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Autore: lady lina 77    22/11/2020    2 recensioni
La storia dei Romelza riscritta in modo del tutto nuovo, partendo da zero...
Lui è un giovane disilluso dall'amore che dopo aver trascorso tre anni a combattere in Virginia, torna in Cornovaglia e scopre che tutto il mondo che aveva lasciato è in distruzione, suo padre è morto lasciandolo pieno di debiti e il suo grande amore, Elizabeth, è in procinto di sposare suo cugino Francis.
Lei è una giovane ragazza povera di Illugan che viene presa per caso alle dipendenze dei Boscawen e finisce per sposare il nipote di Lord Falmouth, Hugh Armitage, un giovane dalla salute malferma che ha perso la testa per lei...
Ross e Demelza, anime sconosciute, lontane, le cui strade si incrocieranno in modo del tutto imprevisto scardinando ogni loro convinzione sull'amore, sulla vita e sul futuro...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Elizabeth Chynoweth, Francis Poldark, Ross Poldark
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano stati due giorni strani quelli, sia per Ross che per Demelza. La gioia per la miniera li aveva spinti a lasciarsi andare a sentimenti repressi fin troppo a lungo ed era sfociata in baci appassionati e pieni di desiderio…

Era stato bello per entrambi scoprire che l’altro non aveva desiderio di respingerlo e che ciò che sentivano era corrisposto e non vedeva l’ora di venire alla luce. Si desiderano, trovavano meraviglioso lo stare insieme e condividere le cose importanti della loro vita e si erano arricchiti a vicenda, si erano trovati in un mondo spesso avaro di incontri e cose belle e ora non vedevano l’ora di stare di nuovo insieme, totalmente…

Si erano dati appuntamento per il giovedì, per un incontro carico di aspettative, emozioni e promesse. Ma in quei due giorni di attesa, a mente fredda, erano subentrate tante domande, tante ansie, tante normali paure che li riempivano di quesiti: Come sarebbe stato? Si sarebbero delusi a vicenda? Stavano correndo troppo? Erano davvero consapevoli delle ripercussioni di quel passo tanto importante? Come avrebbe travolto tutto questo il loro mondo e le persone a loro vicine?

A tutto questo pensava Demelza, mentre si avviava a cavallo a Nampara. Poteva dire senza ombra di dubbio di essere felice ma anche spaventata. Ross era una persona passionale, sapeva essere il più tenero degli uomini ma era anche decisamente imprevedibile. E se non gli fosse piaciuta? Era spaventata da questo aspetto, lei che mai si era sentita bella e all’altezza delle gran dame che aveva incontrato e conosciuto negli anni. Tutte raffinate, tutte sempre linde e austere, tutte istruite, meravigliose e piene di grazia mentre lei poteva essere anche diventata una gran lady ma restava pur sempre la figlia di un minatore di Illugan.

Percorrendo strade alternative lontane dalla Wheal Grace per non essere vista, Demelza giunse a Nampara poco prima delle dieci del mattino. Era una giornata umida, nuvolosa ma stranamente non molto ventosa e l’erba nei prati iniziava ad assumere una tonalità verde più accesa tipica della primavera.

A Nampara il camino fumava e questo in un certo senso la tranquillizzò. Bussò alla porta col cuore in gola e quando l’uscio si aprì, assieme a Ross comparve anche il piccolo Sun che, dopo aver fatto le fusa contro la sua gonna, scappò felice nell’aia.

Appena furono faccia a faccia si guardarono per un istante imbarazzati, senza capire bene cosa dire. Ross, con indosso dei pantaloni neri e una camicia bianca sbottonata sul collo e che lasciava intravedere il petto villoso, quella mattina sembrava ancora più attraente con la fine barba sul mento e sul viso lasciata crescere in quei due giorni.

Anche Ross rimase a fissarla, rapito dalla sua figura. Era seducente e bella persino nascosta dal mantello blu… I suoi capelli, rossi e selvaggi, erano sciolti e liberi di muoversi alla brezza del vento e i suoi occhi parevano ancora più limpidi e verdi del solito. Le sorrise impacciato, cosa strana per lui. “Benarrivata”.

Grazie”. Demelza prima di entrare si voltò a vedere dove fosse finito Sun, ma il gatto pareva sparito.

Ross captò la sua preoccupazione e le prese la mano conducendola in casa. “Tranquilla, adora rincorrere le galline nel pollaio, è il suo gioco preferito. Quando sarà stanco tornerà in casa passando dalla finestra del mio studio che lascio sempre socchiusa per lui”.

Demelza annuì. “Quindi saremo davvero soli?”.

Sì, ho spedito al mercato Jud e Prudie e ho pagato loro una stanza in una locanda dicendo che avevo bisogno che fossero lì anche domattina per la fiera del bestiame per comprarmi una decina di polli”.

Astuto” – rise lei, cercando di mascherare le sue paure. “Ma io non credo che potrò fermarmi oltre oggi… Ho lasciato detto che sarei stata fuori tutto il giorno a cavallo ma se questa sera non rientro, Falmouth invierà l’esercito a cercami”.

Ross sospirò, era vero, era tutto parecchio difficile. Cercarsi, darsi appuntamento, trovarsi, amarsi e poi doverla salutare… Odiò quella situazione, non era uno che amava le mezze misure e la voleva. Ora, sempre, tutta per se. Chiuse la porta, la spinse delicatamente contro l'uscio e la baciò... Santo cielo, era quasi impazzito in quei due giorni di attesa in cui non aveva potuto farlo...

Demelza si arrese subito a lui, spinta dal bisogno fisico di sentirlo vicino. Era come una droga, era come se lui rappresentasse una calamita contro la quale nulla poteva, per resistere. "Ross..." - sussurrò, fra un bacio e l'altro.

"Sì?".

"Che hai detto alla miniera?".

Lui la baciò di nuovo, non molto attento al discorso. "In merito?".

"Alla tua assenza di oggi".

Lasciò le sue labbra e le baciò dolcemente la punta del naso. "La miniera e gli scavi vanno alla grande, non hanno bisogno di me. Sono il capo, non devo giustificare la mia assenza".

Demelza poggiò la fronte contro quella di lui, confusa dalla sua presenza e dalle sue calde attenzioni. "Odio mentire, soprattutto alle persone che amo, e io invece ho dovuto farlo per venire quì".

"E allora non farlo!" - rispose lui, certo di quel che diceva.

"Come posso? Come potrebbe la gente capire...".

Le sfiorò la guancia con la sua mano calda e la condusse fino ad uno dei divani accanto al camino. "Demelza, non devi nessuna spiegazione a nessuno".

Lei parve sorpresa. "Non deve rimanere un segreto?".

Ross alzò le spalle. "No, non ne vedo il motivo. Sono affari nostri, siamo due persone adulte e libere e non dobbiamo giustificare niente a nessuno. Puoi benissimo dire che vieni quì e il perché ci vediamo, per quanto mi riguarda non ho alcun problema in proposito".

"E cosa penserebbero le persone a noi vicine? Non hai paura di uno scandalo?".

Ross rise. "Onestamente non mi è mai importato nulla dei giudizi degli altri. E non dovrebbe importare nemmeno a te".

Demelza sorrise timidamente, adorava quel suo essere sempre fuori dalle regole e in effetti la vedeva allo stesso modo, ma non erano soli, non vivevano in un mondo isolato e di certo la gente avrebbe giudicato, condannato e non perdonato un qualcosa di bello ma poco comprensibile al pensar comune. "Non mi importa ma una relazione clandestina fra noi potrebbe creare problemi a chi sta attorno a noi".

Ross la ribaciò, sul collo. "E allora non rendiamola clandestina ma facciamo che il mondo sappia, ne parli un pò e poi si stanchi di noi". Le si avvicinò, cincendole la vita e attirandola a se per baciarla ancora. Scoppiava di desiderio eppure captava in lei un tentennamento forse giustificato ma che non sapeva come scardinare.

Demelza lasciò che la baciasse ancora, perdendosi nella dolcezza delle sue labbra, cercando in lui il coraggio per dimenticare tutto il resto e lasciarsi andare. Ma Ross captò la sua titubanza e per un attimo rallentò la presa. C'era tanto di quel desiderio in lui che lì, subito, avrebbe potuto possederla con passione ma si rendeva conto che forse stava correndo e che se lei non era del tutto pronta, avrebbero bruciato in parte qualcosa di estremamente bello. "Demelza...".

Lei sospirò, sconfitta, rannicchiandosi fra le sue labbra. "Forse ci sarebbero ancora tante cose di cui parlare e forse dovremmo usare oggi per fare questo. E lo so, mi odierai e sarai deluso, ma...".

Le accarezzò i capelli, dolcemente, cercando di tranquillizzarla. "Faremo l'amore quando lo desidererai senza paura con la mia stessa intensità. Oggi, domani, fra un mese... Hai ragione, forse stiamo correndo e questo non può che farci male e rischiamo di rovinare quanto di bello è iniziato due sere fa nella miniera".

"Dici sul serio?" - chiese lei, stupita.

Ross annuì, si alzò e andò in cucina, tornando pochi minuti dopo con due tavolette di cioccolata. "Le ho comprate per i bambini della scuola ma in fondo mangiarle noi, davanti al camino, non sarà così grave nei loro confronti".

Lei prese la cioccolata, confusa. "Ross, desidero davvero fare l'amore con te, ma... E' tutto così veloce e fino a tre giorni fa non avrei immaginato nemmeno lontanamente che sarei stata quì, oggi, pronta a concedermi a te. Giuda, quasi non ci conosciamo".

"Non è vero, ci conosciamo da quasi tre anni" - la corresse lui. "E per quanto mi riguarda, sei fra le persone che meglio mi capiscono al mondo".

"Questo mi fa un pò paura, Ross...".

La strinse a se, dolcemente. "Ricordi? La prima prima volta che sei venuta quì avevi addosso uno stupendo abito da equitazione e credo di aver pensato dentro di me che eri straordinariamente attraente".

Demelza arrossì, stupita, ricordando quanto lei stessa, spiandolo, aveva trovato attraente Ross nudo che nuotava in mare. "Davvero? Eppure a quei tempi i tuoi pensieri erano per un'altra donna". Già... E lei a quei tempi era decisamente sposata.

Ross si accorse del suo imbarazzo e le sorrise. "Fu il giorno in cui trovammo Sun".

"E promisi che sarei tornata quì. Ho mantenuto la mia promessa".

Ross le indicò la spinetta. "Manca ancora una promessa da mantenere".

Demelza si stiracchiò, sentendosi rilassata da quella loro amichevole conversazione. "Potrei anche farlo più tardi. Ma ancora non capisco perché ci tieni tanto".

"Perché vorrei avere qualcosa da te che sia solo mio" - le rispose, senza traccia di scherzo nella voce che uscì incredibilmente calda.

Demelza lo guardò negli occhi. "Sono quì, per te. E ancora non capisco come tu possa essere interessato a me...".

Ross pensò per un istante a come rispondere a quella domanda e si rese conto che tante cose non gliele aveva dette, che in fondo pur entrando molto in confidenza, mai avevano parlato apertamente dei loro sentimenti e di quello che provavano l'uno per l'altra. E forse era questo che ancora mancava, una tappa necessaria per andare oltre. "Perché non dovresti piacermi?".

Demelza prese un profondo respiro, affrontando quella che forse era una sua paura sopita da sempre, da quando l'aveva conosciuto. "Come può un uomo che ha amato una donna perfetta come Elizabeth... Warleggan... essere interessato alla figlia di un minatore? Non ho la grazia e la leggiadria di Elizabeth, non conosco le buone maniere quanto lei e non ho nemmeno la sua istruzione".

"Credi che queste siano cose che mi interessano? O che abbiano valore ai miei occhi? Eppure, mi pareva che tu mi avessi conosciuto a sufficienza in questi anni...".

Lei sospirò, cercando di apparire quanto più sincera senza arrivare a dire qualcosa di sbagliato che potesse offenderlo. "Tu sei diverso dagli altri uomini Ross, ma se ti innamori di qualcosa di perfetto, potrai mai accontentarti poi di una seconda scelta?".

Le prese le mani nelle sue, stringendole, rendendosi conto che era una conversazione estremamente difficile e che lui nel fare grandi discorsi non era un granché. Ma ci avrebbe provato... "Tu non sei una seconda scelta e mai ho pensato che lo saresti stata! Elizabeth è forse apparentemente perfetta e sicuramente una donna bella e ammirabile. Avevo una opinione di lei alta e sicuramente ancora oggi provo affetto nei suoi confronti e spero possa essere felice di vivere la scelta che ha fatto, ma il punto è che... non era perfetta per me. E io non lo ero per lei. La perfezione Demelza non esiste, esistono però uomini e donne affini che se hanno la fortuna di trovarsi, allora sanno dare un senso vero e pieno alle loro vite. Non dovresti ritenerti peggiore o migliore di altri, sei semplicemente tu e a me piaci. Sei intelligente, forte, ironica, hai una lingua spesso tagliente che adoro, sai rispondermi a tono e non è cosa da tutti e sei bella, hai una bellezza particolare che ho visto in ben poche donne. E non devo essere l'unico che la pensa così, hai avuto un marito che ti adorava, giusto?".

Il cuore di Demelza, che con quelle parole aveva preso a martellare furiosamente nel petto, si riempì di gioia. Eppure era difficile credergli del tutto. "Hugh non aveva una buona vista ed era un sognatore che sapeva trovare il bello anche dove era difficile scorgerlo".

Ross sbuffò. "Sai, non è che lui mi stesse così simpatico, fondamentalmente fingevo di farmelo andare bene quando lo avevo davanti...".

"Che ti aveva fatto di male?" - gli chiese, stupita ma anche divertita per la faccia tosta dimostrata con quell'affermazione.

Ross sorrise da canaglia. "Ti aveva e io no. E la trovavo una grande ingiustizia".

"Era mio marito".

"Ma lo trovavo ingiusto lo stesso. Però il punto è un altro, aveva posato gli occhi su di te come ho fatto poi io. E quindi per questo non lo ritengo uno stupido. Non ti diceva mai che eri bella?".

Demelza sorrise dolcemente, ricordando il romanticismo di Hugh. "Lo faceva, spesso... Mi scriveva poesie, ballate, bigliettini...".

Ross la bloccò. "Beh, io non sono altrettanto romantico e dubito che riceverai da me qualcosa di simile e spero che tu non te lo aspetti perché rimarresti delusa. Sono solo un proprietario di miniera pieno di debiti, poco avvezzo a mostrare i propri sentimenti e amo vivere decisamente fuori dalle regole. Ti chiedi cosa possa piacermi di te e io di dico, tutto e non mancherò di dimostrartelo con tutta la passione che possiedo, è l'unico modo che conosco. Ma è anche per questo che allo stesso tempo mi chiedo cosa possa piacere a TE di me... Sei abituata a ben altro".

Fu lei a bloccarlo, stavolta, con un bacio. Non poté farne a meno perché era vero, Ross non era un uomo da discorsi romantici o da sentimentalismi e per lui doveva essere estremamente difficile aprirsi e raccontarsi a quel modo, eppure lo stava facendo e senza accorgersene, era estremamente romantico a modo suo. Non poteva non baciarlo, desiderarlo, amarlo... "Tutto, anche a me piace tutto di te e non cambierei nulla di ciò che sei" - disse, contro le sue labbra.

Ross ricambiò il bacio, stringendola a se. "Non posso offrirti quello che ti ha dato Hugh. Non sarai una lady, non ho una reggia da darti come casa e spesso sarai costretta a contare il denaro per arrivare a fine mese e razionare le spese".

"Credi che a me importi?".

Ross le accarezzò il viso. "No, come a me non importa da dove arrivi e quali sono le tue origini... Mi importa solo che sei quì e se è il confronto con Elizabeth che ti spaventa, lei fa parte del passato. E non la rimpiango ma ringrazio il cielo di aver capito, anche se in modi estremi, che era e sarebbe stata il mio più grande errore. E se l'ho capito, è stato grazie anche a te".

Demelza spalancò gli occhi. "Me?".

Annuì. "Mi hai insegnato che esiste altro, che l'amore è altro... Complicato, forse più terreno e di certo soggetto alla capacità di sapersi pian piano adattare un pò l'uno all'altro, amalgamando le rispettive diversità".

Il cuore di Demelza accelerò di nuovo. "E' la prima volta che usi la parola amore con me".

Ross ridacchiò. "Sì, forse avrei dovuto pronunciarla prima di chiederti di venire quì a fare l'amore con me. Ma come ben sai, odio l'etichetta e a volte faccio confusione con le buone maniere".

Risero, insieme, poi si baciarono ancora prima che Ross, prendendole il viso fra le mani, diventasse estremamente serio. "Demelza, vincerò le elezioni e il seggio a Westminster" - disse, improvvisamente.

Demelza sussultò. "Perché pensi a questo, ADESSO?".

"Perché voglio che tu stia quì, sempre! E per averti devo imparare a rispettare alcune regole. Non tutte ma almeno quelle che ti permetterebbero di avere meno problemi col resto del mondo".

Demelza sorrise dolcemente. "Ross, io non ho bisogno che tu sia un parlamentare per stare con te".

Lui sospirò, stringendola a se e accarezzandole la schiena. "Ma ne ho bisogno io".

"Perché?".

"Perché voglio avere qualcosa di buono da offrirti oltre a una miniera che ha iniziato ora a dare qualche speranza. Perché esiste Lord Falmouth e tu lo ami e se voglio che acconsenta alla nostra unione, devo avere qualcosa di solido da presentargli perché si fidi ad affidarti a me".

Lei ridacchiò. "Credo che Falmouth sponsorizzi la nostra unione da tempi non sospetti".

Ross scosse la testa. "Ma non ha importanza, non per me... Sono io che devo sentirmi pronto ad accoglierti del tutto nella mia vita, con quello che ne conseguirà. Oggi sei quì e fra un pò dovrai andartene e io non voglio che questo succeda troppo a lungo. Voglio che tu venga quì e che resti e che faccia di questa casa la tua, la nostra casa. E se voglio chiederti questo, quando sarà... voglio essere un uomo degno del ruolo che voglio ricoprire con te".

Si baciarono, dolcemente e lentamente. "Cosa stai cercando di dirmi, Ross?".

"Che voglio sposarti e che voglio farlo presto, avendo fra le mani la certezza di potermi prendere cura di te".

"Ti sposerei anche se perdessi le elezioni e Falmouth dicesse di no alla nostra unione".

"Lo so, ma so anche che allontanarti da lui ti farebbe soffrire. Per te è come un padre e io voglio che continui a far parte della tua vita. E se vincerò le elezioni, allora saremo una squadra. Che forse si scontrerà su politica ed economia ma sarà una famiglia, comunque".

Demelza si alzò dal divano, si avvicinò al camino e con naturalezza mise dentro un ciocco di legno. "La mia casa... Nampara... La riempirei di fiori! Giuda Ross, è così tetra senza un pò di colore!" - disse, contenta e finalmente allegra.

Ross scoppiò a ridere, alzandosi per darle una mano con la legna. "Ci vivono solo uomini quì, fin'ora!".

"E Prudie?" - sbottò Demelza, notando che lui aveva dimenticato la domestica.

Ross alzò le spalle. "Lei è più maschio di tutti!".

Risero ancora, di gusto, finché Sun sbucò dallo studio, col pelo tutto arruffato. Si avvicinò loro, li guardò chiedendosi forse perché stavano facendo tanto baccano per nulla, si strusciò contro le sedie e poi si accomodò davanti al camino.

Demelza lo prese in braccio, stringendolo a se. "Andrà d'accordo con Garrick?".

"Credo di sì" - rispose Ross, accarezzando il gatto. Poi osservò Demelza, notando che ora era più rilassata e a suo agio rispetto al suo arrivo. Era bella e quella giornata solo per loro andava bene anche così ed ora erano molto più vicini di quanto non sarebbero stati dopo un semplice momento di passione. Per quello ci sarebbe stato tempo e lui le aveva chiesto di sposarla senza nemmeno averlo preventivato e preparato per tempo... Santo cielo, che effetto esplosivo che aveva su di lui Demelza! E ne era felice, appieno! E non era per nulla pentito di quanto detto, delle promesse che si erano fatti e di quanto si erano confidati. Lei sarebbe stata la sua compagna, la sua migliore amica, sua moglie, la sua amante e soprattutto la custode della sua coscienza. E sapeva di essere in ottime mani con lei accanto... "Beh, direi che per i nostri piani di oggi... potremmo aspettare e goderci semplicemente il calore del camino, la cioccolata e qualche sana chiacchiera da soli... Che ne dici, amore mio?".

Amore mio... Era un suono così dolce detto dalla voce di Ross... Demelza si strinse a lui, gustando la dolcezza di quella proposta. "Direi che è la cosa giusta anche se spero che per il resto, non dovremo aspettare molto".

"Le elezioni sono vicine!".

"Già".

Ross mise una coperta rossa per terra, assieme ad alcuni cuscini. Vi si sedettero sopra, si rannicchiarono l'uno fra le braccia dell'altro e con Sun che dormicchiava al loro fianco, si lasciarono andare a una calda giornata di coccole e progetti per il futuro.

"Suonerai per me?" - chiese lui, col viso affondato fra i suoi capelli.

"Sì, lo farò quando sarai un parlamentare e io potrò restare quì, con te, senza dover andare via. Lo farò il giorno in cui faremo l'amore, prima di fare l'amore...".

Ross chiuse gli occhi, gustandosi la dolcezza di quella promessa. "Non vedo l'ora, amore mio...".

  
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