In questo capitolo si parla un po' più di politica e ci sono tanti momenti carini e di supporto reciproco fra Joan e Aegon.
Fatemi sapere che ne pensate!
Joan V
Joan sospirò osservando la sala al lume di candela. La sala dei banchetti di Lancia del Sole
era stata illuminata a festa, sita a pochi passi dai Giardini dell'Acqua tant'é che poteva
sentire lo scrosciare delle fontane e delle piscine sin dalla balconata su cui era uscita per
trovare un attimo di ristoro dall'atmosfera della sala.
"Ti senti bene, principessa?"
Si voltò lentamente, il suo abito da sera nero e cremisi si mosse insieme a lei. Un
capolavoro di tessuti e pizzi dei colori della sua casata che la sarta aveva confezionato in
meno di dieci giorni. Era un abito leggero adatto a quel clima temperato e arido. Si trattava
di un abito composto da gonne di un caldo color borgogna con un corpetto nero di pizzo, con
maniche a campana di seta nera decorate con pizzo cremisi. Il pizzo era stato stilizzato nella
riproduzione di piccoli draghi e le ancelle avevano semiraccolto i suoi lunghi capelli d'ebano
che ricadevano in morbide onde lungo la sua schiena.
Le ciocche frontali della sua folta capigliatura color inchiostro erano tenute indietro da una
corona di cui le aveva fatto dono Aegon composta di acciaio e argento, con un lato ricoperto
di gemme preziose, rubini lucenti e grossi quanto un'unghia, il lato destro era stilizzato nella
riproduzione delle ali di un drago. Gli altri gioielli che indossava erano stati i gioielli della
regina Rhaella anni addietro, orecchini d'argento con rubini che pendolavano quasi fino alla
sua mascella simili a piccoli draghi.
Lord Varys aveva salvato alcuni tesori, fra cui i gioielli della regina, dal sacco di Approdo del
re.
Sorrise dolcemente "Sto bene" chiosò mentre Art camminava e le si affiancava.
Questa , pensò, un tempo è stata casa sua. Eppure è tanto estraneo qui, quanto lo sono io.
Rimase in silenzio e insieme osservarono Arya seduta accompagnata da una delle guardie
del nord, con Spettro mezza addormentata ai suoi piedi.
"Forse - ammise - mi sento un po' sopraffatta. Ho vissuto per tutta la vita convinta di essere
l'unica macchia dell'onore altrimenti irreprensibile di Lord Eddard Stark. E negli ultimi due
mesi e mezzo ho scoperto non solo di non essere sua figlia, ma di non essere né una
bastarda e che l'uomo che identificavo come un padre non lo è, i miei genitori entrambi morti
prima ancora che potessi anche solo sedermi da sola. E ho un fratello e una zia di cui
ignoravo l'esistenza."
Prese un respiro "E…"
"Aegon ti ha confessato i suoi sentimenti?" tirò a indovinare lui e Joan fece una smorfia.
"E non sai come sentirti a riguardo" aggiunse. Joan scosse il capo corvino.
"Non è che non so come mi sento a riguardo - corresse - è che so come dovrei sentirmi a
riguardo e non è come mi sento."
"Nel senso che..?" la spronò.
"Nel senso che so che è peccaminoso e non giusto. So che gli Dèi non condonano un
comportamento simile e pur qui sono che spero."
"Sei una Targaryen, mia principessa. Tuo padre era certo che le tre teste del drago erano in
procinto di tornare -le disse dolcemente - non ti sto dicendo come devi sentirti, ma non
limitarti."
Annuì "E poi - aggiunse - come dimenticare che la cugina di Aegon ha tentato di
assassinarmi a sangue freddo."
"Né Lady Nymeria né alcun altro ti farà mai del male, altezza - la assicurò - non finché c'è
fiato nel mio petto." promise.
Sorrise prendendo la sua mano nella propria "Non ti ho mai ringraziato per tutto quello che
hai fatto per me, Arthur. E voglio che tu sappia che sono grata e che ti affiderei la mia stessa
vita."
Qualcuno si schiarì la gola ed entrambi si voltarono verso Aegon "ser Arthur se non ti spiace
dovrei rubarti mia sorella per qualche attimo" chiosò educatamente.
Arthur annuì "Vostra Maestà"
"Vieni kirimves - disse offrendole il proprio braccio - c'è qualcuno che vorrei farti conoscere."
Joan accettò il suo braccio e il bacio che le stampò su una tempia prima di ricondurla
all'interno. Erano una visione piuttosto inedita entrambi avvolti dai colori della loro casata, lui
indossava perfino la catena da una spalla all'altra che indicava - a discapito della mancanza
di corona - il suo status di re stilizzata anch'essa a forma di drago e lei con indosso i gioielli
della regina Rhaella.
"Stai bene, amore mio?" Le domandò in un sussurro posando la sua mano sopra la sua
appoggiata nell'incavo del suo gomito.
"Bene - replicò - un po' sopraffatta ma bene."
Era stata sorpresa nello scoprire che molte nobili casate del continente e non di Dorne erano
state invitate al banchetto.
L'aveva sorpresa ancora di più quando un pugno di esse erano state informate della sua
identità. Solo alcune, tutte di origine dorniana ne erano a conoscenza mentre le casate del
continente rimanevano ignoranti di quella vitale informazione al massimo potevano
sospettare che fosse l'amante di Aegon considerato che era letteralmente avvolta nei suoi
colori.
Aegon sorrise dolcemente e i suoi scuri occhi viola sorrisero all'unisono con le sue labbra. I
suoi capelli d'argento erano stati intrecciati all'indietro e non vi era più traccia della tinta nera
bluastra che aveva aveva fatto sembrare i suoi occhi quasi blu.
Indossava un farsetto nero con il sigillo delle tre teste di drago rosse proprio sopra il cuore.
Sulle sue dita brillavano, sul secondo dito della mano destra, un anello con il sigillo
Targaryen. Era stato il sigillo personale di sua madre ed era una delle pochissime cose che
Aegon aveva di lei, lo aveva fatto allargare per poterlo indossare e al suo collo pendeva il
medaglione che gli aveva regalato lo zio Oberyn, un medaglione con un cavaliere a dorso di
un drago con una lancia fra le mani.
"So che ti senti un po' come un pesce fuor d'acqua qui, kirimves - le disse dolcemente - ma
quando succede voglio che tu faccia una cosa."
Joan annuì mentre la conduceva in un'area isolata della sala "...cercami, guardami negli
occhi e ricorda che anche nella peggiore delle ipotesi il tuo posto è al mio fianco"
Non poté fare a meno di sorridergli luminosamente toccata nel profondo dal suo amore e
dalla sua cura nel cercare di farla sentire a suo agio.
Aegon la condusse in una zona seclusa della sala e quando vi si avvicinarono si portò le sue
mani alle labbra e ne baciò il dorso con riverenza e appena un momento dopo due sagome
uscirono dalle ombre.
Una aveva lunghi capelli bianco argentati e occhi pallidi di un grigioverde in tempesta,
indossava un farsetto verde acqua e argento con un cavalluccio marino ricamato sopra il
petto, sembrava un combattente e aveva una luce intelligente negli occhi.
L'altro sembrava placido e gentile con una pancia decisamente tonda che parlava di una vita
di agi e rose ricamate su tutto il suo farsetto - troppo stretto - blu, verde e giallo. Aveva un
sorriso gentile e occhi azzurri altrettanto gentili e in testa un capo biondo come l'oro.
" Kirimves , lascia che ti presenti i nostri illustri ospiti. Lord Mandfort Velaryon del Driftmark e
Lord Mance Tyrell di Altogiardino." disse gesticolando con movimenti lenti e sicuri ai due
uomini.
"Miei Lord, è un mio onore presentarvi mia sorella, la principessa Visenya delle case
Targaryen e Stark ultima figlia di mio padre, il principe Rhaegar Targaryen e la sua seconda
sposa, la principessa Lyanna Stark; la principessa di Sala dell'Estate."
Entrambi i lord la guardarono con una luce diversa nello sguardo. Lord Velaryon aveva
l'aspetto di un uomo che avesse assistito ad un miracolo mentre Lord Tyrell sembrava non
riuscire a comprendere quanto gli era stato detto.
Joan si voltò verso Aegon sorpresa dal fatto che l'avesse presentata con tanta leggerezza a
due Lord del continente, ma un secondo dopo Lord Velaryon cadde in ginocchio davanti a
lei, i suoi capelli bianco argentati come un sipario davanti al suo viso cisellato.
"Vostra altezza" mormorò sottovoce in tono di venerazione.
"Vi prego, mio Lord - si affrettò a dire - non inginocchiatevi, non ho ancora fatto nulla che
meriti tanta ossequiosità."
L'uomo la guardò in chiara ammirazione e poi lanciò uno sguardo ad Aegon che sorrise fiero
prima di baciarle una guancia.
"Sei meravigliosa, kirimves , nevvero?" fece rivolgendosi agli uomini presenti.
"Ma se, Vostra Grazia permette...come è possibile che nessuno di noi sapesse nulla del
matrimonio di vostro padre con la principessa Lyanna Stark né siamo stati informati della
esistenza della principessa Visenya?" domandò Lord Tyrell chiaramente dubbioso.
"Mance non fare l'idiota e non arrecare imbarazzo a te stesso" comandò una donna anziana
seduta non molto distante da dove loro stavano parlando. Sembrava antica ma i suoi occhi
brillavano di intelligenza e arguzia.
"Madre!" esclamò l'uomo evidentemente imbarazzato.
La donna lo fissò con sguardo serio affermando in tono affettato ma tinto di dolcezza "Non
usare quel tono con tua madre, giovanotto - minacciò - che razza di esempio pensi di dare a
tua figlia?"
Joan dovette trattenersi dal non ridere è Aegon ebbe altrettanta difficoltà a trattenere un
sorriso. La ragazza non poteva avere più di quindici anni con lunghi capelli castani che
ricevevano lungo le sue spalle in morbide onde, occhi castanoverdi e labbra polpose
imbronciate, l'abito che indossava lasciava volutamente poco all'immaginazione pur essendo
meno apertamente provocatorio rispetto a quelli indossati dalle lady dorniane presenti.
La ragazza sorrise dolcemente verso di loro - verso Aegon nello specifico - prima di voltarsi
verso la nonna.
"Nonna!" esclamò in tono di rimprovero divertito come la perfetta fanciulla che voleva
apparire. Joan trovò la farsa inquietante e si irrigidì di colpo prima che Aegon la
abbracciasse da dietro, premendo il proprio viso nell'incavo del suo collo, nascondendo la
propria risata nei suoi capelli.
"Accomodati ragazza, sempre che il tuo amante riesca a schiodarsi da te per un momento o
due, vieni alla luce e aiuta questa vecchia signora a guardarti meglio." disse la donna
anziana osservandola dritta in faccia.
"Nonna!"
"Madre!"
A questo punto, incapace di trattenersi, Aegon si lasciò andare ad una risata piena e
divertita "Lady Olenna Tyrell, suppongo." commentò sbirciando da sopra la sua spalla.
Joan ancora non riusciva a capacitarsi che la donna avesse definito Aegon come il suo
amante e non come suo fratello. Erano tanto trasparenti? Non che Aegon si scomodasse a
nascondersi.
"La tua supposizione sarebbe corretta, giovanotto. - chiosò quella - quando ci è giunta voce
della tua sopravvivenza non ci riuscivamo a credere, ma non ho bisogno che tu ti avvicini,
sei il ritratto del tuo defunto padre. Lascia che la ragazza si avvicini se riesci a non fare la
piovra con lei per qualche minuto."
Quando ancora Aegon non si era mosso la donna aggiunse "Più prima che poi, giovanotto,
non sto ringiovanendo, sai?" lo invitò "prometto di non pungere."
Joan si voltò verso Aegon interrogativa e lui le stampò un bacio casto sul profilo delle labbra
facendola arrossire fino alla punta dei capelli.
"La chiamano la regina di spine " fornì a mò di spiegazione dandole una spintarella verso le
due donne. Joan si ritrovò illuminata dalle torce e quando la donna le chiese di avvicinarsi
ancora lo fece.
"Mi ricordo questi - commentò indicando i suoi orecchini - erano l'invidia di ogni donna di
corte con un minimo di stile ai tempi in cui tua nonna li indossava."
Fece uno strano verso sordo e poi aggiunse "Li indossi con la medesima grazia ed
eleganza. - chiosò - no. Non ci sono dubbi, sei la figlia di Rhaegar Targaryen. Hai il suo
mento e gli zigomi e le labbra a cuore di Rhaella. È un piacere fare la tua conoscenza,
altezza."
Joan fece una leggera riverenza "Il piacere e l'onore è mio, mia signora." replicò
educatamente.
"Bella e umile? - domandò rivolgendosi ad Aegon - ha difetti o neanche uno?"
"Ha un temperamento.. focoso " commentò e Joan lo fulminò con lo sguardo.
La donna ridacchiò "Oh questo lo vedo."
"Ed è tanto caparbia quanto bella." aggiunse Aegon.
"Temo che tu mi stia confondendo con te stesso, Leīka , ti sei guardato troppo allo specchio
ultimamente?" lo prese in giro e di fronte alla sua espressione affrontata gli fece anche una
riverenza che trasudava presa in giro.
"Oh, mi piaci ragazza - commentò lady Olenna - è una da tenersi stretta, questa qui."
Aegon la lasciò con le due donne e Joan si accomodò fra loro mentre lui parlava coi Lord
anche se era sempre in linea visiva.
"Dunque illuminaci, ragazza - disse lady Olenna - dove sei stata nascosta tutto questo
tempo? Sotto la neve?"
"A dire il vero, adesso che me lo fai notare, mia signora.. È esattamente dove sono stata
nascosta - rispose i suoi occhi su Arya con ser Arthur e Spettro- sotto la neve . Mio zio, Lord
Eddard Stark di Grande Inverno, mi ha presa come propria e mi ha fatto passare per la sua
figlia illegittima per proteggermi come Snow dall'ira di Robert Baratheon."
"Chi ci avrebbe mai speso un soldo bucato - chiosò la donna - quel vecchio volpone di Lord
Eddard è il migliore giocatore in tutto il continente. Suppongo che lui e il tuo amante abbiano
una sorta di accordo."
Joan annuì "Il Nord appoggerà Aegon quando giungerà il momento - rispose - mio zio e mio
fratello sono d'accordo, altrimenti Lord Eddard non avrebbe mai lasciato la sua preziosa
figlia come protetta sotto Aegon." aggiunse annuendo nella direzione di Arya.
La donna passò lo sguardo tra lei e sua cugina e poi ghignò "E quindi la ragazzina ha le
zanne - chiosò - anche se non ti facevo tanto scaltra . Considerami impressionata."
Joan si costrinse a non mostrare la propria sorpresa sul suo viso rimanendo impassibile e
bevve un sorso dalla propria coppa di vino per nascondere l'imbarazzo.
"Temo, mio tesoro - disse la donna rivolgendosi alla nipote - che per te dovremmo trovare un
altro prospetto. Il re non solo è già reclamato ma anche difeso."
Joan si voltò verso la ragazza che aveva abbandonato ogni maschera di cortesia e stava
masticando sessualmente un boccone dal proprio piatto.
"E...se le voci dicono il vero, un altro Targaryen giungerà dall'est, una principessa che ha
risvegliato i draghi dalla pietra e dal gioco - mormorò - draghi vivi… di nuovo - fece una
specie di risata sinusale prima di aggiungere - Il Reame non sa cosa lo attende. E noi
saremo dalla parte vincente, accanto ai draghi se vogliamo di nuovo crescere forti e
rigogliosi."
La ragazza però sembrava piuttosto disinteressata all'argomento "Anche se, Vostra altezza
ha un cugino, nevvero?"
"Invero, ho un cugino di poco più grande di me, Robb, l'erede di mio zio e due cugini. Bran
che ha otto anni e Rickon che adesso ne ha all'incirca sei."
Raddrizzò la schiena "Anche se, per una conversazione simile, mia signora, dovresti
rivolgerti a mio zio dal momento che è il capo famiglia di Casa Stark e il Protettore del Nord."
sorrise dolcemente inclinando la testa di lato "e, mia signora, certo non c'è bisogno che vi
ricordi che solo le rose d' inverno sopravvivono all'ambiente ostile del Nord. Forse è una
nozione che dovreste prendere in considerazione prima di considerare una simile
prospettiva"
Fischiò sommessamente e Spettro la raggiunse silenziosamente mentre si tirava in piedi e
immergeva una mano nel suo folto pelo niveo.
"Ora, temo di dovermi congedare. Mia signora - si voltò verso la ragazza - mia signora."
salutò con un sorriso saccarino.
Entrambe si tirarono in piedi per graziarla di una riverenza di saluto.
Lady Olenna sorrise ma apparve più una smorfia "Tanto scaltra quanto bella, davverocommentò
evidentemente colpita - mi piacerebbe godere ancora della tua presenza prima
della nostra ripartenza se non ti arreca troppo disturbo, altezza."
"Sono certa che riusciremo a organizzare un incontro - sopperì al silenzio che si era formato
dopo l'affermazione della donna - prima della vostra dipartita da Lancia del Sole. Vieni,
Spettro."
Non si voltò lasciando che Spettro la conducesse fino alla balconata. Mentre raggiungevano l'uscita passarono a fianco del tavolo dove erano sedute le Serpi delle Sabbie. Una delle sorelle di lady Nymeria aveva una faccia lunga e dall'aspetto severo, con occhi che guardavano in giù e labbra dalla piega arcigna, indossava braghe e un farsetto dal taglio maschile e non appena le passò accanto si portò una mano alla frusta che portava arrotolata al fianco. L'altra era avvolta da un abito color viola che lasciava niente o quasi all'immaginazione; aveva lunghi capelli biondi intrecciati come una corona sulla sommità del suo capo, occhi scintillanti di un azzurro devastante, pelle carioca e labbra dipinte di un audace rossetto rosso, sedeva accanto ad una donna bellissima, con lunghi capelli scuri e ricci, occhi brillanti di un nero intenso e la pelle abbronzata come se passasse la sue giornate sotto il sole.
La donna non fece né disse niente quando passò loro accanto limitandosi a bere dalla sua coppa, mantenendo il contatto visivo in un modo che riuscì a inquietarla.
“Ma quello è un vero metalupo?!”
Joan si voltò trovandosi faccia a faccia con qualcuno che sembrava essere una versione più giovane del principe Doran, seduto poco lontano mentre intratteneva i suoi ospiti. Non disse nulla.
“Oh, le mie scuse. È stato piuttosto maleducato da parte mia – chiosò il ragazzo con un sorriso gentile, di benvenuto – mi dovrei presentare come si confà alla mia e alla tua posizione. Sono Trystan il figlio di Doran Martell, principe di Dorne e cugino di tuo fratello, re Aegon. Devi essere la principessa Visenya.” si proferì in un inchino aggiungendo “E' un piacere fare la tua conoscenza. Lascia che sia il primo, questa sera, a darti il benvenuto qui a Lancia del Sole.”
Sembrava sincero, così Joan sorrise “Grazie, principe Trystan – disse – saresti il primo a darmi il benvenuto con sincerità.” scherzò.
Guardò oltre la sua testa e al tavolo in questione, fece una smorfia “Ah, capisco. Non prederla sul personale, Altezza, odiano più o meno tutti.”
“Abbastanza da tentare di ucciderli? - domandò prima di fare una smorfia – le mie scuse, non intendevo offendere i tuoi parenti, è stato meschino da parte mia.”
“Niente affatto – la interruppe lui – gli Dèi sanno quanto difficile sia lasciare andare un rancore quando si viene contrariati, figurarsi dimenticarsi un attentato alla propria vita.” le disse “per quel che vale progettano di ucciderci tutti in questa stanza.”
Joan soffocò una risata e Trystan sorrise, era un sorriso perfetto di denti perlacei e perfettamente dritti, non era un sorriso altrettanto amabile come quello di Aegon, ma era comunque caloroso e contagioso. Il sorriso di Aegon era diverso, era imperfetto e gli conferiva un che di adorabile che Joan trovava difficile da replicare.
“Sai ridere, eh, Vostra Altezza? - domandò retorica facendole cenno di continuare a camminare insieme – è una bella cosa, abbiamo tutti bisogno di più risate in questa vita magra.”
Joan non replicò, limitandosi a seguirlo fino alla balconata.
“Quindi – cominciò Trystan provando a fare conversazione – come mai un metalupo si trova al di qua della Barriera?”
“Abbiamo trovato Spettro e i suoi fratelli e sorelle nel Bosco dei Lupi – raccontò – qualche settimana prima che conoscessi Aegon, erano appena nati, la loro madre morta, uccisa da un cervo. Erano sei cuccioli, uno per ciascuno Stark e Spettro per me. È una parte di me.”
In risposta a ciò Spettro voltò i suoi occhi cremisi sul principe e gli ringhiò contro quando quello fece per avvicinarsi e accarezzarla.
Joan stava per rimproverarla quando un braccio si avvolse intorno alla sua vita attraendola contro un petto che ormai avrebbe riconosciuto in mezzo ad altri mille, prima che Aegon si inginocchiasse davanti alla metalupa e la accarezzasse dando particolare attenzione anche alle orecchie di Spettro che lo guardava come se stesse appendendo la luna in cielo solo per lei al punto che si reclinò sul dorso mostrando la pancia come la più docile degli animali domestici. Joan alzò gli occhi al cielo e Aegon si voltò verso di lei sorridendole luminosamente prima di diventare marmoreo quando il suo sguardo si posò sul principe.
“Cugino” salutò tirandosi in piedi. Trystan annuì.
“Mio re” salutò facendo un inchino e Joan si avvicinò ancora di più ad Aegon percependone il disagio dalla rigidità delle sue spalle e dal modo in cui serrava la mascella.
“Vedo che hai fatto la conoscenza di mia sorella” aggiunse suo fratello in un tono quasi minaccioso.
“Sì. Sua Altezza è tanto amabile e gentile quanto mio padre aveva anticipato – disse in risposta Trystan annuendo nella sua direzione – ora, se me lo permettete, è il caso che rientri.”
Aegon annuì solennemente prima che Trystan si inchinasse leggermente salutando prima Aegon e poi lei “E' stato un piacere conoscerti, Altezza. Vi auguro una piacevole continuazione.”
Annuì augurandogli altrettanto e poi si voltò verso Aegon che stava appoggiato alla balconata, le braccia conserte al petto mentre il tiepido caldo gli scompigliava i capelli argentei.
“Piuttosto audace da parte di mio cugino intercettarti e presentarsi in maniera tanto colloquiale dopo il modo in cui sei stata accolta.” considerò, i suoi occhi ametista che brillavano quasi indigo.
“E' stato gentile – contestò lei avvicinandosi mentre Spettro si avvicinava all'entrata della balconata stando da silente sentinella lì – perché sei così contrariato?” domandò quindi appoggiandosi anche lei alla balconata coi gomiti lasciando che l'aria tiepida le carezzasse le guance.
“Non mi è piaciuto il modo in cui ti guardava” replicò lui, accarezzando gentilmente il suo braccio con una mano prima di immergerla nelle sue folte onde color inchiostro giocando con l'estremità dei suoi ricci.
“Ed esattamente come mi stava guardando?” domandò con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
Ma lui era serio come se stesse parlando del futuro del reame, portò l'altra mano alla sua guancia e poi prese la sua mano nella sua portandosela alle labbra e baciandone le nocche con reverenza “Come dovrei fare solo io.”
Arrossì e lui sorrise “Allora – domandò – come hai trovato lady Olenna e sua nipote? Ti sei divertita?”
“Un mondo” replicò asciutta e impassibile “lady Olenna è una vecchia serpe e la sua tanto compita nipote è altrettanto arguta e calcolatrice quanto lei.”
Aegon soffocò una risata, ma la lasciò parlare lasciandola giocare prendendo le sue mani tra le sue e allacciando le loro dita mentre lei riportava la sua illuminante conversazione con le due nobildonne. Quando ebbe terminato concluse con “...vuole conversare di nuovo prima della sua partenza da Lancia del Sole.”
Aegon ridacchiò “Mi sembra, amore mio, che tu ci abbia guadagnato un alleato particolarmente importante dal punto di vista strategico – Joan roteò gli occhi al cielo, ma rimase in ascolto – hai colpito lady Olenna che è de facto a capo di Casa Tyrell, e con il grano accumulato da Altogiardino a nostra disposizione durante la campagna... sono anche la seconda famiglia più ricca del continente, ci dovremmo preoccupare di molto poco.”
“E tutto questo soltanto con una buona dose di sarcasmo” borbottò lei “Come è andata la tua chiacchierata coi lord?” domandò cambiando discorso.
“Dorne è con noi – riportò – e anche Altogiardino, il Nord e il Driftmark. Forse possiamo trovare altre casate nobili che adesso fanno riferimento a Roccia del Drago, ma con Stannis Baratheon seduto sul seggio ancestrale della nostra famiglia... dobbiamo essere cauti a chi ci approcciamo.”
“Sarà sufficiente con le truppe che zia Daenerys porterà con sé da Essos?”
Aegon soffocò una risata “Anche se non è abbastanza, non siamo gente comune, amore mio, con tre draghi sputafuoco al nostro fianco, saremo imbattibili e riporteremo i lord di Westeros all'ovile.” le disse “è stato abbastanza per Aegon il Drago e le sue sorelle.”
Joan rabbrividì sotto lo sguardo calmo di Aegon. Quasi non riusciva a credere quanto tranquilla tutta la serata stava andando. Sembrava filare davvero tutto liscio come l'olio.
“Sono spaventata – ammise – e se sto puntando troppo in alto e coloro che amo diventeranno il prezzo da pagare per la mia tracotanza?”
“Sarà una guerra, amore – le disse – e in guerra esistono le casualità. Ma se non ci riprendiamo il nostro trono non saremmo mai al sicuro, né noi né coloro che amiamo e che ci amano. Adesso l'Usurpatore sa che sono vivo e non si fermerà a niente per avermi morto per nessuna altra ragione tranne il fatto che respiro. E se scoprisse anche di te? - le domandò – tutta la tua famiglia pagherebbe il prezzo della decenza e dell'onore di Eddard Stark che ha salvato una bambina innocente dall'ira del suo amico.”
Joan annuì e Aegon le stampò un bacio sulla fronte “Giorni lunghi e difficili ci attendono, kirimves – le disse, senza indorare il boccone amaro – ma, alla fine, ne sarà valsa la pena, amore mio.”
Joan annuì e si lasciò abbracciare. Lei gli credeva.
Eccoci al fondo del capitolo. Il prossimo sarà dal punto di vista di Oberyn e vediamo una Daenerys in una veste diversa. Un po' fanciulla, un po' genio. Spero che vi piaccia.
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e se avete delle idee su cosa succederà dopo (sono curiosa) - ovviamente se non avete letto la versione inglese, altrimenti è barare - poi volevo sapere. In teoria sto pubblicando, in inglese, anche il prequel (che racconta la storia di Rhaegar e di come ha trattato le donne della sua vita, Rhaella, Elia e Lyanna e come tutto è andata così a rotoli). Se volete che pubblichi anche quello qui, cosa preferireste vedere questa settimana?, un altro capitolo della storia principale o il primo capitolo del prequel? Fatemi sapere così so cosa tradurre.