi umani siate evoluti nel quarantasettesimo secolo, ma quella tecnologia era troppo evoluta." poi il Dottore si rivolse a Louise "Questa tecnologia l'ha costruita vostro marito?"

"L'ha completata lui. Ma aveva iniziato a costruirla ancora suo nonno."

"Qualcuno deve averlo aiutato allora."

"Quell'uomo. Da quando l'ha incontrato Andrew non è più lo stesso." sospirò Louise.

"Quale uomo?" incalzò il Dottore.

"Il suo consigliere personale. Colui che definisce il suo braccio destro."

"Cos'altro mi può dire di lui, Contessa?" continuò a chiedere il Dottore, improvvisamente molto incuriosito dalla questione.

"Nulla. Non so nulla di lui. Ma se parlate con mio marito sicuramente potrete ottenere più informazioni."

"La ringrazio." sorrise il Dottore.

"Perché siete saliti a bordo?"

"Non siamo saliti volontariamente. Qualcuno ci ha costretto. E io scoprirò il perché." poi il Signore del tempo si girò verso Anita "Vieni con me?"

La ragazza annuì sorridendo.

"Andiamo allora!"

I due s'inchinarono ancora una volta davanti alla Contessa e poi si incamminarono verso la sala da ballo.

Ma tra i corridoi si imbatterono proprio nel Conte Wilson.

"Oh!" disse lui "Anita, ciao di nuovo." poi si voltò verso il Dottore "Sembra che io abbia finalmente incontrato il secondo clandestino."

"Conte, salve." rispose il Dottore "Dove si trova la mia amica JJ?"

"Oh, quella ragazza deliziosa! Al momento sta parlando con il mio consigliere. A proposito, voleva parlare anche con te. Sapeva che tu e la ragazza sareste saliti a bordo."

"E come lo sapeva?"

"Non lo so. Lui sa sempre un sacco di cose. Non per nulla è il Maestro."

A quelle parole, il Dottore impallidì di colpo.

"Scusi Conte, può ripetere quello che ha appena detto?"

"Che il mio braccio destro sa un sacco di cose."

"No no, le parole dopo."

"Che non a caso è il Maestro."

"Il Maestro..."

"Sì, lui si fa chiamare così."

"Oh no... E JJ al momento si trova con lui?"

"Perché Dottore?" chiese Anita sorpresa "Che cosa succede?"

"Succede che la mia amica è in grave pericolo. Conte, dove si trova il Maestro?"

"Nel suo ufficio. La porta è poco più avanti, ci sono appena uscito." 
 

Nello stesso momento...

"Il... Maestro?" chiese Julie.

"Così ci facciamo chiamare. Lui il Dottore, io il Maestro." rise l'altro.

"Ma perché?"

"Ti sei mai chiesta quale sia il suo vero nome?"

"Ogni giorno."

Il Maestro rise ancora.

"Perché nascondete i vostri nomi?"

"Quante domande!"

"Sei tu la causa di tutto questo? Sei tu che ti diverti ad incasinare la linea temporale del Dottore?!"

"Ti stai arrabbiando?"

"Sì. Non mi piace chi si diverte a trattare gli altri come se fossero dei giocattoli. Tu non mi fai paura."

"Dovresti averne invece. Dovresti avere molta paura."

"Il Dottore è mio amico. Il mio migliore amico. Non ti lascerò fargli ancora del male."

"Che ragazza davvero coraggiosa!" rise il Maestro alzandosi dalla sedia e dirigendosi con fare minaccioso verso la ragazza "O forse solo molto sfrontata."

Dei forti colpi provenienti dall'esterno interruppero la conversazione.

"JJ!" urlò all'improvviso una voce da dietro la porta "JJ! Sei lì dentro?! Parla con me!"

"Dottore!"

"Stai bene?"

"Sì!"

"Maestro! Fammi entrare, so che ci sei anche tu! Fammi entrare, ho detto!"

"Se proprio ci tieni, Dottore."

La porta dell'ufficio si aprì di colpo e il Dottore corse dentro la stanza, seguito a ruota da Anita.

"JJ, allontanati da lui!" ordinò il Signore del tempo alla ragazza.

Julie tornò al fianco dell'amico in pochi secondi.

"Oh, vedo che ti sei cambiata i vestiti!" commentò poi.

"Dobbiamo parlarne proprio adesso?!"

"Dottore, che bello vederti!"

Il Signore del tempo tornò serio.

"Ma guarda, il Maestro. Che cosa ci fai qui?"

"Mi stavo annoiando, e così ho deciso di divertirmi un po'."

"Dottore è lui!" esclamò Julie "È lui che sta causando problemi alla tua linea temporale!"

"Linea temporale?" si intromise Anita "Ma di che state parlando?"

"Stupida ragazza umana, non parlare a sproposito!" ringhiò l'altro.

"È vero quello che dice? Stai creando problemi alla mia linea temporale? Sei tu la causa di tutto?" chiese freddamente il Dottore.

"No. Non sono io, Dottore."

"Ma sapevi che saremmo arrivati qui."

"Oh beh... Sì."

"E come? Come facevi a saperlo?!"

"A questo non posso risponderti, mi dispiace."

"Non giocare con me!" urlò il Dottore, improvvisamente arrabbiato "Dimmi come facevi a saperlo!"

Gli occhi del Maestro si illuminarono con malvagità.

"Non serve urlare, sai?" disse poi "E comunque al momento tu e le tue amichette qui avete altro di cui occuparvi."

"Che cosa intendi?" chiese Julie con voce tesa.

"Da te non mi aspetto nulla, non ci arriveresti comunque... Ma mi aspettavo un po' di più da lui, a dire il vero."

"Non so di cosa tu stia parlando."

"Sì invece. Hai già notato tutto, Dottore. È solo che non hai ancora collegato i pezzi, quindi ti darò una mano io."

"A cosa ti stai riferendo?"

"Andiamo, hai incrociato molte persone venendo qui. Con quante di loro hai parlato?"

"Solo con Anita, il Conte e la Contessa, e John, il capoingeniere."

"Ah John!" esclamò il Maestro "Uno dei miei preferiti. Come lo hai trovato, Dottore? Come erano i suoi movimenti?"

Il Dottore ripensò a quando l'uomo gli aveva appoggiato la mano sulla spalla. Era stranamente pesante, lo aveva fatto sobbalzare...

Il Dottore ci pensò e ripensò.

Le persone che aveva incontrato nei corridoi. Erano sempre le stesse facce.

Aspetta.

In ogni corridoio ritrovava sempre le stesse facce.

Perché nei corridoi non trovava mai facce diverse? Eppure gli invitati erano tanti.

"Julie, tu hai ballato con Andrew." continuò il Maestro "Come erano le altre coppie di ballerini? Te lo ricordi?"

Julie ci pensò.

Erano silenziosi.

Nessuno interagiva con nessuno.

Nemmeno i musicisti interagivano tra loro.

"Gli ospiti." mormorò piano il Dottore "Tutti loro, seguono dei percorsi programmati."

"Come scusa?" chiese Anita che era sconvolta dal momento in cui aveva sentito questi discorsi assurdi.

Il Dottore si girò a guardare Julie con sguardo molto serio.

"JJ..." disse in tono grave "Rispondi a questa domanda: Quando una persona non è viva?"

Lì vicino, il Maestro rise con malvagità.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

L'angolo dell'autore

Il quinto Dottore è una patata.

Change my mind. 

*Doctor who outro starts to play*

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Athilik