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Autore: piccola_Calliope    21/11/2020    2 recensioni
Questa storia, racconta della vita e delle vicende amorose di tre sorelle Arya, Aurora e Rosalia.
Non vi anticipo nulla, sarete voi a voler entrare nel loro mondo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Prologo
POV. ARYA

A 32 anni mi immaginavo bella, ricca, con un lavoro che mi aggradasse, innamorata persa di mio marito e con almeno un figlio.
Spazzolo i miei capelli castani mentre osservo il mio viso…
Ho compiuto 32 anni ieri…Non ho festeggiato. Odio il mio compleanno.
Carezzo il mio viso, sono bella, somiglio molto alla mia nonna paterna, non affermo con presunzione d’esser bella, è ciò che tutti mi dicono, alla fine se qualcosa ti viene ripetuto spesso, ci credi.
Sono ricca, provengo da una delle famiglie più facoltose di Roma. Ho un lavoro che fa’ si che la mia ricchezza aumenti…Ho preso il posto di mio padre come direttore di una filiale delle nostre banche.
Non ho nessun marito, compagno o fidanzato…L’amore è per i deboli, per la vita che faccio non posso permettermelo.
Io sono dovuta crescere in fretta. I miei genitori hanno avuto un incidente quando io avevo 12 anni, il giorno del mio compleanno e mi hanno lasciato due sorelline da crescere, due sorelline a cui dovevo garantire un futuro roseo…Aurora e Rosalia.
Quel giorno ho smesso di credere nei sogni, di piangere e d’esser debole, non potevo permettermelo…Dovevo impegnarmi per non far mancare nulla alle mie sorelle, ho studiato tanto per prendere il posto di mio padre, come capo, ho fatto di tutto pur di renderli fieri di me. Ci sono riuscita? Spero di si.
Sento bussare alla mia porta.
-Avanti-affermo posando la spazzola.
-Mia signora è pronta? L’auto l’attende-mi informa Pier il nostro fedele maggiordomo.
-Qualche secondo-rispondo con un sorriso di circostanza…Con la morte dei miei genitori sono morta un po' anch’io…
Mi metto un po' di lucidalabbra, due gocce del mio profumo, afferro la mia ventiquattrore e raggiungo l’autista, che come ogni mattina mi porterà alla banca.
-Buongiorno mia signora-mi sorride Anselmo il nostro autista.
-Buongiorno Anselmo-regalo anche a lui un sorriso di circostanza, poi mi perdo nelle mail che continuano a far trillare il mio smartphone.
Le mie giornate sono tutte identiche…Ma va bene così, io odio gli imprevisti e gli errori, tutto deve sempre filare liscio.
Arrivo in filiale.
-Le auguro una buona giornata-Anselmo mi sorride.
-Anche a te Anselmo, ci rivediamo alle 14:00-esco dall’auto.
Faccio un bel sospiro ed entro pronta a terrorizzare i miei dipendenti…Si perché tutti mi temono, nessuno osa guardarmi negli occhi, al mio passare ogni sussurro si interrompe…Nessuno ha il coraggio di andarmi contro, tutti all’infuori di uno, Michele, il mio assistente personale. Lui che mi ha affibbiato il soprannome di C18 quella robottina biondina, che è un personaggio di Dragon Ball, lui ritiene che io sia fredda ed insensibile esattamente come un robot, forse ha ragione, niente e nessuno mi smuove, io vivo esclusivamente per il mio lavoro e per far si che ad Aurora e Rosalia non manchi nulla.
POV. MICHELE
Sto mangiando delle caramelle gommose mentre chiacchiero con una mia collega.
-Hai visto l’ultima stagione del trono di spade?-mi chiede entusiasta.
-E’ un capolavoro-affermo estasiato.
Siamo impegnati a descrivere le dinamiche di una delle puntate quando a tutti i dipendenti arriva un messaggio.
‘’C18 è qui’’.
-E’ arrivata-la mia collega sbianca e corre verso la sua scrivania.
Io proietto il mio sguardo verso l’ascensore in attesa della mia regina.
Si Arya Martino da un anno e mezzo è la mia regina, ricordo il giorno del mio colloquio come se fosse ieri…Lei seduta alla sua scrivania a fissare il suo computer in silenzio, al mio ingresso non solo non mi aveva degnato di uno sguardo, ma non mi aveva nemmeno salutato…Niente nemmeno un cenno con il capo, come se non fosse entrato nessuno. Il colloquio con il suo avvocato stava andando di merda e poi dal nulla ho fatto un’osservazione sulla borsa italiana…In quel momento i suoi occhi si sono posati su di me, giuro di aver tremato, uno sguardo gelido…Nonostante abbia dei bellissimi occhi castani e quindi non colori che potessero essere associati al freddo ghiaccio.
-Arya non credo…-con un cenno della mano interrompe il parlare dell’avvocato.
-E’ assunto-mi osserva ancora un secondo e poi riprende a fissare il suo computer.
Da quel giorno è passato un anno e mezzo e milioni di flaconcini contro il bruciore di stomaco, questa donna ha reso la mia vita un inferno…E’ odiosa, fredda, crudele, non sorride mai, e parla pochissimo, le ferie per lei non esistono,  lavoro come un matto…Mi chiederete perché se la odi cosi tanto continui a lavorare per lei? Perché ho imparato e sto imparando tantissimo e un giorno io diventerò il suo peggior incubo, sarò suo nemico e farò fallire tutte le sue banche.
Distruggerò la mia bellissima regina cattiva…C18, si cosi la chiamo…E’ fredda, antipatica come quella robottina in dragon ball, si lei poi diventa buona e si sposa con Crillin, ma Arya Martino, no lei non sarà mai buona.
L’ascensore si apre e compare lei in tutto il suo splendore, ho già detto che è bellissima? Alta snella, capelli castani leggermente mossi, occhi profondi color cioccolato, labbra carnose e un neo sotto il labbro destro che è la sua particolarità. Indossa un composto tailleur grigio, cattivo segno, quando si veste di grigio è più di cattivo umore del solito.
Infatti qualche secondo dopo si ferma di fronte alla scrivania della collega con cui parlavo prima e fissa la piantina che si adagia su questa.
-Abbiamo aperto un negozio di fiori?-domanda carezzando la piccola margherita.
-Assolutamente no-risponde la mia collega con voce tremolante.
-Fai sparire questa stupida piantina se non vuoi che io faccia sparire te-fulmina con uno sguardo la mia collega e poi continua la sua camminata.
Si ferma di fronte a me e mi osserva in silenzio.
-Michele potresti ricordarmi quanti anni hai-afferma acida.
-Quasi 31 mia signora-dico, odio chiamarla cosi, ma nessuno la chiama diversamente, tutti a riverirla, sempre questo odioso mia signora.
Lei continua ad osservarmi in silenzio.
-Credo che l’età della caramelle gommose e zuccherate sia passata da un pezzo, hai dei residui di zucchero per tutta la giacca e sistemati quella cravatta, sembri un idiota-detto ciò si allontana.
-Buongiorno c18-sbuffo.
Due secondi dopo sento urlare il mio nome dal suo ufficio.
-Che adorabile giornata del cazzo-mi sistemo la cravatta e la raggiungo. Cosa desidera mia signora?-mi forzo di sorriderle.
-Cos’è?-chiede indicando la sua scrivania.
Io sorrido.
-Perché sorridi mio caro Michele?-domanda ancora più acida.
Io mi accomodo di fronte a lei, e lei mi fulmina, non mi ha dato il permesso di sedermi, ma io me ne infischio, spesso le vado contro e non mi hai mai licenziato per questo.
-E’ una fetta di una prelibatissima torta al cioccolato che vendono in un pasticceria qui vicino-sorrido.
-Io non assumo zuccheri, perché si trova sulla mia scrivania?-chiede ancora.
-Ieri è stato il suo compleanno, volevo fare un gesto carino-continuo a sorridere, lei odia per una strana ragione festeggiare il suo compleanno e io volevo irritarla, lo ammetto sono un po' masochista.
Lei fissa immobile e seria la fetta di torta. Non è umana, non vuole festeggiare il suo compleanno e riesce a resistere di fronte ad una torta deliziosissima.
-Ti do due secondi per portarla via-detto ciò inizia a fissare il suo computer.
-Mia signora, è il mio regalo per il suo compleanno, potrebbe assaggiarne almeno un pochettino-insisto.
Lei proietta il suo sguardo gelido su di me, ho i brividi lo giuro, mi fa sempre questo effetto.
Un secondo dopo con una sola manata fa volare il piatto e la torta per terra…Io resto a bocca aperta, è sempre stata un po' crudele ma…
-Pulisci-afferma digitando qualcosa al computer.
-Ma…-cerco di obiettare, ma il suo sguardo gelido si posa ancora una volta su di me.
-Non permetterti mai più di fare una cosa del genere. Pulisci e poi sparisci alla mia vista-afferma freddissima.
Io non oso più ribattere, è proprio una strega cattiva, ma un giorno pagherà cara questa sua crudeltà, un giorno la distruggerò.

POV.AURORA
Giro annoiata il cucchiaino dentro il mio cappuccino, mentre la mia migliore amica non la smette di parlare di vestiti, borse e scarpe che desidera comprare.
-Aurora ci sei?-mi dà un pizzicotto sulla mano.
-Mi hai fatto male Mia-mi lamento.
-Allora preferisci il vestitino rosa o quello verde?-scocciata mi mostra il suo telefono.
Sto per risponderle quando lei ricomincia a parlare.
-Sono una sciocca perché chiedo consiglio a te che non capisci nulla di moda-sbuffa.
Io la osservo in silenzio e cerco di capire perché la reputi ancora la mia migliore amica…In realtà il nostro legame, è uno di quelli che nasce per forza…
Lei è la figlia del migliore amico di mio padre, abbiamo la stessa età, siamo nate ad un mese di differenza, i nostri genitori non desideravano altro che noi due crescessimo come sorelle…Ma la realtà è che Mia è da sempre stata una stronza, mi ha sempre umiliata, ma io sono troppo buona per mandarla al diavolo…Lei è la classica ragazza bellissima, alta e biondissima, desiderata da tutti, io sono la sua amichetta sfigata che adora passare i suoi pomeriggi a leggere piuttosto che a provare vistosi abiti per negozi. Ho 25 anni e mai avuto un ragazzo…Nemmeno un bacio, sono una vecchietta priva di esperienze, cotta da sempre del ragazzo impossibile.
Ecco mi basta pensarlo per farlo comparire, peccato che io per lui conti meno di zero.
-Oh guarda c’è il tuo amoruccio, quello che non ti cagherà mai-Mia sorride, quanto è odiosa, si devo proprio trovare il coraggio di mandarla al diavolo .-Edoardo-sbracciandosi lo chiama.
-Non farlo venire qui-sussurro già in imbarazzo.
-Troppo tardi tesoro-continua a mostrarmi i sui denti perfetti, che le romperei volentieri con un cazzotto se non fossi un’inetta.
Edoardo, il mio bellissimo Edoardo la nota, le sorride e si dirige verso di noi.
-Forse è meglio se io vada-inizio ad agitarmi.
Mia mi osserva disgustata, certo lei che problemi ha? Schiocca un dito e tutti i ragazzi sono ai suoi piedi.
Niente, devo assolutamente andare via, mi alzo proprio quando Edoardo sta per accomodarsi e….
-Ciao Mia-le sorride.- Che cazzo fai?-mi urla contro saltando in aria, gli ho riversato il mio cappuccino addosso.
-Aurora sei un disastro-Mia mi rimprovera. -Oddio Edoardo mi dispiace tantissimo, la mia amica è cosi sbadata-inizia a passare dei fazzolettini sul maglione di Edoardo.
-Almeno non era bollente-sbuffa lui.
Io mi perdo nell’osservarlo, lui…E’ superlativo, alto con il fisico palestrato al punto giusto, ha un sorriso stupendo, i suoi occhi sono grandi, castoni e molto espressivi, e i suoi capelli castano chiari sembrano cosi soffici.
-Ma io ti conosco-afferma lui improvvisamente.
Il mio cuore prende a martellare.

POV. EDOARDO
La mia giornata era iniziata proprio male…Appena alzato avevo avuto una lite furiosa con mio padre, aveva scoperto che non avevo dato due esami, quando in realtà io avevo inventato di aver preso 30 ad entrambi. Io odio studiare giurisprudenza e proprio mio padre non lo capisce…Devo portare avanti la tradizione di famiglia, io in realtà avrei voluto studiare lettere…Ma purtroppo ho dovuto accontentare il suo volere.
Il mio umore era nerissimo, ma  arrivato in università migliora, la bellissima e meravigliosa Mia Donatelli mi saluta…Chi non vorrebbe scoparsi questo gioiellino? Mi dirigo da lei convinto e la sua stupida amichetta rovina tutti i piani.
La osservo, è una ragazza insipida, castana, occhiali, senza trucco, guanciotte rosse; una tipa totalmente anonima. Però….
-Ma io ti conosco-affermo non smettendo di osservarla.
Lei mi fissa in silenzio, ha degli occhi bellissimi comunque…Grandi tra il castano e il verde, senza dubbio molto particolari.
-Io vado-balbetta.
-Nemmeno ti scusi? -chiedo sorridendo.
Lei mi fissa di nuovo in silenzio.
-Io…-prende a fissarsi le scarpe.
-Che ne dici se dopo la lezione andiamo a comprare un maglioncino nuovo? -mi domanda Mia sorridendo.
-In realtà dovrebbe ricomprarmelo il folletto-sorrido ad Aurora Martino, so perfettamente chi è.
-La conosci? -chiede Mia sorpresa.
Aurora non stacca lo sguardo dalle sue converse lilla, decisamente una pessima scelta di colore.
-Mia io vado-continua a balbettare Aurora.
-La conosco-sorrido a Mia.
-Credevo che non sapessi nemmeno della sua esistenza-afferma Mia.
-Mi dispiace per il tuo maglioncino, devo ripagarti-dice Aurora, ma non mi guarda.
Sorrido, Aurora Martino rappresenta un bellissimo ricordo della prima adolescenza…In effetti è da quel episodio che non mi  hai più rivolto la parola…
-Hei folletto-la richiamo.
Lei finalmente mi osserva per più di venti secondi.
-Non fa nulla per il maglione-le sorrido.
Lei rimane impassibile, se non fosse per un po' di tepore sulle sue guance.
-Posso capire come vi conoscete voi due?-domanda Mia, curiosissima.  -Bell’amica, mi hai sempre detto che per Edoardo tu non esisti-Mia la rimprovera, lei abbassa di nuovo lo sguardo.
-Ma niente, ci siamo conosciuti tramite le nostre madri, comunque accetto per il maglioncino, ma mi secca seguire la lezione ci andiamo adesso?-domando sorridendo, alla superlativa Mia Donatelli, si devo proprio farmela.
-Certo-sorride lei entusiasta.
Aurora rimane lì in silenzio.
-Ciao folletto-il mio saluto non viene ricambiato.

POV. ROSALIA
Stamattina proprio non riesco a stare sveglia, osservo il quaderno pieno di glitter di Matilde la mia migliore amica, giusto perché ha un colore esageratamente accesso che mi spinge a tenere gli occhi aperti.
-Ma che ora hai fatto ieri?-chiede lei ridendo.
-Tipo le quattro-rispondo.
-Ci sei andata a letto?-domanda maliziosissima.
-Mi ha baciato, il suo alito sapeva d’aglio-affermo disgustata, si l’uscita di ieri sera, è stata davvero pessima.
-Te l’ ho detto Lia, devi smetterla con i cretini che ti contattano su instagram-mi rimprovera Matilde.
-Ma dai, sai che mi piace divertirmi-dico.
Si, non voglio nessun legame, solo tanto divertimento e del sano sesso per scaricare la tensione accumulata a causa dell’università. Sono al secondo anno di medicina, si ok è il mio sogno, ma è un sogno cosi difficoltoso da realizzare…A 7 anni quando ho compreso il perché i miei genitori siano morti, ho deciso che non avrei mai permesso che qualche altro bambino si trovasse senza mamma e papà, l’unico modo per fare ciò era diventare un medico, e quindi a 22 anni, eccomi qui, in un noioso Lunedì pronta a seguire una lezione di Anatomia 2.
-Sei una ragazza così piena di pregi, sei una così una bella persona, sono sicura che potresti trovare un ragazzo pronto ad amarti incondizionatamente-Matilde mi carezza la guancia.
-Sei fidanzata da quando hai 14 anni, è normale che tu abbia questo pensiero, ma lì fuori è pieno di ragazzi stupidi, utili solo a regalare qualche orgasmo, io sto bene cosi Mati-le dico e il mio mal di testa aumenta, questi discorsi sono davvero una palla.
Lei sta per ribattere quando il prof Casali, fa il suo ingresso, seguito da un biondino…
-Chi è quello? Casali ha un assistente? -domanda Matilde sorpresa, ha tutti è noto il sadismo di Casali, non vuole assistenti perché vuole essere lui a distruggere i suoi studenti agli esami.
Io osservo il ragazzo, si carino, alto, biondino, occhi verdi, barbetta, viso abbastanza fine e bel fisico, è vestito abbastanza bene con un elegantissimo completo blu, è visibilmente un leccapiedi di Casali.
-Buongiorno cari studenti-Casali ci sorride, il biondino ci osserva attentamente.
Per un nano secondo i nostri occhi si incrociano, si è davvero un bel ragazzo…Ha uno sguardo molto profondo.
-E’ un bel ragazzo-sussurro a Matilde.
-Vi starete chiedendo chi sia questo ragazzo quest’oggi con me, è noto che io abbia scelto di non aver assistente, ma questa volta di fronte al dottor Toccafondo ho dovuto fare un’eccezione…E’ figlio di un mio carissimo amico, ed è uno dei medici turchi più promettenti-spiega Casali.
-Turco?-domando a Mati.
-La madre è una nota oncologa turca, il dottor Toccafondo ha studiato in Turchia, partecipato a due grandi progetti di ricerca, è molto qualificato, e non potevo trovare di meglio, la mia età avanza e ho bisogno di qualcuno di preparato pronto a sostituirmi-Casali sorride al dottorino Toccafondo.
-Buongiorno cari ragazzi-Toccafondo, che è davvero un cognome ridicolo, ci sorride, ha un bellissimo sorriso, si è proprio bello…
-Oggi terrà lui la lezione, vi lascio in buone mani-Casali si congeda.
-Salve ragazzi mi chiamo Kerem Toccafondo-il dottorino continua a sorridere.
-Kerem?-domando a Mati, alzando notevolmente la voce.
Si ho alzato decisamente la voce, Kerem, il dottorino, mi fissa.
-Non ha compreso bene il mio nome signorina?-domanda lui.
Lo ammetto il suo sguardo mi intimorisce.
-No scusi-balbetto, io balbetto? Io che non ho mai balbettato nella mia vita, io sono sicura di me.
-Posso iniziare la mia lezione?-chiede acido.
-Assolutamente si-sorrido, cerco di ammorbidirlo, ci manca solo che il pupillo di Casali mi prenda in antipatia.

POV.KEREM
E’ la prima lezione che tengo in vita mia. Sono felice, il professor Casali mi ha offerto una grandissima opportunità, mi ero stancato della Turchia, volevo tornare in Italia e trovare un lavoro che mi soddisfacesse, ed è questo quello che è successo.
-Professore posso fare una domanda?-chiede un ragazzo in prima fila, sentirsi chiamare professore, fa proprio un bel effetto.
-Certamente-gli sorrido.
-Prima di avviare la lezione, potrebbe fare un accenno ai progetti di ricerca a cui lei ha partecipato? Credo sarebbe davvero interessante-il ragazzo mi sorride, è un tipo curioso e fa bene.
-Mi piace la sua curiosità-sorrido e inizio a discorrere sui progetti di ricerca a cui ho partecipato.
Sono abbastanza preso dal discorso e i ragazzi sembrano seguirmi attentamente, quando un fastidioso suono mi distrae, mi zittisco e mi volto verso la provenienza del suono, qualcuno sta sonoramente russando.
E’ la rossa di prima…Quella che non aveva compreso il mio nome.
La brunetta accanto a lei cerca di svegliarla, io le faccio cenno di smetterla e mi avvicino a lei.
Io mi reputo una persona seria che sul lavoro poco si fa trasportare dalle emozioni, eppure questa ragazza per una stranissima ragione mi ha urtato al primo sguardo, poi mai visto uno scricciolo così piccolo russare così tanto.
-Ha dormito male la sua amica-affermo osservando la brunetta accanto all’antipatica rossa.
La ragazza prova a dire qualcosa, apre la bocca ma non emette nessun suono.
Io osservo la rossa qualche altre secondo…Poi afferro il quaderno dove ha adagiato la sua testa e lo tiro, facendola sbattere sul banchetto, almeno si sveglia…
-Porco diavolo-afferma ancora ad occhi chiusi.
Li apre e sbianca trovandomi davanti a lei, io la guardo malissimo.
-Lei si chiama?-domando serissimo.
-Posso non rispondere?-afferma e ammetto non scoppiare a ridere è davvero difficile.
-Mi ricorderei la sua faccia signorina-rispondo.
-Rosalia Martino-dice.
-Rosalia?-imito il suo tono quando non aveva compreso il mio nome, lei annuisce.- Abbiamo lezione domani Rosalia?-lei sbianca, non sa nemmeno l’orario delle lezioni.
-Si professore-risponde il ragazzo curioso di prima.
-Bene Rosalia, domani mattina voglio sulla mia scrivania una tesina di venti pagine sulle strutture anatomiche a livello cerebrale, coinvolte nei disturbi del sonno-sorrido.
-20 pagine?-chiede a bocca aperta.
-Se obbietta facciamo 30-sorrido soddisfatto.
-Posso riavere il mio quaderno? -domanda acidissima, osa anche tenere questo atteggiamento, i suoi occhioni marroni mi stanno visibilmente sfidando.
-Spero che ci annoti qualcosa di diverso dalla sua bava-le consegno il quaderno e mi allontano.
-Stronzo-sussurra, ma io la sento benissimo.
-30 pagine-concludo, lei mi fulmina, se uno sguardo potesse uccidere sarebbe quello di Rosalia Martino.
Angolo autrice
Salve, ringrazio chi è arrivato fin qui :)
Allora che ve ne pare? Quale delle tre sorelle preferite? E quale storia? La regina di ghiaccio, la sfigatella innamorata del ragazzo impossibile che però si ricorda di lei o il prof e la studentessa? Spero che la storia vi abbia intrigato, è un pò diversa rispetto alle altre storie, perchè qui  mi trovo ad avere sei protagonisti...Ah quale dei tre ragazzi vi intriga di più?
Tanti saluti piccola_Calliope
  
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