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Autore: Alibanana97    21/11/2020    0 recensioni
Crossover scritto a quattro mani con claudd97.
Immaginate se i personaggi di Glee facessero parte del mondo magico: all'improvviso, si ritrovano a doversi trasferire per un intero anno ad Hogwarts, dove conoscono i personaggi di Harry Potter. Cosa succederà? Quali amori nasceranno?
Dal testo: "Gli studenti, a partire dal quinto anno, verranno divisi nei vari gruppi dei laboratori e saranno mandati in varie scuole da ogni parte del mondo. [...] Precisamente, voi verrete accompagnati alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts"
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Blaine Anderson, Hunter Clarington, Kurt Hummel, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In quei giorni, le coppie di ragazzi che dovevano prepararsi per il musical stavano passando più tempo insieme per vedere come organizzarsi; tra queste, anche Thad, suo malgrado, dovette decidere di stare con Sebastian durante alcuni pomeriggi dopo le lezioni per riuscire a lavorare sul loro copione. Così, gli aveva dato appuntamento per quel pomeriggio in un’aula vuota del castello. Appena arrivato, vide che Sebastian non era ancora lì, così, sospirando, si sedette ad un tavolo e tirò fuori il copione, iniziando a sfogliarlo. Qualche minuto dopo, entrò nell’aula Sebastian sorridendo. “Eccomi! Ti sono mancato Thad?” domandò vedendolo e sedendosi di fronte a lui. Thad ignorò la sua domanda. “Iniziamo a lavorare” borbottò rimanendo con lo sguardo sul suo copione. Sebastian guardò il Tassorosso, poi sospirando aprì anche il suo copione. Iniziò a leggere le battute delle loro scene, quando una scena gli saltò all’occhio: c’era un momento dello spettacolo in cui si sarebbero dovuti baciare. Così sorrise maliziosamente e rialzò lo sguardo verso l’altro. “Partiamo da questa scena!” esclamò indicandola. Thad guardò il copione del compagno, poi guardò male Sebastian. “Possibile che pensi sempre solo a quello, Smythe?” gli chiese irritato. “Vabbè, io ci ho provato” rispose il Serpeverde ridacchiando, per poi alzare le spalle e continuare a guardare il copione. Thad lo guardò, sorpreso dal fatto che Sebastian si fosse arreso così presto, ma non ci fece caso più di tanto e tornò anche lui a studiare.

Draco continuò a ricevere bigliettini da Harry, che era intenzionato a non arrendersi per farsi perdonare dal Serpeverde, il quale, nonostante non volesse ammetterlo, era compiaciuto da quelle dichiarazioni da parte del Grifondoro, ma continuava ad evitarlo, facendo finta che non gli interessasse. Nonostante non volesse perdersi d’animo, Harry però era piuttosto scoraggiato dopo l’ennesima sfuggita di Draco, non riusciva a capire cosa poteva fare di più per riconquistare il Serpeverde. Durante uno di quei pomeriggi di prova per il musical che facevano tutti insieme in aula canto, Ginny si accorse che qualcosa non andava, Harry sembrava piuttosto distratto, così si fermò dal recitare e gli si avvicinò. “Harry, vuoi stare qui a fissarlo tutto il giorno o hai intenzione di fare qualcosa?” gli domandò ridacchiando. Il Grifondoro si destò dai suoi pensieri, distogliendo lo sguardo da Draco, che dall’altra parte della stanza stava provando con Kurt, e si girò verso la rossa. “Non so cos’altro fare, se provo ad avvicinarmi non vuole ancora parlarmi e nonostante tenga i miei bigliettini, si comporta come se non gli importasse” mormorò sospirando. “Se tiene i bigliettini vuol dire che gli importa Harry, e se quello è l’unico modo con cui puoi comunicargli, fai in modo di fare un passo avanti” gli suggerì Ginny. Harry ci pensò su: forse Ginny aveva ragione, avrebbe dovuto fare un passo avanti chiedendogli di uscire, perché aveva bisogno di guardare Draco negli occhi e dirgli tutto quello che provava per farsi perdonare davvero. Così per capire il modo migliore per approcciarsi al Serpeverde, Harry decise di prendere un paio di giorni per rifletterci su, isolandosi dal resto appena poteva, andando spesso a schiarirsi le idee volando con la scopa sul campo da Quidditch. Dopo averci meditato a lungo, una sera il Grifondoro si convinse a scrivere il suo ultimo biglietto, sperando che il Serpeverde accettasse la sua offerta.

Quella sera, Draco era seduto sul suo letto nel dormitorio dei Serpeverde, quando sentì Edvige picchiettare contro il vetro della finestra, così si alzò, andò ad aprirle e, quando vide il bigliettino di Harry legato alla sua zampa, si sentì sollevato, perché era da qualche giorno che aveva notato il moro più distante e non si era più visto recapitare bigliettini fino a quel momento. Così, un po’ emozionato, Draco prese la lettera per poi vedere la civetta volare via, dopodichè si risedette sul letto, aprì la busta e, dopo aver visto che non ci fosse nessuno intorno, lesse il contenuto. “Ciao Draco, visto che questi bigliettini non mi hanno aiutato a riavvicinarmi a te, ho deciso che questo sarà l’ultimo. Nonostante ciò, non ho ancora intenzione di rinunciare a te, perché per me sei molto importante e voglio avere l’occasione per dimostrartelo. Mi manchi e vorrei tornare a passare il tempo insieme a te come facevamo prima. So che è complicato fartelo capire via messaggio e proprio per questo vorrei parlarti guardandoti negli occhi, quindi ti aspetterò domani sera alle 9 alla Torre di Astronomia, sperando di vederti arrivare. Harry.” Draco, leggendo, arrossì leggermente: le parole di Harry riuscivano sempre a colpirlo, in un modo o nell’altro. Anche a lui mancava il Grifondoro ed egoisticamente non voleva che Harry rinunciasse a lui perché ci teneva ancora, però era sempre dell’idea che se fossero tornati insieme avrebbe sofferto. Con quelle idee nella testa, era confuso su cosa avrebbe dovuto fare, così si mise a borbottare, camminando per la stanza. “Stupido Potter… Crede davvero che questa lettera cambi qualcosa? Non può sparire per due giorni facendomi preoccupare, per poi rispuntare con una proposta simile! Non cambierà quello che penso. Non ho intenzione di andare a quello stupido appuntamento, Potter dovrà farsene una ragione!” disse tra sé e sé, sapendo però in cuor suo che non sarebbe stato così facile prendere una decisione.

La sera successiva, Harry si presentò puntuale alla Torre di Astronomia, agitato perché non era sicuro che l’altro si sarebbe presentato. Dopo aver aspettato per quelle che a lui parvero ore, maledicendosi per aver lasciato la Mappa del Malandrino in dormitorio così non poteva controllare dove fosse Draco, stava per perdere le speranze, quando sentì dei passi risuonare dietro di sé, così si girò e vide il biondo comparire dalle scale. “Draco… Alla fine sei venuto…” mormorò Harry sorridendo. “Mettiamo subito le cose in chiaro Potter, sono venuto solo per dirti di smetterla una volta per tutte. Come ti ho già detto, non mi importa più di te” intervenne il Serpeverde. “Non ti credo” ribattè il Grifondoro convinto. “Come scusa?” chiese Draco indispettito. Harry si avvicinò a lui, fissandolo dritto negli occhi. “Non ci credi nemmeno tu… Non saresti qui se non ti importasse. Non sarebbe stato necessario venire se avessi voluto chiuderla” “No, volevo essere sicuro che la smettessi, per questo sono venuto” mormorò il biondo, cercando di evitare il suo sguardo. “Come ti ho già detto, non ti credo. Non riesci neanche a guardarmi negli occhi perché sai che non è la verità. Mi manchi Draco e non ho intenzione di perderti solo perché tu hai paura. So bene che entrambi teniamo l’uno all’altro.” “…Non è vero. Non sai quello che provo: io non ho paura” borbottò il Serpeverde, mettendosi sulla difensiva. Il Grifondoro si avvicinò ancora di più a lui. “Guardami negli occhi e dimmi che non provi quello che provo io”. Draco alzò lo sguardo e fissò Harry negli occhi, rimanendo sopraffatto dal suo sguardo e non riuscendo più a dire nulla. Harry, prendendo coraggio da vero Grifondoro, si sporse verso di lui e lo baciò. Draco rimase esterrefatto, ma ricambiò il bacio: gli era gli era mancata la sensazione delle labbra dell’altro sulle sue. Poco dopo, però, si accorse di quello che stava facendo. Non poteva cedere di nuovo, lui aveva troppa paura… così si staccò da Harry e lo riguardò negli occhi verdi. “Non posso…” sussurrò, per poi scappare via, correndo giù per le scale della Torre, lasciando lì il moro, che rimase stupito da quel gesto inaspettato.

Il giorno dopo, tutti si riunirono per la solita lezione del Glee Club. Nell’aula canto si poteva notare un certo nervosismo, dovuto alle varie situazioni irrisolte tra i ragazzi. Harry era particolarmente silenzioso, era rimasto molto male dalla reazione di Draco della sera prima e non aveva voglia di parlare con nessuno. Hermione, Ron e Ginny erano preoccupati per lui, così stavano cercando di tirarlo su di morale. Ginny, in particolare, si sentiva in colpa perché era stata lei a spingere il Grifondoro a incontrare Draco, quindi cercava di distrarlo per non fargli pensare a lui. Dean, vedendo la ragazza interagire così tanto con il moro, provò un po’ di gelosia, così le si avvicinò titubante. “Ginny, non è che ti piace ancora Harry, vero?” le chiese dubbioso. La rossa, sentendolo, si girò verso di lui e lo guardò. “Ancora con quella storia? Avevo 12 anni Dean!” Il ragazzo alzò le mani in segno di resa. “Va bene, va bene. Io chiedevo, non si sa mai!” esclamò. Ginny sospirò. “Tranquillo, non hai niente di cui essere geloso, ok?” gli sussurrò, per poi sorridergli. Nel frattempo, dall’altra parte dell’aula, Draco continuava a lanciare occhiate preoccupate a Harry, notando il suo stato d’animo, cercando di non farsi vedere. Blaise, vedendolo, lo guardò male. “La vuoi smettere? Sai perfettamente cosa dovresti fare per farlo stare meglio!” affermò saccente. Kurt, che era seduto vicino a Draco, li sentì, così si girò a guardarli. “Mi sono perso qualcosa. Che è successo questa volta?” domandò curioso. Blaise, da buon amico, gli raccontò gli avvenimenti della sera prima. Kurt, dopo averlo ascoltato, guardò Draco. “Come te ne sei andato? Ci credo che Harry stia così! Dovresti seriamente parlargli” commentò. “Non tornerò da lui” borbottò il Serpeverde, poi però si girò di nuovo verso Harry e pensò “O forse sì…”. In quel momento, Blaine, che aveva notato Kurt parlare con il Serpeverde, sospirò. “Va bene che dovete lavorare insieme, ma devi proprio stare così attaccato a Draco?” domandò un po’ stizzito. Kurt, sentendolo, lo guardò. “Sei adorabile quando sei geloso… Comunque tranquillo, nella mia testa c’è posto solo per un bel ragazzo” gli mormorò. Blaine sorrise dopo essersi reso conto delle sue parole e gli schioccò un bacio sulle labbra, dopodichè lasciò tornare il castano a parlare con Draco e lui si rimise a chiacchierare con Trent, seduto di fianco a lui, che sembrava parecchio nervoso. “Tutto bene Trent?” gli chiese allora Blaine, stranito. “Non so bene come comportarmi” sussurrò in risposta il Tassorosso. Blaine capì quale fosse il problema: Hunter. “È successo qualcos’altro tra di voi dopo che l’hai lasciato?” “In realtà niente di rilevante, ma vedo che continua a osservarmi da giorni, come si gli importasse ancora di me” “E a te? Importa ancora di lui?” chiese Blaine guardandolo negli occhi. “Non è facile dimenticarsi di una storia simile, ma mi ha fatto soffrire. E ora non capisco cosa lui stia cercando di fare…” “Da amico, ti direi di cercare di evitarlo, se continua potresti provare a parlarci per chiarire la situazione una volta per tutte” gli suggerì Blaine. Trent sospirò, ma annuì, per poi girarsi a vedere con la coda dell’occhio Hunter, che lo stava ancora osservando. “Ma la smetti di fissarlo? Sei inquietante! …Non so come ho fatto a non accorgermene prima. Anzi, non so come hai fatto a non accorgertene prima” mormorò Sebastian, richiamando l’attenzione di Hunter, che finalmente staccò lo sguardo da Trent per girarsi a guardare il compagno. “Sai bene perché non me ne sono accorto prima! Comunque ora il mio obiettivo è quello di riavvicinarmi a lui per parlargli chiaramente, So che gli interesso ancora, ma non so come fare, dato che probabilmente non vuole più vedermi” “Ok, ma se continui a fissarlo in questo modo non lo riconquisterai tanto presto!” commentò l’altro. Hunter lo guardò male. “Come se tu fossi messo meglio di me! Pensa alla tua situazione con Harwood!” ribattè saccente. Sebastian ricambiò l’occhiataccia. “Ho la situazione perfettamente sotto controllo, Clarington” “Se lo dici tu…” Sebastian sbuffò sentendolo, poi però si girò a guardare Thad: effettivamente nemmeno lui sapeva come portare avanti la sua situazione. “Ti sta ancora fissando? Quel ragazzo non ha proprio scrupoli, dopo tutto quello che ti ha fatto…” borbottò Jeff a Thad, dopo aver visto il Serpeverde fissare l’amico. “Già… Continua anche a provarci con me ogni volta che ci troviamo” ammise Thad. “Secondo me dovresti fargli capire che sta solo sprecando tempo, ormai ha perso la sua occasione con te!” affermò Jeff. “Perché non provi a uscire con qualcun altro? Magari ti farebbe stare meglio e allontanerebbe definitivamente Sebastian” propose Nick, intromettendosi. Thad stette per rispondere, ma Jeff lo interruppe. “È un’idea geniale! Sapevo di aver scelto il ragazzo giusto! Comunque ho già deciso: ti organizzerò degli appuntamenti, così troverai quello giusto per te!” esclamò entusiasta. “Non sono troppo convinto che questa sia una buona idea…” concluse Thad, anche se sapeva che Jeff avrebbe fatto di tutto pur di convincerlo.

All’improvviso, entrò in aula il professor Schuester, che si schiarì la voce per parlare, attirando l’attenzione di tutti. “Buongiorno ragazzi! Visto che con il musical siamo tutti molto impegnati e non riusciremmo a fare altre sfide di canto qui al Glee Club, ho deciso che fino alla fine dell’anno, vi lascerò decidere cosa cantare. Perciò siate liberi di scegliere le canzoni che più vi piacciono di settimana in settimana!” annunciò sorridendo. In quel momento, Santana si alzò in piedi. “Se possiamo cantare quello che vogliamo, allora io vorrei dedicare una canzone spagnola a Brittany” ammise mettendosi al centro dell’aula, per poi iniziare a cantare.

Yo te miro y se me corta la respiración
Cuando tú me miras se me sube el corazón (Me palpita lento el corazon)
Y en un silencio tu mirada dice mil palabras
La noche en la que te suplico que no salga el sol
 
Bailando (Bailando)
Bailando (Bailando)
Tú cuerpo y el mío llenando el vacìo
Subiendo y bajando (Subiendo y bajando)
Bailando (Bailando)
Bailando (Bailando)
Ese fuego por dentro me está enloqueciendo
Me va saturando
 
A metà canzone, Brittany la raggiunse e iniziò a ballare di fianco alla latina.
 
Con tu física y tu química
También tu anatomía
La cerveza y el tequila
Y tu boca con la mía
Ya no puedo más (Ya no puedo más)
Ya no puedo más (Ya no puedo más)
 
Con esta melodía
Tu color tu fantasía
Con tu filosofía mi cabeza está vacía
Y ya no puedo más (Ya no puedo mas)
Ya no puedo más (Ya no puedo mas)
 
A questo punto, Brittany invitò gli altri a ballare con loro, così tutti si alzarono e le raggiunsero, dimenticando per un paio di minuti tutte le preoccupazioni.
 
Yo quiero estar contigo
Vivir contigo
Bailar contigo
Tener contigo una noche loca (Una noche loca)
Ay besar tu boca (Y besar tu boca)
Yo quiero estar contigo
Vivir contigo
Bailar contigo
Tener contigo una noche loca
Con tremenda loca
 
Bailando…
Bailando…
  
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