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Autore: runami_ lu99    14/11/2020    4 recensioni
STORIA AD OC (ISCRIZIONI CHIUSE)
Fiore è nel caos da 500 anni, un perfido sovrano con un oscuro segreto mantiene il controllo su di esso con la violenza e la sottomissione, ma un gruppo di maghi riuniti dal destino riuscirà a riportare il regno alla bellezza di un tempo?
[Dal prologo]
"Se tu che stai leggendo queste righe, credi che il bene trionfi sempre sul male, ti conviene cambiare storia, perché questa non è una favola e quindi non esiste un lieto fine"
[Dal 34° capitolo]
"Il fischio dell'arma che fendeva l'aria vibrò nelle orecchie di 78 facendogli venire i brividi, e per un attimo quel sibilo gli sembrò come parole sussurrate provenienti da un'oscura creatura che di terreno non aveva nulla. Il medico abbassò lo sguardo soffermandosi sulla lama e, come a volersi beffare di lui, questa emise un tenue e lontano bagliore rossastro al di sotto dello strato di bende, proprio un attimo prima che il corpo del nemico venisse nettamente tranciato a metà."
[Dal 35° capitolo]
"I colori caldi del tramonto che prima brillavano in tutta fierezza, parvero spegnersi di colpo quando vennero in contrasto con le sue iridi gelide come il ghiaccio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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QUATTORDICESIMO CAPITOLO:
SAGA DEL PAESE DI ORCHIDEA: DEMONE DAI CAPELLI CELESTI






Jonathan portò i ragazzi attraverso il piccolo paesino, tutti lo salutavano felici e lui ricambiava sempre con un sorriso accompagnato da qualche parola di incoraggiamento e una pacca sulla schiena.
-Sei molto conosciuto qua- disse Alexis affiancandosi a lui.
-Già, qui ci conosciamo tutti e poi ho preso il posto di mio padre dopo la sua dipartita, ora sono io che cerco di mantenere la pace qui- rispose facendo un mezzo sorriso malinconico.
-E ci riesci?- chiese Casper, Jonathan si fermò e con lui anche i compagni.
-Diciamo che non ho talento per questo genere di cose, più che altro mi limito a prevenire le uccisioni, ma non sempre ci riesco. Mio padre invece affrontava a viso aperto i nemici e li cacciava, sapete, lui era un mago veramente forte, io invece ci ho rinunciato, non riuscirò mai a raggiungere i suoi livelli... è vero sono suo figlio, ma c'è questa pressione sulle mie spalle, gli abitanti si aspettano tanto da me e io ho sempre paura di deludere tutti, questa cosa mi blocca- spiegò, Velvet lo guardò di traverso.
-Questo è perché sei debole- disse secca.
-Velvet!- la rimproverò Alex.
-Che c'è!? Io ho detto solo la verità, se lui fosse stato più forte, sicuramente alcuni abitanti si sarebbero salvati e invece sono morti... e questo perché lui era debole, è tutt'ora debole e, a quanto pare, ha deciso di rimanere debole anche in futuro- ribatté senza tanti giri di parole, il ragazzo abbassò gli occhi di colpo e la sua espressione si fece sempre più seria.
-Va bene dire quello che pensi, ma avresti potuto usare un pò di tatto- rispose severa la sorella dei Black posando una mano sulla spalla di Jonathan per consolarlo, Velvet alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia al petto.
-Jonathan, se tu non fossi stato qui, ormai tutto il paese sarebbe deserto, stai facendo il possibile, ed è questo che conta- disse Alexis facendogli un sorriso dolce, lui la guardò.
-No, lei ha ragione, io sono un debole, non mi espongo solo perché ho paura di fare la stessa fine di mio padre, quindi oltre che essere un debole, sono anche un vigliacco- ribatté il ragazzo dai capelli verdi, Tyson gli si parò davanti facendogli ombra e lo guardò dall'alto al basso penetrandolo con i suoi occhi bicromatici, serio come non mai, il ragazzo sollevò lo sguardo incontrando quello di Knightbuster, si intimidì tanto che cominciò a deglutire rumorosamente.
-Velvet ha ragione- disse semplicemente.
-Tyson!- esclamò Alexis stupita della sua risposta.
-Ma già il fatto che tu ammetta le tue debolezze, è un primo passo verso la strada giusta, se vuoi cambiare devi partire dai tuoi punti deboli ed allenarli finché anch'essi non diventeranno punti forti, solo allora potrai proteggere veramente questo paese- continuò, Jonathan lo guardò con un espressione stupita in viso, Tyson rimase a fissarlo dall'alto in basso serio, finché non accennò un sorriso e con il pugno chiuso gli diede un colpetto sul petto, dal lato del cuore.
-Non è mai troppo tardi- concluse per poi voltarsi di schiena. Jonathan si portò una mano proprio dove l'aveva posata il mago poco prima e sorrise. Velvet fece lo stesso, ma si voltò per non farsi vedere.
-Bene, basta chiacchiere, proseguiamo, siamo quasi arrivati- disse riprendendo il cammino. Priscilla senza accorgersene rallentò il passo e rimase indietro rispetto agli altri, senza mai staccare gli occhi da quel grande edificio nero in lontananza che si avvicinava sempre di più, continuò a rallentare fino a fermarsi completamente.
-Priscilla?- la chiamò Alèk, ma lei sembrò non sentire niente: rimaneva li, immobile con lo sguardo fisso davanti a se, uno sguardo che era un misto di paura e disprezzo. I compagni si fermarono e si voltarono nella sua direzione, finché Jonathan non le si avvicinò e la fissò con un sopracciglio alzato, lei scosse la testa e ritornò in sé ritrovandosi davanti Loyalty.
-Sai, il tuo viso mi è familiare- disse scrutandola bene e guardandole i capelli, lei arretrò di poco, poi lo spinse con una mano.
-Stammi lontano- ribatté secca scostandosi e raggiungendo i compagni. Loro la guardarono straniti: c'era qualcosa che non andava con quel luogo e Priscilla, tutti se ne erano accorti. Ripresero il cammino poco dopo e finalmente raggiunsero il luogo in cui risiedeva colei che aveva inviato la richiesta: si ritrovarono davanti un gigantesco edificio color grigio scuro, tendente al nero: sembrava quasi una piccola villa, con due torrette che si innalzavano al centro e un enorme cancello a separare i giovani maghi dal giardino interno.
-Agatha sono io!- gridò Jonathan, Priscilla strinse i denti e i pugni al tempo stesso, il cancello si aprì con un cigolio sinistro e i ragazzi entrarono, la maga dai capelli celesti guardò l'entrata: non avrebbe mai pensato che dopo così tanto tempo sarebbe dovuta tornare in quel luogo maledetto, addirittura, per aiutare chi l'aveva fatta soffrire. Raggiunse i compagni essendo rimasta indietro, ad accoglierli sull'uscio vi era una signora anziana: i corti capelli bianchi le incorniciavano il viso e gli occhi neri, non era molto alta, e la sua stazza era coperta da un vestito lungo completamente nero, in testa portava una piccola bandana dello stesso colore, la cosa che più colpì i giovani era la grande cicatrice che dalla fronte le passava sull'occhio sinistro rendendolo quasi cieco, Priscilla la guardò assottigliando gli occhi con disprezzo, non c'erano più dubbi: era proprio lei.
-Salve giovanotti, benvenuti- li salutò Agatha con un sorriso dolce, Priscilla emise un gemito schifato, Tyson disattivò la sua magia e si presentò a nome di tutti.
-Salve, noi siamo di Phoenix's Ashes- rispose porgendole la mano.
-Oh, lo so bene chi siete, vi ho visto sul giornale, anche se qui vedo delle facce nuove- disse guardando Milah, spostò poi gli occhi sul resto dei compagni soffermandosi in particolare su Priscilla che continuava a fissarla in malo modo, nonostante questo la signora anziana le sorrise e continuò la conversazione con Tyson facendo infiammare ancora di più la giovane.
-Sono contenta che abbiate risposto alla nostra chiamata, Orchidea ha bisogno di voi- disse invitandoli poi ad entrare, seguirono Agatha e presero una rampa di scale che portava verso il basso. Priscilla si guardava attorno, notando che niente era cambiato in quel luogo, in più sapeva benissimo dove si stavano dirigendo. 
-Ora vi sto portando in un posto in cui saremo lontani da occhi indiscreti, lì parleremo con calma- spiegò, poco dopo raggiunsero una piccola porticina ed entrarono rivelando una grande biblioteca. Priscilla si guardò attorno confusa e spaesata: era cambiato da quando l'aveva visto l'ultima volta, lo spazio era molto più ampio e tenuto decisamente meglio, in più, non c'erano mai stati così tanti libri.
-Wow, è meraviglioso- esclamò Alexis estasiata nel vedere tanta conoscenza in un posto solo.
-Già, la biblioteca è il nostro piccolo orgoglio, questi sono tutti libri donati, grazie ad essi i bambini di questo orfanotrofio possono imparare- spiegò l'anziana signora.
-Oh, non avevo capito che era un orfanotrofio- intervenne Casper guardandosi attorno, vi erano migliaia di libri che venivano suddivisi in materie, si andava dalla storia alla filosofia, dalla geografia alla matematica, ma ciò che più colpì Priscilla erano tutti quei libri di magia, assottigliò gli occhi e li guardò pensierosa: da quando ce n'erano così tanti?
-Venite, Jonathan dovrebbe avervi dato una piccola infarinatura sulla situazione attuale, ma ora vi spiegherò meglio e con precisione cosa vorrei che voi faceste- cominciò, li fece sedere ad un tavolo e sospirando la vecchia signora cominciò a spiegare.
-Vedete, questi mafiosi sono comparsi per la prima volta nove anni fa, il padre di Jonathan allora ha tentato di fermarli dapprima con le parole e in seguito con la forza, ma purtroppo è stato ucciso- cominciò.
-Si certo dicci qualcosa che non sappiamo già- ribatté Priscilla secca, i compagni la guardarono straniti, Agatha invece non sembrava per niente sorpresa di quella risposta.
-Certo cara- rispose semplicemente sorridendole, cosa che le diede immediatamente sui nervi.
-Dovete sapere che dopo quel fatto, negli anni successivi, tutte le volte che i mafiosi arrivavano in città, Jonathan li seguiva per scoprire se avevano un qualche tipo di base segreta e finalmente, dopo un paio di anni è riuscito a trovarla- estrasse una mappa da uno dei libri della biblioteca e l'aprì sul tavolo per mostrarla a tutti.
-Dovrebbe trovarsi all'incirca in questa zona- disse indicando poco più a ovest di dove si trovavano loro.
-È un pò vasta come area- commentò Casper.
-Non preoccupatevi, quando sarete li capirete perfettamente dove si trova, è l'unico edificio in tutta la zona, tutto ciò che abbiamo scoperto è che la loro base è sotterranea e dovrebbe avere all'incirca quattro piani, in totale potrebbero esserci dai cento ai duecento mafiosi, tutti grandi lottatori e abili nella magia- disse Agatha.
-Accidenti è un vero formicaio- commentò Nicolash.
-Il problema è che più gli anni passano, più numerosi diventano, non sappiamo come fermarli- intervenne Jonathan.
-Abbiamo anche scoperto che all'interno dell'edificio vi sono delle telecamere sparse ovunque, senza contare che ogni quattro ore cambiano il turno di guardia, e chi sta alla porta principale fa passare solamente chi fa parte del loro gruppo, incredibilmente si conoscono tutti quindi le facce nuove sono molto sospette, è praticamente una fortezza impenetrabile- continuò il ragazzo.
-Qual'è il problema?- chiese Alèk sollevando le spalle.
-Già, se non c'è modo di entrare di soppiatto allora perché stare su a perderci la testa?- lo spalleggiò Nicolash.
-Cosa avete in mente ragazzi?- chiese Milah sospettosa, Casper sorrise e si alzò in piedi.
-Significa che è arrivato il momento di fare un bel pò di casino- disse.
-Fermi fermi, mi state dicendo che il piano è non avere un piano?- chiese Alexis spiazzata ricevendo una risposta positiva.
-Mi piace come piano, ci sto- commentò Velvet sorridendo.
-Non è proprio il mio stile caricare a testa bassa, ma se non c'è altra scelta andiamo- intervenne Demetra, Priscilla rimase in silenzio guardando la governante dell'orfanotrofio ringraziare i maghi. 
-Per favore se riusciste a cacciarli sarebbe veramente meraviglioso, sapete inizialmente questo orfanotrofio serviva per accogliere i bambini che rimanevano senza genitori a causa dei Vasileias, ma grazie al padre di Jonathan erano veramente pochi anzi quasi nulli, ma da quando sono arrivati i mafiosi sempre più bambini sono arrivati alle nostre porte perché i loro genitori erano rimasti uccisi, tra poco non avremo più spazio per accudirli tutti...- si strinse le mani tanto da farle tremare poi guardò i maghi con sguardo speranzoso.
-Anche loro hanno diritto ad una vita normale, con dei genitori amorevoli, io non faccio miracoli, ma per compensare con la loro mancanza di affetto ho sempre trattato qualsiasi bambino come se fosse in una vera e propria famiglia- continuò Agatha, a quelle parole Priscilla non poté fare a meno di scattare in avanti furiosa.
-Trattato come se fosse in una vera e propria famiglia!?- gridò aggrottando le sopracciglia e arrivandole a pochi centimetri dal viso.
-Forse è quello di cui ti vuoi convincere tu, ma la realtà è che io in quei nove anni in cui sono rimasta qui dentro non mi sono mai sentita una di famiglia, anzi tutt'altro! È a causa tua se tredici anni fa me ne sono andata!- esclamò con disprezzo, Agatha la guardò facendo un espressione interrogativa.
-Mia cara, forse ti stai confondendo, sai con l'avanzare dell'età la memoria ha dei brutti acciacchi, non mi ricordo del tuo volto né del tuo nome, è passato tanto tempo- rispose lei posandole delicatamente una mano sulla spalla comprensiva, Priscilla si alterò ancora di più.
-Lo so per certo che non ti ricordi il mio nome...- ribatté sibilando minacciosa, scostandosi da lei e avviandosi verso l'uscita.
-... visto che non ne ho mai avuto uno- continuò sprezzante guardandola da sopra la spalla, avanzò per la sua strada verso la rampa di scale per uscire da quel posto maledetto, Alèk tentò di fermarla afferrandola per un polso.
-Priscilla aspetta, cosa ti prende?- disse cercando di placare la sua rabbia, lei con un movimento brusco si liberò della presa del ragazzo.
-Lasciami in pace!- concluse per poi sparire su per le scale, lasciando i compagni nel seminterrato confusi e straniti al tempo stesso. Alèk si voltò verso i maghi con un espressione di puro sconcerto, Tyson invece aveva assistito alla scena a braccia incrociate e con sguardo incredibilmente serio: ora aveva capito cosa non andava nella ragazza, sapeva che si stavano dirigendo in quel paese e non aveva detto niente per non far preoccupare i propri compagni, aggrottò le sopracciglia in uno sguardo sospettoso e anche lui si avviò verso la rampa per uscire da quell'edificio.
-Tyson e ora dove vai?- chiese Alexis.
-Abbiamo una missione o sbaglio?- disse secco.
-Andiamo- continuò, tutti seguirono il ragazzo all'esterno e senza neanche fermarsi si allontanarono dal piccolo paese in silenzio.

 
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Priscilla si era allontanata in volo dall'orfanotrofio su tutte le furie: non poteva credere a quello che aveva sentito, al solo pensiero il sangue ricominciò a ribollirle nelle vene.
-Dannazione!- imprecò a denti stretti. Si sedette sulla piattaforma di terra volante e si coprì il volto con entrambe le mani, inspirò profondamente cercando di calmarsi, ma più ripensava alle parole di quella vecchia più la sua frustrazione saliva. Si accorse di essere in viaggio già da parecchi minuti quando decise di guardare verso il basso per capire dov'era finita, la prima cosa che notò fu una radura all'interno di un piccolo boschetto al cui centro vi era un edificio a cupola: calcolando meglio la distanza percorsa e il tempo che ci aveva messo realizzò che quella doveva essere per forza la base dei mafiosi. Sobbalzò quando un'idea malsana la passò nella mente: prima assecondavano la richiesta e prima potevano ritornare a Magnolia. In un lampo si diresse verso il basso: avrebbe concluso la missione anche da sola, utilizzò il requip equipaggiandosi con la sua armatura di cuoio. Con tutta la rabbia in corpo e la determinazione necessaria, Priscilla scaraventò il masso su cui stava volando direttamente sulle guardie all'esterno dell'edificio mettendole immediatamente k.o, in men che non si dica l'allarme cominciò a suonare e lei imperterrita cominciò la sua avanzata per distruggere quella base, in molti uscirono, ma ciò che più la colpì era l'età media dei nemici, avranno avuto si e no diciott'anni, se ne fregò e fece apparire venti biglie di ferro che cominciò a scagliare ad una velocità impressionante contro i nemici, facendoli fuori in un batter d'occhio, entrò e scese le scale atterrando e facendo fuori tutti i nemici che incontrava.
-Se è questo il livello medio di voi mafiosi allora da sola basto e avanzo per farvi fuori tutti- disse fermandosi una volta raggiunto il primo piano: aveva un assoluto bisogno di sfogarsi e prendere a calci qualcuno era l'idea migliore. Il primo piano era una gigantesca palestra in cui molti di loro si stavano allenando nel corpo a corpo, i nemici si accorsero della ragazza e nell'immediato la attaccarono senza nessun risultato, le biglie che volteggiavano attorno a lei emisero un sibilo quando, data la loro rapidità, le passarono accanto, talmente veloci che nessuno si accorse di che cosa li avesse colpiti.
-Ho bisogno di sfogarmi ma di questo passo mi farete solo imbestialire di più- disse Priscilla ancora nervosa.
-Chi diavolo è questa qui?- chiese uno dei mafiosi ad un collega.
-Non lo so, ma non riusciamo a fermarla, di questo passo farà fuori mezza base- rispose l'altro poco prima di essere colpito alla testa da una biglia di ferro. Priscilla continuò imperterrita ad abbattere uno dopo l'altro tutti i nemici che le si presentarono davanti finché anche il primo piano non fu ripulito completamente. La ragazza si stava per dirigere alla rampa che l'avrebbe portata un piano più in basso quando qualcuno la richiamo.
-Guarda un pò chi abbiamo qui- disse una voce maschile, Priscilla si fermò e con un grugnito di fastidio si girò.
-Che vuoi?- chiese minacciosa squadrandolo dalla testa ai piedi: era un ragazzo giovane sui venticinque anni, aveva i capelli corti grigi con un lungo ciuffo che gli copriva completamente l'occhio destro di colore giallo, la sua bocca era chiusa in un largo sorriso che metteva in risalto i denti incredibilmente aguzzi. Era a petto nudo mettendo in risalto la muscolatura possente e la cicatrice con tre grandi graffi sul bicipite sinistro, indossava dei pantaloni bianchi a mezza gamba strappati, ai piedi delle semplici scarpe nere.
-Divertirmi solo un pochino tesoro- rispose lui ridendo sguaiatamente.
-Non so quanto tu possa divertirti da morto- ribatté lei voltandosi nella sua direzione.
-Oh oh, questa era buona te la concedo- disse il nemico, poi si fece improvvisamente serio.
-Ma vediamo se tra un pò avrai ancora il coraggio di ribattere- la sua figura cominciò a trasformarsi diventando più grossa di quella che era e ricoperta di peli grigi, le sue zanne si allungarono a dismisura sporgendo dalla mandibola che si era allungata verso l'esterno, mentre dalle sue mani spuntarono artigli affilati, pochi secondi dopo si posizionò a quattro zampe e ululò come un lupo, Priscilla strinse i denti.
-Take Over eh? Sarà uno scontro interessante- disse preparando le sue biglie, cominciò a lanciargliele contro, ma lui senza battere ciglio le afferrò e le frantumò come se fossero piccoli pezzi di gesso.
-Oh, ma allora abbiamo qualcuno degno di nota qui! Sei il capo o qualcuno dei piani alti?- disse finalmente contenta di aver trovato qualcuno con cui sfogarsi.
-Hai indovinato, io sono Lykan e faccio parte della Ten Powers- si presentò.
-Ten Powers?- chiese Priscilla confusa.
-Già, è un gruppo di dieci maghi scelti, siamo i più forti di questa base, quindi preparati- rispose cominciando a ringhiare come un vero lupo, Priscilla inspirò profondamente poi lo guardò minacciosa.
-Che la Luna si alzi in cielo- sibilò, cominciò a sollevare gli attrezzi della palestra.
-Trow!- nell'immediato tutti gli oggetti scattarono verso l'avversario ad una velocità spaventosa, Lykan sorrise prima di deviare il primo oggetto e accartocciare il secondo con un semplice morso, proseguì verso la ragazza usando le sue potenti zampe, schivò anche i restanti attrezzi e in un batter d'occhio si ritrovò la ragazza a pochi centimetri di distanza.
-Sei caduta nella tana del lupo piccola pecorella- sibilò aprendo le fauci per azzannarla, Priscilla sorrise.
-Call- disse portando in avanti un braccio, tutti gli oggetti che aveva utilizzato in precedenza ritornarono a lei in un frangente di secondo, colpendo Lykan alle spalle e spedendolo contro una parete che si frantumò sommergendolo di detriti, Priscilla si voltò per analizzare la situazione, quando un ululato si propagò nella stanza, il nemico spostò un gigantesco pezzo di muro come se fosse un fuscello e lo afferrò con due zampe, conficcò gli artigli nel cemento e sollevò il detrito sopra la testa. Con un ringhio di sfogo glielo lanciò contro, ma Priscilla era preparata e con la sua telecinesi bloccò il masso fermandolo a mezz'aria, purtroppo non sapeva che subito dietro di esso Lykan aveva già caricato all'indietro un arto per frantumarlo; e così fu: veloce e con una potenza spaventosa il pezzo di muro andò in mille pezzi e Priscilla si ritrovò nuovamente faccia a faccia con il nemico: non aveva possibilità nel corpo a corpo, quindi optò per sollevare un altro attrezzo e usarlo come piccolo scudo per pararsi dal colpo di artiglio che arrivò subito dopo, l'oggetto si frantumò e lei arretrando fu costretta a farne levitare un altro per proteggersi.
-Continuiamo così!- esclamò l'avversario più divertito che mai. Lykan continuò imperterrito a tentare di colpire la ragazza con i suoi artigli, ma tutte le volte invece della carne, li affondava nel ferro degli attrezzi li attorno. Priscilla stava per esaurire le forze: rispondere ai suoi attacchi era veramente complicato, troppo veloci e troppo potenti; non poteva neanche usare la sua magia al massimo o le sarebbe crollata tutta la base addosso, tutto ciò che poteva fare era usare qualsiasi cosa come scudo, ma data la rapidità con cui Lykan stava distruggendo tutte le sue controffensive, lei si stava lentamente stancando. Si maledisse mentalmente: di solito era sempre quella che pretendeva di essere protetta, quella che se un combattimento non era necessario allora non lo iniziava nemmeno, quella che analizzava la situazione prima di attaccare, ma quando Agatha aveva detto quelle parole, la vena le si era chiusa e non aveva capito più niente, pensando solo a sfogarsi, e ora ne stava pagando le conseguenze. Fece levitare un altro attrezzo che fece la stessa fine degli altri venendo accartocciato da un artigliata del nemico.
-Forza fammi vedere di che pasta sei fatta "Demone dai capelli celesti"!- gridò Lykan entusiasta: a quelle parole Priscilla sbarrò gli occhi.

-Torna nel tuo seminterrato Demone dai capelli celesti!-

Non aveva più sentito quel nome da anni, quel nome che l'aveva fatta soffrire così tanto. Rimase bloccata a fissare il vuoto, mentre Lykan si stava avvicinando sempre di più con un arto ormai a pochi centimetri dal suo viso, l'ombra di esso aveva già completamente coperto il volto della maga, ma lei non si mosse comunque, non fece assolutamente niente se non rimanere immobile con gli occhi persi nel vuoto, piene di quelle immagini che le ricordavano la sua infanzia.

 
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Il gruppo di maghi aveva intrapreso la strada per raggiungere la base dei mafiosi, in religioso silenzio avanzavano a passo spedito, Alèk se ne stava dietro a tutti ripensando alla reazione della compagna. Tyson fissava avanti a se più serio che mai, Demetra lo guardò e gli si affiancò.
-Ty, cosa hai intenzione di fare ora?- gli chiese, lui si voltò nella sua direzione mantenendo la stessa espressione.
-Andiamo a distruggere la base e poi torniamo a Magnolia, Priscilla non sopporta questo posto, quindi prima finiamo, prima ce ne andiamo- rispose secco.
-Sarei proprio curioso di capire cosa le è successo per trattare una vecchietta in quel modo- disse Nicolash.
-Avrà le sue ragioni- rispose Velvet dandole stranamente manforte.
-Ragazzi non vorrei interrompervi ma guardate la- intervenne Milah indicando davanti a loro un piccolo bosco dal cui centro si levava del fumo grigio, si fermarono tutti straniti, Casper estrasse una cartina dal suo zaino e la guardò.
-È l'area in cui dovrebbe esserci la base!- esclamò.
-Ho un brutto presentimento- disse Alexis preoccupata.
-Svelti muoviamoci!- gridò Tyson cominciando a correre in quella direzione. Dopo pochi minuti i ragazzi si ritrovarono in una radura e davanti a loro si presentò un edificio completamente distrutto. 
-Questa deve essere la base- disse Casper.
-Già, ma cosa diamine è successo qui?- chiese Alèk guardandosi attorno, si fecero avanti e Milah annusò l'aria poi sbarrò gli occhi.
-Ci sono due odori in questo posto: uno è quello di Priscilla! Mentre l'altro non ricordo, ma non mi è nuovo- esclamò.
-Non ditemi che ha deciso di completare la missione da sola- disse Alexis preoccupata, Tyson a quelle parole strinse i pugni fino a farsi sbiancare le nocche e al tempo stesso la mascella mostrando i canini appuntiti, sollevò lo sguardo più furioso che mai.
-Dannazione!- gridò tirando un pugno ad una parete frantumandola, i compagni lo guardarono straniti e quasi spaventati dalla rabbia del ragazzo. Poi senza dire niente si avviò all'interno della rampa di scale che portava al primo piano.
-Ty aspetta!- esclamò Alèk andandogli dietro, tutti li seguirono tranne Milah che rimase fuori continuando ad annusare l'aria: qualcosa non andava, aveva già sentito quell'odore, ma purtroppo non ricordava dove. Decise infine di raggiungere i compagni, ma poco dopo sentirono un ululato, come quello di un lupo, si bloccarono cercando di capire da dove proveniva.
-Viene dal primo piano- disse Nicolash.
-Andiamo, cominciano a prudermi le mani- sibilò Velvet sorridendo, continuarono la discesa: le scale erano coperte di nemici stesi a terra senza sensi, una vera strage. Tyson arrivò per primo a destinazione, alzò gli occhi vedendo Lykan con un arto alzato pronto a colpire una Priscilla immobile con gli occhi sbarrati. Aggrottò le sopracciglia, in un batter d'occhio afferrò la sua falce e scattò nella loro direzione mettendosi tra l'attacco di lui e la compagna, fermando il colpo con il piatto della lama, strinse i denti: aveva una forza portentosa, tanto che, nonostante avesse i piedi ben piantati al suolo, lo fece arretrate strisciando a terra. Priscilla come d'incanto si svegliò.
-Ty?- disse sorpresa di vederlo.
-Maledizione Priscilla, cosa ti è saltato in mente eh!?- gridò lui furioso continuando a tener testa al nemico, la ragazza aggrottò le sopracciglia.
-Volevo terminare la missione il prima possibile e andarmene da questo paese!- esclamò decisa, nel frattempo giunsero nello stesso luogo anche Alèk e il resto dei compagni.
-E ti sembra questo il modo di farlo!? Abbiamo accettato questa missione come gilda di maghi, come Phoenix's Ashes, non puoi fare tutto da sola!- ribatté, con uno sforzo respinse Lykan che arretrò, poi gli diede le spalle guardando Priscilla negli occhi.
-Noi siamo compagni, siamo dentro a questa cosa tutti insieme- continuò senza mai distogliere lo sguardo, ignorando il nemico. L'avversario balzò in avanti per attaccare il ragazzo quando Alèk e Nicolash si misero in mezzo parando rispettivamente l'arto destro e quello sinistro, il primo a mani nude il secondo con una lama fuoriuscita dal suo bastone magico. Lykan ringhiò.
-Moscerini, mi siete solo d'intralcio- disse, stava per partire nuovamente con un attacco quando una voce autoritaria lo bloccò, guardò verso il basso ritrovandosi una Demetra tra le sue zampe aperte, con l'arco teso rivolto verso di lui.
-Muoviti e sei morto- lo minacciò seria.
-Potrei scansarmi facilmente sai tesoro- ribatté lui.
-Vorrei proprio vedere- intervenne Milah alla sua destra con una mano coperta di ghiaccio.
-Sei circondato da ogni parte, se fai solo un passo falso ti ritroverai senza pelo, lupacchiotto- disse sorridendo Velvet dietro di lui, affiancata da un Casper con un gigantesco ago sospeso a mezz'aria e una Alexis con i capelli e gli occhi grigi. Lykan si ritrovò completamente circondato da ogni parte, un solo movimento brusco e ci avrebbe veramente rimesso le penne, non poté fare niente se non restare fermo, odiava rimanere così: in bilico tra la vita e la morte, ma in quel momento non aveva alcuna scelta, la situazione si era ribaltata completamente.
-Thè thè Lykan caro, vedo che sei nei guai thè thè- intervenne una voce femminile dal fondo della sala, una figura scura si fece avanti senza mai mostrare il suo volto.
-Brava che sei arrivata, renditi utile e liberami- disse l'animale.
-Thè thè, questo è l'ultimo favore che ti faccio, la prossima volta ti lascio a morire li dove sei thè thè- ribatté la figura sconosciuta, immediatamente apparì un portale rosato che inghiottì Lykan per intero.
-Non è finita qui, piccole fenici, preparatevi per il vero massacro- sibilò prima di scomparire nel nulla. I compagni rimasero confusi e straniti, finché una scossa di terremoto non li risvegliò e tutta la base cominciò lentamente a crollare su se stessa.






ANGOLO AUTRICE: 

Ciao a tutti!! Eccovi il nuovo capitolo!! Le cosa cominciano a farsi interessanti e si scopre qualcosa di nuovo sul passato di Priscilla, ma tranquilli prima o poi verrà rivelato completamente.
Cosa ne pensate? Vi è piaciuto? e Lykan? Come sarà collegato a Priscilla? Lo scoprirete non preoccupatevi!
Bene ora vi lascio qui sotto il link del disegno della nostra cara Alexis Black!! :(
https://www.deviantart.com/pangolino99/art/Alexis-Black-861174647?ga_submit_new=10%3A1605366923)
Prossimo capitolo nel weekend del 28-29 Novembre! Alla prossima!!
Hola
Lu!
  
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