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Autore: vanessie    27/11/2020    0 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 13

“Molla”

 

 

POV Matt

Il mio rientro a New York era alle porte. Era il 23 agosto, tra una settimana esatta sarei partito. Avrei affrontato il viaggio di notte, almeno avrei dormito durante il volo. Viaggiando verso gli States avrei guadagnato ore di fuso orario…meglio. Sarei atterrato verso le quattro del mattino, ora americana, del 31 agosto. Il due settembre infatti ricominciavano i corsi e sarei stato pronto, giusto due giorni per sistemare la valigia, lavare i vestiti sporchi, pochi in realtà, mamma mi aveva già detto che avrebbe lavato lei tutte le cose possibili. Più che altro mi dovevo riabituare al fuso orario, ci sarebbero voluti dei giorni. Quella mattina del 23 agosto, dopo la colazione in tarda mattinata, avevo ricevuto un messaggio di Katelyn. Erano trascorse due settimane dall’ultima volta in cui ci eravamo visti. In quell’occasione lei era furiosa perché avevo rivelato ai suoi genitori l’esistenza della figlia di Thomas. Mi aveva promesso di riflettere sulla sua relazione e aveva precisato che ci saremo rivisti solo quando avrebbe fatto chiarezza nella sua vita. Ovviamente non avevo interferito, rispettando la sua volontà. Nel messaggio mi diceva che era pronta a parlarmi, dunque mi chiedeva se quel pomeriggio mi andava di incontrarci in una caffetteria. Accettai, ero curioso di scoprire cosa avesse deciso, inoltre mi sarebbe dispiaciuto ripartire senza salutarla o con dei malintesi tra noi. La giornata trascorse lenta, non vedevo l’ora che arrivassero le quattro e mezzo del pomeriggio, orario dell’appuntamento. Mi cambiai e raggiunsi la caffetteria in bicicletta. All’esterno non c’era, sbirciai dentro, ma anche lì nulla. Presi posto fuori, dissi al cameriere che aspettavo una persona, tuttavia avrei intanto dato uno sguardo al menù. Mentre la aspettavo decisi che avrei ordinato una bibita fredda.

“Ciao” sentii dire dalla sua voce “Ciao” risposi alzandomi, per darle un bacio sulla guancia. Mi sorrise, tentai di interpretare il suo umore, ma non ci riuscii. Ci sedemmo, la lasciai guardare il menù, una volta chiesto al cameriere e rimasti soli, la invitai a parlare “Allora…come stai?” chiesi “Bene, tu?” “Anch’io” risposi. “Ho fatto tutto come ti avevo detto: mi sono scusata con i miei genitori, mi sono presa del tempo da sola per pensare e poi ho parlato con Thomas. In realtà è successo cinque giorni fa, ma solo oggi ti ho chiesto di vederci, perché non mi sentivo ancora pronta” affermò “E com’è andata?” “L’ho lasciato” rispose subito. Restai a guardarla “Ma sei sicura, Kate?” “Sì. Cosa c’è? Mi avete detto continuamente che era una relazione sbagliata e adesso non siete d’accordo?” domandò polemica “Non so cosa dicono gli altri e non mi importa. Parliamo di me e del mio pensiero. Sono d’accordo, non era il ragazzo adatto a te, meriti meglio di questo” affermai.

 

giphy

 

“Voglio solo sapere se sei sicura della tua scelta” proseguii “Certo” “Devo chiedertelo, Kate: lo hai lasciato per te stessa o perché…insomma, c’entro qualcosa in questa decisione?” chiesi alludendo al nostro rapporto d’amicizia che era diventato anche altro. Volevo il suo bene, non che lo lasciasse perché era innamorata di me. Ce lo eravamo detti più volte, tra noi non sarebbe nata una storia d’amore, sebbene ci amassimo. Avevamo fatto l’amore parecchie volte quell’estate ed era stato fantastico, ma sapevamo che a settembre sarei tornato in America. “L’ho lasciato perché non lo amo” precisò “Ok” “Forse tu sei stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Era una relazione che non mi rendeva felice, il fatto poi che tu sia tornato e che mi abbia ricordato cosa significhi star bene con un ragazzo, provare certe cose, è stata la molla che mi serviva per dirmi che era questo quello che volevo, che mi meritavo di meglio. Ma non l’ho lasciato illudendomi di avere una storia con te” chiarì. Annuii e le sorrisi, aveva fatto la scelta giusta. Il cameriere ci servì le bibite. Le accarezzai il dorso della mano “Sono contento della tua scelta” affermai sincero “Grazie” “Tu stai bene?” “Sì, sono ancora un tantino confusa e scossa ma mi sento bene” rispose. “Capisco che per quanto sia stata tu a lasciarlo, la fine di un amore sia sempre dolorosa” dissi alzandomi in piedi e invitandola a fare altrettanto. Volevo solo darle un abbraccio consolatorio. “Sì…sono comunque stati due anni della mia vita e…per quanto sia felice della mia scelta, non nego di aver pianto in questi giorni” ammise.

 

cap-13

 

La abbracciai accarezzandole i capelli. Mi dispiaceva che soffrisse, sebbene sapessi che quella fosse stata la decisione migliore per lei. “Sai cosa mi ha fatto capire che dovevo lasciarlo?” mi chiese restando nel mio abbraccio “No” “Una frase che mi hai detto qualche settimana fa sulla figlia di Tom. Hai detto che forse mi affannavo tanto a nascondere la cosa ai miei genitori, perché mi sentivo insicura del mio amore e…ho pensato che quella bambina, invece, aveva diritto di poter conoscere una ragazza che non avesse titubanze. Insomma immagino che la separazione dei genitori non sia semplice da mandar giù, per cui non volevo aggiungere a tutto questo anche la mia poca sicurezza per il rapporto con suo padre” spiegò. “Lui come l’ha presa?” domandai staccandomi e sedendomi di nuovo “Dice che l’ho lasciato per te, che da quando tu sei qui io sono cambiata. Sostiene che abbia perso la testa perché pensa che ci siamo baciati e che abbiamo fatto l’amore” “Lo pensa o glielo hai detto?” “Lo pensa, non ho detto niente” specificò. Thomas ci vedeva lungo, su alcune cose aveva ragione. Prese il telefono “Guarda” disse mostrandomi la schermata di una loro conversazione Whatsapp.

 

Ma che carini che siete! Avanti, dimmi che mi lasci perché lo ami, ammetti che vi siete divertiti e che hai perso il cervello perché ti ha fatta impazzire!

 

“Wow, l’ha presa bene vedo” scherzai “Benissimo” ripose accennando un sorriso. “Visto che avevo deciso di ignorarlo, ha insistito con questo” aggiunse indicandomi ancora lo schermo del suo smartphone.

 

Cos’è? Lo fa così bene? Hai avuto l’orgasmo nell’azzurro dei suoi occhi?

 

Ci rimasi di stucco, non me lo aspettavo, allo stesso tempo era tragicomico, mi scappò un sorriso. La guardai negli occhi “Molto maturo” dissi “Gli ho risposto male e ho minacciato di bloccarlo, quindi ha smesso e non mi ha più cercata” spiegò. “Mi dispiace” affermai “Adesso è tutto sistemato” rispose. Finite le bibite facemmo una passeggiata nei dintorni. Mi raccontò nel dettaglio i tanti motivi che l’avevano convinta a prendere quella decisione, dovetti ricredermi. Inizialmente avevo avuto il sospetto che una parte di colpe in quella decisione fosse dovuta a me, invece scoprii che c’erano tante sfaccettature del loro rapporto che non quadravano. Questo mi sollevava, era la sua vita e io non potevo interferire, non ne avevo nessun diritto. “Domani ricomincio a lavorare, ferie finite!” esclamò cambiando discorso. “Certo che sei andata a rovinarti le giornate proprio in ferie” scherzai “Davvero. Che scema che sono” rispose.

 

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“Hai fatto la cosa giusta, Kate. Te lo dico da amico” la rassicurai. Lei annuì ed io cambiai argomento “Tra una settimana ferie finite anche per me. Sarà dura ricominciare” affermai “I tuoi doveri ti attendono” “Si riparte con studio e lavoro, giornate di 24 ore sono insufficienti” risposi. “Prima che tu parta ti va se ci vediamo?” propose, annuii “Dimmi tu quando, visto che da domani lavori” “Beh se vuoi mercoledì sera, ma non facciamo troppo tardi” “Benissimo. Ma tipo sabato 29? Un ultimo giorno insieme ti va? Oltre a mercoledì sera intendo” “Certo. Posso chiederti un consiglio?” mi domandò poi “Dimmi tutto” “Da medico” “Ok” “Secondo te cosa sono queste macchioline?” mi chiese scoprendosi l’avambraccio. Le osservai “Hai mangiato qualcosa di strano?” indagai “No” “Hai preso qualche farmaco in quest’ultima settimana?” proseguii “No” “Potrebbe semplicemente essere uno sfogo da stress” affermai esaminandole meglio anche da più vicino. Erano rosacee, avevano l’aspetto di una sorta di dermatite. “Stress? Non mi ha mai dato queste reazioni” “Il nostro corpo cambia, magari dieci anni fa ti procurava mal di stomaco, tre anni fa mal di testa e oggi una reazione cutanea, non c’è nulla di strano” le spiegai “Cosa potrei metterci?” “Normale crema idratante, ovviamente dovrai cercare di eliminare la causa dello stress. Deduco sia stato per Thomas” puntualizzai. Lei annuì “Al 50%, l’altra metà della colpa è relativa a un’altra persona” rispose “È per me? Puoi dirmelo. Non volevo crearti problemi” “Tu non hai fatto niente, non devi sentirti in colpa” precisò “Non voglio che tu sia stressata per me” “Non lo sono, ero solo preoccupata per il nostro litigio, per le cose che ti ho urlato contro e che ho detto solo per rabbia” “Non le ricordo neanche” mentii per consolarla. Il pomeriggio finì tra mille chiacchiere e risate, com’era sempre stato tra noi.

Il mercoledì sera lo trascorremmo lungo la costa. C’era una sorta di festa di paese, avevano allestito delle bancarelle, dei chioschi per bere e c’era musica. Girovagammo tra le bancarelle, parlammo di tante cose, le raccontai i miei ultimi giorni e lei i suoi, una normalissima uscita tra amici, niente baci, niente smancerie. Era giusto così, tra poco sarei partito, forse era meglio mettere in un angolo quel lato della nostra amicizia, iniziare a dimenticarlo, sebbene fosse difficile. “Posso offrirti un gelato?” proposi, lei accettò, dunque prendemmo due coppe gelato e ci fermammo a mangiarle e a riposare. “Insomma tra poco il grande rientro a New York” disse “Sì, ancora 4 giorni” “Sei pronto?” “No” risposi scoppiando a ridere, poi aggiunsi “Voglio dire…sono contento di rivedere i miei coinquilini, gli amici del college, di riprendere la mia vita quotidiana, anche se so che mi aspetta un duro lavoro di studi e di pronto soccorso. Mi sono disabituato in questi due mesi, tutto questo relax mi mancherà” “Com’è normale che sia, ma nel giro di una settimana scarsa ti sarai riabituato” mi spronò “Sì, è vero. Non tornavo da sette anni e adesso è strano. Due mesi qui mi hanno come ricatapultato all’indietro, l’Irlanda mi mancava” “Hai intenzione di non tornare per altri sette anni?” mi chiese sorridente.

 

giphy

 

“No, posso permettermi un po’ di svago, sono all’ultimo anno” ribattei ridendo “Mi fa piacere” “Ho intenzione di tornare per le vacanze natalizie. Sono quindici giorni di stacco e ho modo di trascorrere le feste con la famiglia, visto che non lo faccio da un’eternità” spiegai. Ne avevo infatti parlato anche con i miei genitori, era giusto che mi prendessi dello spazio per gli affetti più cari, che a lungo avevo trascurato. “Un salutino nelle feste natalizie me lo verrai a fare?” mi domandò “Ma certo, era scontato” “Sono felice di sapere che ti rivedrò presto. Insomma si parla di quasi quattro mesi, ma in confronto a sette anni direi che sono pochissimi” precisò. Mi avvicinai per darle un bacio sulla guancia “Sono felice anch’io” ammisi. Ci alzammo per proseguire il nostro giro. “Che faremo sabato? Nel nostro ultimo giorno insieme?” chiese ad un tratto “Uhm…non ci ho pensato bene, qualcosina sì, ce l’ho in mente, però la giornata è lunga, se stiamo insieme dalla mattina. Tu che vorresti fare? Almeno lo inseriamo nella lista” risposi “Potremmo andare al cinema allo spettacolo delle 20.30 e prima mangiamo qualcosa al pian terreno del multisala” “Perfetto. La mattina invece pensavo di farti vedere una cosa a casa mia. Ho trovato un cd di nostre foto di quando eravamo piccoli e poi adolescenti, sono troppo carine! Ti ho preparato anche una sorpresa a riguardo” la informai, senza sbottonarmi troppo “Wow” “E poi sai che sei a pranzo da me, i miei genitori ti hanno invitata” “Sì questo lo so” affermò. “Bene direi che la giornata è organizzata almeno fino alle tre del pomeriggio e poi dalle sette della sera in avanti. Abbiamo un buco di quattro ore da coprire!” esclamai “Ci inventeremo qualcosa” concluse. La accompagnai a casa, fino alla porta. Mi diede un abbraccio forte, ricambiai con affetto sincero “Sono stata molto contenta di vederti stasera” disse “Anch’io e mi dispiace che sabato sarà l’ultimo giorno, anche se come ti ho spiegato, sarò qui per Natale” “Tranquillo, ci sentiremo, proprio come abbiamo fatto negli ultimi sette anni” rispose sorridendo, annuii “Buonanotte allora” “Notte Matty” mi salutò, dandomi un bacio sulla guancia.

 

NOTE:

Ciao, in questo capitolo Matthew riece finalmente a scoprire cosa sia successo a Katelyn durante le due settimane in cui non si sono visti, nè sentiti. Era ovviamente curioso, ma la capisce e non la cerca, proprio come lei gli aveva chiesto. Il dubbio che Kate abbia lasciato Thomas a causa sua gli viene, tuttavia lei fornisce una serie di motivazioni valide a comprendere che c'erano tanti aspetti di quella relazione che non la soddisfacevano. Naturalmente Matt la tranquillizza anche sul fatto che non se l'è presa per quelle parole che Katelyn gli aveva gridato contro l'ultima volta, accecata dalla rabbia. Ai due resta ormai poco tempo da passare insieme prima della fine dell'estate, sembrano intenzionati a volersi salutare restando semplici amici, con la promessa che si rivedranno per le vacanze natalizie...

Vanessie

   
 
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