Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Ricorda la storia  |      
Autore: Little Firestar84    18/11/2020    12 recensioni
Gli era stata negata un’esistenza normale, ma ora, che stava per rischiare la sua stessa vita e avrebbe visto in faccia la morte ed affrontato i fantasmi del suo passato, la desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Voleva un futuro, invecchiare in una casetta in riva al mare, starsene seduto sulla sabbia mentre guardava i suoi figli prima, e dei nipoti poi, sguazzare nell’acqua e costruire castelli e piste per le biglie, mentre la sua sposa – Kaori, lei e lei sola avrebbe potuto domare l’angelo della morte, facendolo camminare nella luce e riportandolo alla vita, uomo per la prima volta nella sua esistenza -lo chiamava dalla cucina dicendo che era pronto.
La notte prima di affrontare l'uomo che per anni Ryo ha chiamato Padre, Ryo e Kaori si aprono, confidandosi, trovando ristoro e pace l'uno nelle braccia dell'altro...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cia a tutte! Eccomi con un piccolissimo esperimento... immagino che potrebbe essere definita una what-if, dato che immagina una scenario immaginifico tra Ryo e Kaori alla vigiglia dello scontro con Kaibara...anche se, dal momento in cui Kaori entra in camera di Ryo e si mettono a parlare confidandosi (penso uno dei momenti più alti del loro rapporto, perchè sappiamo che Ryo e la serietà non sono esattamente ottimi conoscenti, e la rappresentazione lampante che lui si è ormai arreso a quel sentimento che prova per lei) a quando lei si sveglia da sola nel letto, non sappiamo cosa si siano detti...
Quindi, eccolo qui. Un piccolo esperiemnto, un momento ambientato tra il capitolo 181 e 182....
Una piccola nota: questa storia nasceva come una storia erotica a rating rosso, ma man mano che andavo avanti nella scrittura ha preso un'altra piega, perchè sembrava quasi che un atto consuamndo a quella viigglia sapesse di "per sempre", di "fine"- e quindi... è diventata questo.
Buona lettura!

“Quando sarà il momento, andremo insieme, Kaori… perché tu sei la mia partner!”

Nella penombra della camera da letto, Ryo afferrò il polso destro di Kaori, e la tirò a sé. La giovane donna ricadde, come peso morto, tra le sue braccia, e con gli occhi velati di lacrime cinse la vita di quell’uomo che aveva scoperto di amare già da tempo, beandosi della pace che le dita di lui che le massaggiavano la nuca le donavano, il calore delle labbra che si erano posate sulla sua fronte e sembravano non volerla lasciare più.

Parlarono- una cosa rara, per loro, soprattutto per Ryo, e si confidarono, aprendosi, condividendo i rispettivi pensieri, tutte le loro più recondite emozioni. Kaori lo strinse forte, calde lacrime che le bagnavano le pallide gote, quando ammise che no, non era per vendicare suo fratello o Mick che desiderava incontrare Kaibara e supportare Ryo nel tentativo di fermare l’uomo che gli aveva donato un’identità.

Era per lui. Per rimanere al suo fianco. Per perire, se quello fosse stato il destino dell’altra metà di City Hunter – aveva anche indossato l’anello all’anulare destro, la reliquia di famiglia che Hide avrebbe voluto donarle ai vent’anni, non come un portafortuna ma perché dentro di sé sentiva che quella sarebbe stata l’ultima occasione di metterlo al dito.

“Sembra quasi che pensi che andiamo a morire!” Ryo la sgridò, tentando di essere serio, prendendo la manina di lei tra le sue e sfilando il gioiello dal dito, stupendo Kaori, che osò immaginare Ryo che quell’anello glielo metteva al dito, ma alla sinistra, davanti ai loro amici, quella sgangherata famiglia che si erano scelti. “Dai, lo rimetterai quando torniamo, hai capito?”

Kaori accennò un lieve sorriso, e sospirò un sì, poi, si lasciò nuovamente guidare dalle braccia di Ryo, che, senza mai lasciarla andare, la tirò nel letto. Vestiti, si coricarono, col capo di lei che poggiava su quell’ampio torace, cullata dal battito del cuore straziato di Ryo, che, pur sapendo cosa avrebbe dovuto fare, ne era devastato.

Piano, lentamente, Kaori avvertì il battito ed il respiro di Ryo acquietarsi, mentre l’affascinante uomo cadeva vittima delle braccia di Morfeo, ma a lei questo lusso non sembrava voler essere concesso; le lancette dell’orologio si muovevano, ticchettando inesorabili, il loro pacato rumore come un frastuono nelle orecchie della donna ed in quella insolita notte silenziosa di Shinjuku.

“Guarda che dovresti riposarti. Cosa credi di poter combinare se domani, nel bel mezzo dell’azione, ti addormenti?” Ryo la redarguì, con la voce impastata dal sonno, ma con un tono che era un misto di serio e faceto. “Tra l’altro, stai pensando così intensamente che quasi mi sembra di sentire gli ingranaggi che girano!” 

“Scusa.” Sussurrò lei arrossendo, stringendosi forte a lui. “Non volevo disturbarti.”

“Preferirei che mi parlassi.” Le disse. Ryo stava fissando il soffitto, mentre faceva scorrere una mano lungo un fianco di Kaori, l’altra sotto al capo come fosse un cuscino.  “Non mi piace quando te ne stai in silenzio. Va sempre a finire che capita qualcosa di brutto.”

“Non voglio parlare, Ryo.” Voglio solo stare qui con te, stanotte.

“Dovresti riposarti…” Sospirò lui. Voltò gli occhi nella direzione di Kaori, e la osservò, attento, cauto, con intento, i suoi occhi scuri avevano una profondità che le fece mancare il fiato. La mano di Ryo aveva fermato quel curioso viaggio, e i polpastrelli le sfioravano la pelle sensibile tra collo e spalla, lasciata scoperta dall’ampia camicia da uomo e dalla tutina aderente, bruciandola.

“Ryo, cosa….” Kaori non ebbe il tempo di terminare la frase, che le labbra dell’uomo si erano posate sulle sue, delicate, per un brevissimo bacio, poco più che una carezza. Ryo si scostò, e cercò una riposta ad una domanda che non era in grado di fare a voce in quegli occhi color nocciola.

Non rispose a voce- Né con lo sguardo.

Socchiuse gli occhi- come lui le aveva insegnato- e cercò la bocca di Ryo, prima incerta, quasi spaurita- non dall’atto, ma dalla possibilità di un rifiuto- e poi sempre con maggiore foga. Ryo le afferrò la nuca, spingendola verso di se, mentre con una mano stringeva la tenera carne del fianco, lasciando rossi lividi, e assaporava quelle labbra dalla consistenza di petali di rosa come se lei fosse il nutrimento di un uomo malato, l’ultima cena del condannato, l’oasi in mezzo al deserto del cacciatore sperduto.

La bocca di lui viaggiava, come se fosse pazzo, fuori controllo, ovunque- il collo, le guance, le palpebre, la fronte, il naso, le labbra e poi di nuovo dall’inizio incessantemente ancora e ancora e ancora – mentre ancora la stringeva con forza e disperazione, come non avesse mai voluto lasciarla andare, ed entrambi piangevano, in silenzio, le loro calde lacrime che si mischiavano le une alle altre in quel frenetico cercarsi, consolarsi, desiderarsi, amarsi…

Ryo, oh Ryo…. Kaori afferrò il viso di lui tra le mani, e lo guidò verso le proprie labbra, affinché la baciasse di nuovo. Il contatto sembrò placare l’uomo, che coprì la mani di lei con le sue, e sospirando assecondò il desiderio della sua compagna, baciandola lento, sensuale, un incontro di corpi e anime occhi negli occhi.

Si scostò da lei, e mosse una mano, andando al nodo della camicia, e le sorrise, indugiando mentre la guardava curioso, e Kaori gli sorrise, mordendosi il labbro gonfio per quei peccaminosi baci che si erano scambiati.

Arrossì, ma la luce nel suo sguardo gli disse tutto ciò che Ryo doveva sapere.

Sì. Mi fido di te. Lo voglio anch’io.

Sciolse il nodo con un solo movimento di polso, e la camicia, quasi per magia, scivolò da sola dalle spalle della giovane donna. Ryo si inginocchiò sul letto, riprese a stuzzicarle le labbra, mordicchiarle, mentre con una mano le sorreggeva il capo, e con l’altra cercava la cerniera della tutina sulla schiena, e la abbassava, lentamente, godendosi i sospiri di Kaori nella sua bocca, i sussulti, il modo in cui a mano a mano che la sua pelle veniva liberata alla sua vista e al suo tocco, si copriva di pelle d’oca.

La fece distendere sul letto, e, puntellandosi su gomiti e ginocchia, ancora perfino col giubbotto addosso, riiniziò a baciarla, lasciando un’umida scia lungo il collo, le spalle, e man mano che faceva scivolare via la stoffa, il resto del corpo. Mentre inspirava il profumo vanigliato del corpo di lei, sorridendo, Ryo prese a farle il solletico, sfiorandole la pelle sensibile dell’addome con la punta delle dita. Kaori si morse le labbra, tentando, invano, di contenere la risata, mentre gli massaggiava lo scalpo, facendo scorrere le dita in quei meravigliosi capelli scuri.

Lo riportò a sé, cercando al contempo di eliminare ogni qualsivoglia spazio tra i loro corpi. Ryo le ricadde addosso mentre la baciava di nuovo, deciso, ruvido, bisognoso, e lei emise un gemito, un sospiro sognate quando avvertì la potente erezione dell’uomo premere attraverso i jeans.

Le lacrime aumentarono. Lacrime di Gioia. Forse non aveva il suo cuore. Forse, non la amava. Ma… ma Ryo la desiderava, lei lo eccitava, e questo, per lei, era abbastanza. Forse non un giorno, ma per quel giorno… sì, poteva farselo bastare.

“Ryo….” Sospirò il suo nome come fosse una preghiera. “Io…” ti voglio.

“Non…” le morse la spalla, lasciando una profonda indentazione rossastra sulla pelle bianca. “Ancora.”

Ryo chiuse gli occhi e inspirò profondamente. Di nuovo passò le sue labbra sul corpo di quella bellissima donna, ma senza concederle alcun contatto; tuttavia, respirava su di lei, e a Kaori parve di avvertire la condensa del respiro di lui sulla pelle.

Nella battaglia, Ryo era forte e determinato, concentrato, sicuro di sé; quello stesso controllo lo stava esercitando ora sul proprio corpo, e Kaori poteva vedere i muscoli tesi come corde di violino, le vene che palpitavano, cariche di sangue, in quel collo statuario. Gocce di sudore cadevano dai capelli e percorrevano il collo di Ryo prima di nascondersi sotto alla maglietta ed impregnarla, e Kaori desiderò con un’intensità a lei sconosciuta poter leccare quella scura pelle salata ed assaporarla, desiderò appartenere a Ryo e Ryo solo, fino alla fine dei loro giorni….

“No… adesso no, Kaori…” sospirò, cercando gli occhi della rossa, quasi le avesse letto nel pensiero. Le tornarono alla mente parole di altre persone, sorrisetti degli amici…Siete due tipi ben ingranati, non avete nemmeno bisogno di parlare. A volte nemmeno di uno sguardo. Sapete cosa passa per la mente dell’altro, così.    

Fece scivolare via il tessuto lucido, liberando alla sua vita stupita il petto della bellezza che lo lasciò senza fiato- non indossava il reggiseno. I suoi seni, pieni, del color del latte, morbidi, erano piedi e sodi, e svettavano con i capezzoli turgidi. Ryo fece un lieve sorriso, di un’estrema dolcezza, e le si avvicinò.

Kaori si irrigidì, chiedendosi cosa avrebbe fatto: Ryo aveva fama di essere una amante focoso, selvaggio, ben più di un’ochetta negli anni aveva cinicamente amato raccontarle nei dettagli cosa fosse in grado di fare, quando alla mattina se le trovava mezze nude che giravano per casa pretendendo che lei preparasse loro la colazione, neanche fosse stata la servetta.   

E lei… beh, lei era vergine. Non era una questione di aver paura di lui, il temere di non essere all’altezza o altro, solo…. Era l’inaspettato.

Come inaspettato fu il gesto che fece quello che sembrava destinato a divenire il suo amante.

Si accoccolò contro il seno di Kaori, con il sorriso sulle labbra, un sorriso delizioso di pace e tranquillità, e lei lo guardò colma di tenerezza, massaggiandogli lo scalpo. Ryo sembrava un bambino che riposava sul grembo della madre, e con una lacrima, la donna si rese conto che quella era forse la prima volta che si sentisse così- non aveva ricordi della sua infanzia, e chi lo aveva cresciuto lo aveva tradito nel modo più meschino, trasformando una creatura indifesa in una macchina da guerra, sfruttando il bisogno di amore di un ragazzino.

“Non voglio fare l’amore con te stanotte,” le disse lui, con un tono un po’ triste, sentendola irrigidirsi temendo un rifiuto. “Perché sarebbe come dire che non potrà succedere mai più. Sarebbe come ammettere che andiamo a morire. E io… io credo di voler vivere.”

Finalmente. Kaori, quella notte, pianse di gioia, mentre Ryo si addormentava placido sul suo grembo, sognando per la prima volta il futuro, chiedendosi se quel circolo viziosa di violenza avrebbe mai avuto fine.

Lo voleva, oh, se lo voleva! Gli era stata negata un’esistenza normale, ma ora, che stava per rischiare la sua stessa esistenza e avrebbe visto in faccia la morte ed affrontato i fantasmi del suo passato, la desiderava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Voleva un futuro, invecchiare in una casetta in riva al mare, starsene seduto sulla sabbia mentre guardava i suoi figli- aveva perfino già in mente i nomi se fossero stati maschi- prima, e dei nipoti poi, sguazzare nell’acqua e costruire castelli e piste per le biglie, mentre la sua sposa – Kaori, lei e lei sola avrebbe potuto domare l’angelo della morte, facendolo camminare nella luce e riportandolo alla vita, uomo per la prima volta nella sua esistenza -lo chiamava dalla cucina dicendo che era pronto.

Nel sonno, le strinse la mano sinistra, dove, presto o tardi, avrebbe infilato quel delicato rubino, che custodiva a nome delle due persone che più avevano amato quella donna, il fratello e la sorella di Kaori. E adesso… adesso, quell’anello era sul suo comodino- il comodino dell’uomo che le donava il suo cuore per proteggerlo e averne cura, ora e per sempre.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: Little Firestar84