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Autore: observer90    21/11/2020    0 recensioni
[Never Have I Ever]
Never Have I Ever Fanfiction.
Storia ispirata alla serie originale Netflix, racconta in sette capitoli gli avvenimenti accaduti dopo l'ultimo episodio.
Trama.
Dopo aver ascoltato il messaggio di Paxton, Devi è assalita dai dubbi: cogliere l'occasione di uscire con lui oppure ascoltare i sentimenti che prova per Ben?
Titolo di testa e titoli dei capitoli liberamente tratti dalla canzone About Love di Marina.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

I don’t wanna run away, so I stay


 

Devi inizia pian piano ad apprezzare i momenti con sua madre; certo, non è ancora il massimo del divertimento e Nalini non manca mai di rivolgersi a lei con quel cipiglio severo che la caratterizza.

Ma è davvero contenta di poter trascorrere qualche minuto insieme a lei, soltanto loro due. Sono trascorsi solo tre giorni da quel pomeriggio a Malibu, e stanno provando a ricostruire il loro rapporto, procedendo a piccoli passi: ci vorrà del tempo, ma ce la stanno davvero mettendo tutta.

Il trauma per la morte di Mohan sarà una costante nelle loro vite, ma se c’è una cosa che entrambe hanno capito dopo Malibu è che accettare di mostrare e, di conseguenza, sentire il dolore è fondamentale per non distruggere anche quel poco di buono che è rimasto loro.

È molto più difficile rimettere insieme i pezzi, che andare in frantumi. E soffocare il dolore, il risentimento, la rabbia, il senso di colpa, non farà altro che aggiungere benzina al fuoco.

Non che Devi faccia niente di speciale con sua madre, visto che fare i piatti rientra nella categoria dei doveri a cui è imprescindibile sottoporsi. Ma stasera Kamala è andata ad un appuntamento con Preshant (facendo storcere il naso a Devi per l’espressione trasognata della cugina e del suo ‘nuovo ragazzo’) e con Nalini hanno pensato bene di mettere su qualcosa per la cena cucinando insieme.

Tutto sommato è stata una serata piacevole, la cena ottima e sua madre è sembrata piuttosto rilassata e anche su di morale.

Devi non la vede così da tempo, e soprattutto in sua compagnia. Adesso c’è molta più tenerezza nei gesti di Nalini nei suoi confronti, e anche se hanno trascorso buona parte del tempo in silenzio non è pesato affatto. A volte le parole sono superflue.

È solo mentre sono intente a lavare i piatti, che Nalini inizia a fare qualche domanda a Devi. Le chiede della scuola, di Eleanor e Fabiola, del saggio di inglese a cui sta lavorando…

“A proposito, come sta Benjamin?”

Devi per poco non fa scivolare il bicchiere che sta asciugando: “Intendi Ben Gross?”

“Certo, Devi. Chi altrimenti?”

“Sta… sta bene, credo” Devi ripone il bicchiere afferrando un paio di posate che le porge sua madre dal lavello, “Insomma, non è che parliamo proprio tanto”

“Strano. Dopo che ti ha ospitata a casa sua per una settimana, mi sarei aspettata il contrario. E poi è stato lui ad accompagnarti a Malibu, o sbaglio?”

Mai come in questo momento Devi rimpiange il silenzio tranquillo durante la cena. Azzarda un’occhiata verso sua madre, per scorgere sul suo viso un segno che le faccia capire se sappia o meno del bacio e se, di conseguenza, debba temere per la sua incolumità.

Il viso rilassato di sua madre le fa tirare internamente un sospiro di sollievo. Fortuna che Kamala ha taciuto quel particolare di lei e Ben nell’auto di lui, avvinghiati l’una all’altro…

Smettila.

“Sì, lui…” inizia, sistemando le posate al loro posto e iniziando ad asciugare una pentola, “Mi ha accompagnata a Malibu con l’auto di suo padre”

“Ha già la patente?” domanda Nalini a bruciapelo, stavolta rivolgendole un’occhiata sospettosa.

Sempre meglio che scoprire di aver pomiciato con lui.

“Ehm, sì… ovviamente”

“Devi, non mentirmi”

“Non ti sto mentendo, mamma” ribatte Devi tranquillamente, ignorando il sottile senso di colpa che le attanaglia lo stomaco, per quanto questa bugia sia detta a fin di bene, suo e di Ben (che rischierebbe molto più con sua madre anziché in mezzo all’autostrada e senza patente), “Ben è un tipo fiscale fino al midollo. Non guiderebbe mai senza patente”

“Ma ha compiuto sedici anni da poco, come fa ad avere già la patente?”

Devi sbuffa, alzando gli occhi al cielo: “Che vuoi che ti dica, i suoi sono ricchi sfondati. Magari gliene hanno direttamente comprata una”

“E aveva già guidato in autostrada, prima di quel giorno?”

“Un paio di volte” risponde prontamente Devi, già stufa di mentire ancora a sua madre e desiderosa di cambiare argomento al più presto.

Nalini annuisce, stringe le labbra ma non aggiunge nient’altro.

“Comunque” riprende, dopo aver finito di sciacquare l’ultima stoviglia e asciugandosi le mani con uno strofinaccio, “E’ stato davvero un bel gesto da parte sua. Ospitarti a casa sua, portarti fino a Malibu…” fa un mezzo sorriso, “E’ davvero un bravo ragazzo”

“Già, lo è” concorda Devi a mezza voce, prima di rendersi conto di quello che sta dicendo.

Ma in fondo non c’è niente di male ad ammetterlo. Ben si è comportato da vero amico con lei.

“Sai, è proprio un peccato che non siate amici, a questo punto” continua sua madre, riponendo le ultime pentole, “Voglio dire, mi piace che vi stimoliate a vicenda a scuola, però…”

“Però?” chiede Devi, con sincera curiosità e anche un pizzico di tensione.

“Ecco, avete entrambi due menti davvero brillanti. Potreste anche pensare di unire le forze, invece di… sì, insomma… scontrarvi continuamente”

Ci abbiamo già pensato, vorrebbe dirle Devi, e io ho finito con l’odiarlo perché credevo che avesse messo lui in giro la voce che andavo a letto con Paxton.

Invece si limita a scrollare le spalle: “Abbiamo già vissuto sotto lo stesso tetto per una settimana, è più che sufficiente per me”

“Dai davvero poco credito a quel ragazzo, kanna” asserisce Nalini, dirigendosi verso il soggiorno e lasciandola sola in cucina.

Sua madre ha ragione, e lei stessa ha mentito quando pochi secondi prima le ha detto quella cosa. Ad essere onesta, le è piaciuto parecchio vivere con Ben. Non che abbiano mai perso occasione di stuzzicarsi a vicenda, ma durante quei giorni Devi ha scoperto che è davvero piacevole passare del tempo in compagnia di Ben. È divertente, generoso, e buono. E ha davvero un gran cuore. Ed è così facile parlare con lui, non soltanto perché è veramente un buon ascoltatore, ma anche per il fatto che Devi si sente davvero a suo agio con lui.

E questa è una delle maggiori differenze fra Ben e Paxton.

Per quanto Paxton sia bellissimo e fighissimo, è davvero difficile per Devi sentirsi a suo agio quando è insieme a lui, ed è sempre stato così sin dall’inizio. Lui è stato gentile nei suoi confronti, ma per quanto Devi si sforzasse c’è sempre stata una specie di barriera invisibile fra lei e Paxton, unita al forte desiderio di apparire diversa a tutti i costi per piacergli. E anche se alla fine si sono baciati, non è che la situazione sia poi cambiata tanto rispetto a prima.

Con Ben non ha bisogno di mostrarsi diversa, perché lui la conosce meglio di chiunque altro, oltre ad Eleanor e Fabiola. Insieme alle sue migliori amiche, Ben è l’unico a vederla e apprezzarla per come è davvero.

“Devi” la voce di sua madre la chiama dal soggiorno, seguita dal rumore in sottofondo della televisione accesa, “Perché sei ancora lì? Possiamo guardare un po’ di TV prima che tu vada a letto”

“Arrivo” le risponde Devi, mentre la sua mente la riporta in automatico alle serate passate a guardare Netflix insieme a Ben nella sua sala cinema.
 

Seriamente, Ben… non hai mai visto Anne with an E? Eppure ti credevo un tipo dai gusti raffinati”

E infatti lo sono, proprio per questo non perdo tempo con una serie dal tono così sentimentale”

Guarda che tratta moltissime tematiche importanti, come l’abuso e lo sfruttamento minorile, l’educazione infantile, il razzismo, il femminismo… Oh, ma giusto. Dimenticavo che tu guardi serie impegnative come Rick e Morty

David, quello è uno show senza precedenti. È una satira sociale e morale unita ad una trama fantascientifica avvincente. Dovresti saperlo bene, visto che sei una grande fan di Futurama

“Futurama è un classico, Gross. Paragonarlo al tuo Rick e Morty mi sembra una forzatura”

Dici così perché non hai mai guardato un episodio”

Lieta di sapere che non ho sprecato il mio tempo”

E se… tu guardassi i primi due episodi? In cambio io guarderò Anna dai capelli rossi

“Anne with an E”

E’ la stessa cosa. Ci stai?”

D’accordo. Ma guarderò Rick e Morty insieme a te, o rischio di addormentarmi”

Potrei dire lo stesso”
 

Quella notte Devi non riesce a chiudere occhio. I ricordi legati ai momenti trascorsi con Ben solo una settimana prima si ripetono in loop nel suo cervello. Le serate trascorse nella sua sala cinema alternando episodi di Rick e Morty a quelli di Anne with an E ; passando dai piatti prelibati di Patty al cibo d’asporto preso da McDonald’s. Le battaglie a Pictionary o a Super Mario Kart, per non parlare dei pomeriggi intensi di studio trascorsi ad approfondire ogni argomento toccato.

Ma soprattutto è vivido in lei il ricordo di come stare con Ben l’ha fatta sentire: protetta e al sicuro, come se in qualche modo lei fosse davvero a casa sua, solo perché nella stessa stanza insieme a lei c’era lui. Non l’ha mai fatta sentire un’estranea, non le ha mai fatto pesare la sua condizione di ospite, ricercando anzi continuamente la sua compagnia.

In qualche modo Devi ha sempre sentito di poter essere sé stessa con lui, perché Ben è in grado di capirla al volo in ogni cosa: sa cosa vuole e anche di cosa ha bisogno, e riconosce anche spesso e volentieri i motivi dietro certe sue azioni. Con un solo sguardo Ben è in grado di farle capire che comprende quello che sta passando e come si sente al riguardo, persino quando lei stessa non è nemmeno in grado di spiegarlo ad alta voce. Nonostante i continui battibecchi e dieci anni di rivalità scolastica, Devi si sente perfettamente a suo agio con Ben: il senso di sicurezza che è riuscito a trasmetterle in quelle ultime settimane, culminato a Malibu, ha rappresentato una certezza per lei, un porto sicuro a cui approdare.

E questo spiegherebbe anche il motivo per cui lei stessa non ha esitato a chiedergli di trasferirsi a casa sua.

Non è un fattore da sottovalutare.
 

Devi ha perso il conto delle volte in cui ha sognato Paxton, immaginando ogni possibile scenario insieme a lui e al suo profilo praticamente perfetto.

Eppure ogni cosa che riguarda Paxton, compresi quei sogni, è completamente svanita dopo Malibu.

Sostituita dall’intensa sfumatura blu zaffiro degli occhi di Ben.
 

Il professor Shapiro è in ritardo questa mattina.

Non appena è entrata in classe, Devi ha ostinatamente continuato a chiacchierare con Eleanor e Fabiola, facendo di tutto per non posare lo sguardo su Ben.

Ma adesso che la lezione non è ancora cominciata, fa fatica a trattenere l’impulso di guardare nella sua direzione.

Si sente come un bambino che dopo essersi già scottato con il fuoco la prima volta, non può comunque fare a meno di avvicinarsi alla fiamma, perché nel profondo questa lo attrae.

Se solo Shapiro si facesse vedere e la lezione incominciasse, Devi potrebbe finalmente concentrare tutta la sua attenzione sulla storia della rivoluzione americana invece di indugiare con gli occhi sulla schiena di Ben mentre questi tiene il viso perennemente chino su un libro aperto sul suo banco.

È da quando è iniziata la settimana che si stanno ignorando a vicenda, malgrado risulti piuttosto difficile dato che hanno gli armadietti a pochissimi metri di distanza l’uno dall’altro e frequentano gli stessi corsi. Ma c’è uno strano e insolito silenzio in classe adesso che non si infastidiscono a vicenda, e andare a riporre i libri nell’armadietto è diventato un motivo d’ansia alla prospettiva di incrociarsi distanti solo ad un paio di metri.

Devi non può fare a meno di ammettere che questa nuova situazione in cui lei e Ben si ritrovano la fa stare parecchio male. Per non dire molto male.

Hanno già smesso di infastidirsi a vicenda in classe durante la settimana di convivenza insieme (Devi non se la sarebbe mai sentita di punzecchiare Ben in classe mentre allo stesso tempo era ospite in casa sua), ma non si erano mai spinti così tanto lontano arrivando al punto da ignorarsi completamente a lezione, e soprattutto nei corridoi in prossimità dei loro armadietti. Devi è arrivata addirittura ad andare nella direzione opposta quando le capita di vedere Ben appostato davanti al suo armadietto.

Persino ai loro compagni di classe questa cosa non è sfuggita, come ha avuto modo di dirle Eleanor solo il pomeriggio precedente in chat.

Ma a parte questo, e il fatto di essere oggetto di pettegolezzo dei suoi compagni, Ben le manca moltissimo. E l’unico modo per sopperire alla nostalgia che ha di lui consiste nel tuffarsi nei ricordi dei momenti trascorsi insieme. Con la sola eccezione di Malibu, ovviamente.

Perché pensare a Malibu le farebbe troppo male, e riportare a galla le sensazioni provate quel pomeriggio in macchina con Ben arriverebbe ad istillarle il dubbio feroce di stare sbagliando tutto. A cominciare da quello che gli ha detto in casa sua, e dalla sua ostinazione a voler rimanere fedele a Paxton nonostante non sia ancora uscita con lui.

A scuola si sono parlati nelle brevi occasioni in cui hanno avuto modo di incrociarsi, e non si può certo dire che Paxton non sia stato gentile con lei. Ma Devi ha fastidiosamente percepito che qualcosa si è incrinato nel suo rapporto con lui, nel senso che l’entusiasmo e l’euforia che il solo stargli accanto le provocava solo alcune settimane prima si è affievolito.

Lasciandola invece con una lieve sensazione di amaro in bocca che non avrebbe mai associato a Paxton.

Grandioso, ha rifiutato Ben e adesso c’è persino la rischiosa possibilità che Paxton non le piaccia più.

Stronzate. Certo che ti piace, siete come Danny e Sandy di Grease, diversi come il buio e la luce ma assolutamente fatti per stare insieme.

Trova sempre che Paxton sia attraente (soprattutto quando con la coda dell’occhio le capita di soffermarsi sui suoi addominali perfetti visibili sotto la maglietta sudata dopo la palestra), per non dire estremamente sexy… ma è come se una parte di lei nel profondo si fosse resa conto che non può più accontentarsi solo di questo.

Buffo come mentre stia pensando a Paxton, lui sbuchi dalla porta della classe seguito a ruota dal professor Shapiro.

“Ehi” la saluta con un sorriso che le provoca un fremito all’altezza dello stomaco, mentre prende posto di fronte a lei.

“Ciao” Devi ricambia, con un sorriso che probabilmente le sta andando da un orecchio ad un altro.

Che stupidaggine, certo che le piace ancora Paxton.

Come spiegherebbe altrimenti le farfalle che sente in questo momento dentro al suo stomaco?

La vera domanda è… perché non sei ancora uscita con lui?

“Molto bene, ragazzi miei” la voce del professor Shapiro la riporta alla realtà, riuscendo a zittire quell’insidioso punto di domanda nella sua testa, “Prima di cominciare la lezione, vi comunico che ho corretto i vostri test della settimana scorsa. E com’era d’altronde prevedibile, abbiamo un testa a testa di eccellenza”

Lancia uno sguardo eloquente a Ben e Devi, e lei avverte una stretta allo stomaco in questo preciso istante.

Mentre Shapiro passa per i banchi distribuendo i fogli, Devi prende a mordicchiarsi nervosamente il labbro inferiore: ma quel tizio non poteva scegliere un altro giorno per metterli in risalto di fronte a tutta la classe, quando ormai non è sfuggito a nessuno che fra loro c’è tensione?

Nemmeno il suo 100 al test risulta essere una distrazione sufficiente per l’ansia che sta crescendo dentro di lei, stringendo le sue viscere in una morsa ferrea e dolorosa.

Visto che non può (per non dire non vuole) azzardare un’occhiata in direzione di Ben, scruta il bordo del foglio del test di Paxton… è persino più basso delle altre volte, non arriva neanche alla sufficienza.

“Paxton, devo ammettere che il tuo test ha avuto il risultato più basso di tutta la classe” dice Shapiro in piedi di fronte al suo banco, “Devo ricordarti che sei stato già bocciato l’anno scorso, e che devi superare le verifiche se vuoi sperare di non doverlo ripetere ancora”

Paxton fa spallucce: “Che posso dire, prof. Sono stato impegnato con gli allenamenti, non ho avuto un attimo per studiare”

“Paxton, per quanto debba ammettere che sarà solo grazie a te se quest’anno vinceremo il campionato per il secondo anno di fila, non puoi continuare a mettere avanti il nuoto rispetto ai tuoi studi”

“Appunto, prof. La gara è fra pochi giorni” continua tranquillamente Paxton, “Il nuoto è uno dei miei talenti, non posso abbandonarlo”

“Certo che non puoi, visto che non richiede l’impiego di tutto il tuo cervello per riuscire così bene”

Il bisbiglio di Ben è sufficientemente forte da far piombare nel silenzio l’intera classe, che ora ha concentrato la sua attenzione interamente su di lui. Lo stomaco di Devi si contrae di scatto: cosa diamine gli salta in mente?

Persino Paxton si è voltato nella sua direzione, sorpreso da quell’intervento così inaspettato da parte di un tizio con cui a malapena gli capita di scambiare qualche parola.

“Scusa, Ben. Hai qualcosa da dire alla classe?” chiede Shapiro, non senza tradire un certo nervosismo nella voce.

Devi osserva lo scatto delle spalle di Ben con il fiato sospeso, senza più sapere cosa aspettarsi.

“Oh, niente di importante” dice piano, e Devi non può fare a meno di notare un ostinato tentativo di autocontrollo nel suo tono di voce, decisamente troppo ferma e calma.

Shapiro però sembra non farci caso: “Molto bene, allora. Direi che a questo punto potremmo concentrarci sul prossimo progetto che a breve vi assegnerò, in modo che anche chi ha ottenuto un risultato inferiore alla sufficienza nel proprio test, abbia la possibilità di recuperare. A tal proposito” si sfrega le mani, incrociando lo sguardo prima di Devi e poi di Ben. Le viscere di Devi iniziano a far male per il nervosismo.

Ti prego, oggi no. Qualunque giorno, ma non oggi...

Shapiro si sfrega le mani: “Devi, Ben… stavo pensando… dato che sembra che voi due andiate piuttosto d’accordo ultimamente… o almeno voglio sperare che sia così visto che l’atmosfera in classe è risultata piuttosto tranquilla negli ultimi giorni dal momento che non sembrate affatto intenzionati a rivolgervi la parola (e questo devo ammettere che mi ha rincuorato parecchio)…” si schiarisce la voce, come se di colpo fosse conscio di aver detto qualche parola di troppo, “Scusate, sto divagando… ehm, dicevo: dato che voi due avete ottenuto il punteggio massimo in tutta la classe, potreste essere d’aiuto a Paxton e Trent per superare il prossimo test, magari lavorando insieme per un progetto che potrei assegnarvi in qualità di gruppo” si batte una mano sulla tempia con un sorriso compiaciuto stampato in faccia, “Non male come idea, dico bene?”

“Oh, non so se sia possibile una cosa del genere, professor Shapiro” esordisce Ben, con un tono così glaciale da far rabbrividire Devi dall’interno, mentre il già basso mormorio della classe cessa di colpo.

“Cosa vorresti dire, Ben?” chiede Shapiro mentre il sorriso di alcuni secondi prima cede il posto ad un’espressione confusa.

“Ecco, io e Devi siamo menti eccelse, ma non siamo comunque in grado di fare miracoli. A questo punto non sono sicuro che potremmo essere d’aiuto in quel senso, visti i risultati già catastrofici dei loro test”

Ci sono un paio di mormorii a questo punto, e i muscoli di Devi si contraggono per la crescente tensione che ha avvertito dall’esatto istante in cui Ben ha preso la parola. Tensione che aumenta considerevolmente appena Paxton si volta verso Ben.

“Scusa, amico… che vorresti dire con questo?” chiede con un tono calmo, nonostante la rigidità ferrea del suo sguardo.

Ben si gira a sua volta in direzione di Paxton, impassibile e freddo come una lastra di ghiaccio: “Semplicemente voglio dire che impiegare il nostro tempo nel spiegare a qualcuno del terzo anno come superare un semplice corso di storia del secondo, finirebbe per rivelarsi un inutile spreco di energie che potrebbero essere spese in modo ben più produttivo”

Che stai facendo, idiota? Vorrebbe urlargli Devi, ma c’è qualcosa nello sguardo di Ben, che lo fa apparire così distante e freddo, da paralizzarla sul posto. Si aggrappa alla penna che tiene fra le dita, stringendola così forte da conficcarsi le unghie nei palmi, lo stomaco contratto in una morsa dolorosa dall’ansia crescente.

“Ben…” comincia Shapiro, ma a voce non sufficientemente alta da contrastare quella forzatamente ferma di Paxton.

“Mi stai dando dello stupido?”

“No, non mi permetterei mai. Dico soltanto che avere i muscoli non ti aiuta poi così tanto se non sai nemmeno memorizzare un paio di date. Non dovrebbe essere una cosa tanto difficile per uno che ripete un corso del secondo anno pur essendo al terzo”

“Oh, mio dio” bisbiglia Eleanor, “Non posso credere che l’abbia detto davvero”

“Questo spiega anche perché riesci così bene nelle attività sportive” continua Ben imperterrito, “dal momento che cose del genere non richiedono affatto un impiego assiduo di quella materia grigia che noi menti di prim’ordine chiamiamo cervello

L’imprecazione di Fabiola non è per niente scandalosa in confronto all’ultima affermazione di Ben. Ma è soprattutto lo sconcerto sulla faccia di Paxton a far rivoltare lo stomaco di Devi come un calzino. Potrebbero arrivare a picchiarsi se Shapiro non stesse assistendo alla scena? Il professore continua a rimanere in silenzio, scioccato e paralizzato quasi quanto i suoi studenti.

La mascella di Paxton si contrae appena: “Wow…senti, amico” si sistema meglio sulla sedia in modo da avere una visuale completa del profilo di Ben, “Non so perché te la stai prendendo tanto con me. A malapena so chi sei, per cui ti conviene dirmelo se hai un problema con me”

“Posso rispondere io” quella frase sale alle labbra di Devi prima ancora che riesca a fermarla, il cuore le batte in maniera assurda, il respiro concitato per l’adrenalina e la tensione, “Il problema di Ben è che assolutamente incapace di relazionarsi con altri esseri umani al di fuori di lui…” non guarda Ben mentre pronuncia quelle parole, non ce la fa e con tutta probabilità neanche lui la sta guardando.

Codardo.

“Ragazzi, per favore” Shapiro alza le braccia, visibilmente teso e con l’aria di chi si è appena ritrovato dentro una situazione che non sa minimamente in che modo gestire, “Capisco che essendo giovani, i vostri animi siano in costante fermento, ma non mi sembra il caso di…”

Ben fa spallucce, continuando a mantenere la stessa aria impassibile che ha tenuto sin dall’inizio del suo intervento: “Dico solo che non capiresti una singola parola di quello che dico, visto che non riesci nemmeno a stare al passo con le lezioni. A questo punto, direi che il mio aiuto o quello di Devi si rivelerebbero solo un inutile quanto sciocco tentativo”

Devi sente la rabbia montarle dentro con la forza di un uragano: “Parla per te, Gross. Paxton, ti darò io una mano…”

La breve risata di Paxton è bassa e roca quanto la sua voce: “Sicura? Non pensi anche tu che sprecheresti il tuo tempo con me?”

“Nient’affatto! Io…”

“Oh, ma andiamo, Devi” interviene Ben, continuando però a non degnarla nemmeno di uno sguardo, “Sappiamo entrambi che è così, a meno che tu non trovi stimolante aiutare qualcuno con un quoziente intellettivo decisamente inferiore al tuo”

Devi azzarda un’occhiata verso Ben, avvertendo ogni singolo muscolo del suo corpo contratto per la rabbia, mentre allo stesso modo viene assalita da una tristezza che non si aspetterebbe mai in un frangente del genere. Guarda Ben e le sembra di vederlo per la prima volta: la mascella contratta, gli occhi pieni di una rabbia che Devi non crede di avergli mai visto addosso.

Non sembra più nemmeno lui.

Che cosa ti è preso, Ben?

Stavolta sì che il silenzio viene interrotto da un paio di sussulti scandalizzati, e Devi avverte quasi con un certo distacco le voci di Fabiola ed Eleanor, a pochi metri di distanza dal suo banco.

“El, che sta succedendo?”

“Non lo so, Fab… ma stringimi la mano, ho paura”

“Adesso basta, Ben” Shapiro cerca di apparire minaccioso, ottenendo invece un risultato deludente dal momento che trema come una foglia e la voce acuta tradisce una certa condiscendenza, “Credo proprio che tu debba delle scuse al signor Paxton”

“Non mi scuserò per aver detto la verità. Sarebbe come affermare che il Sole gira attorno alla Terra” afferma Ben con estrema praticità.

“Uh, questa sì che fa male” mormora Fabiola.

“Oh, ma guarda un po’…” Shapiro interviene stavolta con una risatina nervosa, “Sembra proprio che Ben abbia sostituito Devi con Paxton, a quanto pare”

Quell’affermazione smuove qualcosa nello stomaco di Devi, ma l’ira che in quel momento le sta facendo ribollire il sangue è tale da impedire al suo cervello di metabolizzarne il significato.

Il suono della campanella in quel preciso istante sembra opera di un qualche intervento divino, un suono nitido quanto il sospiro sollevato del professor Shapiro.
 

“Si può sapere che cavolo ti è preso?” urla Devi a denti stretti, raggiungendo Ben non appena questi si avvicina al suo armadietto per aprirlo.

“Dovresti essere più specifica” dice Ben impassibile, il volto contratto e lo sguardo fisso sull’interno del suo armadietto.

“E guardami quando ti parlo, Gross!” esclama Devi, più con esasperazione che con rabbia. Detesta il fatto che la ignori, che ancora non si decida a guardarla negli occhi da quando sono tornati a scuola, dopo l’episodio a casa sua.

E un dolore sordo alla bocca dello stomaco la coglie nell’attimo in cui finalmente gli occhi di Ben incrociano i suoi, così tristi e freddi come non li ha mai visti. Specialmente rivolti a lei.

Ben non l’ha mai guardata in quel modo, nemmeno quando la tensione fra loro in classe ha raggiunto picchi così alti da spedirli dritti nell’ufficio della preside.

Nello sguardo di Ben Devi ha sempre visto solo una scintilla, un fuoco. Mentre adesso sono spenti, freddi come lastre di ghiaccio blu.

Perché mi mette i brividi?

“Cosa vuoi, David?” le chiede con aria apparentemente svogliata, quando in realtà dalla sua faccia le sembra solamente stanco e spossato.

“Voglio sapere per quale motivo hai trattato Paxton in quel modo, poco fa in classe”

L’espressione accigliata di Ben le fa venire voglia di sbattergli un libro nello stomaco, in modo da fargli provare la stessa sensazione che ha provato lei nell’ultima mezz’ora per causa sua: “In che modo l’ho trattato?”

“Da schifo, ecco come l’hai trattato”

“Perdonami, David. Ma non mi sembra proprio che tu abbia ragione su questo punto”

“Ah, no?” Devi incrocia le braccia al petto, mentre sente la rabbia montarle dentro come un’onda gigantesca, “A me invece sembra che tu sia proprio uno stronzo, Gross”

Lo shock sul viso di Ben non è grande quanto Devi si sarebbe aspettata, ma è comunque abbastanza da fargli richiudere l’armadietto con uno scatto secco, “Come hai detto?”

“Ho detto che sei uno stronzo” ripete Devi, scandendo ogni sillaba e avvertendo ogni fibra del corpo fremere per la rabbia e la voglia di sputargli in faccia tutto il veleno che ha accumulato negli ultimi giorni per colpa sua, a causa della sua ostinazione nel volerla ignorare a tutti i costi senza nessuna spiegazione plausibile.

Forse una spiegazione c’è, ma sei tu che non la vuoi vedere...

“Sono uno stronzo perché ho trattato Paxton per quello che è?” le chiede, a voce talmente bassa e roca da farle venire la pelle d’oca.

“No” dice Devi, improvvisamente conscia del fatto di non voler essere lì, mentre la rabbia sfuma progressivamente, e cedendo il posto ad una tristezza e ad un vuoto infiniti “Sei uno stronzo perché ti credevo migliore di così, e invece mi sbagliavo di grosso”

Quelle parole hanno un effetto devastante su di lui, al punto da modellargli i lineamenti del viso in una maschera di puro orrore.

Godendo interamente a quella vista, Devi gli volta le spalle allontanandosi di corsa senza dare a Ben il tempo di aggiungere altro.

La visione di Paxton dal fondo del corridoio le accende una luce nel cervello, e decide di accoglierla come un segno divino.

Spera solo che Ben non l’abbia persa di vista un secondo e che la stia guardando in questo preciso istante, mentre procede a passo spedito verso Paxton, che al momento è impegnato in una conversazione con Trent e un altro paio di ragazzi.

“Ehi, Paxton” chiede non appena si ritrova di fronte a lui, “Sei libero questo venerdì sera?”

Lui la osserva con un’espressione confusa: “Ehm, credo di sì. Perché?”

“Ti va di uscire con me?”

Nemmeno i fischi di approvazione degli amici di Paxton riescono a farla sentire in imbarazzo, perché in questo momento Devi si sente addosso una forza e una determinazione incredibili, una sensazione che ha provato solo quando alcune settimane prima gli ha chiesto se era disposto a fare sesso con lei.

“Oh, ehm… sì, nessun problema”

“Fico” asserisce lei, pensando inspiegabilmente a Ben e al vuoto cosmico riflesso nel suo sguardo soltanto pochi istanti fa. Un vuoto che le sembra la stia schiacciando come un enorme buco nero pronta a risucchiarla.

Quando lo racconta ad Eleanor e Fabiola durante la pausa pranzo, il loro scarso entusiasmo somiglia stranamente a quello che si porta segretamente dentro.

Fabiola si mostra comunque più pratica accettando di buon grado la cosa, “Era ora che ti decidessi a farlo”), al contrario di Eleanor che non si è risparmiata nel mostrare il suo disappunto, “Strano che ti ci sia voluta una mezza rissa in classe fra Paxton e Ben per deciderti”.

A quel commento Devi ha scelto di non rispondere, ma ha semplicemente annuito tornando a concentrare la sua attenzione sul suo sandwich al tonno.


 

Ben pensa di averla davvero combinata grossa, stavolta.

E di essere arrivato ad un punto di rottura definitiva con Devi, e questa è solo la punta dell’iceberg di odio e ribrezzo infiniti che prova per sé stesso in questo momento.

Non ha idea di come e perché si sia rivolto in quel modo a Paxton nella classe di Shapiro.

La rabbia e il risentimento si sono accresciuti al punto da farlo smettere di ragionare, spegnendogli completamente il cervello e spingendolo a comportarsi in un modo che non gli appartiene.

L’unica persona con cui ha mai discusso in classe è stata sempre Devi, sin dalle scuole elementari: era un dato di fatto che bisticciassero continuamente nel consueto spirito della loro rivalità accademica, facendo disperare professori e compagni per tutti gli anni successivi.

Non gli è mai capitato di rivolgere quel tipo di veleno a qualcuno che non fosse Devi, specialmente se poi si tratta di qualcuno come Paxton Hall-Yoshida.

La verità, ripete mentalmente a sé stesso entrando in casa sua (vuota come di consueto, senza i suoi genitori e Patty), è che voleva umiliarlo: voleva umiliare Paxton di fronte a Devi.

Ma perché tanto disturbo, poi?

Ma è ovvio, non ti pare? Vuoi che Devi capisca che può avere di meglio di uno come quello.

Sì, ma alla fine non sarebbe servito a niente.

E non soltanto perché ha ottenuto l’effetto diametralmente opposto, visto che Devi vuole comunque uscirci insieme.

La cosa in assoluto più mortificante di tutta quella faccenda che si deve attribuire solamente alla sua stupidità è il fatto che adesso Devi è tornata ad odiarlo, forse anche più di prima.

Ben vorrebbe tanto prendersi a calci per questo, per aver perso definitivamente l’unica vera amica che abbia mai avuto, la sua nemesi che però è anche stata da sempre una costante solida e ferma della sua intera vita da quando aveva sei anni.

Ha perso Devi, e con lei persino quella timida amicizia che nei giorni precedenti erano riusciti a mettere insieme un po’ alla volta.

Ed è proprio sapendo di averla persa per sempre che già gli manca da morire. Gli manca così tanto da sentire una fitta sorda alla pancia che adesso lo sta piegando in due.

Si butta sul letto, la faccia inchiodata al cuscino e le mani sopra la testa…

Idiota idiota idiota idiota

Devi ha ragione nel definirlo uno stronzo, e ha tutte le ragioni per farlo.

In fondo Ben ha sempre saputo di esserlo, uno stronzo.

Soprattutto nei confronti di Devi, e questa cosa lo ha segretamente tormentato per tanto tempo.

Se ne sono dette di cose terribili a vicenda, una cattiveria gratuita nata spontaneamente dall’aggressività dettata dalla loro rivalità. È ciò che li ha forgiati per tutti questi anni, portandoli a diventare le storiche nemesi di adesso.

Cos’è che le hai detto nella sua cucina? “A volte è divertente rendere le giornate delle altre persone schifose come le tue…”

Ben si considera una persona orribile, ma è così abile nel mascherare le sue insicurezze indossando un’armatura fatta di narcisismo, intraprendenza e pura ambizione.

Per lui e Devi farsi beffe l’uno dell’altra è sempre stata una pura abitudine.

Ma da quella sera nella sua cucina, subito dopo aver cenato con lei e la sua famiglia, Ben si è sentito davvero bene per la prima volta dopo moltissimo tempo.

Non gli era mai capitato di parlare a cuore aperto con qualcuno, di mostrarsi così apertamente vulnerabile e ben disposto ad ammettere le sue insicurezze; soprattutto, non avrebbe mai immaginato di poterlo fare proprio con Devi.
Quell’episodio è stato lo spiraglio che ha spianato la strada ad una connessione emotiva fra di loro, mostrando come è semplice e bello parlare e confidarsi e persino ridere insieme all’altro, e non dell’altro. Invece, dopo oggi, persino quella connessione emotiva sarà solo un lontano ricordo.

Insieme a Malibu e al bacio che resterà impresso lì, parte di un passato che non si ripeterà mai più.

Se solo riuscisse ad arrendersi all’evidenza dell’impossibilità di cambiare il corso delle cose.

Se solo riuscisse a dimenticare tutto, ogni cosa che riguarda Devi e il modo in cui lo fa sentire…

Batte il pugno sul materasso desiderando che sia duro in modo da farsi male per davvero, soffoca un grido di frustrazione dentro il cuscino e solleva un po’ il viso per guardare un punto sulla parete.

C’è una piccola incrostatura grigia sull’intonaco bianco, visibile per quanto piccola in mezzo a quella vasta solitudine chiara.

Ben pensa con grande frustrazione e molta tristezza che quella macchia solitaria sul muro gli assomigli parecchio.

 

   
 
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