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Autore: Harlequinade_97    19/11/2020    0 recensioni
Ispirata e influenzata dalle parole del famoso brano "Baby it's cold outside", ho immaginato un possibile scenario della quotidianità della coppia Harley Quinn e Joker. Mi riferisco a loro, come li ritraggo di solito, prendendo a modello le loro caratteristiche nei fumetti classici, quali Mad Love e alcuni Detective comics in cui appaiono, solo per citarne alcuni. Ero partita con l'intento di lasciare tra le righe un profondo messaggio alla base del loro rapporto, ma per il resto mi sono solo divertita a dipingere la loro quotidianità e qualche lato puccioso ma senza finire in mielosi episodi di amore romantico, o almeno spero!
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Angolo dell'autrice: salve a tutti e ben ritrovati! E' bello aver riscoperto il tempo passato a scrivere, adesso che ho ritrovato un po' di libertà dall'università mi gestirò meglio i tempi da dedicare a questa mia passione dello scrivere che non metterò mai da parte. E' il mio angolo segreto dove posso rilassarmi e trovare il mio posto, e ogni volta che vorrò vi riempirò le bacheche con le mie pazze storie! Ok adesso ho finito con i discorsi morbosi, volevo solo condividere la mia felicità di essere ritornata a scrivere dopo molto tempo e volevo ringraziare ancora, e lo farò fino allo sfinimento, tutti i lettori, nuovi, vecchi e silenziosi, che avranno tempo, e voglia naturalmente, di leggere le mie storie, e di avermi scelto tra i milioni di autori e autrici!
Buona lettura.  




Distractions and amusements

La bottiglia ormai vuota di una pessima imitazione di Jack Daniel's si schiantò al pavimento così che le scheggie di vetro schizzarono in tutte le direzioni, ma la coppia di clown non sembrò prestare l'attenzione dovuta, tant'è che entrambi si misero a ridere sguaiatamente come se avessero sentito la barzelletta più divertente del mondo. Dai pochi ma inconfutabili indizi nella cucina, o per meglio dire la stanza degli spuntini di mezzanotte dopo una rapina o scazzottata con il vigilante mascherato o il luogo dove Harley era in grado di carbonizzare anche il caffè, si riusciva a ricostruire facilmente come la serata si fosse evoluta fino a quel punto.  Le casse piene di liquore appena sfornate dal mercato nero delle Narrows non facevano parte di un piano del Joker, il contrabbando non era certo il suo marchio - a meno che non fosse divertente - probabilmente una gentile concessione di Due Facce, forse uno scambio finito male aveva costretto l'ex procuratore distrettuale a usare come nascondiglio la tana del pagliaccio per la sua merce. Il fatto che una di queste fosse aperta e alcune bottiglie fossero state svuotate indicava il solito umorismo dispettoso di Joker. "Chissà quale lato della faccia si contorcerà di più dalla rabbia!" Probabilmente fu questo il pensiero che gli passò per la mente quando decise di aprire una delle bottiglie, e forse anche grazie alla scarsa tolleranza all'alcol di Harley ne furono aperte altre due, di cui era in frantumi sul pavimento. 
"Oh Harley, quando paparino ti punta contro una bottiglia di vetro per fracassartela sulla testa, sei pregata di non scansarti così agilmente! Questa stanza dondola già di per sé *hic* accidenti, non c'è bisogno che ti ci metta anche tu con le tue acrobazie." Le sue parole erano cariche di malvagità ma non risultavano particolarmente minacciose con il tono impacciato e patetico da ubriaco fradicio, per non parlare dei continui singhiozzi contagiosi. E la sua condizione aveva alterato anche la sua percezione visiva: l'unica "acrobazia" che la giovane ginnasta fu in grado di fare era un brusco movimento di lato con la testa per evitare il colpo mortale del Joker che le provocò un giramento di testa che la costrinse a sprofondare con non molta grazia tra le braccia dell'uomo seduto di fianco a lei. A fare da cornice in tutto quel lasso di tempo fu la costante lentezza dei movimenti di entrambi.                       
"Sei davvero uno spasso Mr. J!" Esclamò Harley sinceramente divertita.
"Ah! Ma guarda un po' come si è fatto tardi, devo proprio andare." Fulminò con lo sguardo Harley con un sorrisetto irritato, enfatizzando le ultime parole con insistenza e fretta.                                                                                         
"Ma pasticcino ..fuori si gela!" Piagnucolò lei  con una scusa dell'ultimo minuto, decisa a non lasciarla da sola per l'ennesima notte.                             
"Sai bene anche tu quanto diventa irritabile Harvey se lo si fa aspettare, cara!" con l'ultima goccia di pazienza cercò di levarsi di dosso le mani che si aggrappavano al colletto della camicia e con fare apprensivo lei disse: "Ma guardati come sei pallido, per stasera è meglio se non esci e rimani qui al calduccio con me."                                                                                                                                                                                                             
"E' la mia caratteristica Harl, la mia pelle è sempre pallida! Dì un po' cosa c'era nel drink di prima?" Incredibile la velocità con cui il Joker cambiò l'espressione prima esasperata e poi siceramente incuriosita.                                   
"Dimmelo tu visto che hai prosciugato l'intera bottiglia!" Il Joker non fece in tempo a controbattere che Harley lo incalzò con fare persuasivo: "Ooh lascia che ti scaldi le mani, sono tutte ghiacciate!"                                                   
"Pensa a tutti quei poveracci che aspettano di vendermi tutto in nero più nero che ci sia!" disse per convincerla prendendole le mani e guardandola fisso negli occhioni blu,                                                                                               
"E a me non pensi? Non ti disturba il pensiero di lasciarmi qui sola soletta, davanti al caminetto, con indosso solo questa misera e striminzita vestaglia da quattro soldi e nessuno che mi aiuti a scaldarmi come si deve..."  Forse lo stato di ubriachezza rendeva più convincente il tentativo della giovane viziosa a trattenere il suo amante, anche se le forme sinuose in bella vista risultavano più efficaci e attiravano maggiormente l'attenzione del Joker, seppur offuscata dall'alcol.                                                                                                                                                                                                                           
"Non c'è forse il caminetto a tenerti calda?" Riuscì a ribattere all'ultimo minuto con quell'aria astuta di chi non si fa abbindolare così facilmente,
"Non metterti a scherzare! Lo sai che solo tu puoi scaldare la tua Harley.." Alle richieste adulanti si erano aggiunte le mani esperte della giovane donna a mettere a dura prova la fermezza del principe del crimine.                                                                                                                                             
"Sarà meglio aggiungere altra legna nel camino se non vuoi rimanere congelata, perché IO non ho intenzione di rimanere un secondo di più!
Infuriato il Joker spalancò la porta con Harley ancora avvinghiata a lui, finchè entrambi non furono presi alla sprovvista da una ventata di aria gelida. Il colpo di bora glaciale risultò proprio l'equivalente di una secchiata d'acqua fredda, anzi ghiacciata, adatta a far svanire in un secondo la sbornia del Joker, che riuscì a chiudere prontamente la porta d'ingresso datata ma resistente. Quell'inaspettato evento fece rimanere entrambi impietriti, sia dalla sorpresa che dal freddo. 
A rompere il silenzio fu la risata soffocata di Harley non appena si accorse dello stato in cui si trovava il viso affilato dell'uomo. Minuscoli fiocchi di neve crearono una massa informe sul suo naso, fronte, sopracciglia, guance e mento, si distinguevano solo gli occhi verde brillante in mezzo a tutto quel bianco purissimo. Ad Harley nacque spontaneo quel risolino sulle labbra che tentava invano di mettere a tacere, per timore di attirare la collera dell'uomo che le stava di fronte. Al contrario delle sue aspettative Joker mostrava una crescente curiosità e delle sopracciglia aggrottate in tono interrogatorio, e le domandò: "Cosa ci trovi di tanto divertente?" Inconsciamente, o forse ingenuamente, la giovane donna sperava nella contagiosità della risata per non farlo infuriare, per cui continuando a ridacchiare sotto i baffi condusse l'infreddolito Joker davanti al piccolo specchio appeso proprio accanto alla porta, facendo in modo che lui vi si specchiasse e lei le stava dietro con le mani appoggiate sulle sue spalle per sbirciare l'espressione che avrebbe fatto. Stavolta non rimase sopresa dalla grossa e grassa risata che lui sputò fuori dopo tre secondi di attenta osservazione del suo riflesso innevato. Rideva a crepapelle del fatto che non aveva avuto il minimo sospetto che del nevischio così candido e soffice si fosse posato sul suo viso. Nel riflesso dello specchio osservava divertito quella squisita pagliaccetta scossa dalle sue risate cristalline.     
E fu in quel momento che colse soprattutto l'ironia del destino. Proprio come la neve candida  così anche la sua sciocca e pura arlecchina si era intrufolata nella sua vita, come un evento inaspettato. Rise forte. Si piegò in due dalle risate e si sorresse ad Harley per il fiato corto. Mentre entrambi erano ancora in balia di risolini, Joker si lasciò scrollare la poca neve rimastagli sul viso dalle sue mani gentili e piacevolmente tiepide.                                   
"Adesso hai le guance tutte rosa pasticcino!" Prendedogli il viso tra le mani si accorse di quanto fossero piccole. "Come quelle di un marmocchio paffutello!".
"Quindi adesso ti assomiglio!" Rispose lui pizzicandole le gote, facendole tingere effettivamente di colore rosa acceso. "Mr. J!" piagnucolò fingendosi offesa lei cercando di liberarsi dalla stretta aggrappandosi alle sue braccia sottili ma forti. La breve lotta terminò non appena si ritrovarono sul pavimento l'uno riverso sull'altra. Prima che i loro sguardi bruciassero di desiderio Harley tentò un'ultima provocazione:                                                         
"Sbaglio o avevi degli impegni urgenti da sbrigare fuori?" Il tono malizioso della sua voce contagiò quello dell'uomo sopra di lei e le rispose:
"Oh baby, fuori fa freddo!".                                                                                                                 
FINE

 
   
 
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