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Autore: gyikhu    24/11/2020    1 recensioni
Sequel di Crossroads! Nathan Drake e Lara Croft tornano insieme ad affrontare nuove avventure. Ci saranno enigmi da risolvere, trappole, sparatorie e ostacoli da superare. Come nei più classici romanzi d'azione, la storia prende ispirazione dalla saga di Uncharted, Tomb Raider e dalla bellissima interpretazione di Angelina Jolie nei panni di Lara. [Nathan/Lara]
Dal testo in inglese: Una tomba perduta, una mappa sconosciuta, un partner familiare. Cos'altro ci vuole per una grande avventura?... e forse per qualcosa di più. Se non sei l'unico a cercare il tesoro, è meglio che ti sbrighi!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Lara Croft
Note: Cross-over, Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Crossroads DILOGIA'
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Link al settimo capitolo in lingua originale:
https://www.fanfiction.net/s/6958257/7/Crossroads-Back-again

Note della traduttrice:
SCUSATE IL RITARDO! Dovevo consegnare dei lavori e non ho avuto un attimo di respiro Ringrazio come sempre ReverendBrute80 e devil_may_cry_wrath_92m per le recensioni accorate! <3








Quando aprì gli occhi, Lara non riconobbe il posto in cui si trovava. Era una stanza piuttosto malandata, dall’intonaco deteriorato che si staccava dalle pareti e le finestre così sporche che non riusciva a vedere attraverso le vetrate. L’ambiente era spoglio, eccezion fatta per la brandina di metallo su cui era sdraiata assieme al suo compagno di avventure. Sul pavimento erano sparse vecchie cartacce che non riusciva a capire cosa fossero. Documenti ingialliti e indefiniti; forse vecchi giornali?
Lara si massaggiò il collo nel punto in cui le doleva a causa del colpo subito. Quando tentò di muovere l’altra mano, sentì un cigolio rapido e metallico sopra la testa. Guardò in alto e, capendone il motivo, sospirò.
“Perfetto. Proprio quello che ci voleva,” mormorò assottigliando lo sguardo infastidita dalle manette al polso legate alla ringhiera del letto. Provò un paio di volte a liberarsene scattando prima col braccio e poi chiudendo la mano per far scivolare il polso, ma fu invano. Non c’era motivo per continuare a provarci, visto che la testiera era ben salda alla struttura.
“Nate,” disse sottovoce all’amico accanto a sé, ma non ricevette risposta. “Nate!” ripeté un po’ più forte dandogli una gomitata tra le costole, svegliandolo di soprassalto e facendolo gemere di dolore.
“Ma che diavolo…?” disse Nate cercando di muoversi e rendendosi conto di essere anch’egli bloccato.
“Sei messo peggio di me,” commentò Lara osservandogli attentamente le braccia. La catena passavo sopra la rastrelliera del letto e le manette chiudevano entrambi i polsi incrociati sopra la testa. Il ragazzo tentò a sua volta di liberarsi dalla morsa ferrea, ma non ci riuscì.
“Che dire…” disse guardandola con eloquenza. “Ritrovarmi con te su un letto matrimoniale e con le manette ai polsi… non proprio nelle migliori delle circostanze, ma è comunque un sogno che si avvera.”
“Oh, finiscila!” ribatté Lara dandogli un colpo e guardando con attenzione l’ambiente per capire come scappare da lì. “Non credo sia una buona idea rimanere ad aspettare che arrivi qualcuno. Ho come la sensazione che non ci faranno un interrogatorio piacevole.”
“Qualche idea? Al momento non ne ho, sono piuttosto… bloccato,” scherzò Nate muovendo le braccia.
“Non ancora, ma puoi aiutarmi a sbarazzarmi di queste,” disse Lara alzando il polso e facendo scivolare l’altro anello delle manette lungo il palo di metallo.
“Com’è che finisco sempre ammanettato quando sono con te?” chiese Nate guardandola con la coda dell’occhio.
“E com’è che a me non succede mai quando non sono con te?” scherzò di rimando Lara. Per un attimo sorrise, ma tornò subito seria, guardando il compagno con apprensione. “Ad ogni modo, stai bene?” gli domandò pulendogli la fronte dal sangue rappreso.
“Ho passato giorni peggiori, non preoccuparti,” rispose Nate assente avvicinandosi leggermente a lei.
“Mi piace questa situazione,” disse la cacciatrice di tombe sorridendo. “Il grande Nathan Drake completamente alla mia mercé.”
“Non abituartici troppo, verrà anche il mio momento,” scherzò il ragazzo sorridendo, e in quel frangente vide lo sguardo della compagna focalizzare l’attenzione verso un punto indefinito oltre sé.
“Cos’è quello?” chiese curiosamente Lara cercando di alzarsi un po’ dalla posizione sdraiata in cui era costretta.
“Dove?” domandò Nate seguendole lo sguardo.
“Lì, sul pavimento. Riesci ad arrivarci in qualche modo?”
“La vedo,” rispose Drake forzando i muscoli del collo. “Una graffetta su quei documenti.”
Il ragazzo si avvicinò al bordo del letto facendo scorrere le catene lungo il telaio della testiera e allungò la gamba più esterna verso il foglio, ma non riuscì a raggiungerlo.
“Fai provare a me. Aiutami a raggiungere il lato del letto,” disse Lara con tono deciso.
“Aspetta un momento,” mormorò Nate cercando di tornare al centro del letto per darle spazio di manovra. Dato che la ragazza aveva una sola mano legata, poteva allungarsi più di lui oltre la ringhiera.
“Così non va bene,” sostenne Lara accorgendosi che le sue manette si scontravano con quelle dell’amico, bloccandosi a metà intelaiatura. “Dobbiamo muoverci insieme, altrimenti non riesco a far scorrere le catene.”
“Un po’ di attenzione!” sussurrò Nate quando il letto cominciò a cigolare sotto il loro peso ad ogni movimento che facevano. “Non vorrei che le guardie si facessero una brutta idea,” soggiunse in tono malizioso, ricevendo una gomitata da Lara.
“Scivola con le mani fino all’estremità,” disse la cacciatrice di tombe, e lui obbedì. “Ci siamo,” mormorò analizzando i pochi centimetri di spazio rimasto tra il bordo e Nate, quel tanto che bastava per appoggiare il ginocchio e scavalcarlo. Con un movimento studiato, cinse l’addome di Nate con una gamba, reggendosi con la mani libera sul suo petto e facendo scorrere la manetta con l’altra.
“Non potrei chiedere di meglio,” ammise Nate con un sorriso mentre l’archeologa si muoveva sopra di lui a cavalcioni.
“Non ti conviene stuzzicarmi troppo,” disse Lara con finto fastidio, spingendo deliberatamente un ginocchio nella coscia del compagno.
“Sei tu che stuzzichi me, e lo fai benissimo,” la provocò Nate, ma la ragazza smise di ascoltarlo. Si concentrò e spostò il peso sull’altra gamba, girandosi a pancia in su e adagiando un piede sul pavimento.
Manca poco. Un piccolo sforzo, si disse tra sé e sé mentre cercava di allungarsi il più possibile. Trattenne il respiro e prese il foglio tra le caviglie, piegandosi con un movimento di addominali. Prese con la mano libera la graffetta e l’aprì per creare una linea quasi retta. La infilò nella serratura della propria catena ruotandola e spingendola fino a che, una decina di secondi dopo, il meccanismo scattò. “Finalmente,” sussurrò emettendo un sospiro di sollievo e massaggiandosi il polso ormai libero.
“Mmh,” mugolò Nate ancora legato al letto. “Ora potresti liberare anche me?”
“Potrei prenderlo in considerazione se me lo chiedi con gentilezza,” scherzò Lara, ma, contrariamente a ciò che aveva affermato, stava già lavorando con la graffetta nella serratura di Drake. Non c’era tempo da perdere. E difatti, pochi secondi dopo, le manette scattarono, liberando i polsi dolenti del ragazzo.
“E ora?” sussurrò Nate scorgendo due ombre che camminavano su e giù per il corridoio proiettarsi oltre la fessura sotto l’anta.
“Credo sia meglio farli entrare cogliendoli di sorpresa, piuttosto che attaccarli disarmati. Oltre al fatto che non sappiamo quanti sono,” ragionò Lara guardandosi attorno. La stanza era scarna e non c’era nulla che avrebbero potuto usare come arma.
“Credo di avere un’idea,” propose Nate sedendosi sul letto. “Mi avvicino alla porta e tu fai un po’ di rumore. Non appena entrano, li metto fuori combattimento. Che ne pensi?”
“E se ci andassi io alla porta?” suggerì Lara, alla quale non piaceva mai fare da esca.
“Io dico che puoi distrarre gli uomini molto meglio di me,” scherzò Nate e, prima che Lara potesse ribattere, cominciò a muoversi ritmicamente sul letto. Le vecchie molle cominciarono a cigolare.
“Smettila!” mormorò Lara capendo sia l’allusione sia quel che stava facendo per attirare l’attenzione delle guardie.
“Forza, sdraiati,” ordinò Nathan soddisfatto quando notò le ombre delle due guardie fermarsi sotto la porta. Si allontanò dal letto e si nascose al lato dello stipite dove l’anta si apriva.
“Questa, poi. Te la farò pagare…” sibilò Lara a denti stretti mettendosi in posizione e continuando a borbottare troppo piano perché il compagno la sentisse. Quest’ultimo non era certo di voler sapere cosa avesse detto, ma sorrise ugualmente. Era da tanto che non si divertiva così. Sapeva che imbattersi nell’ira di Lara era tutt’altro che spassoso, ma ne era valsa la pena.
Nate sentì le guardie rumoreggiare in cerca delle chiavi, poi un suono metallico all’interno della serratura e lo scricchiolare della porta. I due uomini entrarono con le armi imbracciate e puntate verso il letto. Quando videro Lara, esitarono per un attimo, contemplando contro la loro volontà il suo corpo formoso.
“Wo ist der Kerl?” chiese confuso uno dei due, ma non ebbe il tempo di voltarsi. Nate uscì da dietro l’anta aperta e, con un colpo ben diretto, mandò una delle guardie a terra. Quando l’altro si voltò sorpreso, Lara gli assestò un calcio alla fronte facendolo cadere senza sensi sul materasso.
Nate richiuse velocemente la porta prima che qualche nemico si accorgesse di ciò che era successo, poi si inginocchiò accanto ai due uomini per frugare nelle loro tasche. Lara si unì a lui e raccolse la pistola da terra. Dopo essersi accertata che il caricatore fosse pieno, spinse con soddisfazione l’arma nella cintura dei pantaloni. Trovarono un mazzo di chiavi, decidendo di portarlo con sé anche se non sapevano a cosa servisse. Trascinarono i due uomini ai piedi del letto, incatenandoli tra loro e facendo passare la catena attorno al palo chiuso della testiera. “Così non ci daranno problemi.”
“Andiamocene il più in fretta possibile,” disse Lara avvicinandosi quatta alla porta.
“Non dobbiamo prima riprenderci la mappa?”
“Non c’è bisogno, Bryce ne ha una copia digitale.”
“Ma potrebbe esserci ancora qualcosa sull’originale che non abbiamo notato,” convenne Nate accovacciandosi dietro la porta.
“Non credo, ma può essere. Se ne avremo l’occasione ce la riprenderemo, ma non al punto di rischiare la fuga,” sussurrò Lara posando la mano sulla maniglia. Aprì una piccola fessura da cui spiò circospetta. Non sentendo alcun rumore, spinse ulteriormente l’anta.
“Che posto è questo?” chiese Nate alzando un sopracciglio. Il corridoio era pieno di porte aperte, alcune delle quali avevano le ante scardinate; il pavimento aveva le piastrelle in scacchiera rotte in più punti e le pareti non erano state ridipinte da chissà quanti anni. Era tutto sporco, polveroso e deserto.
“Probabilmente si tratta di un edificio abbandonato,” rispose Lara sottovoce.
Sgattaiolarono piano nel corridoio, rimanendo vicino alla parete. Nate alzò una mano per fermarla non appena sentì delle voci. Sbirciò con cautela in una delle tante porte aperte, scorgendo tre uomini seduti attorno ad un tavolo a giocare a carte. Uno di essi ci poggiava i piedi sopra, e gli altri due parlottavano nervosamente tra loro in tedesco. La stanza era piena di fumo di sigaretta. Nate fece segno con l’indice sulla bocca di fare silenzio, e, dopo aver scambiato un breve sguardo, sorpassò la porta con un movimento silenzioso e rapido. Lara aspettò qualche secondo per assicurarsi che nessuno lo avesse notato, poi lo seguì.
Arrivati alle scale, scesero una rampa a passi felpati. Quando arrivarono quasi a piano terra, l’attenzione di Lara venne catturata da un particolare. Si fermò nascondendosi dentro una porta, scorgendo un uomo uscire da una adiacente e richiudere l’anta con una chiave. Trovava sospetto che ogni ingresso alle stanze fosse aperto men che quello. Non appena l’uomo scomparve dietro un angolo, Lara vi si recò; il pavimento era talmente polveroso che rimasero le orme degli stivali.
“Tutte queste precauzioni fanno pensare che ci sia qualcosa di importante lì dentro,” mormorò al compagno di avventure tirando fuori le chiavi rubate dai due nemici. “Fa’ la guardia mentre cerco di aprire,” soggiunse facendo tintinnare il mazzo abbondante, motivo per il quale ci mise un po’ prima di riuscire a trovare la chiave giusta ed entrare. A prima vista sembrava una normalissima stanza, con degli scaffali ricolmi di libri polverosi ed una scrivania accostata al muro.
“Non credo che qui troveremo un tesoro,” scherzò Nate avvicinandosi allo scaffale e afferrando un libro che fece involontariamente cadere dalle mani, provocando un leggero tonfo e ricevendo lo sguardo torvo dell’archeologa.
“Non riesci proprio a fare a meno di toccare ogni cosa che ti trovi davanti,” lo rimproverò sottovoce. “Piuttosto, aiutami a cercare,” soggiunse mentre apriva i cassetti della scrivania. I primi due erano vuoti, ma nell’ultimo trovò qualcosa ed elargì un sorriso soddisfatto. “Ora sì che si ragiona,” disse cacciando fuori il suo zaino frugandoci dentro. “La mappa non c’è, ma almeno abbiamo tutto il resto.”
“Credo sia meglio andarsene,” suggerì Nate, e Lara annuì con la testa. Si mise lo zaino in spalla e socchiuse la porta. Non appena varcò la soglia, l’uomo che avevano visto precedentemente apparve alla fine del corridoio e li avvistò.
“Dannazione,” borbottò a denti stretti Nate e cominciarono a salire velocemente le scale senza curarsi dell’uomo, il quale, inevitabilmente, cominciò a gridare. Erano certi che nel giro di pochi minuti sarebbero stati inseguiti.
Nate diede un calcio ad una porta e percorsero il corridoio arrivando ad una finestra. Lara aprì le due ante in un sol colpo e guardò fuori.
“Dai, basta non pensarci!” esclamò Nate afferrandola per la mano e saltando oltre il davanzale nel vuoto. Atterrarono rotolando sul prato con un po’ di difficoltà, dato il buio della notte, ma ripresero nuovamente a correre.
“Moto o macchina?” chiese Nate col fiatone dopo aver avvistato un parcheggio all’interno del cortile.
“Moto!” rispose Lara, e corsero insieme verso il veicolo. Nate rifletté che sarebbe stato simpatico riproporre il siparietto che la compagna aveva allestito nel castello e scegliere l’auto, ma ritenne che non era il momento migliore per scherzare. Saltò sulla moto, ricevendo lo sguardo dubbioso della ragazza.
“Non discutere, guido io!” disse sicuro di sé con un sorriso, e subito dopo alcuni proiettili provenienti dalla finestra da cui si erano calati sfrecciarono sulle loro teste. Lara non ci pensò due volte a saltare sul sedile posteriore, reggendosi con una mano alla vita di Nathan, tenendo la pistola puntata sui nemici con l’altra e sparando diversi colpi. Ne prese uno, il quale cadde rovinosamente oltre il davanzale, e prima ancora che toccasse terra Nate si era già precipitato per strada superando il cancello aperto.
Non avevano idea di dove si trovassero. Nate sfrecciava sull’asfalto evitando le poche auto che circolavano nelle prime ore dell’alba. Lara lanciò uno sguardo di sfuggita alle proprie spalle, notando due BMW nere dietro di loro. Dal modo in cui li inseguivano a tutta velocità era certa che a guidarle fossero i loro nemici. Cominciò a sparare puntando sull’intelaiatura e le ruote, ma un colpo partì di lato a causa dello sbilanciamento improvviso, facendole proferire una parolaccia a denti stretti.
Nate dovette svoltare bruscamente a destra immettendosi in un cavalcavia. “Merda!” urlò, così forte che Lara riuscì a sentirlo nonostante il rombare prepotente del motore. Sul lato opposto del ponte, altre due BMW avevano bloccato completamente la strada. “E adesso?”
Senza pensarci, Lara afferrò la mano di Nate per girare lo sterzo e, al contempo, tirare il freno. La moto tremò sotto di loro e cadde di lato un attimo dopo che i due cacciatori di tesori balzarono giù e rotolarono. Il veicolo a due ruote cominciò a scivolare di qualche metro e si schiantò contro le due macchine che bloccavano il passaggio, arrecando una grossa esplosione. Lara e Nathan si protessero il volto con le braccia completamente avvolti da un calore improvviso che soffiò verso di loro. Le due auto che li inseguivano si fermarono dietro di loro e tre uomini armati scesero da esse, avvicinandosi minacciosamente.
“Pensiamo a cosa fare! Veloce!” esclamò Lara lottando coi muscoli per mettersi in piedi. Nate si guardò nervosamente intorno e fece un sorriso.
“Ti fidi di me?” le chiese stringendole forte la mano.
“Non mi piace il modo in cui lo chiedi,” sussurrò Lara guardando i nemici che si avvicinavano sempre più. Venne trascinata al parapetto ed una terribile sensazione si insidiò in lei.
“Non ti pentirai,” disse Nate prendendola in braccio e scavalcando la ringhiera. Si diede una spinta e saltò nel vuoto, inghiottito dal buio e dai rumori del traffico sotto di loro.
   
 
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