È mattina, lo vedo dalla luce che filtra da sotto la tenda.
Guardo il mio
vecchio orologio da polso. Sono le otto. Mi alzo dal letto e osservo la
camera,
è arredata con gusto, deve essere quella destinata agli
ospiti. Ha un'ampia
scrivania, un armadio vecchio stile. Mi sgranchisco le gambe, guardo
dalla
finestra che dà sul cortile d'ingresso. Tutto è
così lussuoso, veramente troppo
per me.
Sento dei rumori provenire dal
piano terra. Decido di scendere e indossare i vecchi vestiti che mi
sono
portato. Li annuso sospettoso, ha ragione Holmes, puzzano di fumo e
stantio.
Ma ho solo quelli, quindi scelgo i
migliori. La camicia non è proprio da buttare, è
azzurra con le righe in tono.
Infilo i calzoni blu scuro, anche se sono un po' logori, il maglione di
lana un
tono più chiaro. Ho i calzini di marca che mi ha passato
Holmes. Le scarpe sono
nuove, quindi accettabili. Mi osservo allo specchio, sono presentabile.
Scendo
di sotto per vedere cosa sta combinando.
Lui è in cucina, sembra
uscito da
una sartoria. Indossa un completo tre pezzi chiaro. Non ha nulla fuori
posto,
la cravatta sembra gli sia incollata addosso.
L'ho sempre giudicata scomoda,
svolazza ovunque, forse è per questo che lui la blocca con
il fermaglio. Ne
deve avere parecchi di quei gingilli, evidentemente gli piacciono.
Mycroft si volta e mi squadra,
abbozza un mezzo sorriso ironico. Lo so che mi sta giudicando.
Evidentemente
non rientro nei suoi canoni di eleganza.
"Buongiorno Sherrinford, hai
riposato bene? Ti avrei chiamato tra poco." Socchiude gli occhi e
inclina
il capo valutandomi.
"Vedo che stamattina sei
presentabile ma dovresti provvedere a portare in lavanderia i tuoi
vestiti." Torna ad occuparsi della colazione. Mi mette un dubbio e
annuso
la manica.
"Lo so, non profumano di
bucato ma si dovrà accontentare di questi, non ho altro." Lo
fisso
irritato, è sempre così insopportabilmente
spocchioso.
Si pulisce le mani nello
strofinaccio ricamato e non trattiene il suo disappunto. "Sherrinford,
non
pretendo di esserti simpatico, ma ti invito a trattenere le tue
emozioni. Ti si
legge tutto in faccia." Solleva appena il capo senza fissarmi.
"Bene, signor Holmes,
così
non le devo spiegare niente e risparmio fiato." Metto fine alla
guerriglia
e mi offro di aiutarlo.
"Posso fare qualcosa? "
Smette di affaccendarsi e mi indica la cucina. È bianca, con
mobili lisci e
funzionali, niente spazio per inutili soprammobili. Il forno, il piano
cottura
perfettamente puliti tanto che mi chiedo se li usa.
"Prendi il caffè e
scaldalo,
tosta le fette di pane. Non combinare disastri, penso tu abbia capito
che odio
il disordine." Lo guardo di sbieco, non so se più arrabbiato
o divertito.
Mette in tavola dei biscotti e del latte. Ha apparecchiato con un
ordine
ossessivo. Penso che nasconda qualche mania compulsiva.
Faccio attenzione a non
scombinargli la cucina, è talmente ordinata che non devo
chiedere dove cercare
il pane e il caffè. Ho solo problemi a portare la
caffettiera colma, perché le
mani mi tremano e la devo tenere stretta. Holmes se ne accorge e senza
dire niente
mi aiuta.
Mi sfiora mentre la prende e quel
suo tocco delicato mi scombussola. Non riesco a capirne il motivo. Non
sento di
provare dell'affetto, lo conosco da poco, eppure il suo contatto mi
confonde.
Mi siedo, lui si sfila la giacca e si arrotola le maniche, mi invita a
mangiare. Prendo del tempo aggiustandomi la camicia, non sono abituato
a tutto
questo.
"Non faccio colazione tutti i
giorni, mi capita spesso di saltare i pasti. Quindi non si preoccupi se
non
mangio molto."
"Non sono io che mi devo
preoccupare
ma tu ragazzo, vista la tua magrezza. Ho una richiesta da farti." La
voce
incespica nelle parole studiate. "Vorrei che tu facessi una visita
medica,
visto come hai vissuto negli ultimi anni, solo per assicurarmi che tu
stia
bene. La struttura è del governo e sono molto preparati."
Tossisco, quasi mi soffoco. Non mi
sono mai piaciuti i medici e nemmeno gli ospedali. Però
capisco il perché me lo
chiede.
"Ha visto i buchi sul
braccio, vero? Quando le ho fatto vedere la voglia sul gomito. Teme che
mi faccia
ancora? Avere un figlio drogato non fa piacere, specie a un uomo di
potere come
lei."
Arrossisco per la vergogna e
l'indignazione, mi sento offeso. Mi alzò di scatto senza
toccare il cibo nel
piatto.
"Mi dispiace di non rientrare
nei suoi standard, signor Holmes. Ma io sono quello che vede, mi deve
prendere
così, oppure mi lasci andare." Alzo troppo la voce e un
sottile dispiacere
mi percorre.
Si pulisce la bocca con un candido
tovagliolo. Non mostra nessuna emozione. Si alza e mi prende per un
braccio, il
suo tocco è delicato.
"Siediti, finisci di
mangiare. Non è come pensi, non mi riguarda se ti droghi,
bevi o fumi, voglio
solo capire cosa è meglio fare per te. Sei troppo giovane
per avere una salute
fragile. Ne parliamo con calma ma dopo che hai finito la colazione." Il
suo volto è teso, la fronte corrucciata.
La stretta si fa più
decisa, non
lo credevo così forte, mi divincolo, mi costringe a sedermi
e a finire la
colazione.
"Bada, Sherrinford, non sono
così tollerante come pensi." L'ho decisamente irritato, mi
gira le spalle
senza guardarmi.
"Bene, decido io, vieni con
me questa mattina stessa. Ho già avvertito la clinica, un
check up ti farà bene
non è niente di spaventoso, te lo assicuro."
Ingoio l'ultimo boccone e bevo il
latte ormai tiepido. È abituato a comandare, non accetta
rifiuti. Non mi piace,
ma lo farò.
"Non mi faccio da tre
settimane, e ho bevuto la sera prima d'incontrarci. Ma sembra che lei
lo sappia
già. Sono pulito stia tranquillo." Lo guardo incollerito, ma
lui nemmeno
mi calcola.
"Bene, quindi è un
sì, mi
sembra di capire." Sorride compiaciuto e inizia a riordinare.
"Un sì che ha sentito
solo
lei. Ma va bene lo stesso, se la fa contento." Lo odio quando si
comporta
in modo autoritario.
Sospira. "Lo faccio per te,
Sherrinford. Non hai fatto una vita agiata in questi anni." Si oscura,
sente il mio risentimento e sembra che, in qualche modo, lo accetti.
Sentiamo il campanello di casa
suonare. Si dirige verso la porta e io lo guardo interrogativo.
"È Anthea, la mia
segretaria,
devo consegnarle il tampone." Holmes fa entrare una giovane donna
elegante
che continua a guardare il cellulare. Poi solleva lo sguardo verso di
me.
"Notevole Mycroft, è
decisamente il suo ritratto, praticamente lei da giovane! Piacere
Sherrinford,
sono Anthea la segretaria di suo padre."
Mi sorride e mi allunga la mano.
È
piacevole e morbida. Sento una strana sicurezza mentre le restituisco
il
saluto. Ha un sobrio tailleur chiaro e capelli ondulati folti e ramati
che le
ricadono sulle spalle. Occhi castani, labbra carnose, un trucco leggero
che le
rende giustizia.
Non posso non notare il suo corpo
sinuoso, insomma rimango colpito, Holmes ha una segretaria perfetta.
Lui mi osserva dal fondo della
stanza, solleva le sopracciglia quando arriva con la provetta da
consegnare.
"Sherrinford, lasciale la
mano ti prego, avrai occasione di vederla ancora." Leva gli occhi al
cielo
innervosito.
"Notevole potrei dirlo
anch'io, Anthea." Mi sono esposto, ma lei è bellissima. Non
vedo donne
così di classe da parecchio tempo. Lei ride.
"Sei galante Sherrinford.
Esci un po' dagli schemi della famiglia Holmes. Ma va bene
così."
"Anthea!" Holmes la
richiama e le consegna il campione.
"Bada di darmi una risposta.
Tu ragazzo fila a prepararti."
La saluto con un cenno della mano
salendo le scale. Holmes sembra veramente irritato per il mio
comportamento,
lei mi sorride complice. Sembra divertita.
Raggiungo svelto la camera, mi
lavo, mi sistemo e aspetto che lui venga a chiamarmi. Nel frattempo
chiamo il
vecchio Stuart lo devo avvisare che non mi vedrà per un po'.
Lo rassicuro
dicendogli che sto bene, lui mi ha aiutato molto offrendomi il lavoro
di rider
in quel periodo difficile.
Mi siedo sul letto e mi tormento
le mani, la tentazione di ribellarsi è forte ma oggi devo
stare alle regole.
Ieri giravo per le strade senza una meta, oggi invece sono in una casa
calda,
immerso nel lusso. E la più importante di tutte è
che ho un padre. Cioè, una
specie di padre.
"Sherrinford, andiamo."
Holmes chiama e io eseguo.
Prendo
la giacca e scendo. È questo il tipo di rapporto che si
aspetta di avere con
me?