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Autore: Meramadia94    17/11/2020    0 recensioni
[Sandokan]
Yanez scompare dal Kiltar, destando la preoccupazione di Sandokan. Dietro al suo sequestro vi sono James Brooke, ex governatore del Borneo, e Teotokris, entrambi decisi a saldare una volta per tutte i loro conti in sospeso con i due amici.
Yanez, prigioniero, conosce e si innamora della bella Aida, una bayadera in ostaggio dei suoi aguzzini. In attesa che la Tigre venga in suo aiuto, decide di elaborare un piano per salvare la sua vita e quella della ragazza.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Signor Costas...- fece Lord Guillonk  una volta in casa di Fernando Costas assieme a Sandokan, Marianna e Kammuri, decisi come non mai ad avere delle risposte chiare, concise e soprattutto convincenti sul perchè di punto in bianco, la figlia fosse scomparsa senza che lui battesse ciglio- la prego di rispondermi sinceramente. Dov'è sua figlia?-
-Ma insomma...- fece l'uomo innervosendosi -è dove vi ho detto che si trova da un mese ormai... è in Spagna. Dai genitori della madre.-
- Senta...- fece il governatore -Ho fatto delle domande in giro. Ana Rivera, la sua defunta moglie, era figlia di una famiglia discendente dell'alta nobiltà di Spagna... e che dopo il vostro matrimonio, l'hanno eliminata dal testamento.
Insolito, che Aida sia andata a trovare proprio loro e che loro l'abbiano presa in casa senza troppi complimenti, no?-
- Forse...- fece il signor Costas versando da bere per sè e per i suoi ospiti - forse sperano di poterle combinare un buon matrimonio...-
- E a lei sta bene?- fece Marianna -è la sua unica figlia, l'unica cosa che le rimane del suo grande amore...come può accettare di perderla così, forse per sempre?-
- E' pur sempre una fanciulla di origini nobili... non può rinunciare a quello che le spetta per... una vita indegna di lei.- fece il signor Costas.
-Dica la verità. Aida non è in Spagna, vero?- fece Guillonk mostrando il biglietto che aveva trovato davanti alla caserma poche ore prima.
L'uomo prese il biglietto con le mani che tremavano e lo lesse.
Cercò di minimizzare.
-E' uno scherzo. Di cattivo gusto, per giunta. Aida è in Spagna... sta bene... mi ha scritto spesso...- pensava di tranquillizzarli con questo, ma si era appena tradito.
- Bene.- fece Sandokan - Vediamo una di queste lettere allora.-
L'uomo s'innervosì ancora di più.
-Sono scritte in spagnolo...-
-Non vogliamo leggere delle lettere private.- fece Lord Guillonk - solo accertarci che esistano veramente.-
Quando fu evidente che il signor Fernando Costas aveva qualcosa da nascondere e non voleva saperne di cooperare, nemmeno nell'interesse della figlia, Lord Guillonk passò alle minacce, seppur piuttosto contenute.
- Signor Costas, abbiamo motivo di credere che si sia messo a collaborare con un ex funzionario della regina, destituito per corruzione ed alto tradimento.- fece il lord -e questo criminale, ha appena sequestrato il vice del rajah del Kiltar.
Se a questa persona dovesse capitare una qualche disgrazia, lei ne sarebbe ritenuto responsabile e finirebbe in prigione con l'accusa di tradimento. Se non peggio.-
-Ma che accidenti volete da me, si può sapere?!?- fece l'uomo esasperato da quell'accanimento - qualcuno di voi ha figli per caso?-
I presenti non dissero nemmeno una parola.
- Come sospettavo... che ne sapete voi di cosa si prova quando ci si trova sotto la minaccia di dover fare tutto quello che vi si richiede, senza possibilità di appello o contrattare, sapendo che a vostro figlio potrebbe succedere qualunque cosa, al minimo sgarro...- nel dir così si prese la testa tra le mani.
-Signor Costas...''- fece Marianna parlandogli con dolcezza -sappiamo che è difficile...  ma la prego, ci aiuti. Collabori con noi. Lord Guillonk... sa quello che fa.-
- Miss Marianna ha ragione...- fece il lord, basito che la ragazza parlasse in termini così lusinghieri nei suoi riguardi - Non succederà niente, a nessuno dei due. Lei e sua figlia sarete al sicuro.-
- Se lei avesse una figlia...- fece Costas quasi con i lacrimoni agli occhi -e gliel'avessero portata via... non si farebbe convincere con delle belle parole.-
Oramai era chiaro.
Non avrebbe collaborato.
E non potevano nemmeno dargli torto.
Non conoscevano i dettagli, ma ormai era chiaro.
Quell'uomo era sì complice di Brooke... ma non per sua volontà. Lo costringevano ad aiutarli, o avrebbero ucciso la sua unica figlia, l'unica cosa bella che gli rimaneva dopo la morte di sua moglie... e quando ad essere in pericolo era la vita della persona a cui si teneva di più nella vita, oltre che l'unica, le belle parole, le raccomandazioni erano solo parole al vento.
Però forse c'era qualcuno che poteva convincerlo.
- Potete lasciarci soli per qualche minuto?- chiese Sandokan.
Lord Guillonk tentennò un momento ma poi annuì.
Sandokan rassicurò Marianna con un sorriso, e la donna se ne andò, seguita dall'ex spasimante e dal piccolo Kammamuri.
-Signor Costas...-
- Sì?-
Sandokan non disse niente. Si limitò a sollevare il bicchiere che l'uomo gli aveva offerto.
Sulle prime, l'uomo non capì cosa il rajah volesse fare, ma poi notò che malgrado avesse uno sguardo fermo e deciso, il braccio, in particolar modo la mano, tremava seppur leggermente.
-Ha ragione. Io non ho figli.- fece il rajah -e se adesso le dicessi che so come si sente e cosa sta provando, probabilmente mi butterebbe fuori di casa urlandomi di stare zitto... ma in questo momento... anch'io ho paura.-
- Per il suo vice...?- fece l'uomo.
- Lui non è il mio vice.- fece Sandokan - E' il mio migliore amico. Anzi, è mio fratello. Ed è la cosa migliore che mi sia capitata nella vita, dopo l'amore.
Un giorno, forse, anch'io e mia moglie avremo dei figli nostri... e voglio che lui ci sia quel giorno... a vederli crescere e voglio sentirli mentre lo chiamano zio... perchè l'amore, il mio regno, tutto quello che ho riconquistato dopo che mi era stato tolto... non ha senso se non c'è mio fratello al mio fianco.-
Il signor Costas pareva iniziare a convincersi.
- Quell'uomo, che ha minacciato di uccidere sua figlia, è anche la persona che anni fa si è preso la vita dei miei genitori, il mio diritto ad avere la guida di un padre e l'abbraccio di una madre, il mio regno... ed ora, per punirmi di essere sopravvissuto e di aver vissuto abbastanza per celebrare la giustizia, si è preso anche il mio amico. - aggiunse Sandokan -non permetterò che altri innocenti soffrano a causa della nostra guerra personale. 
Mi aiuti a salvare Yanez, ed io le riporterò Aida. Sana e salva. Lo giuro.-
-Promesso?-
Sandokan annuì.
Fu allora che il signor Costas si convinse.
- E sia.- fece l'uomo - Non so se il governatore ha già avuto tempo e modo di accennarvelo, ma quando ero giovane ho viaggiato tantissimo, ho conosciuto molte persone, molte culture, usi e costumi... è per questo che Brooke ha deciso che ero io l'uomo perfetto.-
- L'uomo perfetto per cosa?-  chiese il rajah.
-  Per trovare un'isola. L'isola Disabitata, la chiamano... si tratta di un isolotto che popola molte leggende, favole e vecchi dipinti... molti l'hanno cercata, ma non l'hanno mai trovata.-
- E lei che ha viaggiato molto, era l'uomo perfetto per trovarla.- fece Sandokan.
L'uomo annuì.
-Quell'isola esiste.- fece Costas -solo che per la maggior parte dell'anno è protetta da un muro di nebbia, che si dirada solo per un po' ed in questo periodo, per la precisione.-
Sandokan comprese.
Brooke l'aveva studiata bene stavolta... aveva fatto di un posto che tutti giudicavano una chimera il nascondiglio ideale. A nessuno sarebeb venuto in mente di cercarli in un posto che nessuno era in grado di trovare dato che nemmeno esistevano prove concrete della sua esistenza.
Sicuramente era lì che teneva prigionieri sia Aida che Yanez.
- La scomparsa di Yanez ne è la prova... quindi lei la sua parte l'ha fatta...- fece Sandokan.
- Sì. Hanno preso mia figlia in ostaggio per costringermi a cercarla per loro, e quando l'ho trovata, credevo ci avrebbero ucciso per non lasciare prove scomode in giro... ma io sono vivo, e mia figlia non è ancora tornata.-
-Sa come mai Aida è ancora nelle loro mani?-
- Non lo so.
Hanno solo detto che dovevano regolare i conti con una persona... e che Aida era la garanzia che non avrei vuotato il sacco...-
- E lei poi ha dovuto inventarsi una balla per giustificare l'assenza di sua figlia dalla città... tutto quadra.- fece il rajah.
- Ma adesso ho parlato...- fece con la voce rotta -e ora... la mia povera bimba è condannata...-
Sandokan lo tranquillizzò.
- No. Mi dica solo come arrivare sul posto. E quando tornerò, Aida sarà al mio fianco. E' una promessa.-
L'uomo non si fece pregare e consegnò una mappa al rajah e le indicazioni su come fare per muoversi una volta giunto a destinazione.
...
...
...
- Allora?- fece Marianna una volta che l'amato le fu di nuovo davanti, con gli occhi pieni di apprensione.
-Andiamo a prendere Yanez e ce lo riportiamo a casa.- fece il rajah camminando a passo spedito verso il porto.
...
...
...
-Bravo...- fece il bandito uscendo dal suo nascondiglio -ottima interpretazione. Davvero niente male.-
L'uomo  lo guardò con gli occhi pieni di lacrime, ma anche decisi -Quello che volevate l'ho fatto. Adesso mia figlia. Voglio vederla, portatemela immediatamente qui.-
- Calma, la vedrai...- nel dir così tirò fuori una pistola e sparò all'uomo, che cadde a terra -... tra non molto. E sarete di nuovo tutti assieme. Tu, lei e tua moglie.-
...
...
- Che hai fatto in faccia...?- fece Aida notando che poco sotto il naso si era formato una macchia violacea.
Solo in quel momento il portoghese si accorse che la faccia gli doleva, anche se non in modo insopportabile.
Probabilmente Teotokris lo aveva colpito più forte di quanto non gli era parso in un primo momento.
- Niente di grave... un incontro ravvicinato con l'amichetto del cuore di Brooke.- fu la risposta.
La ragazza, seppur, con dei movimenti limitati riuscì ad infilare una mano in tasca e a tirarne fuori un sacchettino.
-Che cos'è?- chiese il portoghese.
- L'unica cosa che sono riuscita a tenere con me...- fece la ragazza aprendolo - è un unguento per le ferite e le contusioni... è una ricetta di mia madre.- nel dir così intinse due dita nel sacchetto ed iniziò a spalmarlo sopra il livido del suo nuovo amico, stando attenta a non fargli troppo male.
- A proposito di tua madre...- fece Yanez ricordandosi che la sua compagna di sventura non aveva ancora nominato la genitrice -lei dov'è? E' qui anche lei?-
La ragazza s'incupì e fece cenno di no con la testa.
- Purtroppo l'ho perduta quando ero molto piccola...- fece la giovane -io e mio padre... per anni siamo stati una famiglia... ma adesso non so nulla su dove si trovi e nemmeno se è ancora vivo...-
Yanez le prese la mano, per cercare di farla stare tranquilla.
- Ti capisco... anche mia madre è mancata quando ero molto piccolo. Non ricordo niente di lei... a volte dubito persino che sia mai esistita.-
-Avrai pur avuto qualcuno che ti voleva bene... tuo padre?-
-Mio padre... malgrado fosse in casa tutto il giorno, eccetto qualche rara occasione, lo sentivo più distante che mai... stava sempre chiuso nel suo studio a lavorare e discutere con altri nobili di affari, terre, bestiame... ed io stavo quasi sempre con mia nonna.
Credo che lei sia stata l'unica persona che mi abbia mai amato, mentre ero in Portogallo.- rispose Yanez.
- E non avevi nessun'altro...?- fece la ragazza.
- No.- fece lui- poi... quando sono cresciuto, mio padre si è magicamente ricordato di avere un figlio, pretendeva che prendessi parte alla vita mondana, che trovassi una moglie e che mi rinchiudessi tra quattro mura... ti dico solo, che alla quinta festa di fila nella stessa settimana... mi sono sentito soffocare. Così sono scappato. Ho venduto tutto quello che mi apparteneva e le cose a cui tenevo troppo le ho lasciate a mia nonna, e poi sono salpato.-
- E dove sei andato?- fece la ragazza.
- Ovunque mi portasse il vento, e malgrado passassi le giornate da una bettola all'altra giocando a dadi e a bere, me la passavo abbastanza bene... poi è arrivato Sandokan. Mi ha cambiato la vita.-
Sandokan era stato tutto quello di cui aveva sempre avuto bisogno... un amico fidato a cui poter dire tutto quello che gli passava per la testa senza paura, un abbraccio sempre pronto, una colonna solida a cui potersi affidare in qualunque momento... ed era stato il primo a volergli bene, incondizionatamente, malgrado lui stesso ripensando a com'era quando si erano conosciuti, si auto definisse uno '' scavezzacollo''.
- Non posso permettere a quella gente di usarmi per fargli del male... dobbiamo trovare il modo per scappare da qui.- fece Yanez alzandosi dal letto su cui era seduto per guardare fuori dalla finestra.
Non vedeva nessun praho all'orizzonte.
Meglio così.
Aveva ancora tempo per scappare.
Se solo avesse saputo come... c'era una guardia che non gli staccava gli occhi di dosso, avrebbe potuto togliere le sbarre dalla finestra,  ma ci sarebbe voluto troppo tempo... ed era  troppo in alto per poter saltare.
Se l'avesse fatto, gli sarebbero rimaste intatte si e no tre ossa.
Avrebbe potuto fabbricare una fune con le lenzuola ma non sarebbero bastate nemmeno per arrivare a metà...
Ed Aida non era in una posizione migliore della sua... era abbastanza sveglia, forse sarebbe riuscita a prendere qualcosa di nascosto dalla cucina... un coltello, una lima, un punteruolo, qualunque cosa... ma come poteva chiederle di rischiare sia la vita che quella di suo padre?
-Troveremo un modo per scappare.- fece il portoghese carezzandole i capelli -fidati di me.-
Aida gli sorrise dandogli un bacio sulla guancia prima di lasciarlo di nuovo da solo, richiamata dalle urla della guardia alla porta.
Yanez arrossì nell'immediato, mentre Paco lo guardava con le braccine incrociate guardandolo con uno sguardo che valeva più di mille parole.
- Sì lo so Paco... ci stiamo cacciando in un guaio bello grosso.-
...
...
...
Aida  era rimasta in piedi tutta la notte, senza toccare il letto, non riuscendo a dormire.
Era preoccupata per suo padre, su cui non aveva più la minima certezza, ma cosa ancora più importante.. era preoccupata per il suo nuovo amico. Brooke gli avrebbe certamente fatto del male, e ne avrebbe fatto anche al suo più caro amico a meno che non fossero riusciti a scappare da lì quanto prima... e lei non poteva e soprattutto non voleva che succedesse... anche se non capiva perchè provasse rifiuto automatico e spontanero per quella prospettiva... dopo tutto, si certo, era simpatico, aveva una faccia da schiaffi che però le faceva venire subito voglia di sorridere, e doveva ammetterlo.... mai visti occhi più azzurri... ma lo conosceva si e no da due giorni...
Forse perchè era giusto.
Perchè sapeva che era una brava persona e che non meritava di soffrire, non più di quanto avesse già sofferto per lo meno, nè di essere usato come arma di distruzione nei confronti di una persona per cui si sarebbe gettato nelle fiamme ogni giorno, senza nemmeno doverlo chiedere... 
Il rumore della porta che  si apriva la riscosse dai suoi pensieri.
-Signorina...- lo riconosceva. Era l'uomo che veniva chiamato Teotokris.
La ragazza gli riservò uno sguardo colmo di disprezzo. 
-Che cosa volete?'-
- Suvvia...- fece il greco cercando di essere galante e cortese -la rabbia vi sfigura il volto e non si addice ai vostri occhi...-
- Ah, pretendete pure che non sia arrabbiata?- fece la ragazza mettendosi in posizione d'attacco -mi avete portata via a forza dalla mia casa, da mio padre, mi tenete qui rinchiusa e legata come un animale, e pretendente pure che me ne stia buona e tranquilla?!? Siete pazzo.-
- Lo ammetto, non è questo il trattamento giusto da riservare ad una signora... permettetemi di rimediare, almeno in parte. Vi va di accompagnarmi a fare una passeggiata?' - nel dir così stese un braccio per invitarla ad uscire dalla sua stanza.
Era sul punto di mandarlo all'inferno, quando si bloccò.
Era un'occasione d'oro per capire quale strada lei ed il suo nuovo amico avrebbero dovuto prendere una volta trovato il modo per scappare... ed anche come muoversi sull'isola.
Annuì ed iniziò a camminare lentamente.
  
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